Vittorio Tassi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Vittorio Tassi (Radicofani, 1º maggio 1903[1]Radicofani, 17 giugno 1944) è stato un carabiniere e partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Vittorio Tassi
NascitaRadicofani, 1º maggio 1903
MorteRadicofani, 17 giugno 1944
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataArma dei Carabinieri
GradoCarabiniere
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare alla memoria
voci di militari presenti su Wikipedia

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Prestava servizio nella stazione dei carabinieri di Chiaveretto (Arezzo). Per non aderire alla repubblica di Salò, dopo l'armistizio si diede alla macchia. Raggiunto il suo paese natale, Tassi organizzò un gruppo di partigiani e ne assunse il comando, compiendo numerose azioni contro i tedeschi.

Durante un massiccio rastrellamento, Tassi ordinò ai suoi partigiani di sganciarsi e rimase a Pian del Re, in Val d'Orcia, con altri cinque compagni di lotta, per ritardare l'avanzata del nemico. Catturato dai tedeschi, il carabiniere smentì che gli altri arrestati facessero parte della formazione partigiana. Fu solo parzialmente creduto e i tedeschi lo fucilarono con Renato Magi, un ragazzo di 19 anni, al quale, dopo la Liberazione, fu conferita la medaglia di bronzo alla memoria[2].

A Vittorio Tassi è stata intitolata, a Firenze, la caserma dei carabinieri ospitata nell'antico monastero di Santa Maria di Candeli.

A Vittorio Tassi è stato dedicato il 90º Corso Allievi Carabinieri tra i mesi di febbraio 1990 settembre 1990 ed il 136º Corso Allievi Carabinieri tra i mesi di dicembre 2016 e ottobre 2017.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una banda partigiana da lui stesso organizzata, compiva arditi colpi di mano contro l'oppressore. Arrestato assieme ad altri cinque partigiani e con essi destinato alla morte, in un supremo gesto di sublime altruismo smentiva, in qualità di capo banda, la loro appartenenza alla formazione e, dichiarandosi solo responsabile delle azioni compiute, dava eroicamente la sua vita per salvare quella dei compagni. Luminosa figura di elette virtù militari e di superba fratellanza umana spinta fino al supremo sacrificio.»
— Radicofani, 17 giugno 1944[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria, su carabinieri.it. URL consultato il 18 luglio 2014.
  2. ^ Un messaggio di Magi ai genitori e alla fidanzata è riprodotto nel volume Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana.
  3. ^ Dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 18 luglio 2014.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]