Lesa

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Lesa
comune
Lesa – Stemma
Lesa – Bandiera
Lesa – Veduta
Lesa – Veduta
Solcio di Lesa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Novara
Amministrazione
SindacoAngelo Luca Bona (lista civica di centro-destra Lista civica per Lesa) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate45°50′N 8°34′E / 45.833333°N 8.566667°E45.833333; 8.566667 (Lesa)
Altitudine198 m s.l.m.
Superficie13,58 km²
Abitanti2 157[1] (31-10-2023)
Densità158,84 ab./km²
FrazioniCalogna, Comnago, Solcio, Villa Lesa
Comuni confinantiBelgirate (VB), Brovello-Carpugnino (VB), Ispra (VA), Massino Visconti, Meina, Nebbiuno, Ranco (VA), Stresa (VB)
Altre informazioni
Cod. postale28040
Prefisso0322
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT003084
Cod. catastaleE544
TargaNO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 562 GG[3]
Nome abitantilesiani
Patronosan Martino (patrono), compatroni san Giovanni Battista, sant'Antonio di Padova, san Giulio, san Bartolomeo
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lesa
Lesa
Lesa – Mappa
Lesa – Mappa
Posizione di Lesa nel territorio della provincia di Novara
Sito istituzionale

Lesa (Lesa in piemontese e in lombardo) è un comune italiano di 2 157 abitanti della provincia di Novara, affacciato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. È il più settentrionale dei comuni della provincia che sorgono in riva al lago.

Con Belgirate e Meina costituisce l'Unione di comuni del Vergante.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Fanno parte del territorio comunale le frazioni di Solcio situata in riva al lago, tra Meina e Lesa e le frazioni collinari, Calogna e Comnago, sui colli circostanti. Queste ultime, già comuni autonomi, furono aggregate a Lesa nel 1928, a sua volta unito, fino al 31 dicembre 1947 alla vicina Belgirate a formare un'unica realtà amministrativa denominata Comune di Lesa Belgirate.

Nel 1948 Lesa e Belgirate recuperarono la propria autonomia comunale, mentre Calogna e Comnago rimasero frazioni di Lesa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sia i reperti archeologici rinvenuti nel XIX secolo, oggi scomparsi o dispersi, che i toponimi di chiara origine celtica e romana fanno pensare ad un'origine molto antica di tutti i tre centri abitati collocati dove la collina incontra la piana: Lesa e Solcio alle estremità settentrionale e meridionale della piana del torrente Erno e Villa nel punto dove il torrente esce dalle colline.
Le due frazioni collinari, Comnago e Calogna, all'estremità meridionale della Motta Rossa e sul suo versante orientale, sopra Belgirate, hanno probabilmente la stessa origine celtica e poi romana, come indicano alcune incisioni rupestri.

Da Lesa, in epoca romana, passava la via Severiana Augusta, strada romana consolare che congiungeva Mediolanum (la moderna Milano) al Verbannus Lacus (il Lago Verbano, ovvero il Lago Maggiore) e da qui al passo del Sempione (in latino Summo Plano).

La più antica citazione di Lesa compare in un documento del 998.
Pochi anni dopo, nel 1014, l'imperatore Enrico II dona il borgo di Lesa alle religiose del monastero di San Felice di Pavia[4].

Dal 1199 Lexia è il centro amministrativo del Vergante sotto gli arcivescovi di Milano e in seguito dei Borromeo, sede del Castellano del Vergante e poi di un Podestà fino all'inizio del secolo scorso, pur avendo perso già dalla fine del medioevo gran parte della sua importanza economica e politica.

Nel 1389, assieme al comune di Meina, Lesa sottoscrive gli Statuti del Vergante approvati dall'Arcivescovo Antonio da Saluzzo.

Alla metà del XV secolo Filippo Maria Visconti concede la proprietà di Lesa e del Vergante a Vitaliano I Borromeo. Lesa segue quindi la storia dei Borromeo conti di Arona.

Filippo Borromeo, nel 1455, dispone una revisione degli Statuti del Vergante[5].

Nel 1748, con il trattato di Aquisgrana che pone fine alla guerra di successione austriaca, Carlo Emanuele III di Savoia ottiene l'alto novarese che entra così nel Regno di Sardegna.

Alla fine del XVIII secolo la Comunità del Vergante si dissolve sotto l'incalzare delle armate napoleoniche e del nuovo ordine europeo.
Dal 1805 Lesa è nel Dipartimento dell'Agogna, parte del Regno d'Italia napoleonico.

Alla caduta di Napoleone, come tutto il Vergante, nel 1815 Lesa torna al Regno di Sardegna e quindi, nel 1861, del Regno d'Italia.

Fino al 1923 Lesa era a capo dell'omonimo Mandamento, avendo quindi una buona importanza a livello amministrativo; il Mandamento comprendeva Lesa con la frazione di Solcio, Belgirate, Brovello, Calogna, Carpugnino, Comnago, Gignese con Vezzo e Nocco, Graglia Piana, Massino Visconti, Nebbiuno con Fosseno, Corciago e Tapigliano, Pisano, Stresa con Brisino, Vedasco, Vignolo, Magognino, Stropino, Sovazza (oggi frazione di Armeno, all'epoca incluso nel Mandamento di Orta San Giulio).

Attestate sin dal Medioevo nella zona sono le nobili famiglie milanesi dei Sessa di Daverio e dei Visconti di Massino, questi ultimi presenti anche in età moderna e ancor oggi proprietari di un antico palazzo nel centro di Lesa.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 20 ottobre 1932.[6]

«D'azzurro, ad un monte al naturale di tre vette, quella di mezzo più alta, sostenente un mastio di rosso, aperto e torricellato di tre pezzi. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Itinerari Turistici e Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1 Luglio 2023 è disponibile "Sentire e Sentieri", degli interessanti ed innovativi itinerari gratuiti e aperti a tutti con guide audio posizionati nei punti di interesse ed utilizzabili direttamente dai telefoni portatili. I QRcode sono reperibili su targhe e totem disseminati nel territorio. I punti con i QRcode possono essere trovati ed utilizzati liberamente tramite una mappa di Google.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

A Solcio interessante è la sua parrocchiale Chiesa di San Rocco fatta costruire in forme neoclassiche dal filantropo locale Felice Borroni nella prima metà del XIX secolo su progetto dell'intrese Bartolomeo Franzosini (1768 - 1853), con affreschi nei pennacchi della cupola (i quattro Evangelisti) di Gerolamo Induno.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

A Lesa amava soggiornare Alessandro Manzoni nella villa della seconda moglie Teresa Borri, vedova Stampa, situata sul lungolago. Durante questi soggiorni frequentò il beato e filosofo Antonio Rosmini che dimorava a Stresa.

A Solcio di Lesa, è la Villa Cavallini. Al suo interno, tra le varie decorazioni è un affresco di Luigi Morgari (1924) rappresentante Fanciulle danzanti in una scena di paesaggio di questa stessa località.

A Solcio è la Villa Correnti-Campari, con grande parco e approdo privato. Fu fatta costruire alla fine del XIX secolo dal patriota risorgimentale e senatore Cesare Correnti[7].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

A Lesa sono presenti tutti gli ordini di scuole dell'obbligo e scuola dell'infanzia aggregate all'Istituto comprensivo del Vergante. Nel parco della Villa Cavallini si trova inoltre una sezione dell'IIS Giuseppe Bonfantini con il corso di "Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale"

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca comunale è intitolata a Giulio Carcano e fa parte del sistema bibliotecario del Medio Novarese.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Nella dépendance di Villa Stampa è allestita una Sala Manzoniana con esposizione di edizioni delle opere del Manzoni, oggetti appartenuti allo scrittore e la ricostruzione dello studio di Giulio Carcano che ha soggiornato a Lesa per diversi anni.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1867 è attivo nella cittadina il Corpo Bandistico di Lesa che dal 1993 ha assunto la denominazione di "Volpina”, recuperando il nome di una delle due bande esistenti prima del 1867.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Pur trovandosi Lesa in territorio piemontese, il locale dialetto è di tipo insubre (lombardo occidentale).

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2 luglio 1985 4 giugno 1990 Giuseppe Marenzi Partito Liberale Italiano Sindaco [9]
4 giugno 1990 24 aprile 1995 Giovanni Lucini lista civica di sinistra Sindaco [9]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giovanni Lucini lista civica di sinistra Sindaco [9]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Letizia Romerio Bonazzi centro-sinistra Sindaco [9]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Roberto Grignoli lista civica di centro-destra Sindaco [9]
8 giugno 2009 25 maggio 2014 Roberto Grignoli lista civica di centro-destra Sindaco [9]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Roberto Grignoli lista civica di centro-destra Per Lesa Sindaco [9]
27 maggio 2019 25 maggio 2021 Aloma Rezzaro lista civica di centro-destra Lista civica per Lesa Sindaco
28 maggio 2021 4 ottobre 2021 Antonio Moscatello - Commissario prefettizio
4 ottobre 2021 in carica Angelo Luca Bona lista civica di centro-destra Lista civica per Lesa Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Giancarlo Andenna, Linea Ticino: sull'unità culturale delle genti del fiume nel Medioevo, Bellinzona, Humilibus consentientes, 2002, pp. 64-65.
  5. ^ Nello stesso anno fu deciso anche che l'Assemblea dei Consoli dei vari paesi si dovesse tenere a Lesa nella casa di tale Eustachio Landomi che diventò il Palazzo della Comunità del Vergante.
  6. ^ Lesa Belgirate, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 28 settembre 2023.
  7. ^ Nel 2008 la villa è stata acquistata da Silvio Berlusconi.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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