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Borussia Verein für Leibesübungen 1900 Mönchengladbach: differenze tra le versioni

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Versione delle 02:51, 4 feb 2014

Borussia VfL 1900 Mönchengladbach e. V.
Calcio
Die Fohlen (I Puledri)
Die Elf vom Niederrhein (La Squadra del Basso Reno)
Der Mythos (Il Mito)
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Bianco • nero • verde
InnoDie Elf vom Niederrhein
B.O.
Dati societari
CittàMönchengladbach
NazioneBandiera della Germania Germania
ConfederazioneUEFA
Federazione DFB
CampionatoBundesliga
Fondazione1900
PresidenteBandiera della Germania Rolf Königs
AllenatoreBandiera della Svizzera Lucien Favre
StadioStadion im Borussia-Park
(54.019 posti)
Sito webwww.borussia.de
Palmarès
Campionato tedescoCampionato tedescoCampionato tedescoCampionato tedescoCampionato tedesco Coppa di GermaniaCoppa di GermaniaCoppa di Germania Coppa UEFACoppa UEFA
Titoli di Germania5
Trofei nazionali3 Coppe di Germania
Trofei internazionali2 Coppe UEFA/Europa League
Si invita a seguire il modello di voce

«Per somma di risultati, continuità di rendimento e spettacolarità, il Borussia Mönchengladbach è stato forse la squadra europea più ammirata nell'arco di un decennio.»

Il Borussia[1] Verein für Leibesübungen 1900 Mönchengladbach e. V., abbreviato in Borussia Mönchengladbach, e talvolta, per ragioni di grafica televisiva, anche in Borussia MGB, è una società polisportiva tedesca di Mönchengladbach nota al grande pubblico internazionale per la sua sezione calcistica, tra le più blasonate di tutta la Germania. È, infatti, l'unica squadra tedesca assieme al Borussia Dortmund che può esporre sulla propria tenuta ufficiale due stelle (conferite dalla DFB alla vittoria della quinta Bundesliga), in questo seconda solo al Bayern Monaco, che ne vanta quattro.[2]

Fondata nel 1900, giocò a lungo nei campionati minori e ottenne il suo primo successo nel 1960 conquistando la Coppa di Germania. Conobbe il suo massimo splendore negli anni settanta, quando insieme al Bayern dominò la scena nazionale ed europea vincendo cinque campionati tedeschi, una Coppa di Germania e due Coppe UEFA. Artefici di questi successi furono l'allenatore Hennes Weisweiler e la sua squadra formata da giovani fuoriclasse, per questo motivo chiamata Fohlen-Elf ("La Squadra dei Puledri"), in grado di esprimere un nuovo calcio altamente spettacolare e spiccatamente offensivo.[3]

Dopo questo periodo d'oro iniziò un lento declino. Il Borussia continuò a stazionare nelle posizioni di vertice in campionato e a ben figurare nelle coppe europee, ma dovette attendere il 1995 per un nuovo successo, la vittoria della terza Coppa di Germania. Questo fu l'unico acuto in anni difficili, in cui una profonda crisi societaria portò la squadra ad occupare stabilmente le zone basse della classifica e a retrocedere per due volte in Zweite Bundesliga, al termine delle stagioni 1998/99 e 2006/07.

La sezione calcistica dell'associazione sportiva non è gestita direttamente dalla dirigenza di quest'ultima, ma il suo controllo è affidato ad una società di capitali, il Borussia VfL 1900 Mönchengladbach GmbH. Oltre a questa la società comprende settori dedicati alla pallamano e al tennis tavolo.[4]

Storia

Gli albori (1900-1959)

Per approfondire, vedi la voce Storia del Borussia Mönchengladbach (1900-1959).
Il Borussia Mönchengladbach agli albori

Il Borussia Mönchengladbach nacque il 1º agosto 1900 con il nome di Fußballklub Borussia 1900 M.-Gladbach.

Nel 1914 la società acquistò il centro sportivo dä Kull, inaugurato nel 1919 con il nome di Westdeutches Stadion. Nel 1920, dopo una lunga trafila nelle serie minori, si laureò campione della Verbandsliga della Germania Occidentale con il nome di VfTuR 1889 Mönchengladbach, dovuto ad una precedente fusione con la Turnverein Germania 1889.[5]

Nel 1921 la Turnverein Germania 1889 si scisse nuovamente e il club fu ribattezzato Borussia VfL 1900 e.V. Mönchengladbach, che sarebbe rimasto il nome definitivo della società.[6]

Nel 1936, nonostante la permanenza nelle serie regionali, arrivò a sorpresa la convocazione in Nazionale per il giovane difensore Heinz Ditgens, che giocò entrambe le partite che la Germania disputò alle Olimpiadi di Berlino, diventando così il primo giocatore del Borussia ad aver indossato la maglia della Nazionale maggiore.[7]

Dopo la fine della seconda guerra mondiale i campionati subirono una nuova riorganizzazione e la squadra dovette ripartire da una serie minore. In pochi anni il club inanellò una serie di promozioni consecutive che culminò nel 1950 con il passaggio dalla Zweite Liga Ovest all'Oberliga Ovest, la massima divisione nazionale.[8]

Negli anni cinquanta il Borussia occupò stabilmente le zone medio-basse della classifica e retrocesse due volte: nel 1951 e nel 1957, anche se in entrambe le occasioni la permanenza in Zweite Liga durò solo una stagione.[9]

I primi successi (1960-1969)

Per approfondire, vedi la voce Storia del Borussia Mönchengladbach (1960-1969).

Nel 1960 il club si aggiudicò il primo trofeo nazionale della sua storia. Il Borussia conquistò la Coppa della Germania Occidentale, e ottenne così il diritto ad accedere alle semifinali della Coppa di Germania, dove sconfisse l'Amburgo. Nella finale del torneo superò il favorito Karlsruhe per 3-2, grazie ad una magistrale prestazione del capitano Albert Brülls, che prima fornì gli assist per le reti di Mühlhausen e Kohn e poi realizzò il gol decisivo.[10]

Nel 1963 nacque la Bundesliga, ma il Borussia non riuscì a qualificarsi per la serie maggiore e si vide costretto a ripartire dalla Regionalliga Ovest. La promozione arrivò solo nel 1965, con il primo posto nel girone e la vittoria dei successivi incontri di spareggio.

Il carismatico tecnico Hennes Weisweiler stava allestendo una squadra di giovani talenti come Günter Netzer, Jupp Heynckes e Berti Vogts che sarebbe stata protagonista in Europa per tutto il decennio successivo. La giovane età e il gioco offensivo, veloce e travolgente, sarebbero valsi ai suoi giocatori l'appellativo di Fohlen (Puledri), che sarebbe restato per sempre affiancato al nome del Borussia.[11]

Dopo sole due stagioni di ambientamento nella massima serie, la squadra si dimostrò in grado di competere con le grandi e si classificò al terzo posto sia nel campionato 1967/68 che nel 1968/69.

Gli anni d'oro (1970-1979)

Per approfondire, vedi la voce Storia del Borussia Mönchengladbach (1970-1979).

La stagione 1969/70 fu quella della svolta. Grazie ad acquisti mirati e alla rigida dottrina di Weisweiler, basata su una profonda determinazione ed un gioco estremamente offensivo,[12] il Borussia si laureò Campione di Germania e riuscì a ripetersi anche nel campionato successivo, diventando la prima squadra nella storia a vincere la Bundesliga per due anni consecutivi.

Berti Vogts, capitano e bandiera del Borussia negli anni settanta.

Il cammino nelle coppe europee non fu altrettanto positivo. Nelle sue due prime apparizioni in Coppa dei Campioni, infatti, la squadra non riuscì a superare gli ottavi di finale. Nel 1971/72 l'eliminazione arrivò ad opera dell'Inter. Nella prima gara tra le due squadre, disputata al Bökelbergstadion il 20 ottobre 1971 e passata agli annali come la Partita della lattina, il Borussia travolse gli italiani per 7-1,[13] ma, a causa di una lattina lanciata dagli spalti che colpì al capo Roberto Boninsegna, l'avvocato Peppino Prisco riuscì ad ottenere la ripetizione dell'incontro, nonostante all'epoca le regole UEFA non prevedessero il concetto di responsabilità oggettiva.[14]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partita della lattina.

Nell'edizione 1972/73 della Coppa UEFA il Borussia raggiunse per la prima volta la finale di una competizione europea, ma venne sconfitto dal Liverpool di Kevin Keegan (0-3 e 2-0).[15] Nella stessa stagione conquistò la Coppa di Germania grazie al 2-1 in finale nel derby contro il Colonia.[16] Dopo le reti di Wimmer e Neumann l'incontro venne deciso ai tempi supplementari da un gol dell'idolo dei tifosi Netzer, alla sua ultima partita con il Borussia.[16]

Nel 1973/74 Jupp Heynckes divenne il primo giocatore del Borussia a conquistare il titolo di capocannoniere della Bundesliga. Il centravanti riuscì a ripetersi anche nel campionato successivo, in cui gli uomini di Weisweiler si laurearono per la terza volta campioni di Germania.[17] Nella stessa stagione il Borussia poté celebrare anche la conquista del suo primo trofeo continentale, la Coppa UEFA 1974/75.

In finale gli olandesi del Twente riuscirono a resistere sullo 0-0 nell'incontro di andata,[18] ma nella gara di ritorno il Borussia si impose per 5-1 grazie alla tripletta di Heynckes e alla doppietta di Allan Simonsen.[19]

Dopo aver compiuto l'ennesima impresa Weisweiler lasciò il club ed il suo posto venne preso da Udo Lattek, pluricampione col Bayern Monaco. Sotto la sua guida il Borussia cambiò completamente il suo stile di gioco, sostituendo mentalità offensiva e rapidi contropiedi con pragmatismo e disciplina tattica, e vinse il campionato sia nel 1975/76[20] che nel 1976/77.[21]

Nella stagione 1976/77 i Puledri raggiunsero la finale della Coppa dei Campioni, ma allo Stadio Olimpico di Roma subirono ancora una volta un'amara sconfitta ad opera del Liverpool (1-3), al termine di una gara a lungo dominata.[22]

Nel 1977 il Pallone d'oro venne vinto da Simonsen, il solo giocatore nella storia del club ad essere premiato col prestigioso riconoscimento assegnato da France Football.

Nel 1978/79 il Borussia conquistò per la seconda volta la Coppa UEFA battendo in finale la Stella Rossa dopo l'1-1 ottenuto a Belgrado grazie ad un'autorete e all'1-0 nella gara di ritorno, siglato da Simonsen su rigore. Ciononostante l'esodo dei migliori giocatori iniziato negli anni precedenti pareva inarrestabile: in molti si resero conto che la vittoria dell'importante trofeo non era altro che l'ultimo acuto alla fine di un'era.

Un decennio senza vittorie (1980-1989)

Per approfondire, vedi la voce Storia del Borussia Mönchengladbach (1980-1989).
Il fuoriclasse Lothar Matthäus, ancora oggi[quando?] considerato un traditore dai tifosi del Borussia.

Come il suo predecessore, Udo Lattek lasciò il Borussia dopo aver conquistato la Coppa UEFA e nel giro di pochi anni anche la maggior parte dei giocatori di talento abbandonò la squadra, che non fu più capace di ripetere le imprese del decennio precedente.

I Puledri riuscirono a raggiungere la finale della Coppa UEFA anche nella stagione 1979/80, ma vennero sconfitti nel derby tedesco contro l'Eintracht Francoforte a causa della regola dei gol segnati in trasferta (3-2 al Bökelbergstadion e 0-1 a Francoforte). Fu l'ultima finale di una competizione europea disputata dal Borussia.

Anche in Bundesliga la squadra non riuscì più a competere per il titolo e per diversi anni l'unico obiettivo stagionale divenne la qualificazione alle coppe europee, scopo spesso fallito.

L'unica eccezione avvenne nel campionato 1983-1984, ma, pur concludendo il torneo in vetta appaiato ad Amburgo e Stoccarda, il Borussia fu terzo a causa della peggior differenza reti. Protagonista in negativo fu il giovane fuoriclasse Lothar Matthäus il quale, dopo aver annunciato il suo imminente trasferimento ai rivali del Bayern, disputò diversi incontri deludenti e commise errori decisivi che fecero perdere al Borussia punti preziosi. Il centrocampista, in precedenza idolo dei tifosi, divenne un giocatore detestato e regolarmente fischiato dai suoi stessi sostenitori.[23] La stagione fu resa ancora più amara dalla sconfitta nella finale di Coppa di Germania ai tiri di rigore contro il Bayern Monaco. Ancora una volta fu un errore di Matthäus a sancire la sconfitta del Borussia e a posteriori molti insinuarono financo il sospetto che il giocatore avesse fallito di proposito il rigore per favorire i suoi futuri compagni.[23]

Nelle stagioni successive il Borussia, pur restando lontano dal vertice, continuò a far divertire i tifosi grazie al gioco offensivo e ad alcune ampie vittorie e nel campionato 1986/87 l'attaccante Uwe Rahn si laureò capocannoniere della Bundesliga.

Il declino, la Coppa di Germania e la retrocessione (1990-1999)

Per approfondire, vedi la voce Storia del Borussia Mönchengladbach (1990-1999).

Gli anni novanta si rivelarono peggiori del decennio precedente. Sin dalla stagione 1989/90, infatti, la squadra fu costretta a lottare per non retrocedere e durante la pausa invernale esonerò l'allenatore per la prima volta nella sua storia.[24]

Nonostante i frequenti avvicendamenti in panchina la squadra riuscì sempre a centrare la salvezza, anche se a volte solo all'ultima giornata. Nella stagione 1991/92 raggiunse la finale della Coppa di Germania, ma venne sconfitta per 4-3 dopo i tiri di rigore dall'Hannover 96, formazione di Zweite Bundesliga.[25]

Il riscatto arrivò nella stagione 1994/95 grazie anche al ritorno di Stefan Effenberg, talentuoso centrocampista che aveva esordito giovanissimo proprio nel Borussia alla fine degli anni ottanta.[26] Il calcio offensivo predicato dal tecnico Bernd Krauss riportò la squadra nelle zone alte della classifica e le permise di festeggiare la vittoria di un trofeo dopo sedici anni.[26] Conquistata nuovamente la finale di Coppa di Germania, il Borussia sconfisse per 3-0 il Wolfsburg con le reti del bomber svedese Martin Dahlin, di Effenberg e del centravanti Heiko Herrlich, che coronò la stagione laureandosi capocannoniere della Bundesliga.[27]

Come in passato, i giocatori migliori lasciarono il Borussia, che nel giro di pochi anni si ritrovò nuovamente a dover lottare per non retrocedere. La squadra riuscì affannosamente a centrare la salvezza fino alla stagione 1998/99, in cui terminò ultima e dopo 34 anni di ininterrotta militanza in Bundesliga retrocesse per la prima volta in Zweite Liga.[28]

I tifosi del Borussia festeggiano la salvezza al termine della stagione 2002/03.

Dal 2000 a oggi

Per approfondire, vedi la voce Storia del Borussia Mönchengladbach (2000-2009).

Dopo aver mancato la promozione al primo tentativo, il Borussia riuscì a tornare in Bundesliga al termine della stagione 2000/01, guidato dal carismatico allenatore Hans Meyer e dal suo spregiudicato modulo 4-3-3.

Presto la squadra dovette nuovamente confrontarsi con la lotta per non retrocedere, ma riuscì sempre a centrare la salvezza, a volte con ampio anticipo.

La nuova dirigenza regalò alla squadra un nuovo impianto, che sostituì l'ormai obsoleto Bökelbergstadion. Dalla stagione 2004/05 il Borussia iniziò a disputare gli incontri casalinghi nell'innovativo e di gran lunga più capiente Stadion im Borussia-Park.[29]

Nonostante l'acquisto di giocatori importanti come l'attaccante della Nazionale Oliver Neuville il Borussia non riuscì mai ad abbandonare le zone basse della classifica, anche a causa del fallimento di allenatori di grande fama come Dick Advocaat e Jupp Heynckes. Sotto la guida di quest'ultimo il club concluse la stagione 2006/07 all'ultimo posto e retrocesse per la seconda volta in Zweite Bundesliga. La ripresa fu, tuttavia, immediata: dopo aver dominato il campionato successivo grazie al lavoro del nuovo tecnico Jos Luhukay e del team manager Christian Ziege, il Borussia ritornò prontamente nella massima divisione.[30]

Il ritorno in Bundesliga è iniziato nel peggiore dei modi e una lunga serie di risultati negativi ha spinto la dirigenza ad esonerare Luhukay[31] e ad affidare nuovamente la squadra all'esperto Hans Meyer, che è riuscito a raggiungere all'ultima giornata una salvezza che solo pochi mesi prima sembrava insperata.[32] È stata la stagione della definitiva affermazione del giovane talento Marko Marin, le cui doti hanno attirato l'attenzione degli osservatori dei più prestigiosi club europei.[33] Tuttavia anche nei due campionati successivi le difficoltà del Borussia non sono diminuite. La stagione 2009-2010 ha portato un modesto dodicesimo posto mentre il campionato successivo, 2010-2011, è stato ancora più sofferto. Dopo essere stato lungamente all'ultimo posto in classifica il Borussia ha operato una insperata rimonta che lo ha portato al sedicesimo posto e quindi allo spareggio con terza classificata del campionato di seconda categoria per la permanenza nella Bundesliga. L'avversario è risultato essere il Bochum e il Mönchengladbach vincendo per 1-0 in casa e pareggiando 1-1 in trasferta si è garantito il posto nella massima divisione anche per la stagione 2011-2012. Quest'ultima stagione, un po' a sorpresa, risulta estremamente positiva per il Borussia. Fin dalla prima partita, vittoria per 1-0 in trasferta contro il favoritissimo Bayern Monaco (alla gara di ritorno in casa vincerà addirittura 3-1), il campionato prende una piega positiva che porta il Mönchengladbach al quarto posto finale in classifica e quindi ai preliminari di Champions League. Si affermano le stelle di Patrick Herrmann, Juan Arango e in particolare di Marco Reus, giocatore veloce e potente che esordisce in nazionale ed entra nel mirino dei top club d'Europa tanto da venire acquistato a Gennaio 2012 dal Borussia Dortmund per 17,5 milioni di euro e lasciato in prestito al Mönchengladbach fino al termine della stagione. Durante la sessione estiva del mercato il Borussia Monchengladbach acquista il giovane talento olandese Luuk De Jong dal Twente per 15 milioni al fine di rimpiazzare Reus. Il Borussia affronta la Dinamo Kiev per il passaggio in Champions perdendo in casa per 1-3 dopo l'iniziale vantaggio di Ring, la vittoria a Kiev per 2-1 non basta a conquistare un posto nel massimo torneo europeo. Il Borussia M'gladbach conclude il girone d'andata all'ottavo posto ipotecando una salvezza tranquilla. La squadra tedesca conquista i sedicesimi di Europa League eliminando i francesi del Marsiglia e i ciprioti dell'Ael Limassol. I sorteggi del 20 dicembre le riservano la Lazio prima nel suo girone. La Lazio strappa il pareggio nella sfida di andata al Borussia Park fissando il risultato sul 3-3 nei minuti di recupero, ma riesce a imporsi a Roma col risultato di 2-0 estromettendo la squadra di Favre dall'Europa League. Il campionato 2012-2013 invece vede il Borussia ottenere l'ottavo posto in classifica. I 47 punti finali sono frutto di 12 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte con 45 gol segnati e 49 subiti.

Cronistoria

Cronistoria del Borussia Mönchengladbach
  • 1900 - Fondazione ufficiale del club (1º agosto).
  • 1903 - La dirigenza richiede (16 febbraio) ed ottiene (23 febbraio) l'iscrizione della squadra alla Federazione calcistica renano-vestfalica.
  • 1903/04 - Non partecipa al campionato.
  • 1904/05 - 1. in 3. Klasse. Promosso in 2. Klasse.
  • 1905/06 - Non partecipa al campionato.
  • 1906/07 - 1. in 2. Klasse.
  • 1907/08 - 3. in 2. Klasse, Girone B.
  • 1908/09 - 1. in B-Klasse. Promosso in A-Klasse.

  • 1909/10 - 4. in A-Klasse. Il Borussia 1900 M.Gladbach viene iscritto nel registro delle società tedesche (23 marzo 1910).
  • 1910/11 - 5. in A-Klasse, Girone Ovest.
  • 1911/12 - 1. in A-Klasse, Girone Nord. Promosso in Verbandsliga (massima serie). Finalista del girone della Germania Occidentale (0-1 contro il Kölner BC).
  • 1912/13 - 6. in Ligaklasse.
  • 1913/14 - 3. in Kreisliga. Viene acquistato l'impianto sportivo dä Kull.
  • 1914/15 - Il campionato viene sospeso a causa della Prima guerra mondiale.
  • 1915/16 - 2. in Bezirksklasse.
  • 1916-18 - A causa del conflitto mondiale la federazione tedesca sospende ogni attività.
  • 1918/19 - Fusione con la Turnverein Germania 1889 in VfTuR 1889 Mönchengladbach. Inaugurazione del Westdeutches Stadion (20 settembre 1919).

  • 1919/20 - 2. in Kreisliga Renania. Qualificato agli spareggi al girone finale del campionato della Germania Occidentale. Campione della Germania Occidentale (3-1 d.t.s. in finale contro il Kölner BC, 25 aprile 1920). Eliminato al primo turno della fase finale del campionato nazionale (0-7 contro lo Spielvereinigung Fürth, 16 maggio 1920).
  • 1920/1921 - 2. in Kreisliga Renania. Scissione della Turnverein Germania 1899, la squadra prende il nome di Borussia VfL 1900 e.V. Mönchengladbach.
  • 1921/22 - 3. in Gauliga Renania.
  • 1922/23 - 3. in Gauliga Renania, Girone Ovest.
  • 1923/24 - 2. in Gauliga Renania, Girone Ovest.
  • 1924/25 - 5. in Gauliga Renania, Girone Ovest.
  • 1925/26 - 2. in Gauliga Renania, Girone Ovest.
  • 1926/27 - 2. in Bezirksklasse Renania, Girone 1.
  • 1927/28 - 2. in Bezirksklasse Renania, Girone 2.
  • 1928/29 - 1. in Bezirksklasse Renania, Girone 2.

  • 1929/30 - 4. in Bezirksliga Renania.
  • 1930/31 - 8. in Bezirksliga Renania, Girone 2.
  • 1931/32 - 5. in Bezirksliga Renania, Girone 1.
  • 1932/33 - 8. in Bezirksliga Renania, Girone 2. Fusione con l'SC M.Gladbach
  • 1933/34 - 5. in Gauliga Basso Reno. Solo per questa stagione la squadra gioca sotto il nome di SC M.Gladbach.
  • 1934/35 - 3. in Gauliga Basso Reno. Campione della Renania settentrionale.
  • 1935/36 - 9. in Gauliga Basso Reno. Primo giocatore in nazionale: il ventunenne Heinz Ditgens gioca nella vittoria per 9-0 sul Lussemburgo alle Olimpiadi di Berlino.
  • 1936/37 - 2. in Bezirksklasse, Girone 1.
  • 1937/38 - 3. in Bezirksklasse, Girone 1.
 
  • 1938/39 - 1. in Bezirksklasse, Girone 1.

  • 1939/40 - 1. in Bezirksklasse, Girone 4.
  • 1940/41 - 1. in Bezirksklasse, Girone 3.
  • 1941/42 - 3. in Bezirksklasse, Girone 5.
  • 1942/43 - 2. in Bezirksklasse M'Gladbach.
  • 1943/44 - 1. in Bezirksklasse M'Gladbach.
  • 1944/45 - Tutti i campionati vengono sospesi a causa della Seconda guerra mondiale.
  • 1945/46 - 1. nella Fase di Qualificazione, Girone 1. Eliminato al secondo turno. Prima partita del dopoguerra (0-1 contro il Rheydter SV, 7 aprile 1946). Prima vittoria del dopoguerra (3-2 contro l'Odenkirchen 05/07, 16 giugno 1946).
  • 1946/47 - 1. in Bezirksliga, Girone 2.
  • 1947/48 - 6. in Landesliga Basso Reno, Girone 3.
  • 1948/49 - 4. in Landesliga Basso Reno, Girone 3.

  • 1949/50 - 2. in Zweite Liga Ovest. Promosso in Oberliga Ovest (massima serie).
  • 1950/51 - 14. in Oberliga Ovest. Retrocesso in Zweite Liga Ovest
  • 1951/52 - 1. in Zweite Liga Ovest. Promosso in Oberliga Ovest
  • 1952/53 - 14. in Oberliga Ovest.
  • 1953/54 - 12. in Oberliga Ovest.
  • 1954/55 - 14. in Oberliga Ovest.
  • 1955/56 - 11. in Oberliga Ovest.
  • 1956/57 - 16. in Oberliga Ovest. Retrocesso in Zweite Liga Ovest
  • 1957/58 - 2. in Zweite Liga Ovest. Promosso in Oberliga Ovest
  • 1958/59 - 13. in Oberliga Ovest.


 
  • 1974/75 - Campione di Germania (3° titolo). Vincitore della Coppa UEFA (1º titolo) (Borussia M. 0-0 e 5-1 Twente Enschede, 21 maggio 1975). Jupp Heynckes capocannoniere della Bundesliga. Squadra dell'anno. Squadra Europea dell'anno.
  • 1975/76 - Campione di Germania (4º titolo).
  • 1976/77 - Campione di Germania (5º titolo). Finalista della Coppa dei Campioni (Borussia M. 1-3 Liverpool). Allan Simonsen Pallone d'oro.
  • 1977/78 - 2. in Bundesliga. Stabilito il record per la miglior vittoria in Bundesliga: 12-0 contro il Borussia Dortmund (24 aprile 1978).
  • 1978/79 - 10. in Bundesliga. Vincitore della Coppa UEFA (2º titolo) (Borussia M. 1-1 e 1-0 Stella Rossa Belgrado, 23 maggio 1979). Berti Vogts giocatore dell'anno. Harald Nickel segna il gol dell'anno.




I piazzamenti del Borussia in Bundesliga.

Colori e simboli

Colori

Lo stemma nella vecchia versione col rettangolo verde.
La vivace divisa della stagione 1994/95.

I colori sociali del Borussia sono il bianco, il nero e il verde, anche se quest'ultimo non è presente nell'attuale stemma del club e comparve sulle divise di gioco solo a partire dagli anni settanta.

Sin dalla fondazione la squadra alternò per quasi settant'anni tre tipi di divise: bianca con pantaloncini neri, nera con pantaloncini bianchi o completamente bianca, che venne adottata nei primi anni di Bundesliga. All'inizio degli anni settanta ritornò il nero e comparve per la prima volta il verde. I due colori vennero utilizzati inizialmente nei bordi di colletto e maniche, e successivamente in ben più vistose bande verticali, strisce e decorazioni per più di trent'anni.

Dopo i festeggiamenti per il centenario nel 2000 il verde scomparve nuovamente, mentre il nero riempì interamente le maniche per due stagioni, poi lasciò spazio ad una divisa completamente bianca e in seguito ritornò nel 2006 in un innovativo disegno Lotto che propose una maglia a strisce verticali bianco-nere assolutamente inedita per il club. Per festeggiare il ritorno in Bundesliga conquistato nel 2008 è stata ideata una nuova maglia "stile anni settanta" di colore bianco con una banda verticale nera e verde, che sancisce il ritorno di quest'ultimo sulla divisa di gioco dopo otto anni.

Simboli ufficiali

Stemma

Lo stemma della squadra è un rombo a strisce orizzontali bianco-nere in cui è incastonata una lettera "B" di colore nero bordata di bianco. Come accadde per la divisa di gioco si colorò negli anni settanta quando iniziò ad essere rappresentato all'interno di un rettangolo verticale di colore verde, per poi tornare all'originale versione bicolore dopo il centenario. L'espressione «die Raute im Herzen» («il rombo nei cuori») è comunemente usata tra i tifosi per esprimere la loro grande passione e il loro forte attaccamento alla squadra.[35]

Inno

L'inno ufficiale del Borussia è la canzone Die Elf vom Niederrhein (La Squadra del Basso Reno), scritta e interpretata dai B.O.. In tutti gli incontri casalinghi l'inno viene trasmesso dagli altoparlanti dello stadio nei minuti che precedono l'inizio della gara, subito dopo l'annuncio delle formazioni, e cantato a gran voce dai tifosi.

Mascotte

A sostenere il Borussia in tutti gli incontri casalinghi è presente a bordo campo il pupazzo Jünter, la mascotte della squadra che rappresenta un puledro di colore nero con criniera bianca che indossa la divisa di gioco e sulla maglia ha il numero 10.

Memorabili gli sketch che dal 2005 al 2007 hanno visto come protagonisti Jünter e l'eccentrico portiere statunitense Kasey Keller. L'allora capitano della squadra coinvolgeva la mascotte in simpaticissimi siparietti che andavano dal tentativo di abbeverarlo con una borraccia mentre le squadre erano schierate a centrocampo prima della partita[36] a indimenticabili incontri di wrestling a fine gara in cui il puledro, colto alla sprovvista e incapace di reagire, veniva regolarmente sopraffatto da Keller che prima lo atterrava grazie ad articolate prese e voli plastici degni di un professionista,[37] poi lo schienava e correva esultante sotto la curva.[38]

Dopo il restyling della sua figura avvenuto nel 2006 che lo ha reso più moderno e simile a un fumetto, Jünter è diventato protagonista di una linea di prodotti che vanno dall'abbigliamento per bambini all'oggettistica più disparata e si possono trovare in tutti i punti vendita ufficiali del Borussia. La sua immagine è stata fortemente rilanciata e utilizzata negli ambiti più svariati, dalla cartellonistica alle auto di servizio dello stadio passando per le rubriche a lui dedicate sul sito ufficiale della squadra.

Società

La bandiera del Borussia affiancata a quella di Kyocera, sponsor ufficiale dal 2005 al 2009.

Il Borussia fu la seconda squadra tedesca a mostrare una pubblicità sulle divise di gioco. Già 1976 le maglie dei Puledri iniziarono a recare la scritta dello sponsor Erdgas, due anni dopo rispetto alla comparsa del precursore Jägermeister su quelle dell'Eintracht Braunschweig.

Sponsor ufficiale
Sponsor tecnico


Strutture

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadion im Borussia-Park e Bökelbergstadion.
Il nuovo Stadion im Borussia-Park. Foto: Marcel Meier.
Il pubblico del Bökelbergstadion durante una partita degli anni venti.

Dal 1919 fino al 2004 il Borussia ha giocato gli incontri casalinghi al Bökelbergstadion di Mönchengladbach, conosciuto fino al 1960 col nome di Westdeutsches Stadion ed entrato nella storia del calcio grazie soprattutto alle memorabili partite che ha ospitato negli anni settanta.

L'antico stadio sorgeva al centro di uno dei quartieri residenziali più ambiti della città, attorniato da villette di ex calciatori e personaggi famosi e pub caratteristici, e ciò comportava notevoli disagi alla viabilità il giorno delle partite. Oltre a questo la sua limitata capienza iniziò ad essere un problema già dai primi anni settanta e costrinse il Borussia a disputare gran parte degli incontri di cartello di Bundesliga e delle coppe europee al Rheinstadion di Düsseldorf.

Questi problemi, uniti a quelli legati alla gestione e manutenzione di uno stadio ormai obsoleto, spinsero la dirigenza a sostituirlo dalla stagione 2004/05 e in seguito demolirlo nel 2006.

Un nuovo impianto all'avanguardia venne costruito all'interno del Parco Nord, un'immensa area periferica interamente dedicata allo sport, e inaugurato 30 giugno 2004 con il nome di Stadion im Borussia-Park. L'avveniristico stadio, che con i suoi oltre 54.067 posti è tra i dieci più capienti di Germania, è stato riconosciuto da tifosi ed addetti ai lavori come uno dei più moderni e accoglienti del paese.

L'emittente televisiva tedesca ZDF nel 2006 lo ha proclamato miglior stadio di Germania, a pari merito con l'Allianz Arena di Monaco, per posizionamento delle telecamere e per la qualità delle riprese.[41] Nonostante ciò, tra lo stupore generale e l'indignazione della città di Mönchengladbach e dei tifosi del Borussia, lo stadio non è stato incluso nella lista dei campi del Mondiale 2006.

Giocatori

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Vincitori di titoli

Marcell Jansen, attuale difensore dell'Amburgo e della Nazionale tedesca, è stato uno dei tanti campioni formatisi nel vivaio del Borussia.
Palloni d'oro

Allenatori e presidenti

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Allenatori[42]
Presidenti[43]

Palmarès

Competizioni nazionali

1969-70, 1970-71, 1974-75, 1975-76, 1976-77
1959-60, 1972-73, 1994-95

Competizioni internazionali

1974-75, 1978-79

Altri piazzamenti

  • Campionato tedesco
secondo posto: 1973/74, 1977/78
  • Coppa di Germania
finalista: 1983/84, 1991/92
finalista: 1976/77
  • Coppa UEFA
finalista: 1972/73, 1979/80
finalista: 1977
1978
  • Trofeo Naranja
1977
1977 (non ufficiale)
finalista: 1972/73 (non ufficiale)
2007/08
1971, 1975
1975
1972
Il Borussia subisce la prima rete dal Liverpool nella finale della Coppa dei Campioni 1976/77 persa per 1-3.

Statistiche e record

Statistiche di squadra

  • Prima squadra a vincere la Bundesliga per due stagioni consecutive
1969/70 e 1970/71
  • Miglior vittoria nella storia della Bundesliga
12-0 contro il Borussia Dortmund il 29 aprile 1978[46]
  • Serie più lunga di vittorie nella storia della Bundesliga
10 nella stagione 1986/87[46]
1960
1975
  • Prima squadra tedesca ad avere in rosa un giocatore ebreo
Shmuel Rosenthal nella stagione 1972/73
  • Ultima squadra tedesca ad esonerare un allenatore
Primo esonero nella storia del club Wolf Werner il 21 novembre 1989
Migliori vittorie[46]

In casa

In trasferta

Peggiori sconfitte[46]

In casa

In trasferta


Statistiche individuali

Record marcature[46]

Tifoseria

I tifosi del Borussia nel nuovo Stadion im Borussia-Park.
La tifoseria del Borussia è una delle più numerose di tutta la Germania. I suoi sostenitori, chiamati Fohlenfan (Tifosi-puledri), sono considerati tra i più calorosi del paese e il loro sostegno ha permesso alla squadra di restare una delle più temibili tra le mura amiche anche in questi ultimi anni di declino. Per questo nell'estate 2003 la società ha ritirato la maglia numero 12 assegnandola simbolicamente a tutti i supporter, il dodicesimo uomo in campo. Il settore del Bökelbergstadion da sempre occupato dalla frangia più appassionata del pubblico era la Nordkurve (Curva Nord) e così è rimasto anche nel nuovo Stadion im Borussia-Park.

Tutti i fan club sono coordinati dal Fanprojekt Mönchengladbach Supporters Club, un'associazione che cura i rapporti dei tifosi con la società, la DFB, le forze dell'ordine e i media e progetta tutto quello che riguarda le coreografie, le manifestazioni e le trasferte. A partire dal 1965 in occasione delle gare interne viene stampata la rivista FohlenEcho, divenuta negli anni una vera e propria tradizione per ogni tifoso.

Dal 1995 i sostenitori del Borussia hanno una loro band ufficiale, il gruppo punk-rock B.O.. La band nacque da un'iniziativa degli stessi fan, stanchi della musica proposta dagli altoparlanti dello stadio, definita troppo commerciale, e di dover inneggiare alla squadra cantando cori da stadio su melodie di canzoni già esistenti. Il gruppo iniziò subito a comporre brani che ebbero grande successo tra i tifosi e in pochi anni incise sette CD, la cui produzione venne finanziata dal Fanprojekt. Ad oggi la maggior parte delle canzoni cantate allo stadio appartiene al loro repertorio e non c'è una manifestazione che coinvolge squadra e sostenitori che non preveda una loro esibizione dal vivo.[47]

Un personaggio amato dai tifosi e ritenuto da molti come una vera e propria icona della passione dei Fohlenfan per il Borussia fu Ethem Özenrenler, da tutti conosciuto come Manolo.[48] Giunse come Gastarbeiter dalla Turchia nel 1968, ma tutti iniziarono a conoscerlo dal 1977 quando fece la sua comparsa al Bökelbergstadion assieme al suo tamburo. Da quell'anno non perse neppure un incontro e la sua passione lo rese famoso anche oltre i confini tedeschi.[49] La foto di Manolo che suonava il tamburo seduto sulla recinzione della Nordkurve divenne una delle immagini più utilizzate per rappresentare la tifoseria del Gladbach fino al 2002, anno in cui si ammalò gravemente e dovette accontentarsi di sporadiche apparizioni allo stadio. Si è spento all'età di 69 anni il 30 aprile 2008, quattro giorni prima dell'incontro di Zweite Bundesliga tra Kickers Offenbach e Borussia, gara in cui i Puledri sono scesi in campo col lutto al braccio in sua memoria. Le maggiori testate giornalistiche sportive di Germania gli hanno dedicato articoli e servizi e una moltitudine di tifosi gli ha reso omaggio con messaggi di elogio sul Web e cerimonie di commemorazione.[50]

Gemellaggi e rivalità

Gemellaggi

Nonostante alcune delle più scottanti sconfitte europee siano state causate dal Liverpool i tifosi del Borussia e quelli dei Reds sono uniti da un solido gemellaggio, tanto che You'll Never Walk Alone, inno ufficiale del club britannico, viene spesso cantata durante le partite casalinghe del Borussia. In occasione della finale della Coppa dei Campioni 1976/77 e delle semifinali dell'edizione successiva i fan delle due squadre strinsero un'intensa amicizia. Le due tifoserie iniziarono ad incontrarsi annualmente per disputare un incontro amichevole e festeggiare assieme e dal 1992 centinaia di sostenitori del Borussia cominciarono ad approfittare della pausa invernale del campionato tedesco per raggiungere Liverpool e assistere a un incontro di Premier League ad Anfield assieme agli amici inglesi. Più tardi anche tra molti tifosi dei reds divenne consuetudine organizzare a ogni stagione una trasferta a Mönchengladbach, la più importante delle quali è avvenuta nel 2007 in occasione delle grandi celebrazioni per il trentennale del gemellaggio. A testimonianza di quanto profondo sia il legame tra i sostenitori dei due club l'iniziativa che nel 1992 portò i tifosi del Borussia a raccogliere donazioni per più di 20.000 marchi tedeschi (oltre 10.000 euro) che furono devoluti a sostegno delle famiglie delle vittime della strage di Hillsborough.[51]

Altre amicizie che proseguono da molti anni sono quelle con i sostenitori del Magonza e del Carl Zeiss Jena.[52]

Rivalità

Una delle più grandi rivalità di tutta la Germania, seconda solo a quella tra Schalke 04 e Borussia Dortmund, è quella coi tifosi del Colonia. Le due città sono distanti pochi chilometri e da sempre gli infuocati derby sono stati uno degli eventi più attesi della stagione. Le canzoni che denigrano i detestati "cugini" sono innumerevoli e la più famosa di queste è senza dubbio Cologne Medley dei B.O. che viene spesso cantata allo stadio e tra le varie offese ai tifosi biancorossi si augura che il famoso duomo bruci per sette giorni in modo che il Borussia possa poi danzare sulle ceneri della sciagura.

Un'altra ostilità dettata dalla vicinanza geografica e dall'antipatia tra le rispettive tifoserie è quella con l'Alemannia Aachen. La forte inimicizia si è inasprita maggiormente quando il 17 marzo 2004 l'Alemannia ha eliminato il Borussia dalle semifinali di Coppa di Germania conquistando il diritto di partecipare alla Coppa UEFA nella stagione successiva.[53] La partita fu vinta dai gialloneri per 1-0 grazie soprattutto alle contestate decisioni dell'arbitro Edgar Steinborn che non sanzionò due evidenti falli di mano commessi dai difensori dell'Alemannia in area di rigore.[54]

Antagonismo di gran lunga minore è quello coi tifosi dell'"altro Borussia", quello di Dortmund, dovuto esclusivamente al fatto che le due squadre sono le più famose e blasonate tra tutte quelle che portano questo nome. Da sempre i tifosi del Mönchengladbach sostengono che il loro club sia l'unico vero Borussia in quanto più antico, più vincente e con una grande tradizione, mentre il Dortmund sia solo una provinciale balzata alla ribalta del calcio nazionale ed europeo grazie ad un decennio fortunato. Tale convinzione è così radicata e promossa che Es gibt nür eine Borussia (C'è solo un Borussia) risulta essere un'espressione così comune e diffusa tanto da diventare il titolo di un singolo dei B.O. cantata spesso allo stadio. La partita tra Mönchengladbach e Dortmund viene solitamente chiamata Il derby dei Borussia.

L'antica competizione col Bayern Monaco, invece, ha ormai perso tutto il suo fascino. Se negli anni settanta le due squadre si contendevano titoli nazionali ed internazionali, il successivo declino del Borussia ha tolto sapore ad una sfida che oggi è solo un ricordo dei bei tempi che furono.

Organico

Rosa

Rosa e numerazione, tratti dal sito ufficiale del Borussia Mönchengladbach, sono aggiornati al 20 ottobre 2012.[55]

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera della Germania P Marc-André ter Stegen
3 Bandiera del Belgio D Filip Daems (Capitano)
4 Bandiera dei Paesi Bassi D Roel Brouwers
7 Bandiera della Germania C Patrick Herrmann
8 Bandiera della Germania C Lukas Rupp
10 Bandiera della Germania C Max Kruse
11 Bandiera del Brasile C Raffael
14 Bandiera della Germania C Thorben Marx
15 Bandiera della Spagna D Álvaro Domínguez
16 Bandiera della Norvegia C Håvard Nordtveit
17 Bandiera della Svezia D Oscar Wendt
18 Bandiera del Venezuela C Juan Arango
N. Ruolo Calciatore
21 Bandiera della Germania P Janis Blaswich
22 Bandiera della Germania A Peniel Mlapa
23 Bandiera della Germania C Christoph Kramer
24 Bandiera della Germania D Tony Jantschke
25 Bandiera della Germania C Amin Younes
27 Bandiera della Germania C Julian Korb
30 Bandiera della Germania A Alexander Bieler
31 Bandiera della Svezia A Branimir Hrgota
33 Bandiera della Germania P Christofer Heimeroth
34 Bandiera della Svizzera C Granit Xhaka
39 Bandiera dell'Austria D Martin Stranzl (Vice capitano)

Staff tecnico

Staff dell'area tecnica

Note

  1. ^ Borussia, che significa "Prussia" in latino, venne scelto come nome da un gran numero di società sportive fondate in Germania nei primi anni del XX secolo. Le più celebri, oltre al Borussia Mönchengladbach, sono: Borussia Dortmund (calcio, pallamano, tennis tavolo), Wuppertaler SV Borussia (calcio, boxe, atletica leggera, ginnastica), Tennis Borussia Berlin (calcio, tennis, tennis tavolo), SC Borussia Fulda (calcio), Borussia Freialdenhoven (calcio), Borussia Lippstadt (calcio).
  2. ^ Anche in Germania, come accade in Italia e in molti altri paesi del mondo, i club calcistici possono forgiare la divisa ufficiale con stelle il cui numero è in relazione ai campionati nazionali conquistati. Dall'estate 2004 la DFB ha deciso di assegnare tali riconoscimenti considerando solo i campionati dalla costituzione della Bundesliga (cioè dalla stagione 1963/64 in poi). Una stella per la vittoria di tre campionati, due per la vittoria di cinque, tre per la vittoria di dieci e quattro per la vittoria di venti. (DE) Meister-Sterne auf den Trikots, su fussball24.de, 5 agosto 2004. URL consultato il 20 febbraio 2008.
  3. ^ Tosatti, vol. 4, p. 896, 910
  4. ^ Jakobs, p. 171
  5. ^ Jakobs, p. 26
  6. ^ Jakobs, pp. 28-29
  7. ^ Jakobs, p. 30
  8. ^ Jakobs, p. 35
  9. ^ Jakobs, pp. 36-38
  10. ^ Jakobs, p. 41
  11. ^ Jakobs, pp. 44-49
  12. ^ Jakobs, p. 59
  13. ^ (DE) Spielstatistik Borussia M'gladbach - Inter Mailand 7:1 (5:1), su fussballdaten.de. URL consultato il 5 febbraio 2008.
  14. ^ Tosatti, vol. 4, p. 897
  15. ^ (DE) Spielstatistik Borussia M'gladbach - FC Liverpool 2:0 (2:0), su fussballdaten.de. URL consultato il 5 febbraio 2008.
  16. ^ a b (DE) Spielstatistik Borussia M'gladbach - 1. FC Köln 2:1 n.V., su fussballdaten.de. URL consultato il 7 febbraio 2008.
  17. ^ (DE) Borussia Mönchengladbach 1974-1975, su fussballdaten.de. URL consultato il 7 febbraio 2008.
  18. ^ (DE) Spielstatistik Borussia M'gladbach - FC Twente Enschede 0:0 (0:0), su fussballdaten.de. URL consultato il 7 febbraio 2008.
  19. ^ (DE) Spielstatistik FC Twente Enschede - Borussia M'gladbach 1:5 (0:2), su fussballdaten.de. URL consultato il 7 febbraio 2008.
  20. ^ (DE) Borussia Mönchengladbach 1975-1976, su fussballdaten.de. URL consultato il 7 febbraio 2008.
  21. ^ (DE) Borussia Mönchengladbach 1976-1977, su fussballdaten.de. URL consultato il 7 febbraio 2008.
  22. ^ (DE) Spielstatistik FC Liverpool - Borussia M'gladbach 3:1 (1:0), su fussballdaten.de. URL consultato il 16 febbraio 2008.
  23. ^ a b Jakobs, p. 71
  24. ^ Jakobs, p. 77
  25. ^ Jakobs, p. 101
  26. ^ a b Jakobs, p. 83
  27. ^ Jakobs, p. 103
  28. ^ Jakobs, p. 89
  29. ^ (DE) Löwen-Abschied mit Kopfballschwächen, su fussballdaten.de. URL consultato il 17 febbraio 2008.
  30. ^ (DE) Borussia Mönchengladbach 2007/2008, su fussballdaten.de. URL consultato l'8 maggio 2008.
  31. ^ (EN) Kevin Fylan, Soccer-Moenchengladbach sack coach Luhukay, su uk.reuters.com, reuters.com, 5 novembre 2008. URL consultato il 27 maggio 2009.
  32. ^ (DE) Bernd Schneiders, Meyer will den Wiederaufstieg, su az-web.de, 22 maggio 2009. URL consultato il 27 maggio 2009.
  33. ^ (DE) Nils Reschke, Einwurf: Marko Marin - oder: Undank ist der Welten Lohn, su goal.com. URL consultato il 27 maggio 2009.
  34. ^ Si tratta della Coppa di Germania 1960 le cui fasi finali si giocano nel corso della stagione 1960/61.
  35. ^ (DE) Die Raute im Herzen!, su borussia.de. URL consultato il 3 maggio 2008.[collegamento interrotto]
  36. ^ (EN) The Football Mascot Index No.4: Junter, Borussia Monchengladbach, su whoateallthepies.tv. URL consultato il 7 agosto 2010.
  37. ^ (DE) Jan Lustig, Zurück zu den Wurzeln, su kicker.de, 19 dicembre 2005. URL consultato il 7 agosto 2010.
  38. ^ (DE) Kasey Keller, su weltfussball.de. URL consultato il 6 marzo 2008.
  39. ^ Nei primi mesi del campionato 2008/09 la multinazionale giapponese ha annunciato che non avrebbe rinnovato il contratto di sponsorizzazione, in scadenza al termine della stagione.
  40. ^ (DE) Postbank sponsert Gladbach, su kicker.de, 10 giugno 2009. URL consultato il 12 giugno 2009.
  41. ^ (DE) Andre Tucic, Ein steiniger Weg, su 11freunde.de, 18 dicembre 2006. URL consultato il 7 agosto 2010.
  42. ^ (DE) Borussias Trainer, su borussia.de. URL consultato il 7 agosto 2010.[collegamento interrotto]
  43. ^ (DE) Borussias Präsidenten, su borussia.de. URL consultato il 7 agosto 2010.[collegamento interrotto]
  44. ^ Pur non essendo mai stato campione d'Europa, il Borussia disputò la Coppa Intercontinentale. Finalista della Coppa dei Campioni 1976-77, sostituì il Liverpool campione europeo in carica, impossibilitato a trovare date per la doppia sfida contro i campioni sudamericani del Boca Juniors; tuttavia, anche una volta che il Mönchengladbach prese l'impegno di giocare la Coppa, essa fu assegnata a 1978 inoltrato, più di un anno dopo la finale persa di Coppa dei Campioni: l'incontro di andata si tenne a Buenos Aires il 21 marzo e terminò 2-2, e quello di ritorno a Karlsruhe il 1º agosto, e vide la vittoria per 3-0 degli argentini a solo una settimana dall'inizio della Bundesliga 1978-79.
  45. ^ Il Borussia detentore della Bundesliga e l'Amburgo vincitore della Coppa di Germania decisero di sfidarsi l'8 gennaio 1977 in un incontro in cui i Puledri si imposero per 3-2. La gara fu organizzata su iniziativa delle due società in quanto la Supercoppa di Germania all'epoca ancora non esisteva (la prima edizione si disputò nel 1987) e pertanto la DFB riconosce la vittoria da parte del Borussia ma la classifica come "non ufficiale". (DE) DFB-Supercup, su dfb.de. URL consultato il 1º marzo 2008.
  46. ^ a b c d e f (DE) Superlative - Borussias Tops und Flops, su borussia.de. URL consultato il 5 agosto 2010.[collegamento interrotto]
  47. ^ (DE) B.O. Gladbacher Lieder, su bo-mg.de. URL consultato il 6 maggio 2008.
  48. ^ (DE) "Manolo" ist tot, su borussia.de, 30 aprile 2008. URL consultato il 7 agosto 2010.[collegamento interrotto]
  49. ^ (EN) Fans who light up the game, su fifa.com, 20 marzo 2008. URL consultato il 7 maggio 2008.[collegamento interrotto]
  50. ^ (DE) Gladbach-Fan "Manolo" ist tot, su rp-online.de, 1º maggio 2008. URL consultato il 6 maggio 2008.
  51. ^ (EN) Fanfreundschaft Liverpool - Mönchengladbach, su german-reds.de. URL consultato il 7 agosto 2010 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2008).
  52. ^ (DE) Fanfreundschaften, su borussia-fanclub.de. URL consultato il 7 agosto 2010.
  53. ^ L'altra semifinale si era disputata il giorno precedente e si era conclusa con la vittoria del Werder Brema (3-2 sul Lubecca dopo i tempi supplementari) che, capolista in Bundesliga e lanciato verso il titolo di Campione di Germania, si sarebbe senza alcun dubbio qualificato per la Champions League lasciando il posto in Coppa UEFA che la DFB assegna attraverso la Coppa di Germania all'altra finalista, qualsiasi fosse stata la vincitrice del trofeo.
  54. ^ (DE) Aachen dank Grlic im Finale, su kicker.de, 17 marzo 2004. URL consultato il 31 gennaio 2008.
  55. ^ (EN) Squad, su borussia.de.

Bibliografia

  • (DE) Werner Jakobs, 100 Jahre Borussia Mönchengladbach, Rheinsport Networking, 1999, ISBN 3-934702-00-7.
  • Giorgio Tosatti, Il Grande Calcio - Enciclopedia del calcio mondiale, Fabbri Editori, 1988.
  • (DE) Holger Jenrich, Markus Aretz, Die Elf vom Niederrhein. 40 Jahre Borussia Mönchengladbach in der Bundesliga, Die Werkstatt, 2005, ISBN 3-89533-503-7.
  • (DE) Holger Jenrich, Das Borussia Mönchengladbach Lexikon, Die Werkstatt, 2007, ISBN 3-89533-585-1.
  • (DE) Ultich Merk, André Schulin, Maik Großmann, Mein Verein - Borussia Mönchengladbach, Agon, 2007, ISBN 3-89784-293-9.
  • (DE) Hans Günter Martin, Borussia Mönchengladbach : e. Fussballklub stürmt an d. Spitze, Düsseldorf, Droste, 1976, ISBN 3-7700-0422-1.
  • (DE) Holger Jenrich, Borussia Mönchengladbach : Tore, Tränen & Triumphe, Göttingen, Verlag Die Werkstatt, 1995, ISBN 3-89533-124-4.
  • (DE) Carl A. Kohlhaas, 75 Jahre Borussia Mönchengladbach : d. Weg e. europ. Spitzenmannschaft, Deutscher Meister 1970, 1971, 1975, Deutscher Pokalsieger 1960, 1973, UEFA-Pokalsieger 1975, Breckenheim, Dasbach, 1975.

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