Marina Militare (Italia)

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Marina Militare
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La Marina Militare, insieme ad Esercito Italiano, Aeronautica Militare ed all'Arma dei Carabinieri, costituisce una delle quattro forze armate della Repubblica Italiana: ad essa sono infatti affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali.

Nel 2006 la Marina comprendeva un organico di 34 513 persone, di cui 5 063 ufficiali, 14 550 del ruolo marescialli, 3 350 del ruolo sergenti, 11 550 volontari di truppa. Nelle scuole e nelle accademie erano presenti 748 allievi.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Marina Militare Italiana.

Le origini

Corazzata classe Duilio.
Lo stesso argomento in dettaglio: Regia Marina.

La Marina italiana[1] nacque con la denominazione di "Regia Marina" il 17 marzo 1861, a seguito della proclamazione del Regno d'Italia. Dal 1946 in seguito alla proclamazione della Repubblica ha assunto la nuova denominazione di Marina Militare Italiana.

La seconda metà degli anni '40: l'immediato dopoguerra e l'adesione alla NATO

Lo stesso argomento in dettaglio: NATO e Anni 1940.
Incrociatore leggero classe Duca degli Abruzzi.
Bandiera della NATO
Logo della NATO

Alla fine della seconda guerra mondiale[2], l'Italia si presentava come una Nazione devastata da 5 anni di conflitto, ma la svolta che si ebbe con l'armistizio dell'8 settembre 1943 e l'accordo di cooperazione siglato a Taranto il 23 settembre 1943, permisero alla Marina di avviare un lungo e complesso processo di ricostruzione. Nonostante l'importante contributo delle forze navali italiane durante il periodo di cobelligeranza, la Marina versava in condizioni drammatiche, con le infrastrutture e le installazioni in gran parte inutilizzabili, e con i porti minati o ingombri di relitti affondati[3].

Il Trattato di pace firmato il 10 febbraio 1947 a Parigi, si rivelò inoltre particolarmente gravoso per la Marina[4]. Oltre alle cessioni territoriali e materiali, furono imposte anche restrizioni di carattere militare:

Infine il totale del naviglio militare dislocato, fatta eccezione per le navi da guerra, non doveva superare le 67.500 tonnellate, mentre il personale effettivo non poteva superare le 25.000 unità.

Fortunatamente, i grossi mutamenti in atto nella situazione politica internazionale, convinsero Gran Bretagna e Stati Uniti a rinunciare alle loro aliquote di naviglio, imitati in piccola parte anche dalla Francia.[senza fonte] L'Unione Sovietica pretese la consegna di gran parte delle unità ad essa attribuite (tra cui la corazzata Giulio Cesare e la nave scuola Cristoforo Colombo), ad eccezione del cacciatorpediniere Riboty e di alcune motosiluranti e rimorchiatori completamente inefficienti.

La crescente attenzione rivolta dall'Unione Sovietica verso i paesi del mar Mediterraneo, ed i conseguenti tentativi da parte degli Stati Uniti di contrastare l'aumento dell'influenza sovietica nell'area, trasformò i mari italiani in uno dei principali luoghi di confronto tra le grandi potenze internazionali, contribuendo alla riaffermazione dell'importanza dell'Italia e dei suoi porti, grazie alla loro posizione geografica strategica.

Il 4 aprile 1949, l'Italia sottoscrisse il Trattato del Nord Atlantico[5], ribadendo la sua impossibilità a contribuire attivamente all'interno dell'organizzazione e questo portò diplomaticamente, sul finire del 1951, alla revoca definitiva dei vincoli del trattato di pace con il consenso di tutte le nazioni occidentali.

Con l'adesione alla NATO, alla Marina fu assegnato il controllo del mare Adriatico e del canale d'Otranto, nonché la difesa delle linee di comunicazione marittime nel mar Tirreno. Per assolvere a questi compiti, fu realizzato già nel novembre del 1949 uno "Studio sul potenziamento della Marina italiana in relazione al Patto Atlantico", con il quale si individuavano le strutture e le modalità di potenziamento della Marina Militare stessa.

Gli anni '50

Lo stesso argomento in dettaglio: Anni 1950.
Fregata classe Centauro.
Cacciatorpediniere classe Indomito.
File:Impavido.jpg
Cacciatorpediniere classe Impavido.

Venute meno le clausole del trattato di pace che vietavano all'Italia il possesso di sommergibili, e con l'ingresso dell'Italia nella NATO, nell'ambito del programma di potenziamento navale avviato nel 1950 venne anche avviata la ricostituzione della componente subacquea.

Nel quadro del programma di potenziamento navale[6] avviato nel 1950 e del programma di aiuti militari MDAP all'inizio del 1951 giunsero dagli USA due cacciatorpediniere del tipo Benson/Livermoore. Contemporaneamente arrivarono dagli USA altre tre unità di scorta che, utilizzate come fregate, costituirono la Classe Aldebaran. Vennero avviati nello stesso periodo anche i lavori di ricostruzione/trasformazione di due incrociatori leggeri, trasformati nei cacciatorpediniere San Giorgio e San Marco entrando in servizio tra il 1955 e il 1956. Vennero poi realizzate quattro corvette della Classe Alcione, prime unità di scorta costruite in Italia nel dopoguerra, e due cacciatorpediniere della Classe Indomito, oltre a quattro fregate Classe Centauro.

Nella seconda metà degli anni cinquanta vennero emanate da parte dello Stato maggiore della Marina le direttive per un nuovo programma di potenziamento noto come Programma 1958, il quale prevedeva la realizzazione di:

  • 3 incrociatori lanciamissili e portaelicotteri Classe Andrea Doria
  • 2 cacciatorpediniere lanciamissili Classe Impavido
  • 4 fregate portaelicotteri Classe Bergamini
  • 4 sottomarini Classe Toti
  • la ricostruzione/trasformazione dell'incrociatore Giuseppe Garibaldi in unità lanciamissili
  • la ricostruzione/trasformazione del sommergibile Bario

Gli anni '60

Lo stesso argomento in dettaglio: Anni 1960.
L'incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto.

La scadenza degli obiettivi del Programma 1958 venne rispettata a rilento per le difficoltà finanziarie derivate dall'inevitabile aumento dei costi iniziali[7].

Intanto proseguiva il potenziamento della flotta attraverso l'arrivo di unità provenienti dagli Stati Uniti, con l'arrivo di tre sommergibili: Torricelli, Morosini e Cappellini. A questi si aggiunsero le unità di supporto logistico ed anfibio Etna, Anteo, Bafile e Cavezzale. Nel 1964 venne ricostituito il battaglione San Marco, dopo che i fucilieri di marina nel 1951 erano stati inquadrati in un'unità interforze Lagunari sciolta nel 1956.

Nel 1963, venne avviata la costruzione dei Toti, prime unità subacque costruite in Italia nel dopoguerra, che sarebbero entrate in servizio nel 1968. A questi si aggiunsero le fregate elicotteristiche Alpino e, alla fine del decennio, nel 1968, vennero impostate le due unità missilistiche della Classe Audace. La realizzazione più significativa del decennio, fu però la costruzione dell'incrociatore lanciamissili portaelicotteri Vittorio Veneto entrato in servizio nel 1969 come nuova nave ammiraglia della flotta.

Nel 1969 dagli Stati Uniti arrivarono anche tre cacciatorpediniere della Classe Fletcher: Fante, Lanciere e Geniere.

Gli anni '70 e la legge navale

Fregata lanciamissili classe Lupo.
Incrociatore portaerei V/STOL Garibaldi.
Aliscafo classe Sparviero.

Gli anni settanta si aprirono con la crescente minaccia sovietica costituita dalla squadra del Mediterraneo[8] e da una consistente forza aerea che aveva le sue basi sul litorale nord-africano, che imponevano la necessità di adeguare lo strumento navale nazionale. Il bilancio era tuttavia carente e nel 1970, dei 1.510 miliardi destinati alla Difesa l'aliquota devoluta alla Marina fu di soli 200 miliardi, a causa di concezioni strategiche che privilegiavano le esigenze delle forze aeree e di terra che operavano in difesa del confine nord-orientale. Con gli esigui fondi destinati dal bilancio della difesa alla marina lo Stato Maggiore preferì concentrare le risorse disponibili sulle costruzione di nuove unità navali, limitando al massimo i lavori di ammodernamento sul naviglio in servizio.

Il programma a medio termine da portare avanti con gli stanziamenti ordinari prevedeva la realizzazione di quattro fregate lanciamissili Lupo, due sottomarini Sauro, otto aliscafi Sparviero una rifornitrice di squadra Stromboli, una nave idrografica e altro naviglio d’uso locale.

Un parziale incremento della forza operativa si ebbe tra il 1972 e il 1974 con l'entrata in servizio delle unità della Classe Audace e con l'arrivo dagli Stati Uniti di quattro sommergibili e due navi da sbarco classe Grado.

La progressiva radiazione del naviglio più anziano non compensata dall'entrata in servizio di nuove unità ed il lento processo di ammodernamento in un'area sempre più difficile come il bacino del Mediterraneo, rendeva il compito della Marina Militare sempre più difficile, specie alla luce delle situazione internazionale che con il riaccendersi, nel 1973, nella regione medio orientale, del conflitto arabo-israeliano, acuiva le tensioni sullo sfondo della guerra fredda, mentre più vicino all'Italia la Libia diventava sempre più minacciosa, soprattutto dopo l'attacco condotto nell'ottobre del 1972 da un Mirage libico contro la corvetta De Cristofaro, impegnata in una missione di vigilanza pesca.

Le esigenze della Marina vennero dunque raccolte in un documento intitolato Prospettive ed orientamenti di massima della Marina Militare per il periodo 1974-84, noto come Libro Bianco della Marina[9], nel quale si evidenziava come una volta completato il programma costruttivo ordinario, tenendo conto delle unità che si sarebbero dovute ritirare dal servizio entro la metà degli anni ottanta era indispensabile il ricorso ad uno stanziamento straordinario di fondi per consentire, nell'arco di un decennio, la realizzazione di ulteriori unità indispensabili per mantenere un ragionevole livello di efficienza e credibilità. Si richiedeva quindi l'acquisizione di nuove unità così ripartite:

  • 1 portaerei leggera per velivoli V/STOL ed elicotteri, il Garibaldi, costruita per rimpiazzare gli incrociatori Doria e Duilio
  • 2 battelli Classe Sauro IIa Serie, per compensare la radiazione delle unità ex USA
  • 2 cacciatorpediniere lanciamissili, per la sostituzione delle unità della Classe Indomito
  • 8 fregate lanciamissili portaelicotteri Classe Maestrale, in sostituzione delle unità Centauro e Bergamini
  • 6 aliscafi tipo Sparviero
  • 1 unita rifornitore di squadra tipo Stromboli da affiancare a quella già prevista dal programma ordinario
  • 1 nave d'assalto anfibio
  • 10 cacciamine di nuova progettazione
  • 1 nave salvataggio

La Legge Navale che dava attuazione al programma venne approvata dal Parlamento il 22 marzo 1975 con un'ampia maggioranza e si rivelò di grande importanza anche per l'industria cantieristica nazionale.

La fine del decennio vide la Marina Militare protagonista, nell'estate del 1979, di un'azione umanitaria lontano dalle acque italiane in favore dei Boat people del Vietnam quando un gruppo navale formato dagli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e dal rifornitore di squadra Stromboli si rese protagonista del salvataggio di quasi mille naufraghi nel Mar Cinese Meridionale. In questa occasione alla bandiera della Marina Militare venne conferita la medaglia d'oro per i benemeriti della salute pubblica prima decorazione ottenuta dopo la seconda guerra mondiale.

Gli anni '80 e gli impegni internazionali

Lo stesso argomento in dettaglio: Anni 1980.
File:Nave minerva.jpg
Corvetta classe Minerva.
Nave da sbarco Classe San Giorgio.

Dopo dieci anni dall'approvazione della Legge Navale del 1975, erano entrati in servizio la portaerei Garibaldi, due sommergibili Sauro, le otto fregate Maestrale, sei aliscafi Sparviero, i primi quattro cacciamine della Classe Lerici, il secondo rifornitore di squadra tipo Stromboli e la nave salvataggio Anteo, mentre non era ancora iniziata la costruzione dei due cacciatorpediniere lanciamissili e del secondo gruppo di sei cacciamine.

I programmi a breve termine dello Stato Maggiore intanto prevedevano l'ammodernamento dei due Audace, e la costruzione di una terza serie di due sommergibili Sauro, di un terzo rifornitore di squadra, e di quattro corvette Minerva.

La fine del decennio, vedeva l'entrata in servizio nella prima parte del 1988 delle navi da sbarco San Giorgio e San Marco in sostituzione delle unità della classe Grado e sancire con la Legge 26 gennaio 1989, ratificata dal presidente Cossiga il successivo 1 febbraio, la costituzione di un'aviazione navale imbarcata, con la scelta del velivolo che cadde sull'AV-8B Harrier. Entrarono poi in servizio le corvette della Ia Serie della Classe Minerva ed avviata la costruzione della IIa serie, così come venne avviata la costruzione dei pattugliatori d'altura della Classe Cassiopea, la cui prima unità entrò già in servizio nel 1989, anno in cui venne avviata la costruzione dei cacciatorpediniere lanciamissili Animoso e Ardimentoso destinati a sostituire i due Impavido e vennero completati i lavori di ammodernamento, iniziati nel 1987, di Audace e Ardito.

Furono questi gli anni che videro i primi impegni della Marina Militare in missioni internazionali, con l'invio nell'aprile del 1982 di un gruppo navale di pattugliamento, a Sharm el-Sheikh nel golfo di Aqaba, nell'ambito della Forza Multinazionale e di Osservatori delle Nazioni Unite per il rispetto degli accordi di Camp David. Successivamente la Marina Militare partecipò alla missione in Libano dal settembre 1982 al marzo 1984 in operazioni di pattugliamento davanti alle coste libanesi e di scorta al naviglio mercantile e militare impiegato per il trasporto dall'Italia dei reparti dell'Esercito e del Battaglione San Marco. Nell'agosto 1984 poi, dopo che alcune esplosioni di mine navali nel Mar Rosso nella zona immediatamente a sud del Canale di Suez provocarono l'interruzione della navigazione commerciale, la Marina Militare partecipò alle operazioni di bonifica con l'invio di un gruppo navale formato da tre cacciamine e dalla nave appoggio Cavezzale.

La seconda metà del decennio vide per la marina impegni sempre più gravosi nei nuovi scenari che andavano profilandosi. Se nel 1985, con l'irrompere sulla scena internazionale di Michail Gorbačëv, tra Est e Ovest iniziava un periodo di distensione, il Mediterraneo rimaneva sempre un'area di confronto fra le due superpotenze e la diffusione dell'integralismo islamico fortemente anti-occidentale ed anti-americano era causa di forti tensioni ed instabilità[10]. Con il sequestro dell'Achille Lauro avvenuto il 7 ottobre 1985 ad opera di un gruppo terroristico palestinese, la mobilitazione che ne segui, denominata Operazione Margherita vide un'ampia partecipazione della Marina, e la circostanza evidenziò la necessità di una più efficace componente aerea per il pattugliamento marittimo a largo raggio. Successivamente, in seguito alle tensioni e alla crisi tra Stati Uniti e Libia, il 15 aprile 1986 vi fu un attacco missilistico contro la stazione LORAN gestita dagli Stati Uniti sull'isola di Lampedusa: l'attacco evidenziò la scarsa efficacia delle rete di allarme radar e la mancanza di una qualsiasi forma di difesa contro attacchi missilistici. Scattò quindi un'operazione di dispiegamento nel Canale di Sicilia di naviglio d'altura con funzioni di controllo radar denominata operazione girasole che aveva come scopo quello di estendere quanto più possibile verso sud la sorveglianza antiaerea ed antimissile. Ma un altro impegno attendeva le unità italiane e questa volta in uno scenerio operativo ben più distante dalla madrepatria.

Dopo anni di guerra in cui il conflitto Iran-Iraq era in situazione di stallo, il Golfo Persico era balzato alla ribalta dell'opinione pubblica mondiale quando Iran ed Iraq estesero le ostilità al traffico marittimo commerciale coinvolgendo anche navi appartenenti a nazioni neutrali. Tra queste venne anche coinvolta la motonave italiana Jolly Rubino, attaccata da parte dei Guardiani della rivoluzione iraniani, e la cosa spinse la Marina Militare ad inviare un contingente nell'area, formato da fregate, unità logistiche e cacciamine impegnate in operazioni di scorta al naviglio mercantile e di bonifica da mine navali. Al termine della missione, denominata Golfo 1, la bandiera della Marina Militare venne decorata con la croce di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia, dimostrando al contempo la bontà dell opera di potenziamento[11].

Gli anni '90

Cacciatorpediniere classe De la Penne.
Pattugliatore di squadra classe Soldati.
Pattugliatore di squadra Comandante Foscari
Lo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra del Golfo.

Gli anni novanta iniziarono per la Marina Militare con un ritorno nel Golfo Persico[12]. Dopo che era terminata nel settembre 1988 la guerra Iran-Iraq, il 2 agosto 1990 il ra‘īs iracheno Saddam Hussein invase il vicino stato del Kuwait in nome di un'antica pretesa di Baghdad di recuperare un territorio che era stato in età più antiche dipendente dal Governatorato iracheno di Bassora in età ottomana. L'invasione provocò le immediate sanzioni da parte dell'ONU che lanciò un ultimatum, imponendo il ritiro delle truppe irachene. La richiesta non conseguì risultati e il 17 gennaio 1991 iniziò la Guerra del Golfo e le navi della Marina Militare si trovarono a far parte della coalizione internazionale. Dislocate nelle acque del Golfo Persico, le unità italiane assicurarono, in concorso con le altre Forze Multinazionali, l’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, partecipando al controllo dell’embargo, conducendo azioni di controllo del naviglio sospetto e potenzialmente ostile. Successivamente, durante la fase delle operazioni militari, le unità italiane in concorso con altre forze navali contribuirono alla protezione diretta delle principali unità della forza multinazionale. Al termine delle operazioni militari poi, ripresero l’attività di embargo, partecipando allo stesso tempo alla bonifica delle acque del Golfo dai campi minati. Per questa missione, durata esattamente un anno e terminata nell'agosto del 1991, la bandiera della Marina Militare venne nuovamente decorata con la croce di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia.

Successivamente la Marina Militare prese parte insieme all'Esercito e all'Aeronautica con l'invio del battaglione san Marco alla missione Ibis svolta tra il maggio 1993 e il marzo 1994 nell'ambito della missione delle Nazioni Unite UNOSOM II, che a sua volta era parte dell'operazione Restore Hope il cui compito era quella di fornire, facilitare e proteggere gli aiuti umanitari in Somalia e il monitoraggio del cessate il fuoco ottenuto con la mediazione ONU nel conflitto civile somalo nei primi anni novanta.

Altro fronte in cui le unità della Marina Militare sono state impegnate è quello della lotta all'immigrazione clandestina in Adriatico e nel canale di Sicilia. Nell'ambito della lotta all'immigrazione selvaggia ed in seguito alla crisi scoppiata in Albania, nel 1997 si svolse l'Operazione Alba che vide la partecipazione in varia misura di undici nazioni, con lo sbarco di truppe e mezzi oltre che di aiuti umanitari alla popolazione albanese. Questa fu la prima missione internazionale a guida italiana e la Marina vi partecipò con le proprie unità e con unità della Guardia Costiera per la parte marittima e contribuendo con il battaglione san Marco alle operazioni terrestri. Al termine della missione, svolta dal 3 marzo al 12 agosto del 1997, la bandiera della Marina Militare venne ancora una volta decorata con la croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia.

Il battaglione san Marco è stato presente anche in Cossovo[13] e in Eritrea come deterrente durante la guerra con l'Etiopia, mentre nel 1999 un gruppo di incursori del COMSUBIN trasportato da nave san Giusto è stato inviato durante la crisi di Timor Est.

Per quanto riguarda le unità in servizio l'inizio del decennio vide l'entrata in servizio della II serie della classe Minerva e della II serie della classe Cassiopea e l'uscita di scena dei Doria e dei due Impavido. Nel 1993 entrarono in servizio i due cacciatorpediniere De la Penne; nel 1991 veniva avviata la costruzione di una terza unità anfibia la San Giusto che entrata in servizio nell'aprile del 1994. Nel 1995 viene avviata la costruzione del terzo rifornitore di squadra, battezzato Etna ed entrato in servizio nel 1998, mentre tra il 1994 e il 1996 sono entrate in servizio quattro unità della Classe Soldati.

Per quanto riguarda i sommergibili, la Marina procedette alla realizzazione di una 4a serie della classe Sauro.

Gli anni 2000

Lo stesso argomento in dettaglio: Anni 2000.
Sottomarino classe Todaro.
La portaerei "Conte di Cavour".

In seguito all'intervento americano in Afghanistan, principale base dell'organizzazione terroristica al-Qa'ida, che ha portato all'abbattimento del regime dei talebani, l'Italia è presente in Afghanistan nell'ambito dell'ISAF, la forza internazionale per il mantenimento della pace con base a Kabul, con reparti dell'esercito e per la Marina Militare del battaglione San Marco. Nel corso del 2005 l'Italia si è trovata al comando di quattro missioni multinazionali: in Afghanistan, in Bosnia-Erzegovina, in Kosovo e in Albania.

La Marina ha partecipato ampiamente alla lotta al terrorismo prendendo parte, oltre che con il battaglione San Marco, con le sue unità navali alle operazioni Active Endeavour nel Mediterraneo, Antica Babilonia nel golfo Persico, Enduring Freedom nel golfo Persico e nell'oceano Indiano e partecipando alla lotta alla pirateria ed in difesa dei traffici marittimi e della libertà di navigazione nella zona del corno d'Africa e del golfo di Aden. Tutte le principali unità della Marina Militare hanno preso parte a queste missioni.

Nell'estate 2006 la Marina Militare è stata una delle prime marine militari ad intervenire nella crisi del Libano. Il cacciatorpediniere Durand de la Penne,[14] in esercitazione in Grecia, è stata tra le prime unità neutrali ad entrare nel porto di Beirut per l'evacuazione dei connazionali ed altri europei verso l'isola di Cipro con ben due viaggi.[15] Successivamente è intervenuto il battaglione San Marco, con l'unità da sbarco San Giorgio che ha permesso il trasporto di beni di prima necessità per la popolazione in guerra oltre all'evacuazione di altri connazionali.

A settembre,[16][17] sotto l'egida dell'ONU all'interno della missione UNIFIL 2, le navi Garibaldi, San Giusto, San Marco e San Giorgio, in pratica l'intera flotta tuttoponte, scortate dalla corvetta Fenice hanno sbarcato sulla spiaggia di Tiro la forza d'ingresso, cioè le truppe anfibie della nuova Forza di Proiezione dal Mare (FPM) composte dal Battaglione San Marco e dai Lagunari dell'Esercito, del contingente italiano.

Per quanto riguarda l'ammodernamento della flotta il progetto più importante è quello sviluppato in cooperazione con la Francia con i programmi Orizzonte e FREMM.

Le due navi Orizzonte, denominate Andrea Doria e Caio Duilio, sono state varate a Riva Trigoso rispettivamente il 15 ottobre 2005 e 23 ottobre 2007. La prima unità è stata consegnata il 22 dicembre 2007 e dopo le prove in mare è pienamente operativa da giugno 2008, mentre la seconda unità è stata consegnata il 3 aprile 2009 e sarà pienamente operativa nel 2010.

Per quanto riguarda le FREMM, a partire dal 2010, le dieci fregate italiane verranno costruite in due serie, una di 4 con vocazione ASW ed un'altra di 6 con vocazione multiruolo GP/LA.

Infine la Vittorio Veneto, non più operativa dal 2003, ed andata in disarmo nel 2006, è destinata a diventare nel 2011, in occasione del 150º anniversario dell'unità d'Italia, nave museale[18] così come è successo per i sottomarini Toti e Dandolo.

Il 10 giugno 2009 è entrata in servizio la nuova portaerei Cavour, che si affianca alla portaerei leggera Garibaldi.

Nel 2010 otto nazioni nel mondo mantengono portaerei in servizio attivo: Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Russia, Francia, Spagna, Brasile ed India.

Di queste, solamente quattro nazioni (Stati Uniti, Regno Unito, Italia e Spagna) hanno attualmente due o più portaerei nelle rispettive flotte.

Gradi della Marina Militare

Struttura ed organizzazione

L'ex Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Paolo La Rosa (sulla sinistra).

La Marina Militare dipende, gerarchicamente, come le altre Forze Armate, dal Presidente della Repubblica Italiana, che è, sulla base della Costituzione, Comandante in Capo delle Forze Armate, e, operativamente, dal Ministero della Difesa, attraverso lo Stato Maggiore della Difesa. La marina possiede poi un proprio autonomo Stato Maggiore, dal qual dipendono la Squadra Navale, gli arsenali militari marittimi, l'Accademia Navale e gli altri enti militari marittimi.

Corpi della Marina Militare

La Marina Militare è divisa in sette corpi:

Categorie e specialità

Organigramma

La flotta

Lo stesso argomento in dettaglio: Flotta della Marina Militare.
Il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne (D 560).
Nave Scuola "Amerigo Vespucci"

L'attuale flotta della Marina Militare si compone di circa 75 unità principali:

la restante flotta comprende:

  • 11 navi scuola, 1 nave oceanografica,7 navi cisterna, 2 navi per esperienze e tecnologiche, 3 navi idrografiche e oceanografiche, 5 navi servizio fari, 1 nave salvataggio,6 Navi costiere da trasporto, 32 rimorchiatori.

Aviazione Navale

Lo stesso argomento in dettaglio: Aviazione Navale Italiana.

Gli arsenali

Ingresso dell'Arsenale Militare Marittimo della Spezia.
Lo stesso argomento in dettaglio: Arsenale.

La Marina Militare possiede tre arsenali per il ricovero e la manutenzione della flotta:

È invece dismessa la funzione di arsenale militare per l'Arsenale di Venezia.

Gli enti di formazione ed i musei

Il Museo storico navale all'Arsenale di Venezia.

La Marina Militare si avvale, nella formazione del personale dei seguenti enti:

La Marina possiede inoltre due musei navali:

Tradizioni della Marina Militare

La bandiera d'arma della Marina

Bandiere di guerra delle Forze armate italiane e della Guardia di Finanza in sfilata per la festa della Repubblica. La bandiera della Marina Militare è la seconda da destra.

La Bandiera d’Arma della Marina venne concessa alle Forze da sbarco della Regia Marina, con regio decreto n° 708 del 12 maggio 1939. Al termine della seconda guerra mondiale, la bandiera cambiò denominazione in "Bandiera d’Arma della Marina Militare". Attualmente è in consegna allo Stato Maggiore della Marina ed è custodita presso l'installazione Santa Rosa di Roma, sede del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV)[20].

Le decorazioni alla bandiera

Lo stesso argomento in dettaglio: Decorazioni alla Bandiera della Marina Militare.

La bandiera ha ricevuto diverse decorazioni. Tra di esse spiccano le 2 medaglie d'oro al Valor Militare conferite al Corpo da Sbarco della Regia Marina per l'occupazione della Tripolitania e Cirenaica nel 1911 e alla Regia Marina per il contributo dato durante la seconda guerra mondiale[20].

La decorazione più recente è la Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia conferita nel 1997 per il contrasto alla criminalità e il supporto alla normalizzazione dell'Albania.

L'elenco completo[20] è:

1 Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia
3 Croci di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia
2 Medaglie d'oro al valor militare
1 Medaglia d'argento al valor militare
1 Medaglia d'oro per i benemeriti della salute pubblica

Lo stemma e le bandiere della Marina italiana

Segue un elenco delle bandiere istituzionali e militari della Repubblica Italiana.

Bandiera nazionale delle navi da guerra
Bandiera nazionale delle navi mercantili e civili

Bandiera di bompresso (fronte e retro)
Istituita con decreto 30 novembre 1947
Fiamma
Istituita con decreto 30 novembre 1947
Stendardo presidenziale
Istituito con decreto 14 ottobre 2000
Bandiera distintivo del presidente del Consiglio dei ministri

Bandiera distintivo del ministro della difesa
Bandiera distintivo del sottosegretario della difesa

Bandiera distintivo di ambasciatore
Bandiera distintivo di inviato

Insegna del capo di stato maggiore della difesa[21]
Insegna del capo di stato maggiore dell'Esercito o del capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare[21]
Insegna del capo di stato maggiore della Marina Militare[21]
Insegna del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri[21]

Insegna del comandante in capo delle forze navali in combattimento

Insegna dell'ammiraglio della flotta della Regia Marina e di comandante della Squadra Navale della Marina Militare[21]
Insegna di generale di corpo d'armata o di squadra aerea con incarichi speciali[21]

Insegna di generale di corpo d'armata o di squadra aerea con incarichi superiori[21]
Insegna di ammiraglio di squadra
Insegna di generale di corpo d'armata o di squadra aerea

Bandiera distintiva per l'ordinario militare d'Italia
Bandiera distintiva per il vicario militare generale per l'Italia

Insegna di ammiraglio di divisione;
è issata all'albero di maestra.
Bandiera di generale di divisione

Insegna di contrammiraglio;
è issata all'albero di trinchetto.
Bandiera di generale di brigata;
è issata all'albero di maestra.
Insegna di capitano di vascello comandante di divisione;
è issata all'albero di maestra.
Guidone distintivo di comandante superiore;
venne istituito con il foglio d'ordine dell'11 settembre 1913 ed issato all'albero di trinchetto per indicare, nel caso di più squadriglie riunite, l'unità comandata dall'ufficiale più anziano.[22]
Guidone per comandante superiore ma di grado inferiore a capitano di vascello
Guidone distintivo del comandante di flottiglia di unità minori
Guidone distintivo del comandante di squadriglia di cacciatorpediniere
Guidone distintivo del comandante di squadriglia di torpediniere
Guidone distintivo del comandante di squadriglia di sommergibili
Guidone distintivo del comandante di squadriglia di MAS
Guidone per le navi postali[23]
Guidone del naviglio della Guardia di finanza[24]
Guidone del naviglio dell'Arma dei Carabinieri[24]
L'incrociatore Garibaldi a Napoli nell'estate 1947, con aa bandiera precedente all'adozione della nuova insegna navale
Bandiera della Marina Militare.

Lo stemma della Marina Militare è composto da uno scudo diviso in quattro quarti, ognuno dei quali occupato dal blasone di una delle Repubbliche marinare (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia): nel primo quarto, su sfondo rosso, il leone alato simbolo di san Marco che brandisce una spada, nel secondo quarto la croce rossa su fondo bianco di Genova, nel terzo quarto la croce bianca su fondo blu di Amalfi e, nell'ultimo quarto, la croce bianca su fondo rosso simbolo di Pisa, il tutto sormontato da una corona turrita e rostrata che deriva dall'emblema che il senato romano conferiva ai comandanti vincitori di battaglie navali.

Lo stemma venne istituito, nell'aprile del 1941, con regio decreto: era stato proposto due anni prima dall'allora Sottosegretario di Stato per la Marina e comprendeva anche lo scudo sabaudo e due fasci littori. Nel 1947 il Presidente della Repubblica Enrico De Nicola approvò le modifiche allo stemma, portandolo alla forma attuale.

Lo stemma viene utilizzato nella bandiera della Marina Militare ed inoltre posto sulla prua delle navi della stessa è collocato lo stellone d'Italia.

La Marina mercantile italiana utilizza una bandiera molto simile nel cui stemma, che non è sormontato dalla corona, il leone di San Marco regge il Vangelo e non una spada.

In seguito alla proclamazione della Repubblica la bandiera della Marina Militare, privata dello stemma sabaudo, coincideva con la bandiera nazionale che pertanto venne usata come insegna navale fino al 9 novembre 1947, quando con Decreto legislativo n. 1305 venne adottata la nuova insegna navale.

La corazzata della k.u.k. Kriegsmarine SMS Szent István ("Santo Stefano"), affonda nell'impresa di Premuda del 10 giugno 1918.

Festa della Marina Militare

La "Festa della Marina Militare" è stata formalmente istituita il 13 marzo 1939: il giorno in cui celebrare tale ricorrenza, il 10 giugno, fu scelto in tale occasione in ricordo dell'impresa di Premuda, nella quale il comandante Luigi Rizzo con due MAS affondò la corazzata austriaca Szent István.[25]

Prima di tale data (ed anche fra il 1950 ed il 1963) la festa della Marina era celebrata il 4 dicembre, nel giorno dedicato alla patrona della Marina Militare, Barbara di Nicomedia.

La preghiera del marinaio

Lo stesso argomento in dettaglio: Preghiera del marinaio.

Banda della Marina Militare

Lo stesso argomento in dettaglio: Banda Centrale della Marina Militare.

Notiziario della Marina

Il Notiziario della Marina è un mensile della Marina Militare fondato nel 1954. House organ di Forza Armata ha lo scopo di informare il personale dipendente e le rispettive famiglie sulle attività della Marina Militare.

Note

  1. ^ La nascita della Regia Marina, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  2. ^ L'armistizio e il dopoguerra, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  3. ^ La flotta alla fine del secondo conflitto mondiale, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  4. ^ Il trattato di pace, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  5. ^ L'adesione dell'Italia alla NATO e la Marina Militare, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  6. ^ La Marina Militare negli anni '50, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  7. ^ La Marina Militare negli anni '60, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  8. ^ La situazione nel Mediterraneo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  9. ^ Il Libro Bianco della Marina, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  10. ^ La situazione nel Mediterraneo negli anni '80, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  11. ^ La situazione nel Mediterraneo a metà degli anni '80, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  12. ^ La Marina Militare nella guerra del Golfo, su marina.difesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  13. ^ Vedi DOP. La pronuncia classica, Còssovo /ˈkɔssovo/, è variamente attestata: cfr. «La battaglia di Còssovo in cui l'impero di Serbia perì» (Giosuè Carducci); «Ti chiaman di Còssovo al piano» (Gabriele d'Annunzio). L'accentazione Cossòvo /kosˈsɔvo/, all'albanese, è invece priva di riscontro storico, sebbene attestata nell'uso giornalistico contemporaneo. Del resto, Cossovo è un nome serbo (Kosovo Polje, la "Piana dei Merli").
  14. ^ La Marina Militare in soccorso dei cittadini italiani in Libano, su marina.difesa.it. URL consultato il 14-12-2007.
  15. ^ Beirut: secondo intervento di Nave Durand de la Penne, su marina.difesa.it. URL consultato il 14-12-2007.
  16. ^ Preparativi di sbarco sulle unità in navigazione alla volta del Libano, su marina.difesa.it. URL consultato il 14-12-2007.
  17. ^ Operazione Leonte: terminate le operazioni di sbarco, su marina.difesa.it. URL consultato il 14-12-2007.
  18. ^ L'incrociatore Vittorio Veneto nave museo, su paginedidifesa.it. URL consultato il 16-11-2007.
  19. ^ www.marina.difesa.it
  20. ^ a b c LA BANDIERA D’ARMA DELLA MARINA (PDF), su difesa.it, www.difesa.it. URL consultato il 19-08-2007.
  21. ^ a b c d e f g (EN) Italy - Military Rank Flags, in flagspot.net. URL consultato il 27 febbraio 2011.
  22. ^ Le bandiere della Regia Marina, in regiamarina.net. URL consultato il 27 febbraio 2011.
  23. ^ (EN) Italy - Maritime Flags, in flagspot.net. URL consultato il 27 febbraio 2011.
  24. ^ a b (EN) Italy - Naval Flags, in fotw.net. URL consultato il 27 febbraio 2011.
  25. ^ http://www.marina.difesa.it/storia/Tradizioni/rizzo.asp La Festa della Marina Militare: l'impresa di Luigi Rizzo]

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Bibliografia

  • Contro amici e nemici, Enrico Cernuschi, Iuculano 2000
  • AA.VV.Sicurezza internazionale e sea power negli scenari multipolari,New Press,2005