Bivona: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Tracomatosariobivona1.jpg|left|thumb|165px|L'ospedale di Bivona, ex Tracomatosario e sede dell'ASL]]
[[Immagine:Tracomatosariobivona1.jpg|left|thumb|165px|L'ospedale di Bivona, ex Tracomatosario e sede dell'ASL]]


Per quanto riguarda la sanità, fin dal [[XVI secolo]] Bivona è dotata di strutture ospedaliere: nel [[1540]], infatti, con l'aiuto del Senato cittadino è stato fondato l'''Ospedale degli Incurabili'', in prossimità della Chiesa di San Bartolomeo<ref> [http://www3.unict.it/aos/Province/Agrigento/bivona.htm Ospedalità antica in Sicilia].</ref>. Oggi a ricordare quell'edificio rimane solo il nome della via, denominata appunto "Via Ospedale". Nel [[1936]] è stato costruito un ospedale nei quartieri più alti del paese: la struttura divenne presto un Tracomatosario, luogo di cura del [[tracoma]], malattia che imperversò in Sicilia soprattutto nel secondo dopoguerra e colpì maggiormente i bambini. Oggi l'edificio è una sede dell'ASL di Bivona (l'altra è in via Benedettine, in quello che anticamente era il Convento delle Suore Benedettine): la cittadina è infatti sede dell'omonimo Distretto Sanitario (Distretto di Bivona) dell'Azienda Sanitaria Locale N°1 di Agrigento <ref> [http://www.asl1ag.it/dsbivona.htm ASL N°1 di Agrigento].</ref>. Oltre al poliambulatorio e alla guardia medica ad esso connessa, a Bivona è presente l'Ambulatorio Specialistico "Renato Traina", un centro dialisi nato nella primavera del [[2001]] convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale<ref> [http://www.aspertdialisi.it/azienda/chi_siamo.asp?m=1 Centro Dialisi Bivona].</ref>. A pochi chilometri dal paese, sulla SS 118, in direzione di Santo Stefano Quisquina, si trova la Casa di Salute "Ignazio Attardi", in territorio stefanese<ref> [http://ospedali.italia-mia.it/sicilia/agrigento/casa-di-salute-ignazio-attardi-di-santo-stefano-quisquina/default.asp Casa di cura privata "Ignazio Attardi"].</ref>, clinica privata appartenente all'ASL n°1 di Agrigento.
Per quanto riguarda la sanità, fin dal [[XVI secolo]] Bivona è dotata di strutture ospedaliere: nel [[1540]], infatti, con l'aiuto del Senato cittadino è stato fondato l'''Ospedale degli Incurabili'', in prossimità della Chiesa di San Bartolomeo<ref> [http://www3.unict.it/aos/Province/Agrigento/bivona.htm Ospedalità antica in Sicilia].</ref>. Oggi a ricordare quell'edificio rimane solo il nome della via, denominata appunto "Via Ospedale". Nel [[1936]] è stato costruito un ospedale nei quartieri più alti del paese: la struttura divenne presto un Tracomatosario, luogo di cura del [[tracoma]], malattia che imperversò in Sicilia soprattutto nel secondo dopoguerra e colpì maggiormente i bambini. Oggi l'edificio è una sede dell'ASL di Bivona (l'altra è in via Benedettine, in quello che anticamente era il Convento delle Suore Benedettine): la cittadina è infatti sede dell'omonimo Distretto Sanitario (Distretto di Bivona) dell'Azienda Sanitaria Locale N°1 di Agrigento <ref> [http://www.asl1ag.it/dsbivona.htm ASL N°1 di Agrigento].</ref>. Oltre al poliambulatorio e alla guardia medica ad esso connessa, a Bivona è presente l'Ambulatorio Specialistico "Renato Traina", un centro dialisi nato nella primavera del [[2001]] convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale<ref> [http://www.aspertdialisi.it/azienda/chi_siamo.asp?m=1 Centro Dialisi Bivona].</ref>, e la Casa di Riposo per anziani "Villa Santa Chiara"<ref> [http://utenti.lycos.it/villasantachiara/ Villa Santa Chiara].</ref>. A pochi chilometri dal paese, sulla SS 118, in direzione di Santo Stefano Quisquina, si trova la Casa di Salute "Ignazio Attardi", in territorio stefanese<ref> [http://ospedali.italia-mia.it/sicilia/agrigento/casa-di-salute-ignazio-attardi-di-santo-stefano-quisquina/default.asp Casa di cura privata "Ignazio Attardi"].</ref>, clinica privata appartenente all'ASL n°1 di Agrigento.


===Qualità della vita===
===Qualità della vita===

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Template:Comune

«...Oltre a ciò sappia V.P. che questa terra si trova in mezzo a molte altre terre e città, che le fanno corona.
A dieci, venti, venticinque miglia, poco più poco meno, da essa distanti si trovano Agrigento, Termini, Trapani,
Mazara, Giuliana, Prizzi, S. Stefano, con Palermo ch'è ad una giornata di viaggio. E poiché è terra sana
e molto abbondante di frumento, carni e legna, e quanto ai costumi molto migliore di Palermo e Messina,
si crede che dai paesi circonvicini molti genitori vi manderanno a studio i figlioli piuttosto che nelle due predette città.
E' inoltre ricca di fontane e giardini, sano n'è il clima e gode fama di essere la migliore fra le montagne di questo regno...»

Bivona (IPA: [biˈvoːna][1],Vivona o Bbivona in siciliano) è un comune italiano di 4.019 abitanti[2] della provincia di Agrigento in Sicilia.
Bivona dista 66 Km dal capoluogo di provincia, e 88 km da Palermo, capoluogo di Regione. Bivona è un piccolo centro montano, circondato dai monti Sicani, famoso per la coltivazione della pesca, che costituisce la coltura più diffusa in tutto il territorio circostante, e il cui periodo di maturazione e raccolta va dalla seconda metà di luglio alla seconda metà di settembre. Bivona si trova al centro di un'ampia area caratterizzata dalla presenza di numerosi comuni, e vanta una storia secolare che l'ha resa uno dei maggiori centri feudali della Sicilia durante i secoli XV e XVI, che le fece raggiungere il titolo di Ducato nel 1554 (Bivona fu la prima città siciliana ad essere stata elevata a Ducato) e che tuttora la rende la principale cittadina tra i centri limitrofi dell'alto agrigentino e quelli della provincia di Palermo. La presenza di numerose scuole e Istituti Superiori la rende meta di studi di tantissimi giovani dei paesi circostanti. Bivona è inoltre la città in cui è attestato il culto più antico, di cui si abbia traccia, di Santa Rosalia, la santa più venerata dalla gente siciliana.

Geografia fisica

Panoramica di Bivona

«...mi dicono che per conoscere la Sicilia bisogna andare verso l'interno...»

Bivona è situato alle pendici della catena dei Monti Sicani, nell'entroterra agrigentino, al confine con la provincia di Palermo. L'altitudine del paese viene indicata a 503 m s.l.m.: in realtà a questa quota si trova la residenza dell'antica casa comunale (attuale piazza Giovanni Cinà); il centro abitato infatti si sviluppa tra i 420 m s.l.m. dei quartieri meridionali ai circa 600 m s.l.m. dell'ex Tracomatosario a nord. Il paese è attraversato da un fiume, oggi sotterraneo, l'Alba, che confluisce nel Magazzolo: quest'ultimo, a sua volta, scorre a sud del Paese. A qualche chilometro dal centro abitato si trova la Diga Castello, le cui acque sono irrigue per i famosi pescheti di Bivona e per gli aranceti di Ribera.

Territorio

Il territorio di Bivona ricade nel tratto montano inferiore del complesso orografico dei Monti Sicani e nel tratto mediovallivo del bacino idrografico del fiume Magazzolo. Ha un'estensione di circa 89 km² e si presenta abbastanza eterogeneo sotto il punto di vista geomorfologico: si passa da una zona pedemontana o collinare (circa i 3/4 dell'intero territorio) ad una zona tipicamente montana, con un'altitudine media di circa 1000-1100 m. Il punto più basso del territorio bivonese si trova nella parte meridionale, nella zona confinante con i territori di Ribera e Cianciana (64 m); il punto più alto corrisponde alla cima del Monte delle Rose (1436 m), al confine con la provincia di Palermo (territorio di Palazzo Adriano). Tutto il territorio bivonese, uno dei più estesi del circondario, è costellato di boschi e ampie zone verdi: anch'esso, insieme ai territori di altri tre comuni, ricade all'interno della "Riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio".

  • Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003[3]

Orografia

Panoramica del Pizzo Mondello

Il paesaggio montano di Bivona è composto da rilievi calcareo-dolomitici di epoca mesozoica, quasi tutti nella parte settentrionale del territorio, molti al di sopra dei 1.000 metri: essi formano un anfiteatro naturale che sovrasta l'abitato di Bivona. Il Monte delle Rose è sicuramente il rilievo più importante del territorio bivonese. Altri rilievi considerevoli sono:

  • Monte Pernice (1.393 m)
  • Pizzo San Filippo (1.352 m)
  • Monte Scuro (1.310 m)
  • Pizzo Mondello (1.245 m)
  • Pizzo Catera (1.192 m)
  • Pizzo Scavarrante (1.072 m)
  • Pizzo di Naso (965 m)
  • Pizzo San Matteo (751 m)
  • Monte M. S. Venere (696 m)
  • Cozzo Timpe Rosse (596 m)
  • Serra Mezzo Canale (586 m)
  • Pizzo il Moscamento (572 m)
  • Monte Chirullo (441 m)
  • Monte il Casino (423 m)
  • Montata Badia (361 m)
  • Monte Castelluccio (360 m)

Il Pizzo Mondello è un affioramento roccioso costituito da calcari con selce ad Halobia che presentano stratificazioni fortemente inclinate, diventate oggetto di studi da parte di un gruppo internazionali di ricercatori e geologi. Il Pizzo Mondello diventerà presto una sezione di riferimento per tutta la comunità scientifica mondiale[4].

Monte delle Rose
Lo stesso argomento in dettaglio: Monte delle Rose.
Panoramica del Monte delle Rose

Con i suoi 1.436 m è tra le cime più elevate della catena dei Monti Sicani. Il Monte delle Rose si trova al confine della riserva naturale della valle del Sosio, e si eleva in una zona in cui la natura è incontaminata e poco antropizzata. Fu citato da Aristotele e da Plinio il Vecchio e nell'antichità era famosa per le sue virtuose erbe spontanee, oggetto di studi per molti botanici. Della Montagna delle Rose era signore il nobile Sinibaldo, padre di Santa Rosalia. Si pensa che il nome derivi dall'arabo ras, che vuol dire "cima"; tuttavia l'ipotesi più probabile è che il nome derivi dal fiore, e più precisamente dalle rose peonie, che fioriscono a febbraio, senza spine, e crescono soprattutto su questa montagna; si narra che le rose siano cresciute al passaggio della santa vergine palermitana. Le peonie sono bianche, gialle, rosee e rosse vermiglio. La rimanente sezione floristica del comprensorio del Monte delle Rose è composta da giacinti, agrifogli, lavagelli, primule, pungitopi, biancospini, vitalba, anemoni e diverse specie di orchidee. Numerose sono anche le erbe aromatiche, come origano, ruta, aneto, salvia, cumino, issopo, malva, menta, melissa, timo e nepetella. La fauna è composta in gran parte da uccelli migratori, come l'upupa, da falchi pellegrini, da lepri, istrici, martore e gatti selvatici. Ad alta quota, in territorio bivonese, e precisamente sul Piano della Fiera, si trova una croce presso cui gli arbëreshë di Palazzo Adriano sono soliti recarsi ogni 1 agosto per intonare il canto dei loro avi O e bukurà Morè, "O bella Morea", rivolto all'Albania, loro terra natia. In prossimità della cima, nel territorio agrigentino di Bivona, è posta una stazione ripetitrice, comunemente e impropriamente definita "palla meteorologica".

Idrografia

Il fiume Magazzolo rappresenta l'asta principale del bacino idrografico: sono frequenti anche i valloni tributari di destra del Magazzolo e numerosi sono i corsi d'acqua dallo sviluppo tortuoso con forte azione erosiva di tipo regressivo, con importante apporto idrico nella stagione delle piogge (ma asciutti durante l'estate). I corsi d'acqua prendono origine dai rilievi presenti nella zona. I principali affluenti del Magazzolo sono il Vallone Lordo, il Vallone Calabrò, il Vallone Acque Bianche, il Vallone Salito e il Vallone Gebbia. Il bacino del fiume Magazzolo è limitato dal Pizzo Mondello, dal Pizzo Scavarrante, dalla Serra Mezzo Canale e dal Cozzo Timpe Rosse. Questa fitta rete idrografica ha favorito la realizzazione della Diga Castello che, con i suoi 20.500.000 mc, risulta uno degli invasi più importanti della zona ed uno dei più grandi dell'intera Sicilia. Numerose sono anche le sorgenti, la cui portata varia da pochi litri/secondo a oltre 40 litri/secondo nei periodi di magra; le acque delle varie sorgenti sgorgano da diverse zone, e convogliano in tre canali naturali principali: il primo, in cui confluiscono le acque delle sorgenti Santa Rosalia e Capo d'Acqua, è il fiume Alba (oggi fiume sotterraneo che attraversa il paese); il secondo convoglia le acque delle sorgenti Santissimo e Acque Bianche e il terzo convoglia le acque delle due sorgenti Grotticelle e delle sorgenti Canfuto e San Filippo: tutti e tre i canali confluiscono nel Magazzolo. Da notare la presenza di alcuni piccoli laghi artificiali, specialmente ad uso aziendale.

Diga Castello
Lo stesso argomento in dettaglio: Diga Castello.
La Diga Castello

Realizzata negli anni ottanta dall'Ente Sviluppo Agricolo, con la collaborazione della società ANTARES S.r.l. (che ha inoltre contribuito alla realizzazione di infrastrutture stradali - e non - a Milano, Roma, Parigi, Firenze, Napoli, Catania, Agrigento[5]), la Diga Castello è uno degli invasi più grandi della Sicilia Occidentale. All'inizio del 2009 è entrato in funzione il collegamento idrico Sosio-Verdura-Diga Castello: questo enorme impianto di sollevamento, situato ai margini del fiume Verdura (territorio di Villafranca Sicula) riesce a trasferire circa quattrocento litri/secondo di acqua nella Diga bivonese. Si tratta di un collegamento molto particolare: infatti le acque dei fiumi Sosio e Verdura non scendono a valle grazie all'attività di pompaggio, ma per caduta naturale; ciò non comporta costi aggiuntivi di carburante o di elettricità. L'acqua dell'invaso artificiale viene utilizzata per usi civili (a favore dei comuni della provincia di Agrigento consorziati con il Voltano S.p.A.[6]) durante l'arco di tutto l'anno, e per usi irrigui (specialmente nella stagione estiva) a favore dei terreni situati nelle valli dei fiumi Verdura, Magazzolo e Platani. L'acqua della Diga Castello viene resa idonea ad usi civili grazie al potabilizzatore di Santo Stefano Quisquina. Il 21 febbraio 2008 è stato sospeso, per un periodo di circa due settimane, il prelievo dell’acqua dalla diga a causa della presenza di alghe rosse, fenomeno non insolito in Sicilia. La distribuzione e il pompaggio dell'acqua sono ripresi solamente dopo gli accertamenti sulla tossicità sprigionata dalle alghe. Il progetto per la realizzazione della Diga Castello nacque nella seconda metà degli anni sessanta; i lavori cominciarono nel 1976 e terminarono nel 1985.

Flora e fauna

La flora e la fauna del territorio di Bivona sono quelle tipiche delle zone pedemontane dell'area mediterranea. In prevalenza sono presenti il Pino d'Aleppo, il Cipresso Comune, il Cipresso dell'Arizona, il Pino nero, l'Eucalyptus camaldulensis e l'Abete greco; l'euforbia cespugliosa, il biancospino e la ginestrella si trovano soprattutto presso i corsi d'acqua. Tanti alberi presenti in paese furono piantati negli anni trenta in vista della visita del paese da parte del Duce Benito Mussolini: in quella occasione vennero piantati i platani di via Lorenzo Panepinto, le robinie nella piazzetta denominata XXVIII ottobre (a ricordare appositamente un evento legato al Fascismo) e venne edificata la Villa Comunale. Per quanto riguarda la fauna, i boschi sono prevalentemente costituiti da piccoli insettivori (cinciarelle, cinciallegre, fringuelli, capinere, pettirossi, scriccioli) e da merli, colombacci e ghiandaie.

Comuni nelle vicinanze

Territorio Bivonese nella Provincia di Agrigento

Calcolando la distanza dei comuni in linea d'aria in base al centro urbano, Bivona dista[7]:

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Bivona.

L'influenza del clima si fa risentire sia sulla morfologia del territorio che sulla vita vegetale ed animale della zona. Il clima del territorio bivonese presenta una relativa variabilità, legata in particolar modo alle differenze altitudinali e morfologiche. Le caratteristiche offerte dalla stazione meteorologica di Bivona consentono di attribuire il regime del suo territorio ad una clima "temperato caldo" con prolungamento della stagione estiva e con inverni miti. Il clima di Bivona viene considerato come "clima di collina": tuttavia il clima generale dei Sicani si pone tra i climi "temperato-caldi" o "mesotermici" (all'interno dei climi "Xerotherici Mediterranei").
Per quanto riguarda le temperature[8]:

  • nell'ambito delle temperature massime, il valore minimo si riscontra in Gennaio (11,2 °C) e quello massimo nel mese di Luglio (33,1 °C);
  • nell'ambito delle temperature medie, il valore minimo si riscontra nel mese di Gennaio (8,4 °C) e quello massimo nel mese di Luglio (26,9 °C);
  • nell'ambito delle temperature minime, il valore minimo si riscontra nel mese di Gennaio (5,3 °C) e quello massimo nei mesi di Luglio e Agosto (20,6 °C). Pochi i giorni di gelo.
    Per quanto riguarda le precipitazioni, il numero di giorni piovosi medi mensili è più alto nei mesi di Dicembre e Gennaio, e via via minore fino a tendere a zero nel mese di Luglio. Le precipitazioni nevose si riscontrano soprattutto nel mese di Gennaio (ma raramente avvengono anche nel mese di Dicembre).
BIVONA[9] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 11,613,115,318,724,630,033,032,828,322,016,713,112,619,531,922,321,6
T. min. media (°C) 4,85,16,48,512,317,220,020,417,012,89,46,55,59,119,213,111,7
  • Classificazione climatica: zona C, 1268 GG[10]

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Bivona.

Dalle origini alla fine del XIII secolo

Alcuni reperti archeologici hanno confermato la presenza umana nel territorio di Bivona a partire già dall'età del rame. Si pensa che la città sia stata fondata dal tiranno Gelone di Siracusa (allora avrebbe dovuto chiamarsi Hipponium); alcuni studiosi la identificano con Ippana (città greca rinvenuta nei pressi di Prizzi), ma è un'ipotesi aspramente criticata da molti. Il primo documento ufficiale su Bivona risale al 1160, al tempo di re Ruggero II e dei suoi successori Guglielmo l e Guglielmo II. Da semplice casale abitato da popolazione musulmana, in pochi anni divenne uno dei maggiori centri del Val di Mazara.

Dal XIV al XVIII secolo

Divenuta Signoria alla fine del XII secolo, fu messa al sacco dalle truppe regie comandate da Francesco Ventimiglia (1359), che poi lasciò il castello di Bivona in custodia a Corrado Doria, futuro Signore del paese. Bivona si sviluppò maggiormente sotto la Signoria dei Chiaramonte (1363-1392) ma soprattutto sotto quella dei de Luna. Alcuni esponenti di questa famiglia furono protagonisti dei due famosi Casi di Sciacca. Il XVI secolo fu il secolo d'oro della storia di Bivona: nel 1554 Carlo V elevò il paese a città ducale e Pietro de Luna fu il primo nobile siciliano ad acquistare il maggiore titolo feudale dell'epoca, cioè il titolo di Duca. I due secoli successivi furono caratterizzati prima dal Ducato della famiglia dei Moncada (i principi di Paternò), poi da quello di nobili famiglie spagnole che non entrarono mai negli affari locali e favorirono il declino della città di Bivona.

Dal XIX secolo ai giorni nostri

«...L'anno 1812 venne pertanto a rappresentare per Bivona, molto più che per tanti altri centri
dell'Isola, un effettivo spartiacque storico: esso concludeva infatti per la nostra cittadina quel
lungo e travagliato ciclo storico che le aveva procurato dignità e benessere, ma anche delusioni
e miseria, e ne apriva un altro carico di speranze che le infondeva la fiducia di recuperare
quella dignità che nel passato le aveva fatto occupare uno dei posti
preminenti fra i centri abitati della Sicilia Occidentale...
»

Nel 1812 in Sicilia venne abolita la feudalità e ciò, paradossalmente, favorì la rinascita, soprattutto economica, di Bivona: infatti la cittadina agrigentina fu designata a Capoluogo di uno dei ventitre distretti in cui fu divisa l'intera isola. Il Distretto comprendeva Bivona e altri dodici comuni limitrofi. Nel Novecento Bivona si affermò soprattutto come importante centro amministrativo e culturale dell'entroterra agrigentino: infatti Bivona è sede di tanti uffici (sanitari e amministrativi), di numerose scuole (soprattutto istituti superiori) e rappresenta un punto di riferimento per i comuni nelle vicinanze delle province di Agrigento e di Palermo.

Simboli

Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Bivona.
Stemma del Comune
Stemma del Comune

Ecco la descrizione dello Stemma del Comune di Bivona: "Scudo recante al suo interno due rami intrecciati di quercia e di ulivo e stemma, sormontato da una corona, raffigurante nella parte superiore una mezza luna calante e nella parte inferiore un granchio."[12]

La mezza luna rappresenta la famiglia nobile De Luna d'Aragona, la famiglia del primo Ducato sotto la quale Bivona conobbe il periodo di maggiore splendore, mentre il granchio si riferisce alla città di Agrigento, Capoluogo di Provincia: l'animale ne era il simbolo, ed era rappresentato anche sulle monete della città di Akragas.

Il Gonfalone del Comune di Bivona riproduce lo Stemma su fondo azzurro arricchito di decori floreali.[13] Il Gonfalone deve essere sempre accompagnato dal Sindaco o da un assessore delegato e deve essere scortato dai vigili urbani del Comune di Bivona.

Onorificenze

Nel corso dei secoli Bivona ricevette varie onorificenze, soprattutto all'epoca del Regno di Sicilia e, successivamente, del Regno delle due Sicilie. Bivona ricevette la più importante onorificenza nel 1554, quando Carlo V, con privilegio del 22 maggio, esecutoriato a Palermo il 16 giugno, elevò la baronia di Bivona alla dignità di Ducato. Così Bivona acquisì il diritto ad assumere il titolo di Città.[14]
In seguito all'abolizione della feudalità in Sicilia, nel 1812, Bivona, con la nuova Costituzione, perse il titolo di Ducato. Attualmente il Comune di Bivona non detiene nessuna onorificenza; ciononostante, di rilevante importanza sono tre onorificenze conferite ad altrettanti cittadini del Distretto di Bivona morti durante l'incidente minerario che ebbe luogo nelle miniere Cozzo Disi e Serralonga di Casteltermini, il 4 luglio 1916.[15][16][17]

Il Palazzo Ducale di Bivona in una foto di inizio Novecento
Medaglia d'oro al valor civile a BONOMO FRANCESCO - sorvegliante - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor civile a BONOMO FRANCESCO - sorvegliante
«In occasione di un grave disastro minerario che faceva 89 vittime, eroicamente si avventurava con altri animosi, nei sotterranei in soccorso degli operai rimasti bloccati, ma colpito in pieno da un nuovo scoppio di grisou, riportava orrende scottature che lo rendeva poco dopo vittima del suo altruismo.»
— Bivona Girgenti, 4 luglio 1916


Medaglia d'oro al valor civile a DE MARCO CARMELO - operaio - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor civile a DE MARCO CARMELO - operaio
«In occasione di un grave disastro minerario che faceva 89 vittime, eroicamente si avventurava con altri animosi, nei sotterranei in soccorso degli operai rimasti bloccati, ma colpito in pieno da un nuovo scoppio di grisou, riportava orrende scottature che lo rendeva poco dopo vittima del suo altruismo.»
— Bivona Girgenti, 4 luglio 1916


Medaglia d'oro al valor civile a TODARO GIOVANNI - capomastro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor civile a TODARO GIOVANNI - capomastro
«In occasione di un grave disastro minerario che faceva 89 vittime, spinto dal più raro sentimento di solidarietà umana, eroicamente si avventurava nell'interno della miniera dove grida disperate invocavano soccorso, ma vinto da gas venefici, rimaneva vittima del suo altruismo.»
— Bivona Girgenti, 4 luglio 1916

Ricorrenze

  • 1160: in un documento viene riportato usque ad viam que vadit ad Bibonam: è questo il primo dato certo sull'esistenza di Bivona.
  • 30 marzo 1282: ha inizio la guerra del Vespro, a cui Bivona partecipò attivamente.
  • 11 ottobre 1299: in un diploma si attesta la cessione del castello di Bivona da parte del re di Napoli Roberto d'Angiò: è questo il primo dato certo sulla Signoria di Bivona.
  • luglio 1359: Bivona viene messa al sacco da Francesco Ventimiglia.
  • 13 agosto 1529: gli uomini della famiglia Perollo saccheggiarono Bivona e distrussero il castello durante il "Secondo Caso di Sciacca".
  • 16 giugno 1554: Pietro de Luna, primo fra i nobili siciliani, acquista il titolo di Duca; Bivona viene elevato a Ducato.
  • 4 settembre 1624: Santa Rosalia viene proclamata Patrona di Bivona.
  • 19 luglio 1812: in Sicilia viene soppresso l'antico sistema feudale; Bivona diviene Capoluogo del XII Distretto in Provincia di Girgenti.
  • 11 novembre 1817: con regio decreto, Bivona viene elevata a Sottintendenza della Provincia di Girgenti; nel 1862 diviene Sottoprefettura.
  • 6 agosto 1860: scontro tra i garibaldini e i soldati dell'esercito inviati dalla sottoprefettura di Bivona a Santo Stefano di Bivona.
  • 26 agosto 1860: con decreto prodittatoriale, il Distretto di Bivona diventa Circondario di Bivona.

Monumenti e luoghi d'interesse

Panoramica del territorio di Bivona

«...Alle falde di una lunga catena di monti, contornata di magnifici giardini, siede operosa e silente
la graziosa e ridente cittadina di Bivona, che rassomiglia a prima vista a un
delizioso luogo di villeggiatura della frontiera svizzera...»

Architetture religiose

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Bivona.

Chiese

  • Chiesa Madre Chiaramontana (XIII secolo), sita in prossimità di Piazza Santa Chiara, in stile gotico. Nella seconda metà del XIV secolo la Chiesa è stata "soggetto ad una grande opera di trasformazione"[18] da parte della potentissima famiglia dei Chiaramonte, Signori di Bivona dal 1363 al 1392. L'edificio, di cui rimane ben poco (solamente il prospetto principale con il portale, superbo esempio di arte gotica chiaramontana in Sicilia), era diviso da cinque (o sei) solidi pilastri quadrangolari in tre navate. Misurava 36,5 m di lunghezza, 16,5 m di larghezza e 7,6 m di altezza (a livello delle navate laterali). L'abside, probabilmente di forma poligonale, era sormontata da una piccola cupola; nelle navate laterali erano presenti degli archi che si collegavano con dei pilastri centrali. La chiesa era dotata di sagrestia e di un campanile.
Il Portale della Chiesa Madre Chiaramontana, simbolo di Bivona
Il Portale della Chiesa di San Bartolomeo
  • Chiesa di San Bartolomeo (XIII-XIV secolo), sita tra via san Bartolomeo e via Ospedale, nella parte meridionale del paese. La Chiesa era ad una sola navata; misurava 10 m di larghezza e 20 m di lunghezza. Era dotata di sagrestia e di un campanile. Negli anni Cinquanta del XIX secolo l'edificio fu adibito a luogo di sepoltura, in quanto il paese non era provvisto di cimitero. Nel 1892 la chiesa non era più sacramentale; nel 1906 era stata già abbandonata e spogliata di tutto. Nel 1959 l'edificio è stato venduto dall'arciprete Gramaglia al signor Ignazio Amoroso che la ristrutturò e la adibì ad abitazione civile. Della chiesa oggi rimane il portale della facciata principale, di gusto barocco; sul fastigio è posta una maestosa aquila di pietra ad ali spiegate che reca sul petto il rilievo di un coltello, che rappresenta l'arma con cui fu scorticato vivo San Bartolomeo.
  • Chiesa di Santa Rosalia
  • Chiesa di San Sebastiano (o di Santa Chiara)
  • Chiesa Madre Mater Salvatoris
  • Chiesa di Sant'Isidoro Agricola
  • Chiesa dell'Immacolata Concezione
  • Chiesa dell'Annunziata (o del Carmine)
  • Chiesa di Santa Maria di Loreto (o di San Domenico)
  • Chiesa di Santa Maria di Gesù
  • Chiesa di San Giacomo (Convento dei Cappuccini)
  • Chiesa di San Paolo
  • Monastero delle Clarisse
  • Chiesa Evangelica
Altre chiese di Bivona

Chiese del passato

  • Chiesa di Sant'Andrea, costruita alla fine del XII secolo o all'inizio del XIII, probabilmente la prima Chiesa e la prima Matrice di Bivona;
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate, una delle Chiese più antiche. La prima notizia su di essa risale al 23 febbraio 1419;
  • Chiesa di Sant'Agata, costruita al tempo della Signoria dei Chiaramonte a Bivona (1363-1392);
  • Chiesa di San Giovanni Battista, risale al 1481-82. Di piccole dimensioni, era dotata di una sagrestia e di una torre campanaria che fungeva da orologio pubblico;
  • Chiesa di Santa Maria Maddalena, una delle chiese più antiche di Bivona. La prima notizia risale al 1540. Nel 1595 fu ceduta ai Gesuiti che la fecero diventare nuova Chiesa Madre;
  • Chiesa di San Pietro, detta poi di Santa Maria del Soccorso. La prima notizia risale al 1540. A navata unica, presentava una cappella per lato e disponeva di un piccolo campanile;
  • Chiesa di Santa Caterina, la prima notizia su di essa risale al 1540. Qualche anno dopo venne dichiarata non agibile;
  • Chiesa di San Giacomo, la prima notizia su di essa risale al 1540, ma già in data anteriore non era più agibile;
  • Chiesa di Santa Chiara, si hanno poche notizie su di essa. Questa chiesa era diruta in data anteriore al 1548;
  • Chiesa di Santa Lucia, si hanno notizie su di essa in due documenti rispettivamente del 1540 e del 1593;
  • Chiesa di San Rocco, venne edificata negli anni quaranta del Cinquecento. Era dotata di una piccola sagrestia;
  • Chiesa del Purgatorio, risale al Settecento. Inizialmente un semplice oratorio, oggi è sede della casa canonica;
  • Chiesa di San Michele Arcangelo (o di San Francesco), inizialmente un sacellum donato ai Conventuali nel 1394, negli anni Cinquanta è stata abbattuta per edificare case popolari.

Chiese rurali

Santuario della Madonna di l'Ogliu
  • Chiesa di Santa Maria dell'Olio
  • Chiesa di San Leonardo
  • Chiesa di San Vito
  • Chiesa di San Matteo
  • Chiesa di San Giovanni Evangelista
  • Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
  • Chiesa di Santa Maria del Bosco
  • Chiesa della Madonna del Ponte
  • Chiesa di Santa Maria della Scala
  • Chiesa della Millaca
  • Chiesa di Pollicia Sottana
  • Chiesa di Pollicia Soprana
  • Chiesa nella casa rurale del Barone Guggino
  • Chiesa della Casina del Barone don Giovanni Guggino

Cappelle

Cappella della Madonna della Sprescia
  • Cappella di San Michele Arcangelo
  • Cappella dell'Ospedale (Santa Maria delle Catene)
  • Cappella della Madonna di Montemaggiore
  • Cappella della Madonna delle Grazie
  • Cappella del Carcere
  • Cappella del Camposanto
  • Cappella della Madonna della Sprescia
  • Cappella nella casina del rev. don Pasquale Bellone
  • Cappella nella casina del rev. don Antonio Russo
  • Cappella di Santa Filomena

Oratori

A partire dal XVII secolo, e ancor più nel Settecento, a Bivona vennero istituiti diversi oratori urbani: si trattava di alcuni vani dei palazzi nobiliari destinati alla celebrazione di culti religiosi. Altri oratori sorsero presso le abitazioni dei sacerdoti benestanti. Il principale era l'Oratorio Urbano della Compagnia della Madonna dell'Olio, sito nell'attuale piazza San Domenico. Si ha notizia dell'oratorio in un verbale di visita pastorale del 1669. Di modeste dimensioni, all'interno recava un'immagine nera della Madonna dell'Olio e quella di un Crocifisso. Era utilizzato per lo svolgimento delle pratiche religiose della Compagnia della Madonna dell'Olio e per la celebrazione della ricorrenza della festa della Madonna dell'Olio. L'oratorio venne concesso alla Chiesa delle Anime del Purgatorio. Oggi è sede della casa canonica.

Altri oratori di Bivona

Oratori urbani privati

  • Oratorio del Marchese Greco, attestato dal 1732 al 1752. Si trovava all'interno del palazzo barocco nell'attuale Via Marchese Greco;
  • Oratorio presso la casa rurale del rev. don Giuseppe Guggino, noto grazie ad un verbale di visita pastorale del 1768;
  • Oratorio dei baroni Guggino, attestato dal 1773 al 1921. Si trovava nel palazzo nobiliare nell'attuale Piazza Guggino;
  • Oratorio del sac. don Melchiorre Fiano, noto grazie ad un verbale di visita pastorale del 1773. Il sacerdote era beneficiale della Chiesa dell'Immacolata Concezione;
  • Oratori dei sacerdoti Antonino Russo e Pasquale Bellone, di cui si ha notizia in un verbale di visita pastorale del 1806.
  • Oratorio dei baroni De Michele, documentato dal 1855 al 1949;
  • Oratorio di don Alfonso Puccio, attestato nel 1892;
  • Oratorio della famiglia De Bono, eredi del Vescovo di Caltagirone Damaso Pio De Bono. E' documentato nel 1949, ma risale agli anni venti (ultimi anni della vita del vescovo, che fece ritorno nella sua Bivona).

Moschee e sinagoghe

Essendo stato praticato l'Islam dai primi abitanti di Bivona, si pensa che tale comunità doveva possedere un proprio luogo di culto, probabilmente una moschea: per mancanza di fonti e di documenti, non si è a conoscenza dell'ubicazione di tale edificio. Ma Bivona è stata anche una Judaica (o Giudecca): gli Ebrei occuparono un quartiere abbastanza centrale nella cittadina, ovvero quello circostante la chiesa e il convento di San Domenico. Molto probabilmente in questa zona sorgevano sia la meschita (la sinagoga o moschea), sia il locale adibito alla purificazione delle donne, sia la sede locale dove si riuniva la aliama (la comunità giudaica del paese).

Architetture civili

Palazzi

Il balcone angolare del Palazzo Marchese Greco
La Torre dell'Orologio
Fontana Pazza
  • Palazzo Ducale (sede amministrativa)
  • Palazzo Municipale (ex Collegio dei Gesuiti)
  • Palazzo del Marchese Greco (XVIII secolo), sito nell'omonima via, in stile tardo barocco. E' l'unico palazzo nobiliare di Bivona che ha mantenuto le proprie caratteristiche architettoniche. Ritenuta una tra le migliori dimore patrizie del barocco siciliano[19], riproduce, in modo del tutto originale, i rispettivi modelli spagnoli, distaccandosi da essi in modo autoctono ed autonomo. Presenta in modo sontuoso ed elegante le principali caratteristiche della propria corrente artistica: bizzarria ed esagerazione esasperata, inclini al senso del fantastico. Il palazzo, in pietra arenaria e di un solo piano, si sviluppa in lunghezza e presenta otto balconi sulla facciata principale. Il balcone angolare occidentale presenta grottesche figure di pietra, simili a delle cariatidi, che ricordano i mostri che decorano Villa Palagonia a Bagheria (PA). Le sculture esterne rappresentano forme vegetali e frutti, simboli di abbondanza materiale e prosperità economica, condizioni tipiche della Bivona seicentesca e della prima metà del Settecento. Nella parte orientale è presente lo stemma del Marchesato della famiglia Greco. Il palazzo, come si evince dal fregio del balcone centrale, è stato ultimato nel 1707, e successivamente è stato sede della Sottintendenza di Bivona. Oggi è in fase di restaurazione: a lavoro ultimato diverrà sede museale.
  • Palazzo De Michele
  • Palazzo dei Baroni Guggino
  • Casa Comunale

Torri e campanili

  • Torre dell'Orologio (XVIII secolo), sita in Piazza Orologio. Una Torre dell'Orologio esisteva già nel 1588: corrispondeva al campanile della Chiesa di San Giovanni, nella piazza principale del paese, e presentava un orologio che fino al 1775 ha scandito solamente le ore, per diversi decenni; venne sostituito con un’altro, attualmente ancora in funzione, in grado di scandire anche i quarti, costruito da don Giuseppe Cambria, abitante di Corleone. Alla fine del Settecento il campanile crollò: venne pertanto costruita una nuova torre, nella zona del Castello (dove si trova tuttora); nella seconda metà dell'Ottocento la torre venne ricostruita. La struttura della torre è suddivisa in tre sezioni: la prima è costituita dalla porta di accesso; la seconda da una piccolissima finestrella a forma circolare; la terza dallo strumento che dà il nome alla costruzione: l’orologio. In cima si trovano due piccole campane, utili per scandire l'ora. Gli spigoli della torre vengono accentuati grazie all'alternanza dei mattoni che sporgono e rientrano, aggiungendo così un ulteriore senso di verticalità all’opera.

Fontane

Numerose sono le fontane e le sorgenti sparse nel territorio bivonese. Il primo impianto di fontane pubbliche risale al 1887, molte furono costruite nel 1894. Oggi a Bivona sono presenti circa una ventina di fontane; le più importanti sono:

  • Fontana Mezzaranciu o Cannulicchi (XIX secolo), sita in Piazza Guglielmo Marconi, in ferro. La fontana si trova all’interno di un’esedra in muratura ed è delimitata da una ringhiera in ferro. E' nota come Mezzaranciu ("mezza arancia", per via della forma delle vasche) o Cannulicchi ("rubinetti", per via delle bocche che fanno fuoriuscire l'acqua). La fontana è stata progettata dagli ingegneri palermitani Compagno e Messina, ed è stata realizzata nel 1894. Nella struttura è raffigurato l'antico e originario stemma di Bivona, composto da una mezzaluna con le punte rivolte in alto e da una pigna, antico simbolo della comunità che indicava la nobiltà, la benignità e la perseveranza del paese.
  • Fontanella di lu Roggiu (XIX secolo), sita in Via Lorenzo Panepinto, in ferro. Di modeste dimensioni, ha una base rettangolare in cui è riportata l'anno della costruzione, il 1894. La parte superiore è semicircolare; sopra l’imboccatura è riportato il nome del paese, sotto si trova lo stemma comunale. E' una fontana molto semplice, priva di decorazioni e con forme essenziali, facilmente utilizzabile dagli abitanti per usi quotidiani. Chiamata di lu Roggiu ("dell'Orologio") per la vicina presenza della Torre omonima.
  • Fontana di li Ferri (XVIII secolo), sita in Via Ferri, in muratura. Si tratta di una fontana con lavatoio, nei pressi dell'omonima sorgente, documentata già nel XIV secolo, che si trova nella parte meridionale del paese, dove un tempo era presente una Porta. Il nome è da ricondurre all'antica presenza di botteghe di ferraioli. Dal più antico documento sulla fontana, risalente al 1752, si evince che non si trattava di un lavatoio, ma di un abbeveratoio. Di forma rettangolare, è composto da quattro vasche, una grande (l'abbeveratoio) e tre piccole (il lavatoio).
  • Fontana di lu Savucu (XIV secolo), sita in Via Conceria, in muratura. Si trova nei pressi dell'omonima sorgente, documentata già nel Trecento. Il termine Savucu ("Sambuco") deriva probabilmente dall’arabo zabbug (olivo selvatico) o da sambuco, l'arbusto i cui frutti vengono utilizzati per la preparazione vini e sciroppi. La fontana, in pietra locale, è composta da vasche che digradano seguendo il pendio della strada, che si trova nella parte occidentale del paese.
  • Fontana ex abbeveratorio di Piazza Guglielmo Marconi (XIX secolo), sita all'interno della Villa Comunale, in muratura. E' l’abbeveratoio più grande presente a Bivona. Realizzato negli anni settanta del XIX secolo in Piazza Fiera, l'attuale Piazza Marconi, per abbeverare gli animali da soma che trainavano le carrozze. Recentemente è stato restaurato ed adibito a fontana, mantenendo la sua forma perfettamente circolare. L'acqua della fontana non è utilizzabile nè potabile, ma ha solamente fini scenografici.
  • Fontanella di Via Amato (XX secolo), sita nell'omonima via, in ferro. Costruita nel 1929, presenta le stesse caratteristiche di molte altre fontane costruite sul modello di quella di lu Roggiu di Via Lorenzo Panepinto; essa si differenzia dalle altre per la presenza del fascio littorio, simbolo del Fascismo.
  • Fontana Pazza, sita nell'omonima via, in muratura. E' chiamata in tale modo perché la sorgente esistente ha un andamento irregolare e rivela ai bivonesi, con un certo anticipo, le annate magre di acqua. Solitamente l'acqua abbonda nel periodo estivo se fuoriesce nel periodo di Santa Lucia, a dicembre. La fontana, nel Novecento, è stata ricostruita ex novo durante i lavori di pavimentazione della strada: quella originaria, esistente da diversi secoli, aveva un abbeveratorio di forma rettangolare nella parte posteriore, e una piccola vasca con un rubinetto da cui fuoriusciva acqua potabile nella parte anteriore; quella attuale, invece, presenta una vasca a forma poligonale e una parte superiore di forma semicircolare da cui fuoriesce l’acqua. La sorgente dà il nome al quartiere, che è situato nella parte settentrionale del paese.
Altre fontane di Bivona

Altre fontane di Bivona

Fontana in Piazza Madrice
  • Contrada Cappuccini, in muratura
  • Via Gullo (Ponti Pisciatu), in muratura
  • Via Lorenzo Panepinto, in muratura
  • Piazza Madonna delle Grazie, in muratura
  • Piazza Madrice, costruita nel 1894, in ferro
  • Via Marchese Greco, in ferro
  • Via Montemaggiore, costruita nel 1894, in ferro
  • Via Mulè, non funzionante, in ferro
  • Via Mulino Nuovo, in muratura
  • Via Perricone, in ferro
  • Via Piazza, in ferro
  • Via San Bartolomeo, in ferro
  • Piazza Santa Chiara, in ferro
  • Via Santa Rosalia, costruita nel 1894, in ferro
  • Via Sirretta, in ferro

Altre architetture civili

Fontana circolare sita all'interno della Villa Comunale
  • Villa Comunale (XX secolo), sita in Piazza Guglielmo Marconi. E' stata edificata alla fine degli anni trenta, in pieno periodo fascista, grazie al Commissario Prefettizio Giuseppe Scirè, che attuò il progetto di riqualificazione e sistemazione del verde urbano di Bivona. Prima dell'edificazione della villa, l'intera zona costituiva la Piazza Fiera, la principale piazza del paese. Alla villa comunale (un tempo circondata da una cancellata, perchè non sempre aperta al pubblico) si accede da più lati: dal centro, tramite una larga scalinata che ha inizio direttamente da Piazza Marconi, dalle scalinate laterali e dalle vie soprastanti la villa e l'intera Piazza. Al centro si trova una fontana circolare, ex abbeveratorio; a pochi metri si trova il monumento dei caduti; in corrispondenza dell'entrata laterale sinistra si trova un monumento dedicato a Cesare Sermenghi. All'interno della villa si trovano diverse specie di piante, tra cui alberi di melia, robinie e varie aiuole; la maggior parte è di provenienza indigena (sono presenti poche piante esotiche); l'impianto di illuminazione si presenta semplice ma elegante.
  • Magazzino del Duca
  • Case Cirriè
  • Teatro (XIX secolo), sito nell'omonima via ed oggi non più esistente. Un teatro a Bivona era ospitato privatamente in un locale di proprietà del Marchese Greco, piccolo ma dotato di palchi, risalente alla metà del Settecento. Per il fatto che il teatro rappresentava il luogo di ostentazione personale e di differenziazione sociale dei nobili e dell'alta borghesia, nei primi decenni dell'Ottocento venne costruito un nuovo teatro; inoltre furono costituiti un Caffè di Adunanza (successivamente chiamato Casino di Compagnia) e una sala da biliardo, entrambi luoghi frequentati e finanziati dai maggiori esponenti della borghesia locale. I lavori per la costruzione del nuovo teatro ebbero inizio nel 1834 e terminarono dopo il 1847. Nel 1864 il teatro divenne di proprietà comunale. Nonostante esso fosse suddiviso in due piani, dotato di logge e ben illuminato, numerosi fattori negativi, come le ridotte dimensioni del paese e la lontananza dai validi circoli culturali delle città, non fecero emergere il teatro nemmeno tra quelli presenti nel circondario. Oggi il teatro non esiste più: a ricordarlo rimangono solamente il nome della via (Via Teatro) e qualche rudere.
  • Antico condotto di irrigazione
  • Rifugi montani
  • Casa del Duca di Bivona (Ribera)

Architetture militari

I ruderi del Castello di Bivona
Il Casino
Il Castello della "Pietra d'Amico"
La Torre del Castello di Poggiodiana a Ribera
Il Castello di Bivona in una foto di qualche decennio fa

Le principali architetture militari di Bivona sono:

  • I resti del bastione e le rovine del Castello (XIV secolo), sito tra Via Lorenzo Panepinto e Piazza Castello, nella parte settentrionale del paese. Il castello fu costruito probabilmente nella prima metà del Trecento, a difesa di un castello principale preesistente o di una torre di guardia. Lo storico Michele da Piazza affermò che il castello venne saccheggiato nel 1359 da Guido e Francesco Ventimiglia, e subito dopo dai loro avversari, gli uomini della fazione chiaramontana. L'edificio venne nuovamente ricostruito nello stesso anno. Il castello fu protagonista e vittima dello scontro tra i Luna e i Perollo nel Cinquecento (Secondo Caso di Sciacca); un secolo dopo, tra le rovine vi era ancora l'arco maggiore che recava il fregio di uno scudo raffigurante lo stemma della famiglia Chiaramonte. Oggi rimangono solamente una porzione del muro di cinta del lato orientale cadente ed il contrafforte angolare nord-occidentale, dichiarati Monumento Nazionale[20]. La superficie che occupava anticamente era di circa 1700 mq: il lato Nord era lungo 47,50 m, il lato Est 35 m, il lato Sud 27 m e il lato Ovest 44,50 m.
    Il Casino (XVII secolo), sito in prossimità del Monte Il Casino, da cui prende nome. Si tratta di una costruzione con rinforzi angolari (a forma di torre) che domina l’alto di un colle, da cui si scorge la Diga Castello, situata a pochissimi chilometri. Il complesso, che assume le sembianze di un vero e proprio castello, si svolge su una pianta articolata di forma rettangolare. All’interno sono ancora presenti i ruderi di una cappella religiosa, decorata da stucchi settecenteschi, e i ruderi di altri ambienti con arcate, dai quali era possibile raggiungere i piani superiori dell'edificio. Si pensa che tale costruzione fosse di epoca secentesca e che fungesse da residenza per i periodi di caccia ai nobili del luogo. A breve distanza dal "Casino" si trova un abbeveratoio ottogonale, probabilmente attinente all'edificio.
    I ruderi del Castello "Petra d'Amico" (IX secolo), sito in prossimità della Diga (che da esso prende il nome), al confine con il territorio di Alessandria della Rocca. Fu eretto su di un masso e assunse in poco tempo un ruolo fondamentale anche per i paesi limitrofi. Ne fu signore Pietro D'Amico, che dette il nome alla costruzione. Solitamente il termine feudale Petra in Sicilia designava una fortificazione isolata: unica eccezione fu la Petra D'Amico, che si trattava inizialmente di un casale, in seguito di una baronia. Nel XVI secolo il feudo della Pietra D'Amico, di proprietà dei nobili Abbatellis, fu avocato dallo stato. Nel 1542 fu venduto a don Nicolò Barresi, fondatore della vicina Alessandria della Rocca. Oggi del castello rimane ben poco: solamente qualche pezzo di muro, parte della scalinata e il masso su cui venne edificato. Le acque dell'Invaso Castello sommergono i ruderi del Mulino della Pietra; durante i lavori di costruzione della diga, negli anni ottanta, intorno al castello vennero trovati altri ruderi, cocci, vasellame e utensili che testimoniano la presenza di un insediamento che, probabilmente, veniva difeso proprio dal Castello.
    Le architetture militari non più esistenti di cui si hanno notizia sono:
  • La Torre di guardia, o Turris Bibonae, era la costruzione militare che venne poi inglobata dal castello; viene citata in un diploma dell'11 ottobre 1299 in cui si attesta la concessione dei castelli di Bivona e di Calatamauro a Giacomo di Catania;
  • La Torre difensiva, sita nelle vicinanze del "Ponte Pisciato", i cui ruderi erano visibili fino agli anni sessanta del XX secolo. Il bastione era stato costruito ad oggetto di difesa e sicurezza molto probabilmente durante la costruzione della cinta muraria cittadina;
  • Le Mura cittadine, costruite nel Trecento, il cui circuito è ricavabile dalla posizione dei vari edifici sacri che esistevano all'epoca e da alcuni documenti e toponimi del tempo. Dalle varie fonti si evince che: il tratto settentrionale formava un unico sistema difensivo con il castello (che era uno dei pochi della Sicilia a non essere costruito extra moenia); nel tratto occidentale si apriva la Porta dei Cavalieri; il tratto meridionale si trovava poco a valle della Chiesa Madre Chiaramontana; il tratto orientale seguiva il corso del fiume Alba che attraversava il paese.

Infine, è da annoverare il Castello di Poggiodiana (XIV secolo), sito nel territorio di Ribera: ha attinenza con Bivona in quanto è stato costruito da Guglielmo Peralta, padre di Niccolò, signore di Bivona, e per secoli è stato dominio dei nobili signori bivonesi.

Altro

  • Giardini del Duca
  • Punti panoramici

Strade e Piazze

  • Via Roma
  • Via Porta Palermo
  • Via Lorenzo Panepinto
  • Piazza Castello
  • Piazza Damaso Pio De Bono
  • Piazza Ducale
  • Piazza Giovanni Cinà
  • Piazza Guglielmo Marconi
  • Piazza San Giovanni
  • Piazza XXVIII Ottobre

Xanèe

Xanèa tra Via Sirretta e Piazza Guggino

Una xanèa (o hanìa, hanèia, khanèa) è una volta ad arco, tipicamente araba, che si trova ad un crocicchio di vie dentro il paese. La lettera iniziale è una fricativa gutturale sorda e va pronunziata come il χ del greco antico (/ch/).

  • Xanèa Piazza Guggino
  • Xanèa Piazza San Paolo (Ex Via Arco Trizzino)
  • Xanèa Via Arco Marciante
  • Xanèa Via Arco Marchese Greco

Statue ed altri monumenti

  • Monumento dei caduti
  • Monumento a Cesare Sermenghi
  • Monumento al movimento operaio e contadino

Edicole sacre

  • Edicola della Madonna delle Grazie
  • Edicola della Madonna di Montemaggiore
  • Edicola della Madonna delle Grazie (arco di via Cannova)
  • Edicola della Madonna dell'Arco (ex edicola della Madonna di Fatima)
  • Edicola di via Arco Marciante
  • Edicola di via Fondachello
  • Edicole di li Madunnuzzi
  • Edicola della Xanèa di Via Piazza-Via Fondachello

Siti archeologici

Nel territorio di Bivona non esistono veri e propri siti archeologici; tuttavia a Bivona e in tutto il territorio sono stati ritrovati tantissimi reperti archeologici, che confermano la presenza di insediamenti umani nel luogo a partire già dall'età del rame. Tra questi, ricordiamo alcuni cocci di ceramica Serraferlicchio (età neolitica) e ceramica madreperlacea nera di tipo campano (ultimi secoli avanti Cristo-primi secoli dopo Cristo), monete puniche (III secolo a.C.) e alcune necropoli di epoca musulmana e di tipo saraceno. Un sito archeologico di significativo valore geologico è sicuramente il Vallone Acque Bianche.

  • Pietra di Salomone (Palazzo Adriano)
  • Pietra dei Saraceni (Palazzo Adriano)

Aree naturali

Riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio

Panoramica del territorio bivonese che ricade all'interno della Riserva Naturale

La Riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio è stata istituita nel 1997. E' una riserva naturale regionale della Sicilia che ricade nei territori di Bivona e di Burgio (in provincia di Agrigento) e di Chiusa Sclafani e di Palazzo Adriano (in provincia di Palermo). In questa riserva si trovano fossili risalenti al Permiano, i più antichi e preziosi di Sicilia. Il merito della valorizzazione di questa area naturale è del paleontologo Gaetano Giorgio Gemmellaro (1832-1904). L'area è gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali. La riserva ha una superficie di 5.862 ha ed è attraversata dal fiume Sosio (corso d'acqua che nasce tra Santo Stefano Quisquina e Bivona); è stata inaugurata nel maggio 2005 e presenta 40 sentieri, oltre 60 specie di uccelli, più di 47 specie botaniche (tra cui bellissime orchidiacee e funghi come il funcia di ferla) e un'area attrezzata, quella della Menta nel bosco di San Adriano. Il 18 maggio 2005, giorno dell'inaugurazione, erano presenti le maggiori associazioni ambientaliste (Lipu, WWF e Legambiente), i rappresentanti delle istituzioni, moltissimi cittadini e studenti delle scuole elementari e medie dei comuni interessati e Mons. Carmelo Ferraro, allora Arcivescovo della Arcidiocesi di Agrigento, a cui è spettato l'onore di tagliare il nastro.[21]

Area Attrezzata demaniale Canfuto

L'Area Attrezzata demaniale Canfuto è gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali. Sorge su un'altura boscata dominante la vallata sottostante e Bivona. Si estende su circa 3 ettari ed ha prevalentemente conifere. E' fornita di 12 tavoli rustici in pietrame calcareo e tronchi di cipresso piallato ottimamente. Ci sono circa 180 posti a sedere, due bagni (uno per disabili), 12 punti cottura, 5 fontanelle caratteristiche in pietra locale, 2 campi di bocce. Inoltre è di rilevante importanza l'assenza di barriere architettoniche. L'Area Attrezzata Canfuto si trova in territorio bivonese, ed è facilmente raggiungibile percorrendo la Strada Statale 118 (nel tratto Bivona-Santo Stefano Quisquina).

Parco dei Monti Sicani

Nel gennaio 2006 è stata annunciata la nascita del Parco dei Monti Sicani, il quinto parco regionale in Sicilia[22]. Il disegno di legge è stato presentato da Giovanni Panepinto, deputato regionale all'ARS e Sindaco di Bivona. I territori che rientreranno nel nuovo parco sono quelli compresi nell’entroterra agrigentino e palermitano, da Sant'Angelo Muxaro (AG) a Prizzi (PA), incluse le seguenti riserve naturali già istituite: Riserva naturale orientata Monte Cammarata, Riserva naturale orientata Monte Carcaci, Riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, Riserva naturale orientata Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco e Riserva naturale integrale Grotta di Sant'Angelo Muxaro. La sede provvisoria del Parco è allocata presso la sede del polo universitario di Bivona, a Santo Stefano Quisquina[23]. Nel 2008, a causa della caduta del governo Cuffaro, sono stati interrotti i lavori per l'iter legislativo del disegno di legge sull'istituzione del Parco[24]: la procedura è ripartita solamente nel novembre 2008, e nel giro di pochi mesi il Parco dei Monti Sicani dovrebbe essere istituito.

Società

Evoluzione demografica

Evoluzione storica della
popolazione
1593 7.315
1628 10.000[25]
1659 4.000
1697 3.600
1722 4.023
1762 3.381
1772 3.417
1802 2.660
1805 2.050
1814 2.565
1861 3.475
1901 4.850
1931 5.146
1951 5.667
1981 5.030
1991 5.076
2001 4.225
2002 4.179[26]
2003 4.160[27]
2004 4.116[28]
2005 4.086[29]
2006 4.091[30]
2007 4.041[31]

Abitanti censiti[32]

Bivona è oggi il 28° comune più popoloso della provincia di Agrigento e il 217° dell'intera Sicilia.
I dati certi più antichi sulla popolazione di Bivona sono quelli del Rivelo del 1548; la dinamica demografica del periodo precedente a tale anno fu senza dubbio positiva: secondo calcoli approssimativi[33], nel 1375 il paese contava 2.076 abitanti, negli anni intorno al 1530 5.222, nel 1548 6.666. Nella seconda metà del Quattrocento Bivona ebbe una crescita sia demografica che economica: ciò fu dovuto soprattutto alla presenza della comunità ebraica e ai numerosi ordini religiosi che si stabilirono nella cittadina (in particolar modo nel XVI secolo, subito dopo l'elevazione a Ducato). Nel rivelo demografico del 1548 Bivona risultò formata da 1.515 famiglie (circa 7.272 abitanti). A causa della fondazione di nuovi Comuni feudali nella zona di Bivona, nel Seicento cominciò per il paese il declino demografico: contava circa 6.000 abitanti nella prima metà del XVII secolo; ne contava poco più di 4.000 nella prima metà del Settecento. Alla fine del XVIII secolo la popolazione era di circa 3.300 abitanti. Il minimo storico è stato raggiunto nel 1806: allora Bivona contava appena 2.006 abitanti; in seguito la popolazione ricominciò ad aumentare: nel 1812 gli abitanti erano 2.383, due anni dopo diventarono 2.565. A partire dallo stesso anno (1814) e fino al 1859 fece parte del Comune di Bivona il borgo San Ferdinando, che dopo l'Unità d'Italia venne chiamato Filaga (e oggi è frazione del Comune di Prizzi in Provincia di Palermo). La borgata contava circa una cinquantina di abitanti, annoverati nei rilevi insieme agli abitanti di Bivona. Col passare degli anni la popolazione bivonese aumentò nuovamente, e raggiunse i 3.475 abitanti nel 1861. Nei primi anni del Novecento Bivona superò di gran lunga la soglia dei 4.000 abitanti, nel primo dopoguerra quella dei 5.000 abitanti; nel secondo dopoguerra la cittadina raggiunse la soglia massima del XX secolo: più di 5.600 abitanti. In seguito, a causa delle emigrazioni (in un primo momento nelle Americhe e nel Nord Europa, più recentemente nel Nord Italia) la popolazione diminuì ancora una volta e oggi conta solamente poco più di 4.000 persone. Tuttavia il paese si rianima nei mesi caldi dell'anno, in quanto tanta gente del posto fa ritorno a casa per trascorrere il periodo estivo; il resto dell'anno, nonostante la tranquillità del posto, il paese è sempre pieno di gente grazie alla numerosa presenza di studenti provenienti dai paesi del circondario.

Etnie

Provenienza della popolazione straniera residente (2007)[34]
Bandiera della Romania Romania 10
Bandiera della Tunisia Tunisia 6
Bandiera della Nigeria Nigeria 4
Bandiera della Cina Cina 4
Bandiera della Germania Germania 1
Bandiera della Polonia Polonia 1
Bandiera del Marocco Marocco 1
Evoluzione storica della popolazione straniera residente
2002 10[35]
2003 11[36]
2004 16[37]
2005 19[38]
2006 25[39]
2007 27[40]

La presenza straniera a Bivona è piuttosto esigua: solo lo 0.7% della popolazione è di origine straniera. Il dato è di gran lunga inferiore alla media nazionale (4.5%). Dei 27 stranieri residenti al 31 dicembre 2007, solo uno è stato iscritto per nascita, mentre 4 sono stati iscritti direttamente dall'estero. Uno straniero è stato cancellato dai registri di Bivona perché si è spostato in un altro comune, mentre un altro straniero ha acquisito la cittadinanza italiana. I residenti stranieri minorenni sono 4, di cui 2 nati in Italia.
Nel corso dei secoli la popolazione di Bivona è stata composta da diverse etnie: fu un pagus Saracenorum (villaggio di Saraceni, come lo definì il Fazello), quindi abitato da gente araba, che lasciò notevoli tracce sia nella toponomastica bivonese sia nel dialetto. Successivamente la popolazione del paese crebbe con la venuta dei Normanni. Il paese subì l'influenza sia delle popolazioni che dominarono in Sicilia (Angioini, Aragonesi), sia, soprattutto, dai signori (e successivamente dai duchi) che esercitarono il potere nella cittadina, quasi tutti di origini spagnole. Bivona fu, inoltre, una giudecca siciliana: probabilmente alla fine del XIV secolo si stanziò nella cittadina una comunità ebraica.
Per quanto riguarda il territorio di Bivona, esso, trovandosi nell'area dei Monti Sicani, venne abitato dalla più antica popolazione della Sicilia, per l'appunto i Sicani, e nel corso della storia fu terra di conquista di tutti i popoli che si stanziarono in Sicilia (Greci, Romani e così via).

La Giudecca di Bivona. Ebrei a Bivona

Lo stesso argomento in dettaglio: Giudecca di Bivona.

Nel 1454 Bivona comparse in un elenco di giudaiche siciliane, cioè un elenco delle comunità ebraiche che si stanziarono in vari luoghi della Sicilia. In quell'anno la giudecca era composta da più di quaranta famiglie e aveva una sinagoga locale. Nel 1472, come si evince da un documento, Bivona contava più di 70 famiglie ebree, cioè circa 300-400 persone, pari al 7% della popolazione. L'incremento demografico della Giudecca bivonese fu dovuto ai rapporti che essa intratteneva con altre comunità, in particolar modo con quella di Palermo. La nomina a Mastro Secreto del Regno conferita nel 1474 al signore di Bivona Sigismondo de Luna, grazie alla quale egli assunse il ruolo di "protettore" degli ebrei, fu un altro motivo di crescita della popolazione ebraica nella cittadina. Nel 1492 fu emanato un editto con cui veniva decretata l'espulsione degli ebrei dalla Sicilia: poteva rimanere nell'Isola solo chi si fosse convertito alla religione cattolica. Tuttavia a Bivona rimase una parte consistente della comunità: molti si convertirono (neofiti), altri continuavano a praticare il proprio culto di nascosto (marrani). Tra i maggiori esponenti ebrei della comunità bivonese spiccano le figure di Salomone Bas (medico), Xua Busacca (il primo ebreo bivonese di cui si hanno notizie) e Gabriele Zavatteri (medico neofita). Gli ebrei ricoprivano ruoli impotanti all'interno della popolazione: alcuni si occupavano dell'imposizione e della riscossione delle imposte, altri aiutavano i poveri e i bisognosi, altri erano maestri, notai, medici.

Lingue e dialetti

L'idioma più diffuso è, ovviamente, la lingua italiana, ma il dialetto tipico di Bivona è il dialetto bivonese, facente parte della famiglia dei dialetti centro-occidentali del siciliano. Il subdialetto bivonese presenta alcune caratteristiche che lo rendono simile al tipico siciliano occidentale, altre che lo accostano al dialetto ennese. Le caratteristiche principali del dialetto di Bivona sono:

  • la conservazione del nesso -LJ- (ad esempio ogliu, pronuncia "olju": in italiano "olio");
  • il riflesso della continua gutturale sorda del nesso -FL-, come la lettera χ del greco antico (es.: χumi, in italiano "fiume");
  • la prostesi della gutturale sonora davanti una vocale (es.: gatu, in italiano "alto");
  • la prima persona del pronome personale ridotta a ji anzichè iu come la maggior parte dei dialetti siciliani occidentali (in italiano "io");
  • il troncamento della terza persona singolare del passato remoto (es.: currì, in italiano "corse");
  • il riflesso di -LD- in Žd (es.: caŽdu, in italiano "caldo");
  • l'elisione di L- davanti una dentale (es.: satu, in italiano "salto");
  • la postposizione e l'enclisi del pronome personale di terza persona singolare alla seconda persona singolare dei verbi, in tutti i tempi e modi tranne che nel presente indicativo (es.: tu durmivitu, in italiano "tu dormivi");
  • il condizionale del verbo "essere": furra, oggi poco usato;
  • la presenza di termini derivanti dal linguaggio arabo.

A tal proposito, l'eredità araba nel dialetto bivonese è presente sia nella fonetica che nel lessico: nella fonetica, dal momento che la fricativa velare sorda h si è estesa in tante voci dialettali di origine non araba; nel lessico, dal momento che la maggior parte dei toponimi locali derivano dall'arabo (per esempio Magazzolo, nome del fiume che scorre nel territorio bivonese, deriva da magzil, "acque vorticose"). Particolare menzione merita la parola xanèa (talvolta scritta anche hanèa, khanèa, hanìa o hanèia), che indica un tipo di arco utilizzato nell'architettura araba e che è una voce attualmente attestata solo a Bivona.

Religione

La religione maggiormente praticata a Bivona è la religione cattolica. Bivona appartiene all'Arcidiocesi di Agrigento ed è stato considerato per secoli uno dei posti più religiosi dell'intera Sicilia: a testimoniare ciò sono le numerose chiese presenti nel territorio (nel corso dei secoli furono costruiti più di 40 edifici sacri, evento insolito per un paese che al massimo arrivò a contare poco più di 7.000 abitanti) e le molteplici comunità religiose che si stanziarono in paese. Bivona è un paese ancora legato alle proprie tradizioni e devozioni religiose: su tutte quella di Santa Rosalia, la vergine palermitana che visse gran parte della sua vita sulle montagne di Bivona. A Bivona è attestato il culto più antico di cui si abbia traccia della santa e, a buon ragione, il paese è stato inserito nell'Itinerarium Rosaliae (un percorso spirituale e naturalistico nei posti in cui si trovò la "santuzza", in località che si trovano tra la province di Agrigento e di Palermo; inizialmente Bivona era stata esclusa da questo progetto[41]). Gli ordini religiosi che vennero a stabilirsi a Bivona recarono grandi vantaggi al paese, in particolar modo i Gesuiti: fu questa Compagnia che offrì alla gente di Bivona l'opportunità di compiere gli studi, e ancora oggi Bivona risulta essere un centro culturale di primaria importanza per tutto il territorio circostante, dopo aver ricoperto per secoli il ruolo di centro amministrativo e religioso. Oggi la comunità ecclesiale di Bivona si trova riunita in Unità Pastorale: infatti nel 2004 l'Arcivescovo di Agrigento mons. Carmelo Ferraro decise di unire le due parrocchie in funzione, quella della Chiesa Madre e quella di Santa Rosalia, che così adesso si ritrovano con un unico parroco ed un viceparroco che lo affianca. La comunità elegge un unico consiglio pastorale cittadino. A Bivona operano anche i Frati Cappuccini (che, tuttavia, non risiedono nel convento cittadino) ed è attiva la Fraternità Francescana. Il Convento dei Cappuccini dell'oasi francescana "San Bernardo di Corleone" di Bivona appartiene alla Provincia Cappuccinorum Panormitana[42]. Santa Rosalia è la santa patrona di Bivona, festeggiata il 4 settembre; il copatrono del paese è San Francesco d'Assisi, che si festeggia il 4 ottobre.

Comunità religiose nella storia di Bivona

Comunità e ordini religiosi
in parentesi la data di fondazione della comunità

  • Priorato Benedettino (metà del XII secolo)
  • Confraternita di Sant'Antonio Abate (prima del 1250)
  • Carmelitani (XIII-XIV secolo)
  • Confraternita di S. Bartolomeo (XIII-XIV secolo)
  • Confraternita di San Michele Arcangelo (probabilmente in data anteriore al 1394)
  • Confraternita di S. Rosalia (fine XIV secolo)
  • Minori Conventuali (1394)
  • Confraternita di S. Sebastiano (XV secolo)
  • Domenicani (XV secolo)
  • Opera del SS. Sacramento nella chiesa di S. Agata (XV secolo)
  • Suore Benedettine (XV secolo)
  • Frati Minori Osservanti (1500)
  • Compagnia della Madonna del Rosario (XVI secolo)
  • Confraternita di S. Rocco (XVI secolo)
  • Compagnia del SS. Sacramento (tra il 1543 e il 1569)
  • Gesuiti (1556)
  • Cappuccini (seconda metà del XVI secolo)
  • Frati Minori Riformati (fine XVI secolo)
  • Suore Clarisse (fine XVI secolo)
  • Opera delle Anime Sante del Purgatorio (anni dieci del XVII secolo)
  • Eremiti Agostiniani (1614)
  • Compagnia della Madonna della Pietà (prima metà del XVII secolo)
  • Compagnia di S. Maria del Soccorso (1642)
  • Compagnia del SS. Crocifisso (1650)
  • Opera del SS. Viatico nella chiesa di S. Giovanni (anni di poco anteriori al 1722)
  • Congregazione femminile del SS. Rosario (XIX secolo)
  • Confraternita dell'Annunziata o del Carmelo (approvata in modo non definitivo nel 1860)
  • Congregazione delle Piccole Suore della Sacra Famiglia (1910)
  • Congregazione delle Suore Terziarie Agostiniane (1928)
  • Compagnia delle Dimesse di S. Orsola (1930)
  • Congregazione del "Sacro Cuore" (1937)
  • Congregazione delle "Missionarie del S. Cuore di S. F. Cabrini" (1968)
  • Congregazione delle Suore Assuntine (2006), unico ordine ancora esistente

Santa Rosalia bivonese

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Il Fercolo di Santa Rosalia del 1601
Lo stesso argomento in dettaglio: Santa Rosalia.


«...V.R. di grazia mi scriva alcuna cosa a ciò si accendano di più alla divozione di questa Santa
li cittadini nostri; alli quali viene scritto che nel tumolo dove si trovò la santa vi era scritto Rosalia Bivonesa...
»


(LA)

«Ego Rosalia Sinibaldi Quisquinae Et Rosarum Domini Filia Amore D.ni Mei Iesu Christi In Hoc Antro Habitari Decrevi»

(IT)

«Io Rosalia Sinibaldo, figlia del Signore della Quisquina e del Monte delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo, in questa grotta ho deciso di abitare»

L'iscrizione rinvenuta nella grotta della Quisquina (attuale territorio del limitrofo comune di Santo Stefano Quisquina), dove Rosalia visse per circa dodici anni, dimostra che la Santa era figlia del Signore che esercitava il potere sul territorio di Bivona. Addirittura il padre gesuita Francesco Sparacino, che scrisse una biografia di Santa Rosalia secondo le rivelazioni che essa fece alla bivonese suor Maria Roccaforte, riferisce che nel 1149 un angelo, per evitare che Rosalia venisse scoperta dalla famiglia, la trasportò dalla Quisquina al bosco di Bivona, dove restò per cinque anni prima di essere trasportata, nuovamente dall'angelo, sul Monte Pellegrino a Palermo. Rosalia, Signora della Terra di Bivona, il 4 settembre 1624, pochi giorni dopo il ritrovamento della grotta della Quisquina, venne proclamata Patrona di Bivona. Tuttavia il culto della Santa era attestato in paese già da circa tre secoli, ed è il culto della Vergine più antico di Sicilia, tra quelli su cui si hanno notizie certe. Secondo tale culto Santa Rosalia, apparendo ad una vergine di Bivona (o ad un uomo o a dei giurati) sopra un sasso, assicurò la cessazione della peste solo se i bivonesi avessero costruito una chiesa in suo onore in quello stesso posto. Fu solamente dopo la seconda apparizione, quella del 28 luglio 1246, che la chiesa venne edificata. A Bivona la peste cessò non appena iniziarono i lavori per la costruzione dell'edificio sacro. Ulteriori notizie della vita della Santa a Bivona vennero date da suor Maria Roccaforte. E nel 1909 così scrisse il bivonese Giovan Battista Sedita: "Che che se ne dica dei suoi natali a Palermo, della famiglia sua essere dei Sinibaldi da Palermo, pure Essa è gloria bivonese, che vale solamente a sorpassare ogni altro pregio di Bivona. Difatti Essa esplicò la sua vita d'anacoreta nelle montagne di Bivona, e più specialmente su quello della Quisquina allora appartenente a Bivona...".

Giudaismo a Bivona

A Bivona era presente una alaima o giudecca, cioè una comunità ebraica. Gli ebrei occuparono la zona posta nelle vicinanze del convento di San Domenico (zona centrale del paese) e lì, molto probabilmente, dovevano trovarsi sia il luogo di culto (la meschita) sia gli altri luoghi per la celebrazione delle proprie funzioni e dei proprio rituali. Nel 1492 fu decretata l'espulsione degli ebrei dalla Sicilia (per ordine di Ferdinando d'Aragona, Ferdinando il Cattolico, e di Isabella di Castiglia): molti si allontanarono da Bivona perchè rifiutarono di convertirsi alla religione cattolica, altri, i neofiti, proclamarono la propria conversione ma continuarono a celebrare il proprio culto clandestinamente (fenomeno del marranismo): così la religione ebraica perdurò nel paese fino alla seconda metà del XVI secolo.

Altre religioni

Islam

La religione più antica presente a Bivona è l'Islam, ammesso che il paese sia stato fondato dai saraceni. Una piccola comunità, ma che doveva avere un proprio luogo di culto, probabilmente una moschea (di cui non si conosce l'ubicazione per mancanza di fonti). Nel 1246, in seguito alla rivolta dei musulmani nelle province di Agrigento e Palermo, l'Imperatore Federico II obbligò i musulmani a convertirsi al cristianesimo. In seguito l'Islam venne praticato solamente dagli schiavi mori che prestavano servizio presso le famiglie nobili di Bivona fino ai primi del Seicento, e oggi è praticato, in privato, dagli immigrati magrebini presenti in paese.

Chiese Cristiane Riformate

L'Inquisizione evitò, nel Cinquecento, l'affermazione in Sicilia della riforma protestante che, tuttavia, ebbe i suoi seguaci anche nell'Isola. La mancanza di documenti ci impedisce di sapere se a Bivona ci fossero proseliti del protestantesimo; abbiamo comunque notizia dell'inquisizione di due frati bivonesi, fra Leonardo Vasapollo (maestro di teologia, carcerato nel gennaio 1561) e fra Benedetto (messo in carcere, evase con due compagni e fece perdere le sue tracce), entrambi inquisiti, probabilmente, per le loro idee luteraneggianti. Soltanto dopo l'Unità d'Italia si concesse ampia libertà anche alle comunità protestanti.

I Pentecostali e "L'Assemblea di Dio in Italia" (ADI)

Nel 1925 il bivonese Giuseppe Giacinto Falcone, convertitosi al culto pentecostale durante un soggiorno in America, fondò una comunità evangelica a Bivona. La piccola comunità tre anni dopo si dotò di un luogo di culto, e dovette affrontare tante difficoltà, sia per l'ostilità dei cattolici locali, sia per i Patti Lateranensi del 1929, con cui si tolleravano sempre meno i culti evangelici. I pentecostali furono così costretti, per qualche anno, ad incontrarsi segretamente. La comunità evangelica riprese la piena attività nel secondo dopoguerra, ma la sua esperienza durò fino agli anni Sessanta. La comunità pentecostale di Bivona fu ricostruita nuovamente nel 1981 e appartiene all'A.D.I. (Assemblea di Dio in Italia). Ancora oggi continua la propria attività ed è in stretti rapporti con le comunità dei paesi limitrofi.

Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova

Dalla fine degli anni Settanta alcuni bivonesi hanno aderito alla confessione religiosa dei Testimoni di Geova. I membri di Bivona fanno parte di una Congregazione insieme ai membri di Santo Stefano Quisquina, Alessandria della Rocca e Cianciana. Questa Congregazione è diretta da due Anziani, ed ha la propria Sala del Regno in un ampio locale ad Alessandria della Rocca. La Congregazione fa parte di una grande Circoscrizione (la Sicilia 4), coordinata da un Sorvegliante e comprendente parte delle province di Trapani ed Agrigento. I Testimoni di Geova della Sicilia Occidentale si riuniscono nella Grande Sala dell'Assemblea di Caltanissetta.

Tradizioni e folclore

Come la maggior parte dei comuni siciliani, anche Bivona vanta antiche tradizioni, specialmente legate a eventi religiosi. Durante l'anno, gli eventi tradizionali e folcloristici che coinvolgono la popolazione locale sono i seguenti:

San Giuseppe, 19 marzo

Il giorno di San Giuseppe (19 marzo) molte famiglie devote allestiscono la Tavulata di Sanciseppi: come "per grazia ricevuta", imbandiscono tavolate ricolme di tutte le specialità gastronomiche locali. Nell'occasione vengono ospitate le famiglie bisognose.

Settimana Santa, a partire dal Giovedì Santo
La Santa Cruci o Monte del Calvario

Il giorno del Giovedì Santo ha inizio il triduo pasquale: la Statua del Cristo viene portato in processione. Il Venerdì Santo, di mattina, dalla Chiesa di Santa Chiara (sita nella parte bassa del paese) ha inizio la processione della Statua dell'Addolorata. Davanti la Chiesa Madre avviene l'incontro tra la Madonna Addolorata e Gesù Cristo. La processione si conclude con la crocifissione al Monte del Calvario (sito nella parte alta). La sera il Cristo viene deposto in una preziosa urna e, seguito dall'Addolorata, viene portato nella Chiesa di Santa Chiara. Durante la processione viene intonato il populu me (O mio popolo), un tradizionale canto sotto forma di lamento.

Madonna di l'Ogliu, Pasquetta

Il lunedì di Pasquetta Bivona festeggia la Madonna dell'Olio, la cui festa risale al XVI secolo. Di mattina si celebra la Messa solenne al Santuario della Madonna dell'Olio (o, in bivonese, Madonna di l'Ogliu); di pomeriggio si porta in processione il simulacro della Madonna partendo dalla zona dello stadio comunale e fino ad arrivare in Chiesa Madre. La statua rimane in paese per tutto il mese di maggio; a giugno viene riportata nel santuario, a circa 3 km da Bivona, nei pressi della Diga Castello.

Madonna di la Sprescia, 30 maggio

Il mese di maggio (mese mariano) è dedicato in particolar modo alla Madonna di la Sprescia: ogni giorno viene recitato il rosario presso la cappella e a fine mese, solitamente giorno 30, viene celebrata la messa conclusiva. Sull'altare arde sempre una lampada ad olio, fornita dai molteplici fedeli che periodicamente si recano presso la cappella per venerare la Madonna.

Santa Rosalia, 4 settembre
Statua di Santa Rosalia in processione

La festa di Santa Rosalia, patrona di Bivona, si svolge la prima settimana di settembre, ma il giorno principale è il 4 settembre: in questo giorno viene uscito il preziosissimo Fercolo (o Vara) di Santa Rosalia e viene portato in processione, accompagnato dalla banda musicale, per le vie del paese. La serata si conclude con i tradizionali fuochi pirotecnici. Alla festa religiosa viene accostata quella pagana: in paese viene allestita una fiera, con numerose bancarelle e con le vie principali addobbate con archi luminosi. La serata richiama l'attenzione di tanta gente del circondario grazie alla presenza di un cantante o di un personaggio famoso.

San Francesco d'Assisi, 4 ottobre

La festa di San Francesco dura tre giorni (2-3-4 ottobre). Nella giornata conclusiva si svolge la processione, che inizia e termina al Convento dei Cappuccini, dopo aver attraversato gran parte del paese. Anche questa festività è accompagnata dalla presenza della banda musicale, degli archi luminosi che abbelliscono il paese, dai giochi d’artificio e dalla presenza di numerose bancarelle.

Altri eventi tradizionali e folcloristici
  • Carnevale, febbraio o marzo: per Carnevale si svolge la tradizionale sfilata dei carri allegorici. Vi è inoltre una gara a premi in cui si esibiscono gruppi mascherati che allestiscono piccoli spettacoli musicali. Vengono organizzati anche spettacoli per bambini;
  • Peregrinatio Mariae, mese di maggio: la statua della Madonna di Fatima (solitamente posta nella Chiesa di Santa Rosalia) viene portata nelle varie famiglie del paese che preparano cenacoli e momenti di preghiera in casa propria;
  • Corpus Domini, maggio o giugno: viene portato in processione il Sacramento; in paese vengono addobbati dei piccoli altari, dove viene posato l'ostensorio al passaggio del sacerdote. Alla processione partecipano tutti i bambini che hanno ricevuto il Sacramento dell'Eucaristia. I balconi delle case vengono abbelliti con lunghe lenzuola candide;
  • Fiera del Bestiame, settembre e ottobre, in occasione delle feste patronali. La fiera si svolge in Contrada Cappuccini;
  • Li morti, 2 novembre, giorno in cui riafforano usanze del passato;
  • Immacolata Concezione, 8 dicembre, con relativa processione accompagnata dalla banda musicale e messa festiva;
  • Santa Lucia, 13 dicembre, in occasione della quale viene distribuita la cuccìa.

A Bivona, nel 1996, è stato formato il gruppo folcoristico “Bivona folk”, che si esibisce, in tipici abiti siculi, in occasione delle feste di paese e in diversi saggi di musica tradizionale siciliana. A partire dal 2000, in occasione della Sagra della Pesca (altra manifestazione ricca di folclore), vengono invitati gruppi folcloristici dei paesi vicini per partecipare al raduno dei gruppi Folk: i gruppi sfilano in paese ballando le tradizionali danze siciliane, accompagnate dai convolgenti zufoli. A prendersi cura delle feste patronali e all'organizzazione di altri eventi e manifestazioni legate al folclore e ai costumi popolari è l'Associazione Mimosa, che opera e ha sede in Bivona.
Un'altra parte fondamentale della tradizione di Bivona riguarda i racconti orali, i proverbi e gli scioglilingua in dialetto bivonese; tuttavia, molte tradizioni e usanze del passato sono andate perse, come quelle concernenti le cerimonie nuziali e i riti funebri.


L'atrio del Palazzo Municipale, già Collegio dei Gesuiti

Istituzioni, enti e associazioni

Per secoli Bivona ha rappresentato il centro amministrativo, culturale, sociale, religioso e sanitario di tutto il circondario, grazie alla presenza di numerosi uffici, servizi, scuole, edifici sacri e di enti e associazioni di rilevanza provinciale e regionale, e tuttora il paese ricopre questo ruolo importante. Infatti, oggi Bivona è sede locale:

  • dell'Ufficio del Giudice di Pace[43];
  • del Centro Operativo INPS[44];
  • della Condotta Agraria[45];
  • del Distretto Scolastico[46];
  • della Sede Circoscrizionale dell'Ufficio di Collocamento[47];
  • della Primavera O.N.L.U.S.[48];
  • del Patronato Acli[49];
  • dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico[50];
  • dell'AVIS[51];
  • del Consorzio di Bonifica 3 - Agrigento[52];
  • della S.M.A.P. S.p.A. (Società per lo Sviluppo del Magazzolo Platani), società responsabile dei Patti territoriali Magazzolo Platani e del PIT n. 23[53];
  • della Pro Loco[54];
  • del Consultorio Familiare[55];
  • della ANUU Migratoristi[56];
  • del SERIT SICILIA S.p.A.[57];
  • dell'Associazione Astrofili Bivonese "Galaxia"[58].
L'ospedale di Bivona, ex Tracomatosario e sede dell'ASL

Per quanto riguarda la sanità, fin dal XVI secolo Bivona è dotata di strutture ospedaliere: nel 1540, infatti, con l'aiuto del Senato cittadino è stato fondato l'Ospedale degli Incurabili, in prossimità della Chiesa di San Bartolomeo[59]. Oggi a ricordare quell'edificio rimane solo il nome della via, denominata appunto "Via Ospedale". Nel 1936 è stato costruito un ospedale nei quartieri più alti del paese: la struttura divenne presto un Tracomatosario, luogo di cura del tracoma, malattia che imperversò in Sicilia soprattutto nel secondo dopoguerra e colpì maggiormente i bambini. Oggi l'edificio è una sede dell'ASL di Bivona (l'altra è in via Benedettine, in quello che anticamente era il Convento delle Suore Benedettine): la cittadina è infatti sede dell'omonimo Distretto Sanitario (Distretto di Bivona) dell'Azienda Sanitaria Locale N°1 di Agrigento [60]. Oltre al poliambulatorio e alla guardia medica ad esso connessa, a Bivona è presente l'Ambulatorio Specialistico "Renato Traina", un centro dialisi nato nella primavera del 2001 convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale[61], e la Casa di Riposo per anziani "Villa Santa Chiara"[62]. A pochi chilometri dal paese, sulla SS 118, in direzione di Santo Stefano Quisquina, si trova la Casa di Salute "Ignazio Attardi", in territorio stefanese[63], clinica privata appartenente all'ASL n°1 di Agrigento.

Qualità della vita

Nel comune di Bivona non si riscontrano particolari problematiche ambientali: c'è poco inquinamento, sia per l'assenza di centrali ed industrie, sia per il basso numero di abitanti che comporta anche una moderata presenza di veicoli di vario genere, sia per la presenza di ampie zone verdi e di salutifere acque in tutto il territorio. Ma Bivona non è esente da diverse problematiche: una riguarda proprio l'acqua e il tentativo da parte della società "Girgenti Acque" di privatizzarla. Il Comune ha reagito con un referendum cittadino svoltosi il 15 febbraio 2009: al quesito "Ritieni che la gestione dell’acqua debba essere affidata ai privati?", il 99,43 % dei votanti ha risposto con un plebiscitario "no"[64]. Per l'accanimento e la determinazione mostrati dalla cittadinanza bivonese nella lotta contro la privatizzazione dell'acqua, il sindaco di Palma di Montechiaro Rosario Gallo, durante un Consiglio Comunale svoltosi a Bivona il 4 febbraio 2009, affermò che Bivona può ritenersi la capitale della Sicilia[65]. Un altro problema che grava sui bivonesi è quello che riguarda le infrastrutture e i trasporti: nonostante il paese sia attraversato dalla SS 118, sono pessimi i collegamenti sia con le principali città dell'Isola, sia con i comuni posti nelle vicinanze. La strada che collega Bivona con Lucca Sicula sta per essere ultimata; quella che collega Bivona con Ribera è al limite della percorribilità; praticamente impraticabile è la strada montana che collega Bivona con Palazzo Adriano. E' ancora in cantiere il progetto della "Mare-Monti", la strada che dovrebbe collegare le aree interne della provincia agrigentina con la fascia costiera, attraversando i comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana e Ribera. Un altro grave problema è la crisi economica che negli ultimi anni ha colpito gran parte della Sicilia: tantissimi giovani, per mancanza di lavoro, sono costretti ad emigrare nel Nord Italia e, talvolta, anche all'estero. Nel 2008 la provincia di Agrigento risulta essere al 101° posto (in ex-aequo con quella di Palermo) nella classifica annuale sulla "Qualità della vita" stilata da Il Sole 24 Ore[66]. Il problema delle discariche e dei rifiuti urbani è parzialmente risolto in seguito all'adesione del comune alla Sogeir S.p.A.[67], società che gestisce l’ATO AG1 e che si occupa dei servizi di nettezza urbana. Anche a Bivona i dipendenti della Sogeir praticano la raccolta differenziata porta a porta. Infine, tra i problemi che colpiscono maggiormente la cittadina è da annoverare la siccità del periodo estivo, che causa il quasi totale prosciugamento delle acque della Diga Castello ed enormi problemi nel settore agricolo. Ciononostante, Bivona è considerato un punto fermo per i comuni limitrofi, rappresentando per essi un centro amministrativo e culturale, e il fatto che in Bivona si alternano pregevoli paesaggi naturalistici (monti, boschi, fiumi, sorgenti, laghi) ad efficienti strutture culturali, amministrative e sociali (scuole, unità sanitarie, uffici, cinema, ristoranti) all'interno del paese, rende notevole la qualità della vita del comune.

Cultura

Istruzione

Biblioteche

A Bivona è presente la Biblioteca Comunale "Romano Cammarata" (poeta e scrittore bivonese), con sede provvisoria nei locali del Palazzo Municipale (ex Collegio dei Gesuiti). Dispone di un fondo di 8.359 articoli, così suddivisi: 7.175 libri, 827 videocassette e relativi opuscoli, 357 dischi.[68] La Biblioteca Comunale di Bivona ha curato la pubblicazione di molti testi di storia locale.

Ricerca

Dedito alla ricerca è il Centro Studi "Luigi Pirandello". Istituito nel 1999, il suo fine è l'attivazione di percorsi culturali, umani e sociali, attraverso iniziative di studio e di ricerca. In questi anni il Centro Studi ha intensificato i rapporti con professionisti, enti pubblici e privati, organizzazioni sindacali ed istituti bancari e ha realizzato progetti formativi concordati con i lavoratori, le imprese e le istituzioni. Tra i progetti, i principali sono il Progetto Giovenale (che si pone l’obiettivo di attuare un articolato programma di interventi finalizzati alla creazione di un "Osservatorio sui Minori a Rischio"), il Progetto Idros (che si pone l’obiettivo di attuare un articolato programma di interventi finalizzati allo sviluppo e alla gestione delle risorse idriche) e il Progetto Calceola (che intende creare le condizioni che favoriscono l’ingresso, il reingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro nell’area dei comuni del PIT 23 Magazzolo Platani e Monti Sicani dell'Agrigentino)[69].
Bivona è sede del Rotaract Club "Bivona - Montagna delle Rose" del Distretto 2110 Sicilia - Malta[70].

Scuole

Il Liceo Ginnasio Statale "Luigi Pirandello"
L'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Lorenzo Panepinto"

La presenza della comunità ebraica prima e della Compagnia di Gesù in un secondo momento assicurò a Bivona un continuo processo di crescita culturale già a partire dal XVI secolo. Nel 1767 i Gesuiti vennero espulsi dalla Sicilia e il sistema scolastico, qualche anno dopo, venne gestito direttamente dal governo dei Borboni, che dispose l'istituzione di una scuola apposita in ciascuno dei conventi dell'Isola: fu una fortuna per Bivona, sede, all'epoca, di quattro conventi. Sotto il governo dei Savoia, a Bivona venne istituito un Ginnasio, con decreto di Garibaldi, nel 1860[71]: tuttavia l'apertura si ebbe solo il 9 febbraio 1863. Nel periodo fascista l'istituto fu sostituito da un istituto tecnico (intitolato a Francesco Crispi, originario della zona), in cui veniva insegnato anche il latino. Il Liceo Classico fu attivato alla fine degli anni quaranta grazie alla collaborazione tra l'avvocato bivonese Edmondo Trizzino, il Ministro della Pubblica Istruzione Guido Gonella e l'avvocato bresciano Ludovico Montini, fratello di Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. Il Liceo-Ginnasio Statale di Bivona ottenne l'autonomia il 18 marzo 1953; alla fine degli anni settanta fu attivato l'Istituto Tecnico Commerciale; negli anni novanta vennero attivati nuovi corsi liceali: il Linguistico, lo Scientifico e il Bio-Socio-Sanitario, unico in Sicilia. E' in fase di costruzione un nuovo istituto superiore, con annesso un corso Alberghiero.

Scuole di Bivona
  • Istituto Comprensivo "Giovanni Meli", che comprende:
    • Scuola Materna o dell'Infanzia
    • Scuola Elementare o Primaria "Carlo Collodi"
    • Scuola Media o Secondaria di Primo Grado "Giovanni Meli"
  • Liceo Ginnasio Statale "Luigi Pirandello", con annessi i seguenti indirizzi:
    • Classico
    • Scientifico
    • Linguistico
    • Bio-Socio-Sanitario
  • Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Lorenzo Panepinto"

Università

Bivona è una sede decentrata dell'Università di Palermo. Dal 1991, per quasi un decennio, è stata sede del Corso di Laurea in Scienze Forestali ed Ambientali della Facoltà di Agraria dell'ateneo palermitano e i suoi locali erano siti in Via Roma, all'interno dell'ex convento dei Domenicani; dal 2001 è sede del Corso di Laurea in Tecniche erboristiche della Facoltà di Farmacia di Palermo[72] e dipende logisticamente dal Consorzio universitario della Provincia di Agrigento (Cupa)[73]; i suoi locali sono siti in Via Roma nel contiguo comune di Santo Stefano Quisquina. Attualmente in questa sede gli iscritti sono solo venticinque, e all'interno dei locali non ci sono mense, pensionati, postazioni Internet, laboratori, biblioteche.[74]

Musei

  • Casa-Museo Carmelo Cammarata: dedicata allo scultore bivonese Carmelo Cammarata (1924-1999), si tratta della bottega in cui l'artista lavorava. La casa è stata restaurata e contiene alcune opere dello scultore. La specialità del Cammarata (grande amico di artisti e intellettuali del suo tempo, tra cui Renato Guttuso e Cesare Sermenghi) era la scultura in legno, alabastro e arenaria, tutte tecniche tipiche della scultura siciliana.

Media

Radio

Nel territorio di Bivona non sono presenti stazioni radiofoniche. Tuttavia le principali stazioni radiofoniche si trovano a breve distanza dal paese: una si trova a Santo Stefano Quisquina, un'altra ad Alessandria della Rocca:

  • Radio Santo Stefano (con sede nel contiguo comune di Santo Stefano Quisquina);
  • Radio Amica FM (con sede nel contiguo comune di Alessandria della Rocca).

A Bivona esisteva una radio locale, Radio Bivona, oggi non più attiva[75].

Stampa

Nel territorio bivonese non sono presenti redazioni locali nè di quotidiani nazionali nè di quotidiani o giornali o riviste regionali. Le principali testate giornalistiche che talvolta trattano del comune di Bivona sono i quotidiani regionali e provinciali: Il Giornale di Sicilia, La Sicilia, il Quotidiano di Sicilia. In paese le uniche testate giornalistiche sono rappresentate dai giornali che vengono pubblicati, con varia periodicità, dagli istituti scolastici e dai partiti politici. Alla Scuola Media "Giovanni Meli", alla Biblioteca Comunale "Romano Cammarata" e al Circolo "Leonardo da Vinci", invece, si devono la pubblicazione di alcuni libri di storia locale: tra essi spiccano i lavori di Antonino Marrone, medico pediatra bivonese, studioso di storia siciliana (Il Distretto, il Circondario ed il Collegio Elettorale di Bivona (1812-1880), Storia delle Comunità Religiose e degli edifici sacri di Bivona, Ebrei e Giudaismo a Bivona (1428-1547), Bivona dal 1812 al 1881, Il fascio dei lavoratori di Bivona). Egli ha inoltre pubblicato Bivona Città feudale, libro in due volumi edito da "Salvatore Sciascia Editore" in cui viene narrata la storia di Bivona dalle origini al 1812. Altre opere fondamentali su Bivona sono quelle di Cesare Sermenghi, poeta, saggista e drammaturgo originario del paese; di rilevante importanza anche il libro Cenno storico - politico - etnografico di Bivona, pubblicato nel 1909 dal bivonese Giovan Battista Sedita e ristampato nel 1992; di recente pubblicazione sono alcuni libri ambientati a Bivona: Gaetano Marini verificatore di pesi e misure. Bivona 1862 di Pasquale Marchese, Giardino sicano. Bivona come metafora di Salvatore Guida e I bambini della Croce bianca di Carmelo Miduri[76]. E' in corso di stampa il volume Il culto di S. Rosalia a Bivona. La Chiesa e il Fercolo, edito dal Comune di Bivona e scritto dall'artista bivonese Salvatore Tornatore. Meritano menzione anche le tesi di laurea su Bivona e il suo territorio, reperibili presso la Biblioteca Comunale.
A Bivona, inoltre, ha sede la casa editrice Cammarata editore[77], nata nel 2001, che non si occupa solamente delle novità editoriali, ma anche di multimedialità. Il primo romanzo edito dalla casa editrice, pubblicato nel maggio 2006, è stato scritto da un giovane bivonese.

Cinema

A Bivona è presente una sala cinematografica, sita in via Roma, attiva da circa un decennio. Essendo l'unico cinema del circondario, assume rilevante importanza non solo per i cittadini di Bivona, ma anche per quelli dei paesi limitrofi. La sala ha ospitato più di una volta manifestazioni, riunioni, concerti, presentazioni, dibattiti e convegni, assumendo così la funzione di vero e proprio auditorium. Per quanto concerne la produzione cinematografica, a Bivona mancano sia stabilimenti che scuole di cinema; non esistono nemmeno film legati al comune. Tuttavia bisogna ricordare che nel 1988 sono state girate numerose scene del film Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore nel contiguo comune di Palazzo Adriano; in quella occasione il regista bagherese offrì l'opportunità a tanta gente del posto di avere qualche ruolo all'interno dello sceneggiato, e così tra le comparse del film figurano anche alcuni bivonesi.

Televisione

A Bivona non ci sono stazioni televisive nè redazioni locali di network nazionali. Le principali notizie sul comune vengono trasmesse dalle TV locali della Provincia di Agrigento e della Sicilia. Non ci sono programmi televisivi legati al comune: tuttavia Bivona è apparsa più di una volta non solo nei canali delle televisioni regionali, ma anche in quelli delle TV nazionali. Nell'agosto 2008, nel giro di pochi giorni, è apparsa due volte nel programma "Sabato & Domenica Estate" su Raiuno[78][79]; qualche anno fa è apparsa su Linea Verde, ancora una volta su RaiUno. Sempre sullo stesso canale, negli ultimi anni, sono apparsi alcuni bivonesi in diversi programmi (I Raccomandati, condotto da Carlo Conti, e Uno Mattina) a cui ha assistito in diretta la maggior parte della cittadinanza.

Arte

Fercolo di Santa Rosalia
File:Boccascenabivona.jpg
L'Associazione Boccascena di Bivona in Dalle Origini all'Inizio

Teatro

A Bivona opera l'associazione culturale "Boccascena"[80]. Le sue origini risalgono ai primi anni Ottanta, quando l'associazione aveva un'altra denominazione, ARCAS (Associazione Culturale Amici dello Spettacolo), che per anni rappresentò con successo due Musicals (La Barunissa di Carini e Caino e Abele, quest’ultimo trasmesso persino dalla RAI). Nel 2003 nasce ufficialmente la compagnia Boccascena, con un cast totalmente rinnovato. In questi ultimi anni l'associazione ha messo in scena due Musicals, Dalle Origini all'Inizio e la Barunissa di Carini. Entrambe le opere hanno riscontrato grande successo in Sicilia e in altre regioni italiane.
Ogni anno a Bivona si svolge la Rassegna di Teatro Popolare "Città di Bivona", a cui partecipano compagnie teatrali provenienti da tutta la Sicilia: nell'estate del 2008 si è disputata la XIII edizione. Tra i più grandi autori bivonesi di opere teatrali si ricordano Cesare Sermenghi (Terralba (OR), 1918Verdello (BG), 1997), Paolo Trizzino (Bivona, 1897-1955), il cui capolavoro è Il calvario di Pinocchio, messo in scena nel 1926 al Teatro Morgana di Roma, l'attuale Teatro Brancaccio, e Giuseppe Scilì Bellomo (Bivona, 1951), autore di alcune commedie in rima alternata o baciata interamente in dialetto bivonese.

Il Flauto dolce, strumento con cui Bivona raggiunse il primo posto in concorsi nazionali e regionali (copia da Jan Steenbergen, 1700 circa)

Musica

A Bivona sono presenti due associazioni musicali:

  • A.C.M. "Città di Bivona", diretta dal maestro Salvatore Cutrò;
  • Banda musicale A.C.G.M. "G. Rossini", diretta dal maestro Ignazio Lo Pinto.

Nel 2006 l'Associazione Culturale Musicale ha indetto il primo Concorso Regionale per Banda "Città di Bivona", riservato ai complessi bandistici amatoriali di tutta la Sicilia[81], in cui ogni banda deve eseguire un brano a scelta libera ed uno d'obbligo per una durata complessiva di 15 minuti. Al concorso, giunto alla terza edizione, hanno preso parte prestigiose bande musicali siciliane. Per quanto concerne altri concorsi musicali, il gruppo polifonico di flauto dolce della Scuola Media "Giovanni Meli" di Bivona, diretta dal professore Francesco Lo Porto, vanta diversi successi in competizioni regionali e nazionali: nel 1995 il gruppo si è classificato secondo nel concorso regionale "G. Zizolfi" di Mirto (ME); nel 1996 quarto nel concorso nazionale "F. Gullo" di Cosenza; nel 1998 si è classificato al primo posto nel medesimo concorso nella città calabra, mentre l'anno successivo arrivò un terzo posto; nel 2001 il gruppo polifonico di Bivona si classificò primo nella Rassegna Regionale "Premio Salvuccio Percacciolo" nuovamente a Mirto; nel 2002 si confermò al primo posto; nel 2003 arrivò un secondo posto, sempre a Mirto, mentre nel 2004 il secondo posto fu conquistato nel primo Concorso Nazionale di Musica "Ruvo di Puglia Città d'Arte", disputatosi nell'omonima cittadina in provincia di Bari. L'ultimo concorso a cui ha partecipato il gruppo musicale bivonese è stato la Rassegna Scolastica Musicale di Capo d'Orlando e Mirto, con cui la scuola si confermò ancora una volta al primo posto a livello regionale. Di notevole importanza anche i piazzamenti ottenuti dai solisti, che nel 1999 culminarono nel primo posto in occasione del Concorso Nazionale a Cosenza[82].

Cucina

La Pesca Bianca Di Bivona, si dice in giro che è la più buona[83]

«...Bivona, il mio paese, il paese delle pesche più buone del mondo, terra di confine tra Palermo e Agrigento...»

Bivona vanta un'antica tradizione gastronomica. Il clima mite temperato e i terreni permeabili hanno favorito la coltivazione della pesca di Bivona, chiamata anche "Montagnola", appunto perché prodotta in un'area caratterizzata da una orografia collinare e montana. La Pescabivona si presenta con la polpa bianca e soda, vellutata, di media pezzatura, non di rado solcata da venature rosee tendenti al rosso. Il sapore è dolce e aromatico, il profumo si distingue da quello della maggior parte di pesche prodotte nel resto di Sicilia e d'Italia. Il periodo di maturazione va dalla fine di giugno alla terza decade di settembre. A seconda del periodo di maturazione, si possono distinguere quattro ecotipi di Pescabivona: la Primizia o Murtiddara, la Bianca, l'Agostina e la Settembrina.
Naturalmente le principali specialità gastronomiche di Bivona sono a base di pesche: torta alle pesche e di ricotta, biscotti con marmellata di pesche, pasticciotti con marmellata di pesche. Altre specialità sono la Pasta Ncasciata, la Froscia, la Pasta alla Milanisa, la caponata di olive verdi, li sfinci, li cannoli, i ravioli con la ricotta, i biscotti di mandorla, le paste alla frutta, i dessert, i bocconcini con crema e ricotta, la pignolata, la cubata e, ovviamente, la cassata. Il gelato è artigianale, prodotto con ingredienti freschi e genuini, da gustare in morbidissime brioches.

Personalità legate a Bivona

Carlo V, re di Spagna e Imperatore dei Romani, si innamorò delle bellezze naturali di Bivona e decise di elevare la cittadina a Ducato, il primo in Sicilia
Statua sita nel Palazzo Reale di Napoli

Altre personalità[84]:

  • Paolo Caggio (1521 - 1562) fu il primo letterato siciliano. Visse qualche anno a Bivona.
  • Antonino Veneziano (1543 - 1593) fu un famoso poeta siciliano. Visse qualche anno a Bivona.
  • Suor Maria Roccaforte (1597 - 1648) fu una suora benedettina del monastero bivonese che ebbe visioni della Madonna, di Gesù e soprattutto di Santa Rosalia, che ad essa avrebbe narrato la propria vita. Nacque, visse e morì a Bivona.
  • Giuseppe Romano (1613 - 1681) fu un medico ed un illustre poeta siciliano. Nacque e morì a Bivona.

Eventi

La Sagra della Pesca

File:Pescabivona.jpg
Locandina della Sagra della Pesca

L'evento principale della stagione estiva è la Sagra della Pesca, che viene organizzata dall'amministrazione comunale nella seconda metà di agosto, e costituisce la principale attrattiva del piccolo paese montano. Il 24 agosto del 2008 si è festeggiata la serata principale e conclusiva della ventitreesima edizione, e come ogni anno l'esibizione di un artista di fama nazionale ha assicurato la presenza di centinaia di persone. Nel 2008 è stata la volta di Michele Zarrillo, mentre gli anni passati hanno visto la partecipazione di Max Gazzè, Paola Turci, Marina Rei, Silvia Salemi, Anna Oxa, Ivana Spagna, Edoardo Bennato, Tony Esposito, Francesco Baccini, Mario Venuti e altri grandi artisti. La manifestazione si articola in tre giorni, dal venerdì alla domenica. Peculiarità fondamentale di tutta la manifestazione è rappresentata anche dagli stand per la mostra dell'artigianato locale e per i commercianti di prodotti agroalimentari tipici. Durante la giornata finale della Sagra, dalle prime ore del mattino fino al tardo pomeriggio, è possibile assaggiare gratuitamente in tutte le vie del paese le specialità locali, esclusivamente a base di pesche, tra cui le pesche con il vino rosso e bianco, le crostate di marmellata di pesche, e il gelato alla pesca. La prima edizione della sagra si è svolta nel 1985. La "Sagra della Pesca" è nota a livello regionale, e dal 2007 la pubblicità della manifestazione si è estesa anche alle principali reti televisive (Rai, Mediaset).

Piazza San Giovanni in una foto dell'estate 2006

Estate Bivonese

Con Estate Bivonese si indica l'insieme di manifestazioni culturali, musicali e sportive che caratterizzano le giornate estive a Bivona, specialmente nel mese di agosto. La maggior parte dei giovani del paese e del circondario disputano il "Torneo di Calcio a 5", manifestazione nata nei primi anni ottanta che si svolge nella seconda metà di luglio; è, dopo la Sagra della Pesca, l'evento più seguito dalla popolazione bivonese. Fino a qualche anno fa il torneo si svolgeva in una delle principali piazze del paese, Piazza San Giovanni, che per l'occasione veniva adeguata alla manifestazione sportiva; a causa dei lavori di ristrutturazione della piazza, il torneo si è svolto allo Stadio Comunale nel 2007 e presso l'ex Tracomatosario in occasione dell'ultima edizione. Il torneo, per l'importanza assunta e per la numerosa partecipazione sia di ragazzi che di gente adulta, si presenta come uno dei piu competitivi dell'alto agrigentino. Di rilevante importanza anche il "Torneo dei Quartieri - Bivona Città delle Pesche", torneo di calcetto per i più giovani. Il resto del programma dell'"Estate Bivonese" presenta attività, per lo più serali, che vengono organizzate dal Comune: rassegne teatrali, concerti musicali, serate di cabaret, cinema all'aperto, mostre, tornei di volley, tornei di tennis, gare podistiche ed altre numerose attività. L'ospite più celebre dell'estate del 2008 è stato Luigi Grechi, che si è esibito in concerto presso l'atrio comunale la sera del 22 agosto.

Altri eventi

  • Maggio Bivonese: prevede attività culturali, sportive e musicali per tutto il mese di Maggio;
  • Festa dei Giovani: si svolge nel mese di agosto. Si tratta di una serie di attività e manifestazioni dedicate ai giovani. Il programma si articola in diverse settimane e offre esibizioni di bande musicali, majorettes, disco-dance in piazza, gruppi folkloristici, torneo di ping-pong, caccia al tesoro, gare di tiro alla fune e il Raduno Rock, in cui partecipano le band di Bivona e dintorni;
  • Notte Bianca: solitamente si svolge durante la Sagra della Pesca, la notte tra il sabato e la domenica.

Geografia Antropica

Urbanistica

Piano Regolatore Generale del Comune di Bivona

I coloni che fondarono il primo nucleo urbano nel territorio bivonese scelsero una zona in cui l'abbondanza di acque e di sorgenti e la posizione collinare ai piedi della catena montuosa dei Sicani assicurava loro una vita pacifica, dedita all'agricoltura e alla pastorizia ed esente da gravi malattie dell'epoce, ad esempio la malaria. Nel XIII secolo il Casale di Bivona venne infeudato, divenendo così, nel secolo successivo, una terra cum turri: il Castello (o torre di guardia) venne infatti costruito all'interno del centro abitato fortificato, a nord-est del nucleo abitato. Inizialmente i quartieri di Bivona erano posti tra le sorgenti del Savuco e dei Ferri, poi il paese si estese verso meridione. Nel XIV secolo, lungo il circuito murario dovevano trovarsi quattro Porte attraverso le quali si entrava e si usciva dalla cittadina. L'impianto della struttura urbana era irregolare (e tuttora si presenta in tal modo), le numerose piazze non avevano alcuna funzione scenografica ed in paese vi erano numerosi giardini. Il fenomeno dell'immigrazione che colpì Bivona soprattutto nel XVI secolo, fece sì che nascessero nuovi quartieri: in questo modo Bivona raggiunse la configurazione urbanistica che perdurò per diversi secoli. Gli isolati furono disposti in maniera lineare, la maggior parte "a spina". I quartieri si moltiplicarono di gran lunga (circa una quarantina alla fine del secolo) e le loro denominazioni servivano da vero e proprio punto di riferimento, poiché non era usanza dare nomi alle singole vie. Nel XVIII secolo, a causa dell'emigrazione e dell'impoverimento della popolazione, molti edifici si deteriorarono, così come molte strade urbane; inoltre crollarono molte chiese e molti campanili. A causa della presenza del fiume Alba, che attraversava parte del paese, furono costruiti diversi ponti che univano i due lati del fiume. L'impianto urbanistico medievale, di forma pressappoco romboidale, si mantenne anche nei due secoli successivi, caratterizzati da un notevole incremento demografico. Le numerose aree verdi erano di proprietà delle comunità religiose e delle famiglie più agiate. Gli uffici distrettuali e circondariali di Bivona erano situati nei quartieri posti nelle vicinanze della piazza principale del paese. Negli anni quaranta del XIX secolo si procedette alla denominazione delle strade del paese e alla numerazione delle case. Negli stessi anni venne realizzata la strada rotabile interna, la Strada Nazionale (attuale Via Roma), che collegava Palermo e Girgenti (Agrigento) via Corleone e Bivona. Venne ampliata Piazza San Giovanni, vennero sistemate varie strade, venne realizzata la Strada Nuova (l'attuale Via Lorenzo Panepinto), che coprì il fiume Alba, e venne aperto il Cimitero. Nel XX secolo Bivona cominciò ad espandersi verso est e verso ovest, con la costruzione dei palazzi condominali di Via Porta Palermo e delle case popolari in prossimità della località Santa Filomena. Inoltre furono edificate numerose ville soprattutto nella parte orientale del territorio bivonese, in direzione di Santo Stefano Quisquina.
Il Comune di Bivona è dotato di Piano Regolatore Generale adottato con delibera del commissario ad acta n. 1 del 20 luglio 1999.[85]. Sul centro abitato gravano i vincoli antisismici e quelli storico-artistico-monumentali. Il Comune è suddiviso in diverse zone territoriali omogenee (ai sensi del decreto interministeriale del 2 aprile 1968, n. 1444) e dispone di ampie zone di verde pubblico, destinate ad aumentare. Inoltre sono previste le realizzazioni di diversi parcheggi (contrada Scaldamosche e Via Porta Palermo), di un parco urbano, di una piccola ricettività alberghiera urbana, di un impianto di tiro al piattello, di un impianto teatrale all'aperto e di una centrale per la produzione di energia alternativa (eolica)[86].

Suddivisioni storiche

Lo stesso argomento in dettaglio: Quartieri di Bivona.

Bivona è suddivisa in numerosi quartieri e contrade. I quartieri a Bivona non sono riconosciuti amministrativamente, pertanto sono considerati solamente sotto il punto di vista storico; le contrade, in Sicilia, sono strade larghe con delle abitazioni o altri edifici sparsi, provvisti di numeri civici: a Bivona stanno ad indicare anche ampie zone fuori dal centro urbano. I principali quartieri storici di Bivona sono:

  • Quartiere del Savuco, che prende nome dalla sorgente omonima;
  • Quartiere di Fontana Pazza, che prende nome dalla fontana omonima;
  • Quartiere del Nadaro, il cui nome si ricollega probabilmente al termine arabo Nadarà, posto panoramico, per la sua posizione da cui si scorge gran parte del paese;
Antica via di Bivona nei quartieri settentrionali del paese
  • Quartiere di Santa Rosalia, uno dei più antichi tra quelli costruti extra moenia;
  • Quartiere di Santa Chiara, uno dei quartieri più estesi del paese, nella parte meridionale;
  • Quartiere di San Domenico, un quartiere posto nella parte centrale del paese, un tempo sede della Giudecca di Bivona;
  • Quartiere dei Garitani, che prende nome da una garita, cioè una torre di guardia che era posta nel lato sud-occidentale delle mura cittadine.

I quartieri prendono nome da caratteristiche fisiche o architettoniche; fino alla prima metà del XIX secolo, non essendoci alcuna denominazione di vie e piazze, i quartieri erano l'unico punto di riferimento in grado di fornire indicazioni topografiche.
Per quanto riguarda le contrade, le principali sono:

  • Contrada Canfuto, che prende nome dall'arabo Kunfud (porcospino), sita in prossimità dell'ingresso orientale del paese;
  • Contrada Cappuccini, sita nella parte più alta del centro abitato, in cui si trovano il Convento dei Cappuccini, il Calvario e l'ex Tracomatosario;
  • Contrada Paratore, nella parte settentrionale del paese, in cui si trova il Liceo Ginnasio Statale "Luigi Pirandello";
  • Contrada Scaldamosche, sita nella parte sud-occidentale del paese, in cui si trova, tra le altre cose, la Caserma dei Carabinieri.

Suddivisioni amministrative

Il territorio del Comune di Bivona è suddiviso in zone territoriali omogenee[87]:

  • Zona A - Centro storico urbano, Ha 32
  • Zona B - Completamento e ristrutturazione urbana, Ha 21
  • Zona C - Espansione residenziale, Ha 5,8
  • Zona D - Insediamento artigianale Ha 4,8
  • Zona E - Comprende il territorio destinato all'attività e alla produzione agricola e zootecnica
  • Zona F - Parti del territorio individuate per le attrezzature pubbliche e per gli impianti di interesse generale, distinte in diverse zone omogenee con specifiche destinazioni d'uso.
Zone territoriali di Bivona

Zone territoriali di Bivona[88]

  • Zona A - Centro storico urbano, Ha 32

E' costituita dalle parti urbane (aree libere e manufatti) che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale, comprese le aree circostanti che sono da considerare anch'esse parti integranti delle medesime caratteristiche urbane

  • Zona B - Completamento e ristrutturazione urbana, Ha 21

Include le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, di formazione per lo più recente e comunque prive d'interesse storico, artistico e di particolare pregio ambientale

  • Zona C - Espansione residenziale, Ha 5,8

Nella zona sono state realizzate quasi interamente le urbanizzazioni primarie. La zona C è suddivisa nelle sottozone C1 e C3 alle quali riferire ogni nuovo intervento

  • Zona C1 - edilizia residenziale attrezzata (ex art. 8 del piano particolareggiato)
  • Zona C3 - edilizia economica e popolare (ex art. 9 del piano particolareggiato)
  • Zona D - Insediamento artigianale Ha 4,8

La zona è destinata ad attività artigianali, alla lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli, zootecnici e forestali, alla attività di stoccaggio e manipolazione di materiale vario, agli impianti e attrezzature per le comunicazioni ed i trasporti

  • Zona E

Comprende il territorio destinato all'attività e alla produzione agricola e zootecnica

  • Zona F

Le parti del territorio individuate per le attrezzature pubbliche e per gli impianti di interesse generale sono state distinte in diverse zone omogenee con specifiche destinazioni d'uso. Di seguito vengono descritte:

    • F - Attrezzature pubbliche e impianti sortivi, estensione Ha 4,7
    • F1 - Mercato, area commerciale direzionale con residenza, stazione di servizio carburante, parcheggi, stazione pullman, estensione Ha 5,4
    • F2 - Area scolastica, attrezzatura culturale polivalente, verde attrezzato e palestra, estensione Ha 2,0
    • F3 - Centro tracomatosario - sanitario, estensione Ha 9,8
    • F4 - Cimitero, estensione Ha 2,5
    • F5 - Parco urbano, estensione Ha 30,00
    • F6 - Area forestale comunale, estensione Ha 50,00
    • F7 - Campus universitario, estensione Ha 7,00
    • F8 - Ricettività alberghiera urbana, estensione Ha 2,00
    • F9, F10, F11, F12 - Ricettività alberghiere e attrezzature per il turismo collinare e lacustre, estensione di ogni sottozona (polo) Ha 8,00
    • F13, F14 - Ricettività e attrezzature per il turismo e l'agriturismo montano, estensione di ogni sottozona Ha 8,00
    • F15 - Impianto di tiro al piattello, estensione Ha 8,00
    • F16 - Discarica, estensione Ha 21,00 esistente
    • F17 - Depuratore, estensione Ha 3,0 esistente
    • F18 - Area boscata dell'Azienda forestale, estensione Ha 84,00
    • F19 - Impianto teatrale all'aperto
    • F20 - Impianto pista go-kart, estensione Ha 7,00
    • F21 - Discarica inerti, estensione Ha 7,00

Frazioni

Attualmente Bivona non ha frazioni, ma presenta solamente una località abitata ed un'area speciale:
Santa Filomena, Bacino di Barico.
Santa Filomena viene erroneamente e impropriamente definita una frazione[89]: in realtà si tratta di una località abitata che non è capoluogo di comune. Nel XIX secolo Bivona aveva una frazione, il Borgo San Ferdinando, oggi Filaga in territorio palermitano.

Santa Filomena

L'antica stazione ferroviaria di Bivona nel territorio della località abitata Santa Filomena

Santa Filomena è una piccola località abitata del Comune di Bivona[90], di circa 200 abitanti. La località è sita nell'omonima contrada del territorio bivonese. Posta a 449 metri, si trova all'ingresso sud-occidentale di Bivona, lungo la SS 118 in direzione di Alessandria della Rocca, e forma un unico nucleo urbano con il paese. La distanza delle coordinate del Comune di Bivona e della località Santa Filomena misura 0,60 Km. In prossimità di Santa Filomena, da molti considerata una semplice contrada di Bivona, non sono presenti molti edifici storici o monumenti del passato, ma sono situate alcune importanti strutture di Bivona: lo Stadio Comunale, l'impianto di distribuzione di carburante (l'unico nel territorio bivonese), un istituto superiore (ancora in fase di costruzione), un grande supermercato della PAM S.p.A. (uno dei primi in Sicilia) e le case popolari. Nella parte meridionale è situata l'antica stazione di Bivona, oggi ristrutturata e adibita a Centro Commerciale (non ancora in funzione).

Borgo San Ferdinando (Filaga)

A partire dal 1814 fece parte del Comune di Bivona la borgata di San Ferdinando, che venne denominata Filaga in seguito all'Unità d'Italia. La sua popolazione era ridottissima: circa una cinquantina di persone, che talvolta non venivano nemmeno annoverate nei riveli demografici. Con decreto del 16 giugno 1859, il re Francesco II dispose che la borgata di San Ferdinando, "cessando di far parte del Comune di Bivona in Provincia di Girgenti, è riunita al Comune di Prizzi in Provincia di Palermo, per tutti i rami amministrativo, giudiziario e finanziero". Attualmente è ancora frazione di Prizzi ed annovera circa 250 abitanti: è situata al confine con la Provincia di Agrigento, tra Santo Stefano Quisquina, Castronovo di Sicilia, Prizzi, Palazzo Adriano e Bivona.

Altre località del territorio

  • Bacino di Barico: si tratta di un'area speciale, un bacino artificiale suddiviso con il Comune di Alessandria della Rocca[91], in prossimità della Diga Castello.
  • Case sparse: con questo termine si indicano case disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato (definizione ISTAT). Secondo il 14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni del 2001, a Bivona sono presenti 107 case sparse per un totale di 185 abitanti[92].
Plastico del territorio bivonese e del circondario all'interno del Palazzo Municipale

Comuni confinanti

Bivona confina con 8 comuni:

  • Alessandria della Rocca, Calamonaci, Castronovo di Sicilia (PA), Cianciana, Lucca Sicula, Palazzo Adriano (PA), Ribera, Santo Stefano Quisquina.

Template:Città vicine

Economia

L'economia di Bivona si basa essenzialmente sull'agricoltura: in paese ha sede il Centro Agriqualitas, il cui progetto è quello di valorizzare il territorio dei Monti Sicani presentando sul mercato nazionale una vasta gamma di prodotti agroalimentari locali con un "marchio di tipicità" a garanzia della qualità[93]. Assume rilevante importanza anche l'artigianato locale. Nonostante il basso sviluppo del settore terziario e del commercio, in paese non mancano i servizi nè l'attività industriale. Alcune iniziative e alcuni progetti, come l'Itinerarium Rosaliae e la realizzazione della Strada Mare-Monti, tendono a promuovere e a rivalutare un settore che potrebbe rendere notevolmente ma che attualmente è poco sviluppato, vale a dire il settore turistico.

Agricoltura

Veduta panoramica di Bivona

Il terreno di Bivona, permeabile e argilloso nelle zone basse del territorio, calcareo in quelle alte, ha favorito lo sviluppo e la propagazione del pesco. Ogni pianta riesce a produrre, specialmente dal terzo anno di vita in poi, più di quaranta chili di frutto. La coltivazioni delle pesche ricopre circa il 70% dell'agricoltura locale. La peschicoltura ebbe inizio a Bivona a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, nella contrada di San Matteo. Nel giro di un ventennio lo sfruttamento del terreno si era esteso da pochi ettari a circa 350 ettari; oggi si è esteso a circa 1.200 ettari di terreno, e la coltivazione della Pescabivona non riguarda solo il territorio bivonese, ma anche quelli di Santo Stefano Quisquina, Alessandria della Rocca, Cianciana, San Biagio Platani e Palazzo Adriano. Un grande contributo alla peschicoltura di queste zone è dato sicuramente dalle acque della Diga Castello e alle opere di canalizzazione realizzate. Il Comune di Bivona ha già avviato l'iter affinchè la Pescabivona ottenga il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta)[94]. Ma non solo pesche: alla peschicoltura si aggiunge una vasta produzione di olive, mandorle, e uva (a Bivona durante il periodo fascista si celebrava la Festa dell'uva). La produttività del settore agricolo è da attribuire soprattutto alla vicina presenza dell'Invaso Castello ma anche ai moderni sistemi di irrigazione, grazie ai quali si superano, seppur con le dovute difficoltà, le torride estati caratterizzate da tanta siccità. Sviluppato è l'allevamento di bovini, ovini e suini (Carne dei Monti Sicani). Per quanto riguarda i prodotti caseari, anche a Bivona vengono ottenuti formaggi e latticini tipicamente siciliani. Specialità locali sono la Tuma, formaggio a pasta dura semicotta, a forma cilindrica con facce piane o leggermente concave, di sapore piccante, che viene prodotto con latte di pecora intero crudo e non richiede stagionatura; il fiore sicano, l'unico formaggio a pasta cruda tipico dell'area sicana; il piacentino, il cui nome non ha niente a che fare con la città di Piacenza ma significa formaggio piacevole (piacentino, cioè che piace), molto simile al pecorino, anch'esso largamente prodotto nel territorio; anche la ricotta ha un'enorme produzione in tutto il circondario. Bivona fa parte del Distretto Rurale dei Monti Sicani: tale istituzione è un sistema produttivo locale costituito da imprese agricole e non agricole in grado di interagire tra loro attuando una politica distrettuale di diversificazione produttiva, di integrazione economica, sociale e di coesione nel rispetto della conservazione e riproduzione degli equilibri naturali ed in grado di promuovere una qualità totale territoriale, con una forte vivibilità per i residenti, promovendosi a polo d’attrazione per altre imprese ed individui[95]. II territorio del Distretto Rurale dei Monti Sicani si sviluppa tra le Province di Palermo, di Agrigento e di Caltanissetta, comprendendo numerosi comuni.
Bivona è assai nota a livello regionale come la Città delle Pesche[96].

Cartello pubblicitario della Sedia di Bivona

Artigianato

Nel settore dell'artigianato preminente è la produzione di sedie in legno (famosa in tutto il circondario è la cosiddetta Sedia di Bivona), ma è in crescita anche la produzione di ricami, di merletti, di piatti in terracotta dipinti a mano, e ancora di mobili, di divani, di tendaggi, di infissi, di ceste di vimini, di sculture, di oggetti in legno e di manufatti in ferro battuto. Nel mese di agosto, in occasione della Sagra della Pesca, si svolge la Mostra dell'Artigianato, il cui fine è quello di far conoscere i prodotti artigianali locali alle centinaia di persone che durante la festa affollano il paese. Per l'occasione vengono messi in mostra anche antichi mobili restaurati.

Industria

L'Istat ha suddiviso la regione siciliana in 82 Sistemi Locali del Lavoro (SLL), cioè unità territoriali costituite da più comuni contigui fra loro, geograficamente e statisticamente comparabili[97]. Ciascuna SLL è costituita da un'aggregazione di comuni basata sul principio di funzionalità economica. Bivona costituisce una SLL all'interno della Provincia di Agrigento. Secondo un'analisi della situazione delle SSL siciliane effettuata nel 2003[98], nel settore industriale, oltre ad avere una notevole rendita nell'industria agricola, incentrate sulla trasformazione dei prodotti, Bivona ha un'ottima specializzazione:

  • nelle industrie delle pelli, del cuoio e delle calzature;
  • nelle industrie chimiche e delle fibre;
  • nelle industrie della fabbricazione di apparecchi medicali e di precisione
  • nella fabbricazione degli autoveicoli, anche se quest'ultimo, insieme a quello dell'industria alimentare, è un settore in cui il paese ha avuto una vistosa perdita di specializzazione.
File:Isolapedonalebivona.jpg
Veduta di Via Picone, luogo di ritrovo per molti bivonesi

Servizi

Secondo l'analisi delle SLL del 2003, nel settore "Servizi alle imprese" e nel settore "Beni e servizi culturali e ambientali" Bivona risulta essere un comune altamente sviluppato: ciò è determinato soprattutto dal ruolo di preminenza che il paese ha assunto dalle sue origini ad oggi nei confronti dei comuni limitrofi. A Bivona non mancano nè i servizi scolastici nè quelli sanitari nè quelli amministrativi. Ciononostante, poco sviluppati sono sia il settore terziario che quello commerciale. Secondo i dati Istat risalenti al Censimento del 2001[99], il settore trainante dell'economia bivonese è certamente quello agricolo (in cui operano 990 unità); nel commercio operano 71 unità, nel settore industriale 49; il commercio riguarda 71 lavoratori, l'artigianato 57, mentre gli addetti alle istituzioni sono 15. Da qualche anno molti bivonesi lavorano a Santo Stefano Quisquina presso lo stabilimento della Nestlé, che nel 2007 ha acquistato l'impianto di Santo Stefano Quisquina dove viene imbottigliata l'acqua Santa Rosalia[100]: alla più grande multinazionale di prodotti alimentari nel mondo si è opposto il sindaco di Bivona Giovanni Panepinto, chiedendo all'Ars la tutela e il controllo della quantità di acqua prelevata, al fine di salvaguardare l'integrità del bacino, riferendosi alle acque delle numerosi sorgenti del territorio dei Monti Sicani[101].

Turismo

Sentieri naturalistici di Bivona

Il turismo, a Bivona come in tutto il circondario, è, paradossalmente, il settore meno produttivo. Pertanto sono stati avanzati numerosi progetti per la valorizzazione e la rivalutazione del patrimonio urbanistico e naturalistico di Bivona. La qualità dell'ambiente e l'integrità del paesaggio attirano numerose persone, in particolar modo nel periodo estivo; migliaia di persone affollano il paese in occasione della Sagra della Pesca che si celebra a fine agosto. Le principali vocazioni turistiche del luogo sono le numerose chiese, con i loro portali e le opere d'arte contenute all'interno; in occasione della festa di Santa Rosalia centinaia di persone accorrono all'omonima chiesa per vedere il Fercolo e il ceppo di quercia sotto cui pregava la vergine palermitana. Oltre alle numerose bellezze che offre la cittadina (edifici sacri, palazzi, piazze ed altro), meta per molti turisti sono le zone montane del territorio: il Monte delle Rose offre spettacolari vedute, tra cui quelle dell'Isola di Pantelleria e dell'Etna (nelle giornate più limpide); i monti che formano la catena dei Sicani offrono agli amanti di mountain-bike e della natura l'opportunità di fare delle escursioni e delle salubri passeggiate seguendo i numerosi itinerari naturalistici che si presentano nel territorio. Bivona dispone di numerose risorse in termini di paesaggio, clima, natura, cultura, patrimonio storico-artistico e tradizioni, tutti fattori che permetterebbero al paese enormi ricavi da un settore turistico ben gestito.

Infrastrutture e trasporti

«...l'andare da Bivona a Ribera, a venticinque chilometri di distanza, significava seguire una pista
talvolta ripidissima e lunga cinque volte di più e guadare un fiume una dozzina di volte...
»

Antica stazione di Bivona con veduta panoramica del paese

Bivona si trova all'incrocio di due strade molto percorse nei secoli passati: quella che univa Sciacca con Castronovo e quella che univa Agrigento con Corleone. Per questo motivo per molti secoli Bivona è stata il punto di sosta obbligata di commercianti, corrieri, militari, sacerdoti e di tutti coloro che percorrevano quelle strade. Questo fattore determinò lo sviluppo di molte vie extraurbane nei pressi di Bivona che permisero il collegamento sia con i centri limitrofi, sia con le maggiori città dell'Isola. Tuttavia uno dei maggiori problemi che oggi colpisce Bivona è proprio l'inefficienza o la mancanza di infrastrutture che permettano collegamenti sicuri e veloci con altri comuni o città. Nonostante il paese sia attraversato dalla SS 118, molte strade sono pericolose o impraticabili; la linea ferroviaria è stata abolita alla fine degli anni cinquanta, così oggi la stazione più vicina è quella di Cammarata - San Giovanni Gemini; l'aeroporto più vicino è il "Falcone e Borsellino" di Punta Raisi nei pressi di Palermo, dal momento che mancano le strutture aeroportuali in provincia; il porto più vicino è quello di Porto Empedocle, ma il più frequentato rimane quello di Palermo. Non esiste nessun servizio di trasporto pubblico, anche a causa delle piccole dimensioni del centro, ma diverse compagnie dei trasporti pubblici assicurano collegamenti con le principali città della zona.

Strade

Cartello stradale posto in località Santa Filomena
Strade statali
File:Strada Statale 118 Italia.jpg
  • Strada statale 118 Corleonese Agrigentina: attraversa Bivona e il suo territorio per diversi chilometri. All'interno del centro urbano corrisponde alla via Porta Palermo, ad una parte di Piazza Guglielmo Marconi, alla via Roma ed alle contrade Scaldamosche e Santa Filomena. La Corleonese Agrigentina è la strada romana più antica di Sicilia: molti tratti infatti coincidono col tracciato che i romani costruirono durante le fasi della prima guerra punica (264-241 a.C.). Tuttavia anche i romani utilizzarono piste già tracciate anticamente dagli indigeni. La costruzione della strada nazionale Palermo-Girgenti via Corleone e Bivona fu decretata dal Governo, in seguito ad una votazione, il 30 marzo 1862. Il tracciato Corleone-Bivona per Prizzi e Santo Stefano Quisquina è stato scelto solamente in un secondo momento: la prima scelta fu, infatti, quella di costruire un tracciato che da Corleone giungesse a Bivona per Chiusa Sclafani e San Carlo (frazione di Chiusa). Parecchi problemi creò anche la seconda metà del tracciato, la strada Bivona-Girgenti. Fu solamente nei primi anni ottanta del XIX secolo che la strada venne conclusa e Palermo e Girgenti (Agrigento) furono collegate da un tracciato che attraversava le due principali città dell'entroterra, Corleone nel palermitano e Bivona nell'agrigentino.
    Appena giunge in Provincia di Palermo, la SS 118 incontra la Strada statale 188 Centro Occidentale Sicula che, arrivata a Lercara Friddi, si congiunge con la Strada statale 189 della Valle del Platani. Quest'ultima, dopo Lercara Friddi, incontra la Strada statale 121 Catanese che unisce il capoluogo etneo con Palermo.
Strade provinciali
  • Strada Provinciale 34 Bivona - Bivio Tamburello: collega Bivona con il Bivio Tamburello, sito nel territorio di Calamonaci, da cui si raggiungono facilmente i comuni di Calamonaci, Ribera, Caltabellotta, Burgio, Villafranca Sicula e Lucca Sicula.
  • Strada Provinciale Bivona - Palazzo Adriano: collega Bivona con Palazzo Adriano attraversando il territorio montano rappresentato dal Monte delle Rose e dai rilievi posti lungo il confine delle province di Agrigento e Palermo. Il tracciato è praticabile solo da mezzi fuoristrada, in quanto il fondo stradale è completamente dissestato e l'asfalto distrutto.
  • Strada Provinciale Ribera - Bivona: collega i due comuni agrigentini. La strada è ai limiti della praticabilità e della sicurezza, mettendo a serio rischio l'incolumità di chi la percorre.
Altre strade
  • Strada di collegamento Lucca Sicula - Bivona - Palazzo Adriano: ancora in fase di realizzazione, mette in collegamento i comuni di Bivona e Lucca Sicula attraversando gran parte del territorio di Palazzo Adriano.
  • Strada Provinciale "Mare-Monti", ancora in fase di progettazione, dovrebbe collegare le aree interne della provincia di Agrigento con la scorrimento veloce Agrigento-Sciacca, nell'area di Borgo Bonsignore, nel territorio di Ribera. L’asse viario collegherebbe la SS 189 con lo scorrimento veloce Agrigento-Sciacca, passando attraverso i seguenti comuni: Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana e Ribera.
  • Strade comunali, vicinali e consortili del territorio di Bivona.

Ferrovie

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Lercara-Filaga-Magazzolo.
Antico casello ferroviario in via Fabrizio De Andrè

Bivona era servita da una linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava la stazione di Lercara Friddi (Lercara Bassa) con la stazione di Magazzolo, nei pressi di Ribera. La ferrovia serviva per trasportare lo zolfo estratto dalle miniere di Lercara Friddi nel palermitano e di Cianciana nell'agrigentino. Permetteva inoltre il facile spostamento dei minatori pendolari. Fu costruita a cura delle Ferrovie dello Stato nel 1912. Nel 1918 venne diramato un tronco dalla stazione di Filaga che portava a Prizzi e a Palazzo Adriano. La ferrovia fu terminata nel 1924 in concomitanza dell'attivazione del tratto centrale tra Bivona e Alessandria della Rocca (1 settembre), con cui si congiunse la linea Lercara-Magazzolo con la linea costiera Castelvetrano-Porto Empedocle. Il servizio venne interrotto nel 1959. La stazione principale di Bivona si trovava a sud-ovest del paese, in località Santa Filomena. In paese c'era un casello sito in contrada Antinoro (attuale via Fabrizio De Andrè), oggi di proprietà privata. Un altro casello era situato lungo la Strada Nazionale, a sud del paese: oggi l'edificio è abbandonato e diruto. Il treno era il mezzo più usato sia per raggiungere i posti nelle vicinanze, sia per raggiungere Palermo e le altre città principali. Attualmente i binari della ferrovia sono distrutti o in pessime condizioni.

Cartello d'ingresso del Comune di Bivona, Città delle Pesche

Mobilità urbana

All'interno del Comune di Bivona non è presente nessun servizio di mobilità e trasporto urbano, se si escludono i pullman scolastici e quelli messi a disposizione dal Comune in occasione di determinati eventi (ad esempio nei giorni 1-2 novembre, per permettere alla cittadinanza di raggiungere il cimitero, posto nella parte settentrionale del paese, fuori dal centro abitato e difficilmente raggiungibile senza mezzi di trasporto). E' attivo il servizio di trasporto urbano che assicura i collegamenti con le principali città più vicine a Bivona[102]: Palermo, Agrigento e Sciacca. La ditta "F.lli Camilleri & Argento srl" assicura i collegamenti con Cammarata, Santo Stefano Quisquina, Alessandria della Rocca, Cianciana, Raffadali e Agrigento; la "Panepinto sas di Panepinto A. & C." da Bivona arriva ad Agrigento passando per Cammarata; la "Prestia & Comandè" collega il paese sia con Palermo, passando per Lercara Friddi, sia con Sciacca, passando per Ribera; la "Cuffaro Angelo e Raffaele & C. srl" nel periodo scolastico collega Bivona sia con Palazzo Adriano e Prizzi sia con San Biagio Platani e Sant'Angelo Muxaro. E' proprio nel periodo scolastico che Bivona diventa meta di tantissimi studenti e di conseguenza meta di numerosi autobus e altri mezzi provenienti da tutto il circondario.

Amministrazione

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L'ingresso del Palazzo Municipale di Bivona

Il Comune di Bivona fa parte di:

  • Regione Agraria n. 1 - Versante meridionale dei Sicani, comprendente i comuni di Bivona, Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina
  • Unione dei Comuni "Platani - Quisquina - Magazzolo", comprendente i comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana, San Biagio Platani, Santo Stefano Quisquina
  • Patto Territoriale Magazzolo Platani, comprendente i comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Casteltermini, Cianciana, Lucca Sicula, Sant'Angelo Muxaro, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Villafranca Sicula
  • Area PIT 23 Magazzolo Platani e Monti Sicani dell’Agrigentino, comprendente i comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Casteltermini, Cianciana, Lucca Sicula, Sant'Angelo Muxaro, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Villafranza Sicula
  • GAL Platani Quisquina "Terre di Halykos", comprendente i comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Cammarata, Cianciana, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina
  • Protocollo d’intesa "Parco fluviale del Fiume Platani", comprendente i comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Cammarata, Cianciana, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina

Amministrazioni precedenti

Questa lista raccoglie gli incarichi a sindaco del Comune di Bivona dall'agosto 1982 ad oggi.

Gemellaggi

Bivona è gemellata con:

Collebeato è un comune in provincia di Brescia dove, dal 1983, si promuove una manifestazione analoga alla Sagra della Pesca che si svolge a Bivona. Nel 2004 è nato un rapporto intenso tra gli amministratori collebeatesi e bivonesi[103], il cui fine è la collaborazione e il confronto tra i comuni affinchè si conosca e si promuova ancor più la pesca, frutto che rappresenta una pietra miliare nella storia e nella tradizione agricola dei territori di entrambi i comuni: la Val Trompia bresciana e la Valle del Magazzolo - Platani nell'agrigentino.[104]

Altre informazioni amministrative

Mappa dell'antico Distretto di Bivona, con relative distanze dagli altri comuni

Bivona per molti decenni ebbe un territorio vastissimo, che si estendeva dalla zona montana dei Sicani alle coste del Canale di Sicilia. Ecco cosa scrive lo storico Giovan Battista Sedita nel 1909: "...allora, non esistendo i paesi di Ribera, Calamonaci, Cianciana, Alessandria, S. Stefano, a fortiori il territorio di Bivona era così vasto, che si comprendeva dal fiume Verdura ai Monti Rifesi, al monte delle Rose, alla serra Ipponica, cui diede il nome d'Hipponium a Bivona, al monte Quisquina, al fiume Platani di cui doveva seguire il corso della sponda sinistra fino al mare, e quel tratto di mare che intercede fra la foce del Platani e quella del Verdura, intermedio Capo Bianco e Secca Grande, per come questo ultimo estremo confine sussistette, ed è provato, fino al XVI secolo, quando Sigismondo De Luna vi teneva un naviglio, sul quale s'imbarcò, quando fuggì da Bivona...". Nel XIII secolo il Casale di Bivona era già uno dei maggiori centri dell'intera diocesi di Agrigento e ad aveva un ruolo preminente anche sui casali di Prizzi, Adriano e Raia, posti al di là della catena montuosa. Il fatto che la maggior parte dei signori bivonesi appartenne a potentissime famiglie nobili rafforzò la preminenza che Bivona esercitava sui feudi posti nelle vicinanze. Nel periodo normanno numerosi casali vennero abbandonati e gli abitanti emigrarono a Bivona, che così incorporò numerosi territori o li rese suffraganei: Villanova, Billucchio, Gordalisi, Sebi, Rahal Nicola (divenuto Carnicola). I casali di Kinesii, Scibene, Pietra d'Amico e Chincana erano suffraganei alla baronia di Bivona. Altri abitanti provennero dai casali di Filaca, Adriano (Palazzo Adriano, che fu popolato nuovamente nel 1482 da una colonia di albanesi), Raia (sito tra Prizzi e Corleone) e Platanella. Dal XVI secolo, molti feudi furono suffraganei alla Ducea di Bivona, tra cui il feudo di Sant'Antonio di Cianciana, divenuto in seguito dapprima Ducato, poi Principato. La preminenza di Bivona fu rilevante anche sotto il punto di vista toponomastico: basti pensare al vicino paese di Santo Stefano, che venne denominato Santo Stefano di Bivona. Quando, nel XIX secolo, fu abolita la feudalità, Bivona venne eletta Capoluogo del XII Distretto: da essa dipendevano altri dodici comuni. Dopo l'Unità d'Italia i Distretti diventarono Circondari, e ancora una volta Bivona fu eletta Capoluogo. Nel corso dei secoli Bivona subì numerosi cambi di confini del proprio territorio, sia a causa della creazione di nuovi centri urbani nelle vicinanze, che si ritagliarono un proprio spazio nell'area dei Monti Sicani, sia a causa di concessioni feudali da parte dei nobili o delle autorità ecclesiastiche, che decretarono la cessione di feudi, posti in prossimità di Bivona, ad altri centri; ciononostante, molti cittadini bivonesi tuttora possiedono proprietà terriere anche al di fuori del territorio di Bivona. Un eclatante esempio è il territorio di Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, la cui parte meridionale si estende in gran parte nelle zone di Bivona (ma anche di Lucca Sicula e di Burgio): per questo motivo i suoi proprietari terrieri sono soprattutto bivonesi.

Sport

Il piccolo piazzale antistante l'ingresso principale dello Stadio Comunale di Bivona

Poco praticato a livello agonistico, lo sport a Bivona viene esercitato dilettantisticamente, soprattutto dai giovani: a dimostrare ciò sono il basso numero di società agonistiche partecipanti a campionati di categoria (che rientrano solamente nell'ambito calcistico) e le numerose manifestazioni ed attività sportive organizzate specialmente per i bambini ed i ragazzi. Lo sport più praticato a Bivona è il calcio, sia dai bambini che dagli adulti, ed in questa disciplina sportiva il paese è rappresentato agonisticamente dalle diverse società militanti nelle varie categorie per fasce d'età (dalla Prima Squadra ai Pulcini); per quanto concerne gli altri sport maggiori, essi non vengono praticati, se si escludono alcuni tornei cittadini organizzati per determinati eventi o alcuni corsi tenuti dalle principali associazioni sportive del paese. Altri sport o attività ricreative vengono praticati grazie all'organizzazione di tornei o di altre manifestazioni da parte del Comune e delle associazioni sportive e culturali del paese: il più ambito è il Torneo dei Quartieri "Bivona Città delle Pesche", torneo di calcio a 5 giovanile, che si svolge nei mesi estivi. All'edizione del 2008 hanno preso parte 16 Gruppi Sportivi per un totale di circa 150 atleti partecipanti suddivisi in quattro categorie (Piccoli Amici – Pulcini – Esordienti – Giovanissimi); in contemporanea ogni anno si svolge il Torneo di Calcio a 5 categoria seniores, anch'esso seguitissimo dai bivonesi e non solo. Altro torneo che da qualche anno sta avendo tanto seguito è "Il Calcio Amico", manifestazione organizzata dall'Avis e da diverse associazioni sportive a cui partecipano le scuole calcio delle province di Agrigento e Palermo e i ragazzi delle scuole superiori di Bivona e Cianciana. Nel 2002 Bivona è stata sede del XIV Congresso Nazionale dell'UISP in ambito provinciale[105].

Calcio

  • A.S.D. Virtus Bivona

La squadra agonistica milita in terza categoria nella stagione 2008/2009. I colori della prima maglia sono il blu ed il giallo; la seconda maglia è a tinta unica verde. La scorsa stagione la squadra di Bivona disputò i play-off, dove venne eliminata in semifinale da una squadra di Ribera. Fino alla stagione 2005/2006, il nome della squadra era A.S. Bivona 98; dalla stagione 2006/2007 è stato deciso di ripristinare il nome che la squadra ebbe nei decenni scorsi, quando arrivò ben oltre la terza categoria.

  • Bivona Over 30

Squadra composta da giocatori di età superiore ai 30 anni che viene formata appositamente per partecipare annualmente al Torneo della Montagna Over 30 di Calcio a 11, manifestazione sportiva indetta dal Comitato Provinciale AICS a cui partecipano squadre dei comuni di Bivona, Santo Stefano Quisquina, Alessandria della Rocca, Prizzi, Cammarata e San Giovanni Gemini. L'edizione del 2008 è stata vinta dalla squadra di Cammarata, che in finale ha sconfitto una delle due squadre bivonesi. Il Bivona Over 30 non è una squadra agonistica, ma un Gruppo Sportivo.

  • Eureka Bivona

E' la squadra bivonese che partecipa al Campionato Giovanissimi Provinciale nella stagione 2008/2009. La stagione in corso vede la squadra dei giovani bivonesi occupare gli ultimi posti della classifica.

  • A.S.D. Renato Traina

E' un'associazione sportiva dilettantistica che si occupa delle categorie giovanili delle squadre bivonesi. Nel 2008 l'associazione ha organizzato un torneo in memoria di Renato Traina, bivonese scomparso prematuramente a cui è dedicato anche l'impianto sportivo di Bivona. Al torneo hanno partecipato l'ASD Renato Traina di Bivona, il Club Azzurro di Ribera, l'ASD Castellamare Calcio 94 di Castellamare del Golfo (TP), l'ASD Unione dei Comuni di Lucca - Burgio - Villafranca, l'ASD Scuola Calcio Renato Traina di Canicattì e l'AS Calcio Sicilia di Palermo. L'ASD Renato Traina ha vinto numerosi trofei in varie categorie.

Associazioni sportive

  • A.S.D. Ars Gymnica: è un'associazione sportiva dilettantistica affiliata all'Unione Nazionale Chinesiologi, con sede legale a Bivona. L'associazione gestisce una palestra a Bivona (ove si svolgono corsi di ginnastica correttiva, danza, aerobica, pesistica ed altre numerose attività fisiche), una palestra a Lucca Sicula inaugurata recentemente, corsi di nuoto estivi a Bivona e a Palazzo Adriano. Inoltre l'A.S.D. Ars Gymnica organizza diversi seminari e convegni per chinesiologi, per laureati in Scienze Motorie o diplomati Isef e per studenti iscritti alla specialistica in Chinesiologia adattata e compensativa, e organizza tornei di calcio a 11 per le squadre di calcio locali. Il 14 aprile 2007 l'associazione ha organizzato un convegno sul tema “La scoliosi: diagnosi, trattamento e sport” in collaborazione con il centro kinesiterapedico “Lionese” di Palermo. Il convegno si è tenuto presso l'aula magna del Liceo Ginnasio Statale “Luigi Pirandello” e ha visto la presenza di Jean Claude de Mauroy, della "Clinic du Parc" di Lione, di Pino Clemente, docente alla facoltà di Scienze motorie all'Università di Palermo, e di Gioacchino Ferracane, del Centro Lionese palermitano[106].
  • A.S.D. Polisportiva "Eureka": è un'associazione sportiva dilettantistica presente nel territorio di Bivona, Santo Stefano Quisquina ed Alessandria della Rocca, costituita da personale qualificato. L'associazione è affiliata alla FIGC, all’AICS e al CONI, e si occupa in particolar modo dell'attività calcistica dei bambini aventi un'età da 5 a 14 anni. Il fine dell'associazione è quello di educare i bambini all'attività ludico, sportiva e socializzante del gioco del calcio, e al tempo stesso educare e sviluppare le loro capacità e i loro schemi corporei e motori.
  • A.S.D. Carpediem Bivona: è un'associazione sportiva dilettantistica di Bivona, nata nel 2006, che si propone di educare le persone allo sport attraverso l'organizzazione di attività sportive dilettantistiche a carattere competitivo e non. Organizza inoltre attività didattiche per l'avvio, l'aggiornamento e il perfezionamento nelle discipline sportive; organizza attività motorie, culturali e ricreative, molte delle quali rivolte alla valorizzazione delle tradizioni di Bivona. L'A.S.D. Carpediem ha vinto numerosi trofei regionali in diverse gare di pesca, l'ambito sportivo in cui meglio si cimenta l'associazione bivonese.
  • A.S. "Moulin Rouge": è un'associazione sportiva che si occupa dell'attività di danza (danza classica, danza moderna ed altri tipi di ballo). E' frequentata in gran parte da adolescenti e bambini. Ogni anno l'associazione organizza un saggio di danza: nel 2008 lo spettacolo è stato messo in scena per il terzo anno consecutivo. Il 10 agosto 2008 i giovani ballerini hanno inscenato lo spettacolo di danza "Cenerentola" in occasione dell'Estate Bivonese.

Altri sport

Eccetto il calcio, sono pochi gli sport che vengono praticati costantemente a Bivona: la pallavolo, il tennis ed il basket sono praticati periodicamente grazie ai corsi che vengono tenuti dall'Ars Gymnica o da altre associazioni sportive, che organizzano inoltre corsi di aerobica, body building, tiro con l'arco, ma anche passeggiate e tracking a cavallo. In estate vengono organizzati tornei di diverse discipline sportive: calcetto, volley, minibasket, ping-pong, gare di tiro alla fune ed altre attività sportive a sfondo ludico. Fino a qualche anno addietro l'Avis di Bivona organizzava la Manifestazione Ciclistica della Solidarietà, una passeggiata ciclistica che partiva e terminava a Bivona, dopo aver percorso diversi chilometri attraverso gran parte del territorio del circondario. Bivona è quasi sempre una tappa delle numerose corse di ciclismo o dei raduni motociclistici che interessano il territorio dell'entroterra agrigentino e palermitano. L'associazione "Anuu Migratoristi Italiani" indice annualmente una gara di tiro a bersaglio mobile rappresentato da una sagoma di cinghiale, che si disputa nel territorio montano di Bivona. Numerose sono anche le gare di pesca che si tengono presso la Diga Castello: tra i bivonesi che praticano questa disciplina spicca Vincenzo Labbruzzo, che si classificò ai primi posti nel campionato individuale 2007 di surf casting. Qualche anno fa, presso la "Palestra Manhattan", si tenevano corsi di arti marziali (Karate e Ju jitsu) a cui partecipavano numerosi giovani: la palestra chiuse per problemi strutturali, ma l'attività venne ripresa nella vicina Santo Stefano Quisquina.

Lo Stadio Comunale di Bivona con panoramica del paesaggio montano

Impianti sportivi

  • Stadio Comunale "Renato Traina", sito nella parte sud-occidentale del paese, in prossimità della località Santa Filomena. E' un impianto dotato di illuminazione, di tribuna coperta nel lato est e di pista di atletica che, nonostante sia già ricoperta di manto gommoso, non può essere omologata essendo più corta dei 400 metri regolamentari. La pista di Bivona, se funzionante, potrebbe ospitare gare di atletica leggera, attirando gente da gran parte della Sicilia. Per rimediare all'errore commesso nella progettazione, si potrebbe realizzare una tensocopertura, facendo diventare la pista il primo impianto indoor dell'Isola. Il terreno di gioco dello Stadio Comunale non è ancora ricoperto di erba[107].
  • Palestra Scuola Media "Giovanni Meli", annessa all'omonimo istituto, talvolta viene utilizzata come luogo di convegni, di rappresentazioni teatrali e di manifestazioni di vario genere.
  • Palestra Scuola Elementare "Carlo Collodi", annessa all'omonimo istituto, è sede delle attività sportive dell'ASD Ars Gymnica di Bivona. E' dotata di due ampie sale, di spogliatoi, di bagni e di varia e molteplice attrezzatura.
  • Piscina contrada Canfuto, struttura privata aperta al pubblico nei mesi estivi e sita nella parte nord-orientale del territorio bivonese. Nei mesi di luglio ed agosto vi si svolgono diversi corsi di nuoto, tra cui uno per soggetti diversamente abili. Il corso è organizzato dall’amministrazione comunale ed è tenuto dall'ASD Ars Gymnica.
  • Piscina comunale: a Bivona è in fase di progettazione la costruzione di una piscina comunale coperta con relativa area di pertinenza.
  • Altri impianti sportivi: le palestre annesse agli istituti superiori; un campo di tennis sito accanto all'Istituto Tecnico Commerciale "Lorenzo Panepinto"; un campo di calcetto sito fuori paese, lungo la SS 118 in direzione di Alessandria della Rocca; una pista di Go-Kart sita fuori dal centro abitato, nella parte occidentale del territorio bivonese.

Curiosità

Tramonto sui monti che sovrastano Bivona
Il 17° Duca

Nonostante la XIV Disposizione transitoria della Costituzione della Repubblica Italiana, che afferma che i titoli nobiliari non sono riconosciuti, tuttora in Spagna vive Manuel Falcò y Anchorena, 17° Duca di Bivona, classe 1936.[108]

Via "Duque de Bivona"

Se nella toponomastica bivonese non si riscontra molta riconoscenza verso i personaggi illustri che hanno fatto la storia del paese, altrettanto non si può dire per alcuni paesi spagnoli: infatti nella nazione iberica alcuni comuni hanno intitolato vie e piazze ai vari duchi di Bivona, tutti facenti parte di nobili famiglie di Spagna.

La villa del Primo Duca
Lo stesso argomento in dettaglio: Villa del Duca di Bivona.

A Palermo, alla fine del XVI secolo, nella campagna a Nord della città si estendevano i giardini della villa di Pietro de Luna, primo Duca di Bivona. All'epoca questa proprietà si trovava a circa mezzo miglio dall’antica cinta muraria della città, ma la residenza del Duca era compresa tra il "Piano Sant'Oliva" (ovvero le attuali piazze S. Oliva, Castelnuovo e Politeama), il "Piano delle Croci", il Borgo di Santa Lucia e la Contrada delle Terre Rosse: quelle che oggi sono le zone più frequentate dai palermitani e che costituiscono il centro della città, allora erano i giardini del Duca della già affermata città di Bivona.

L'inno di Bivona

Secondo quanto è riportato nello Statuto del Comune di Bivona, articolo 4 comma 6, il comune ha un proprio inno[109]. Il testo s'intitola Bivona è bello ed è stato scritto da Carmelo Galasso; la musica è di Pasquale Sciara.

Il cognome e il soprannome

Bivona, oltre ad essere un toponimo (ad avere tale nome sono questo comune, una frazione di Vibo Valentia ed una località di Menfi, anch'essa nell'agrigentino), è un cognome, molto diffuso soprattutto in Sicilia: secondo alcuni dati, circa 450 persone in Italia portano il cognome Bivona, che così risulta il 7.261° più diffuso nel territorio nazionale[110]. Altra curiosità è il soprannome dei bivonesi: vengono definiti judè (giudei), sia per l'antica presenza di una folta comunità ebraica a partire dagli ultimi secoli del medioevo, sia per un'antica tradizione, ormai persa: quella di portare in processione un Crocifisso in legno ebanizzato il primo venerdì dopo Pasqua, tanto che i cittadini dei paesi limitrofi esclamavano: "Vivunisi judè, ca doppu 'na simana Lu mittistivu 'ncruci arrè", cioè "Bivonesi giudei, che dopo una settimana l'avete messo nuovamente in croce".

L'altare del Papa

Il 17 giugno 2007 ci fu la visita pastorale del Papa Benedetto XVI ad Assisi: in quell'occassione, l'altare e il maxi-palco allestito nella Piazza Inferiore della Basilica per la celebrazione della Santa Messa vennero rivestiti di circa 15.000 anthurium di Bivona: infatti nel comune agrigentino è attiva una grande azienda di floricoltura, la Disaflor[111], che già nel 2003 aveva abbellito chiese ed altari della cittadina in provincia di Perugia.

Vittorio Sgarbi al Supercinema di Bivona
Libri d'autore

Negli ultimi anni a Bivona sono stati presentati libri che hanno riscosso grande successo a livello nazionale. Il 29 maggio 2008 è stato presentato Il cacciatore di mafiosi[112], libro edito dalla Mondadori scritto da Alfonso Sabella, magistrato bivonese che ha condotto in prima persona alcune indagini che portarono all’arresto di boss mafiosi di primissimo piano (Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Pasquale Cuntrera e Giuseppe Salvatore Riina, figlio di Totò Riina), fratello di Marzia Sabella, pm bivonese che nel 2006 ha coordinato le operazioni di cattura di Bernardo Provenzano. Il 10 febbraio 2009 Bivona è stata una tappa della tournèe siciliana di Vittorio Sgarbi, che ha avuto modo di presentare il suo ultimo libro, Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi (e ritorno)[113], edito da Bompiani.

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Dizionario di ortografia e pronunzia
  2. ^ Dato Istat al 30/09/2008.
  3. ^ Classificazione sismica dei comuni italiani.
  4. ^ Pizzo Mondello.
  5. ^ Antares S.r.l..
  6. ^ Comuni consorziati con il "Voltano S.p.A.": Agrigento, Porto Empedocle, Favara, Raffadali, Comitini, Aragona, San Biagio Platani, Sant'Angelo Muxaro, Sant'Elisabetta e Joppolo Giancaxio.
  7. ^ Distanze in linea d'aria calcolate con il software Google Earth. La ricerca è stata effettuata tra le distanze delle coordinate dei comuni nel raggio approssimativo di 25 Km lineari, dei comuni capoluoghi di provincia della Sicilia e del comune di Roma, capitale d'Italia.
  8. ^ Dati tratti da un lavoro di ricerca svolto sui Monti Sicani da ARUTA et al. (1985). Tali elaborazioni si riferiscono ad un periodo di cinquanta anni a partire dal 1921.
  9. ^ I dati della tabella si riferiscono invece al periodo trentennale 1961-1990.
  10. ^ Dati Confedilizia.
  11. ^ Marrone Antonino, Bivona città feudale vol. II, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 1987, pag. 645.
  12. ^ Tratto dallo statuto comunale.
  13. ^ Tratto dallo statuto comunale.
  14. ^ Marrone Antonino, Bivona città feudale vol. I, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 1987, pag. 152.
  15. ^ Onorificenze.
  16. ^ Onorificenze.
  17. ^ Onorificenze.
  18. ^ Marrone Antonino, Storia delle Comunità Religiose e degli Edifici Sacri di Bivona, Comune di Bivona, 1997, pag. 76.
  19. ^ [Distretto Scolastico N. 003 - Bivona (AG), Leggiamo il nostro patrimonio artistico, Progetto "Educazione Permanente", 2000, pag. 66].
  20. ^ [Distretto Scolastico N. 003 - Bivona (AG), Leggiamo il nostro patrimonio artistico, Progetto "Educazione Permanente", 2000, pag. 44].
  21. ^ Unione Comuni Alto Verdura-Gebbia.
  22. ^ Nasce il Parco dei Monti Sicani.
  23. ^ Disegno di legge per l'istituizione del Parco dei Monti Sicani.
  24. ^ AgrigentoNotizie.
  25. ^ Tale dato, fornito nel 1628 dai Giurati di Bivona, risulta inattendibile: infatti loro dichiararono un numero di abitanti così elevato perchè volevano ottenere dal TRP (Tribunale del Real Patrimonio) l'autorizzazione a macellare quattro giovenchi la settimana (all'epoca la macellazione era ostacolata).
  26. ^ Dato Istat fine 2002.
  27. ^ Dato Istat fine 2003.
  28. ^ Dato Istat fine 2004.
  29. ^ Dato Istat fine 2005.
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  36. ^ Dati Istat
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  43. ^ Giustizia.it.
  44. ^ Sede INPS di Bivona.
  45. ^ Assessorato Agricoltura e Foreste.
  46. ^ Liceo Ginnasio Statale "Luigi Pirandello2 di Bivona.
  47. ^ Centri per l'impiego.
  48. ^ Associazioni e ONLUS in provincia di Agrigento.
  49. ^ Sedi del Patronato Acli.
  50. ^ URP della Provincia di Agrigento.
  51. ^ AVIS della Provincia di Agrigento.
  52. ^ Bonifica 3 Agrigento.
  53. ^ S.M.A.P. S.p.A..
  54. ^ Pro Loco Bivona.
  55. ^ Consultori Familiari in Provincia di Agrigento.
  56. ^ ANUU Migratoristi di Bivona.
  57. ^ SERIT SICILIA S.p.A..
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Bibliografia

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  • Sedita Giovan Battista, Cenno storico-politico-etnografico di Bivona, 1909
  • Sermenghi Cesare, Il passato e le sue risposte, Comune di Bivona - Biblioteca Comunale, Bivona 1989
  • Trizzino Paolo, La parlata di Bivona nella dialettologia siciliana, Ciuffa Editore, Roma 1996

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Luglio 1983 Gennaio 1984 Francesco Cuccia Sindaco
Gennaio 1984 Novembre 1985 Pietro Cinà Sindaco
Novembre 1985 Settembre 1986 Duilio Pecoraro Sindaco
Settembre 1986 Febbraio 1988 Carmelo Bellomo Sindaco
Febbraio 1988 Giugno 1988 Giovanni Di Cara Comm. Reg.
Giugno 1988 Febbraio 1991 Carmelo Bellomo Sindaco
Febbraio 1991 Ottobre 1992 Pietro Musso Sindaco
Ottobre 1992 Marzo 1993 Carmelo Bellomo Sindaco
Marzo 1993 Novembre 1993 Saverio Schembri Comm. Reg.
Novembre 1993 Maggio 2002 Giovanni Panepinto Sindaco
Maggio 2002 Maggio 2007 Vincenzo Di Salvo DS Sindaco
Maggio 2007 in carica Giovanni Panepinto PD Sindaco