Longobucco

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Longobucco
comune
Longobucco – Stemma
Longobucco – Bandiera
Longobucco – Veduta
Longobucco – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Provincia Cosenza
Amministrazione
SindacoGiovanni Pirillo (UdC con lista civica "Laboratorio Civico") dal 12-06-2022
Territorio
Coordinate39°27′N 16°37′E / 39.45°N 16.616667°E39.45; 16.616667 (Longobucco)
Altitudine784 m s.l.m.
Superficie212,26 km²
Abitanti2 534[1] (31-12-2023)
Densità11,94 ab./km²
FrazioniCava di Melis, Destro, Manco, Ortiano, San Pietro in Angaro
Comuni confinantiAcri, Bocchigliero, Caloveto, Casali del Manco, Celico, Corigliano-Rossano, Cropalati, Paludi, Pietrapaola, San Giovanni in Fiore, Spezzano della Sila
Altre informazioni
Cod. postale87066
Prefisso0983
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT078068
Cod. catastaleE678
TargaCS
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantilongobucchesi
Patronosan Domenico
Giorno festivo4 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Longobucco
Longobucco
Longobucco – Mappa
Longobucco – Mappa
Posizione del comune di Longobucco all'interno della provincia di Cosenza
Sito istituzionale
Piazza Giacomo Matteotti

Longobucco è un comune italiano di 2 534 abitanti in provincia di Cosenza, posto in una vallata della Sila Greca, percorsa dal fiume Trionto. È il quarto comune più esteso della Calabria.[3] Nel suo territorio sorge, immersa nei boschi della Sila, la località Fossiata (m 1315 s.l.m.), in prossimità del lago Cecita, massimo bacino dell'altopiano silano.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del paese deriva dal latino longa bucca (ossia "lunga concavità") che a sua volta si riferisce al nome del torrente Macrocioli, dal greco bizantino makrokoilos (che significa "lunga cavità").

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1487 re Ferrante d'Aragona di Napoli, grato a Ludovico il Moro per l'aiuto ricevuto nella lotta contro la congiura dei baroni, gli concesse il principato di Rossano e le contee calabre di Borrello, Longobucco e Rosarno, che venivano ad aggiungersi al ducato di Bari, già in suo possesso dal 1479.[4] Già a partire da allora ne fu altrettanto titolare la di lui moglie, Beatrice d'Este, nipote e figlia adottiva del re, per volontà dell'avo che gliela concedeva in moglie. Alla morte di quest'ultima, nel 1497, Ludovico (ormai duca di Milano) cedette Longobucco insieme all'intero ducato di Bari al loro secondogenito Sforza Francesco, ma questi non ne godette che fino al 1499, poiché a causa dell'imminente invasione francese del ducato di Milano e di una confusa e infruttuosa manovra politica del padre Ludovico, Longobucco con l'intero ducato di Bari fu occupato da Isabella d'Aragona, pur continuando a esserne titolare Francesco.[5]

Ludovico il Moro e sua moglie Beatrice d'Este, duchi di Bari, nella Pala Sforzesca.

Il paese rivestì un ruolo molto importante durante il brigantaggio: nativi di Longobucco erano i feroci briganti Palma, Faccione, Santoro, che si faceva chiamare Re Coremme.

Durante il fascismo vennero confinati in questo paese alcuni dignitari etiopi che avevano avuto importanti ruoli nella resistenza al colonialismo fascista.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 giugno 2005.[6][7]

«Stemma partito di rosso e di verde, al tempietto, scalinato di due, con alta cupola tondeggiante, con due colonne laterali ioniche, d'oro, finestrato con finestrella tonda, di argento, chiuso dello stesso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di rosso, il motto, in lettere maiuscole di argento, Temesen antiquum nomen meum. Ornamenti esteriori da Comune»

Il gonfalone è un drappo partito di verde e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Molti luoghi del centro abitato di Longobucco hanno un'importanza storica di rilievo.

Museo dell'artigianato silano e della difesa del suolo[8]

Ha sede a Longobucco nella bella cornice dell'ex convento dei Frati Francescani minori, costituisce un altro concreto passo nel cammino della diffusione della conoscenza del territorio della Sila e della sua popolazione. Il Museo si configura quale vera e propria vetrina che mette in luce le peculiarità dell'area dell'altopiano silano con particolare attenzione a tutte le tematiche connesse all'artigianato locale (la lavorazione dei tessuti, quella dei metalli e l'oreficeria, la lavorazione del legno e della pietra) e la difesa dell'ambiente.

Vista dal fiume Trionto
Torre campanaria
Chiesa Matrice. Volta della Chiesa

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 56 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Ogni anno nel mese di settembre si svolge la fiera di Puntadura.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Nel tardo medioevo a Lonongobucco si sviluppò una attività estrattiva dell'argento, la maggiore del regno di Napoli, che non resse dopo l'arrivo dell'argento dalle Americhe [10]

Le attività più sviluppate sono l'agricoltura, la tessitura dei tappeti, la lavorazione del legno e l'edilizia. Interessanti prospettive sono offerte anche dal turismo naturalistico, per i boschi e le sue montagne incontaminate facenti parte del Parco nazionale della Sila. Fra le lavorazioni artigianali si distinguono la lavorazione del ferro battuto, del legno, della pietra e la fabbricazione di tessuti di lana, cotone e seta, tessuti e ricamati a mano con un ricco repertorio di disegni antichi e moderni.[11][12] Esiste in paese una mostra permanente di tessuti artigianali.
Gli anni cinquanta coincisero con uno sviluppo demografico, dovuto anche alla favorevole congiuntura a livello nazionale, rilanciando il paese dal punto di vista economico. Successivamente la popolazione ha subito un consistente flusso migratorio anche a causa di una cattiva gestione della montagna, così che gli abitanti si sono ridotti da oltre 8.000 agli attuali 3.466. Potenziale economico commerciale hanno certe specialità gastronomiche: tra queste spicca il salume denominato sacchetto di Longobucco preparato con carne di zampa del suino nero calabrese.[13]

Buona parte del suo territorio oggi fa parte del Parco nazionale della Sila.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio "Bruno da Longobucco".
  • Nel 2014 l'amministrazione comunale ha istituito il premio "Giuseppe De Capua", intitolato ad un sacerdote longobucchese che si distinse per i suoi incarichi e per avere scritto molti libri sulla storia di Longobucco, per mantenere vivo il rapporto con i longobucchesi che per ragioni di studio e lavoro vivono altrove.

Amministrazione Comunale[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 Aprile 1995 16 Novembre 1997[14] Domenico Ioele Centro-sinistra Sindaco
17 Novembre 1997 27 Maggio 2002 Vincenzo Emanuele De Simone Centro-sinistra Sindaco
28 Maggio 2002 28 Maggio 2007 Vincenzo Emanuele De Simone Centro-sinistra Sindaco
28 Maggio 2007 07 Maggio 2012 Luigi Stasi Partito Democratico Sindaco
08 Maggio 2012 12 Giugno 2017 Luigi Stasi Partito Democratico Sindaco
12 Giugno 2017 06 Dicembre 2021 Giovanni Pirillo Partito Democratico sindaco Dimissioni della Maggioranza
06 Dicembre 2021 16 Giugno 2022 Domenico Giordano Indipendente Commissario Prefettizio
16 Giugno 2022 In Carica Giovanni Pirillo Civico sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Comuni calabresi per superficie, su tuttitalia.it. URL consultato il 5 settembre 2018.
  4. ^ Archivio storico lombardo, Volume 17, Volume 29, Società storica lombarda., 1902, p. 415; Gli Sforza: La casata nobiliare che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535, Caterina Santoro, Lampi di stampa, 1 gen 1999, p. 241.
  5. ^ Della famiglia Sforza, Volume 2, Nicola Ratti, Presso Il Salomoni, 1794, pp. 80-81.
  6. ^ Emblema del Comune di Longobucco (Cosenza), su Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2005. URL consultato il 17 gennaio 2021.
  7. ^ Lo stemma e il gonfalone, su Comune di Longobucco. URL consultato il 17 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2021).
  8. ^ Museo dell'artigianato silano e della difesa del suolo, su ecomuseolongobucco.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2021).
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ 526 marche e 13 once d’argento che nel 1282 sono ricordate (tra gli oggetti conservati a S. Salvatore di Napoli) come provenienti dalla miniere di Longobuco.” Caggese R., Roberto d’Angiò e i suoi tempi Volume I, 1922, p. 519.archivio storico crotone
  11. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 14.
  12. ^ ARTISTI ARTIGIANI - La Nobile Rappresentanza Calabrese, su portalecalabria.com. URL consultato il 26 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2016).
  13. ^ ricetta e preparazione
  14. ^ il 18 luglio con l'annullamento dei voti si ebbe lo scioglimento del consiglio comunale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Maria Adorisio, "Argentera: "La principale minera del Regno". 1496-1568. Fonti scritte per la storia economica e civile delle miniere di Longobucco: "Pergamene Argentera" dell'Archivio di Stato di Napoli, GAL SILA GRECA BASSO IONIO COSENTINO, 2015 (Quaderni, 1).
  • Giuseppe Ferraro,, Le origini delle chiese dell'Annunziata e della Trinità di Longobucco in una «breve storia» del 1920, in Calabria sconosciuta, dicembre 2014.
  • Tommaso Bartoli, Monografia della città di Temesen. Memoria del Dottor Tommaso Bartoli da Longobucco. 1846, Cosenza, Migliaccio, 1849.
  • G. De Capua, Longobucco, dalle origini al tempo presente, Cosenza, 1982.
  • G. De Capua, Longobucco, dalle origini al tempo presente, 2ª ed., Rossano, Studio Zeta, 1997.
  • G. Ferraro, Persistenze e mutamenti sociali nella compilazione dei catasti onciari: il caso dell'università di Longobucco (1753), in Rogerius, XVI, n. 2, 2013.
  • Salvatore Muraca, Cent'anni di storia a Longobucco, in Il libro di un secolo. Sintesi di storia del '900 in Italia e nel nostro comune, Roma, Edizioni Alisei, 2000, pp. 54–61.
  • G. Ferraro, Una liberazione «diversa» e le lettere «amhariche» degli anni di confino dei deportati etiopi, in Rivista Calabrese di Storia del ‘900, n. 2-2013, pp. 227-250.. Semestrale dell'Istituto calabrese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea.
  • Giuseppe Ferraro, Brevi note intorno ai riti di preparazione della Settimana Santa di Longobucco, in Calabria sconosciuta, n. 141.
  • Atti Premio internazionale di medicina Bruno da Longobucco. Storia e tradizioni scientifiche in Calabria, Longobucco, 24 agosto 2005, Cosenza, Plane, 2005.
  • S. Muraca, Un paese altrove. Appunti e immagini sull'emigrazione longobucchese, Cosenza, Plane, 2005.
  • A. M. Adorisio, I codici di Bruno da Longobucco. In Appendice il «Titulus finalis» inedito della Chirurgia Magna, Casamari, Edizioni Casamari, 2006 (Con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Longobucco).
  • Giuseppe Ferraro, Lettere dal fronte: aspetti e problemi di vita militare durante la Grande Guerra, in Rivista calabrese di storia del '900, n. 2, 2012, pp. 117-132., periodico dell'Istituto calabrese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea
  • Tommaso Cariati, Patru e figghiu, Castiglione Cosentino, Laborgonolico, 2006.
  • Giuseppe Ferraro, La Fiera di Puntadura di Longobucco tra passato e presente. Per ridisegnare e sviluppare un centro montano: economia, cultura e comunicazione, in ALM, 2007, pp. 1–5.
  • A. M. Adorisio, G. Brunetti, F. Burgarella, T. Cariati, G. Ferraro, M. Lazzari, G. Leone e S. Muraca, Longobucco, dal mito alla storia. Testimonianze e studi in memoria di Mons. Giuseppe De Capua, Longobucco (San Giovanni in Fiore), Edizioni Librare, 2008.
  • Domenico Curcio, Fiorenzo De Simone, Giuseppe Ferraro (a cura di), Francesco Godino, l'uomo e il sacerdote (Un parroco fra le montagne), Benevento, MB Stampa, 2005.
  • Salvatore Muraca, Breve storia della Camera del Lavoro di Longobucco, in La voce dei lavori, febbraio 2005. Periodico mensile della Camera del Lavoro di Cosenza.
  • Francesco Godino, Santa Brigida a Longobucco, Rossano, Grafosud, 2000.
  • Francesco Godino, C'era una volta Longobucco, Rossano, Grafosud, 2005.
  • Giuseppe De Capua, La religiosità popolare dei longobucchesi espressa nelle canzoni, Montalto, Periferia, 1997.
  • Giuseppe De Capua, Canzoni dialettali longobucchesi. Commento estetico, Montalto, Periferia, 1997.
  • Giuseppe Ferraro, Regno di Napoli (1753): il ruolo sociale portante della donna calabrese. L'esito di uno studio su Longobucco attraverso i dati del catasto onciario, n. 40, dicembre 2010.
  • Giuseppe Ferraro, La Calabria al fronte: la Grande Guerra nelle lettere di Alfonso Russo, in Rivista Calabrese di Storia del ‘900, Semestrale dell'Istituto calabrese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea,1/2-2009.
  • Giuseppe Ferraro, Mons. Montini e gli internati etiopici in Calabria (1937-1943), in Rivista Calabrese di Storia del ‘900, n. 2, 2011..Periodico dell'Istituto calabrese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea.
  • Giuseppe Ferraro, Brevi considerazioni su “Il Palio dell'Assunta” di Longobucco: tra gioco e antropologia sociale, in Calabria Sconosciuta, n. 127, luglio/settembre, pp. 22–23.
  • Alfredo Focà, Maestro Bruno da Longobucco-Chirurgo, Laruffa Editore, 2004.
  • Autori Varii, L'Argentera di Longobucco. Seconda edizione, Comune di Longobucco. Assessorato alla cultura, [San Giovanni in Fiore, Grafica Florens], 2001-2004, Quaderni della Biblioteca Civica "Bruno da Longobucco". Quaderno 1.
  • Ortiano 1973 Emergenza e Solidarietà, 2003, Quaderni della Biblioteca Civica "Bruno da Longobucco". Quaderno n.2.
  • P. Majerù, Longobucco nel 1700, Rossano, Ferrari, 2014.
  • La Tradizione delle Arti e dei Mestieri a Longobucco, 2004, Quaderni della Biblioteca Civica "Bruno da Longobucco". Quaderno n.3.
  • Domenico Palma e il Brigantaggio nel Meridione, 2005, Quaderni della Biblioteca Civica "Bruno da Longobucco". Quaderno n.4.
  • Giuseppe Ferraro, I capi briganti contro l'integrità politica e militare del Mezzogiorno d'Italia, in Parola di Vita-Cultura e Storia, 3 (104), 4.
  • Lo Stemma e il Gonfalone del Comune di Longobucco, 2006, Quaderni della Biblioteca Civica "Bruno da Longobucco". Quaderno n.5.
  • Giuseppe Ferraro, Un prefetto lombardo e un brigante calabrese: il convegno silano tra Guicciardi e Palma, in L'Acropoli, 2 (2012).
  • Salvatore Muraca, Longobucco 1913-1953, Cosenza, Periferia, 1994.
  • Giuseppe Ferraro, L'Abissinia a Longobucco. Le deportazioni di sudditi coloniali in Calabria. L'atteggiamento del fascismo e del Vaticano, in Il Quotidiano della Calabria, 19 agosto 2012, pp. 18–19.
  • Salvatore Muraca, a cura di, Giacinto Muraca. Le lotte per la democrazia ed il lavoro a Longobucco nel secondo dopoguerra, Mirto-Crosia, Effe Graf, 1998.
  • Giuseppe Ferraro, Il brigante galantuomo. La Calabria post Unità d'Italia, in Il Quotidiano della Calabria, 7 ottobre 2012, pp. 18–19.
  • Giuseppe Ferraro, Vicende e aspetti delle feste patronali di Longobucco, in Calabria Sconosciuta, n. 134-135, 2012.
  • Giuseppe Ferraro, La Grande guerra. Il centenario della Prima guerra mondiale attraverso le lettere dei soldati calabresi al fronte, in Il Quotidiano della Calabria, 18 maggio 2014, pp. 48–49.
  • Parrilla Angela, Il folclore a Longobucco: panorama culturale di un piccolo centro calabrese, 1980, p. 406.
  • Caliò Giuseppe, Pagine critiche e pagine storiche su Longobucco / Giuseppe Caliò; raccolte in volume a cura di Gaetano Romano. - Rossano: Studio Zeta, stampa 1998.
  • Giuseppe Ferraro, La legge Pica e la lotta ai briganti, in Il Quotidiano della Calabria, 21 luglio 2013, pp. 18–19.
  • Sul 1943 a Longobucco clicca qui http://www.ottoetrenta.it/cultura-e-spettacolo/1943-gli-angloamericani-e-i-deportati-etiopi-confinati-a-longobucco-tra-i-monti-della-sila/.
  • Hubert Jacobs, Da Longobucco alle Molucche: il gesuita Bernardino Ferrari (1537-1584), in Campania Sacra, vol. 22, n. 1, 1991, pp. 34–51.
  • Seminara, Alfio, Il cosidetto Registro Gagliardi di Santa Maria Maddalena in Longobucco. Messina, s.t., 2009, 85 p., tav.11.

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