Battaglia di Bologna

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Battaglia di Bologna
parte dell'offensiva della primavera 1945 sul fronte italiano
Mappa polacca della battaglia
Data9 - 21 aprile 1945
LuogoBologna
EsitoVittoria alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
Bandiera della Polonia 234 morti e 1 228 feriti
Bandiera dell'Italia 84 morti, 159 feriti, 15 dispersi[1]
Sconosciute, ma pesanti
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La battaglia di Bologna fu combattuta a Bologna, in Italia, dal 9 al 21 aprile 1945 durante la seconda guerra mondiale, come parte dell'offensiva della primavera 1945 sul fronte italiano. Le forze alleate furono vittoriose, con il II Corpo polacco e le unità alleate di supporto che catturarono la città il 21 aprile.

Contesto bellico[modifica | modifica wikitesto]

Offensiva alleata di primavera: Italia 1945, 9 aprile - 2 maggio. Questa mappa mostra l'avanzata del II Corpo polacco su Bologna
Mappa dello sfondamento del IV e II Corpo degli Stati Uniti nella Pianura Padana, aprile 1945 (questa mappa mostra le operazioni nella regione di Bologna, 14-21 aprile 1945, ma non sembra mostrare alcuna operazione di truppe non statunitensi nella regione)

Nel marzo 1945 gli Alleati stavano preparando una nuova offensiva, Operazione Buckland, nell'Italia settentrionale.[2] La presa di Bologna, importante snodo di comunicazione nazionale, rientrava nell'ambito di tale offensiva. Le forze alleate incaricate di ciò erano composte dalla 5ª Armata statunitense (II Corpo, 6ª Divisione corazzata sudafricana[3]) e dalla 8ª Armata britannica (che per quella parte del teatro, era composta dal V Corpo e dal II Corpo polacco).[2] Le unità tedesche che difendevano l'area erano composte dalla 26ª Divisione Panzer del XIV. Panzerkorps, dalla 1. Fallschirmjäger-Division e dalla 4. Fallschirmjäger-Division del I Corpo paracadutisti.[2] Le difese tedesche in quella regione facevano parte del Gruppo d'armate C,[4][5] che difendeva la Linea Paula.[6]

Il morale delle forze polacche fu indebolito dall'esito della Conferenza di Jalta, conclusasi l'11 febbraio, in cui i britannici e gli statunitensi, senza consultarsi con i polacchi, avevano deciso di dare una parte importante dei territori polacchi del 1921-1939 all'Unione Sovietica.[7][8][9] Una delle tre divisioni polacche, la 5ª divisione di fanteria Kresowa, aveva preso il nome dalla regione di Kresy, che ora era stata assegnata ai sovietici nella sua interezza.[7] Quando il comandante polacco del II Corpo, il generale Władysław Anders, chiese il ritiro della sua unità dalla linea del fronte, Winston Churchill gli disse che "voi [i polacchi] non siete più necessari", ma i comandanti statunitensi e britannici di prima linea, i generali Richard McCreery, Mark Wayne Clark e il feldmaresciallo Harold Alexander, chiesero ad Anders che le unità polacche rimanessero nelle loro posizioni, poiché non avevano truppe per sostituirle. Anders alla fine decise di mantenere impegnate le unità polacche.[7][9]

Ordine di battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Alleati[modifica | modifica wikitesto]

5ª Armata degli Stati Uniti
II Corpo
6ª Divisione corazzata sudafricana
Forze aeree dell'esercito degli Stati Uniti
62ª Ala da caccia
1º squadrone di caccia brasiliano
8ª Armata britannica
V Corpo
II Corpo polacco

Maggior generale Zygmunt Bohusz-Szyszko (comandante ad interim)

Tedeschi[modifica | modifica wikitesto]

XIV. Panzerkorps
26. Panzer-Division
65ª Divisione di fanteria
I. Fallschirmkorps (comandante Richard Heidrich[10])
1. Fallschirmjäger-Division
4. Fallschirmjäger-Division

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Panzer VI Tiger I tedesco distrutto vicino al canale di Medicina nell'aprile 1945

L'offensiva su Bologna iniziò il 9 aprile alle 4:00 ora locale, con un importante bombardamento aereo e di artiglieria di 400 cannoni che sparavano sulle posizioni tedesche, seguito da un'avanzata delle forze di terra la sera stessa.[2][11] Il fuoco amico causò vittime: i bombardieri statunitensi quel giorno uccisero 38 soldati polacchi che avanzavano.[12][13] Le unità statunitensi e britanniche ingaggiarono i fianchi tedeschi, mentre le unità polacche irruppero in città.[2] Il 10 aprile le forze polacche respinsero i tedeschi dal fiume Senio.[2] Dal 12 al 14 aprile le forze polacche combatterono contro i tedeschi sul fiume Santerno e conquistarono Imola.[2] Dal 15 al 16 aprile i polacchi combatterono al fiume Sillaro e al canale di Medicina.[2] Il 17 aprile il comandante dell'VIII Armata ordinò alle forze polacche di proseguire la loro spinta verso Bologna da est. La città doveva essere inizialmente presa dalle truppe statunitensi della V Armata che avanzavano da sud.[2][14]

Le truppe alleate entrano a Bologna il 21 aprile 1945

Il 21 aprile la 3ª Brigata Fucilieri dei Carpazi della 3ª Divisione di Fanteria dei Carpazi polacca entrò in città, dove combattevano ancora solo unità tedesche isolate.[2] Un'altra fonte attribuisce l'ingresso alla 5ª Divisione Kresowa polacca.[12] Alle 6:15 i polacchi avevano messo in sicurezza la città, esponendo le bandiere polacche a Palazzo d'Accursio e alla torre degli Asinelli, la torre più alta della città.[14] La popolazione italiana locale accolse i polacchi come i loro liberatori.[2][14] Alle 8:00 arrivarono in città i carri armati statunitensi (sudafricani[15]) seguiti dai partigiani italiani della Brigata Maiella e dal Gruppo di Combattimento "Friuli" comandato dal generale Arturo Scattini dell'Esercito Cobelligerante Italiano.[14]

Partigiani sfilano su automezzi a Bologna il 21 aprile 1945
La Brigata Maiella entra tra le primissime truppe liberatrici a Bologna all'alba del 21 aprile 1945. Nella foto, indicato dalla freccia, Gilberto Malvestuto, comandante della Sezione Mitraglieri della Compagnia Pesante Mista

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Le truppe del II Corpo polacco entrano a Bologna. In macchina i generali Zygmunt Bohusz-Szyszko e Klemens Rudnicki (al volante)

La battaglia di Bologna fu l'ultima battaglia del II Corpo d'armata polacco, che fu portato fuori dal fronte il 22 aprile.[2][14] Le truppe statunitensi e britanniche completarono l'accerchiamento delle forze tedesche a nord del fiume Reno, l'8ª Divisione indiana attraversò il Po e le forze tedesche in Italia capitolarono il 29 aprile.[2][14] Il II Corpo polacco, comandato dal generale Zygmunt Bohusz-Szyszko, subì 234 morti e 1 228 feriti su 55 780 membri del personale di prima linea.[7][14]

Le divisioni tedesche furono lasciate allo sbando e, con l'avvicinarsi della fine della guerra, molte si divisero in piccoli gruppi per ritirarsi attraverso il Po e cercare di raggiungere i valichi in Germania. La 65ª Divisione di fanteria perse il suo comandante, il maggior generale Hellmuth Pfeifer, negli ultimi giorni di guerra mentre cercava di dirigersi a nord con i resti del quartier generale della divisione.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Friuli, su esercito.difesa.it. URL consultato il 18 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2022).
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Wawer, p. 9.
  3. ^ (EN) Terry Cave, The Battle Honours of the Second World War 1939-1945 and Korea 1950-1953: British and Colonial Regiments, Compiled from official records, Andrews UK Limited, 29 marzo 2012, p. 135, ISBN 978-1-78151-379-8.
  4. ^ (EN) John Gooch, Decisive Campaigns of the Second World War, London, Routledge, 12 novembre 2012, p. 157, ISBN 978-1-136-28881-4.
  5. ^ (EN) Francis Harry Hinsley e Edward Eastaway Thomas, British Intelligence in the Second World War, Cambridge University Press, 1988, pp. 705, ISBN 978-0-521-35196-6.
  6. ^ (EN) Christopher Chant, The Encyclopedia of Codenames of World War II, collana Routledge Revivals, Routledge, 18 ottobre 2013, p. 180, ISBN 978-1-134-64787-3.
  7. ^ a b c d Wawer, p. 8.
  8. ^ (EN) Steven J. Zaloga e Richard Hook, The Polish Army 1939–45, Oxford, Osprey Publishing, 1982, p. 20, ISBN 0-85045-417-4.
  9. ^ a b (EN) Anthony James Joes, Urban Guerrilla warfare, University Press of Kentucky, 2007, p. 37, ISBN 9780813124377.
  10. ^ (EN) Ivor Matanle, History of World War II, 1939-1945, Tiger Books International, 1994, ISBN 978-1-85501-603-3.
  11. ^ Testimonianza oculare di G.Z. Tabona, Royal Malta Artillery, 1999.
  12. ^ a b (EN) Kenneth K. Koskodan, No Greater Ally: The Untold Story of Poland's Forces in World War II[collegamento interrotto], Osprey Publishing, 2009, p. 135, ISBN 978-1-84603-365-0.
  13. ^ (EN) Halik Kochanski, The Eagle Unbowed: Poland and the Poles in the Second World War, Harvard University Press, 13 novembre 2012, p. 479, ISBN 978-0-674-06816-2.
  14. ^ a b c d e f g Wawer, p. 13.
  15. ^ (EN) R Spencer Kidd, Military Uniforms in Europe 1900 - 2000, vol. 2, Lulu.com, 1º ottobre 2013, p. 7, ISBN 978-1-291-18746-5.
  16. ^ (DE) Wilhelm Velten, Vom Kugelbaum zur Hangranate: Die Gesichte der 65. Infanterie Division, Kurt Vowinckel Verlag, 1974.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Władysław Anders, Memorie 1939-1946. La storia del II Corpo polacco, Imola, Bacchilega, 2015 [1948], ISBN 978-88-6942-008-5.
  • (PL) Zbigniew Wawer, Zdobycie Bolonii [Cattura di Bologna], in Chwała Oręża Polskiego, vol. 32, n. 53, Rzeczpospolita, 3 marzo 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]