Massimo Bray
Massimo Bray | |
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Assessore ai beni culturali e al turismo della Regione Puglia | |
Durata mandato | 19 novembre 2020 – 25 novembre 2021 |
Presidente | Michele Emiliano |
Predecessore | Loredana Capone |
Successore | Gianfranco Lopane |
Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo | |
Durata mandato | 28 aprile 2013 – 22 febbraio 2014 |
Capo del governo | Enrico Letta |
Predecessore | Lorenzo Ornaghi[1] Piero Gnudi[2] |
Successore | Dario Franceschini |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 15 marzo 2013 – 18 marzo 2015 |
Legislatura | XVII |
Gruppo parlamentare | Partito Democratico |
Coalizione | Italia. Bene Comune |
Circoscrizione | Puglia |
Incarichi parlamentari | |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico |
Titolo di studio | Laurea in lettere e filosofia |
Università | Università degli Studi di Firenze |
Professione | Direttore generale della Treccani |
Massimo Bray (Lecce, 11 aprile 1959) è un editore e politico italiano, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nel governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Lecce nel 1959, frequenta il liceo classico "Giuseppe Palmieri" del capoluogo salentino.[3] Studia poi a Firenze, conseguendo la laurea in lettere e filosofia nel 1984.[3]
Nel 1991 entra nell'Istituto della Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, come redattore responsabile della sezione di storia moderna e nel 1994 ne diviene direttore editoriale. Dal 2015 ne è direttore generale.[4]
È stato direttore della rivista Italianieuropei ed è stato presidente della fondazione Notte della Taranta, che organizza un importante festival di musica popolare.[5]
È autore di un blog nell'edizione italiana dell'Huffington Post.[6]
Dal 12 aprile 2017 è presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura[7] di Torino.
Dal 2019 insegna storia dell'editoria presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Nel 2019 ha pubblicato il libro Alla voce Cultura. Diario sospeso della mia esperienza di Ministro.
Attività politica[modifica | modifica wikitesto]
Elezione in Parlamento[modifica | modifica wikitesto]
Viene eletto alla Camera dei deputati alle elezioni del 24 e del 25 febbraio del 2013 con il Partito Democratico.
Ministro dei beni culturali[modifica | modifica wikitesto]
Dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 ricopre la carica di Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo del Governo Letta,[8] sostituito nel Governo Renzi da Dario Franceschini.
Il 18 marzo 2015 la Camera approva le dimissioni da lui presentate per dedicarsi a tempo pieno al lavoro in Treccani.[9][10] Viene sostituito dal deputato Ludovico Vico.
Assessore alla cultura e al turismo della Puglia[modifica | modifica wikitesto]
Il 19 novembre 2020 viene nominato dal presidente Michele Emiliano assessore alla cultura, turismo, sviluppo e impresa turistica per la Regione Puglia.[11][12] Il 25 novembre 2021 annuncia le dimissioni per motivi personali.[13][14][15][16]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Saggi e di settore[modifica | modifica wikitesto]
Alla voce Cultura. Diario sospeso della mia esperienza di Ministro, Lecce, Manni Editori 2019 ISBN 978-88-6266-941-2
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Beni e attività culturali
- ^ Turismo
- ^ a b Massimo Bray, su ttps, beniculturali.it. URL consultato l'8 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2013).
- ^ Sito personale
- ^ Chi è il ministro Massimo Bray, su unionesarda.it. URL consultato il 27 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2013).
- ^ Blog di Massimo Bray
- ^ Massimo Bray nominato Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura - Salone Internazionale del Libro di Torino, su Salone Internazionale del Libro di Torino. URL consultato il 12 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2017).
- ^ Stefano Parise, L’AIB per il rilancio del Servizio Bibliotecario Nazionale, su aib.it, Associazione Italiana Biblioteche, 24 maggio 2013. URL consultato il 21 giugno 2022.
- ^ Massimo Rebotti, Massimo Bray lascia il Parlamento per la Treccani: «Un lavoro alla volta», su corriere.it, Corriere della Sera, 20 marzo 2015. URL consultato il 31 marzo 2015.
- ^ Gaetano Savatteri, NEL PD DOVE NESSUNO VUOLE MOLLARE, NON FANNO NOTIZIA LE DIMISSIONI DI BRAY, su glistatigenerali.com, Gli stati generali, 30 marzo 2015. URL consultato il 5 aprile 2018.
- ^ Massimo Bray assessore alla Cultura della giunta Emiliano in Puglia, Il Foglio, 18 novembre 2020.
- ^ Massimo Bray nominato assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Puglia, artemagazine.it, 19 novembre 2020.
- ^ LETTERA DI MASSIMO BRAY E DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE EMILIANO, su regione.puglia.it.
- ^ Puglia: si dimette Bray, assessore a Cultura e Turismo, su ansa.it, 24 novembre 2021. URL consultato il 25 novembre 2021.
- ^ La Giunta Emiliano perde pezzi: si dimette anche l'assessore alla Cultura Massimo Bray, su foggiatoday.it.
- ^ Si dimette l'assessore regionale alla Cultura Bray: la delega nelle mani di Emiliano, su baritoday.it.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Massimo Bray
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Massimo Bray
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su massimobray.it.
- Bray, Massimo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Massimo Bray, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Massimo Bray, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Massimo Bray, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Massimo Bray, su Camera.it - XVII legislatura, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 44404841 · ISNI (EN) 0000 0000 6137 0444 · SBN LO1V044288 · BAV 495/216939 · LCCN (EN) no2001092345 · GND (DE) 105219026X · BNF (FR) cb12508947c (data) · J9U (EN, HE) 987007415847905171 · WorldCat Identities (EN) viaf-309561672 |
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