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*http://www.artribune.com/tribnews/2013/04/i-miei-giochi-a-un-certo-punto-li-hanno-chiamati-arte-morta-a-93-anni-maria-lai-identita-profonda-della-sardegna-artistica-ed-ecumenica/, su artribune.com
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*''Biografia dell'artista Maria Lai'', su ''pontiart.com''
*''[https://www.pontiart.com/maria-lai Biografia dell'artista Maria Lai]'', su ''pontiart.com''


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Versione delle 11:29, 9 apr 2020

Maria Lai

Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919Cardedu, 16 aprile 2013) è stata un'artista italiana. Il Museo d'Arte Contemporanea Stazione dell'arte di Ulassai ha la più grande collezione pubblica di opere dell'artista. Con Legarsi alla montagna la Lai realizzò la prima opera di Arte relazionale a livello internazionale.

Biografia

Il Museo Arte Contemporanea Stazione dell'arte di Ulassai
File:Telaio del meriggio, Maria Lai, 1970.JPG
Telaio del meriggio, 1970.
File:Fame d'Infinito Maria Lai.JPG
Fame d'infinito, opera conservata presso il Museo Stazione dell'arte di Ulassai
File:38 muro di contenomento pastorello con capretta ulassai.JPG
Particolare dell'opera Pastorello con capretta, 2005, Museo all'aperto Maria Lai Ulassai

Maria Lai nasce nel 1919 nel paese di Ulassai, nella sub regione barbaricina dell'Ogliastra. Figlia di Giuseppe e Sofia Mereu, Maria Lai è seconda di cinque tra figli e figlie[1], zia del fotografo Virgilio Lai e della scrittrice Maria Pia Lai Guaita. La famiglia Lai, oltre ad avere Maria come artista di fama, ha dato i natali a Giuliana, sua sorella talentuosa scrittrice; prima di morire all'età di 92 anni, quest'ultima ha pubblicato la trilogia: L'erede del corbulaio, Mi piacerebbe usare bene words e Ritagli. Giovanni, il fratello maggiore di Maria, è stato invece un importante medico imprenditore, colui che fondò nel 1952 la Clinica Medica "Ospedale Tommasini" di Jerzu. Alberto Cannas, suo cugino, fu il Presidente del Museo Fondazione Stazione dell'arte.

Durante l'infanzia è di salute piuttosto cagionevole, il che la porta ad essere trasferita per i mesi invernali dal paese di Ulassai alla pianura di Gairo[2] per potersi riprendere: viene ospitata da zii contadini senza figli.

Nei mesi invernali salta completamente le scuole materne ed elementari; in completo isolamento inizia a scoprire e cogliere in sé l'attitudine per il disegno. Nel 1933 muore Cornelia, la sorellina minore, e Maria posa come modella da Francesco Ciusa, è in questa triste occasione che vede per la prima volta la bottega dell'artista e l'atmosfera del mondo dell'arte nei quali rimane profondamente colpita e affascinata. La famiglia decide di iscriverla alle scuole secondarie a Cagliari, dove ha la fortuna di conoscere il suo maestro d'italiano Salvatore Cambosu. Egli per primo comprende le difficoltà della bambina nell'inserimento scolastico e per primo scopre la sua sensibilità artistica; grazie a lui, la giovane allieva ulassese si farà carico dell'importanza e del valore del latino e delle poesie e scoprirà "il valore del ritmo delle parole che portano al silenzio". Nel 1939, "se pur con tante difficoltà", decide di continuare la sua ricerca del segno, iscrivendosi al Liceo Artistico di Roma, dove conosce maestri di scultura come Angelo Prini e Marino Mazzacurati, che vedono subito in lei un segno maturo e molto maschile, estremamente essenziale e rapido. Completati gli studi al liceo, partirà alla volta di Verona e, appena dopo, di Venezia, poiché la seconda guerra mondiale impedisce il suo ritorno in Sardegna.

Trasferitasi a Venezia senza aiuto finanziario alcuno da parte della famiglia, s'iscrive all'Accademia di Belle Arti, dove frequenta un corso di scultura tenuto dall'artista Arturo Martini e da Alberto Viani, ha come tutor l'artista Mario De Luigi. Nell'ambiente accademico veneziano incontra diverse difficoltà. Inizialmente è disarmante per lei la figura del suo maestro, che fatica a accettare le donne nel mondo dell'arte; inoltre egli in quel tempo attraversa una crisi poetica e solo in un secondo momento comincia a comprendere quanto siano importanti le sue lezioni, trovando diverse affinità con Cambosu, cioè sul valore del ritmo, "in questo caso nella scultura".

Nel 1945 decide di tornare in Sardegna in modo rocambolesco, con delle scialuppe di salvataggio dal porto di Napoli a quello di Cagliari. Sull'isola resta fino al 1954; nel frattempo riprende l'amicizia con Salvatore Cambosu e insegna disegno presso scuole elementari della città e di alcuni paesi. Di questo periodo è l'amicizia con lo scrittore e artista Foiso Fois. Nel 1947 il fratello maggiore Gianni, subì un agguato, in un tentativo di sequestro di persona, presso Monte Codi in territorio di Ulassai: salvandosi per miracolo, grazie al pronto intervento di una camionetta di soldati americani in transito in quella zona. Ritorna a Roma nel 1954, portando con sé un bagaglio di profonda tristezza, a causa dell'assassinio del fratello minore Lorenzo, accaduto lo stesso anno nei pressi di Ulassai. Nel 1957, presso la galleria L'Obelisco di Irene Brin, terrà la sua prima personale con i disegni a matita dal 1941 al 1954; potrà nel frattempo aprire un piccolo studio d'arte, intraprendere rapporti d'amicizia con artisti come Jorge Eduardo Eielson, e nel frattempo comparire in alcuni servizi televisivi dell'Istituto Luce. Dopo la mostra, pare andar tutto per il meglio; ma ad un tratto decide di ritirarsi dal mondo dell'arte, in un silenzio che l'accompagnerà per circa 10 anni: una crisi poetica che la tiene lontana da gallerie e artisti, ma che l'avvicina al mondo dei poeti e degli scrittori. Per tutti gli anni sessanta, infatti, coltiva un rapporto di amicizia e di collaborazione con lo scrittore Giuseppe Dessì, dirimpettaio di casa sua a Roma. Nel 1963 tra Ulassai e Cardedu, in Sardegna, ci fu un'altra violenta sparatoria tra carabinieri e banditi presso la sua casa di campagna dove già da tempo risiedevano i genitori, per via di un ennesimo tentativo di sequestro di persona ai danni del cognato. Attraverso lo scrittore Giuseppe Dessì, riscopre il senso del mito e delle leggende della sua terra, trae profonda ispirazione dai suoi libri, capisce ancora di più quanto sia importante e privilegiata la sua origine sarda. In questo silenzio romano, osserva le correnti emergenti contemporanee, come l'Arte Povera e l'Informale, e di li a poco comprende quanto fossero importanti le lezioni di Martini (inizialmente vissute come un completo fallimento), le parole di Cambosu, le tradizioni, i miti e le leggende della sua terra natia. Intervenendo sulla materia attraverso gli oggetti ansiosi Ready-made del telaio e della magia del suo utilizzo, del pane e degli oggetti del passato arcaico sardo, inizia il suo percorso, che vede il passato come indagine del futuro.

Il 1971 è per lei un anno triste e al contempo estremamente fecondo di attività: triste perché nel settembre muore in un incidente aereo l'unico fratello rimasto, Gianni; mentre a livello artistico, presso la Galleria Schneider di Roma, espone i primi Telai, la mostra fu a cura di Marcello Venturoli, un ciclo che caratterizza tutti i dieci anni successivi. Un avvicinamento all'arte tessile favorito dall'incontro con il maestro Enrico Accatino che inizia a operare per il rilancio dell'arte tessile, coinvolgendo anche alcune manifatture sarde. Nel 1976 conosce Angela Grilletti Migliavacca, proprietaria e direttrice della galleria Arte Duchamp di Cagliari e sua futura curatrice personale, con la quale poi avrà un rapporto di lavoro e d'amicizia pluridecennale. Nel 1977 conosce la storica dell'arte Mirella Bentivoglio la quale l'anno successivo permetterà a Maria di sbarcare alla Biennale di Venezia. Gli anni ottanta del XX secolo, invece, sono caratterizzati dal ciclo delle Geografie e dei Libri cuciti. Iniziano a chiederle delle collaborazioni per delle copertine (p. es. il libro vero di Giulio Angioni, A fogu aintru, EDeS, 1978, con disegni di Maria Lai[3]), e tantissime altre, ma soprattutto iniziano le prime operazioni sul territorio: "Legarsi alla Montagna", per esempio, è l'opera che la porta alla realizzazione delle future opere nel paese di Ulassai, a Roma stringe amicizia con Bruno Munari e a New York con Costantino Nivola. In questi anni spesso realizza anche installazioni effimere ed opere in altre città, non solo in Sardegna. Negli anni novanta le sue opere appaiono come una reinterpretazione del suo percorso complessivo ed i vari cicli si assemblano armonicamente l'uno con l'altro; la velocità inattesa dei segni-disegni si fonde con i grovigli di fili e di corde di telaio e di Geografie. In questo contesto storico il suo lavoro sarà molto apprezzato anche a livello internazionale, a questi anni risale l'amicizia con lo stilista Antonio Marras e le cantanti Marisa Sannia e Elena Ledda.

Negli ultimi anni ha vissuto e lavorato nella casa di campagna vicino al paese di Cardedu; a Ulassai, invece, l'8 luglio del 2006 ha inaugurato il Museo di Arte Contemporanea Stazione dell'arte, che raccoglie una parte considerevole (circa 140 pezzi) delle sue opere, dopo il successo del museo, le sue opere sono entrate nelle Istituzioni più importanti, quali Palazzo Grassi di Venezia con la mostra "Italic" a cura di Francesco Bonami, a Palazzo Mirto e a Villa Borghese di Roma.

Dopo le recenti esposizioni negli Stati Uniti e in altre prestigiose manifestazioni europee, Maria Lai è riconosciuta come una tra gli artisti più significativi della Sardegna.

Muore nel 2013 e viene sepolta presso il cimitero di Ulassai, accanto ai suoi familiari.

A distanza di sei mesi dalla sua morte è stato promosso un convegno in suo ricordo da Laura Boldrini Presidente della Camera dei Deputati presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio.

Opere collocate in luoghi pubblici

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo all'aperto Maria Lai e Lavatoio Comunale di Ulassai.

Secondo l'opinione dell'artista l'opera più importante che ha realizzato è Legarsi alla montagna.

Riconoscimenti

Maria Lai nelle collezioni pubbliche

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione dell'arte.

Pinacoteca Comunale di Ozieri

Maria Lai nelle collezioni private

  • Collezione Renato Alpegiani, Torino

Mostre personali

  • 1953 Cagliari Gli amici del Libro
  • 1956 Cagliari Gli amici del Libro
  • 1956 Palm Beach Little Gallery
  • 1957 Roma Galleria L'Obelisco
  • 1958 Stoccolma Nordiska Companiet
  • 1961 Roma Galleria L'astrolabio
  • 1963 Roma Galleria L'albatro
  • 1971 Roma Galleria Schneider
  • 1975 Cagliari Arte Duchamp, "Tele e collages"
  • 1977 Savona Galleria Il brandale
  • 1977 Nuoro Galleria Chironi
  • 1977 Cagliari Arte Duchamp
  • 1978 Biennale di Venezia, Libro scalpo, Libro Pianto
  • 1979 Roma Centro Morandi
  • 1979 Bologna Arte Fiera (personale presso la “Arte Duchamp”)
  • 1980 Cagliari Arte Duchamp, "Scritture"
  • 1980 Roma Spazio Alternativo
  • 1980 Trieste Studio Tommaseo
  • 1981 Ulassai "Legarsi alla Montagna"
  • 1982 Ulassai Lavatoio Comunale
  • 1982 Perth Australia Quentin Gallery
  • 1983 Bari Centrosei
  • 1983 Sydney Yvan Dougherty Gallery
  • 1983 Roma Spazio Documento, il paese dei nastri celesti
  • 1983 Orotelli, l'alveare del poeta
  • 1983 Camerino, la disfatta dei varani
  • 1984 Roma Spazio Documento, Tenendo per mano il sole
  • 1984 Roma Calcografia Nazionale, artisti al lavoro, Maria Lai Franca Sonnino
  • 1986 Prato, Teatro Comunale, lettere al lupo
  • 1987 Torino, Quantica Studio
  • 1989 Hannover Biblioteca dell'Università
  • 1990 Roma Studio Stefania Miscetti: La leggenda di Maria Pietra
  • 1992 Napoli Galassia Gutenberg Oltre le indie Libri in stoffe
  • 1992 Castel di Tusa (ME), Atelier sul Mare, Su barca di carta mi imbarco
  • 1994 Roma scuderie di Palazzo Ruspoli, Inventare altri spazi
  • 1996 Venezia Scuola di Grafica Internazionale, Ca de janas
  • 1998 Cagliari, Man Ray Janas
  • 2006 Ulassai Inaugurazione Stazione dell'arte
  • 2008 Roma Festival Internazionale del Cinema, Ansia d'Infinito
  • 2011 Venezia, Premio Venere nera
  • 2011 Roma Premio Camera dei deputati, 150 anni dell'Unità d'Italia, Orme di Leggi
  • 2012 Miami U.S.A, Pulse "Fiera Internazionale d'Arte Contemporanea
  • 2013 Milano Nuova Galleria Morone, "Tra fiabe, miti e leggende: le Tracce di un dio distratto"
  • 2013 Bologna Museo d'arte moderna di Bologna "Autoritratti"

Mostre post mortem

Curiosità

  • Maria Lai fu molto amica della pittrice Paola Levi Montalcini e dell'attore Dario Fo.
  • Maria Lai amava i testi e le poesie di Giorgio Caproni ma non volle mai conoscerlo personalmente.
  • Nel 2008, l'ex Presidente della Regione Sardegna Renato Soru donò al Papa Benedetto XVI il libro cucito Da Tanto Tempo di Maria Lai, in occasione della visita pastorale di quest'ultimo in Sardegna.
  • Maria Lai amava le produzioni cinematografiche di Stanley Kubrick, in particolare 2001: Odissea nello spazio grazie alla quale trovò ispirazione per diverse sue opere.
  • Nel 2015, in omaggio al suo legame con Ulassai, è stato istituito il premio "Legarsi al territorio", un concorso ideato dall'INU Istituto Nazionale di Urbanistica, sezione Sardegna, e dall'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti delle province di Nuoro e Ogliastra, con il patrocinio del Comune di Ulassai. Il premio è andato al progetto "Intrecci di Paesaggio" del gruppo composto dall'architetto Danila Pintus e dagli ingegneri Valentina Amorino e Glauco De Agostini.
  • Nel 2017 il Presidente di Regione Sardegna Francesco Pigliaru dona al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella un arazzo con disegno interno di Maria Lai.

Citazioni

«Giocavo con grande serietà, a un certo punto i miei giochi li hanno chiamati arte.[10]»

"Ogni opera parla più liberamente se è di autore ignoto."

"La paura dell'arte è paura di esporsi"

"Ogni essere umano può rifiutare la propria inquietudine, oppure cercare risposte nella religione o nell'arte"

"Per il religioso la preghiera, per l'uomo libero la frequentazione dell'arte"

"Ogni religione stabilisce legami. L'arte scioglie i legami"

Note

  1. ^ https://www.myheritage.it/site-family-tree-144141481/ichnusa?rootIndivudalID=3000006&familyTreeID=3#!profile-3000209-info
  2. ^ Oggi Cardedu
  3. ^ Il capo di quel filo, su lanuovasardegna.gelocal.it.
  4. ^ VIVA ARTE VIVA – Gli artisti, su labiennale.org, Biennale di Venezia.
  5. ^ Maria Lai (1919 – 2013), su documenta14.de, Documenta 14.
  6. ^ A proposito di Maria Lai - M77Gallery - Msettantasette, in M77Gallery - Msettantasette. URL consultato il 16 novembre 2018.
  7. ^ La Fiber Art torna al Museo del Tessile con Maria Lai e Franca Sonnino, su VareseNews, 1º febbraio 2019. URL consultato il 4 febbraio 2019.
  8. ^ Maria Lai. Tenendo per mano il sole, su MAXXI, 19 giugno 2019. URL consultato il 9 settembre 2019.
  9. ^ Mostra: Maria Lai: Seguite il ritmo, su iicparigi.esteri.it.
  10. ^ Da saperdaesuentu.it

Bibliografia

  • "Maria Lai, Come un gioco" edizioni Museo Arte Provincia Nuoro 2002
  • "Maria Lai, Inventare altri spazi" Testi di Fabrizio D'Amico e Gianni Murtas, edizioni AD Cagliari 1993
  • "Maria Lai, Fuori era notte, I presepi" edizioni AD Cagliari 2004
  • "Maria Lai, Lo scialle della luna" edizioni AD Cagliari 2000
  • "Al gigante lassù, Omaggio a Nivola 1988-2008, i telai-teatrini di Maria Lai, edizioni AD 2008
  • "Arte e Creatività, le fiabe e i giochi di Maria Lai" a cura di Fraca Pinto Minerva, Maria vinella, edizioni AD Cagliari 2007
  • "A matita, disegni di Maria Lai dal 1941 al 1985" edizioni AD Cagliari 1988
  • "Maria Lai, olio di parole" edizioni AD Cagliari 2000
  • "Giuseppina Cuccu-Maria Lai, Le ragioni dell'arte, cose tanto semplici che nessuno capisce" edizioni AD Cagliari 2002
  • "Ulassai, da Legarsi alla Montagna alla Stazione dell'arte" edizioni AD Cagliari 2006
  • "Federica Di Castro Maria Lai La pietra e la Paura", edizioni AD Cagliari 2006
  • "Maria Lai, Sguardo opera e pensiero, l'arte visiva strumento di pensiero" edizioni AD Cagliari 2004
  • A. Pioselli, "Ulassai 1981. L'opera comunitaria", in "L'arte pubblica nello spazio urbano, committenti, artisti, fruitori, a cura di Carlo Birrozzi e Marina Pugliese, edizioni Bruno Mondadori 2007, pp. 31-35
  • "Salvatore Cambosu, Miere Amaro, racconti dettati a Maria Lai" edizioni AD Cagliari 2008
  • Giulio Angioni, Il capo di quel filo che cuciva il mondo, La Nuova Sardegna, 18 aprile 2013.
  • "Maria Lai, Ansia d'infinito" a cura di Clarita Di Giovanni, testi critici di Achille Bonito Oliva, edizioni Condaghes 2013
  • A. Pioselli, "L'arte nello spazio urbano. L'esperienza italiana dal 1968 a oggi", Johan&Levi, Monza 2015, pp. 103–104
  • "Il campanellino d'argento", testo di Maria Lai, illustrazioni di Gioia Marchegiani, Topipittori, 2017

Voci correlate

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