Papa Pio X: differenze tra le versioni

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Pio X si mostrò assai meno conciliante verso questa politica fortemente [[anticlericalismo|anticlericale]] rispetto al proprio predecessore, nonostante la maggioranza dei [[vescovi]] francesi gli consigliasse di piegarsi alla nuova legge. La legge emanata dal governo francese segnò il culmine di tale politica, decretando unilateralmente l'abrogazione del [[concordato del 1801]].
Pio X si mostrò assai meno conciliante verso questa politica fortemente [[anticlericalismo|anticlericale]] rispetto al proprio predecessore, nonostante la maggioranza dei [[vescovi]] francesi gli consigliasse di piegarsi alla nuova legge. La legge emanata dal governo francese segnò il culmine di tale politica, decretando unilateralmente l'abrogazione del [[concordato del 1801]].


Nel [[1906]] Pio X con l'enciclica ''[[Vehementer Nos]]'' dell'11 febbraio, l'allocuzione concistoriale ''Gravissimum'' del 21 febbraio e l'enciclica ''[[Gravissimo Officii Munere]]'' del 10 agosto, proibì ogni attività collaborativa all'applicazione della nuova legge. L'ostilità del Pontefice alla nuova normativa francese compromise la creazione delle ''[[associations cultuelles]]'', previste dalla legge del 1905, alle quali avrebbe dovuto essere trasferito il patrimonio della Chiesa. Prendendo a pretesto tale opposizione lo Stato francese incamerò gli ingenti beni immobili ecclesiastici. La situazione sarebbe mutata soltanto nel [[1923]] con la creazione delle "associations diocésaines".
Nel [[1906]] Pio X con l'enciclica ''[[Vehementer Nos]]'' dell'11 febbraio, l'allocuzione concistoriale ''Gravissimum'' del 21 febbraio e l'enciclica ''[[Gravissimo Officii Munere]]'' del 10 agosto, proibì ogni attività collaborativa all'applicazione della nuova legge. L'ostilità del Pontefice alla nuova normativa francese compromise la creazione delle ''associations culturelles'', previste dalla legge del 1905, alle quali avrebbe dovuto essere trasferito il patrimonio della Chiesa. Prendendo a pretesto tale opposizione lo Stato francese incamerò gli ingenti beni immobili ecclesiastici. La situazione sarebbe mutata soltanto nel [[1923]] con la creazione delle "associations diocésaines".


Analoghe tensioni si registrarono con il [[Portogallo]], dopo l'avvento in quel Paese, nel [[1910]], della [[repubblica]] guidata da gruppi di potere anticlericali massonici. Pio X rispose con l'enciclica ''[[Iamdudum]]''.
Analoghe tensioni si registrarono con il [[Portogallo]], dopo l'avvento in quel Paese, nel [[1910]], della [[repubblica]] guidata da gruppi di potere anticlericali massonici. Pio X rispose con l'enciclica ''[[Iamdudum]]''.

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Papa Pio X
257º papa della Chiesa cattolica
Elezione4 agosto 1903
Incoronazione9 agosto 1903
Fine pontificato20 agosto 1914
MottoInstaurare omnia in Christo
Cardinali creativedi Concistori di papa Pio X
Predecessorepapa Leone XIII
Successorepapa Benedetto XV
 
NomeGiuseppe Melchiorre Sarto[1]
NascitaRiese, 2 giugno 1835
Ordinazione diaconale27 febbraio 1858
Ordinazione sacerdotale18 settembre 1858 dal vescovo Giovanni Antonio Farina
Nomina a vescovo10 novembre 1884 da papa Leone XIII
Consacrazione a vescovo16 novembre 1884 dal cardinale Lucido Maria Parocchi
Elevazione a patriarca15 giugno 1893 da papa Leone XIII
Creazione a cardinale12 giugno 1893 da papa Leone XIII
MorteRoma, 20 agosto 1914 (79 anni)
SepolturaBasilica di San Pietro in Vaticano
Firma
San Pio X
 

Papa

 
Nascita2 giugno 1835, Riese bandiera Regno Lombardo-Veneto
Morte20 agosto 1914, Roma Bandiera dell'Italia Italia
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione3 giugno 1951 da papa Pio XII
Canonizzazione29 maggio 1954 da papa Pio XII
Ricorrenza21 agosto, 3 settembre (Forma straordinaria)
Attributiabito talare papale, abito corale papale, manto papale, triregno

Papa Pio X (in latino: Pius PP. X, nato Giuseppe Melchiorre Sarto; Riese, 2 giugno 1835Roma, 20 agosto 1914) è stato il 257º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (1903-1914). Fu proclamato santo nel 1954.

Biografia

Le origini e la carriera

Giuseppe Sarto giovane seminarista

Giuseppe Melchiorre Sarto nacque a Riese - comune che dal 1952 ha assunto la denominazione di Riese Pio X, in provincia di Treviso - secondo di dieci figli in una famiglia modesta. Suo padre Giovanni Battista (1792-1852) era, oltre che fattore, cursore dell'amministrazione asburgica (assimilabile alle odierne funzioni di messo comunale) e sua madre, Margherita Sanson (1813-1894), una modesta sarta di campagna.[2]. Egli si distinse da molti suoi predecessori e successori proprio per il fatto che il suo cursus honorum fu esclusivamente pastorale senza alcun impegno presso la curia o nell'attività diplomatica della Santa Sede.

Ricevette la tonsura nel 1850 ed entrò nel seminario di Padova, grazie a una borsa di studio ottenuta tramite il patriarca di Venezia Jacopo Monico, suo compaesano. Fu ordinato prete nel 1858 dal vescovo di Treviso, Giovanni Antonio Farina, e divenne cappellano della parrocchia di Tombolo. Nel 1867 fu promosso arciprete di Salzano e poi, nel 1875, canonico della cattedrale di Treviso, cancelliere vescovile e fungendo nel contempo da direttore spirituale nel seminario diocesano, esperienza della quale serberà sempre un ottimo ricordo.

Il 10 novembre 1884 fu nominato vescovo di Mantova; ricevette la consacrazione episcopale sei giorni dopo nella basilica di Sant'Apollinare in Roma dal cardinale Lucido Maria Parocchi. Come vescovo di Mantova partecipò al primo Congresso catechistico nazionale tenutosi a Piacenza tra il 24 e il 26 settembre 1889 e presentò un voto a favore di

«...un catechismo popolare storico-dogmatico-morale redatto in domande brevi e risposte brevissime»

comune per tutta Italia poiché riteneva che il catechismo del Bellarmino

Il cardinal Sarto, patriarca di Venezia

«...tornasse molto difficile alle menti rozze non solo dei bambini, ma anche degli adulti che in questa parte sono quasi geniti infantes[3]»

Successivamente ricoprì la carica di patriarca di Venezia. Il governo italiano rifiutò peraltro inizialmente il proprio exequatur, asserendo che la nomina del patriarca di Venezia spettava al Re e che, inoltre, Sarto era stato scelto su pressione del governo dell'Impero austro-ungarico. Giuseppe Sarto dovette quindi attendere ben 18 mesi prima di poter assumere la guida pastorale del patriarcato di Venezia. Con la nomina a patriarca egli ricevette pure la berretta cardinalizia nel concistoro del 12 giugno 1893.

Il conclave

Alla morte di papa Leone XIII il candidato più probabile al soglio di Pietro era considerato il segretario di Stato Rampolla. All'apertura del conclave il 1º agosto 1903, la sorpresa: il cardinale Puzyna, arcivescovo di Cracovia, comunica che l'imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe, usando un suo antico privilegio quale sovrano di un impero cattolico, pone il veto all'elezione del cardinale Rampolla.

I motivi del veto sarebbero non soltanto politici, in particolare la vicinanza del Rampolla alla Francia e le sue idee più aperte, ma anche personali; il Rampolla, quale segretario di Stato, avrebbe infatti cercato di influenzare Leone XIII a negare una sepoltura cristiana all'arciduca Rodolfo d'Asburgo-Lorena, figlio del sovrano, suicidatosi durante i fatti di Mayerling.

Nonostante l'indignazione di molti cardinali il conclave decise comunque di obbedire alla volontà dell'imperatore, così la candidatura di Rampolla sfumò e i suffragi si orientarono sul patriarca di Venezia, che fu eletto il 4 agosto e incoronato il 9. Prese il nome pontificale di Pio X in onore dei suoi ultimi predecessori Pio VI, Pio VII, Pio VIII e Pio IX. Scelse come motto del suo pontificato Instaurare omnia in Christo (Efesini 1,10[4]) e lo attuò con coraggio e fermezza.

Una delle prime decisioni di Pio X fu proprio l'abolizione, con la costituzione apostolica Commissum Nobis, del cosiddetto jus exclusivae (o veto laicale), una forma di veto che spettava ad alcuni sovrani cattolici e in grazia al quale egli era divenuto pontefice.

Il pontificato

Il cardinal Luigi Macchi annuncia l'elezione del cardinal Sarto
Pio X il giorno dell'incoronazione

Il nuovo Papa, consapevole di non avere alcuna esperienza diplomatica né una vera e propria formazione universitaria, seppe scegliere dei collaboratori competenti come il giovane cardinale Rafael Merry del Val, di soli 38 anni, poliglotta e direttore della Pontificia accademia ecclesiastica, che fu nominato segretario di Stato. Stante la propria inesperienza, Pio X lasciò a Merry del Val sostanzialmente campo libero nella conduzione della diplomazia vaticana.

Papa Pio X rimase sempre semplice e umile e in Vaticano visse parcamente, assistito dalle sorelle, in un appartamento fatto allestire appositamente.

Caratteristico e storicamente importante fu l'indirizzo teologico che diede alla Chiesa cattolica durante tutto il suo pontificato, la cui linea può essere definita sinteticamente come tradizionalista, in particolare per la lotta ingaggiata contro il modernismo attraverso l'enciclica Pascendi Dominici Gregis e il decreto Lamentabili Sane Exitu, a cui seguì l'approvazione personale del Sodalitium Pianum, una rete di informazione che indagava su teologi e docenti sospettati di modernismo. Si stava infatti diffondendo all'interno del mondo cattolico e in ampi settori della stessa gerarchia ecclesiale, una sorta di rivisitazione filosofica della teologia cattolica sotto l'effetto dello scientismo di fine Ottocento. In risposta al modernismo teologico, Pio X introdusse dal 1º settembre 1910 il giuramento della fede per tutti i membri del clero.

Fu Pio X ad avviare la riforma del diritto canonico, che culminerà nel 1917 con la promulgazione del Codice di diritto canonico, e a redigere il Catechismo che porta il suo nome (Catechismo di Pio X, 1905).[5] Anche sul piano della gestione patrimoniale fu lui a unificare i redditi dell'obolo di San Pietro e quelli del patrimonio del Vaticano. Ma, soprattutto, riformò la Curia romana con la costituzione Sapienti consilio del 29 giugno 1908, sopprimendo vari dicasteri divenuti inutili. Raccomandò ai paesi cattolici l'uso della pronuncia ecclesiastica latina nelle scuole. Poco prima di morire era intento a completare gli studi preparatori di un documento (poi abbandonato dai successori) relativo alle condizioni di liceità dell'esercizio del diritto di sciopero.

Il nome di Pio X è legato anche alla riforma del canto gregoriano. Con il Motu proprio Inter pastoralis officii sollicitudines (22 novembre 1903)[6], il pontefice impose il canto gregoriano nella liturgia e fornì precise istruzioni circa l'uso della musica nelle funzioni religiose.

Pio X creò il primo cardinale sudamericano della storia della Chiesa. L'11 dicembre 1905 elevò a questa dignità ecclesiastica il vescovo brasiliano Joaquim Arcoverde Cavalcanti.

Piazza San Pietro in una fotografia del 1909, ai tempi del pontificato di Pio X

L'8 agosto 1910 il pontefice emanò il decreto Quam singulari Christus amore con il quale ripristinò l'età della prima comunione e della prima confessione dei bambini all'età dell'uso della ragione, cioè intorno ai sette anni. Tale età era stata fissata dai concili Lateranense IV (1215) e Tridentino (13ª Sessione, 1551-1552); successivamente era stata modificata per influsso del giansenismo.

Il 1º novembre 1911 Pio X promulgò il nuovo Breviario con la bolla Divino Afflatu. Il Breviario romano approvato da Pio V nel 1568 venne riformato: in particolare fu ripristinando l'antico uso di recitare ogni settimana i 150 salmi, cambiando interamente la disposizione del salterio[7].

Pio X e il ballo

Ai primi del Novecento il tango, ballo sensuale importato dall'Argentina, cominciava a sottrarre spazio in Europa al valzer e alla polka. Di fronte alle interdizioni richieste dalle autorità ecclesiastiche parigine, si narra che Pio X desse disposizioni affinché una coppia di ballerini di tango gli fornisse un'idea precisa del nuovo ballo, per valutarne direttamente, di persona, gli aspetti scandalosi. Avvenuta l'esibizione riservata di danza, il sommo Pontefice avrebbe detto[8]:

«Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a 'ea furlana; ma no vedo che gran pecài ghe sia in stò novo bàeo!»

Dispose perciò la revoca della sanzione ecclesiastica prevista per chi lo avesse praticato. L'episodio ha ispirato anche una nota poesia (Tango e Furlana) di Trilussa[9].

Posizioni politiche

Verso la fine del non expedit

Papa Pio X nei Giardini Vaticani

Con l'enciclica Il Fermo Proposito dell'11 giugno 1905 il pontefice allenta le restrizioni del Non expedit (ossia il fermo divieto per tutti i cattolici italiani di partecipare alla vita politica) di papa Pio IX, soprattutto per arginare i consensi verso le forze socialiste. Pio X, nel testo dell'enciclica, elargisce la "benigna concessione" di dispensarli da tale divieto, specialmente nei "casi particolari" in cui essi ne riconoscano "la stretta necessità pel bene delle anime e per la salvezza delle loro chiese"; e li invita anzi a perseguire la seria attività "già lodevolmente spiegata dai cattolici per prepararsi con una buona organizzazione elettorale alla vita amministrativa dei Comuni e dei Consigli provinciali", così da favorire e promuovere "quelle istituzioni che si propongono di ben disciplinare le moltitudini contro l'invadenza predominante del socialismo".

La «questione francese»

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica alla fine del XIX secolo.
Papa Pio X nel suo studio

Pio X ebbe a confrontarsi con il problema della separazione tra Stato e Chiesa, che emerse in Francia con l'entrata in vigore della legge del 9 dicembre 1905, nella quale si concentravano gli intenti fondamentali della politica antireligiosa e massonica della terza Repubblica e in particolare del governo di Émile Combes. A partire dal 1880 si erano registrati in Francia una serie di provvedimenti antireligiosi tendenti alla dissoluzione delle congregazioni religiose, di espulsione dei religiosi regolari: insegnanti, personale infermieristico e così via.

Pio X si mostrò assai meno conciliante verso questa politica fortemente anticlericale rispetto al proprio predecessore, nonostante la maggioranza dei vescovi francesi gli consigliasse di piegarsi alla nuova legge. La legge emanata dal governo francese segnò il culmine di tale politica, decretando unilateralmente l'abrogazione del concordato del 1801.

Nel 1906 Pio X con l'enciclica Vehementer Nos dell'11 febbraio, l'allocuzione concistoriale Gravissimum del 21 febbraio e l'enciclica Gravissimo Officii Munere del 10 agosto, proibì ogni attività collaborativa all'applicazione della nuova legge. L'ostilità del Pontefice alla nuova normativa francese compromise la creazione delle associations culturelles, previste dalla legge del 1905, alle quali avrebbe dovuto essere trasferito il patrimonio della Chiesa. Prendendo a pretesto tale opposizione lo Stato francese incamerò gli ingenti beni immobili ecclesiastici. La situazione sarebbe mutata soltanto nel 1923 con la creazione delle "associations diocésaines".

Analoghe tensioni si registrarono con il Portogallo, dopo l'avvento in quel Paese, nel 1910, della repubblica guidata da gruppi di potere anticlericali massonici. Pio X rispose con l'enciclica Iamdudum.

La neutralità nella guerra italo-turca

In occasione della guerra italo-turca, la Santa Sede mantenne un atteggiamento neutrale, preoccupata e infastidita soprattutto dall'utilizzo della religione come giustificazione dell'impresa coloniale italiana. Mentre in Italia veniva condotta una politica anticlericale in cui la religione era esclusa dalla vita pubblica e dall'istruzione, come notò L'Osservatore Romano[10], nel proclama indirizzato agli arabi di Libia il generale Carlo Caneva aveva presentato l'intervento italiano come un intervento di liberazione dei libici dalla dominazione, con cui l'Italia si ergeva a protettore dei musulmani, con numerosi richiami a Dio e la citazione di un versetto del Corano[11]. Il proclama fu criticato duramente da La Civiltà Cattolica, secondo cui i sentimenti religiosi in bocca alle autorità italiane erano «una finzione e una brutta azione di politica obliqua».[12]

In particolare la posizione della Santa Sede deprecò in modo energico l'utilizzo della religione per fini esclusivamente politici e papa Pio X non desiderava che l'impresa coloniale italiana assumesse i connotati di una guerra di religione fra musulmani e cristiani. Questa posizione neutrale e a favore della pace gettò le basi per l'atteggiamento che la Santa Sede manterrà in occasione dei due conflitti mondiali con Benedetto XV e Pio XII, che faranno del principio di neutralità della Santa Sede il cardine della politica della Santa Sede nel conflitto tra potenze belligeranti.[13]

La posizione vaticana affrontava un difficile equilibrio tra le spinte dei cattolici italiani convinti dalla propaganda nazionalista e ricattati dagli anticlericali che li giudicavano refrattari agli interessi nazionali. Numerosi vescovi si espressero in modo entusiastico in occasione della benedizione dei soldati che partivano per la Libia e furono richiamati dalla Segreteria di Stato, che raccomandò confidenzialmente atteggiamenti sobri e moderati. In difficoltà si trovò pure il delegato apostolico presso l'Impero ottomano, mons. Vincenzo Sardi, che doveva difendere la pericolosa posizione dei cristiani d'Oriente e dei religiosi presenti soprattutto in Terra Santa, che dovette subire schermaglie diplomatiche da parte del governo turco, fra cui la proibizione di inviare telegrammi cifrati in Vaticano.[14]

La morte

Pio X sul letto di morte
Il corpo del Papa esposto il 21-22 agosto 1914
Tomba di Pio X, nella basilica di San Pietro in Vaticano

Proprio nei primi giorni della prima guerra mondiale, Pio X morì per una cardiopatia (probabilmente di pericardite) il 20 agosto 1914 alle ore 1:15[15]. Si dice anche che qualche tempo prima della morte abbia detto più volte sconsolato: "Verrà il guerrone" ossia la Grande Guerra[16][17].

Beatificazione e canonizzazione

Pio X fu beatificato il 3 giugno 1951 e canonizzato il 29 maggio 1954 durante il pontificato di Pio XII, la festa fu fissata al 3 settembre e coloro che seguono il calendario del Vetus Ordo Missae lo festeggiano dunque in tale data. Il calendario del Novus Ordo Missae la prevede il 21 agosto. La sua salma è tumulata all'interno della Basilica di San Pietro in Vaticano. È il patrono della Fraternità sacerdotale San Pio X ed è anche compatrono secondario della città di Venezia in ricordo di quegli anni trascorsi come Patriarca.

La prima Messa nella festa di San Pio X fu celebrata il 3 settembre 1955 a Trieste, in occasione del Congresso Nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana[18].

Pio X nelle arti

Letteratura

Cinema

Encicliche di Pio X

Elenco[19] delle encicliche di Pio X

Genealogia episcopale

Monumento a san Pio X nella basilica di San Pietro in Vaticano

Successione apostolica

Pio X consacra vescovo Giacomo della Chiesa, il futuro papa Benedetto XV (suo successore), 1907

Concistori per la creazione di nuovi cardinali

Lo stesso argomento in dettaglio: Concistori di papa Pio X.

Papa Pio X durante il suo pontificato ha creato 50 cardinali nel corso di 7 distinti concistori.

Onorificenze

Gran Maestro dell'Ordine supremo del Cristo - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine dello Speron d'oro - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine Piano - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine equestre di San Gregorio Magno - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine di San Silvestro papa - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro e Cavaliere di Collare dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ Maurilio Guasco, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 84 (2015)
  2. ^ Enciclopedia Italiana (1935) alla voce corrispondente
  3. ^ Atti e documenti del primo Congresso catechistico nazionale tenutosi a Piacenza nei giorni 24-25-26 settembre 1889, Piacenza 1890, pp.67-69 riportato in Storia del Cristianensimo 1878-2005, Vol.2, Ed. San Paolo, Milano, p.11
  4. ^ Ef 1,10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Cristina Siccardi, Il papa che ordinò e riformò la Chiesa, Cinisello Balsamo, San Paolo, pp. 102-104.
  6. ^ Tra le sollecitudini, su vatican.va. URL consultato il 20 giugno 2014.
  7. ^ Costituzione apostolica Laudis canticum, su w2.vatican.va. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  8. ^ Stefano Borselli, Luca Pignataro, Daniela Nucci, Salvatore Angelo Fiori, Su don Milani e il donmilanismo (PDF), in Quaderni del Covile, vol. 7, Firenze, Il Covile, 2010, pp. 5-6. URL consultato il 25 ottobre 2012.
  9. ^ Er Papa nun vo' er Tango perché, spesso,/er cavajere spigne e se strufina/sopra la panza de la ballerina/che su per giù, se regola lo stesso./Invece la Furlana è più carina:/la donna balla, l'omo je va appresso,/e l'unico contatto ch'è permesso/se basa sur de dietro de la schina./Ma un ballo ch'è der secolo passato/co' le veste attillate se fa male:/e er Papa, a questo, mica cià pensato; /come voi che se movino? Nun resta/che la Curia permetta in via speciale,/che le signore s'arsino la vesta.
  10. ^ L'Osservatore Romano, 14 ottobre 1911, cit. da Giovanni Sale, Libia 1911. I cattolici, la Santa Sede e l'impresa coloniale italiana, Jaca Book, 2011, pp. 60-62
  11. ^ Giovanni Sale, Libia 1911. I cattolici, la Santa Sede e l'impresa coloniale italiana, Jaca Book, 2011, pp. 56-57
  12. ^ Cronaca contemporanea, in La Civiltà Cattolica, 1911, IV, 362 cit. da Giovanni Sale, Libia 1911. I cattolici, la Santa Sede e l'impresa coloniale italiana, Jaca Book, 2011, pp. 60-62
  13. ^ Giovanni Sale, Libia 1911. I cattolici, la Santa Sede e l'impresa coloniale italiana, Jaca Book, 2011, pp. 70-71
  14. ^ Giovanni Sale, Libia 1911. I cattolici, la Santa Sede e l'impresa coloniale italiana, Jaca Book, 2011, passim
  15. ^ P. Girolamo Dal-Gal (o.m.c.), Pio X il papa santo, Ed. Libreria Editrice Fiorentina, 1940, p. 283
  16. ^ Rafael Merry Del Val, Pio X impressioni e ricordi, Ed. Il Messaggero di Sant'Antonio, 1949, pp. 108-110; "Già fino dal 1911 e 1912 il Santo Padre era solito parlarmi spesso del conflitto che si avvicinava e più di una volta ne parlava in modo da impressionare. [...] - «Le cose vanno male -...- viene il guerrone! Non parlo di questa guerra» - così aggiungeva al tempo della spedizione militare italiana in Libia e durante il conflitto dei Balcani -« non è questo, ma la grande guerra: il guerrone»."; Pio X diceva anche che non sarebbe passato il 1914.
  17. ^ A proposito della scarsa bellicosità di Pio X, si narra che un giorno egli stesse passeggiando e vedendo delle guardie svizzere pulire i cannoni, chiamò il colonnello e gli domandò se funzionassero; alla risposta "Se serve, Santità!", Pio X rispose in veneto: "Ah, mì no sparo!".[senza fonte]
  18. ^ Radiomessaggio di Papa Giovanni XXIII al clero e al popolo di Trieste, su vatican.va, Libreria Editrice Vaticana, 19 settembre 1959. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato il 21 settembre 2015)., ripreso da Papa Paolo VI il 22 maggio 1966
  19. ^ Testi delle encicliche sul sito del Vaticano

Bibliografia

  • P. Girolamo Dal-Gal (o.m.c.), Pio X il papa santo, Ed. Libreria Editrice Fiorentina, 1940.
  • Rafael Merry Del Val, Pio X impressioni e ricordi, Ed. Il Messaggero di Sant'Antonio, 1949.
  • Pietro Scoppola, La Chiesa e il fascismo, Laterza, Bari, 1971.
  • Marta Petricioli, L'Italia in Asia Minore: equilibrio mediterraneo e ambizioni imperialiste alla vigilia della prima guerra mondiale, Sansoni, Firenze, 1983.
  • James Hennesey, La lotta per la purezza dottrinale di una Chiesa arroccata, in: Giuseppe Alberigo, Andrea Riccardi, Chiesa e papato nel mondo contemporaneo, Laterza, Roma-Bari, 1990.
  • AA. VV., La Chiesa negli Stati moderni e i movimenti sociali 1878-1914, Jaca Book, Milano, 1993.
  • (EN) Eamon Duffy, Saints and Sinners, New Heaven, 1997.
  • Angelo Corno, Il motu proprio di Pio X: una persistente attualità.
  • Igino Tubaldo, Una donna coraggiosa. Tra restaurazione e rinnovamento, Effatà Editrice, Torino, 2000.
  • Giovanni Sale, "La civiltà cattolica" nella crisi modernista (1900-1907), Jaca Book, Milano, 2001
  • Eamon Duffy, La grande storia dei papi, Mondadori, Milano, 2001.
  • (EN) Philippe Levillain (a cura di), The Papacy: An Encyclopedia, Routledge, 2002.
  • Giancarlo Zizola, I papi del XX e XXI secolo, Newton & C., Roma, 2005.
  • John Pollard, L'obolo di Pietro, Corbaccio, Milano, 2006.
  • Giuseppe Battelli, Cattolici: chiesa, laicato e società in Italia (1796-1996), SEI, 2007.
  • Borselli Stefano, Luca Pignataro, Daniela Nucci, Salvatore Angelo Fiori (2010). Su don Milani e il donmilanismo.
  • Umberto Lorenzetti, Cristina Belli Montanari, L'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Tradizione e rinnovamento all'alba del Terzo Millennio, Fano (PU), settembre 2011.
  • Gianpaolo Romanato, Pio X. La vita di papa Sarto, Rusconi, Milano, 1992.
  • Pier Luigi Bondioni, San Pio X. Profeta Riformatore, Fede & Cultura, Verona, 2013.
  • Oscar Sanguinetti, Pio X. Un pontefice santo alle soglie del "secolo breve", Sugarco Edizioni, Milano, 2014.
  • Gianpaolo Romanato, Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo, Lindau. Torino, 2014.
  • Cristina Siccardi, San Pio X. La vita del Papa che ha ordinato e riformato la Chiesa, Prefazione del Cardinale Raymond Leo Burke, San Paolo Editore, Cinisello Balsamo (MI) 2014.
  • Costantino Cipolla, Giuseppe Sarto Vescovo di Mantova, Milano, 2014.
  • Matteo Lamacchia, «Ius exclusivae» e conclave: il diritto di veto delle potenze cattoliche nella storia delle elezioni pontificie, in «Eunomia - Rivista semestrale di storia e politica internazionali», Anno VII n.s., numero 2, dicembre 2018, ESE - Salento University Publishing, pp. 105–130, ISSN 2280-8949.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Leone XIII 4 agosto 1903 - 20 agosto 1914 Papa Benedetto XV
Predecessore Vescovo di Mantova Successore
Giovanni Maria Berengo 10 novembre 1884 - 15 giugno 1893 Paolo Carlo Francesco Origo
Predecessore Patriarca di Venezia Successore
Domenico Agostini 15 giugno 1893 - 4 agosto 1903 Aristide Cavallari
Predecessore Cardinale presbitero di San Bernardo alle Terme Diocleziane Successore
Francesco Battaglini 15 giugno 1893 - 4 agosto 1903 Emidio Taliani
Predecessore Prefetto della Congregazione del Sant'Uffizio Successore
- 4 agosto 1903 - 20 agosto 1914 Papa Benedetto XV
Predecessore Prefetto della Congregazione Concistoriale Successore
- 4 agosto 1903 - 20 agosto 1914 Papa Benedetto XV
Predecessore Abate commendatario di Subiaco Successore
Luigi Macchi 29 marzo 1907 - 20 agosto 1914 Papa Benedetto XV
Predecessore Gran Maestro dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Successore
Filippo Camassei 6 dicembre 1907 - 20 agosto 1914 Papa Benedetto XV
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