Barasso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Barasso
comune
Barasso – Stemma
Barasso – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Varese
Amministrazione
SindacoLorenzo Di Renzo Scolari (lista civica La voce di Barasso, CDX) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate45°50′25.44″N 8°45′23.04″E / 45.8404°N 8.7564°E45.8404; 8.7564 (Barasso)
Altitudine401 m s.l.m.
Superficie3,92 km²
Abitanti1 649[1] (31-12-2020)
Densità420,66 ab./km²
FrazioniCassini, Molina
Comuni confinantiCasciago, Castello Cabiaglio, Comerio, Cuvio, Gavirate, Luvinate
Altre informazioni
Cod. postale21020
Prefisso0332
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT012008
Cod. catastaleA619
TargaVA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 679 GG[3]
Nome abitantibarassesi
Patronosan Martino
Giorno festivo11 novembre
MottoAequitate et iustitia
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Barasso
Barasso
Barasso – Mappa
Barasso – Mappa
Posizione del comune di Barasso nella provincia di Varese
Sito istituzionale

Barasso (Baràs in dialetto varesotto[4]) è un comune italiano di 1 649 abitanti della provincia di Varese in Lombardia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio della mappa del Ducato di Milano nella Galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani (Ignazio Danti, 1581); al centro è riscontrabile il toponimo Baras

Nei secoli II e III a.C. Barasso, che era compreso nella Gallia Cisalpina o Insubria, entra a far parte della Provincia Romana. Durante la dominazione Longobarda il nome di Barasso comincia ad entrare nei documenti storici e viene citato nel celebre “Diploma” con cui il Re Longobardo Liutprando donava, nel 725 d.C., molte terre, specialmente del Varesotto, ai monaci agostiniani in memoria del fatto che S. Agostino era stato in questi luoghi e precisamente a Casciago (Cassiciacum), ospite del suo amico Verecondo (357). In base ai documenti dell'archivio della Curia Arcivescovile di Milano, si può affermare che a Barasso e nelle frazioni di Molina e Cassini esistevano tre Chiese già prima dell'anno Mille.

Nel 1786, con la suddivisione della Lombardia austriaca in province, Barasso fu assegnata alla provincia di Gallarate, ribattezzata l'anno successivo provincia di Varese; nel 1791, in seguito a una modifica territoriale, passò alla provincia di Milano.

In età napoleonica (1797) Barasso fu assegnata all'effimero dipartimento del Verbano, passando l'anno successivo al dipartimento d'Olona, e nel 1801 al dipartimento del Lario. Nel 1809 fu aggregato a Barasso il comune di Luvinate, ma nel 1812 fu Luvinate ad assumere lo status di comune, e Barasso ne divenne frazione.

Con l'istituzione del Regno Lombardo-Veneto (1816) Barasso recuperò l'autonomia, e venne inserita nella provincia di Como; con l'emanazione del Decreto Rattazzi (1859) il comune di Barasso entrò nel circondario di Varese della provincia di Como.

All'Unità d'Italia (1861) il comune contava 693 abitanti.

Nel 1927 il comune di Barasso venne aggregato al comune di Comerio,[5] recuperando l'autonomia nel 1957.[6]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. del 21 dicembre 1989.[7]

«Semipartito troncato: nel primo, d'azzurro, all'albero nodrito al naturale; nel secondo, d'argento, alla ruota di mulino d'oro, raggiata di otto; nel terzo, di rosso, al compasso aperto, accompagnato da due stelle, il tutto d'oro. Sotto lo scudo è posta una lista bifida svolazzante di rosso caricata col motto a caratteri capitali di nero: «AEQUITATE ET IUSTITIA» ("Con equità e giustizia"). Ornamenti esteriori da Comune.»

L'albero è caratterizzante la natura stessa del territorio comunale, coperto da boschi di piante di alto fusto; la ruota di mulino rappresenta gli antichi mulini esistenti nella frazione Molina; il compasso rende onore a due cittadini contraddistintisi in opere di architettura civile e cioè l'architetto Emilio Alemagna e l'architetto Cornelio Bregonzio.; le due stelle sono a ricordare due insigni personaggi storici: S. Nicone da Barasso e lo storico Giacomo da Barasso.

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa parrocchiale di San Martino
  • Chiesa di Sant'Ambrogio, via F. Rossi, località Molina, risalente all'XI secolo con la fondazione dell'Ospedale dei Poveri addossato alla chiesa
  • Chiesa di Maria Immacolata, via Cassini, frazione Cassini
Chiesa di Sant'Ambrogio, loc. Molina

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo statuto comunale, il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Cassini e Molina, quest'ultima oggetto per secoli di una disputa territoriale col confinante Comune di Casciago.[9]

Secondo l'ISTAT, il territorio comunale comprende il solo centro abitato di Barasso.[10]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Barasso è attraversata dalla strada statale 394 del Verbano Orientale, che collega Varese a Luino e alla frontiera svizzera.

Il centro abitato è servito dalla stazione di Barasso-Comerio, posta sulla ferrovia Saronno-Varese-Laveno, gestita da Ferrovienord e servita da treni regionali svolti da Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia.

Fra il 1914 e il 1940 Barasso una fermata della tranvia Varese-Angera, gestita dalla Società Anonima Tramvie Orientali del Verbano (SATOV)[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 60, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Regio decreto 16 giugno 1927, n. 1141.
  6. ^ D.P.R. 23 maggio 1957, n. 597.
  7. ^ Barasso, su Archivio Centrale dello Stato.
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  9. ^ Art. 3 comma 1 dello Statuto Comunale (PDF), su studiok.it. URL consultato il 9 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. ^ ISTAT - Dettaglio località abitate, su dawinci.istat.it. URL consultato il 9 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2014).
  11. ^ Maurizio Miozzi, Le tramvie del varesotto, Pietro Macchione, Varese, 2014. ISBN 978-88-6570-169-0.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN249436686 · WorldCat Identities (ENviaf-249436686