Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945)

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Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945)
AutoreAA.VV., a cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli
1ª ed. originale1952
Generesaggio
Sottogenerestorico
Lingua originaleitaliano

Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945) è un libro che raccoglie le ultime lettere o messaggi di 112 partigiani e patrioti della Resistenza italiana, giustiziati da plotoni d'esecuzione oppure uccisi dopo esser stati torturati, e taluni che s'erano uccisi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'idea originaria del libro venne a Piero Malvezzi che, coadiuvato da Giovanni Pirelli, lo propose a vari editori, che rifiutarono la pubblicazione, in un momento del secondo Dopoguerra nel quale non si reputava interessante una certa memorialistica resistenziale. I due curatori erano entrambi ex alpini e partigiani. Finalmente, nel gennaio 1952 l'opera uscì da Einaudi, dopo due anni di ricerche documentarie per tutta l'Italia, con prefazione di Enzo Enriques Agnoletti.

La raccolta ebbe, inaspettatamente, subito un grande successo di pubblico e di critica. La terza edizione, già del giugno 1952, raccoglie le lettere di 132 caduti, presentandosi come un significativo ampliamento rispetto alla prima edizione, in quanto raccoglie ulteriori testimonianze di trenta caduti che non erano presenti nella prima edizione. La terza edizione contiene anche cinque tavole fuori testo, costituite da riproduzioni fotografiche di documenti come la lettera di Walter Fillak che è posta in apertura del libro.

Con perizia filologica, per ogni caduto sono indicate anche notizie essenziali della sua vita e delle circostanze della morte. Fanno eccezione i primi sei, indicati come "Ignoto", per i quali manca ogni cenno biografico.

Il criterio di selezione delle lettere è molto stretto nella sostanza, anche se sono stati inclusi alcuni casi ritenuti assimilabili dai curatori: ad esempio resistenti che, sottoposti a torture, si uccisero per evitare di confessare. Anche per quanto riguarda lo strumento espressivo, sono stati inclusi messaggi come quello inciso con un chiodo sulle pareti di una cella da Alberto Marchesi (fucilato alle Fosse Ardeatine), o il messaggio scritto da Gianfranco Mattei sul retro di un assegno circolare. Il messaggio di Umberto Fogagnolo, riportato nella copertina dell'edizione 2002, fu scritto sul retro della foto di un suo figlio. I criteri sono indicati in una "nota dei compilatori" che precede le testimonianze riportate.

Una testimonianza cinematografica dal medesimo titolo del libro, per la regia di Fausto Fornari, con la supervisione di Cesare Zavattini, uscì nel 1953, vincendo lo stesso anno il premio di migliore documentario alla Mostra del Cinema di Venezia.

Visto il successo del libro, Malvezzi e Pirelli pubblicarono due anni dopo la raccolta Lettere di condannati a morte della Resistenza europea.

Nel 2002 è stata pubblicata da Einaudi una nuova edizione, a cura di Gustavo Zagrebelsky, nella sontuosa collezione I Millenni.

Nel 2006 Einaudi ha proposto una raccolta-antologia di lettere e di brani di diario dei partigiani, intitolata Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945, estesa a tutto il periodo della loro partecipazione alla Resistenza e non limitata quindi agli scritti in punto di morte, a cura di Mario Avagliano. L'altra novità di questa raccolta, che s'ispira dichiaratamente al lavoro di Malvezzi e Pirelli, è che essa comprende testi non solo di partigiani ma anche di deportati politici, di internati militari, di militari del Corpo di Liberazione Italiano e di resistenti civili.

Persone citate[modifica | modifica wikitesto]

In ordine cronologico di data di morte:

1943[modifica | modifica wikitesto]

1944[modifica | modifica wikitesto]

Verona, lapide ad Andrea Luigi Paglieri, fucilato il 9-8-1944.

1945[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Omonimo del giocatore del Milan Giuseppe Fiammenghi, che fu intervistato da chi ha realizzato il libro del centenario a Milano verso la metà degli anni '80.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Tuttora ristampata, la raccolta ha avuto 14 edizioni nei "Saggi" Einaudi, 4 negli "Struzzi", poi apparve nei "Tascabili", nei "Millenni" e ora è pubblicata negli "ET Saggi".

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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