Ferruccio de Bortoli

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Ferruccio de Bortoli nel 2010

Ferruccio De Bortoli (Milano, 20 maggio 1953) è un giornalista e saggista italiano. È stato due volte direttore del Corriere della Sera, dal 1997 al 2003 e dal 2009 al 2015, nonché de Il Sole 24 Ore dal 2005 al 2009. Dal 2015 è presidente dell'Associazione Vidas di Milano e della casa editrice Longanesi. Editorialista del Corriere della Sera e del Corriere del Ticino, cura una rubrica nell'edizione serale di TG2000.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di famiglia bellunese, si è laureato in Giurisprudenza alla Statale di Milano. La sua carriera giornalistica inizia nel 1973, quando viene assunto come praticante al Corriere dei ragazzi. Nel 1975 diventa giornalista professionista. Lavora successivamente per il Corriere d'Informazione (pomeridiano del Corriere), il Corriere della Sera e L'Europeo.

Nel 1986 è nominato caporedattore a Il Sole 24 Ore.[1] L'anno seguente torna al Corriere della Sera come caporedattore dell'economia. Nel 1993 Paolo Mieli lo promuove vicedirettore e nel 1997 assume la guida del primo quotidiano italiano.

Prima direzione del Corriere (1997-2003)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1998 de Bortoli si scontra con l'allora presidente del consiglio Massimo D'Alema, che chiede all'ordine dei giornalisti sanzioni disciplinari contro il direttore del Corriere e i giornalisti Francesco Verderami e Felice Saulino per diversi scritti sul progetto di unificazione e di "ulivizzazione" del sindacato. A seguito dell'assoluzione dell'ordine della Calabria per Verderami, anche de Bortoli esce indenne dal procedimento.[2] D'Alema aveva anche intentato causa civile per danni.[3]

Nel 1999 de Bortoli è stato tra i primi giornalisti a pubblicare il proprio indirizzo di posta elettronica in calce a un articolo[4].

De Bortoli firma il giornale per sei anni intensi, caratterizzati tra l'altro dalle morti di due grandi vecchi del giornalismo italiano, Indro Montanelli e Tiziano Terzani, e dall'attentato mortale a Maria Grazia Cutuli, inviata in Afghanistan. Nel gennaio 2001 chiede e ottiene la testa del «nazista» Pio Filippani Ronconi e del responsabile delle pagine culturali, Armando Torno (che già aveva chiamato Filippani Ronconi a collaborare a Il Sole 24 Ore insieme a Ludovico Geymonat, Franco Fortini, Cesare Cases... senza alcun problema)[5]. Durante la direzione gestisce le notizie relative agli attentati dell'11 settembre 2001, si reca a New York per chiedere alla giornalista e scrittrice fiorentina Oriana Fallaci di tornare a scrivere articoli dopo undici anni di silenzio. Il 29 settembre 2001 esce sul Corriere l'articolo «La rabbia e l'orgoglio», a cui seguirà l'omonimo libro edito da Rizzoli.

De Bortoli lascia il quotidiano di via Solferino il 29 maggio 2003, ufficialmente per ragioni private; le dimissioni, però suscitarono scalpore[6]. Secondo Marco Travaglio e Peter Gomez le reali motivazioni delle sue dimissioni andrebbero ricercate nel sempre più conflittuale rapporto che lo avrebbe contrapposto a Silvio Berlusconi e ad alcuni suoi collaboratori, quali Cesare Previti e Niccolò Ghedini, e alla maggioranza di governo dell'epoca. Nell'autunno 2001, il cronista giudiziario Paolo Biondani aveva accusato dalle pagine del Corriere della Sera l'interesse di Forza Italia all'approvazione della legge sulle rogatorie internazionali, che avrebbe aiutato Cesare Previti nel processo SME. I rapporti tra via Solferino e la Casa delle Libertà peggiorarono dopo un lungo scambio epistolare tra de Bortoli, Ghedini e Previti. Altro punto di rottura fu la dura critica del direttore del Corsera sull'approvazione della legge Cirami ("onorevoli avvocaticchi") in un editoriale dal titolo "Sgradevoli sensazioni", che gli costò una querela da parte dei deputati Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini, legali del premier.[7]

Secondo Il Foglio, l'uscita di scena di de Bortoli fu piuttosto dovuta alla morte di Gianni Agnelli e al prevalere, tra gli azionisti del Corriere, del presidente RCS Cesare Romiti quale titolare della nomina del direttore di via Solferino.[8]

Manager RCS e direttore de Il Sole 24 ORE (2003-2009)[modifica | modifica wikitesto]

Successivamente, de Bortoli assume l'incarico di amministratore delegato di RCS Libri, divisione di RCS MediaGroup. Torna al giornalismo con la direzione de Il Sole 24 Ore, dal 10 gennaio 2005. La sua nomina è fortemente voluta dal presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo.

Durante la campagna elettorale 2006 è stato il moderatore del convegno biennale di Confindustria tenutosi a Vicenza ospitando i due candidati premier Romano Prodi e Silvio Berlusconi.

Seconda direzione del Corriere (2009-2015)[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 marzo 2009 ha rifiutato la proposta di diventare presidente della Rai[9], anche per non ritrovarsi inquadrato in quota centrosinistra nella lottizzazione dell'azienda di Viale Mazzini.[8] Poco dopo, con la designazione da parte del consiglio d'amministrazione di RCS il 30 marzo 2009, rientra alla direzione del Corriere della Sera al posto nuovamente di Paolo Mieli (i due si erano già avvicendati in via Solferino nel maggio del 1997); si è reinsediato ufficialmente il 9 aprile 2009.

Il 31 luglio 2014 viene diffusa la notizia che a fine aprile 2015 il consiglio di amministrazione di RCS MediaGroup nominerà un nuovo direttore del Corriere[10]. Il 30 aprile 2015 de Bortoli lascia il Corriere della Sera.[11][12][13][14] Gli subentra il condirettore Luciano Fontana.[15]

Dopo la direzione del Corriere (2015)[modifica | modifica wikitesto]

Con la RCS MediaGroup de Bortoli sottoscrive un patto di non concorrenza della durata di un anno, valido solo per l'Italia. Dal 6 maggio 2015 de Bortoli è editorialista del quotidiano svizzero in lingua italiana Corriere del Ticino[16]. Pochi giorni dopo viene nominato presidente della casa editrice Longanesi[17].

Nel febbraio 2016 riprende la collaborazione con il Corriere della Sera come editorialista[18].

Dal 24 marzo 2020 ha una rubrica chiamata "Tempo sospeso" nell'edizione serale di TG2000.[19][20]

Altri incarichi societari e associativi[modifica | modifica wikitesto]

Ferruccio de Bortoli è stato presidente della casa editrice Flammarion S.A. e vicepresidente dell'Associazione italiana editori.[21]

È anche presidente della "Fondazione Pier Lombardo - Teatro Franco Parenti", della "Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus"[21] e dell'Associazione Vidas di Milano. Dal 2020 è vicepresidente della Società Dante Alighieri.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ferruccio De Bortoli, Poteri forti (o quasi), Rizzoli, Milano 2017, p. 48.
  2. ^ Corriere della Sera, 25 febbraio 1998
  3. ^ Corriere della Sera, 27 febbraio 1998
  4. ^ La fabbrica delle notizie, Laterza, 2001, p. 215.
  5. ^ Il nazista che scriveva sul Corriere, su societacivile.it.
  6. ^ Secondo il quotidiano la Repubblica, de Bortoli si dimise dopo una serie di pressioni dell'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi sulla direzione del giornale. Corsera, de Bortoli direttore Riotta dal Tg1 al Sole 24ore, in La Repubblica, 30 marzo 2009. URL consultato il 30 marzo 2009.
  7. ^ Peter Gomez e Marco Travaglio, Regime
  8. ^ a b Il Foglio Archiviato il 25 dicembre 2012 in Internet Archive., 10 marzo 2009
  9. ^ Il Sole 24 ore, su ilsole24ore.com.
  10. ^ Chi è Luciano Fontana, il nuovo direttore del Corriere della Sera, su primaonline.it. URL consultato il 6/5/2015.
  11. ^ Il saluto di Ferruccio de Bortoli, il lungo applauso dei giornalisti, su Corriere.it, 29 aprile 2015. URL consultato il 30 aprile 2015.
  12. ^ Il saluto di Ferruccio de Bortoli ai lettori del Corriere della Sera. «I giornali devono essere scomodi», su corriere.it, 30 aprile 2015. URL consultato il 30 aprile 2015.
  13. ^ De Bortoli lascia la direzione del Corriere dalla primavera 2015, su Corriere.it, 31 luglio 2014. URL consultato il 30 aprile 2015.
  14. ^ Corriere della Sera, lascia Ferruccio de Bortoli: gli scontri con Elkann e Scott Jovane. Ora il toto-direttore, su Libero, 31 luglio 2014. URL consultato il 30 aprile 2015.
  15. ^ ansa, Luciano Fontana nuovo direttore del Corriere della Sera, su ansa.it. URL consultato il 30 aprile 2015.
  16. ^ Ferruccio de Bortoli editorialista del Corriere del Ticino, su primaonline.it, 5 maggio 2015. URL consultato il 12 maggio 2015.
  17. ^ Ferruccio de Bortoli nominato presidente della casa editrice Longanesi, su primaonline.it. URL consultato il 24/0572015.
  18. ^ Ferruccio de Bortoli torna a scrivere sul ‘Corriere della Sera’ nelle vesti di editorialista, su primaonline.it, 5 maggio 2015. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  19. ^ (EN) Ferruccio De Bortoli, presenta “tempo sospeso“ il nuovo format dedicato a questi giorni di scelta e cambiamento . Su TV2000, al tg2000 delle 18.30. – Associazione Culturale Radio Ros Brera, su radiorosbrera.com. URL consultato il 9 aprile 2020.
  20. ^ Tempo sospeso, su TV2000.
  21. ^ a b Il Sole 24 Ore
  22. ^ Ambrogini, su milano.corriere.it, 12 dicembre 2006. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  23. ^ Premio Buone Notizie Civitas Casertana Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive.
  24. ^ Confartigianato » ASSEMBLEA 2015 – Premio Giano 2015, Cesare Fumagalli premia il direttore Ferruccio de Bortoli, su confartigianato.it. URL consultato il 2 maggio 2016.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore del Corriere della Sera Successore
Paolo Mieli 8 maggio 1997 - 14 giugno 2003 Stefano Folli I
Paolo Mieli 10 aprile 2009 - 29 aprile 2015 Luciano Fontana II
Predecessore Direttore del Sole 24 Ore Successore
Guido Gentili 11 gennaio 2005 - 8 aprile 2009 Gianni Riotta
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