Lilith

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Lady Lilith, di Dante Gabriel Rossetti (1866–1873), Delaware Art Museum

Lilith o Lilit[1] è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche già dal III millennio a.C. e successivamente acquisita dalla tarda spiritualità ebraica, che potrebbe averla appresa dai babilonesi, assieme ad altri culti e miti, durante l'esilio babilonese.

Nella religione mesopotamica Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C.

Dal VI secolo d.C. in poi il demone Lilith è citato nella letteratura rabbinica e su coppe magiche ebraiche. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti della femminilità considerati negativi: adulterio, stregoneria e lussuria.[2]

Nel folklore ebraico del Medioevo Lilith diventa la prima compagna di Adamo, creata assieme a lui prima di Eva. La creazione di Eva, infatti, è raccontata in dettaglio nel secondo capitolo della Genesi, ma già nel primo si afferma che Dio creò l'umanità "maschio e femmina" e ciò ha lasciato spazio ai cabalisti medievali per elaborare il racconto satirico di una prima moglie di Adamo e darle caratteri anche demoniaci[3]. Lilith sarebbe stata in perenne contrasto col marito, perché rifiutava di obbedirgli e infine sarebbe scappata dal Paradiso terrestre e avrebbe preferito vivere con i demoni piuttosto che tornare con Adamo.[4] La prima fonte di questa nuova figura è un racconto di carattere satirico inserito nell'Alfabeto di Ben Sira, un'opera che alcuni studiosi datano nell'VIII secolo d.C.[5], ma spesso è considerata del X.

La figura di Lilith ha un ulteriore sviluppo nel XIX e XX secolo. Alla fine dell'Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile.[6] Lilith, poi, viene associata al concetto della Grande Madre[7][8].

Il suo corrispettivo astrologico è un presunto satellite della Terra, ritenuto compagno della Luna, in seguito identificato con la Luna nera, che corrisponde al secondo fuoco dell'orbita lunare, essendo l'altro occupato dalla Terra,[9] oppure secondo altri all'apogeo della suddetta orbita, cioè il punto di questa più lontano dalla Terra.[10]

Connotazione storico-linguistica mesopotamica[modifica | modifica wikitesto]

L'accadico Lil-itu ("signora dell'aria") potrebbe riferirsi alla divinità femminile sumerica Ninlil (del pari "signora dell'aria"), dea del vento meridionale e moglie di Enlil. La storia di Adapa narra come Adapa avesse infranto le ali del vento del sud, azione per la quale egli temette di essere punito con la morte. Nell'antico Iraq il vento del sud è associato all'aggressione portata dalle tempeste di polvere meridionali e in generale con le malattie. Il corrispondente maschile accadico līlû non mostra suffissi desinenziali ed è simile al sumerico (kiskil-) lilla.

Origini mesopotamiche[modifica | modifica wikitesto]

Vi sono almeno tre tradizioni precedenti a cui la figura della Lilith ebraica può richiamarsi: una legata a un demone di desolazione e di appassimento associata al vento e da cui anche il nome "lilith", una legata a un demone di distruzione e morte, e infine la più nobile in origine Ishtar o Astarte, Dea Madre del culto della femminilità, che gli Ebrei stessi adorarono all'inizio della loro storia, come è testimoniato nella Bibbia.[11]

Mitologia sumero-accadica[modifica | modifica wikitesto]

Lilith venne identificata con ki-sikil-lil-la4, che appare nella storia "l'albero huluppu" i cui protagonisti sono Inanna e Gilgameš[12].

Inanna trova un albero huluppu sulle sponde dell'Eufrate che è sradicato dall'erosione dell'acqua, lo prende con sé per piantarlo nel suo giardino con l'intenzione di utilizzarne la legna per fare il proprio trono e il proprio letto. Ma dopo dieci anni, quando l'albero è cresciuto, non può essere utilizzato.

(EN)

«Then a serpent who could not be charmed
Made its nest in the roots of the huluppu-tree.
The Anzu-bird set his young in the branches of the tree.
And the dark maid Lilith built her home in the trunk.»

(IT)

«Quindi un serpente, che non può essere incantato
fece il suo nido tra le radici dell'albero huluppu.
L'uccello Anzu mise i suoi piccoli tra i rami dell'albero
e la vergine oscura Lilith costruì la sua casa nel tronco.»

Inanna, la giovane dea che ama sorridere, a questo punto piange a dirotto ma non risolve la situazione. Chiama in aiuto il fratello Utu che però non l'aiuterà così si rivolge a Gilgameš, eroe nascente, che dotato di una forza prodigiosa colpisce il serpente tra le radici, l'uccello Anzû fugge quindi con i suoi piccoli verso le montagne e così Lilith, verso i luoghi selvatici.

L'identificazione di ki-sikil-lil-la4 con Lilith è stata però contestata. Il termine sumero può essere tradotto come "vergine dell'aria" o "luogo puro dell'aria", o "luogo puro dello spirito" e non pare collegato con l'accadico lilu. Inoltre i segni cuneiformi con cui il termine accadico e quello sumerico sono scritti sono diversi.

Rilievo Burney[modifica | modifica wikitesto]

Rilievo Burney (British Museum, Londra) - Negli anni '30 del diciannovesimo secolo alcuni studiosi avevano identificato il soggetto rappresentato nel rilievo con Lilith, ma successivamente questa ipotesi è stata messa in dubbio e l'identificazione è ancora controversa.

Il passaggio di Gilgameš citato sopra è stato anche utilizzato per associare Lilith al Rilievo Burney, una terracotta paleobabilonese che raffigura una divinità nuda dotata di ali, con artigli al posto dei piedi e affiancata da due gufi. Il rilievo venne acquistato dal British Museum di Londra e un rilievo simile e circa dello stesso periodo è conservato al Louvre di Parigi. Secondo molti studiosi, però, il rilievo rappresenterebbe la dea sumera Ereškigal o Inanna, o sarebbe un falso[14].

Mitologia babilonese[modifica | modifica wikitesto]

Nella mitologia babilonese si delineano tre classi di spiriti maligni[15]:

  • Diavoli - hanno la stessa natura degli dei e producono tempeste e malattie.
  • Fantasmi - anime di defunti che vagano sulla terra senza trovare pace.
  • Demoni - esseri per metà umani e per metà divini.

Lilu, Lilitu e Ardat Lili formano una terna di demoni, la mitologia mesopotamica è spesso formata da terne divine, Lilu è il demone maschile, Lilitu quello femminile e Ardat Lili la giovane figlia. Di Lilitu il Thompson dice che è il demonio che l'uomo crea sul letto durante il sonno.[11]

L'amuleto ("Lilith Prophylactic") ritrovato ad Arslan Tash (Museo Nazionale di Aleppo), datato al VII secolo a.C. indica una creatura simile a una sfinge e una donna lupo nell'atto di divorare un bambino, con un'iscrizione fonetica indicante la sfinge come Lili. L'associazione di Lilith con un gufo o una civetta si spiega con il fatto che i due uccelli sono rapaci che si nutrono di uccellini indifesi.

Le altre componenti del mito[modifica | modifica wikitesto]

La Lilith ebraica non deriva da un unico corrispondente: altre figure concorrono a formarne il simbolo. Lamassu è il demone mezzo donna e mezzo vacca, a volte contrapposta al Lamaštu, il famoso bue alato con volto umano barbuto dell'iconografia assira. La Lamassu diventa la Lamia greca[16]. La sua sola presenza significava distruzione e l'immagine veniva utilizzata come simbolo apotropaico, per incutere terrore e a protezione delle città e degli edifici. Ma la caratteristica di irresistibilità del fascino femminile viene da Ishtar (sumera Inanna) conosciuta agli ebrei attraverso la Astarte siriana (altrove Astariel o Astaroth) per la quale si praticava la cosiddetta prostituzione sacra. Così come la cananea Asheráh, venerata in un primo tempo come dea dagli stessi ebrei[11]. È in questo passaggio, nel divieto imposto dell'adorazione di una divinità femminile, che possiamo leggere la componente di femminilità ribelle in Lilith, dove l'immaginario di bellezza, fecondità e femminilità confluiscono a ravvivare una figura fino allora solo simbolo di morte e devastazione.[senza fonte]

Nell'ebraismo[modifica | modifica wikitesto]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'accadico Līlītu e l'ebraico לילית (lilith)[17] sono aggettivi femminili che derivano dalla radice linguistica proto-semitica <L-Y-L> "notte" con l'aggiunta della nisba t a significare "della notte", "notturna". Traducono letteralmente un "essere femminile della notte/demone"[18][19], anche se le iscrizioni cuneiformi in cui compaiono i termini Līlīt e Līlītu (come pure in ebraico) si riferirono in seguito agli spiriti aerei che apportano malattie. La stessa radice, che non esige letteralmente uniformità di concetti, in ebraico e nell'arabo Layla/Leyla, Lela o Lel significa "sera, notte".

Nella Bibbia ebraica[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Lilith compare una sola volta nella Bibbia, in un elenco di animali notturni che il Libro di Isaia (34:14[20]) introduce descrivendo la desolazione di Edom.

Ebraico (ISO 259): pagšu ṣiyyim et-ʾiyyim w-saʿir ʿal-rēʿhu yiqra ʾakšam hirgiʿah lilit u-maṣʾah lah manoḫ

L'edizione della CEI del 1974 traduce "lilit" con "civette":

«Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora.»

e poi continua:

«Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli sparvieri, l'uno in cerca dell'altro; nessuno si farà attendere.»

Questo sembra ricalcare i passi del racconto dell'albero huluppu (Lilith). Il libro di Isaia è datato al VII secolo a.C., e la presenza di Ebrei a Babilonia coinciderebbe con i già attestati riferimenti al Līlītu nella demonologia babilonese. Schrader (Jahrbuch für Protestantische Theologie, 1. 128) e Levy (ZDMG 9. 470, 484) ipotizzano che Lilith fosse una divinità della notte, nota anche agli esuli ebrei in Babilonia.

Blair dimostra che tutte le otto creature, che sono menzionate, sono animali naturali.[22] Si tenga presente che la posizione dei testi biblici a proposito delle divinità pagane è sempre molto negativa. Nel brano vengono accomunati cinque animali o esseri (gatto, civetta, serpente, iena, satiro) di cui almeno tre, il gatto, la civetta e il serpente, erano ampiamente venerati nelle precedenti religioni pagane e non possedevano a quel tempo alcuna connotazione negativa.

Manoscritti di Qumran[modifica | modifica wikitesto]

Nei manoscritti non biblici di Qumran sono presenti passi che hanno molte similitudini con le proprietà attribuite a Lilith. Un riferimento è nella "Canzone per un sapiente"(4Q510-511), e un'allusione trovata da A. Baumgarten nel "La seduttrice" (4Q184).
Il primo riferimento a Lilith nella Canzone appare al 4Q510, frammento 1:

«Ed io, il Maestro [lett. l'Istruttore], proclamo il Suo glorioso splendore così da atterrire e terrorizzare tutti gli spiriti degli angeli distruttori, gli spiriti dei bastardi, demoni, Lilith, urlatori, e [abitatori del deserto] e coloro che cadono sugli uomini senza avvertimento per sviarli da uno spirito di comprensione e per rendere i loro cuori e i loro [-] desolati durante l'attuale dominio di malvagità ed il predeterminato tempo di umiliazione per i figli della luce, attraverso la colpa, nelle ere, di coloro che sono afflitti dall'iniquità- non per la distruzione eterna, ma per un'era di umiliazione per la trasgressione.»

Collegato al Libro di Isaia:

« Le bestie del deserto s'incontreranno con le bestie che ululano, i capri si chiameranno l'un l'altro; vi si stabiliranno anche le civette e vi troveranno un luogo di riposo. »   (Isa 34:14[23])

Questo testo liturgico tenta di prendere le distanze dalla presenza di entità soprannaturali malefiche e allo stesso tempo dimostra familiarità con Lilith. Diversamente dal testo biblico, questo passaggio non ha funzioni socio-politiche in nessun programma. Serve da Esorcismo (4Q560) e Canzone dei Demoni Dispersi (11Q11), a tal punto da essere compresa in alcuni incantesimi. Comparabile al rilievo dell'Arslan Tash, usato per "aiuto nella protezione dei fedeli contro il potere degli spiriti." Il testo è così, per una comunità "profondamente coinvolto nel regno della demonologia", un inno esorcistico.

Un altro testo scoperto a Qumran, di solito associato al Libro dei Proverbi, si appropria del mito di Lilith nella sua descrizione di una donna pericolosa e attraente - la Seduttrice (4Q184). L'antico poema, risalente al I secolo ma plausibilmente molto più vecchio, descrive una donna infida e avverte continuamente il lettore dei pericoli di un incontro con lei. Di solito la donna descritta nel testo è eguagliata a una "strana donna" dei Proverbi 2 e 5, e per una buona ragione; il parallelo è immediatamente riconoscibile:

«La sua casa sprofonda nella morte,
Ed il seguirla porta alle ombre.
Tutti coloro che la seguono non possono tornare
E trovare ancora le vie della vita.»

«I suoi cancelli sono cancelli di morte
e dall'entrata della casa
se ne va verso Sheol.
Nessun che entri tornerà mai,
e coloro che la possiedono scenderanno l'Abisso.»

Tuttavia, ciò che quest'associazione non considera sono le ulteriori descrizioni della "Seduttrice" del Qumran che non possono essere associate alla "strana donna" dei Proverbi; ad esempio, le corna e le ali: "una moltitudine di peccati è nelle sue ali". La donna illustrata nei Proverbi è probabilmente una prostituta, o almeno una sua rappresentazione, e una di quelle con le quali la comunità del testo aveva familiarità. La "Seduttrice" del testo del Qumran, diversamente, non può aver rappresentato una minaccia sociale esistente date le caratteristiche ascetiche della comunità in questione. Diversamente, il testo del Qumran utilizza l'immagine dei Proverbi per presentare una minaccia più ampia e soprannaturale, la minaccia del demone Lilith.

Nella letteratura post-biblica[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto biblico della creazione del genere umano sottolinea la parità e la consustanzialità dell'uomo e della donna. Nel primo capitolo della Genesi, infatti, si afferma sinteticamente, ma significativamente:

«Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò.»

Nel secondo capitolo, poi, si riprende con parole diverse la creazione dell'uomo con polvere del suolo (Genesi 2:7) e poi si racconta che la donna venne creata con metà del corpo dell'uomo ed è perciò "carne della sua carne e osso delle sue ossa". Si noti che la Bibbia non afferma che Eva sia creata da una costola, come spiegano popolarmente i traduttori[24]. Il racconto biblico, quindi, deve piuttosto essere correlato al racconto platonico dell'Androgino e corrisponde esattamente all'uso moderno di chiamare il/la proprio/a compagno/a "la propria metà". Questa interpretazione ebbe numerosi cultori nell'antichità da Filone di Alessandria a Origene e Gregorio di Nissa.[25]

Per spiegare cosa sarebbe successo se Dio non avesse proceduto in questo modo, ma avesse creato anche la donna direttamente con l'argilla del suolo simultaneamente ad Adamo, i commentatori medievali della Torah ipotizzarono che effettivamente Adamo avesse avuto una compagna creata in questo modo e perciò di fatto totalmente estranea a lui. I rapporti fra loro, raccontati con vena satirica sin nell'anonimo Alfabeto di Ben Sira (VIII-X secolo), furono subito molto tesi. Quando Adamo vide Lilith non gli piacque e cominciarono a litigare su ogni cosa compreso quale dei due doveva giacere sopra l'altro. Lilith, infine, scappò dall'Eden e preferì vivere assieme ai demoni nei pressi del Mar Rosso. Questo finale della novella medievale spiega perché alla ipotetica prima compagna di Adamo venne affibbiato il nome di un antichissimo demone mesopotamico, la cui memoria era stata tramandata dal Talmud babilonese.

Nel Talmud[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene i riferimenti talmudici a Lilith siano sporadici, tali passaggi forniscono la miglior immagine del demone trovata finora nella letteratura giudaica, che fa riferimento alle origini mesopotamiche di Lilith e prefigura il suo futuro come enigma esegetico della Genesi. Le allusioni talmudiche dipingono Lilith come dotata di "ali" e lunghi capelli, come nella prima citazione in Gilgameš:

«Rab Judah citando Samuele dice: Se un aborto ha somiglianza con Lilith, sua madre è impura a causa della nascita, perché è un bimbo ma ha le ali.»

«In una Baraitha è insegnato: Le crescono lunghi capelli come a Lilith, siede a bere acqua come le bestie e serve da cuscino a suo marito.»

Nel Talmud, poi, Lilith viene associata causalmente alle polluzioni maschili notturne, che secondo i rabbini generavano demoni:

«R. Hanina disse: non si può dormire soli in casa [in una casa solitaria], e chiunque dorma in una casa da solo è preso da Lilith.»

«R. Jeremiah b. Eleazar disse inoltre: in tutti quegli anni [130 anni dall'espulsione dal giardino dell'Eden] durante i quali era bandito, Adamo generò fantasmi e demoni maligni e demoni femmina [demoni della notte], come è detto nelle Scritture: "E Adamo visse cento e trenta anni e generò un figlio a lui somigliante (Set, come Abele, è fratello di Caino), fatto a sua immagine, e da ciò segue che prima di quel tempo non avesse generato a sua immagine... quando vide che attraverso di lui la morte era divenuta punizione spese cento e trenta anni in dissolutezze, tagliò i ponti con sua moglie per 130 anni, indossò vestiti di fico per 130 anni." Questa citazione [di R. Jeremiah] fu fatta in riferimento al seme che Adamo emise accidentalmente.»

Nella Qabbalah ebraica[modifica | modifica wikitesto]

Il mito di Lilith come prima figura femminile incontrata da Adamo, viene ripreso nel XIII secolo in quello che divenne un testo canonico della letteratura post-talmudica, appunto il Sèfer ha-Zòhar o "Libro dello splendore", secondo l'Halakhah scritto da Shimon bar Yohai o, secondo altri, da un anonimo in Castiglia, o anche da Moshe de Leon. Lo Zòhar è una raccolta di discorsi, alcuni laconici e oscuri, altri fioriti e dotati di una particolare inventiva lessicale che reinterpreta e reinventa le tradizioni, a volte ispirando il dubbio, altre volte dando l'impressione di trovarsi di fronte a realtà profonde e terribili. È stato considerato da molti mistici ebrei come il testo più vicino ai propri sentimenti.

Lo Zohar spiega che il demone Lilith, figura impura, coopera strettamente con l'angelo Satana. Un brano dallo Zohar afferma: "Ella vaga a notte fonda, vessando i figli degli uomini e spingendoli a rendersi impuri" (19b). Lo Zohar ammette che Adamo si accoppiasse con Lilith sino a quando poi incontrò e conobbe Eva, sua compagna naturale; dopo il peccato originale Adamo rifiutò di incontrare Eva per 130 anni, periodo durante il quale egli perse il proprio seme: la Qabbalah afferma che da questo seme sorsero molti demoni. In seguito, dopo i 130 anni, Adamo si riunì a Eva e generò Set.

Nello pseudo Ben-Sira[modifica | modifica wikitesto]

Una fonte nella storia che descrive Lilith come la prima figura femminile vista da Adamo è L'alfabeto di Ben-Sira, scritto anonimo attribuito a un fittizio Yeshua ben Sira, sedicente figlio illegittimo del profeta Geremia, ma risalente al X secolo d.C.[26]

Nel libro viene raccontato che Lilith, mentre in un primo momento provocò Adamo, poi fu spiritualmente vinta da quest'ultimo e abbandonò il Giardino dell'Eden. Come prova della superiorità morale ed etica, spirituale e sapienziale del genere umano sui demoni, che stanno sul mondo dell'impurità conosciuto come l'altro lato, è scritto:

«Ella disse 'Non starò sotto di te,' ed egli disse 'E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.»

Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio[27], prese il volo e abbandonò il giardino del Paradiso, rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilith abbandonò il Paradiso di propria iniziativa, prima della caduta dell'uomo e non avendo toccato l'Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità.

In seguito Lilith si accoppiò con Asmodai[28], creando un'infinita generazione di jinn o demoni detti Lilim. Adamo chiese a Dio di riportare indietro Lilith così tre angeli, chiamati Senoy, Sansenoy e Semangelof, furono mandati per ricercarla. Quando i tre angeli la trovarono e le ingiunsero di tornare minacciandola di morte, lei rispose che non sarebbe potuta tornare da Adamo dopo aver avuto relazioni con i demoni e che non sarebbe potuta morire in quanto immortale. Ma quando gli angeli minacciarono di uccidere i figli che lei aveva generato con i demoni, lei li supplicò di non farlo promettendo che non avrebbe toccato i discendenti di Adamo ed Eva, se solo si fossero pronunciati i nomi dei tre angeli.[11]

I precedenti e lo scopo dell'Alfabeto di Ben-Sira non sono chiari. È una raccolta di storie su personaggi della Bibbia e del Talmud, che sono spesso descritti in termini iconoclastici. Anche nella storia di Lilith, Adamo e Dio stesso sembrano alquanto impotenti rispetto alla figura femminile/demoniaca. L'opera potrebbe essere una raccolta di racconti popolari, una confutazione del giudaismo, della cristianità, o di altri movimenti separatisti. I suoi contenuti sembrano offensivi riguardo al giudaismo contemporaneo, alcuni ritengono che sia una satira anti-giudaica[3]. Venne tramandato dai mistici ebrei della Germania medievale e fu ampiamente conosciuto solo dopo il suo inserimento nel Lexicon Talmudicum di Johannes Buxtorf del XVII secolo.

Letteratura classica, cristianesimo e traduzioni della Bibbia[modifica | modifica wikitesto]

Geronimo di Cardia tradusse Lilith con lamia, un mostro che Orazio (De Arte Poetica liber, 340) descrive come una strega che rapisce i bambini, nella mitologia greca invece è descritta come una regina libica che si accoppiò con Zeus. Dopo che Zeus ebbe abbandonato Lamia, Era rubò i figli di Lamia, e Lamia si vendicò rapendo i figli di altre donne.

La traduzione gufo stridente della versione della Bibbia di re Giacomo è senza precedenti. Apparentemente un tentativo di rendere l'atmosfera tetra del suo passaggio scegliendo un paragone animalesco, per quanto difficile da tradurre dalla lingua ebraica, come "gufo" (yanšup, probabilmente un uccello acquatico) e "grande gufo" (qippoz, più propriamente un serpente).

Le traduzioni più recenti includono:

  • gufo della notte (Young, 1898)
  • mostro della notte (ASV, 1901, NASB 1995)
  • tormento della notte (RSV, 1947)
  • creatura della notte (NKJV 1982, NLT 1996)

Tradizione popolare[modifica | modifica wikitesto]

Adamo e Lilith con le fattezze di un serpente, affresco di Filippino Lippi (1502) nella Cappella di Filippo Strozzi, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze

Nella tradizione popolare ebraica Lilith è un terribile demone.

Esiste una tradizione secondo la quale viene posto attorno al collo dei neonati di sesso maschile un amuleto con iscritti i nomi dei tre angeli (Senoy, Sansenoy e Semangelof detti anche Sanvi, Sansavi e Semangelaf) per proteggerli da Lilith prima della circoncisione rituale. Secondo un'altra versione si traccia un cerchio magico attorno alla culla con i nomi degli angeli.[senza fonte] Un'altra tradizione ancora prevede che si aspetti a tagliare i capelli a un ragazzo per far credere a Lilith che si tratti di una ragazza.

Un amuleto persiano del XVIII o XIX secolo, un ciondolo protettivo per un neonato, conservato nel museo di Israele, Gerusalemme, raffigura Lilith in catene, con "Lilith cieca in catene" scritto sotto ogni arma.

Nei ragazzi adolescenti si pensa poi che provochi le eiaculazioni notturne con cui genera demoni (i jinn nella tradizione arabo-islamica), comportandosi in tal modo come spirito succubo, analogo femminile dello spirito incubo maschile.

Qualcuno ha osservato che Lilith sembra essere il corrispondente pagano della Madonna, ma mentre questa schiaccerà il serpente e lo dominerà Lilith ne è attratta quasi inconsapevolmente e ne è avvolta, quasi connivente nello scoprire i segreti della natura umana, come nel ritratto del pittore preraffaellita John Collier del 1892. Tuttavia queste interpretazioni sono di carattere più psicoanalitico che storico-religioso in senso stretto.

Simbologie legate a Lilith e, più in generale, a un'antica dea della notte, si rintracciano in moltissime culture combinate in modi differenti. Attualmente il mito è addirittura tornato in auge, generando nuove forme nell'immaginario collettivo, dai fumetti ai videogiochi, ma in particolare nel contesto neopagano.

Rappresentazioni[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto sia indicata come una donna dalla bellezza sovrumana cui è impossibile resistere, in alcuni casi viene talvolta raffigurata come:

  • coperta da una leggera peluria in alcuni punti, ossia priva della depilazione completa, come era uso nelle zone mediorientali;
  • con artigli da rapace anziché piedi, chiaro simbolismo al suo legame con la luna;
  • talvolta con la coda da sirena;
  • con lunghissimi capelli rossi, ricci;
  • con la pelle blu o azzurro scuro;
  • con occhi di fuoco;
  • con le ali da pipistrello, acquisite dopo aver pronunciato il nome segreto di Dio.

Inoltre si manifesta solo di notte ed è immortale, avendo abbandonato l'Eden prima che Dio privasse l'umanità dell'immortalità.

Lilith nell'immaginario moderno[modifica | modifica wikitesto]

Corrispettivo astrologico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Luna Nera (astrologia).

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Lilith e il Dottor Faust, che si accinge a danzare con la giovane strega nel sabba dei Maghi e delle Streghe sul monte Blocksberg (olio su tela di Richard Westall, 1831)
  • Nel Faust di Goethe Lilith si trova nella notte di Valpurga:

«FAUST: Ma quella chi è?
MEFISTOFELE: Quella è Lilith.
FAUST: Chi?
MEFISTOFELE: La prima moglie di Adamo.

Sta in guardia dai suoi bei capelli
Da quello splendore che solo la veste.
Fai che abbia avvinto un giovane con quelli,
E ce ne vuole prima che lo lasci.»

«Dio è rimasto solo; come succede a tanti, non ha saputo resistere alla tentazione e si è preso un'amante: sai chi? Lei Lilìt, la diavolessa, e questo è stato uno scandalo inaudito.[29]»

  • Anche Mario Farneti in Attacco all'Occidente e Nuovo Impero Occidente usa l'invenzione dei figli di Lilith, una progenie discendente da Adamo e Lilith, e che ha causato la fine degli atlantidei (Aztlan) e indotto a degli eventi come il nazismo e altre crisi per i suoi fini.
  • La poetessa araba Joumana Haddad ha scritto un poema dal titolo "Il ritorno di Lilith" pubblicato in Italia dalla "Asino d'oro Edizioni" nel novembre del 2009. La poetessa libanese trae spunto dalla figura mitologica di Lilith per raccontare di una donna che come Adamo è stata creata dalla terra (Gea) e quindi in quanto tale è pari all'uomo. Ciò che ha ispirato Joumana Haddad è propria questa figura femminile che decide di non essere sottomessa all'uomo (Adamo) e che per questo abbandona il Paradiso terrestre. Inoltre, dall'opera di Joumana Haddad è stato tratto uno spettacolo teatrale per voci e musica dal titolo "Il ritorno di Lilith", rappresentato nel mese di agosto 2009 nella città di Viterbo e il 6 dicembre dello stesso anno presso il Teatro Eliseo in Roma.
  • Lilith ha un ruolo importante nel romanzo breve L'orrore a Red Hook del celebre scrittore horror H.P. Lovecraft.
  • Nel romanzo Caino[30] Lilith viene rappresentata come moglie di Noah e padrona assoluta di una città della terra di Nod nella quale Caino, secondogenito di Adamo ed Eva, fugge dopo il fratricidio. Lilith seduce Caino, lo imprigiona presso il suo palazzo come amante. Dall'unione tra Caino e Lilith nascerà Enoch, l'erede di Noah.
  • Nel libro Il diario del Professor Abraham Van Helsing, pubblicato da Allen Conrad Kupfer, Lilith viene citata con diversi nomi come Malia, Lamia o Lilitu, ed è una vampira. Viene più volte menzionato il fatto che fosse incredibilmente affascinante e che avesse il potere di controllare i maschi con il solo sguardo. La si delinea con occhi rossi e lunghissimi capelli ricci rossi. Nel libro la vampira ha anche il potere di controllare la natura (o, per meglio dire, alcuni animali come lupi e pipistrelli).
  • Lilith riveste un ruolo ricorrente come personaggio nella saga letteraria dedicata da Valerio Evangelisti all'inquisitore Nicolas Eymerich.
  • Nella trilogia Emily Laing e l'Antica Metropoli Lilith è la diabolica amante di Lucifero. È relegata in un sonno eterno dagli angeli. Ma verrà poi risvegliata dall'angelo Rahel, anch'egli innamorato di lei, che al solo tocco delle sue labbra morrà.
  • Ne Le cronache di Narnia, di C. S. Lewis la Strega Bianca, il principale antagonista, viene descritta come discendente di Lilith.
  • Nella saga Fallen di Lauren Kate Lilith è la donna che spezza il cuore e porta a scegliere di diventare un demone il co-protagonista Cam.
  • Nella saga Shadowhunters di Cassandra Clare Lilith è un demone superiore conosciuto come la "madre di tutti gli stregoni" e il "primo di tutti i demoni". È, inoltre, sovrana di Edom, regno infernale che condivide con Asmodeo.
  • Nella saga The Dark Elements di Jennifer Armentrout Lilith è riconosciuta come la madre della protagonista Layla, e come amata del demone Paimon.
  • Nel tardo XIX secolo l'autore scozzese George MacDonald incorpora la storia di Lilith come prima moglie di Adamo e predatrice dei figli di Eva in una mitologica novella fantasy in stile romantico. La descrive anche come figura bisognosa della redenzione divina.
  • Lilith appare come una succuba nel De Arte Magica di Aleister Crowley.
  • Lilith è l'unico demone femminile nel libro Il demone di Dio di Wayne Barlowe, ed è dotata di pietà per le anime dei dannati, che tenta di salvare attraverso statuine recanti la sua effigie e distribuite di nascosto dalla sua fidata serva Ardat Lili. Il suo aspetto è molto simile a quello dell'arpia Silen, antagonista del celebre manga Devilman: perennemente nuda, pelle candida e artigli da uccello rapace al posto degli arti umani. Al contrario della visione pagana e neopagana, è un demone sottomesso e schiavo di Belzebù, schiacciata dal maschilismo e dalla forza bruta dei demoni caduti dal paradiso.
  • Nella saga Inferorum Gemmae Lilith è la prima umana creata; fuggita dal Paradiso terrestre si rivelerà l'unica in grado di sciogliere il gelido cuore di Lucifero.

Film e televisione[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel telefilm Supernatural di Eric Kripke compare Lilith come il demone più potente che i due fratelli protagonisti devono sconfiggere. Ha le sembianze di una bambina innocente e più avanti anche di un'avvenente donna che usa l'atto sessuale per stringere patti, è il primo umano trasformato in demone da Lucifero per fare un affronto a Dio. La morte di Lilith, avvenuta nell'ultima puntata della quarta stagione, rompe il 66º dei sigilli che tenevano rinchiuso il padre, lasciandolo libero di camminare sulla Terra, e dando il via all'Apocalisse.
  • Nella serie TV True Blood Lilith viene nominata nella Bibbia originale, quella dei vampiri, come progenitrice di tutti i vampiri, creata ancor prima di Adamo ed Eva.
  • Nella serie di Netflix Le terrificanti avventure di Sabrina Lilith si presenta come la madre dei demoni che ambisce a sedere sul trono accanto al Signore Oscuro, ovvero Satana.
  • Nel telefilm Once upon a time Lilith è la figlia di Malefica.
  • Nel film Gabriel - La furia degli angeli Lilith è il comandante in seconda di Satana (in realtà San Michele), e l'assassina dell'"Arcangelo" Uriele. Verrà uccisa poco prima di Michele, in una discoteca affollata, da Gabriele.
  • Nel film I racconti della cripta - Il piacere del sangue Lilith è la signora di tutti i vampiri. La sua bellezza viene eguagliata solo dalla sua crudeltà. Viene interpretata magistralmente da Angie Everhart.
  • Nel film-cortometraggio Lucifer Rising Lilith è una delle entità che evocano Lucifero. È interpretata da Marianne Faithfull.
  • Nel film 30 giorni di buio 2 i vampiri fanno capo a Lilith, senza la quale si sottomettono a colei che la uccide.
  • Nella seconda serie di Split Lilith, oltre a essere l'antagonista principale della serie è la regina e creatrice di una razza di demoni che succhiano le anime ai vampiri. Vorrà creare una nuova razza di demoni che attacca sia vampiri sia umani, e può essere sconfitta solo dai poteri di un mezzosangue (figlio di un'umana e un vampiro).
  • Nel film Case 39 l'antagonista del film è un demone con le sembianze di un'innocente bambina chiamata Lillith, chiaramente ispirata al demone Lilith.
  • Nella serie televisiva Constantine, nell'episodio 7 compare una demonessa che rapisce dei bambini innocenti sorella di Lilith ed Eva.
  • Nella serie TV Shadowhunters, Lilith è la madre di tutti i demoni e la Regina di Edom.
  • Nella serie TV Chambers, Lilith è il demone che tramite un rituale è stato messo nel corpo della co-protagonista Becky Lefevre.
  • Nel film La regina dell'inferno Lilith è un demone che prende forma sulla Terra come una bellissima donna per adescare, sedurre e uccidere tutti i principali manager di una nota rivista periodica di moda, prenderne possesso e apparire in copertina per essere adorata dai migliaia di lettori.
  • Nella serie TV Lucifer Lilith è l'immortale madre del demone Mazikeen e grande amica di Lucifer.

Animazione e fumetti[modifica | modifica wikitesto]

  • Ecate, personaggio del fumetto Hellboy, è una dea che ha diversi punti in comune con Lilith.
  • Nel fumetto Lilith di Luca Enoch viene dato alla protagonista il nome Lilith nel primo volume, nome che terrà poi per tutto il resto della storia.
  • Nel fumetto Gea di Luca Enoch è presente la terna di demoni Lilu, Lilitu e Ardat Lili, che tramano contro la razza umana per il possesso della Terra. Lo stesso autore utilizza il nome di Lilith per la protagonista di una sua altra opera, per l'appunto Lilith.
  • Nella serie d'animazione giapponese "Machikado Mazoku", Lilith è l'antenata della giovane succuba protagonista. Le somiglianze al vero demone stanno anche nell'origine mesopotamica del personaggio.
  • Nel fumetto Jeff Hawke di Sidney Jordan, l'episodio Il mistero di Shorty vede Lilith fondatrice di una colonia spaziale popolata da donne avvenenti e crudeli. Lilith giace in eterna animazione sospesa per essere destata dal protagonista. La distruzione della cella criogenica la trasforma da donna avvenente in mostro, nella "vera Lilith". L'intervento insperato degli angeli Sanvi, Sansavi e Samangelaf salva l'eroe da una morte certa.
  • Una strega di nome Lilith compare come antagonista del personaggio dei fumetti Marvel Ghost Rider.
  • Nel fumetto Tex Lilyth è una squaw della tribù dei Navajo (o Navaho) che salva e sposa Tex; avranno un figlio Kit (Piccolo Falco); morirà di vaiolo, epidemia causata da avversari di Tex; talvolta ritorna nei pensieri e nei racconti di Tex.
  • Nella serie d'animazione giapponese Neon Genesis Evangelion, il secondo angelo Lilith è concepito come la progenitrice del genere umano e di tutte le specie terrestri, i Lilin; relegata nelle estreme profondità del Terminal Dogma del quartier-generale della Nerv, appare come un essere gigantesco con le mani inchiodate a una croce che ricorda quella di Cristo e l'addome trafitto dalla Lancia di Longino. Il suo arrivo sulla Terra dopo quello del primo angelo Adam ha costretto quest'ultimo a entrare in uno stato dormiente, impedendogli di popolare il pianeta della sua stirpe, gli angeli; in questa prospettiva, gli esseri umani sono visti quindi come gli usurpatori della Terra.
  • Esiste un Digimon ispirato a Lilith, che si chiama appunto Lilithmon.
  • Nel fumetto Lucifer la guerriera Mazikeen, guardia del corpo di Lucifero Stella Del Mattino, è a capo della tribù guerriera dei Lilim, discendenti dell'accoppiamento di Lilith con i demoni e ansiosi di dare l'assalto alla Città d'Argento del Paradiso.
  • Nel settimo episodio Bifolchi di coccio e manici di scopa della 21ª stagione della serie televisiva I Simpson le streghe wikkan incontrate da Lisa evocano Lilith.
  • Nel fumetto Rachel Rising, di Terry Moore, uno dei personaggi principali è proprio Lilith (anche se in questa versione, oltre a essere l'amante dell'Angelo che diventerà il Diavolo, è pure la sorella di Rachel, la protagonista).
  • Nell'universo narrativo di Martin Mystère, i discendenti di Lilith e Adamo vivono celati al resto del mondo sul monte Sashta, in California. Possiedono una tecnologia molto avanzata e impediscono a tutti di rivelarsi all'esterno. Sono identici agli esseri umani tranne che per una fessura al centro della fronte, che sarebbe il loro ombelico, dato che hanno il ventre piatto. Sono mortali ma possono vivere oltre i 200 anni.
  • Nel manga Devilman di Go Nagai, l'arpia Silen ha sembianze identiche a quelle attribuite spesso a Lilith.
  • Nella serie d'animazione Hazbin Hotel, Lilith e Lucifero si innamorano dopo che quest'ultima ha lasciato Adamo, e i due sono i genitori di Charlie, la protagonista della serie.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel disco del 2021 "The Cause of Shipwreck" la band symphonic metal olandese Blackbriar omaggia Lilith col brano ''Lilith Be Gone", con il testo chiaramente di matrice femminista.
  • Nel disco "Not For Trees" dei Plaid è presente una canzone in duetto con Björk che porta proprio il nome di "Lilith". Nel brano si fa più volte riferimento alla Luna, ed è anche possibile sentire l'artista islandese imitare gli ululati dei lupi.
  • Nel loro concept album capolavoro, The Lamb Lies Down on Broadway del 1974, il gruppo progressive inglese dei Genesis presenta un brano dal titolo Lilywhite Lilith che fa un riferimento positivo a Lilith:

«Lilywhite lilith,
She gonna take you thru the tunnel of night
Lilywhite lilith,
She gonna lead you right

Giochi e videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel videogioco Final Fantasy IV e Final Fantasy IX, come uno dei Boss finali abitante il Mondo di Cristallo.
  • Lilith appare come un personaggio secondario di Darksiders. Ella non compare direttamente nel gioco, ma la sua voce è udibile quando Abaddon decide di schierarsi dalla parte dell'Inferno, trasformandosi nel mostruoso Distruttore. Appare nella sua forma completa nel fumetto ufficiale[31], mostrandosi sia come una potenziale compagna di Samael sia come una diavolessa molto diffidente nei confronti dei Cavalieri e dell'Arso Consiglio.
  • Lilith appare anche nel videogioco Borderlands e Borderlands 2, dove ha i capelli rossi, la pelle ricoperta di tatuaggi blu (riferimento alla pelle blu) e occhi di color rosso/arancione molto acceso.
  • Nel gioco Diablo II compare come mostro da combattere nel Pandemonium Event nei reami di Battle.net. È madre di Andariel, signora dell'angoscia.
  • Durante la convention Blizzcon 2019, Lilith è stata presentata nel trailer cinematico di Diablo IV come personaggio di rilievo dell'espansione (possibilmente un boss nel gioco).
  • Nel gioco Vampiri: la masquerade si dice che Lilith fosse stata sorella e amante di Caino e Abele (oltre che causa dell'uccisione di Abele).
  • Lilith è il nome della parte debole di Morrigan Aensland (da piccola il suo potere è stato diviso in tre parti, quella più debole ha preso forma, assumendo il nome Lilith) nella serie Darkstalkers.
  • Nel popolare gioco puzzle-RPG Puzzle & Dragons Lilith è uno dei cinque mostri della serie "ragazze guaritrici" ed è l'evoluzione della succuba, associata all'elemento buio. Può a sua volta evolversi in Witch of the Night, Lilith.
  • Lilith appare nell'espansione del gioco The Binding of Isaac: Rebirth, "Afterbirth" come personaggio giocabile. Ha i capelli rossi, la pelle nera e gli occhi bendati, con una macchia di sangue sulla benda.
  • Nel videogioco Final Fantasy Tactics fra i vari oggetti ottenibili nelle missioni secondarie può essere trovata una statua di Lilith raffigurandola come metà angelo e metà demone.
  • Lilith appare come nemico in diversi capitoli di Castlevania.
  • Lilith appare come personaggio giocabile in Iron Maiden Legacy of the Beast.
  • Lilith è un demone ricorrente nella serie di Shin Megami Tensei.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Il titolo di Fata Lilith fu preso dalla leggenda di Lilith come prima moglie di Adamo, onorandola nell'immaginario moderno come icona femminista: nella tradizione si rivela infatti una donna forte, che non piega la propria volontà a quella dell'uomo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lilit nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 13 ottobre 2023.
  2. ^ Gershom Scholem, La cabala, § 13, pag. 357, Mediterranee, 1982.
  3. ^ a b (EN) Looking for Lilith - Cercando Lilith Archiviato il 18 dicembre 2001 in Internet Archive.
  4. ^ Dalmazio Frau, L'arte ermetica, Arkeios, 2009, p. nota 25.
  5. ^ Siegmund Hurwitz, Lilith, die erste Eva: eine Studie uber dunkle Aspekte des Wieblichen, Zurigo, Daimon Verlag, 1980, 1993. Trad. inglese Lilith, the First Eve: Historical and Psychological Aspects of the Dark Feminine, translated by Gela Jacobson. Einsiedeln, Switzerland, Daimon Verlag, 1992 ISBN 3-85630-545-9.
  6. ^ AA.VV., Per una didattica transdisciplinare: Materiali, proposte, esperienze, pag. 264, Celid, 2020.
  7. ^ «Nel concetto di Grande Madre entra anche Lilith» (Roberto Sicuteri, Lilith la Luna Nera, ed. Astrolabio, 1980, cfr. Simona Zannoni, Lilith. L'ombra del femminile, Youcanprint, 2018. Cfr. anche Vanda Druetta, Il sogno del femminile, il femminile del sogno, pag. 128, FrancoAngeli, 2001).
  8. ^ Anche nella psicologia junghiana «si apprende che Lilith viene equiparata all'archetipo della Grande Madre: Lilith, la Luna Nera» (Cristina Grazioli, Lo specchio grottesco: marionette e automi nel teatro tedesco del primo '900, pag. 128, Esedra, 1999).
  9. ^ Renzo Baldini, Trattato tecnico di astrologia, Hoepli, 2013, p. 195, ISBN 978-88-203-5803-7.
  10. ^ Renzo Baldini, op. cit.
  11. ^ a b c d María Martha Fernández, La presencia de Lilith en los escritos rabínicos y su origen.
  12. ^ Il racconto appare anche all'interno della XII tavola dell'Epopea di Gilgamesh, tavola che è considerata di altra fonte ed esterna all'epopea vera e propria, incongruente ma allegata solamente perché racconta episodi relativi all'eroe. Vedi Andrew George, The epic of Gilgamesh, Penguin books, 1999, ISBN 0-14-044721-0.
  13. ^ Diane Wolkstein, Samuel Noah Kramer, Inanna, Queen of Heaven and Earth, Her Stories and Hymns from Sumer, New York, 1983, ISBN 0-06-014713-X
  14. ^ Pauline Albenda, The "Queen of the Night" Plaque: A Revisit, in Journal of the American Oriental Society, vol. 125, n. 2, 2005, pp. 171–190, JSTOR 20064325.
  15. ^ Thompson, Campbell. Diablos y Espíritus Malignos de Babilonia.. Luzac and Company, 1903.
  16. ^ Altri elementi della diffusione del mito nell'Antica Grecia possono essere ritrovati nelle Erinni e in Ecate.
  17. ^ Il termine significa notturna. Cfr. [1] Archiviato il 6 marzo 2009 in Internet Archive. Dizionario online ebreo-inglese.
  18. ^ Archibald Henry Sayce, Hibbert Lectures on Babylonian Religion, 1887.
  19. ^ C. Fossey, "La Magie Assyrienne", The American Journal of Semitic Languages and Literatures, Vol. 19, No. 3 (Apr. 1903), pp. 184-187.
  20. ^ Isaia 34:14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  21. ^ a b c La sacra Bibbia, edizione ufficiale della CEI, 1974
  22. ^ Judit M. Blair, De-Demonising the Old Testament - An Investigation of Azazel, Lilith, Deber, Qeteb and Reshef in the Hebrew Bible. Forschungen zum Alten Testament, 2 Reihe, Mohr Siebeck 2009 ISBN 3-16-150131-4.
  23. ^ Isa 34:14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  24. ^ https://www.biblistica.it/?page_id=3556
  25. ^ van der Lugt, Maaike, "Sex Difference in Medieval Theology and Canon Law," Medieval Feminist Forum (University of Iowa) vol. 46 no. 1 (2010): 101–121.
  26. ^ Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica, Milano, 1965.
  27. ^ Per la religione ebraica è tabù pronunciare il nome di Dio: nella vita reale è scandalo, in una leggenda indica una natura sovrumana.
  28. ^ Altre fonti cabalistiche la descrivono compagna del demone Samael, il serpente tentatore, entrambi creati contemporaneamente alla coppia Adamo ed Eva. Vedi http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/Lilith/jacob_ha_kohen.html R. Isaac b. Jacob Ha-Kohen, Lilith in Jewish Mysticism - Treatise on the Left Emanation.
  29. ^ PRIMO LEVI, Lilìt, da Lilìt ed altri racconti, in Opere, vol. II, Giulio Einaudi Editore, Torino 1997, pp. 18-23
  30. ^ José Saramago, Caino, Feltrinelli, 2009 (ISBN 978-88-07-01806-0).
  31. ^ Lilith - Darksiders Wiki - Wrath of War, Weapons, Enemies, Collectibles, Abilities, and more!

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Capone, Luna Nera - Lilith, 3ª ed., Torino, edizioni F. Capone, 2013 [1994], ISBN 88-89778-16-4.
  • Jeremy Naydler e Luciana Pugliese, Il Tempio del Cosmo. Religione, magia e miti nell'Antico Egitto, Vicenza, ed. Neri Pozza, 1997, ISBN 88-7305-600-8.
  • Renzo Baldini, Trattato tecnico di astrologia, Hoepli, 2013, p. 195, ISBN 978-88-203-5803-7.
  • Mauro D'Angelo, Lilith la Dea Nera, Torino, edizioni "All'Insegna di Ishtar".
  • Fulvio Rendhell, Lilith la Sposa di Satana nell'Alta Magia, Padova, Mastrogiacomo-Images 70, 1982.
  • Mauro D'Angelo, Lilith, ed. Atmosfera 2013.

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