Castello Pallavicino Serbelloni

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Castello Pallavicino Serbelloni
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCastiglione d'Adda
IndirizzoLargo Castello, 23 - 26823 Castiglione d’Adda
Coordinate45°13′22.05″N 9°41′32.53″E / 45.222792°N 9.69237°E45.222792; 9.69237
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzionemedioevo
RicostruzioneXVI secolo
Stilemanierista
Usoappartamento

Il castello Pallavicino Serbelloni, spesso definito anche Palazzo,[1] è un castello posto nel centro abitato di Castiglione d'Adda, nel basso Lodigiano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del castello risalgono all'alto Medioevo: nell'XI secolo apparteneva al monastero di San Vito[2] di Camairago.[3] Nei secoli successivi, data la sua grande importanza strategica, fu più volte conteso (in particolare tra il vescovo di Lodi e i Visconti)[2] fino a passare in feudo nel 1478 a Carlo Fieschi e intorno al 1500 alla famiglia Pallavicino.[1][3][4]

Il castello fu dotato di mura fino al 1470, anno in cui vennero abbattute per ordine di Galeazzo Maria Sforza, nel contesto delle dispute tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.[2]

Nel 1551 Gerolamo Pallavicino lo scelse come sua residenza e ne promosse la trasformazione per dargli un aspetto di palazzo più adeguato ai tempi.[1][4][5] Morto il Pallavicino senza eredi, il feudo di Castiglione passò alla famiglia Serbelloni, alla quale si deve un ulteriore restauro nel 1652.[1]

I proprietari successivi decisero il frazionamento del castello per ricavarvi appartamenti e spazi produttivi.[6]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il castello è posto al limite settentrionale del paese, su un'altura che domina le bassure dell'Adda.[7] Ha pianta rettangolare,[2] con un cortile centrale sul quali si affacciano quattro corpi dotati di torri angolari,[2] fra le quali spicca per altezza quella all'angolo orientale.[1][5][7]

Le facciate nord-orientale e sud-orientale, rivolte verso l'Adda, conservano l'aspetto fortificato d'origine; al contrario la facciata sud-occidentale, al centro della quale si apre l'ingresso, presenta una veste manierista più affine a quella di un palazzo, con un profondo bugnato, decorazioni in pietra raffiguranti le teste di personaggi mitici, e mascheroni di grandi dimensioni.[1][5][7]

L'androne si apre sul cortile interno tramite una serliana; sul lato opposto vi è un loggiato, in parte murato, a tre archi sorretti da colonne binate, e aperto posteriormente verso la campagna.[1][7] Il Marubbi segnala una forte somiglianza di questo loggiato con il portico del palazzo Affaitati di Cremona e per analogia ne ipotizza quindi l'attribuzione a Francesco Dattaro.[1]

Gli interni sono stati più volte modificati e presentano come unico motivo d'interesse una sala con volta affrescata risalente alla seconda metà del Cinquecento.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Marubbi (1987), p. 68.
  2. ^ a b c d e Contino, Castello di Castiglione d'Adda.
  3. ^ a b Bascapè e Perogalli (1960), p. 158.
  4. ^ a b Langé (1972), p. 311.
  5. ^ a b c Süss (1988), p. 38.
  6. ^ Langé (1972), pp. 311-312.
  7. ^ a b c d Langé (1972), p. 312.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Carlo Bascapè e Carlo Perogalli (a cura di), Castelli della pianura lombarda, testo di Carlo Perogalli, Milano, Electa, 1960, pp. 158-159, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\SBL\0028400.
  • Santino Langé, Ville della provincia di Milano. Lombardia 4, Milano, SISAR, 1972, pp. 311-313, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\MIL\0194097.
  • Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Angelo Contino, Castelli in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1982.
  • Mario Marubbi, Monumenti e opere d'arte nel basso Lodigiano, fotografie di Giuseppe Giudici, Meleti, Guardamiglio, Maleo, edito dalla Cassa Rurale ed Artigiana del Basso Lodigiano, 1987, p. 68, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\MIL\0576026.
  • Francesco Süss, Le ville del territorio milanese. Aspetti storici e architettonici, Milano, Silvana Editoriale, 1988, p. 38, ISBN 88-366-0229-0.

Ulteriori approfondimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Casanova, Dizionario feudale delle provincie componenti l'antico Stato di Milano, all'epoca della cessazione del sistema feudale, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 1930, p. 33, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\CUB\0166337.
  • Salvatore Spinelli, La Cà Granda. 1456-1956, Milano, Consiglio degli Istituti Ospitalieri, 1956, p. 191, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\LO1\0485515.
  • Settimo Ghizzoni, Castiglione d'Adda. Dalla sua origine fino ai giorni nostri, Castiglione d'Adda, edito dalla parrocchia, 1975, pp. 66-74, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\BVE\0323314.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]