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Neon Genesis Evangelion

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Neon Genesis Evangelion
新世紀エヴァンゲリオン
(Shin seiki Evangerion)
Logo della serie
Generemecha, postapocalittico, psicologico
Serie TV anime
AutoreGainax
RegiaHideaki Anno
Composizione serieHideaki Anno
Char. designYoshiyuki Sadamoto
Mecha designIkuto Yamashita, Hideaki Anno
MusicheShirō Sagisu
StudioGainax, Tatsunoko
ReteTV Tokyo
1ª TV4 ottobre 1995 – 27 marzo 1996
Episodi26 (completa)
Rapporto4:3
Durata ep.24 min
Rete it.MTV Italia
1ª TV it.12 dicembre 2000 – 26 marzo 2002
Episodi it.26 (completa)
Durata ep. it.24 min
Dialoghi it.Fabrizio Mazzotta (ep. 1-10), Gualtiero Cannarsi (ep. 11-26)
Studio dopp. it.Cooperativa Eddy Cortese
Dir. dopp. it.Fabrizio Mazzotta (ep. 1-6), Paolo Cortese (ep. 7-26)
Manga
AutoreYoshiyuki Sadamoto
Mecha designIkuto Yamashita (design originale), Hideaki Anno (design originale)
EditoreKadokawa Shoten
RivistaShōnen Ace (capitoli 1-77), Young Ace (capitoli 78-96)
Targetshōnen (1994–2009), seinen (2009–2013)
1ª edizione26 dicembre 1994 – 4 giugno 2013
Periodicitàirregolare
Tankōbon14 (completa)
Editore it.Panini Comics - Planet Manga
1ª edizione it.1º novembre 1997 – 20 novembre 2014
Volumi it.28 (completa)

«Senza conoscere altre persone non è possibile né tradirsi né ferirsi l'un l'altro. Però non è neanche possibile dimenticare la solitudine. Gli esseri umani non potranno mai affrancarsi dalla solitudine. Del resto ogni uomo è comunque solo. Ed è soltanto poiché è possibile dimenticarlo che gli uomini riescono a vivere.»

Neon Genesis Evangelion[N 1] (新世紀エヴァンゲリオン?, Shin seiki Evangerion, lett. "Il vangelo del nuovo secolo"[1]) — anche noto come Evangelion[2], Eva[3][4] o con l'acronimo NGE — è una serie televisiva anime di 26 episodi del 1995 creata dallo studio Gainax, sceneggiata e diretta da Hideaki Anno[5][6]. L'opera è stata premiata con numerosi premi e riconoscimenti, ed è considerata uno degli anime più acclamati e influenti di tutti i tempi[7][8]. L'anime è caratterizzato dalla presenza di numerosi riferimenti religiosi cabalistici, ebraici e biblici, e da una profonda introspezione psicologica dei personaggi, portata avanti tramite diversi monologhi interiori dei protagonisti[9][10].

La storia, ambientata nella futuristica città di Neo Tokyo-3 a distanza di quindici anni da una catastrofe planetaria nota come Second Impact, si incentra sulle vicende di Shinji Ikari, un ragazzo che viene reclutato dall'agenzia speciale Nerv per pilotare un mecha gigante noto con il nome Eva e combattere in questo modo, assieme ad altri piloti, contro dei misteriosi esseri chiamati Angeli. La serie fu trasmessa per la prima volta in Giappone su TV Tokyo a partire dal 4 ottobre 1995, e si concluse il 27 marzo dell'anno successivo. L'adattamento italiano venne distribuito dalla Dynamic Italia e, successivamente, fu trasmesso su MTV.

Gli ultimi due episodi della serie originale, rei di aver lasciato numerosi misteri irrisolti, spinsero una folta schiera di appassionati a chiedere una conclusione cinematografica che desse una risposta definitiva ai numerosi interrogativi rimasti insoluti. Pertanto, nel 1997 Hideaki Anno e lo Studio Gainax realizzarono due lungometraggi animati che potessero soddisfare i dubbi e le aspettative degli ammiratori: Death & Rebirth, composto da vari spezzoni tratti dai primi ventiquattro episodi della serie televisiva e da alcune sequenze inedite, e The End of Evangelion, che ne rappresenta un finale alternativo[11]. Altri adattamenti sono rappresentati da un manga scritto e disegnato dal character designer della serie, Yoshiyuki Sadamoto[12], da una vasta serie di videogiochi, diversi spin-off cartacei, dall'original net anime Petit Eva - Evangelion@School[13], e dai film d'animazione che compongono la tetralogia Rebuild of Evangelion, remake della serie animata originale.

Trama

Antefatti

Il 13 settembre 2000 un violento cataclisma colpisce l'Antartide, causando il completo scioglimento della calotta australe e una variazione di inclinazione nell'asse terrestre. I successivi cambiamenti climatici, l'innalzamento del livello del mare e lo scatenarsi di conflitti globali per aggiudicarsi le poche risorse rimanenti, portano alla morte di circa tre miliardi di persone. Secondo la versione ufficiale, l'esplosione, denominata Second Impact, è stata determinata dallo schianto di un meteorite con il polo sud. La vera causa della catastrofe però è da ricercarsi in un fallimentare esperimento eseguito da un gruppo di scienziati su di un colossale essere umanoide chiamato Adam, primo di una serie di misteriosi nemici conosciuti come Angeli. L'esperimento viene condotto da un team di ricerca guidato dal dottor Katsuragi, dietro cui si cela un'organizzazione chiamata Seele e il suo enigmatico Progetto per il perfezionamento dell'uomo. Per realizzare il piano viene istituito un centro di ricerca chiamato Gehirn, il cui scopo principale è quello di sviluppare contromisure adeguate contro gli attacchi di ulteriori Angeli, previsti in alcuni documenti noti come Pergamene del Mar Morto. Vedono così la luce gli enormi umanoidi artificiali Evangelion, i tre supercomputer Magi e la città di Neo Tokyo-3. Portati a termine i propri compiti, l'organizzazione viene rinominata Nerv e, sotto la guida di Gendō Ikari, viene incaricata di contrastare l'imminente attacco degli Angeli.

Intreccio

Lo stesso argomento in dettaglio: Episodi di Neon Genesis Evangelion.

Nel 2015 i mutamenti climatici causati dal Second Impact si sono stabilizzati e l'umanità si è adattata al nuovo ecosistema. La Nerv ha avanzato i propri studi producendo tre Unità Evangelion: le Unità 00, 01 e 02. Il quattordicenne Shinji Ikari, dopo aver trascorso dieci anni separato da suo padre Gendō, si reca a Neo Tokyo-3 per incontrarlo, essendo stato scelto come pilota dell'Eva-01, a bordo del quale deve affrontare gli Angeli in qualità di Third Children. Trasferitosi definitivamente in città, Shinji va a vivere presso la sua nuova tutrice Misato Katsuragi, conosce le sue colleghe Rei Ayanami, pilota dell'Eva-00, e Asuka Sōryū Langley, pilota dell'Eva-02, e stringe amicizia con i suoi nuovi compagni di classe Tōji Suzuhara e Kensuke Aida.

Con il susseguirsi degli eventi e delle battaglie contro gli Angeli, la vera natura dei nemici e degli Evangelion viene progressivamente messa in dubbio. Inoltre, con il deteriorarsi dei rapporti tra Seele e Nerv, si scoprono i reali obiettivi delle due organizzazioni e il loro collegamento con il Progetto per il perfezionamento dell'uomo. Intanto, i Children continuano a combattere gli Angeli, i quali, tra scontri fisici e mentali, acuiscono le loro debolezze psicologiche e li costringono ad affrontare le proprie ansie e le proprie paure. Asuka, non riuscendo a reggere lo sforzo, si chiude in uno stato catatonico dopo aver subito un attacco psichico da parte dell'Angelo Arael. La Seele invia Kaworu Nagisa alla Nerv in qualità di Fifth Children e pilota di rimpiazzo dell'Unità 02. Il giovane stringe immediatamente amicizia con Shinji, ma si rivela essere l'ultimo Angelo Tabris. Dopo aver preso controllo dell'Eva-02, Kaworu tenta di ricongiungersi con il primo Angelo Adam, che crede custodito nel Terminal Dogma del quartier generale della Nerv. Dopo aver scoperto che l'Angelo rinchiuso nel Terminal Dogma è in realtà Lilith, egli chiede all'amico Shinji di ucciderlo, desiderio che il compagno esaudisce solamente dopo una lunga esitazione. In seguito, le anime dell'umanità si fondono in un'unica coscienza collettiva nel Progetto per il perfezionamento dell'uomo. Interrogandosi sul significato della vita e sul suo rapporto con le altre persone, Shinji giunge alla conclusione che l'esistenza non è determinata e che non si può vivere in isolamento dagli altri, distruggendo il guscio protettivo che si era costruito intorno. I personaggi riappaiono nella loro individualità e lo applaudono; Shinji, sorridendo, li ringrazia tutti.

Personaggi

Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di Neon Genesis Evangelion.

«È strano che Evangelion abbia avuto così successo — tutti i personaggi sono così malati!»

Una camicetta bianca a maniche corte con un ficco rosso a cui è abbinata una gonna-salopette blu Francia
Riproduzione dell'uniforme scolastica indossata da Rei e Asuka

I personaggi di Neon Genesis Evangelion sono caratterizzati da profonde ferite psichiche, problematici rapporti interpersonali e drammatiche lotte interiori[15]. I tre protagonisti della serie sono segnati da numerose esperienze traumatiche e difficoltà relazionali[16]: Rei Ayanami, clone genetico di Yui Ikari, affronta sentimenti di alienazione e di angoscia esistenziale a causa della sua condizione; il carattere eccessivamente competitivo e la profonda mancanza di autostima di Asuka Sōryū Langley traggono la propria origine dalla malattia mentale e dal conseguente suicidio della madre, Kyōko Sōryū Zeppelin; Shinji Ikari è stato abbandonato da suo padre dopo la morte della madre Yui[17][18]. Analoghi traumi emotivi sono riscontrabili nei personaggi adulti, come Misato Katsuragi, il cui padre si è sacrificato durante il Second Impact per salvarle la vita, e Gendō Ikari[17], che desidera ricongiungersi con la moglie, morta in un misterioso incidente.

Il regista della serie animata, Hideaki Anno, ha descritto Neon Genesis Evangelion come una «pellicola personale», nella quale ciascun personaggio riflette una parte della propria personalità[19]: «Tutti i personaggi di Evangelion sono me». Secondo l'assistente alla regia, Kazuya Tsurumaki, ognuno di loro rappresenta «un lato del regista», tanto il protagonista maschile, Shinji Ikari, quanto personaggi apparentemente secondari come Misato, Rei, Kaworu Nagisa e Ryōji Kaji: «Tutti i personaggi [di Evangelion] hanno la stessa personalità. A livello superficiale sono stati usati diversi "condimenti", ma in fondo sono estremamente simili»[20].

Produzione

«Evangelion è la mia vita ed ho messo tutto quello che so in quest'opera. Questa è tutta la mia vita. La mia vita stessa.»

La genesi dell'opera

Grigio edificio di tre piani con una loggia frontestrada sormontata da una veranda chiusa
La vecchia sede della Gainax a Koganei, Tokyo

Lo studio Gainax incominciò a pianificare la serie nel luglio del 1993[22], immediatamente dopo aver rimandato a tempo indeterminato la realizzazione di Blue Uru (蒼きウル?, Aoki Uru)[23], lungometraggio animato concepito come sequel del film Le ali di Honneamise. Come regista della pellicola fu scelto Hideaki Anno, uno dei membri fondatori dello studio, afflitto da una profonda depressione sin dalla conclusione della sua precedente opera, Nadia - Il mistero della pietra azzurra[24]. In seguito allo stallo a cui Blue Uru andò incontro, Anno accettò di collaborare con Toshimichi Ōtsuki della King Records per la produzione di una nuova serie animata. Benché Ōtsuki sostenesse di nutrire totale fiducia nei suoi confronti e gli avesse dato carta bianca per «qualunque cosa»[25], gli impose di non abbandonare la collaborazione con la King Records per almeno cinque anni e di non far morire personaggi minorenni nel corso dell'opera[26]. Il regista, dopo aver accettato le due condizioni di Ōtsuki, sviluppò la nuova serie riprendendo una delle tematiche più importanti di Blue Uru, il concetto di «non dover fuggire» dalle cose spiacevoli. Secondo Yasuhiro Takeda, uno dei membri fondatori dello studio Gainax, grazie ad Aoki Uru Anno riuscì ad acquisire «la determinazione giusta per non fuggire dai problemi, e quanto visto in Evangelion potrebbe essere un semplice riflesso di quei sentimenti»[27]. Egli ideò l'intera trama della serie come una metafora della propria vita e dei suoi quattro anni di depressione[14][28]. Lui stesso, durante la produzione, dichiarò che:

(JA)

«「新世紀エヴァンゲリオン」には、4年間壊れたまま何もできなかった自分の、全てが込められています。4年間逃げ出したまま、ただ死んでいないだけだった自分が、ただひとつ「逃げちゃダメだ」の思いから再び始めた作品です。自分の気持ちというものをフィルムに定着させてみたい、と感じ、考えた作品です。»

(IT)

«In Neon Genesis Evangelion ho cercato di inserire tutto me stesso. Io, un uomo distrutto, che non ha potuto far nulla per quattro anni. Un uomo che è fuggito per quattro anni. Un uomo che, semplicemente, non era ancora morto. Poi, mi venne in mente un pensiero, "non devo fuggire!", e misi in moto questa produzione. Il mio intento era quello di imprimere i miei sentimenti sulla pellicola.»

Fin dagli albori della produzione il regista si prefissò l'intento di aumentare il numero degli otaku[30] e di creare una serie innovativa che fosse capace di cambiare l'animazione giapponese[21]. Per il character designer Yoshiyuki Sadamoto, Neon Genesis Evangelion avrebbe dovuto essere «l'antitesi» di tutte le serie animate mecha del tempo[31]. Analoghi commenti furono fatti da Hideaki Anno, secondo il quale: «Penso che, con il passare del tempo, gli anime mecha si siano adattati a un modello già confezionato, e io credo di aver voluto rompere questo schema»[32]. In un'altra intervista, il regista sostenne di aver creato Evangelion con l'intenzione di «essere felice e di rendere felici gli appassionati di animazione, nel tentativo di riunire il pubblico più ampio possibile»[33]. Egli impostò la sua opera sul tema di «una battaglia tra gli dèi e gli esseri umani», proponendo di intitolarla Alcion (アルシオン?, Arushion). La sua idea però non trovò spazio nel progetto definitivo per assenza di una consonante sonora e perché giudicata «poco accattivante». Al suggerimento iniziale si preferì il termine greco Evangelion, foneticamente simile a Densetsu kyojin Ideon, suggerito in fase di pre-produzione da Sadamoto[34].

La realizzazione

La serie fu realizzata dalla Gainax. Nella produzione furono coinvolte TV Tokyo, la Nihon Ad Systems[35], la Production I.G e lo Studio Ghibli[36]. Hideaki Anno lavorò come regista e sceneggiatore[6], e diede direttive sia per quanto riguarda il character design[37], sia per il mecha design[38]. Al suo fianco lavorarono Yoshiyuki Sadamoto come character designer, Hiroshi Kato come direttore artistico, Kazuya Tsurumaki come assistente alla regia[6], Ikuto Yamashita come mecha designer[39] e Noriko Kobayashi e Yutaka Sugiyama in qualità di produttori[36].

Due anni prima della messa in onda della serie, la Gainax pubblicò un documento di presentazione intitolato Kikakusho (企画書? lett. "Proposta")[40]. Esistono sostanziali differenze fra la sceneggiatura originale e la versione definitiva poi andata in onda. Le divergenze più importanti sono da rintracciare nel numero degli Angeli, ventotto anziché diciassette, e nel primo episodio, che avrebbe presentato la battaglia tra un Angelo di nome Raziel e l'Unità 00 pilotata da Rei. Nella sceneggiatura originale, Shinji sarebbe salito sull'Unità 01 solamente dopo la sua sconfitta[41]. La maggior parte delle puntate successive segue molto da vicino il concept originale, distaccandosene solamente a partire dal tredicesimo episodio. Nella sua prima versione, il finale sarebbe consistito nell'attacco di dodici Angeli dalla luna e dalla conseguente decisione delle Nazioni Unite di abbandonare il Progetto per il perfezionamento dell'uomo. La distruzione del quartier generale della Nerv avrebbe rappresentato l'epilogo dell'intera vicenda[41].

La realizzazione dei primi due episodi della serie incominciò nel settembre del 1994. Entrambi furono proiettati in formato 16 millimetri davanti a un pubblico di duecento persone durante il secondo festival della Gainax, tenutosi il 22 e il 23 luglio 1995[42], e, benché il lavoro fosse ancora in uno stadio precoce, furono accolti positivamente[43]. Anche Hideaki Anno si dichiarò molto soddisfatto del risultato: «Le prime due puntate rispecchiano fedelmente i miei sentimenti. Quando l'ho notato mi son detto "Ah, ben fatto"»[32]. La realizzazione di Evangelion gli diede la sensazione di un «concerto dal vivo», sia per la trama e lo sviluppo dei personaggi, privi di un preciso piano precostruito, sia per la serrata tabella di marcia: «Durante la produzione, ascoltando opinioni diverse o analizzando il mio stato d'animo, ho messo continuamente in discussione me stesso». Anche durante l'ideazione del secondo episodio, in cui venne menzionato per la prima volta il Progetto per il perfezionamento dell'uomo, uno dei concetti cardini dell'intera vicenda, non aveva deciso niente di definitivo a riguardo[44]. Ulteriori cambiamenti alla trama vennero introdotti in seguito all'attentato alla metropolitana di Tokyo del 20 marzo 1995, operato dal nuovo movimento religioso Aum Shinrikyō. Temendo una censura e non volendo privare la storia del suo potenziale interpretativo a causa dell'evidente somiglianza con la realtà storica, Anno modificò lo scenario originale della serie, ritenendolo «inadatto» per l'imminente messa in onda e troppo vicino agli eventi del mondo reale. Pur ammettendo la presenza di parallelismi fra Evangelion e Aum Shinrikyō, il regista criticò i metodi autoreferenziali del gruppo e la chiusura comunicativa dei suoi membri, ritenendola affine a quella degli otaku[30]. Distaccandosi ancora di più dal progetto originario, nel sedicesimo episodio fu inserito un lungo flusso di coscienza di Shinji Ikari e il concept della serie si spostò in direzione introspettiva[45]. Secondo Hiroki Azuma, critico culturale che intervistò personalmente il regista, l'improvviso cambio di rotta fu frutto di una decisione presa durante la prima messa in onda e sulla base delle reazioni avute dagli appassionati di animazione. Notando la loro chiusura al mondo, lo sceneggiatore decise di cambiare completamente l'atmosfera degli episodi successivi: «Gli appassionati accolsero Evangelion con grande entusiasmo. Hideaki Anno ha sostenuto di aver voluto cambiare l'intera struttura concettuale della serie dopo aver visto quest'accoglienza calorosa ma "autistica[46]. Il brusco cambiamento di atmosfera coincise con il suo accresciuto interesse per la psicologia e le malattie mentali[21]:

(JA)

«以前は精神分析の本て、全然読まなかったんです。大学の一般教養ので少し触れた程度ですね。その中では一番面白かったです。[...] 僕、人間にあまり興味がなかったんでしょうね。それが、自分の話をはじめたときに、途中で伝える言葉が欲しくなったんですよ。それで、いちばん使いやすいと考えたのが、世間一般で使われている心理学用語ということばだった。そして、本をあさりはじめたんです。それまで、心理学に興味をもつなんて思わなかったッス。16話が最初なんですよ。ストレートに自己の内面世界に突入してしまったのは。[...] で、どうもイメージわかないときに、友人が『別冊宝島』の精神病の本というのを貸してくれて。その中のポエム群ですね、ショックを受けたのは。脳天直撃でした。そこでスイッチが入れ替わったんでしょうね。»

(IT)

«In passato non avevo alcun interesse nello studio della psicoanalisi. Avevo frequentato un corso [di psicologia] all'università, ma credo di aver avuto da sempre qualcosa dentro di me con cui poter analizzare la psiche umana. [...] Pensavo di non essere molto interessato agli esseri umani, ma quando incominciavo a parlare di me avvertivo il bisogno di trovare parole giuste con cui potermi spiegare. Così, iniziai a leggere libri sulla psicologia. Dal sedicesimo episodio la trama di Evangelion prese una direzione con la quale si cercò di esplorare la mente umana e di capire com'è fatta. Ho scritto su di me. Un mio amico mi prestò un libro sulle malattie mentali [chiamato Bessatsu Takarajima], e questo mi diede una scossa, come se avessi finalmente trovato le parole giuste.»

Secondo il regista, durante la realizzazione degli ultimi episodi di Neon Genesis Evangelion insorsero numerosi problemi di tempo a causa della «disastrosa» tabella di marcia[48]. La Tatsunoko e TV Tokyo non riuscirono a gestire adeguatamente il planning della serie, causando l'insoddisfazione e l'insofferenza di Hideaki Anno[49]. Le circostanze costrinsero la Gainax al riutilizzo di fotogrammi già utilizzati e a una generale diminuzione della qualità delle animazioni. Anche fra lo staff si avvertì una crescente frenesia. L'assistente alla regia, Kazuya Tsurumaki, provò un vero e proprio «sentimento di tensione»:

(JA)

«僕は嫌いじゃないですよ。スケジュールは確して作画枚数は落ちていくし、クオリティとして残念なところはあるけど [...] 制作体制がガタガタになってきた頃に「満足なモノが出来ないのなら、これ以上作る意味がない」って意見もあったけど、そうは思えなかった。「ダメになっていく過程も含めて見せていけばいいじゃないか」と満足なモノが作れない事も含めて作品だろうと。»

(IT)

«Non mi importava. La tabella di marcia era un disastro e il numero delle cel [d'animazione] precipitò, così ci furono delle parti dove la qualità [grafica] diminuì. [...] Quando l'intero sistema di produzione stava per sprofondare, correvano diverse opinioni [nello staff], del tipo: "Se non possiamo fare un lavoro soddisfacente, che senso ha continuare?" Tuttavia io non la vedevo allo stesso modo. La mia opinione era: "Perché non mostriamo loro l'intero processo, incluso il nostro tracollo?"»

Gli ultimi due episodi e i film di Evangelion

File:Production I.g.JPG
Logo della Production I.G, responsabile degli effetti speciali di alcuni episodi della serie e dei due film conclusivi

A causa dei limiti di tempo, il penultimo episodio non seguì la sceneggiatura originale[50][51]. Per far fronte ai serrati tempi di produzione, così ridotti da costringere a realizzare l'episodio finale in quattro giorni circa, Anno riscrisse da capo la puntata, sperimentando nuove soluzioni registiche. La situazione lo costrinse ad accantonare e riscrivere anche la sceneggiatura dell'ultimo episodio, che si trovava ancora nelle primissime fasi di sviluppo. In un primo momento pensò di realizzare una puntata di semplici dialoghi e senza animazioni, ma l'idea fu rifiutata[44]. In un'intervista risalente al 2013 però sostenne di aver realizzato l'episodio conclusivo seguendo effettivamente l'idea originale[52]. Dopo aver realizzato le ultime due puntate rimase estremamente soddisfatto del risultato, trovandole in linea con il suo stato d'animo[44]. Simili dichiarazioni furono fatte dal suo collega Toshimichi Ōtsuki, produttore di Evangelion e suo grande amico: «Credo che Anno volesse fare sul serio quel finale»[53]. Anche Yoshiyuki Sadamoto, character designer della serie, trovò le due puntate «soddisfacenti»; secondo Sadamoto, l'unico problema degli episodi risiederebbe nella mancanza di una connessione «immediatamente comprensibile» tra la ventiquattresima e la venticinquesima puntata: «Se fosse stata usata la sceneggiatura originale del penultimo episodio ci sarebbe stato un chiaro collegamento con i due episodi conclusivi»[51].

Entrambe le puntate si focalizzano sulla psicologia dei personaggi principali senza offrire una conclusione chiara all'intreccio narrativo della serie[54][55]. Gli episodi delusero e confusero numerosi appassionati[56][57]. Anche la carta stampata si interessò del caso; secondo il Mainichi Shinbun: «Quando il venticinquesimo episodio andò in onda, quasi tutti gli spettatori si sentirono traditi [...] Quando lo scrittore Eiji Ōtsuka inviò una lettera allo Yomiuri Shinbun lamentandosi del finale della serie, il dibattito diventò di portata nazionale»[53]. Nonostante le pesanti critiche, Anno si dichiarò estremamente soddisfatto degli episodi finali:

«Non c'è niente che non vada [negli ultimi due episodi]. Se c'è qualcosa che non va qui siete proprio voi. Too bad

Secondo Toshio Okada, ex membro dello studio Gainax e amico di vecchia data di Hideaki Anno, ai problemi di tempo si aggiunse anche la grande indecisione dello sceneggiatore, che rimandò all'ultimo la decisione finale[59]. Yoshiyuki Sadamoto, interrogato sulla «complessità filosofica» degli ultimi due episodi, sostenne di averla interpretata come il risultato della difficile situazione in cui si trovò il regista, sempre più stanco e sull'orlo della depressione[60]. Alcuni ipotizzarono una censura dovuta ad alcune lamentele alzate dall'Associazione Genitori e Insegnanti (PTA)[61][62], ma il regista non menzionò mai alcun tipo di censura, ribadendo fermamente l'intenzionalità artistica del risultato[63].

In risposta agli appassionati, che chiesero a gran voce una conclusione più chiara all'intreccio narrativo della serie e una spiegazione ai numerosi interrogativi rimasti irrisolti, Anno e lo studio Gainax decisero di produrre un remake delle due puntate conclusive[64][65]. Sembra che il regista pensasse di concludere la serie con un solo film; il materiale prodotto però raggiunse una mole tale da spingere alla realizzazione di due lungometraggi[66][67], il secondo dei quali avrebbe offerto, secondo Hideaki Anno, «lo stesso finale [della serie], ma visto da un'altra prospettiva»[68][69]. Il 15 marzo del 1997 uscì nelle sale giapponesi Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth, lungometraggio animato diviso in due segmenti: Shi (? "morte"), montaggio di vari spezzoni animati tratti dai primi ventiquattro episodi della serie, incluse alcune sequenze inedite; e Shinsei (新生? "rinascita"), breve anticipazione del film Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion, uscito il 19 luglio di quell'anno[70] e suddiviso in due segmenti, chiamati «episodio 25» e «episodio 26», chiaramente alternativi a quelli della serie animata[71].

Riferimenti culturali

Primo piano di uomo orientale di mezza età, con baffi, barba e occhiali cerchiati di metallo
Hideaki Anno, regista e sceneggiatore Evangelion

Neon Genesis Evangelion contiene numerosi riferimenti culturali a diverse discipline, come la religione, la biologia, la filosofia e la psicologia[72]. Ulteriori citazioni sono rintracciabili nei romanzi di Ryū Murakami[73][74], Andromeda e Divina invasione di Philip K. Dick, Le guide del tramonto di Arthur C. Clarke[75], nel film The Hitcher, nelle serie televisive Il prigioniero[76], Thunderbirds, UFO[77], Ultraman[73], Ultraseven, e nei libri di fantascienza di Cordwainer Smith[78].

Pare che Evangelion sia influenzato da numerose serie d'animazione precedenti, come Devilman[79], Mazinga Z di Gō Nagai[73][80], Mobile Suit Gundam[81][82] e Densetsu kyojin Ideon[83], e che ricalchi la maggior parte dei contenuti e delle tematiche presentate nella precedente opera dello studio Gainax, Nadia - Il mistero della pietra azzurra[24], di cui avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni iniziali degli autori, una sorta di sequel[84]. Ulteriori riferimenti culturali sono rintracciabili nei nomi dei protagonisti della serie animata[85]. Quasi tutti i nomi dei personaggi sono opera del principale sceneggiatore della serie, Hideaki Anno, e ne riflettono i gusti letterari[86]; egli stesso dichiarò di averli «presi in prestito» dalle più svariate fonti di ispirazione[87].

Religione

Disegno dei dieci simboli cabalistici, collegati a formare un albero.
L'Albero della Vita con le dieci Sephirot, un diagramma esoterico che appare nella sigla di apertura della serie e sul soffitto dell'ufficio di Gendō[88][89].

In Neon Genesis Evangelion sono disseminati numerosi riferimenti religiosi, con particolare riguardo alla religione cristiana, all'ebraismo ortodosso[72] e alla cabala ebraica[35]. Benché gli elementi religiosi ed esoterici sembrino essere stati estrapolati e inseriti all'interno della serie allo scopo di creare una nuova "mitologia", gran parte dei riferimenti e delle allusioni mantiene un forte legame con le fonti e le tradizioni religiose di appartenenza[88]. Secondo l'assistente alla regia, Kazuya Tsurumaki, lo studio Gainax decise di inserire temi e motivi iconografici religiosi per conferire alla serie un'aria «esotica e misteriosa» e differenziarla dagli altri anime mecha[90]. In un'intervista, Tsurumaki negò l'esistenza di un «significato cristiano» all'interno dell'opera[91][92], dicendo che: «Noi [dello staff] pensammo che questo mix di scienza e religione avrebbe reso la serie più interessante»[90]. In alcune interviste, Hideaki Anno sostenne di aver studiato il cristianesimo usando dei libri simili a dizionari[N 2] e di aver inserito elementi cristiani senza alcuna intenzione di esprimere un giudizio sulla sua dottrina, ma per puri motivi artistici e di «atmosfera»: «[In Evangelion] ci sono varie "parole chiave" ma, in tutta onestà, sono semplici simboli che, presi singolarmente, non hanno un vero significato. Ma se queste "parole chiave" vengono mescolate fra di loro emergerà un significato di fondo»[94]. Sembra che egli lo ritenesse «materiale comodo per strutturale la storia» ed esplorarne alcune tematiche filosofiche[94]: «In Evangelion c'è una storia sulla redenzione umana, ma non è vera redenzione. È un'opera in cui, riflettendo sul destino del genere umano, iniziai a prendere in prestito diversi elementi cristiani. Mentre riflettevo sull'evoluzione umana o sul significato dell'esistenza, iniziai a creare un'opera sul destino dell'umanità»[95].

Molteplici sono i rimandi visivi o concettuali alla mitologia giudaico-cristiana[96][97], come numerose allusioni visive alla croce e alla crocifissione, così come richiami alla lancia di Longino, ai re magi[98], e ai rotoli del Mar morto[99]. Altri riferimenti religiosi sono legati alle figure del primo uomo biblico Adamo, la prima donna Eva[100], Lilith[88][101], il Guf, l'uomo primordiale Adam Qadmon, i dodici Apostoli, la divinità babilonese Marduk e gli angeli dell'Antico Testamento[102]. Anche gli umanoidi Evangelion e il Progetto per il perfezionamento dell'uomo sembrano avere affinità con concetti mitologici ed esoterici; gli Evangelion hanno diversi punti in comune con la figura del Golem[89], mentre il Progetto per il perfezionamento è concettualmente affine al Tiqqun 'Olam (in ebraico תיקון עולם?, lett. "perfezionamento del mondo") ebraico[103]. Ulteriori riferimenti religiosi sono rintracciabili nella sigla di apertura, nella quale compare un testo estremamente simile al Sefer Raziel HaMalakh[89], e nei nomi degli Angeli della serie, ciascuno dei quali ricalca caratteristiche, funzioni e prerogative del proprio omonimo delle antiche fonti sacre[104][105].

Psicologia e filosofia

(JA)

«ロボット-ということで置き換えることはしたけれど、オリジナルな母はロボットで、同年代の母親として綾波レイが横にいる。実際の父親も横にいる。全体の流れを司るアダムがもう一人の父としてそこにいるんです。そういう多重構造の中でのエディプス・コンプレックスなんですよ。やりたいのはそこだった。»

(IT)

«[Evangelion] è una storia in cui Shinji uccide suo padre [Gendō] e allontana sua madre da lui. [...] C'è stata una specie di sostituzione da parte di un robot [chiamato Eva], così la vera madre [di Shinji] è diventata un robot, ma al suo fianco c'è anche una figura materna che ha la sua stessa età, Rei Ayanami. [Rei è] anche dalla parte del vero padre [Gendō]. C'è anche un altro padre, Adam, che gestisce il corso generale di questi eventi. Volevo che tutti questi collegamenti creassero un complesso di Edipo a più livelli.»

In Neon Genesis Evangelion vengono menzionati diversi concetti freudiani, come l'Eros e il Thanatos[107][108], il complesso di Edipo, il complesso di Elettra[N 3], la fase orale[110], la libido e la destrudo[111]. Numerose sequenze del film The End of Evangelion citano i concetti di Eros e Thanatos in riferimento al personaggio di Shinji, caratterizzato da un continuo conflitto tra pulsione di vita e pulsione di morte[112]. Altre allusioni al concetto di destrudo sono presenti in due colonne sonore originali della pellicola, Thanatos — If I can't be yours e Komm, süsser Tod[113]. Nel sedicesimo episodio della serie originale, Shinji dialoga con un altro se stesso, che in termini psicologici e psicoanalitici è considerabile il suo doppio o alter ego; i due Shinji, uno reale, l'altro immaginario, sembrano rappresentare i concetti di Io e Super-io, introdotti da Sigmund Freud nel libro L'Io e l'Es[114]. Altre citazioni sono presenti nella terza puntata, in cui viene menzionato il dilemma del porcospino del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer[115][116], e nella trama dell'ultimo episodio, che rielabora alcune teorie psicoanalitiche di Freud[117][N 4]. Pare che diversi personaggi della serie siano affetti da comuni disturbi di personalità: Shinji è considerabile una personalità orale[110][119], Rei è colpita da schizofrenia[120] e Asuka sembra soffrire di un disturbo narcisistico della personalità[121].

Ulteriori riferimenti a concetti filosofici o psicoanalitici sono rintracciabili nei titoli di diversi episodi della serie animata. Ad esempio, la sedicesima puntata, intitolata "Malattia mortale, e poi...", omaggia il celebre saggio La malattia mortale del filosofo danese Søren Kierkegaard [122]. Il titolo inglese del penultimo episodio, "Do you love me?", fa riferimento all'omonimo libro dello psichiatra scozzese Ronald Laing, redatto come una conversazione tra individui non identificati[123][124].

Tematiche trattate e analisi

«Questa serie è davvero interessante, vero? Non me n'ero mai accorto prima.»

Una delle tematiche cardine di Neon Genesis Evangelion è la comunicazione interpersonale[64][126]. Secondo l'assistente alla regia, Kazuya Tsurumaki, fin dagli albori della produzione l'anime avrebbe dovuto essere una «storia sulla comunicazione» con un messaggio esortativo nei confronti degli otaku, giudicati da Hideaki Anno «eccessivamente introversi» e chiusi in se stessi: «In altre parole, per i non appassionati [di animazione] è inutile guardarlo. Se lo guarda un individuo che è già in grado di vivere e di comunicare normalmente, quella persona non imparerà niente»[45]. Lo stesso Anno si è difeso da alcune accuse dicendo che: «Non sto criticando [gli otaku], sto soltanto esprimendo la mia opinione. Alcune persone credono che mi stia impicciando in cose che non mi riguardano»[52]. Secondo alcuni critici, la trama e i personaggi di Evangelion riflettono i quattro anni di depressione del regista[127][128], che sottolineò in numerose occasioni l'intento autobiografico dell'opera: «Evangelion è la mia vita impressa su pellicola. Sono ancora vivo, quindi la storia non è ancora conclusa»[129].

A partire dalla seconda metà della serie, in cui la tematica cardine di Neon Genesis Evangelion diventa l'interiorità umana[130], le riflessioni sulla comunicazione interpersonale vengono portate avanti tramite diversi flussi di coscienza dei personaggi principali[64]. Ad esempio, nel quattordicesimo episodio è presente un lungo monologo poetico di Rei Ayanami[104], contrassegnato da una sequenza di parole e immagini apparentemente scollegate fra di loro[131]. Delle sequenze simili sono presenti, nel caso di Shinji, nel sedicesimo[122][132] e nel ventesimo episodio[110][133]. Questa tecnica narrativa raggiunge il suo culmine nelle ultime due puntate della serie, nelle quali la trama procede attraverso i dialoghi e i monologhi interiori dei personaggi[124][130]. Pare che l'episodio conclusivo si svolga interamente nell'animo del protagonista, che si interroga sul valore della propria esistenza e sul suo rapporto con le altre persone[123].

Ulteriore influenza su Evangelion e sulla sua ambientazione post-apocalittica è individuabile nel clima socio-culturale della guerra fredda. Secondo Anno[134]: «La paura della guerra fredda era, in sostanza, il timore di una guerra atomica. C'era la costante sensazione che, se fosse scoppiato un conflitto nucleare, il mondo sarebbe stato annientato. [...] Arrivai a pensare che il mondo sarebbe finito nel ventesimo secolo»[135]. Sui molteplici riferimenti religiosi presenti nella serie animata, il regista aggiunse: «Il Giappone è un paese in cui avvengono spesso delle catastrofi naturali. C'è la forte sensazione che esista una divinità da qualche parte, lì fuori»[136]. Simili commenti furono espressi poco prima della messa in onda della serie, occasione in cui si dichiarò intenzionato a esplorare diverse tematiche proprie della fantascienza e della filosofia contemporanea, come: «Qual è la vera natura dell'evoluzione? Qual è la relazione tra uomo e Dio? Questo Dio, nei fatti, esiste? Che cosa significherebbe per l'umanità poter definitivamente rispondere a questa domanda?»[137].

Stile

«Evangelion è una sorta di puzzle. Qualsiasi persona può vederlo e darne una propria interpretazione. In altre parole, stiamo offrendo agli spettatori [la possibilità] di pensare da soli, in modo che ogni persona possa immaginare il proprio mondo.»

L'anime è caratterizzato dal frequente uso di soluzioni sperimentali; ad esempio, nel sedicesimo episodio, i dialoghi e i pensieri di Shinji vengono rappresentati attraverso delle linee bianche che si muovono su sfondo nero[122][132]. Nella ventesima puntata, durante un monologo interiore del ragazzo, vengono mostrate macchie di colore, fotografie delle persone che conosce, immagini astratte e diversi bozzetti disegnati a mano[139]. Secondo lo scrittore Dani Cavallaro, «Neon Genesis Evangelion rappresenta un passo avanti senza precedenti, in cui è coinvolta una coalescenza fra cel animation e computer grafica, una fusione fra immagini disegnate a mano ed effetti speciali digitali»[140]. Nell'ultimo episodio però non fu adoperata la cel animation, ma i soli schizzi dello storyboard. Questa scelta non fu il frutto della mancanza di tempo che interessò la produzione delle ultime due puntate, ma di una precisa scelta stilistica dell'autore: «Volevo dimostrare che [...] usare i bozzetti preparatori avrebbe potuto funzionare»[44]. Nell'episodio è presente un costante utilizzo di soluzioni visive discordanti, come collage di fotogrammi provenienti dai precedenti episodi della serie, immagini monocromatiche fisse, numerose fotografie in bianco e nero e flashback[10].

Contrariamente ad altri registi d'animazione come Mamoru Oshii o Katsuhiro Ōtomo, che tentano di concentrare in ogni singola inquadratura il maggior numero possibile di dettagli pittorici, la regia di Anno tende a raggiungere l'essenzialismo visivo e il minimalismo. Anziché moltiplicare il numero di informazioni visive presenti in un singolo fotogramma e avvicinarsi così alla cinematografia, il regista accelera il ritmo e la velocità del montaggio, tentato di raggiungere il massimo dell'astrazione e della «sovra-accumulazione visiva»[30]. Altra tecnica registica tipica della sua produzione è il cut-up, caratteristica che avvicina la sua regia al cinema di Jean-Luc Godard[141]. Nel corso degli episodi vengono mostrate inquadrature fisse per un lasso di tempo variabile dai trenta ai novanta secondi, oppure movimenti meccanici unidirezionali in immagini fondamentalmente statiche, come quello delle scale mobili[30].

Secondo Hiroki Azuma, da un punto di vista prettamente stilistico e narrativo, Neon Genesis Evangelion può essere diviso in due parti. Nella prima parte, in cui sembra procedere come una tradizionale serie d'animazione fantascientifica, ciascuno dei personaggi principali è presentato sotto una luce essenzialmente positiva e i vari enigmi presentati dalla vicenda sembrano giungere a una risoluzione[46]. A partire dal sedicesimo episodio, la serie incomincia a perdere gli elementi di positività e leggerezza che caratterizzano le prime puntate, e ad allontanarsi a livello estetico e narrativo dall'animazione giapponese tradizionale[30]. La narrazione, oltre a essere molto più densa di contenuti, acquista maggiore rapidità[46], e invece di sciogliere tutti i nodi della trama, ne moltiplica i misteri[142]. Secondo il regista, a causa della sua «eccessiva quantità di informazioni», l'opera rispecchia ogni persona che la guarda: «Per ogni spettatore, l'appeal [dello show] è diverso»[143].

Media

Anime

Lo stesso argomento in dettaglio: Episodi di Neon Genesis Evangelion.
Logo di TV Tokyo
Nella mappa sono evidenziate le prefetture raggiunte dal segnale del TV Tokyo Network

La prima messa in onda della serie, svoltasi a partire da mercoledì 4 ottobre 1995 alle 18:30 su Tokyo Channel 12[142], ebbe una copertura nazionale molto limitata. TV Tokyo e le sue consociate nel TX Network (TV Osaka, TVQ Kyushu Broadcasting, TV Hokkaido, TV Setouchi), che trasmisero in contemporanea la serie[N 5], coprivano solamente tredici prefetture. La puntata conclusiva, andata in onda il 27 marzo 1996, raggiunse un indice di ascolto pari al 10,3%[144], equivalente a circa dieci milioni di spettatori[145]. Nel 1997 la serie fu ritrasmessa in tarda serata, toccando il 5-6% di share, in una fascia oraria in cui anche un 2% era ritenuto un buon indice di ascolto[146][147]. A queste trasmissioni fecero seguito diverse repliche. Nel 2003 lo studio Gainax pubblicò una nuova edizione della serie animata chiamata Renewal Edition, contenente la versione director's cut della serie e il rimontaggio dei film conclusivi con video rimasterizzato e audio nativo 5.1[148].

Edizione italiana

L'edizione italiana di Neon Genesis Evangelion fu curata dalla Dynamic Italia. Il doppiaggio fu eseguito presso la Cooperativa Eddy Cortese sotto la direzione di Fabrizio Mazzotta (per i primi sei episodi) e Paolo Cortese (per i restanti venti)[149] e vide l'introduzione — con il dialoghista Gualtiero Cannarsi — della figura del cosiddetto "direttore artistico di produzione", un incaricato dalla casa editrice di sovrintendere a ogni singolo aspetto della localizzazione[150].

La serie fu distribuita in tredici VHS comprensivi degli episodi in versione director's cut e usciti fra il 1997[151] e il 2001[152]. A quella in VHS seguirono due edizioni in DVD a opera della Dynamic Italia e della Dynit. La prima, a cura della Dynamic, uscì nel 2002, priva degli episodi in versione director's cut. La seconda, pubblicata dalla Dynit e basata sulla Renewal Edition giapponese, uscì nel 2008 sotto la dicitura Platinum Edition[153][154]. L'anime venne trasmesso in televisione dal canale MTV: la serie completa, i cui primi due episodi comparvero nella maratona Robothon del 12 dicembre 2000, fu trasmessa a partire dal 2 ottobre 2001[155] e replicata più volte[156][157]. Neon Genesis Evangelion fu la prima serie animata giapponese a essere trasmessa in streaming legale su internet, gratuitamente e con doppiaggio italiano; a partire dal 26 aprile 2010 ogni lunedì fu pubblicato sul canale di YouTube della Dynit un nuovo episodio della versione Platinum, disponibile sulla piattaforma per due settimane[158]. In seguito, gli episodi furono pubblicati senza limiti di tempo sulla web TV italiana Popcorn TV[159].

Colonna sonora

Lo stesso argomento in dettaglio: Colonne sonore di Neon Genesis Evangelion.

La colonna sonora originale, raccolta in tre album usciti fra il 1995 e il 1996, fu composta da Shirō Sagisu[108]. Oltre alle composizioni originali sono presenti alcuni celebri pezzi di musica classica, come la Suite per violoncello solo n.1 in Sol Maggiore e Herz und Mund und Tat und Leben di Johann Sebastian Bach[160], il Messiah di Georg Friedrich Händel[98], il Requiem di Giuseppe Verdi[160], e l'Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven[161]. La sigla di apertura è Zankoku na tenshi no these (残酷な天使のテーゼ?), interpretata dalla cantante giapponese Yōko Takahashi[162]. Il brano di chiusura è rappresentato dal successo pop del 1954 Fly Me to the Moon[98], scritto da Bart Howard e interpretato dalla cantante britannica Claire Littley e dalle doppiatrici femminili dell'anime, Megumi Hayashibara, Kotono Mitsuishi e Yūko Miyamura, in versioni differenti da episodio a episodio[163].

Manga

Lo stesso argomento in dettaglio: Capitoli di Neon Genesis Evangelion.
Copertina del decimo volume della prima edizione italiana del manga. Da sinistra a destra: Rei, Shinji, e Asuka.

Il manga di Neon Genesis Evangelion, scritto e disegnato da Yoshiyuki Sadamoto, già character designer della serie animata, ha debuttato nel 1994 sulla rivista giapponese Shōnen Ace[164], edita da Kadokawa Shoten[22]. Pubblicato con periodicità irregolare[165], il manga è stato trasferito, a partire dal 78º capitolo, su una nuova rivista seinen della Kadokawa, Young Ace[166]. L'opera si è conclusa dopo 96 capitoli con la pubblicazione del final stage nel giugno del 2013[167][168]. I singoli capitoli sono stati poi raccolti in quattordici tankōbon[169]. La pubblicazione si è conclusa il 20 novembre 2014, con l'uscita del quattordicesimo e ultimo tankōbon[170].

L'edizione italiana è stata curata dalla Planet Manga, divisione editoriale della Panini Comics. La pubblicazione è avvenuta in ventotto albi di dimensioni pari alla metà dell'originale giapponese. A questa prima edizione ne è seguita una seconda, che conserva la grandezza originale dei volumi, intitolata Evangelion Collection[171].

Manga spin-off

Sono stati realizzati diversi manga spin-off ambientati nell'universo di Evangelion:

  • Evangelion Iron Maiden (新世紀エヴァンゲリオン 鋼鉄のガールフレンド2nd?, Shin seiki Evangerion - Kōtetsu no gārufurendo sekando), un manga shōjo di Fumino Hayashi, basato sulla realtà alternativa presentata nel ventiseiesimo episodio della serie televisiva e caratterizzato da un'ambientazione prettamente scolastica, con particolare attenzione sulle relazioni sentimentali fra i personaggi. Il manga, pubblicato sulla rivista Monthly Asuka dal 2003 al 2005, è stato raccolto in sei tankōbon.
  • Neon Genesis Evangelion The Shinji Ikari Raising Project (新世紀エヴァンゲリオン 碇シンジ育成計画?, Shin seiki Evangerion - Ikari Shinji ikusei keikaku), un manga shōnen di Osamu Takahashi ad ambientazione scolastica e focalizzato sulle relazioni interpersonali dei protagonisti.
  • Evangelion: Cronache degli angeli caduti (新世紀エヴァンゲリオン 学園堕天録?, Shin seiki Evangerion - Gakuen datenroku), un manga shōjo di Ming Ming, pubblicato da marzo 2008 a dicembre 2009 sulla rivista Monthly Asuka e distribuito in quattro tankōbon.
  • Evangelion - Detective Shinji Ikari (新世紀エヴァンゲリオン 碇シンジ探偵日記?, Shin seiki Evangerion - Ikari Shinji tantei nikki), un manga realizzato da Takumi Yoshimura, che vede Shinji nei panni di un detective. Dopo essere stato pubblicato sulla rivista Monthly Asuka dal 24 febbraio al 24 novembre 2010[172], il manga è stato raccolto in due tankōbon.
  • Petit Eva - Evangelion@School (ぷちえゔぁ〜EVANGELION@SCHOOL〜?, Puchi Eva ~Evangerion atto sukūru~), una serie parodistica in stile super deformed disegnata da Ryūsuke Hamamoto. Dopo essere stata pubblicata nel 2008 sulla rivista Monthly Shōnen Ace, l'opera è stata raccolta e distribuita in due volumi. Dal manga è tratto un ONA in computer grafica 3D di ventiquattro episodi da tre minuti l'uno.

Rebuild of Evangelion

Lo stesso argomento in dettaglio: Rebuild of Evangelion.

Nel 2006 Hideaki Anno annunciò la produzione di Rebuild of Evangelion (ヱヴァンゲリヲン新劇場版?, Evangerion shin gekijōban, lett. "Evangelion nuova versione cinematografica")[173], una tetralogia cinematografica i cui primi due capitoli avrebbero riassunto e reinterpretato la serie animata originale, distaccandosene negli ultimi due con un ulteriore finale inedito[174]. Benché siano stati prodotti coinvolgendo lo staff della serie animata, la loro produzione è stata affidata allo Studio Khara, casa di produzione fondata e voluta da Hideaki Anno in persona[175].

Videogiochi

Lo stesso argomento in dettaglio: Videogiochi di Neon Genesis Evangelion.

Dalla serie sono stati tratti diversi videogiochi, nessuno di questi è stato tradotto in italiano.

Film live-action

Nel maggio del 2003 venne annunciato un adattamento live action della serie animata durante il Festival di Cannes[176][177]. Il film sarebbe stato prodotto dalle aziende ADV Films, Gainax e Weta Workshop. Il presidente della ADV Films, John Ledford, confermando le voci che circolavano da tempo sulla possibile produzione del film, dichiarò che: «Considerate la qualità e l'importanza del titolo della Gainax, l'abilità della Weta nella creazione di effetti speciali, e la nostra grande esperienza in marketing e promozione di animazione giapponese, questo progetto è una di quelle opportunità che capitano una sola volta nella vita»[178]. Ulteriori dettagli vennero dati nel 2005 dal cofondatore della ADV, Matt Greenfield, secondo il quale il film sarebbe stato girato e prodotto in almeno un anno, «ma molto probabilmente in tre o quattro»[179]. Sembra che la casa di distribuzione fosse riuscita a ottenere circa «la metà dei 100-120 milioni di dollari» necessari per la realizzazione del film[180].

Nel 2004, la Weta realizzò e pubblicò sul proprio sito web i primi bozzetti che sarebbero serviti per la realizzazione dei costumi, delle scenografie e degli effetti speciali[181]. In questi bozzetti molti personaggi femminili avevano una denominazione differente: Rei Ayanami sarebbe diventata Ray, Asuka Kate Rose e Misato Susan Whitnall[182][183]. In seguito però non si ebbero notizie, e le concept art sul sito ufficiale della Weta scomparvero[N 6]. Un improvviso segnale di ripresa sembrò esserci nel maggio del 2009: durante la cerimonia d'apertura dell'Anime Central Convention di Rosemont, rispondendo a una domanda sul film, Matthew Greenfield dichiarò che la produzione sarebbe «iniziata molto presto, e non sto scherzando». Greenfield riferì di non poter dare ulteriori dettagli a causa dell'avvicinarsi della firma dei contratti[184]. Qualche mese dopo, nel febbraio del 2010, il produttore del film, Joseph Chou, confermò le dichiarazioni del collega, datando un possibile inizio di produzione nel 2011[185]. Nell'agosto di quell'anno però la ADV chiamò in causa lo studio Gainax. Secondo la ADV, la Gainax si rifiutò di «adempiere ai propri obblighi» di contratto e di «confermare la legittima acquisizione dei diritti d'autore» dello studio statunitense[186].

Accoglienza

Reazioni

Foglio di francobolli dedicato a Neon Genesis Evangelion emesso dalle poste giapponesi

All'indomani della sua prima messa in onda, Neon Genesis Evangelion diventò il centro di numerose polemiche fra gli appassionati di animazione, che si divisero in due fazioni contrapposte. Da un lato, c'era chi la ritenne «la più bella serie animata di sempre», e dall'altro chi la considerò «la più sopravvalutata di tutti i tempi»[187]. Ulteriore motivo di controversia furono alcune scene di sesso o di violenza presenti nel diciottesimo e nel ventesimo episodio della serie[188][189], e le ultime due puntate[190] che delusero molti appassionati[191]. Anche in questo caso il pubblico si divise in due fazioni, composte da chi elogiò gli episodi, credendo che fossero «profondi», e chi invece li criticò, pensando che il loro significato fosse solamente «apparente»[190]. Nonostante le polemiche generate dagli episodi finali, Neon Genesis Evangelion acquisì enorme notorietà[192], sia su scala nazionale[55] che internazionale[193][194]. La serie riuscì ad attirare l'attenzione di numerosi intellettuali giapponesi[142], diventando un fenomeno sociale[195] capace di influenzare il corso dell'animazione nipponica. Secondo la rivista specializzata Newtype, in seguito al grande successo delle repliche della serie, trasmesse nel 1997 in tarda serata, ci fu un drastico aumento degli anime trasmessi in slot orari notturni; se nel 1996 c'era solamente una serie a essere trasmessa in tarda serata, nel 1997 il loro numero salì a dodici, per poi raddoppiare l'anno seguente: «Eva ha rivoluzionato l'intera [sub]cultura otaku. [...] È stato l'inizio di qualcosa di completamente nuovo, a cui seguì una sfilza di titoli simili»[196].

La grande popolarità dello show fece sì che esso emergesse in numerosi sondaggi di popolarità. Ad esempio, immediatamente dopo la conclusione della sua prima messa in onda, Neon Genesis Evangelion venne eletta «miglior serie animata del momento» in due sondaggi condotti nel 1996 e nel 1997 dalla rivista giapponese Animage[197][198]. Con il proponimento della stessa tipologia di sondaggio nel 1998, nel quale la pellicola The End of Evangelion riuscì ad arrivare in prima posizione, Evangelion diventò il primo franchise a conquistare il premio per tre volte di fila[199]. Nel 2005 l'emittente televisiva TV Asahi collocò l'anime al ventesimo posto fra le cento serie animate più amate di sempre dal pubblico giapponese[200][201]. Un risultato analogo si registrò nel 2006, anno in cui salì al secondo posto[202][203]. Durante il Japan Media Arts Festival di quell'anno fu chiesto a 80 000 fan giapponesi quali fossero «i migliori anime di sempre», occasione in cui la serie riuscì a emergere in prima posizione[204].

Nel 2007, i siti web One's Communication e Otaba svolsero un'attenta indagine riguardo agli otaku e agli appassionati di animazione giapponese; alla questione relativa a quale serie animata li abbia condotti a diventare appassionati, gli intervistati fornirono una grande varietà di risposte, fra le più gettonate delle quali Evangelion si classificò in seconda posizione[205]. In un sondaggio condotto nel 2010 dall'Università Politecnica di Tokyo sull'aspetto della cultura giapponese che meglio rappresenta il Cool Japan, Neon Genesis Evangelion riuscì a conquistare il sesto posto all'interno della categoria «animazione» con il 38% dei voti[206]. Analogo risultato si registrò nel 2013, anno in cui la società di ricerca Neo Marketing svolse un'indagine in cui chiese a 500 intervistati con un'età compresa fra i venti e i sessant'anni quali fossero gli anime più «raccomandabili per un pubblico estero», occasione in cui Evangelion emerse al settimo posto[207].

Critica

Quando ho visto Evangelion per la prima volta (fino al quattordicesimo episodio) ho pensato che Hideaki Anno avesse realizzato tutto ciò che avrei voluto fare io. Mi sono sentito dispensato dal creare qualcosa, perché da quel momento in avanti ci avrebbe pensato Anno al posto mio. Ma a circa un mese dalla conclusione della serie televisiva ho iniziato a fare caso alle emozioni che aveva suscitato in me Evangelion. Non che il finale mi avesse deluso. Anzi, mi ero divertito un mondo. Ma avevo smesso di sentirla come un'opera definitiva. Sentivo il bisogno di creare qualcos'altro.

Hiroki Endo[208]

Considerata da molti studiosi un capolavoro[209], Evangelion diventò la serie animata giapponese più acclamata del decennio[210][211]. Secondo Amos Wong di Aerial Magazine: «Cogliendo [Hideaki Anno] di sorpresa, [Neon Genesis Evangelion] venne valutato dalla critica giapponese, e successivamente europea e americana, come l'anime di riferimento degli anni novanta»[14]. La scrittrice statunitense Susan J. Napier ha elogiato più volte Neon Genesis Evangelion, chiamandola, assieme ad altri anime come Princess Mononoke e Ghost in the Shell, «un'opera straordinariamente complessa», un importante esempio di «anime intellettuale»[212]. Il sito web Madman.com lo ha inserito al primo posto nella sua top 20 anime[213]. Il sito IGN lo ha inserito al decimo tra le «migliori serie animate di sempre», elogiandone le tematiche e la profonda introspezione psicologica dei personaggi: «Nessun'altra serie d'animazione giapponese è stata in grado di catturare la nostra attenzione con una storia fantascientifica così matura e intelligente»[214]. Simili commenti sono stati espressi da numerosi recensori di importanti testate giornalistiche. Secondo Mike Hale del The New York Times, Neon Genesis Evangelion «è un anime superiore, un mecha di inusuale profondità»[215]. Per Charles Solomon del Los Angeles Times, la serie è «un'opera intrigante e sofisticata»[190]. Secondo lo scrittore italiano Andrea Fontana, Evangelion è «la migliore serie [animata giapponese] mai realizzata», «una pietra miliare dell'animazione nipponica»[216].

Martin Theron, recensore di Anime News Network, ne ha elogiato il reparto tecnico e sonoro, e in particolare il «distintivo» character design di Sadamoto e l'«elegante» mecha design di Yamashita[217]. Ulteriori giudizi positivi sono stati espressi da Peter Cahill di Ex.org, che ha elogiato il terzo e il quarto episodio della serie[218], e da Matt Jong di Anime News Network[219]. Critiche e riserve sul lato tecnico sono state espresse dai siti Anime-planet.com[220] e Animecritic.com, soprattutto per il continuo riciclo di animazioni già usate[221]. Tra i detrattori della serie rientra il regista Yoshiyuki Tomino, che criticò aspramente la trama e i personaggi di Evangelion. Secondo Tomino, i produttori dell'opera «non hanno cercato di divertirsi o di accattivarsi il pubblico», ma di voler dimostrare «che tutte le persone al mondo sono depresse» e senza speranza: «Non penso affatto che sia un'opera d'arte. Noi [registi] dovremmo cercare di mostrare alle persone come vivere una vita più sana, più piena, promuovere la loro identità, il loro senso di comunità e incoraggiarle. Non posso accettare un'opera che dica diversamente»[222]. Di contro, secondo Mike Crandol di Anime News Network, «Evangelion è una delle opere d'animazione più belle mai prodotte»[187]. Analogo parere è stato espresso dal suo collega Zac Bertschy, secondo il quale la maggior parte delle critiche rivolte a Evangelion sono da imputare alla scarsa propensione riflessiva degli spettatori[223]. Allen Divers, altro recensore di Anime News Network, in una recensione su alcuni degli ultimi episodi della serie ha scritto che: «Visivamente parlando, Evangelion rimane splendido e bellissimo. Le immagini pullulano di emozione, e riescono ad adattarsi perfettamente all'atmosfera della scena». Secondo il recensore, la trama e le tematiche di Neon Genesis Evangelion richiedono un certo «sforzo» intellettivo da parte del fruitore, ragion per cui uno spettatore disimpegnato e poco accorto non sarebbe in grado di comprenderla o apprezzarla: «I personaggi e la trama di Evangelion sarebbero capaci di complessare Sigmund Freud in persona»[224].

Nel corso degli anni la serie animata ha vinto importanti premi e numerosi riconoscimenti. Nel 1996 Neon Genesis Evangelion e Hideaki Anno vennero premiati come miglior serie televisiva e miglior regista dell'anno agli Animation Kobe[225]. Analogo risultato si registrò agli Animation Kobe dell'anno successivo, occasione in cui il videogioco Shin seiki Evangelion - Kōtetsu no girlfriend venne eletto «miglior software interattivo dell'anno», i film Death & Rebirth e The End of Evangelion ricevettero lo "Special Audience Choice Award"[225] e Shirō Sagisu il premio per la migliore colonna sonora originale[226]. Lo stesso anno la serie fu premiata alla diciottesima edizione del Nihon SF Taisho Award[227], a pari merito con il romanzo Gamōtei jiken di Miyuki Miyabe[228][229] e alla prima edizione del Japan Media Arts Festival[230].

Eredità culturale

Neon Genesis Evangelion è rimasta a distanza di anni dalla sua prima messa in onda una delle serie animate giapponesi di maggior successo e influenza di sempre[231][232]. Secondo il critico letterario Hiroki Azuma, la serie provocò una netta spaccatura nel settore dell'animazione giapponese[233]; in seguito al grande interesse mediatico sviluppatosi nei suoi confronti, la subcultura otaku, dapprima chiusa e circoscritta a una limitata categoria di persone, diventò un fenomeno sociale di massa[234], e le sue regolari repriche contribuirono a far aumentare il numero di appassionati di animazione[235]. Anche il Mainichi Shinbun si interessò del fenomeno, imputando a Evangelion la nascita e la diffusione della cosiddetta «terza generazione otaku, composta da tutti quei giovani adulti cresciuti leggendo il manga o guardando la serie televisiva originale», di cui si dichiarò appartenente, tra gli altri, lo scrittore giapponese Tatsuhiko Takimoto[53]. Grazie all'enorme popolarità dello show si diffuse un fervido interesse per il mondo del cosplay, e lo stesso termine otaku, inizialmente usato con intento dispregiativo e denigratorio, conobbe ampia diffusione mediatica[236][237].

Giovane donna dai lunghi capelli rossi che indossa una tuta di latex rossa e arancione
Cosplayer di Asuka

La serie ebbe un notevole impatto sul mercato[196] e sulla cultura di massa giapponese[238]. Secondo lo scrittore Fausto Colombo, Neon Genesis Evangelion contribuì a generare una globale riconsiderazione del valore culturale degli anime televisivi[239]. Nonostante negli anni immediatamente antecedenti alla sua uscita l'animazione seriale vivesse una fase di profonda crisi, Evangelion inaugurò un nuovo e duraturo periodo fertile per l'animazione televisiva[240], indicato con il nome di «nuova animazione seriale giapponese». Secondo i ricercatori italiani Guido Tavassi e Andrea Fontana, l'opera esercitò una notevole influenza sulle dinamiche dell'animazione seriale futura[241], innescandone un processo di radicale rinnovamento[242]. Il nuovo trend introdusse numerose innovazioni e contribuì a una maggiore autorialità dei produttori, alla concentrazione delle risorse in un minor numero di episodi, a un'impostazione registica più vicina alla cinematografia dal vero, a un drastico ridimensionamento del rapporto di dipendenza dai soggetti dei manga e a una maggiore libertà dai vincoli del merchandising inteso come fonte d'ispirazione obbligatoria[35].

La «nuova animazione seriale» inaugurata dalla serie fece sì che tutti i successivi anime mecha si adeguassero alla nuova tendenza, declinando definitivamente il genere robotico-fantascientifico ispirato alle opere di Gō Nagai, come Brain Powerd e Terrestrial Defense Corp. Dai-Guard[243][244]. Secondo Keisuke Iwata di TV Tokyo, Evangelion ebbe il merito di diffondere l'animazione giapponese e di sensibilizzare il mercato internazionale[245]. In Italia si rivelò una delle opere che contribuirono a creare il "Second Impact", una vera e propria rinascita del genere sul mercato italiano verificatasi nella seconda metà degli anni novanta[246]. Sia esplicitamente, sia implicitamente, molte serie successive a Evangelion lo hanno evocato, citato o ricalcato[247]. La sua grande influenza è rintracciabile in serial experiments lain, RahXephon, Texhnolyze, Gasaraki, Boogiepop Phantom[98], Blue submarine no. 6[248], Mobile Battleship Nadesico[247], Dual! Parallel Trouble Adventure, Megami kōhosei[249], Argento Soma e Generator Gawl[250]. Anche il mecha design degli Evangelion, caratterizzato da una maggiore somiglianza alla figura umana rispetto a serie affini del passato, e il design "astratto" degli Angeli ebbero un impatto di considerevole entità nelle produzioni di genere successive[35]. Negli anni immediatamente successivi alla prima messa in onda della serie si manifestò una vera e propria esplosione per l'animazione giapponese[55]. Altri animatori, registi e sceneggiatori presero ispirazione da Evangelion, come Tomoki Kyōda, assistente alla regia di RahXephon[53], Yoko Taro[251], Wes Anderson[252] e Makoto Shinkai, che nel 2011 confessò di essere stato influenzato dallo stile di Hideaki Anno e di aver apprezzato molto gli ultimi episodi della serie[253]: «Gli anime non devono avere per forza un sacco di azione e di movimento. A volte si può parlare di parole, o, addirittura, della mancanza di parole. E di queste cose solitamente non si parla»[254]. Diverse serie successive hanno omaggiato o citato Evangelion, come Abenobashi - Il quartiere commerciale di magia[255], FLCL[256], Koi Koi Seven[257], Baka to test to shōkanjū[258], Plastic Memories[259], Hayate no gotoku![260] e Keroro[261][262]. Ulteriori riferimenti a Neon Genesis Evangelion sono individuabili nella pellicola One Hour Photo[263] e in alcune serie animate statunitensi, come Regular Show[264] e Steven Universe[265]. La sua influenza è presente anche in campo musicale. Hanno tratto ispirazione dalla serie il gruppo rock Fightstar per la creazione dell'album Grand Unification[248][266] e la band giapponese Rey per la scelta del proprio nome, esplicito omaggio al personaggio di Rei Ayanami[267].

Merchandising

Una vettura da corsa a ruote coperte corre in pista
Una Evangelion RT Test Type-01 Apple Shiden, modello di automobile da corsa con la livrea ispirata ai colori dell'Eva-01

In Giappone Evangelion ha incassato centinaia di milioni di dollari[268], grazie a un attento sfruttamento commerciale e alla distribuzione di un'ampia gamma di prodotti[269], come telefoni, computer portatili[270], CD, videogiochi, e modellini collezionabili di ogni tipo e dimensione[148]. Nel 1997, anno d'uscita dei film Death & Rebirth e The End of Evangelion, il merchandising su Neon Genesis Evangelion raggiunse i trecento milioni di dollari di incassi[271]. Sembra che il 70% circa degli introiti fosse rappresentato dagli incassi dell'edizione laserdisc (con più di due milioni di copie vendute), dei tre CD della colonna sonora originale (900 000 copie), di tre singoli (800 000 copie), di diversi CD-ROM (200 000 copie) e dei primi tre volumi del manga di Yoshiyuki Sadamoto (con più di tre milioni di copie)[272][273]. Anche il merchandise relativo alle tre protagoniste femminili dell'anime portò a notevoli incassi[274]. Secondo lo scrittore Kazuhisa Fujie, Rei superò tutti gli altri personaggi della serie e diventò così popolare da essere soprannominata «la premium girl»[275][276].

L'edizione Laserdisc di Neon Genesis Evangelion infranse numerosi record di vendite nazionali[277], grazie a milioni di esemplari venduti[278]. Analogo risultato si registrò per l'edizione DVD, i cui introiti rimasero stabili anche a un decennio di distanza dalla prima messa in onda dello show[210]. Secondo il ricercatore italiano Guido Tavassi, alcune uscite della serie, che singolarmente prese raggiunsero le 50 000 copie vendute, sfiorarono le 75 000 unità: «Per rendersi conto delle dimensioni del fenomeno, si consideri che le uscite home video [di Evangelion] [...] [incassarono] il doppio o il triplo degli anime più venduti di sempre fino ad allora»[146]. Grazie all'enorme successo di Neon Genesis Evangelion lo studio Gainax cominciò a vendere giochi e software come mai prima d'allora[279]. Anche l'azienda Bandai si lanciò nella produzione e nella distribuzione di giocattoli e di modellini sulla serie. Stando a quanto riferito da Tavassi nel suo libro Storia dell'animazione giapponese, Neon Genesis Evangelion ebbe un impatto di miliardi di yen sull'economia giapponese, contribuendo in maniera determinante alla diffusione del Digital Versatile Disc, il nuovo supporto ottico digitale che andò a sostituire il Laserdisc: «Difatti la nuova politica commerciale inaugurata della Gainax – presto seguita su questa strada da tutti i produttori – vedeva nel passaggio televisivo non più il punto di arrivo degli anime seriali, ma solo una sorta di vetrina, il trampolino di lancio per la vendita dell'edizione home video»[146]. Nel 1998 Evangelion incassò ottocento milioni di dollari di home video e altri quattrocento milioni di merchandising[14]. Secondo una stima dello Sponichi Annex, nel 2007 il suo franchise raggiunse i centocinquanta miliardi di yen d'incassi, diventando uno dei più popolari dell'animazione giapponese[280]. Soltanto gli incassi dei pachinko e di pachislot toccarono i 700 miliardi di yen, con una circolazione di circa due milioni di unità[281], di cui 250 000 pachinko ad agosto 2013[282]. Nel 2013 gli incassi di CD, manga, DVD e libri raggiunsero quasi quattro miliardi di yen[283], con più di undici milioni di dollari in home video nei soli Stati Uniti[284].

Note

Annotazioni
  1. ^ Il titolo originale della serie, Shinseiki Evangelion, è composto dal termine giapponese Shinseiki, «nuova era» o «nuova generazione», e la parola greca Evangelion, «buona notizia», «vangelo». Il titolo inglese Neon Genesis Evangelion, scelto e voluto dalla Gainax, è invece formato dalle parole greche neon, la forma neutra della parola neos («nuovo» o «giovane»), genesis («origine», «fonte» o «nascita, razza») ed evangelion.
  2. ^ «Sembra che [Anno] non abbia mai letto personalmente la Bibbia, nonostante la forte simbologia cristiana della sua opera; (secondo [Toshio] Okada) ha solamente scelto alcuni termini tecnici interessanti» [93].
  3. ^ «Hideaki Anno inscena una rivisitazione del Complesso di Elettra [...], in cui oggetto dell'amore di Ritsuko è la figura sostitutiva del padre, Gendo Ikari»[109].
  4. ^ «Nell'episodio finale, Anno ha fatto chiaramente riferimento a Freud, e forse a Lacan, quando la voce invisibile nella mente di Shinji gli spiega che egli crea la sua personalità dissociandosi dalla figura materna e distinguendosi dalle altre persone»[118].
  5. ^ A queste si deve aggiungere TV Aichi, dove la serie veniva trasmessa in unica replica nello slot orario delle 7:35-8:05 del secondo giovedì successivo alla prima messa in onda.
  6. ^ L'indirizzo originario Archiviato il 19 aprile 2005 in Internet Archive. della galleria è un redirect al rinnovato sito della Weta. L'unica scheda in cui è menzionato il termine Evangelion è quella del designer Christian Pearce Archiviato il 22 novembre 2009 in Internet Archive., il quale, riferendosi al progetto live action di Evangelion, afferma: "Pity it bummed out." ("Peccato che sia fallito").
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