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Fatti di Mayerling

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Il principe ereditario Rodolfo

I fatti di Mayerling furono una serie di eventi che condussero alla morte violenta dell'arciduca Rodolfo d'Asburgo-Lorena e della sua amante, la baronessina Maria Vetsera. I loro corpi furono ritrovati a Mayerling, in Bassa Austria, il 30 gennaio del 1889.

La morte degli amanti

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Maria Vetsera

Nel 1889 era risaputo a corte che Rodolfo e la Vetsera avessero una relazione (ne erano a conoscenza persino l'imperatore Francesco Giuseppe, padre di Rodolfo, e la moglie stessa di Rodolfo, la principessa Stefania del Belgio). Il matrimonio di Rodolfo e di Stefania aveva portato alla nascita di una figlia, l'arciduchessa Elisabetta Maria, ma pare che Rodolfo non fosse particolarmente felice.[senza fonte] Si vociferò che la ragione per cui Stefania fosse impossibilitata ad avere ancora figli era che Rodolfo l'avesse infettata con una malattia venerea, precisamente gonorrea, contratta da una delle sue innumerevoli amanti.[senza fonte] Non avendo Rodolfo eredi maschi, l'erede al trono risultava essere il nipote di Francesco Giuseppe, l'arciduca Francesco Ferdinando.

Inizialmente la versione ufficiale dei fatti fu che un attacco di cuore aveva stroncato Rodolfo; la Vetsera non venne neppure menzionata, e il suo corpo completamente vestito, munito di cappello e legato a un manico di scopa che le teneva diritta la schiena, fu trasportato in carrozza e seppellito segretamente a Heiligenkreuz, talmente in fretta da non dare modo alla madre di vederlo per un'ultima volta. Questa versione non sembrò, tuttavia, reggere e in breve si dovette ammettere che l'arciduca si era suicidato.

Tra le tante versioni popolari che subito si diffusero, la più verosimile sembrava quella secondo cui tra l'arciduca e l'amante si fosse raggiunto il lugubre accordo di morire insieme, alla luce della richiesta avanzata da Francesco Giuseppe che i due si separassero. Rodolfo avrebbe sparato alla tempia della Vetsera, pienamente consenziente, per sedere, poi, accanto a lei diverse ore e infine togliersi egli stesso la vita.

Si ottenne una speciale deroga dalla Santa Sede che permetteva la sepoltura di Rodolfo nella cripta dei cappuccini (poiché in quanto suicida non avrebbe avuto diritto a ricevere onori funebri religiosi e a essere seppellito in terra consacrata), dando come motivazione il suo stato di alterazione mentale. Ufficialmente, prima di commettere quel gesto conclusivo, si certificava che Rodolfo sarebbe stato in condizione di grave squilibrio.

Rodolfo aveva scritto alla moglie una fredda lettera di addio[1]:

«Cara Stefania, sei liberata della mia presenza, che è una vera piaga per te. Sii felice a modo tuo.»

La lettera fu creduta per molto tempo un falso, fabbricata per dare credito alla teoria del suicidio e per non dare adito ad altre versioni dei fatti. È stata poi sottoposta a due perizie calligrafiche incrociate e risultata autentica, anche se priva di data.[senza fonte]

Il commento di Stefania fu[1]:

«Maria Vetsera? Chi era la Vetsera? Una delle tante. La notte prima di andare a Mayerling lui l'ha trascorsa con la grande cocotte di Vienna, Mitzi Caspar

Teorie alternative

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Il casino di caccia e la chiesa dei Carmelitani a Mayerling

Per quanto generalmente gli storici escludano che dietro i fatti di Mayerling ci sia più dell'omicidio-suicidio di due amanti disperati, sono state avanzate ipotesi alternative alla storia ufficiale.[2] Nessuna prova a supporto di queste teorie è stata però mai scoperta.

Una teoria suggerisce che la Vetsera fosse incinta e sia deceduta (per dissanguamento o setticemia) a seguito di un aborto maldestramente praticato e che Rodolfo, in preda al panico e temendo uno scandalo, abbia risolto di suicidarsi subito dopo.

L'imperatrice Zita

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L'imperatrice Zita di Borbone-Parma (1892-1989), vedova dell'imperatore Carlo I d'Austria-Ungheria (il quale regnò dal 1916 al 1918), affermò che Rodolfo era stato assassinato e che il duplice delitto era stato anche scoperto. I responsabili sarebbero stati ufficiali della sicurezza austriaci, in risposta alle presunte simpatie dell'arciduca nei confronti della metà ungherese dell'Impero.

La congiura francese

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Un'altra ipotesi sostiene che responsabili fossero agenti francesi, che avrebbero ucciso Rodolfo perché questi si sarebbe rifiutato di partecipare a un complotto contro il padre, filoteungherese. In tal caso, la presenza della giovane sarebbe casuale.

Opere ispirate ai fatti di Mayerling

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Lettera d'addio del principe Rodolfo, conservata al museo di Mayerling
  • A. G. Borgese, La tragedia di Mayerling, A. Mondadori Editore 1928
  • Benito Mussolini, La tragedia di Mayerling, 1910, romanzo pubblicato postumo
  • Steven Millhauser, Eisenheim the Illusionist, racconto breve

Musica e teatro

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  1. ^ a b Stefania del Belgio, Come non fui imperatrice, a cura di Gabriella Ziani, MGS Press editrice, Trieste, 1992, pagine 224, ISBN 978-88-86424-19-6 e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Il Libro degli Ospiti (1921-1991), Widerholdt Frères, Invorio 2009. ISBN 978-88-902817-0-9
  2. ^ Tomaso Vialardi di Sandigliano, Il Libro degli Ospiti (1921-1991), Widerholdt Frères, Invorio 2009. ISBN 978-88-902817-0-9
  • Giuseppe Antonio Borgese La tragedia di Mayerling, 1925, Arnoldo Mondadori Editore
  • Richard Barkeley. The Road to Mayerling: Life and Death of Crown Prince Rudolph of Austria. London: Macmillan, 1958.
  • Romana De Carli Szabados. 1889-1989 Cento anni da Mayerling. Lint, 1989.
  • Emil Franzel. Crown Prince Rudolph and the Mayerling Tragedy: Fact and Fiction. Vienna: V. Herold, 1974.
  • Gerd Holler. Mayerling. Longanesi, 1982.
  • Fritz Judtmann. Mayerling: The Facts Behind the Legend. London: Harrap, 1971.
  • Larisch, Countess Marie von Wallersee. My Past. London: Eveleigh Nash, 1913.
  • Károly Lonyay. Rudolph: The Tragedy of Mayerling. New York: Scribner, 1949.
  • Georg Markus. Crime at Mayerling: The Life and Death of Mary Vetsera: with New Expert Opinions Following the Desecration of Her Grave. Riverside, Calif.: Ariadne, 1995.
  • Elena Vetsera. Mayerling. Edizioni Studio Tesi, 1989.
  • Victor Wolfson. The Mayerling Murder. Englewood Cliffs, N.J.: Prentice-Hall, 1969.
  • Tomaso Vialardi di Sandigliano, Il Libro degli Ospiti (1921-1991), Widerholdt Frères, Invorio 2009. ISBN 978-88-902817-0-9

Voci correlate

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Altri progetti

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