Salvatore Pappalardo (cardinale)

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«Mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici [...] e questa volta non è Sagunto, ma Palermo. Povera la nostra Palermo![1]»

Salvatore Pappalardo
cardinale di Santa Romana Chiesa
Semper inhaerere mandatis
 
Incarichi ricoperti
 
Nato23 settembre 1918 a Villafranca Sicula
Ordinato presbitero12 aprile 1941 dall'arcivescovo Luigi Traglia (poi cardinale)
Nominato arcivescovo7 dicembre 1965 da papa Paolo VI
Consacrato arcivescovo16 gennaio 1966 dal cardinale Amleto Giovanni Cicognani
Creato cardinale5 marzo 1973 da papa Paolo VI
Deceduto10 dicembre 2006 (88 anni) a Palermo
 

Salvatore Pappalardo (Villafranca Sicula, 23 settembre 1918Palermo, 10 dicembre 2006) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Villafranca Sicula, in provincia e diocesi di Agrigento, il 23 settembre 1918, da Alfio, maresciallo e comandante della locale stazione dei carabinieri, e da Gaetana Coco, casalinga.[2][3]

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver compiuto gli studi liceali al Liceo classico statale Nicola Spedalieri di Catania, fu ammesso al Pontificio Seminario Romano Maggiore dove frequentò i corsi di studio in Teologia e successivamente la Pontificia accademia ecclesiastica a Roma, conseguendo la laurea in utroque iure.

Il 12 aprile 1941 fu ordinato presbitero per l'arcidiocesi di Catania, nella basilica di San Giovanni in Laterano, dall'arcivescovo Luigi Traglia, vicegerente della diocesi di Roma.[2]

Prestò in seguito servizio presso la Segreteria di Stato della Santa Sede svolgendo nel contempo l'attività di cappellano dell'Istituto De Merode dei Fratelli delle scuole cristiane a piazza di Spagna.

Ministero episcopale e cardinalato[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 dicembre 1965 papa Paolo VI lo nominò pro-nunzio apostolico in Indonesia e arcivescovo titolare di Mileto. Il 16 gennaio 1966 ricevette l'ordinazione episcopale, nella cappella del Pontificio Seminario Romano Maggiore, dal cardinale segretario di Stato della Santa Sede Amleto Giovanni Cicognani, co-consacranti l'arcivescovo di Catania Guido Luigi Bentivoglio e l'arcivescovo Antonio Samorè, segretario della Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari.

Il 7 maggio 1969 divenne presidente della Pontificia accademia ecclesiastica, succedendo così nell'incarico a Gino Paro, nominato delegato apostolico in Australia e Papua Nuova Guinea.

Arcivescovo di Palermo[modifica | modifica wikitesto]

Il 17 ottobre 1970 fu nominato arcivescovo metropolita di Palermo da papa Paolo VI; succedette al dimissionario cardinale Francesco Carpino. Il 6 dicembre seguente prese possesso dell'arcidiocesi.[4]

Nel concistoro del 5 marzo 1973 papa Paolo VI lo creò cardinale presbitero di Santa Maria Odigitria dei Siciliani. Al momento della sua creazione cardinalizia e fino alla nomina del cardinale Giovanni Benelli fu il porporato italiano più giovane.

Fu presidente della Conferenza episcopale siciliana e, dal 21 maggio 1981 al 12 maggio 1992, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Nel 1971 venne investito dal cardinale Eugène Tisserant, gran maestro dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, del titolo di cavaliere di gran croce e nominato gran priore della luogotenenza per l'Italia Sicilia (locumtenentia pro Italia Sicilia) del medesimo ordine cavalleresco; mantenne l'incarico fino alla morte.[4]

Partecipò ai due conclavi del 1978 per l'elezione di papa Giovanni Paolo I e per l'elezione di papa Giovanni Paolo II.

Importante nella storia della Chiesa siciliana fu il suo impegno contro Cosa nostra: primo alto ministro della Chiesa a riconoscere esplicitamente l'esistenza della criminalità organizzata, fecero scalpore alcune frasi pronunciate il 4 settembre 1982, durante l'omelia per il funerale del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, in particolare la frase riportata da Tito Livio «dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur» («mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata»), considerata un duro atto d'accusa contro lo Stato nella stagione degli omicidi eccellenti.[5] Il 25 maggio 1992 celebrò i funerali solenni, nella chiesa di San Domenico a Palermo, di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta.[6]

Secondo alcune indiscrezioni il presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini avrebbe anche chiesto un parere al presidente del Senato Francesco Cossiga, docente di diritto costituzionale, riguardo alla possibilità di nominare Pappalardo senatore a vita.[7] Queste consultazioni furono tuttavia interrotte dal veto della Segreteria di Stato della Santa Sede, a seguito del quale Pertini optò per la concessione della più alta onorificenza civile della Repubblica Italiana, ovvero il titolo di Cavaliere di gran croce OMRI per meriti contro la criminalità organizzata.

Il 4 aprile 1996 papa Giovanni Paolo II accolse la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età, al governo pastorale dell'arcidiocesi di Palermo; gli succedette l'arcivescovo Salvatore De Giorgi, fino ad allora assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana. Da arcivescovo emerito si ritirò nella borgata palermitana di Baida.

La tomba del cardinale Pappalardo nella cattedrale di Palermo.

Morì a Palermo, all'età di 88 anni, il 10 dicembre 2006. I funerali si svolsero nella basilica cattedrale di Palermo, presieduti dal delegato di papa Benedetto XVI, cardinale Angelo Sodano; alla solenne liturgia prese parte fra gli altri l'arcivescovo Paolo Romeo (che succederà sulla cattedra palermitana nove giorni dopo), nunzio apostolico in Italia, mentre l'omelia fu tenuta dall'arcivescovo di Palermo Salvatore De Giorgi. Il suo corpo è stato tumulato nella cappella di Santa Cristina della stessa cattedrale,[8] come egli stesso aveva chiesto poco prima di morire.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Onorificenze e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Gran Priore per l'Italia - Sicilia e Cavaliere di gran croce dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Balì Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Casa di Borbone-Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Palermo, è morto il cardinale Pappalardo simbolo della lotta contro la mafia, in La Repubblica, 10 dicembre 2006. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  2. ^ a b (EN) Salvador Miranda, PAPPALARDO, Salvatore, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  3. ^ Sergio Tanzarella, Salvatore Pappalardo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 81, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  4. ^ a b Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme: Il ricordo di un Gigante della Chiesa: il Cardinale Salvatore Pappalardo, su santosepolcrosicilia.it. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  5. ^ È morto l'ex cardinale di Palermo. Pappalardo, quel grido in cattedrale, su nandodallachiesa.it, 11 dicembre 2006. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  6. ^ Alessandra Ziniti, E Pappalardo grida dall'altare "Smascherate chi l'ha tradito", in La Repubblica, 26 maggio 1992. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  7. ^ Gianna Fregonara, Senatori a vita, ipotesi De Rita, con Veronesi e Armani, in Corriere della Sera, 5 gennaio 2010. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  8. ^ (EN) Salvatore Pappalardo, in Find a Grave. Modifica su Wikidata
  9. ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana – PAPPALARDO S.Em. Rev.ma Cardinale Salvatore, su quirinale.it. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  10. ^ L'Ordine Costantiniano ed il Collegio Cardinalizio, su constantinianorder.net. URL consultato il 27 dicembre 2022.
  11. ^ A Catania intitolata una piazza al cardinale Pappalardo, su catania.gds.it, 15 aprile 2018. URL consultato il 22 gennaio 2024.
  12. ^ Zafferana Etnea intitola al cardinale Pappalardo la sua piazza principale, su rainews.it, 23 settembre 2018. URL consultato il 22 gennaio 2024.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo titolare di Mileto Successore
Eduardo Tonna 7 dicembre 1965 – 17 ottobre 1970 sede vacante
Predecessore Pro-nunzio apostolico in Indonesia Successore
Ottavio De Liva 7 dicembre 1965 – 7 maggio 1969 Joseph Mees
Predecessore Presidente della Pontificia accademia ecclesiastica Successore
Gino Paro 7 maggio 1969 – 17 ottobre 1970 Felice Pirozzi
Predecessore Arcivescovo metropolita di Palermo Successore
Francesco Carpino 17 ottobre 1970 – 4 aprile 1996 Salvatore De Giorgi
Predecessore Primate di Sicilia Successore
Francesco Carpino 17 ottobre 1970 – 4 aprile 1996 Salvatore De Giorgi
Predecessore Gran priore per l'Italia-Sicilia dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Successore
Francesco Carpino 1971 – 10 dicembre 2006 Paolo Romeo
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Maria Odigitria dei Siciliani
(titolo presbiterale pro illa vice)
Successore
- 5 marzo 1973 – 10 dicembre 2006 Paolo Romeo
Predecessore Vicepresidente per l'Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana Successore
Guglielmo Motolese 21 maggio 1981 – 12 maggio 1992 Giuseppe Agostino
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