Castello d'Agogna

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Castello d'Agogna
comune
Castello d'Agogna – Stemma
Castello d'Agogna – Bandiera
Castello d'Agogna – Veduta
Castello d'Agogna – Veduta
Veduta del castello
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Pavia
Amministrazione
SindacoWilliam Grivel (lista civica) dal 10-6-2018
Territorio
Coordinate45°14′N 8°41′E / 45.233333°N 8.683333°E45.233333; 8.683333 (Castello d'Agogna)
Altitudine106 m s.l.m.
Superficie10,74 km²
Abitanti1 054[1] (31-12-2021)
Densità98,14 ab./km²
Comuni confinantiCeretto Lomellina, Mortara, Olevano di Lomellina, Sant'Angelo Lomellina, Zeme
Altre informazioni
Cod. postale27030
Prefisso0384
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT018039
Cod. catastaleC184
TargaPV
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 641 GG[3]
Nome abitanticastellanesi
Patronosanta Maria Bambina
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Castello d'Agogna
Castello d'Agogna
Castello d'Agogna – Mappa
Castello d'Agogna – Mappa
Posizione del comune di Castello d'Agogna nella provincia di Pavia
Sito istituzionale

Castello d'Agogna (Casté dla Gogna in dialetto lomellino) è un comune italiano di 1 054 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova nella Lomellina settentrionale, a breve distanza da Mortara, alla sinistra del fiume Agogna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Castello d'Agogna appartenne nel medioevo all'abbazia di Santa Croce di Mortara; nel 1387 venne infeudato ad Antonio Porro, conte di Pollenzo e signore di Robbio, ma ritornò probabilmente poco dopo allo Stato e forse non fu più infeudato, se non nel XVIII secolo, quando i Tarsis ebbero il titolo di Conti di Castel d'Agogna.

Nel 1713 passò con tutta la Lomellina sotto i Savoia, e nel 1859 entrò a far parte della provincia di Pavia.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del Comune di Castello d'Agogna è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 23 luglio 2004.[4]

«D'azzurro, al castello di rosso, mattonato di nero, le due torri merlate di quattro alla ghibellina, finestrate di nero, il fastigio privo di merli; esso castello chiuso di nero e fondato sulla campagna di verde, caricata della fascia ondata di azzurro, fluttuosa d'argento, accompagnato in capo dalle nove spighe di grano d'oro, impugnate, legate di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il castello e la fascia ondata — che simboleggia il torrente Agogna — evocano il nome del paese; le spighe rappresentano la tradizione agricola.

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello Isimbardi, si tratta di un antico fortino del XII secolo, il castello diventa residenza signorile in età rinascimentale dando origine al centro abitato.[5] Tracce di un ponte levatoio e di finestre centinate si riscontrano nella facciata della torre che ospita l'ingresso sud-orientale del castello.[6] Il castello si compone di quattro edifici disposti in modo tale da delimitare un cortile quadrato,[6] con una torre d'angolo situata nella porzione ovest del complesso[6].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La Stazione di Castel d'Agogna, inaugurata nel 1872, era posta lungo la ferrovia Castagnole-Asti-Mortara e fu soppressa nel 2003.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Emblema del Comune di Castello D'Agogna, su Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2004. URL consultato il 31 gennaio 2021.
  5. ^ Castello Isimbardi, su fondoambiente.it.
  6. ^ a b c Contino, Castello di Castello d'Agogna.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Angelo Contino, Castelli in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1982.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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