Pecorino del pastore

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Pecorino del pastore
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
Zona di produzioneProvincie di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Bologna
Dettagli
Categoriaformaggio
RiconoscimentoP.A.T.
SettoreFormaggi

Il pecorino del pastore è un formaggio a pasta semidura prodotto esclusivamente con latte di pecora e caglio naturale. È tipico dell'Emilia-Romagna, in particolare della fascia collinare e montana delle province di Forli-Cesena, Ravenna, Rimini e Bologna[1], dove è inserito nell'elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T.).

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Per la produzione si utilizza latte intero di ovino crudo (con l’eventuale aggiunta di fermenti lattici selezionati) o pastorizzato, a cui si aggiunge caglio di vitello liquido o in polvere[2].

A seconda del tipo di lavorazione, la cagliata viene rotta fino a raggiungere dimensioni che possono variare dal chicco di riso alla nocciola. Il prodotto della cagliata viene poi versato in appositi contenitori di forma circolare, per ottenere delle formaggette da 1,5 kg circa.

Si procede quindi alla salatura a secco, a cui segue la stagionatura in ambienti appositi per un periodo che può variare dai 15 giorni ai 4-8 mesi.

Il formaggio ottenuto è caratterizzato da una pasta di colore giallo paglierino, compatta e resistente al taglio, mentre la superficie esterna è protetta con olio di oliva o con conserve di pomodoro. Ha un sapore fragrante, più dolce rispetto agli altri pecorini[3][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel I secolo d.C. scritti di Plinio il Vecchio citano il formaggio pecorino “sarsinate”, ossia proveniente dalla zona di Sarsina[4]. Dopo una forte riduzione dell'attività pastorizia in Romagna, la produzione ha avuto nuovo vigore a partire dagli anni Cinquanta del Novecento in seguito all’insediamento di allevatori di origine sarda[5].

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

Il pecorino è stato un formaggio assai diffuso nella cucina romagnola. Diversi piatti tipici, in cui oggi si usa mettere il parmigiano, originariamente prevedevano l'uso del pecorino a lunga stagionatura[3].

Il pecorino semi-fresco, invece, si usa come formaggio da tavola, accompagnato alle pere e in genere abbinato a vini rossi corposi e maturi come il Sangiovese. [6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, ventitreesima edizione-Allegato C (PDF), su agricoltura.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 2 agosto 2023.
  2. ^ a b Onaf, su www.onaf.it. URL consultato il 21 agosto 2023.
  3. ^ a b Pecorino del pastore, su Agricoltura, caccia e pesca. URL consultato il 21 agosto 2023.
  4. ^ Pecorino o Caciotta romagnola, su www.stradavinisaporifc.it. URL consultato il 21 agosto 2023.
  5. ^ Pecorino del pastore – TOP FOOD ITALY®, su topfooditaly.net. URL consultato il 21 agosto 2023.
  6. ^ Elisa Cardelli, Il Pecorino del Pastore, su Il Romagnolo, 2 marzo 2023. URL consultato il 21 agosto 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]