XVII legislatura della Repubblica Italiana: differenze tra le versioni

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Versione delle 04:20, 25 feb 2015

Letta, Renzi
Stato[[File:{{Naz/{{{stato}}}|a}}|class=noviewer|Bandiera {{Naz/{{{stato}}}|b}}{{Naz/{{{stato}}}|c}}|20x16px]] {{Naz/{{{stato}}}|c}}
ElezioniElezioni politiche del 2013
PD
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Il Presidente della Camera Laura Boldrini e del Senato Pietro Grasso (a destra), con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (al centro).

La XVII Legislatura della Repubblica Italiana è iniziata venerdì 15 marzo 2013, contestualmente alla riunione della prima seduta della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, con la composizione determinata dai risultati delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, indette dopo lo scioglimento delle Camere avvenuto il 22 dicembre 2012.

Rispetto a tutte quelle che l'hanno preceduta, è la legislatura con l'età media più bassa e con il maggior numero di donne in Parlamento. Infatti la percentuale complessiva di donne è del 31 per cento (32 per cento alla Camera e 30 per cento al Senato) e l'età media complessiva è di 48 anni (45 alla Camera e 53 al Senato).[1]

Il parlamentare più anziano fra i collocati è il senatore Sergio Zavoli, di 90 anni, eletto nelle liste del Partito Democratico[1], il più giovane è il deputato Enzo Lattuca, di 25 anni, anch'egli del PD,[2] mentre il più anziano in assoluto è il senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi, 94 anni. Il senatore più anziano in assoluto è stato Giulio Andreotti, anch'egli di 94 anni, fino al 6 maggio 2013, data del suo decesso, seguito da Emilio Colombo, 93 anni, anch'egli senatore a vita, dal 6 maggio al 24 giugno, data della sua morte.[3]

Cronologia

Gli adempimenti parlamentari di inizio legislatura prevedono, per ogni Camera:

  • costituzione dell'Ufficio di Presidenza provvisorio;
  • costituzione della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri;
  • votazione per il presidente.

La prima seduta del Senato è stata presieduta dal senatore a vita Emilio Colombo (Per le Autonomie - PSI), in qualità di senatore più anziano (dopo la rinuncia di Giulio Andreotti ad esercitare tale facoltà). La prima seduta della Camera è stata presieduta da Antonio Leone (PdL), in qualità di vicepresidente della precedente legislatura avente la maggiore anzianità di elezione.

Il 22 marzo 2013 Pier Luigi Bersani è stato incaricato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di formare un Governo, verificando prima una maggioranza stabile sia alla Camera che al Senato.[4]

Il 28 marzo 2013 il presidente della Repubblica annuncia di voler cercare soluzioni alternative per la formazione di un nuovo Governo dopo che Pier Luigi Bersani non è riuscito a trovare la maggioranza stabile richiesta al Senato.[5]

Il 30 marzo 2013 il presidente della Repubblica forma due gruppi di lavoro per i contatti con i gruppi parlamentari, il primo di tipo istituzionale formato da Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante; mentre il secondo per la materia economico-sociale ed europea è formato da Salvatore Rossi, Giovanni Pitruzzella, Enrico Giovannini, Giancarlo Giorgetti, Filippo Bubbico e dal ministro del governo Monti Enzo Moavero Milanesi.[6]

Il Parlamento in seduta comune con i delegati regionali ha votato a partire dal 18 aprile 2013, come prevede la Costituzione (un mese prima la scadenza del settennato di presidenza di Giorgio Napolitano prevista per il 15 maggio 2013), il nuovo presidente della Repubblica Italiana.

Il 20 aprile 2013 è stato chiesto a Giorgio Napolitano da un ampio schieramento parlamentare la disponibilità ad essere rieletto,[7] che egli ha dato,[8][9] venendo eletto alla sesta votazione con 738 voti su 997 votanti dei 1007 aventi diritto e divenendo il primo presidente della Repubblica ad essere eletto per un secondo mandato.[10]

Il 24 aprile 2013 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferisce l'incarico di Presidente del Consiglio dei ministri al deputato del PD Enrico Letta, incarico che questi accetta con riserva.[11]

Il 27 aprile 2013 Enrico Letta sale al Quirinale nel pomeriggio, scioglie la riserva e annuncia la lista dei ministri.[12]

Il 28 aprile 2013 Il Governo Letta presta giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica.[13]

Il 29 aprile 2013 il Governo ottiene la fiducia alla Camera con 453 sì, 153 no e 17 astenuti.[14]

Il 30 aprile 2013 il Governo ottiene la fiducia al Senato con 233 sì, 59 no e 18 astenuti.[14]

Il 6 maggio 2013 muore il parlamentare più anziano, il senatore a vita Giulio Andreotti a 94 anni d'età[15].

Il 24 giugno 2013 muore il parlamentare più anziano, il senatore a vita Emilio Colombo a 93 anni d'età[3].

Il 24 giugno 2013 Josefa Idem, ministro per le Pari opportunità, Sport e Politiche giovanili, si dimette dopo un colloquio con il Presidente del Consiglio Letta[16].

Il 1º agosto 2013 Silvio Berlusconi, leader del Popolo della Libertà e senatore della XVII Legislatura della Repubblica Italiana, viene condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale con sentenza passata in giudicato nel processo sulla compravendita dei diritti televisivi[17].

Il 30 agosto 2013 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina senatori a vita Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia[18].

Il 28 settembre 2013 in seguito alla decisione in notturna del premier Letta di posticipare il decreto che impediva l'aumento dell'IVA dal 21 al 22%, i ministri del PdL si dimettono a richiesta di Silvio Berlusconi, aprendo così di fatto una crisi di governo. Il Presidente del Consiglio annuncia che si presenterà a breve davanti alle camere per chiedere il rinnovo della fiducia al suo governo.[19]

Il 29 settembre 2013 il premier Letta si reca al Colle dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per fare il punto della situazione sul Governo e le alternative possibili. In precedenza il Capo dello Stato aveva dichiarato che avrebbe sciolto le camere solo se non ci fossero state alternative possibili[20].

Il 30 settembre 2013 a palazzo Chigi pervengono le dimissioni irrevocabili dei ministri PdL. Nel frattempo, la data per il voto di fiducia è fissata al 2 ottobre: in mattinata si voterà al Senato, nel pomeriggio alla Camera[21].

Il 1º ottobre 2013 il premier Enrico Letta respinge le dimissioni dei ministri del Popolo della Libertà Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello[22][23].

Il 2 ottobre 2013 il premier Enrico Letta riferisce in mattinata al Senato della Repubblica sulla questione di fiducia. Il Popolo della libertà, dopo l'annuncio della nascita di gruppi autonomi di parlamentari PdL (capitanati da Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello) favorevoli alla questione di fiducia, ritorna sulle sue posizioni e decide, diversamente da quanto stabilito nelle ore precedenti, di votare la fiducia al governo. A Palazzo Madama, presenti 305 senatori su 321, il governo ottiene la fiducia con 235 sì (PD, PdL, SC, UdC, GS, Il Megafono e Per le Autonomie: SVP-UV-PATT-UPT-PSI-MAIE), 70 no (M5S, SEL e Lega Nord), e nessun astenuto su 305 votanti[24]. Votano favorevolmente anche gli ex Movimento 5 Stelle passati al Gruppo Misto: Fabiola Anitori, Adele Gambaro, Paola De Pin e Marino Mastrangeli[25]; ed i tre senatori a vita presenti in aula: Mario Monti, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia. In serata anche la Camera dei Deputati, presenti 597 deputati su 630, conferma la fiducia al governo con 435 sì (PD, PdL, SC, UdC, CD, PSI-PLI, MAIE-ApI e Minoranze linguistiche) e 162 no (M5S, SEL, LN e Fratelli d'Italia)[26].

Il 4 ottobre 2013 la Giunta per le immunità del Senato ha deciso a maggioranza di proporre all'aula di palazzo Madama la votazione della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.[27]

Il 30 ottobre 2013 la giunta per il regolamento ha deciso che il voto per la decadenza di Silvio Berlusconi sarà palese e non segreto. Decisivo il voto della senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta che ha optato per il voto palese, facendo pendere l'ago della bilancia a favore di questo (7 voti per il voto palese e 6 per quello segreto).

Il 16 novembre 2013 il Consiglio Nazionale del Popolo della Libertà e Silvio Berlusconi, approvano la sospensione delle attività del PdL e il rilancio di Forza Italia[28], al nuovo partito però non aderiscono le cosiddette Colombe del PdL, la corrente guidata da Angelino Alfano[29], che forma il Nuovo Centrodestra[30] continuando a sostenere il Governo Letta.

Il 26 novembre 2013 il Governo pone la fiducia sulla legge di stabilità presentando un maxiemendamento che integra le modifiche della commissione bilancio dl Senato. Forza Italia, nella conferenza dei capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, annuncia il no alla finanziaria e l'uscita dalla maggioranza del Governo Letta[31].

Il 27 novembre 2013 il Senato della Repubblica Italiana, con 192 sì, 113 no e 2 astenuti[32][33][34], approva con voto palese la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, per effetto della "Legge Severino", in seguito alla condanna di Berlusconi del 1º agosto 2013 per frode fiscale con sentenza passata in giudicato[35]. Silvio Berlusconi perde così la carica di parlamentare della Repubblica Italiana dopo 19 anni di presenza ininterrotta[36]. Hanno votato a favore della decadenza Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Scelta Civica, Unione di Centro, Sinistra Ecologia Libertà, Il Megafono, Per le Autonomie (SVP-UV-PATT-UPT-PSI-MAIE)[37][38], i senatori a vita Mario Monti, Elena Cattaneo, Carlo Rubbia e Renzo Piano[39][40], ed i senatori ex M5S passati al Gruppo Misto: Fabiola Anitori, Adele Gambaro, Paola De Pin e Marino Mastrangeli. Hanno votato contro la decadenza Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Lega Nord e Grandi Autonomie e Libertà[37][38].

Il 4 dicembre 2013 la Corte Costituzionale dichiara l'incostituzionalità dell'attuale legge elettorale in riferimento al premio di maggioranza assegnato e all'impossibilità per l'elettore di fornire una preferenza.[41][42][43]

L'8 dicembre 2013 Matteo Renzi, sindaco di Firenze, vince le elezioni primarie del Partito Democratico, venendo eletto segretario con il 67,8% dei voti[44].

Il 9 dicembre 2013, all'indomani del successo nelle primarie del Partito Democratico, il segretario in pectore Matteo Renzi annuncia collaborazione col Governo e ribadisce la fiducia al Governo in un incontro col premier Enrico Letta a Palazzo Chigi. Intanto, "il Movimento dei Forconi" annuncia sciopero ad oltranza fino alla mezzanotte del 13, con l'intenzione di protestare contro l'illegittimità del Parlamento e i tagli del Governo. Tensioni soprattutto a Torino, Imperia e Cerignola[45].

L'11 dicembre 2013 Enrico Letta riferisce prima alla Camera e poi al Senato riguardo alla "questione" di fiducia. Nel discorso il presidente del Consiglio attacca duramente Beppe Grillo, leader del M5S, accusandolo di alimentare l'insubordinazione e i disordini sociali. Dopo attimi di tensione a Montecitorio tra deputati PD e Cinque Stelle, la Camera conferma la fiducia all'esecutivo con 379 sì, 212 no e 2 astenuti. Favorevole la nuova maggioranza che segna la discontinuità (Partito Democratico, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Per l'Italia), contraria l'opposizione formata da Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Fratelli d'Italia e Sinistra Ecologia Libertà[46].In tarda serata, anche il Senato approva la fiducia con 173 sì e 127 no. Votano a favore Partito Democratico, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Per l'Italia. Votano contro le opposizioni: Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Sinistra Ecologia Libertà e Fratelli d'Italia. Da segnalare una spaccatura nella Lega al momento delle dichiarazioni di voto; infatti il senatore leghista Michelino Davico in dissenso con la linea del partito concede la fiducia a Letta.[47]

Il 20 gennaio 2014 muore il senatore a vita Claudio Abbado.

Il 26 e 27 gennaio 2014 la ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo annuncia le sue dimissioni che, il mattino seguente, vengono accettate dal premier il quale assume l'incarico ad interim.

Il 13 febbraio 2014 il premier Enrico Letta viene sfiduciato da una mozione di Matteo Renzi nella Direzione Nazionale del Partito Democratico, con un documento in cui si chiedeva un cambio dell'esecutivo.[48]

Il 14 febbraio 2014 il presidente del consiglio Letta si è recato al Quirinale e ha rassegnato dimissioni irrevocabili[49].

Il 17 febbraio 2014, a seguito delle dimissioni irrevocabili di Enrico Letta, il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi viene investito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del mandato esplorativo per formare un nuovo governo[50].

Il 18 e 19 febbraio 2014 il presidente del Consiglio incaricato svolge le consultazioni con i gruppi parlamentari[51].

Il 21 febbraio 2014 Matteo Renzi si reca al Quirinale, dove scioglie la riserva e presenta la lista dei ministri che comporranno il suo governo.

Il 22 febbraio 2014 il Governo Renzi presta giuramento[52].

Il 25 febbraio 2014 il Governo Renzi ha ottenuto la fiducia prima del Senato della Repubblica (con 169 voti favorevoli e 139 contrari)[53], poi della Camera dei deputati (con 378 voti favorevoli, 220 contrari e 1 astenuto)[54].

Il 14 gennaio 2015 il presidente Giorgio Napolitano rassegna le dimissioni già annunciate nel discorso di fine anno il 31 dicembre 2014[55] per motivi di età e salute[56] ed entra a far parte del Senato come senatore di diritto e a vita.

Dal 29 al 31 gennaio 2015 si è svolta l'elezione del Presidente della Repubblica, con la quale il parlamento riunito in seduta comune alla Camera dei Deputati ha eletto Sergio Mattarella alla carica di Presidente della Repubblica Italiana. È stata la prima volta nella storia della Repubblica in cui lo stesso Parlamento è stato chiamato ad eleggere per la seconda volta il Capo dello Stato.

Governi

Prima della formazione del Governo Letta è rimasto in carica, per il disbrigo degli affari correnti, il Governo Monti della legislatura precedente.

Camera dei deputati

Ufficio di Presidenza

  1. Marina Sereni (PD),
  2. Roberto Giachetti (PD),
  3. Luigi Di Maio (M5S),
  4. Maurizio Lupi (NCD) fino al 28 aprile 2013,
  5. Simone Baldelli (FI)
  • Questori:
  1. Stefano Dambruoso (SC),
  2. Paolo Fontanelli (PD),
  3. Gregorio Fontana (FI);
  • Segretari:
  1. Anna Rossomando (PD),
  2. Anna Margherita Miotto (PD),
  3. Ferdinando Adornato (SC),
  4. Caterina Pes (PD),
  5. Valeria Valente (PD),
  6. Riccardo Fraccaro (M5S),
  7. Claudia Mannino (M5S),
  8. Manfred Schullian (Gruppo Misto),
  9. Davide Caparini (LN),
  10. Annalisa Pannarale (SEL),
  11. Edmondo Cirielli (FdI),
  12. Gianpiero Bocci (PD) fino al 28 aprile 2013,
  13. Enrico Gasbarra (PD) dal 25 settembre 2013; fino al 25 giugno 2014,
  14. Raffaello Vignali (NCD) dall'8 aprile 2014,
  15. Giovanni Sanga (PD) dal 2 luglio 2014,
  16. Gianni Melilla (SEL) dall'11 novembre 2014.

Capigruppo parlamentari

Commissioni parlamentari

Riepilogo della composizione

Gruppo parlamentare Inizio 2013[57] 2014 2015 2016 2017 Fine Legislatura
Partito Democratico 293 293 309 309
Movimento 5 Stelle 109 106 100 91[58]
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente 97 67 68 70
Area Popolare (Ncd - Udc) 0 29 34 34
Sinistra Ecologia Libertà 37 37 26 26
Scelta Civica per l'Italia 47 26 25 23
Lega Nord e Autonomie 20 20 20 20
Per l'Italia - Centro Democratico 0 20 13 13
Fratelli d'Italia 9 9 9 9
Gruppo Misto 14 23 25 35
Alternativa Libera 0 0 0 10
Minoranze linguistiche, componente del gruppo Misto 5 5 5 5
Centro Democratico, componente del gruppo Misto 5 5 0 0
Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE) - Alleanza per l'Italia (ApI), componente del gruppo Misto 4 4 4 4
Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI), componente del gruppo Misto 0 4 6 6
Non iscritti ad alcuna componente del gruppo Misto 0 5 10 10
Totale 630 630 630 630 630 630 630

Senato della Repubblica

Consiglio di Presidenza

  1. Valeria Fedeli (PD),
  2. Linda Lanzillotta (PD),
  3. Roberto Calderoli (LN),
  4. Maurizio Gasparri (FI);
  • Questori:
  1. Antonio De Poli (PI),
  2. Laura Bottici (M5S),
  3. Lucio Malan (FI);
  • Segretari:
  1. Silvana Amati (PD),
  2. Angelica Saggese (PD),
  3. Rosa Maria Di Giorgi (PD),
  4. Giacomo Stucchi (LN),
  5. Alessandra Mussolini (FI),
  6. Antonio Gentile (NCD),
  7. Maria Elisabetta Alberti Casellati (FI),
  8. Hans Berger (Per le Autonomie - PSI),
  9. Lucio Barani (GAL),
  10. Alessia Petraglia (Gruppo Misto),
  11. Carlo Pegorer (PD) (dal 23 aprile 2014),
  12. Luciano Pizzetti (PD) (fino al 27 febbraio 2014).

Capigruppo parlamentari

Commissioni parlamentari

Riepilogo della composizione

Gruppo parlamentare Inizio 2013[59] 2014 2015 2016 2017 Fine legislatura
Partito Democratico 106 108 108 113
Forza Italia - Il Popolo della Libertà XVII Legislatura 91 60 60 60
Movimento 5 Stelle 54 50 39 36
Area Popolare (Ncd - Udc) 0 31 36 36
Lega Nord e Autonomie 16 15 15 15
Per le Autonomie (SVP - UV - PATT - UpT) - PSI - MAIE 10 12 16 17
Grandi Autonomie e Libertà 10 11 15 15
Per l'Italia - Centro Democratico 0 12 0 0
Scelta Civica per l'Italia 21 8 7 2
Gruppo Misto 11 14 24 29
Sinistra Ecologia Libertà, componente del gruppo Misto 7 7 7 7
Italia Lavori in Corso, componente del gruppo Misto 0 0 2 2
• Movimento X, componente del gruppo Misto 0 0 4 4
• Liguria Civica, componente del gruppo Misto 0 0 1 1
Gruppo di Azione Partecipazione Popolare, componente del gruppo Misto 0 3 0 0
Non iscritti ad alcuna componente del gruppo Misto 4 3 10 15
Totale 319 321 320 321

Al Senato si aggiungono ai membri eletti i sei senatori a vita in carica: due di diritto, Carlo Azeglio Ciampi (dal 15 maggio 2006) e Giorgio Napolitano (dal 14 gennaio 2015), in quanto ex presidenti della Repubblica, e quattro di nomina presidenziale, fra cui Mario Monti (dal 9 novembre 2011), Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia (dal 30 agosto 2013). Il Senato, pertanto, è attualmente composto da 321 membri. All'inizio della legislatura i senatori a vita erano quattro, ma il 6 maggio 2013 è deceduto Giulio Andreotti[60] (nominato il 1º giugno 1991 da Francesco Cossiga) e il 24 giugno 2013 è deceduto Emilio Colombo[61] (nominato il 14 giugno 2003 da Carlo Azeglio Ciampi), mentre il 30 agosto 2013 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha nominato Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia senatori a vita[18]. Infine Claudio Abbado è deceduto il 20 gennaio 2014[62]. Il 14 gennaio 2015 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano si è dimesso dall'incarico, ed è diventato senatore di diritto e a vita.

Note

  1. ^ a b Il parlamento più giovane della storia e un deputato su tre è una donna, in la Repubblica, 27 febbraio 2013. URL consultato il 4 marzo 2013.
  2. ^ Andrea Alessandrini, Enzo Lattuca, l'enfant prodige del Pd "Penso ai giovani senza lavoro", in il Resto del Carlino, 19 gennaio 2013. URL consultato il 4 marzo 2013.
  3. ^ a b È morto Emilio Colombo, aveva 93 anni
  4. ^ Italia, governo: Napolitano affida l'incarico a Bersani, su it.euronews.com, Euronews, 22 marzo 2013. URL consultato il 25 marzo 2013.
  5. ^ Il Presidente Napolitano ha ricevuto l'on. Bersani
  6. ^ Definiti i componenti dei gruppi di lavoro
  7. ^ Elezioni Presidente della Repubblica. Quinta fumata nera, pressing per Napolitano bis, in la Repubblica, 20 aprile 2013.
  8. ^ Napolitano accetta la ricandidatura. Quinta fumata nera, in Il Sole 24 ORE, 20 aprile 2013.
  9. ^ Dichiarazione ufficiale del Quirinale
  10. ^ Elezione del Presidente della Repubblica. Rieletto Napolitano: "Voto espresso liberamente". Grillo: "È un golpe". Ma rinuncia alla manifestazione, in la Repubblica, 20 aprile 2013.
  11. ^ Nuovo governo, incarico a Enrico Letta. Napolitano: “I media cooperino”, in il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2013. URL consultato il 28 aprile 2013.
  12. ^ Governo, Letta ha sciolto la riserva. 21 ministri: Alfano all'Interno e vicepremier. Saccomanni all'economia, Cancellieri Giustizia, Bonino agli Esteri, Mauro alla Difesa, in la Repubblica, 27 aprile 2013. URL consultato il 27 aprile 2013.
  13. ^ Quirinale, giurano i ministri del nuovo esecutivo guidato da Letta, in Virgilio, 28 aprile 2013. URL consultato il 28 aprile 2013.
  14. ^ a b 453 sì, 153 no: il governo Letta ottiene la fiducia alla Camera, in Corriere della Sera, 29 aprile 2013. URL consultato il 29 aprile 2013. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Camera" è stato definito più volte con contenuti diversi
  15. ^ È morto Giulio Andreotti, aveva 94 anni
  16. ^ Josefa Idem si dimette dopo colloquio con Letta: "Contro di me accuse violente e aggressive"
  17. ^ Confermata la condanna per Berlusconi Il Cavaliere ottiene solo lo stop all'interdizione
  18. ^ a b Nominati Abbado, Cattaneo, Piano e Rubbia senatori a vita, su quirinale.it. URL consultato il 31 agosto 2013.
  19. ^ Berlusconi fa dimettere ministri: è crisi - Letta: gesto folle per motivi personali
  20. ^ Napolitano: "Verifico se possibile legislatura" In serata Letta sale al Colle
  21. ^ Crisi di governo: i ministri PdL rassegnano le dimissioni irrevocabiliCrisi di governo: voto di fiducia il 2 ottobre
  22. ^ Letta respinge dimissioni ministri Pdl."Vado avanti, no trattive"
  23. ^ Respinte dimissioni ministri
  24. ^ Berlusconi si arrende, Letta ottiene fiducia. Napolitano: "Ora basta giochi al massacro" repubblica.it
  25. ^ Letta ottiene fiducia, Berlusconi si arrende - Pd: "Vuole nascondere sconfitta politica"
  26. ^ Rainews 24, Berlusconi cede: sì al Governo
  27. ^ Decadenza Berlusconi, sì della Giunta. Lui: democrazia uccisa
  28. ^ L’addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia
  29. ^ Il gran rifiuto di Alfano: «Non aderiamo a Forza Italia, pronti i nuovi gruppi»
  30. ^ Berlusconi lancia Forza Italia E Alfano il Nuovo Centrodestra
  31. ^ Berlusconi: «In piazza chi ha a cuore Paese» E Forza Italia esce dalla maggioranza
  32. ^ BERLUSCONI: AULA SENATO VOTA SI' A DECADENZA
  33. ^ Berlusconi decaduto, sì del Senato. FI: è un colpo di Stato. Il Pd: «Ora la legge è uguale per tutti»
  34. ^ Il Senato ha votato la decadenza di Berlusconi
  35. ^ Il Senato ha votato la decadenza di Berlusconi Non passano gli ordini del giorno contro la relazione della giunta per le elezioni che decretava l’ineleggibilità del Cavaliere
  36. ^ ORE 17.42: BERLUSCONI DECADE DA SENATORE. DOPO 19 ANNI E MEZZO LASCIA IL PARLAMENTO
  37. ^ a b Berlusconi non è più senatore, respinti odg per salvarlo
  38. ^ a b Il Cavaliere disarcionato «Democrazia in lutto»
  39. ^ Silvio Berlusconi non è più senatore Via libera del Senato alla decadenza Il Cavaliere: “Lutto per la democrazia”
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Collegamenti esterni

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