Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova

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Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova
Archidioecesis Rheginensis-Bovensis
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaCalabria
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Locri-Gerace, Oppido Mamertina-Palmi, Mileto-Nicotera-Tropea
 
Arcivescovo metropolitaFortunato Morrone
Vicario generalePasqualino Catanese
Arcivescovi emeritiVittorio Luigi Mondello,
Giuseppe Fiorini Morosini, O.M.
Presbiteri149, di cui 113 secolari e 36 regolari
1.845 battezzati per presbitero
Religiosi44 uomini, 322 donne
Diaconi49 permanenti
 
Abitanti279.000
Battezzati275.000 (98,6% del totale)
StatoItalia
Superficie1.004 km²
Parrocchie119 (11 vicariati)
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleMaria Santissima Assunta in cielo
ConcattedraleMadonna della Presentazione
Santi patroniPaolo apostolo
Stefano di Nicea
Leo
IndirizzoVia Tommaso Campanella, 63
89127 Reggio Calabria
Sito webwww.reggiobova.it
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La moderna basilica minore di Santa Maria Madre della Consolazione all'Eremo, patrona della città di Reggio Calabria.
La Cattolica dei Greci di Reggio Calabria.
(GRC)

«ΠΕΡΙΕΛΘΟΝΤΕΣ ΚΑΤΗΝΤΗΣΑΜΕΝ ΕΙΣ ΡΕΓΙΟΝ»

(IT)

«Costeggiando, raggiungemmo Reggio»

L'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova (in latino Archidioecesis Rheginensis-Bovensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2022 contava 275.000 battezzati su 279.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo Fortunato Morrone.

Santi patroni[modifica | modifica wikitesto]

I santi patroni dell'arcidiocesi sono:

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende 25 comuni della città metropolitana di Reggio Calabria: Bagaladi, Bagnara Calabra, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Calanna, Campo Calabro, Cardeto, Condofuri, Fiumara, Laganadi, Melito di Porto Salvo, Montebello Ionico, Motta San Giovanni, Palizzi, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo, San Roberto, Sant'Alessio in Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Scilla, Staiti, Villa San Giovanni.

Sede arcivescovile è la città di Reggio, dove si trova la cattedrale di Maria Santissima Assunta in cielo, il più grande edificio religioso della Calabria. A Bova si trova la concattedrale della Madonna della Presentazione. A Reggio sorge anche la basilica minore di Santa Maria Madre della Consolazione all'Eremo.

Parrocchie e vicariati[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova.

Il territorio si estende su 1.004 km² ed è suddiviso in 120 parrocchie, raggruppate in 11 vicariati: Reggio centro, Reggio sud, Reggio nord, Bagnara-Scilla, Bova, Gallico-Catona, Melito Porto Salvo, Pellaro, Sant'Agata, Valanidi, Villa San Giovanni.

Provincia ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

La provincia ecclesiastica di Reggio Calabria-Bova comprende tre suffraganee:

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Arcidiocesi di Reggio Calabria[modifica | modifica wikitesto]

Epoca antica e bizantina[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi di Reggio affonda le sue radici nella predicazione dell'apostolo Paolo nell'anno 61. Secondo il racconto degli Atti degli Apostoli (28,13[1]), nel suo viaggio verso Roma, Paolo, dopo essere salpato da Siracusa, approdò a Reggio ove passò la notte per ripartire il giorno dopo. Secondo la tradizione, Paolo ebbe il tempo di predicare il vangelo e convertire molti alla nuova fede: alla nascente comunità lasciò come primo vescovo uno dei suoi compagni di viaggio, Stefano di Nicea, insieme a Suera. La liturgia celebra questi avvenimenti il 21 maggio ed il 5 luglio.

Reggio divenne così il centro di diffusione del vangelo in tutta la Calabria, così come sottolineò papa Giovanni Paolo II nel discorso pronunciato il 7 ottobre 1984: «Nel toccare il suolo di questa città, provo una viva emozione al considerare che qui approdò, quasi duemila anni fa, Paolo di Tarso, e che qui l'apostolo delle genti accese la prima fiaccola della fede cristiana: da qui il cristianesimo ha iniziato il suo cammino in terra calabra, espandendosi in ogni direzione, sia verso la costa ionica sia verso la costa tirrenica».[2]

Primo vescovo documentato storicamente è Lucio, a cui seguì Bonifacio, destinatario di diverse lettere di Gregorio Magno. Da queste veniamo a sapere: che la diocesi di Carini in Sicilia, in stato di abbandono, fu data in amministrazione a Bonifacio (settembre 595);[3] che il patrimonio ecclesiastico della Chiesa di Roma in Calabria era gestito dal notaio Pietro (591-594) e dall'arcidiacono Sabino (599); che la sede di Reggio aveva una certa preminenza sulle altre chiese calabresi, senza tuttavia che fosse ancora menzionata come sede metropolitana.

A partire dal 536 la città fu occupata dai Bizantini e la comunità cristiana passò progressivamente dal rito latino al rito greco. Dalla prima metà dell'VIII secolo le diocesi bizantine dell'Italia meridionale furono sottratte al patriarcato di Roma ed inserite nel patriarcato di Costantinopoli.[4] È in questo contesto che Reggio fu elevata al rango dapprima di arcidiocesi e poi di sede metropolitana, come documentato dalle Notitiae Episcopatuum del patriarcato a partire dal IX secolo.

Secondo la Notitia redatta all'epoca dell'imperatore Leone VI (886-912) e databile all'inizio del X secolo (verso 901-902), da Reggio dipendevano le seguenti suffraganee: Vibona, Tauriana, Locri, Rossano, Squillace, Tropea, Amantea, Crotone, Cosenza, Nicotera, Bisignano e Nicastro.[5] Tuttavia, già sul finire del X secolo, con la fondazione della sede metropolitana di Salerno (di rito latino) le Provinciali romane e una bolla di papa Giovanni XV del 994 assegnano alla sede campana le diocesi di Bisignano e di Cosenza. Questo è un indizio del conflitto giurisdizionale fra i due patriarcati di Roma e di Costantinopoli, che vide lo scontro soprattutto nel nord della Calabria.

Il secondo millennio[modifica | modifica wikitesto]

Reggio Calabria, Chiesa di San Sebastiano Martire al Crocefisso.
Chiesa di Santa Lucia (Reggio Calabria).

Con la conquista normanna della regione (XI secolo), tutte le chiese ritornarono sotto la dipendenza della Chiesa di Roma. In questo contesto, nell'XI secolo Reggio cedette alcuni territori a vantaggio dell'erezione delle nuove diocesi normanne di Bova e di Oppido, divenute suffraganee di Reggio assieme a Cassano e a Martirano. Il passaggio dalla dominazione bizantina a quella normanna e dall'obbedienza costantinopolitana a quella romana non fu pacifica per Reggio; l'ultimo metropolita greco, Basilio, non riuscì a prendere possesso della sua sede ed iniziò una campagna di denigrazione del papa e dei nuovi conquistatori, amplificata dalla gravità delle relazioni tra i due patriarcati dopo lo scisma del 1054.[6]

Gregorio VII nel 1081 e Alessandro III nel 1165 riconobbero a Reggio i diritti di sede metropolitana della Calabria, con gli stessi antichi vescovadi suffraganei. I diritti metropolitici venivano anche riconosciuti all'arcidiocesi di Santa Severina fino all'anno 1952, quando la Santa Sede ne soppresse la giurisdizione trasferendo a Reggio, come unica sede metropolitana della Calabria, la diocesi suffraganea di Cariati. Negli stessi anni 1080 fu introdotto a Reggio il rito romano.

Al concilio di Trento prese parte, tra gli altri, l'arcivescovo Gaspare Ricciulli Del Fosso (1560-1592), che tenne il discorso di apertura alla terza sessione conciliare. Ritornato in sede si applicò per l'attuazione dei decreti di riforma approvati a Trento, attraverso la fondazione del seminario nel 1565, una serie di sinodi diocesani e provinciali, l'istituzione dei monti di pietà. Il successore Annibale D'Afflitto (1593-1638) continuò l'opera di Del Fosso: compì ben otto visite pastorali della diocesi e celebrò diciassette sinodi diocesani e uno provinciale: «La sua opera pastorale fu paragonata a quella di san Carlo Borromeo per l'arcidiocesi di Milano. Le sue virtù umane e cristiane furono esemplari, tanto da indurre i contemporanei ad avviare un processo per la sua canonizzazione, mai giunta in porto».[7]

Nel 1730 e nel 1751 l'arcivescovo Domingo Polou celebrò il primo e il secondo sinodo diocesano per la Chiesa reggina.[8][9]

La riforma delle circoscrizioni ecclesiastiche del Regno delle Due Sicilie attuata il 27 giugno 1818 con la bolla De utiliori di papa Pio VII non apportò sostanziali modifiche alla provincia ecclesiastica di Reggio. Furono confermate le suffraganee di Bova, Catanzaro, Crotone, Gerace, Nicastro, Oppido, Squillace, Cassano, Nicotera e Tropea (unite aeque principaliter).

Nel Novecento l'arcivescovo Enrico Montalbetti fondò nel 1933 il "Pontificio Seminario Regionale Pio XI"; unico tra i vescovi italiani, morì sotto i bombardamenti degli Alleati sulla città il 31 gennaio 1943.

Il 10 giugno 1979 l'arcidiocesi acquisì la parrocchia di Ceramida (comune di Bagnara Calabra) dalla diocesi di Mileto.[10] L'anno successivo, il 20 gennaio, anche la parrocchia di Covala (comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte) passò dalla diocesi di Oppido Mamertina-Palmi a quella di Reggio.[11]

Il 6 marzo 1980, con il breve Cum Rheginensis Ecclesia di papa Giovanni Paolo II, san Paolo Apostolo è stato confermato patrono principale dell'arcidiocesi, mentre patrono secondario è stato confermato santo Stefano da Nicea.[12]

La chiesa cattedrale è dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo; la festa della dedicazione si celebra il 2 settembre. Con decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 26 agosto 1752 fu dichiarata patrona della città Maria Santissima Madre della Consolazione, che viene festeggiata il martedì dopo il secondo sabato di settembre; compatrono della città è san Giorgio Martire, celebrato il 23 aprile.

Diocesi di Bova[modifica | modifica wikitesto]

Monsignor Dalmazio D'Andrea, vescovo di Bova dal 1856 al 1871.

La diocesi di Bova appare per la prima volta nell'XI secolo[13] e fu sempre suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio Calabria come risulta dalla bolla Sicut in humanis di papa Alessandro III del 19 novembre 1165 e dalla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818.

Incerta è l'origine della diocesi, da far risalire probabilmente all'epoca bizantina. Infatti il primo vescovo di cui si ha notizia è Luca, che appare in un diploma del 1094. Di questo vescovo rimangono il testamento e alcune lettere, documenti pubblicati per la prima volta nel 1960, dai quali si evince che Luca fu, in un certo periodo, "amministratore della grande sede metropolitana di Reggio"[7] nel contesto della contesa che contrappose Basilio, ultimo metropolita greco di Reggio, e i Normanni. Questo porterebbe a pensare che già dagli anni settanta dell'XI secolo Luca occupasse la sede di Bova e che fosse un vescovo greco, al quale era stato dato l'incarico di occuparsi dei fedeli greci di tutto l'Aspromonte e di Reggio.[14]

Non sono noti altri vescovi di Bova fino alla prima metà del XIII secolo, quando appaiono i vescovi Stefano nel 1222 e Arsenio nel 1227. Ma è solo dalla metà del XIV secolo che la cronotassi episcopale si fa più continua e completa.

Malgrado l'arrivo dei Normanni e l'imporsi, un po' ovunque nella Calabria, del rito latino, il rito greco-bizantino rimase fino al XVI secolo e solo nel 1573 fu soppresso dal vescovo Giulio Stauriano. Tuttavia nelle zone interne e montagnose della diocesi, il rito greco rimase ancora per lungo tempo.

Nel territorio di Bova vi furono molti monasteri greci quali San Leone, San Pantaleone, Santa Maria di Tridetti, San Nicola di Africo e altri.

Nell'Ottocento la diocesi comprendeva i seguenti abitati: Bova, Amendolea[15], Condofuri, Gallicianò[16], Roghudi e Roccaforte nella parte occidentale; Africo[17], Palizzi, Pietrapennata[18], Staiti e Brancaleone nella parte orientale.[19]

Il 12 marzo 1941 Enrico Montalbetti, già arcivescovo di Reggio Calabria, fu nominato anche vescovo di Bova, unendo così in persona episcopi le due sedi.[20] Questa prima unione durò fino al 1960, ma fu poi ristabilita nel 1973 con il vescovo Giovanni Ferro.

Nel 1959 il territorio della parrocchia di Casalnuovo, contestualmente soppressa, fu scorporato dalla diocesi di Gerace-Locri ed annesso al territorio della parrocchia di Africo Vecchio, nella diocesi di Bova.[21] Però successivamente il comune di Africo fu tolto alla diocesi di Bova ed incorporato nella diocesi di Gerace-Locri.

Il patrono di Bova è san Leo monaco greco, nativo di Bova secondo alcuni o di Africo secondo altri. Le reliquie di san Leo si venerano a Bova nel santuario a lui dedicato. La chiesa concattedrale è dedicata a Santa Maria dell'Isodia.[22]

Al momento dell'unione con Reggio Calabria nel 1986, la diocesi di Bova comprendeva 17 parrocchie nei comuni di Bova (2), Bova Marina, Brancaleone (3), Condofuri (4), Palizzi (3), Roccaforte del Greco, Roghudi (2) e Staiti.[23]

Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, le due sedi di Reggio Calabria e di Bova, già unite in persona episcopi dal 1973, sono state unite con la formula plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale. Per effetto dello stesso decreto la cattedrale di Bova ha assunto il titolo di concattedrale e san Leo è divenuto compatrono della nuova circoscrizione diocesana.

Dal 5 al 12 giugno 1988 Reggio Calabria ospitò il XXI Congresso eucaristico nazionale italiano, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Salvatore Pappalardo.

Il 30 gennaio 2001 la Santa Sede ha provveduto al riordino delle province ecclesiastiche con la bolla Maiori Christifidelium di papa Giovanni Paolo II, con la quale all'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova sono state assegnate le odierne suffraganee.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Sede di Reggio di Calabria[24][modifica | modifica wikitesto]

Storia di Reggio Calabria
Stemma
Stemma
Storia di Reggio Calabria
Storia urbanistica di Reggio Calabria
Aschenez e gli Aschenazi
Anassila, tiranno dello Stretto
L'antica Giudecca cittadina
Culto nella polis
La Scuola Pitagorica di Reggio
Punta Calmizzi, Acroterio d'Italia
Via Popilia (Capua-Regium)
La Colonna Reggina
Il Poseidonio
La Torre di Giulia
Il Ducato di Calabria
La «Canzone d'Aspromonte»
Madonna della Consolazione
Giangurgolo, Maschera di Reggio
Gran Sigillo dell'Urbe Rhegina
Sindaci dal Medioevo ad oggi
Vescovi da San Paolo ad oggi
Terremoto del 1908
La «Grande Reggio»
I Fatti di Reggio del 1970

Sede di Bova[modifica | modifica wikitesto]

  • Luca I † (menzionato nel 1094)
  • Stefano † (menzionato nel 1222)
  • Arsenio † (menzionato nel 1227)[46]
  • Anonimo † (menzionato nel 1269)[46]
  • Anonimo † (menzionato nel 1274/1280)[46]
  • Cipriano † (prima del 1291 - dopo il 1298)[46]
  • Luca II † (menzionato nel 1305)
  • Biagio † (? - 1341 deceduto)
  • Nicola, O.S.B.I. † (6 maggio 1341 - 10 luglio 1342 nominato vescovo di Gerace)
  • Andrea † (10 luglio 1342 - ? deceduto)
  • Nicodemo, O.S.B.I. † (24 luglio 1346 - ? deceduto)
  • Basilio I † (1º aprile 1362 - 1364 deceduto)
  • Erasmo, O.S.B.I. † (17 aprile 1364 - ? deceduto)
  • Serafino, O.P. † (27 aprile 1365 - ?)[47]
  • Guglielmo (o Giuliano) † (5 dicembre 1375 - ? deceduto)
    • Giovanni Mela † (7 maggio 1384 - ?) (antivescovo)
  • Basilio II † (circa 1384 - ?)
  • Stefano † (? - 1405 deceduto)
  • Gualtiero, O.E.S.A. † (13 aprile 1405 - dopo il 1414)[48]
    • Pietro I † (24 febbraio 1410 - ? deceduto) (vescovo eletto)
    • Giovanni Dominici † (21 aprile 1412 - 10 giugno 1419) (amministratore apostolico)
  • Pietro II ? † (circa 1420)
  • Matteo della Scaglia, O.E.S.A. † (12 aprile 1424 - ?)
  • Filippo Costulfaria † (27 luglio 1425 - 1435 deceduto)
  • Agostino Carapelle, O.E.S.A. † (14 febbraio 1435 - 22 agosto 1435 deceduto)
  • Sanzio † (23 settembre 1435 - 22 settembre 1441 nominato vescovo titolare di Sebaste)
  • Jacobello, O.F.M. † (22 settembre 1441 - 1483 deceduto)
  • Procolo Curiale † (7 novembre 1483 - 1523 dimesso)
  • Donato Curiale † (13 aprile 1524 - 1549 dimesso)
  • Achille Brancia † (21 agosto 1549 - 23 agosto 1570 dimesso)
  • Giulio Staurieno, O.F.M. † (19 marzo 1571 - 1577 deceduto)
  • Giulio, O.P. ? † (2 ottobre 1577 - 9 ottobre 1577 deceduto)
  • Marcello Franci † (9 ottobre 1577 - ? deceduto)
  • Bartolomeo (o Tolomeo) Corsini † (25 febbraio 1587 - 1590 o 1592 deceduto)
  • Giovanni Camerota † (23 settembre 1592 - 1622 deceduto)
  • Nicola Maria Madaffari † (2 maggio 1622 - 1627 deceduto)
  • Fabio Olivadisi † (20 settembre 1627 - 16 luglio 1646 nominato vescovo di Catanzaro)
  • Martino Megale † (10 settembre 1646 - luglio 1656 deceduto)
  • Bernardino d'Aragona † (19 febbraio 1657 - 12 luglio 1669 deceduto)
  • Marcantonio Contestabili † (9 settembre 1669 - 19 luglio 1699 deceduto)
  • Francesco Antonio Gaudiosi † (5 ottobre 1699 - febbraio 1714 deceduto)
    • Sede vacante (1714-1718)
  • Paolo Stabile, O.M. † (8 giugno 1718 - novembre 1729 deceduto)
  • Giuseppe Barone † (23 dicembre 1729 - 5 marzo 1731 nominato vescovo dei Marsi)
  • Tommaso Giosafat Molina † (9 aprile 1731 - 30 maggio 1735 deceduto)
  • Domenico de Marzano † (27 luglio 1735 - 24 giugno 1752 deceduto)
  • Stefano Morabito † (27 novembre 1752 - 7 maggio 1764 dimesso)
  • Antonio Spedalieri † (20 agosto 1764 - 3 aprile 1791 deceduto)
  • Giuseppe Martini † (26 marzo 1792 - 15 febbraio 1802 deceduto)
    • Sede vacante (1802-1819)
  • Nicola Maria Laudisio, C.SS.R. † (4 giugno 1819 - 3 maggio 1824 nominato vescovo di Policastro)
  • Giovanni Corcione † (3 maggio 1824 - 18 dicembre 1830 deceduto)
  • Giuseppe Maria Giove, O.F.M. † (2 luglio 1832 - 19 dicembre 1834 nominato vescovo di Gallipoli)
Giuseppe Maria Giove

Sede di Reggio Calabria-Bova[modifica | modifica wikitesto]

Prelati oriundi dell'arcidiocesi[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 279.000 persone contava 275.000 battezzati, corrispondenti al 98,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
arcidiocesi di Reggio Calabria
1949 211.900 212.476 99,7 201 167 34 1.054 52 365 100
1969 230.471 231.218 99,7 210 151 59 1.097 69 550 103
1980 245.000 247.000 99,2 201 146 55 1.218 59 547 116
diocesi di Bova
1949 26.856 26.948 99,7 22 20 2 1.220 3 34 17
1959 30.100 30.450 99,9 25 19 6 1.204 8 33 18
1970 25.100 25.174 99,7 17 14 3 1.476 3 46 19
1980 21.500 21.702 99,1 16 8 8 1.343 9 27 19
arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova
1990 263.000 269.050 97,8 180 126 54 1.461 1 57 625 135
1999 270.420 278.820 97,0 175 118 57 1.545 18 66 601 136
2000 270.420 288.501 93,7 164 107 57 1.648 17 66 601 136
2001 270.420 288.501 93,7 164 107 57 1.648 27 66 601 136
2002 270.420 288.501 93,7 175 118 57 1.545 27 73 601 136
2003 270.420 288.500 93,7 174 117 57 1.554 28 75 598 136
2004 277.219 279.418 99,2 169 106 63 1.640 27 78 601 121
2010 278.500 282.240 98,7 182 118 64 1.530 37 70 324 119
2014 279.260 283.720 98,4 172 119 53 1.623 40 61 324 119
2017 281.200 285.600 98,5 157 106 51 1.791 44 55 322 119
2020 278.315 282.760 98,4 149 112 37 1.867 49 45 322 120
2022 275.000 279.000 98,6 149 113 36 1.845 49 44 322 120

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atti degli Apostoli 28,13, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Dal discorso di papa Giovanni Paolo II alla cittadinanza di Reggio Calabria, 7 ottobre 1984.
  3. ^ a b DBI.
  4. ^ Potere e monachesimo, p. 12
  5. ^ Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, Notitia 7, p. 283, nnº 536-548.
  6. ^ Ruggero il Gran Conte e l'inizio dello Stato normanno, Atti delle seconde giornate normanno-sveve 1975, Ed. Dedalo, Bari 1991, p. 56-57. Pietro De Leo (a cura di), San Bruno di Colonia: un eremita tra Oriente e Occidente, 2004, pp. 33-34.
  7. ^ a b Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  8. ^ (LA) Prima synodus dioecesana, Neapoli, 1730
  9. ^ (LA) Secunda synodus dioecesana, Neapoli, 1755
  10. ^ Decreto Quo aptius, AAS 71 (1979), pp. 1360-1361.
  11. ^ Decreto Concrediti gregis, AAS 72 (1980), pp. 95-96.
  12. ^ Breve Cum Rheginensis Ecclesia, AAS 72 (1980), p. 264.
  13. ^ Alcuni autori hanno attribuito a Bova un vescovo Luminosus, che avrebbe partecipato al sinodo romano del 649; in realtà, questo prelato non fu vescovo di Bova (Bovensis), ma di Bologna (Bonensis episcopus). Cfr. Lanzoni, p. 344; Gams, p. 675; Kehr, X, p. 50.
  14. ^ Kehr, Italia pontificia, X, p. 50. P. Joannou, La personalità storica di Luca di Bova attraverso i suoi scritti inediti, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania, XXIX, 1960, pp. 175 e seguenti. Dal testamento si evincerebbe che Luca fu vescovo di Bova per 45 anni.
  15. ^ Comune autonomo fino al 1811.
  16. ^ Oggi nel comune di Condofuri.
  17. ^ Inteso come Africo Vecchio, eccetto la frazione di Casalnuovo, che apparteneva alla diocesi di Gerace.
  18. ^ Oggi nel comune di Palizzi.
  19. ^ Autelitano, in Vincenzio D'Avino, Cenni storici…, p. 79.
  20. ^ AAS 33 (1941), p. 123.
  21. ^ Decreto De mutatione finium dioecesium, AAS 52 (1960), pp. 408–409.
  22. ^ La cattedrale della Madonna dell'Isodia Archiviato il 7 settembre 2013 in Internet Archive. nel sito del comune di Bova.
  23. ^ Gazzetta ufficiale, Serie generale, Anno 127, nº 261, decreto del 25 ottobre 1986, art. 1, pp. 24-25.
  24. ^ Reggio sino al 1860
  25. ^ Secondo Taccone-Gallucci (Regesti dei Romani Pontefici…, p. 399), Cirillo «si congettura essere stato il primo Metropolitano, succedendo ad un vescovo Cristoforo».
  26. ^ a b c d e f g h i Vescovo menzionato nella sua cronotassi da: Francesco Russo, Storia dell'arcidiocesi di Reggio Calabria, vol. III, Napoli, 1965, pp. 100 e seguenti.
  27. ^ Gli atti dei concili di Costantinopoli dell'869-70 e dell'879-80 riportano due nomi diversi, Leonzio e Leone. Ughelli e Spanò Bolani distinguono i due prelati, mentre per Kehr (Italia pontificia, X, p. 16) si tratta dello stesso vescovo: Leontius sive Leo. Leone ricevette una lettera dal patriarca Fozio, scritta attorno all'886. Jean-Marie Martin, Léon, archevêque de Calabre, l'Église de Reggio et la lettre de Photius, in « Eupsychia. Mélanges offerts à Hélène Ahrweiler », vol. II, Parigi 1998, pp. 481-491.
  28. ^ Vescovo riportato da Ughelli nella sua cronotassi (Italia sacra, IX, col. 324) negli anni 902-916. Secondo Spanò Bolani questo Eusebio non è altro che il vescovo documentato nel 982. Dopo Eusebio, Ughelli e Cappelletti menzionano i vescovi Stefano e Galato, esclusi invece da altri autori (Spanò Bolani e Gams).
  29. ^ Questo vescovo è menzionato da Taccone-Gallucci (Regesti dei Romani Pontefici…, p. 399) all'anno 1037; questa datazione non concorda con quella del metropolita successivo, documentato nei sinodi patriarcali del 1032 e del 1039 (Kehr, Italia pontificia, X, p. 16).
  30. ^ Ultimo arcivescovo greco, non riuscì a prendere possesso della sede reggina per l'opposizione dei Normanni e per il suo rifiuto di riconoscere, nel concilio di Melfi del 1089, l'autorità del papa. Kehr, Italia pontificia, X, p. 20.
  31. ^ Primo arcivescovo latino di Reggio. Alcuni autori pongono Arnolfo come primo metropolita imposto dai Normanni, tra cui F. Russo e Gams, che lo chiama però Rodolfo. Ughelli e Cappelletti inseriscono Arnolfo tra Guglielmo e Rangerio. Taccone-Gallucci e Kehr ignorano invece questo prelato; secondo Kehr, Arnolfo non è altri che l'omonimo vescovo di Cosenza, vissuto in questo stesso periodo (Italia pontificia, X, p. 20).
  32. ^ Nominato arcivescovo di Reggio tra aprile 1090 e marzo 1091. Kehr, Italia pontificia, X, p. 22, n. 16.
  33. ^ La maggior parte degli autori identificano Rangerio con Ruggero. Kehr (Italia pontificia, X, p. 23) documenta invece come i due vescovi, nei diplomi coevi, hanno nomi distinti; Ruggero è molto probabilmente lo stesso vescovo, il cui nome è ignoto, menzionato in documenti del 1112 e del 1116. Anche Leone Mattei Cerasoli, Di alcuni vescovi poco noti, 2, in Archivio storico per le province napoletane, 44 (nuova serie 4), 1919, p. 327.
  34. ^ Al concilio Lateranense del 1112 prese parte un H. Rheginensis (Mansi, XXI, col. 51), che alcuni autori (Russo) chiamato Henricus (Enrico). Secondo Kehr, a causa delle diverse varianti presenti negli atti del concilio, si tratterebbe invece del vescovo Ruggero.
  35. ^ Secondo Kehr (Italia pontificia, X, p. 23) il vescovo Rodolfo è da eliminare, in quanto appare unicamente in un privilegio spurio di papa Callisto II del 1121.
  36. ^ Tra Rangerio e Berardo, Taccone-Gallucci (Regesti dei Romani Pontefici…, p. 400) pone altri due vescovi, Stefano e Giovanni, non documentati dagli altri autori.
  37. ^ Kehr, Italia pontificia, X, p. 23, nº 20.
  38. ^ a b c d e f g h Kamp, Kirche und Monarchie…, vol 2, pp. 916-936.
  39. ^ Tra Tommaso e Guglielmo, Francesco Russo (Storia dell'arcidiocesi di Reggio Calabria, vol. I, p. 273; e vol. III, p. 100) pone il vescovo Giraldo Ieromonaco la cui cronologia (1182-1194) è incompatibile con quelle dei vescovi Tommaso e Guglielmo. Secondo Kehr (Italia pontificia, X, p. 24) questo prelato è da identificare con l'omonimo vescovo documentato nel 1215 e nel 1216.
  40. ^ La sede reggina era vacante il 5 settembre 1217 (Kamp, Kirche und Monarchie…, vol. 2, p. 926).
  41. ^ La diocesi risulta essere vacante da marzo 1239 ad aprile 1240 (Kamp, Kirche und Monarchie…, vol. 2, p. 931).
  42. ^ Papa Niccolò III annullò l'elezione fatta dal capitolo nel 1277 del nipote di Giacomo, Roberto di Castiglione.
  43. ^ Sacello di Mons. Gaspare Ricciulli Del Fosso, su cattedralereggiocalabria.it.
  44. ^ Biografia di Francesco Saverio Basile in: Michele Chiodo, L'Accademia cosentina e la sua biblioteca. Società e cultura in Calabria 1870-1998, Cosenza, 2002, p. 41.
  45. ^ Il 16 marzo 1888 fu nominato arcivescovo titolare di Eraclea di Europa.
  46. ^ a b c d Kamp, Kirche und Monarchie…, vol 2, pp. 937-938.
  47. ^ Menzionato da Gams, ma assente in Eubel.
  48. ^ Secondo Eubel, potrebbe essere ritornato sulla sede di Croia prima del 1410; mentre per Gams a Gualtiero succede Pietro II nel 1420 circa.
  49. ^ Il 20 marzo 1877 fu nominato vescovo titolare di Auzia.
  50. ^ Nominato vescovo titolare di Farsalo nel 1963.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Per la sede di Reggio Calabria[modifica | modifica wikitesto]

Per la sede di Bova[modifica | modifica wikitesto]

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