Vairano Patenora

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Vairano Patenora
comune
Vairano Patenora – Stemma
Vairano Patenora – Bandiera
Vairano Patenora – Veduta
Vairano Patenora – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Amministrazione
SindacoStanislao Supino (lista civica) dal 13-6-2022
Territorio
Coordinate41°20′N 14°08′E / 41.333333°N 14.133333°E41.333333; 14.133333 (Vairano Patenora)
Altitudine168 m s.l.m.
Superficie43,52 km²
Abitanti6 315[1] (28-2-2022)
Densità145,11 ab./km²
FrazioniMarzanello, Vairano Scalo
Comuni confinantiAilano, Caianello, Marzano Appio, Pietravairano, Pratella, Presenzano, Raviscanina, Riardo, Teano
Altre informazioni
Cod. postale81058
Prefisso0823
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT061095
Cod. catastaleL540
TargaCE
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 383 GG[3]
Nome abitantivairanesi
Patronosan Bartolomeo
Giorno festivo24 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vairano Patenora
Vairano Patenora
Vairano Patenora – Mappa
Vairano Patenora – Mappa
Posizione del comune di Vairano Patenora nella provincia di Caserta
Sito istituzionale

Vairano Patenora è un comune italiano di 6 315 abitanti della provincia di Caserta in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale si estende nella valle del fiume Volturno, tra il massiccio del Matese e il parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano. Dalla fertile pianura emergono i due rilievi montuosi del Catreola (587 m) e del Montauro o S. Angelo (465 m), dove domina la tipica macchia mediterranea, e, al confine con il comune di Presenzano, il lago vulcanico di Vairano che ha per emissario un torrente che sfocia nel Volturno.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo "Vairano" deriva dal nome latino di persona Varius[4] a cui si aggiunge il suffisso -anus, indicante possesso. Quindi Vairano significa: "terra di Vario". "Patenora", invece, si riferisce alla pianura circostante, scavata dal Volturno, che è detta "Patenaria".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Periodo romano e medievale[modifica | modifica wikitesto]

Castello medievale di Vairano Patenora
Scorcio del borgo

Sulle montagne circostanti sono state rinvenuti i resti di un accampamento dell'età del bronzo[5]. In età storica il territorio era occupato dai Sanniti. I resti della cinta muraria presenti sulla sommità del Montauro lasciano supporre ad alcuni studiosi che qui fosse ubicata l'antica città sannita di Austicola. Dopo la conquista romana (290 a.C., alla fine della terza guerra sannitica) dipese dal municipio di Teanum Sidicinum e in epoca alto-medievale passò ai Longobardi.

Nell'XI secolo i normanni vi eressero un castello, che fece probabilmente parte del demanio regio e che il'imperatore Enrico VI donò a Roffredo dell'Isola, abate di Montecassino, il 20 maggio del 1191. Il castello fu quindi coinvolto nelle lotte tra l'imperatore, sposo di Costanza d'Altavilla, e il re di Sicilia Tancredi: il conte Ruggero di Chieti, che appoggiava il re Tancredi, respinse l'assedio del castello condotto dalle truppe imperiali e dell'abate Roffredo nel 1193[6].

In seguito furono brevemente ospiti del castello Federico II di Svevia, Carlo II d'Angiò e il papa Gregorio X.

Dal Quattrocento all'Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1437 la città fu saccheggiata dal patriarca Vitellesco. Nel 1460 resistette nuovamente ad un secondo assedio da parte degli angioini, durante la guerra tra il re di Napoli, Ferrante I d'Aragona e il suo rivale Giovanni d'Angiò, ma l'anno successivo il castello fu quasi totalmente distrutto da Marino Marzano, oppositore degli aragonesi e la città rimase depopulata et dehabitata. Il castello attuale venne ricostruito tra il 1491 e il 1503 dal barone Innico II d'Avalos, che ricostruì anche le mura cittadine. Nel 1500 viene eretto il borgo di Marzanello come avamposto.

Nel 1590 Vairano fu acquistata dal barone Antonio Mormile di Frignano Cacciapuoti. I Cacciapuoti ottennero il titolo ducale di Vairano nel 1628 e nel 1660 restaurarono nuovamente il castello, che restò in possesso della famiglia fino all'abolizione del feudalesimo nel 1806.

Unità d'Italia e Novecento[modifica | modifica wikitesto]

La localizzazione dello storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II avvenuto il 26 ottobre 1860, che suggellò l'Unità italiana dopo le imprese garibaldine, passato alla storia come "incontro di Teano", secondo alcune fonti si sarebbe invece svolto a Vairano Scalo, presso la località di Taverna della Catena.[7] Il dubbio sul luogo dell'incontro e le avversità della vicina Teano è stato poi risolto definitivamente dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, del 1967, che ha legalmente decretato Taverna della Catena come immobile dello scenario dove avvenne l'incontro del 1860,dichiarando il medesimo immobile come patrimonio nazionale vincolato. Copia originale del Decreto è infissa su lastra marmorea nel monumento eretto in piazza Unità d'Italia nel quadrivio di Vairano Scalo.

Durante il periodo fascista nella Taverna della Catena venne rinchiuso il pensatore e filosofo comunista Antonio Gramsci.

Dopo l’arresto Gramsci fu trasferito da Campobasso al tribunale fascista e nel tragitto lo fecero pernottare per due giorni nella casermetta legata a Taverna Catena, al freddo e con pochissimo cibo, come descrive lui stesso nei suoi scritti elaborati durante il carcere. Una vicenda e un fatto emblematico per tutta l’Italia, poiché quella Taverna Catena è il simbolo di una Unità d’Italia che, purtroppo, segnò la fine del Risorgimento del Sud, facendo nascere la Questione Meridionale, centro dell'impostazione e delle idee di Gramsci. La Taverna, appena dopo l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele, diventò sede del comando militare dei Savoia contro la protesta del brigantaggio e i protagonisti della Repubblica Anarchica di Cafiero a Letino, sul Matese.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma di Vairano Patenora è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 2 dicembre 1988.[8]

«D'azzurro, al lupo al naturale, passante sulla campagna erbosa di verde, sormontato dalla croce di Malta di rosso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole d'oro Vairanum impugnans in nullo profecit. Ornamenti esteriori da Comune.»

La traduzione del motto è: "Assediando Vairano non ottenne nulla". Si tratta delle parole con cui è descritto l'assedio del castello del 1193 nella Chronica di Riccardo da San Germano[6].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Bartolomeo apostolo
Abbazia della Ferrara

Castello aragonese[modifica | modifica wikitesto]

Il castello aragonese di Vairano fu realizzato sui resti di quello normanno e svevo, tra il 1491 e il 1503 da Innico II d'Avalos. Presenta quattro torri di cui la più grande, posta a sud-est, è detta "Torre mastra" ed è dotata di un ingresso ad atrio scoperto. L'interno è distrutto, ma sono ancora visibili la suddivisione dei piani, le cucine, le carceri e la vecchia cisterna.

Mura cittadine[modifica | modifica wikitesto]

La cinta fortificata del borgo medioevale era intervallata da 14 torri cilindriche su base a scarpata e si apriva con tre porte (porta Oliva, porta di Mezzo, o di Mezzogiorno, e porta Castello, o di Sant'Andrea)[9].

Altri luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Abbazia della Ferrara: costruita tra il 1171 e il 1179 dal monaco cistercense Giovanni de Ferraris, ospitò il re Federico II di Svevia e il futuro papa Celestino V. Conserva la cappella e un affresco del XIII secolo raffigurante i funerali di Malgerio Sorel, valletto di Federico II.
  • Chiesa di San Bartolomeo: edificata in origine nel 1310 e successivamente sostituita dall'attuale edificio tra il 1779 e il 1823. Nella nuova chiesa vennero portati tutti i beni custoditi nella precedente, tra cui lo stemma dei baroni d'Avalos[10] e le spoglie mortali di San Clemente, giunte a Vairano nel 1777.
  • Chiesa della Madonna di Loreto: eretta nel Cinquecento da un chierico, Andrea Carpino, rimasto colpito da un pellegrinaggio al santuario di Loreto, nella piazza di Santa Lucia, appena fuori dalle mura del borgo. In passato la chiesa aveva tre altari i cui affreschi sono andati perduti. Si conserva un'immagine della Vergine al di sopra dell'entrata principale.
  • Convento di Sant'Agostino: fondato probabilmente tra il 1305 e il 1328 quando Bartolomeo de Capua fece incidere sulla porta il proprio stemma. Il convento di S. Agostino aveva una chiesa e un chiostro decorato con episodi della vita e dei miracoli del Santo. Nella chiesa c’erano diverse cappelle tra cui quella della Confraternita del Santo Rosario. Oggi si può ammirare un affresco che raffigura la Beata Vergine con il Bambino che dorme, databile al secolo XVIII. L’archivio del convento venne distrutto dai Francesi nel 1806. Nello stesso anno l’istituzione fu soppressa. Fu in questo convento che Teofilo da Vairano, maestro di Giordano Bruno, mosse i suoi primi passi.
  • Chiesa di San Tommaso: di incerta data di costruzione, è situata nel borgo medievale. Precedentemente intitolata al Santissimo Sacramento, venne intitolata a san Tommaso nel 1777.
  • Chiesa di San Giovanni: in via omonima, del 1700, ha un unico altare. All'interno è ancora possibile ammirare una serie di affreschi sulla vita di San Giovanni Battista. Fu interdetta al pubblico dopo aver subito numerosi danni a causa del terremoto del 1980.
  • Chiesa di Sant'Orsola: costruita intorno al 1382 poco lontano da Piazza mercato, era a due navate, tre altari di legno intarsiato e dipinto e un trittico che ornava altare maggiore di cui non si conosce la fine. Ha subito danni durante la seconda guerra mondiale.Vi sorgeva accanto anche la chiesa di Santa Maria delle grazie.
  • Ponte delle Frattelle: sul torrente Patanaro, in località Frattelle, è presente un ponte romano a schiena d’asino a tre archi che metteva in comunicazione i pagi della pianura Patenaria.
  • Ex chiesa di Santa Maria a Fratta nel casale omonimo fuori le mura, oggi abitazione privata.
  • La Fontana delle Quattro Cannelle: fontana a quattro getti continui alimentata dalla sorgente del Vallone, ricostruita nel 1924.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

  • Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT[12] al 31 dicembre 2021 la popolazione straniera residente era di 301 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate sul totale della popolazione residente erano:[13]

  1. Romania 135
  2. Albania 34
  3. Marocco 16
  4. India 13
  5. Ucraina 13

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

  • Secondo la tradizione il borgo sarebbe frequentato dal fantasma del re Carlo II d'Angiò, detto lo zoppo, il quale fu più volte ospite del castello.
  • San Bartolomeo apostolo, santo protettore di Vairano Patenora, sarebbe apparso, secondo una leggenda locale, a una banda di saraceni che si sarebbero apprestati a saccheggiare la città nel 1195, invitandoli a desistere dal loro proposito e sarebbe successivamente svanito. Giunti in città i saraceni avrebbero trovato tutti gli abitanti raccolti in preghiera nella chiesa e avrebbero riconosciuto nella statua del santo il vecchio che era loro apparso. Il capo saraceno avrebbe quindi donato al santo una preziosa collana d'oro e si sarebbe allontanato con i suoi senza fare alcun danno.[14]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Vairano Scalo[modifica | modifica wikitesto]

Vairano Scalo è stazione ferroviaria sulla Roma-Napoli, via Cassino. Nel centro del paese si trova l'edificio della Taverna della Catena, vincolato e recentemente restaurato e un monumento dedicato allo storico incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II che alcuni ritengono che qui sia avvenuto il 26 ottobre 1860.

Vi si trova la chiesa dei santi Cosma e Damiano, luogo di culto cattolico consacrato nell'anno 2000 da Francesco Tommasiello, allora vescovo della diocesi di Teano-Calvi. La chiesa è in stile moderno e fa parte del complesso parrocchiale, comprendente anche un alto campanile che ospita sette campane. All'interno, la chiesa è costituita da un'unica aula illuminata dal grande finestrone in facciata e terminante con l'area presbiterale, rialzata di alcuni gradini, ove trova luogo l'altare.

Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne Mascioni opus 1189[15], costruito nel 2011 ed inaugurato il 17 dicembre dello stesso anno. A trasmissione mista, ha tre tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera di 32 note.

Di grande fascino è anche la Chiesa Madre di Vairano Scalo intitolata alla Madonna del Carmine, recentemente ristrutturata, e voluta dal Duca di Caianello Pasquale Del Pezzo che la fece costruire, come conferma l'epigrafe in latino scolpita ai piedi dell'altare[16], nell'anno 1880 così da dare ai primi abitanti di Vairano Scalo un luogo di preghiera.

Va ricordata, infine, la Cappella di San Gennaro, situata sulla via Casilina, che è in avanzato stato di abbandono.

Marzanello[modifica | modifica wikitesto]

Il borgo di Marzanello fu creato nel Cinquecento come avamposto. È formato da poche case e dalla chiesa di San Nicola, da poco ristrutturata. Verso la metà del XVIII secolo la popolazione iniziò a spostarsi verso l'attuale agglomerato urbano. Nei pressi si trova la chiesa di Santa Maria del Monte, a due navate, con affreschi e un quadro raffigurante la Vergine, e il "Palazzone", villa romana del I secolo a.C., successivamente fortificata nel Medioevo. Non bisogna dimenticare la Fontana del Vallo, di discreto interesse storico.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il tessuto economico di Vairano Patenora è basato essenzialmente sul commercio, sull'agricoltura e sull'artigianato.

La frazione di Vairano Scalo è ricca di bar, esercizi commerciali e di servizi di ristorazione, grazie alla sua favorevole collocazione all'uscita dell'autostrada del Sole di Caianello, come tappa per i turisti che viaggiano verso le mete invernali (Roccaraso) o estive (Vasto, Termoli). L'altra frazione, Marzanello, rimane ancora, prevalentemente, legata al settore primario.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale è attraversato dalla strada statale 6 Casilina (verso Roma o verso Capua), dalla quale si può inoltre raggiungere il casello di Caianello sull'autostrada A1 Milano-Napoli. Alla frazione di Vairano Scalo arriva la strada statale 85 Venafrana, da Venafro e Isernia e vi passa, con un'uscita dedicata, la superstrada telesina, tra Benevento e Caianello.

La stazione ferroviaria di Vairano-Caianello è servita dalla linea Roma-Napoli via Cassino e da una linea per Isernia-Carpinone, con successive diramazioni per Campobasso e per Sulmona-Pescara.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1989 1993 Giovanni Robbio Democrazia Cristiana Sindaco
1993 1994 Massimo Visco Partito Socialista Italiano Sindaco
1994 1998 Pasquale Picozzi Lista Civica, Polo del Buon Governo (FI-AN) Sindaco
1998 2002 Giovanni Robbio CCD, CDU, DE Sindaco
2002 2007 Massimo Visco L'Ulivo, (PDS-PRC-PPI-RI-SDI-CS) Sindaco
2007 2012 Giovanni Robbio Lista Civica, UdC, Casa delle Libertà) Sindaco
2012 2017 Bartolomeo Cantelmo Lista Civica (PD-SEL-IdV-FdS) Sindaco
2017 2022 Bartolomeo Cantelmo Lista Civica (PD-AP-MDP) Sindaco
2022 in carica Stanislao Supino Lista Civica (PD-AP-MDP) Sindaco

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente il principale club calcistico del paese è la Boys Vairano, vincente del campionato di prima categoria 2021-22[17] ora militante nel campionato di Promozione.

Nel passato, il Comprensorio Vairanese, vinse il campionato di Eccellenza Molise 2019-2020. La società verde-oro a fine stagione si fuse con la Tre Pini Matese, squadra della vicina Piedimonte, dando vita all'FC Matese, la squadra milita in Serie D[18].

La squadra di pallavolo è la società Folgore Vairano Volley che vanta oltre 40 anni di attività con trascorsi in serie C e B nazionali, e quella di pallacanestro è rappresentata dai Vairos Basket.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Comune di Vairano Patenora, su Comuni-Italiani.it. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  5. ^ Comune di Vairano Patenora (CE), su www.comune.vairano-patenora.ce.it. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  6. ^ a b Riccardo di San Germano, Chronica, 1193 (testo latino on line).
  7. ^ La località dell'incontro è riportata in documenti storici dell'epoca. Il "Diario storico dell'archivio del ministero della difesa", nel rapporto giornaliero del 26 ottobre 1860, riferisce: "... A Taverna della Catena, S.M. il Re, che col suo quartier generale marcia colle truppe del quarto Corpo, è incontrato dal gen. Garibaldi..." (citato da Nino D'Ambra, Giuseppe Garibaldi cento vite in una, Ed. A.G.Grassi, Napoli 1983 n.p.160). Anche Alfonso Scirocco (Garibaldi. Battaglie, amori, ideali di un cittadino del mondo, Ed. Laterza, Roma 2001) descrive l'incontro come avvenuto "presso Teano, al bivio di Taverna Catena, presso una casa rustica e una dozzina di pioppi": Garibaldi si fermò al bivio, dove arrivarono la colonna delle truppe regie e il re stesso, che salutato Garibaldi, procedette a cavallo con lui verso Teano, dove si separarono. Riportano l'incontro come avvenuto a Taverna della Catena anche Giuseppe Cesare Abba, Da Quarto al Volturno, in Gaetano Trombatore (a cura di), Memorialisti dell'Ottocento, I, Riccardi Ricciadri Edit., Napoli, p. 889 e ss.; Indro Montanelli, Storia d'Italia, Ed. Fabbri, Roma 1994, vol.31 p.124. Secondo la Treccani, la versione che vuole l'incontro avvenuto alla Taverna della Catena è la più accreditata e quella corredata da maggiori testimonianze attendibili. Vairano Patenora, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  8. ^ Vairano Patenora, decreto 1988-12-02 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato l'11 ottobre 2021.
  9. ^ Vittorio Gleijeses, Castelli in Campania, Società editrice Napoletana, 1977 2ª edizione. (da “Castelli in Campania di Vittorio Gleijeses - Società editrice Napoletana 1977 2ª edizione pp. 144/5)
  10. ^ Sito della parrocchia di San Bartolomeo Archiviato il 1º gennaio 2015 in Internet Archive..
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 19 aprile 2022.
  13. ^ Cittadini Stranieri 2022 - Vairano Patenora (CE), su Tuttitalia.it. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  14. ^ e-borghi, Vairano Patenora, su e-borghi. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  15. ^ L'organo a canne, su mascioni-organs.com. URL consultato il 5 marzo 2013 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2013).
  16. ^ Paschalis Del Pezzo Dux Cajanelli suis sumptibus MDCCCLXXX
  17. ^ Redazione V-news.it, La Boys Vairano vince il campionato di Prima Categoria, su V-news.it | Quotidiano IN-formazione, 30 maggio 2022. URL consultato il 2 dicembre 2022.
  18. ^ Luigi Di Lallo, Calcio, nasce il Football Club Matese, su Il Giornale del Molise, 7 giugno 2020. URL consultato l'8 dicembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabrizio Tabellario, Storia di Vairano Patenora, sino al periodo feudale, e delle sue chiese, Caserta, 1934.
  • Gerardo Zanfagna, Vairano: tra storia e leggenda, Vairano Patenora, 1986.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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