Rinnovamento Italiano

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Rinnovamento Italiano
PresidenteLamberto Dini
CoordinatorePino Pisicchio
StatoBandiera dell'Italia Italia
SedeVia di Ripetta, 142 - 00186 Roma
AbbreviazioneRI
Fondazione28 febbraio 1996
Dissoluzione17 marzo 2002
Confluito inLa Margherita
IdeologiaCentrismo
Liberalismo
Liberalismo sociale
CollocazioneCentro
CoalizioneL'Ulivo
Partito europeoPartito Popolare Europeo
Gruppo parl. europeoPartito Popolare Europeo
Seggi massimi Camera
26 / 630
(1996)
Seggi massimi Senato
11 / 315
(1996)
Seggi massimi Europarlamento
1 / 87
(1999)
Sito webwww.rinnovamento.it

Rinnovamento Italiano (RI), anche noto come Lista Dini, è stato un partito politico italiano liberale e centrista operativo dal 1996 al 2002, alleato della coalizione di centro-sinistra L'Ulivo; fu fondato e guidato da Lamberto Dini, già Presidente del Consiglio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Lamberto Dini, già direttore generale della Banca d'Italia, dimessosi l'11 gennaio 1996 dalla Presidenza del Consiglio, decise che avrebbe partecipato alle prossime elezioni politiche con un proprio partito centrista all'interno della coalizione di centro-sinistra, L'Ulivo.

Il 28 febbraio 1996 nasce dunque in palazzo Sforza-Cesarini a Roma "Rinnovamento Italiano", una formazione dichiaratamente «di centro, moderata, riformista».[1][2]

Al nuovo partito aderirono subito esponenti politici riconducibili alla vecchia coalizione di governo del pentapartito.[3]

Elezioni politiche del 1996[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: L'Ulivo ed Elezioni politiche in Italia del 1996.
Da sinistra: il fondatore Lamberto Dini insieme a Romano Prodi, candidato alla presidenza del Consiglio, e Massimo D'Alema, segretario del Partito Democratico della Sinistra, nel 1996

Alle elezioni politiche del 1996 Rinnovamento Italiano si presentò nella quota proporzionale insieme a:

In un primo tempo queste quattro componenti politiche avrebbero dovuto presentarsi in lista comune con il Partito Popolare Italiano (PPI), Südtiroler Volkspartei, Partito Repubblicano Italiano, Unione Democratica e i Comitati per l'Italia che vogliamo, ma l'accordo non andò in porto perché il PPI non accettò le pretese di Lamberto Dini di essere riconosciuta di pari importanza nella distribuzione delle candidature nei collegi elettorali.[4][5]

Alle elezioni politiche la coalizione di centro-sinistra vince grazie anche al patto di desistenza con Rifondazione Comunista di Fausto Bertinotti, e Rinnovamento Italiano conquista il 4,3% dei voti nella quota proporzionale. La lista elegge 26 deputati (di cui 10 RI, 8 al Patto, 7 al SI e uno al MID) ed 11 senatori (di cui quattro a RI, cinque al SI, uno al Patto e uno al MID). Alla Camera viene eletto capogruppo Diego Masi; mentre al Senato il socialista Ottaviano Del Turco.[6]

Inoltre entrano a far parte del governo tre esponenti del partito: Dini come Ministro degli affari esteri, Tiziano Treu riconfermato Ministro del lavoro e della previdenza sociale, Augusto Fantozzi come Ministro del commercio con l'estero.

Tra defezioni e adesioni[modifica | modifica wikitesto]

Dini a Milano nel marzo 1997, per la presentazione della lista di Rinnovamento Italiano alle elezioni comunali.

A dicembre 1996 il partito vede distaccarsi le componenti dei Socialisti Italiani, del Patto Segni e del Movimento Italiano Democratico. Alla Camera, dove già si era registrato il passaggio di Andrea Guarino al Partito Popolare Italiano, il 22 dicembre 1996 lasciano i sette deputati dei Socialisti Italiani, tre degli otto deputati del Patto Segni (Diego Masi, Giuseppe Bicocchi e Elisa Pozza Tasca) ed il deputato del Movimento Italiano Democratico Aldo Brancati[7]. Mentre al Senato, la defezione dei 5 parlamentari dei Socialisti Italiani porta Rinnovamento Italiano a confluire nel gruppo misto.[8]

In seguito il partito riesce, per un breve periodo, a ricostituirsi come gruppo autonomo in entrambe le Camere a seguito dell'adesione di alcuni deputati.

Elezioni europee del 1999[modifica | modifica wikitesto]

Rinnovamento Italiano, ormai privo di grosse visibilità, è comunque in crisi: nel 1998 il partito è stato ammesso nel Partito Popolare Europeo, ma alle elezioni europee del 1999 Rinnovamento Italiano riscuote un risultato a livello nazionale dell'1,1% (353.890 voti), eleggendo soltanto un europarlamentare nella circoscrizione Italia meridionale: il coordinatore del partito Pino Pisicchio.[9]

Confluenza nella Margherita[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del 2001 il partito decide di presentarsi col centro-sinistra in una lista elettorale centrista e riformista con a capo Francesco Rutelli, sindaco di Roma e candidato alla Presidenza del Consiglio per L'Ulivo, federati insieme al Partito Popolare Italiano di Pierluigi Castagnetti, ai Democratici di Romano Prodi e Arturo Parisi e all'UDEUR di Clemente Mastella, prendendo il nome di Democrazia è Libertà - La Margherita nota semplicemente come "La Margherita".

Un anno più tardi, nel 2002, La Margherita diventa un vero e proprio partito unico, dove Rinnovamento Italiano vi confluisce, decretando il proprio scioglimento il 17 marzo 2002.

Nel 2007, alla confluenza de La Margherita nel Partito Democratico, una parte degli ex Rinnovamento Italiano (tra cui lo stesso Lamberto Dini) si stacca e fonda i Liberal Democratici.

Nelle istituzioni[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti del Consiglio dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

Governi, Ministri e Sottosegretari della Repubblica Italiana[modifica | modifica wikitesto]

Collocazione parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi
Politiche 1996 Camera 1.627.380 4,34
26 / 630
Senato Ne L'Ulivo
11 / 315
Europee 1999 353.890 1,14
1 / 87
Politiche 2001 Camera Ne La Margherita
3 / 630
Senato Ne L'Ulivo
6 / 315

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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