Nicola Maria Laudisio

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Nicola Maria Laudisio, C.SS.R.
vescovo della Chiesa cattolica
Vescovo Laudisio Nicola Maria, tratto dal vol. 2 del manoscritto Cronache manoscritte di P. Salvatore Schiavone
 
Incarichi ricoperti
 
Nato22 marzo 1779[1] a Sarno
Ordinato presbitero4 giugno 1803
Nominato vescovo4 giugno 1819 da papa Pio VII
Consacrato vescovo6 giugno 1819 dal cardinale Michele Di Pietro
Deceduto6 gennaio 1862 (82 anni) a Policastro Bussentino
 

Nicola Maria Laudisio (Sarno, 22 marzo 1779[1]Policastro Bussentino, 6 gennaio 1862) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Sarno, in provincia di Salerno, nel 1779. Il 7 febbraio 1801 si legò alla Congregazione del Santissimo Redentore, diventandone sacerdote nel 1803. Nel 1819 divenne vescovo di Bova.[2]

Successivamente venne trasferito alla sede episcopale di Policastro, più vicina al suo paese di nascita, Sarno, dove per sua volontà fece costruire una chiesa dedicata a Sant'Alfonso Maria de' Liguori, che conobbe ancora giovane e dove ora giace dopo la morte avvenuta il 6[3] gennaio 1862 all'età di 82 anni.[4]

Il 4 settembre 1843 entrò in contatto con i superiori redentoristi per eseguire l'apertura di un convento della Congregazione redentorista a Lauria ma non ci riuscì, come riportato da padre Salvatore Schiavone, archivista della congregazione, nelle sue Cronache Manoscritte:[4]

«Circa la Casa in Lauria Inferiore la storia è la seguente, come me l'ha scritta la Segretaria Suor Gabriella Figlia della Carità in detta Casa: «La principessa Porsia di Sanseverino fece costruire due Conventi consimili nel 1400, uno a Ravello, l'altro a Lauria Inferiore, sito in Piazza Sanseverino. Vi furono collocati i Minori Osservanti (1400). I Francesi, capitanati da Massena e comandati dal Generale Championnet per andare a sconfiggere i Napoletani sollevati, dovettero passare per Lauria; ma prima si accamparono a parecchi chilometri, lontano dalla città per domandare semplicemente il transito, che fu loro negato non solamente, ma crudelmente impedito. I Francesi indispettiti misero la città a ferro e fuoco. Il primo ad essere incendiato fu il sopra nominato Convento che trovasi all'entrata del paese. Il Vescovo di Policastro, Mons. Ludovico, Ludovico Ludovici, O.F.M. vescovo dal 1797 al 1819] voleva che vi fosse mantenuto l'Ordine dei Minori, ma questi, rifugiatisi nel Convento di Rivello, poco s'interessarono. Il Convento mezzo distrutto rimase disabitato. Il successore di Ludovico, Mons. Nicola Laudisio C. SS. R. col suo proprio danaro comprò il Convento, caduto in potere dei privati Ielardi, Gerardi e Reale, e, riattato alquanto il locale, in sulle prime voleva collocare le Monache Redentoriste di Vibonati, perché il loro Monastero era stato diroccato dal terremoto del 1857, ma questo desiderio andò fallito. Allora Mons. Laudisio pensò bene di collocarvi i suoi Confratelli e ne vennero due fratelli germani Padri Giordano e un Laico. I detti Padri non erano ancora installati, e mentre il Vescovo ne faceva le pratiche scoppiò la Rivoluzione (1860). I Padri dovettero andar via. In quel frattempo morì Mons. Laudisio senza lasciare testamento e il Convento restò proprietà dei nipoti Laudisio. Il Convento che stava in pericolo di essere ridotto ad Albergo, Osteria e peggio, fu comprato dal Comm. Gaetano Viceconte dagli eredi Laudisio nel 1881, e vi installò le "Figlie della Carità" per aprire un convitto che tuttora esiste col nome: "Convitto Immacolata Concezione".»

Fu postulatore nella definizione del dogma dell'Immacolata Concezione a Roma nel 1854.[4] Fu barone dei reali ordini di Francesco I e consigliere del re e pari del Regno.[4]

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore del Reale ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Giorno di nascita incerto.
  2. ^ Sant'Alfonso e dintorni » Blog Archiv » Laudisio Nicola redentorista, su santalfonsoedintorni.it. URL consultato il 25 gennaio 2019.
  3. ^ Giorno incerto; in alcuni documenti viene riportato l'8 gennaio.
  4. ^ a b c d Teggiano-Policastro e i Redentoristi, su santalfonsoedintorni.it. URL consultato il 25 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2017).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Bova Successore
Giuseppe Martini 4 giugno 1819 - 3 maggio 1824 Giovanni Corcione
Predecessore Vescovo di Policastro Successore
Gaetano Barbaroli 3 maggio 1824 - 6 gennaio 1862 Giuseppe Cione
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