Maurizio Gasparri
| Maurizio Gasparri | |
|---|---|
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| Ministro delle comunicazioni | |
| Durata mandato | 11 giugno 2001 – 23 aprile 2005 |
| Capo del governo | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Salvatore Cardinale |
| Successore | Mario Landolfi |
| Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno | |
| Durata mandato | 11 maggio 1994 – 17 gennaio 1995 |
| Contitolare | Marianna Li Calzi Domenico Lo Jucco |
| Capo del governo | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Antonino Murmura |
| Successore | Luigi Rossi |
| Senatore della Repubblica Italiana | |
| In carica | |
| Inizio mandato | 29 aprile 2008 |
| Legislatura | XVI, XVII, XVIII, XIX |
| Gruppo parlamentare | XVI: Il Popolo della Libertà XVII: Forza Italia-Il Popolo della Libertà XVII Legislatura XVIII: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC XIX: Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE |
| Coalizione | XVI: Centro-destra 2008 XVII: Centro-destra 2013 XVIII: Centro-destra 2018 XIX: Centro-destra 2022 |
| Circoscrizione | Lazio |
| Incarichi parlamentari | |
XVI legislatura:
XVII legislatura:
XVIII legislatura:
XIX legislatura:
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| Sito istituzionale | |
| Deputato della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 23 aprile 1992 – 28 aprile 2008 |
| Legislatura | XI, XII, XIII, XIV, XV |
| Gruppo parlamentare | XI: MSI-DN XII: AN-MSI XIII-XV: AN |
| Coalizione | XII: Polo del Buon Governo XIII: Polo per le Libertà XIV-XV: Casa delle Libertà |
| Circoscrizione | XI: Roma XII-XIII: Lazio 1 XIV-XV: Calabria |
| Collegio | XII: 12. Roma-Ciampino |
| Incarichi parlamentari | |
XIII legislatura:
XV legislatura:
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| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Partito politico | Forza Italia (dal 2013) In precedenza: MSI (1972-1995) AN (1995-2009) PdL (2009-2013) |
| Titolo di studio | Diploma di maturità classica |
| Professione | Giornalista |
Maurizio Gasparri (Roma, 18 luglio 1956) è un politico e giornalista italiano, dal 29 aprile 2008 senatore della Repubblica e del 21 novembre 2023 capogruppo di Forza Italia al Senato.
È stato ministro delle comunicazioni dall'11 giugno 2001 al 23 aprile 2005 nel governo Berlusconi II, capogruppo de Il Popolo della Libertà al Senato nella XVI legislatura della Repubblica e vicepresidente del Senato della Repubblica nella XVII legislatura e nel primo anno della XIX.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Roma, da genitori originari di Roscigno (Salerno) in Campania, figlio del generale dei carabinieri Domenico Gasparri (1919-2017) e di Iole Siani (1921-2009), ha un fratello: Clemente, generale di corpo d'armata e vice comandante generale dell'Arma dei Carabinieri dal 7 marzo 2012 al 6 marzo 2013.
Dopo aver conseguito la maturità classica al liceo Torquato Tasso di Roma, si è dedicato alla politica.[1]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Grande tifoso della Roma[2][3], è sposato dal 1980 con Amina Fiorillo, conosciuta alla fine degli anni '70 e la quale aveva raccontato che ad averla colpita era stata la sua simpatia e la sua somiglianza ad Al Pacino, e ha una figlia: Gaia.[4]
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Gli inizi nel Movimento Sociale Italiano
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni '70 diviene segretario provinciale del Fronte della Gioventù (FdG), l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN). Nel 1979 fu scelto dal segretario del FdG Gianfranco Fini per svolgere il ruolo di suo vice all'interno del FdG[5]. Dal 1982 al 1984 è stato direttore della rivista del Fronte della Gioventù Dissenso.
Nel 1983, già vicesegretario del FdG, entra nella redazione del Secolo d'Italia, quotidiano del MSI-DN, come praticante, di cui nel 1991 diventa condirettore.[6]
Nel 1985 diventa giornalista professionista, iscrivendosi all'Ordine dei giornalisti del Lazio.
All'interno del partito Gasparri rientrava nella corrente Destra in movimento di Giuseppe Tatarella, di stampo conservatrice, che al XV congresso del 1987 sostenne la mozione di Fini, designato dal segretario uscente Giorgio Almirante quale erede successore, e sotto la sua leadership ottenne un ruolo di spicco.[5][7]
Alla fine degli anni '80 diviene presidente del Fronte Universitario d'Azione Nazionale, movimento politico universitario di estrema destra a cui aderivano gli universitari missini.
Elezione a deputato
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni politiche del 1992 viene candidato alla Camera dei deputati, tra le liste del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale nella circoscrizione Roma-Viterbo-Latina-Frosinone, risultando eletto deputato. Nello stesso periodo si mise in aspettativa come redattore, continuando tuttavia a dirigere il Secolo d'Italia fino al 1994[6]. Nel corso della XI legislatura ha fatto parte della 10ª Commissione Attività produttive, commercio e turismo.
Durante il periodo dell'inchiesta mani pulite tenne un atteggiamento di totale approvazione e sostenne le indagini giudiziarie.[5]
Dal 22 febbraio 1993 al 29 aprile 1994 è stato consigliere comunale di Fiumicino (Roma) per il MSI-DN.[8]
Sottosegretario agli interni
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni politiche del 1994 viene ricandidato alla Camera nel collegio elettorale di Roma - Ciampino, sostenuto dalla coalizione di centro-destra Polo del Buon Governo in quota Alleanza Nazionale (AN), venendo rieletto a Montecitorio con il 50,38% dei voti e superando i candidati dei Progressisti Laura Rozza (40,53%) e del Patto per l'Italia Sante Massimo Trabalza (9,09%)[9]. Nella XII legislatura della Repubblica è stata membro della 10ª Commissione Attività produttive, commercio e turismo (1994-1995), venendo sostituito per l'incarico di governo che occupa da Franca Marino Buccellato prima e Stefano Gaggioli poi, della 4ª Commissione Difesa (1995-1996) e della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo (1995-1996), oltre a far parte del comitato direttivo del gruppo parlamentare Alleanza Nazionale-MSI alla Camera.
In seguito alla nascita del primo governo Berlusconi, l'11 maggio 1994 viene nominato dal Consiglio dei ministri sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno, rimanendo in carica fino alla fine dell'esecutivo, dopo il ribaltone di Umberto Bossi, il 17 gennaio 1995.
Dal MSI ad Alleanza Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1995 aderisce alla svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini, che portò allo scioglimento del MSI e la sua confluenza in AN come partito, dov'é stato membro della corrente Area Vasta di Tatarella, che si richiamava al conservatorismo nazionale e rappresentava la maggioranza nel partito; successivamente aderisce alla corrente Destra Protagonista, sempre nazional conservatrice, che si richiamava a Tatarella, ma maggiormente vicina a Silvio Berlusconi e sostenitori dell'alleanza con quest'ultimo (da qui l'appellativo di berluscones), che faceva riferimento alla rivista politica EuroDestra[senza fonte] e di cui assume la guida assieme a Ignazio La Russa fino al superamento delle correnti nel partito.
Vice-capogruppo di AN alla Camera
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni politiche del 1996 viene ricandidato alla Camera sia nel medesimo collegio elettorale, sostenuto dalla coalizione Polo per le Libertà, che tra le liste proporzionali di Alleanza Nazionale nella circoscrizione Lazio 1, risultando eletto per la terza volta deputato nel proporzionale[10], mentre nel collegio uninominale raccoglie il 47,17% dei voti e viene sconfitto dal candidato de L'Ulivo Willer Bordon (48,84%)[11]. Nel corso della XIII legislatura ha fatto parte della 4ª Commissione Difesa, oltre a ricoprire l'incarico di vice-capogruppo del gruppo parlamentare di AN a Montecitorio dal 16 giugno 1999 al 29 maggio 2001.
Nel 1998 fonda un sito internet d'informazione politica Destra.it[senza fonte], mentre nel 1999 presenta una proposta di legge costituzione, assieme a Fini e Adolfo Urso, per eliminare il quorum dal referendum, che tuttavia non iniziò mai l'esame parlamentare e fu messo da parte.[12]
Ministro delle comunicazioni
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Alle elezioni politiche del 2001 viene confermato alla Camera e a partire dallo stesso anno e fino al 2005 è Ministro delle comunicazioni nel governo Berlusconi II..
Nel 2001 la sua carriera politica ha raggiunto il suo punto più alto quando è stato chiamato, sempre da Berlusconi[13], a ricoprire l'incarico di Ministro delle comunicazioni..
In tale veste si è fatto promotore di una legge di riordino del sistema televisivo, nota come "legge Gasparri"[14]. La legge venne inizialmente rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dieci giorni dopo la sua approvazione al Parlamento nel dicembre 2003, in quanto l'aumento del limite antitrust viola il principio del pluralismo sancito dall'articolo 21 della Costituzione ("Non c'è democrazia senza pluralismo e imparzialità dell'informazione"). Il governo Berlusconi si preoccupò allora di adottare subito un decreto legge (il decreto salvareti), che venne poi convertito in legge dal Parlamento il 23 febbraio 2004, aspramente criticato perché di fatto calpestava una sentenza della Consulta che ordinava la messa sul satellite di una rete Mediaset, ovvero Rete 4, con la conseguente perdita di pubblicità per Rai 3. Il nuovo testo della legge Gasparri è stato approvato in via definitiva il 29 aprile (dopo 130 sedute e la presentazione di 14.000 emendamenti), e promulgato dal Presidente il 3 maggio 2004..
Nel 2007 la Commissione Europea si è espressa in modo critico sulla legge con la motivazione che questa ha introdotto "vantaggi ingiustificati agli operatori analogici" già sul mercato, scoraggiando l'ingresso di nuovi operatori[15][16] e ha perciò iniziato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, poi sospesa quando il governo italiano si è impegnato ad adeguare la legge alla normativa europea che garantisce l'assegnazione trasparente delle frequenze televisive. A gennaio 2009, con decisione n.242[17], il Consiglio di Stato (riprendendo la questione già parzialmente decisa con la sentenza non definitiva del Consiglio n. 2622/08 del 31 maggio 2008) dà sostanzialmente ragione ad Europa 7, concedendole una "vittoria di Pirro" (danni esigibili dallo Stato per un solo milione di euro e un canale preso dal VHF III). Si calcolano così quattro sentenze a favore di Europa 7 dopo quelle della Corte di Giustizia Europea, Corte Costituzionale, e del TAR del Lazio[18].
Con il rimpasto di governo nell'aprile 2005, a seguito del tracollo della Casa delle Libertà alle elezioni regionali di quell'anno, non viene confermato ministro delle comunicazioni, venendo sostituito da Mario Landolfi preferito da Gianfranco Fini.
Attività societaria ed associativa
[modifica | modifica wikitesto]Rieletto alla Camera nel 2006, sempre in AN, diviene presidente della "Delegazione parlamentare presso l'assemblea dell'iniziativa centro-europea, fino alla fine della legislatura nel 2008.
Nel 2007 entra anche nel CdA della società di telecomunicazioni Telit Communications in qualità di "director" (amministratore) non esecutivo.[19] Per questa sua posizione viene coinvolto nell'inchiesta giornalistica di Report del maggio 2007 ("Il Mistero del Faraone"), che indagava sulla torbida[20] vendita di Wind agli egiziani di Sawiris, e sull'uso dei cosiddetti "gsm-box", in quanto Telit era "presieduta da manager israeliani e che in Italia fa affari con Sawiris" (e con i gsm-box medesimi).[21]
Nel 2007 fonda l'associazione Italia Protagonista, mentre a maggio dello stesso anno pubblica un libro, "Il cuore a destra", che ha presentato nel corso dell'estate in varie località d'Italia.
Capogruppo del PdL al Senato
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Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto senatore ed è presidente del gruppo parlamentare Il Popolo della Libertà al Senato della Repubblica.
A novembre 2009 Gasparri è primo firmatario del disegno di legge "Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo"[22], comunemente noto come processo breve. Gasparri ha presentato il provvedimento come parte di un «decalogo sulla giustizia» che comprenda anche «nuove norme antimafia, riforma del processo civile, riforma della professione forense, intercettazioni e riforma costituzionale della giustizia»,[23] auspicando che «Per incominciare, i magistrati inizino a lavorare di più».[24]
Nel settembre 2010 non segue Fini nella scissione del PdL, che dà vita a Futuro e Libertà.
A gennaio 2011 firma, insieme al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ed altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e prostituzione minorile.[25]
Vicepresidente del Senato
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Alle elezioni politiche del 2013 viene ricandidato al Senato, tra le liste del Popolo delle Libertà nella circoscrizione Lazio in seconda posizione (dietro a Berlusconi), venendo rieletto a Palazzo Madama. Nella XVII legislatura della Repubblica è stato vicepresidente dell'ufficio di presidenza del Senato, eletto il 21 marzo 2013 con 96 voti, oltreché membro della 4ª Commissione Difesa, della Commissione parlamentare di vigilanza RAI e della Commissioni parlamentare d'inchiesta sul rapimento e morte di Aldo Moro.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, dopo che non aveva seguito né Gianfranco Fini in Futuro e Libertà per l'Italia, né Ignazio La Russa in Fratelli d'Italia (partito che raccoglieva l'eredità del MSI e AN) e la maggior parte degli altri colleghi di partito di lunga data, aderisce alla rinascita di Forza Italia[26], diventando il successivo 24 marzo 2014 membro del Comitato di presidenza. È inoltre membro del CdA della Fondazione AN.[27]
Presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni politiche del 2018 venne ricandidato in Forza Italia e rieletto senatore nella medesima circoscrizione. Con l'inizio della XVIII legislatura, il 18 luglio 2018 è eletto presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato.[28]
Nel dicembre 2019 è tra i 64 firmatari (di cui 41 di Forza Italia) per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari: pochi mesi prima i senatori berlusconiani avevano disertato l'aula in occasione della votazione sulla riforma costituzionale.[29] Il mese seguente viene scelto come commissario romano di Forza Italia. Il 12 maggio 2020 Berlusconi nomina un nuovo coordinamento di 14 persone tra le quali c’è anche Gasparri.[30]
Il 3 luglio 2020 un articolo de Il Fatto Quotidiano rende noto che dal 1º giugno dello stesso anno, dopo 9 anni di lavoro e 28 di aspettativa, Gasparri risulta essere in pensione come giornalista in quanto ha maturato ed ottenuto i requisiti per la quiescenza ed il trattamento previdenziale.[6]
Ritorno alla vicepresidenza del Senato e Capogruppo di Forza Italia al Senato
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato al Senato, tra le liste di Forza Italia nel collegio plurinominale Lazio - 02 in terza posizione (dietro a Berlusconi e Anna Maria Bernini), risultando rieletto a Palazzo Madama.
Agli inizi della XIX legislatura ha presentato due proposta di legge che ostacolerebbero l'accesso e il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza: il primo che prevede il riconoscimento giuridico del feto attraverso la modifica dell’articolo 1 del Codice Civile e la seconda che istituisce la “giornata della vita nascente” facilitando il lavoro (anche all'interno delle scuole pubbliche) delle associazioni antiabortiste[31].
Il 19 ottobre 2022 viene eletto vicepresidente del Senato con 90 voti[32], incarico che ricopre fino al 21 novembre 2023, quando si dimette venendo contestualmente eletto capogruppo di Forza Italia.[33]
Il 7 dicembre 2022 riceve il Premio Internazionale Bonifacio VIII "per una cultura della Pace", dall'Accademia Bonifaciana di Anagni (Fr), su proposta del Rettore Presidente Gr. Uff. Dott. Sante De Angelis e alla presenza del Presidente del Comitato Scientifico monsignore Enrico dal Covolo.
Posizioni politiche
[modifica | modifica wikitesto]Si è dichiarato contrario ai matrimoni gay, definendoli «contro-natura»[34], e alle adozioni gay, affermando «la vita nasce dall'incontro di uomo e donna».[35]
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Dichiarazioni su Obama
[modifica | modifica wikitesto]Il 5 novembre 2008, nel corso della registrazione del GR3 Rai parlando del presidente eletto degli Stati Uniti d'America e della lotta al terrorismo, ha dichiarato: «Con Obama alla Casa Bianca al-Qāʿida forse è più contenta»[36][37][38]. Dopo la sua dichiarazione venne duramente criticato da svariati esponenti del Partito Democratico, a partire dalla capogruppo al Senato Anna Finocchiaro.[39]
Caso Cyberealm
[modifica | modifica wikitesto]Il 3 dicembre 2023 il programma televisivo Report manda in onda un'inchiesta su Gasparri, dove emerge che (dimessosi 3 giorni prima da vicepresidente del Senato dopo un'anticipazione della puntata, trasmessa da Report la settimana prima) ha tenuto nascosto che ricopre l'incarico di presidente di Cyberealm, società di cybersicurezza che opera con enti della Pubblica amministrazione e con lo stato italiano, al momento della sua rielezione a senatore nel 2022, mentre i parlamentari sono obbligati a dichiarare tutti i loro incarichi per evitare conflitto di interessi. È il caso di Gasparri, che siede in Vigilanza Rai e nella commissione Esteri e Difesa in Senato, che si occupa di sicurezza digitale e attacchi informatici. Inoltre la società presieduta da Gasparri opera con agenti dei servizi segreti israeliani. Scrive Il Fatto Quotidiano: "Gasparri sapeva dell’inchiesta di Report da 2 mesi: di qui il tentativo di delegittimare Report con l’audizione di "Sigfrido Ranucci" in Vigilanza, il 7 novembre."[40]
Successivamente la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, al termine di un'istruttoria guidata dal senatore Manfredi Potenti (LSP), dichiarò l’incarico di Gasparri in Cyberealm compatibile col ruolo di senatore perché "la società non intrattiene rapporti con la pubblica amministrazione". Ma Il Fatto Quotidiano scopre che Cyberealm detiene quote della Atlantica Cyber Security Srl, tra le cui partecipate c'è Atlantica Digital S.p.a, che in passato aveva vinto (in modo lecito) appalti pubblici, anche con la Rai, di cui è fornitrice[41]. Il conflitto di interessi non dichiarato può comportare la decadenza da parlamentare. Il 6 marzo 2024 Gasparri si dimise da Cyberealm con una lettera al presidente del Senato La Russa. Report commentò: "Le dimissioni dalla società confermano che Report aveva ragione. Alla fine anche Gasparri si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti”. Inoltre, secondo il programma, la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari aveva preso decisioni “per ragioni politiche, senza compiere alcuna istruttoria” e che La Russa non aveva “avviato alcun procedimento disciplinare”.[42]
Controversie giudiziarie
[modifica | modifica wikitesto]Peculato
[modifica | modifica wikitesto]A dicembre 2013 Gasparri viene indagato per peculato dalla procura di Roma. Secondo i magistrati, il 22 marzo 2012 si sarebbe appropriato - tramite la Banca Nazionale del Lavoro del Senato - di 600.000 euro (fondi del gruppo PdL a Palazzo Madama), utilizzandoli per l'acquisto di una polizza a vita a lui intestata e i cui beneficiari, in caso di morte dell'assicurato, erano i suoi eredi legittimi. Gasparri aveva riversato la somma al gruppo PdL il 1º febbraio 2013.[43]
Il 17 febbraio 2014 la procura di Roma chiede il rinvio a giudizio di Gasparri con l'accusa di peculato. Il successivo 16 aprile il GUP di Roma accoglie la richiesta e rinvia Gasparri a giudizio.
Il 6 aprile 2016 il Tribunale di Roma assolve Gasparri dalle accuse a lui rivolte perché "il fatto non sussiste".[44]
Ingiuria
[modifica | modifica wikitesto]Il 30 agosto 2013 Gasparri, durante un'accesa discussione su Twitter, risponde a Riccardo Puglisi, ricercatore di economia dell'Università di Pavia, scrivendogli un tweet con scritto: "Ignorante presuntuoso, fai vomitare". In seguito a ciò Puglisi querela Gasparri per ingiuria.
Il 25 maggio 2015 viene processato dalla procura di Pavia con l'accusa di ingiuria[45]. Il 2 maggio 2016 tuttavia, con il decreto legislativo 7/2016 che abroga il reato di ingiuria e lo trasforma in un illecito civile punibile con una sanzione pecuniaria a gennaio dello stesso anno, il giudice di pace di Pavia assolve pertanto Gasparri dall'accusa di ingiuria perché "il fatto non costituisce più reato".[46]
Querele per diffamazione
[modifica | modifica wikitesto]A maggio 2015 Gasparri querela per diffamazione il rapper Fedez[47], che in precedenza lo aveva querelato[48]; mentre nel maggio 2022 querela il saggista Eric Gobetti e Laterza editore per un libro sui massacri delle foibe, che, secondo il suo punto di vista, contiene citazioni false e diffamatorie contro il suo ruolo nelle istituzioni della Repubblica italiana.[49]
Il 20 luglio 2024 querela lo scrittore e attivista di gazebi Pavlo Polyev (ex militante di centro destra) dei Giovani Democratici attualmente attivo a Trento presso varie associazioni (Meglio Legale, Arcigay, Arci, ecc). Il commento su INSTAGRAM in particolare scritto da Pavlo si riferiva ai temi della CANNABIS e GPA (Maternità Surrogata) dove Maurizio Gasparri proponeva la chiusura TUTTI I cannabis Shop D'ITALIA per legge definendo di voler combattere la droga a tutti i costi insieme alle politiche proibizioniste del centro destra. Dopo aver ricevuto la notifica di querela l'attivista andò a contestare il senatore in un evento pubblico di Forza Italia per la candidatura della sindaca di centro destra per la città di Trento dove il senatore decise di fare visita senza rendere noto a persone estranee che sarebbe arrivato, però Pavlo a quel tempo fu informato da dei amici di centro destra che Gasparri sarebbe arrivato... l'attivista scrisse sul cartellone: A 68 anni non sono più senatore ma "QUERELATORE" . L'emergenza dell"Italia - con un pezzo della denuncia ricevuta per notifica. Pavlo fu allontanato dalla DIGOS identificato ma lasciato andare per il motivo che non aveva commesso " azioni aggressive" contestando "pacificamente" il senatore. La notizia diventa virale sulle stampe ma anche sui social dove il video ripreso arrivò a generare 5.000.000 visualizzazioni e 90.000 like con tanti commenti di sostegno. Nel settembre 2025 dopo le indagini svolte risulta che Pavlo fu colpevole "ma non di troppo" dove nel commento si usa la parola "coglio**" per 3 volte e NAZIONALISTA COGLI** REAZIONARIO " come frasi forti. Costretto a pagare una multa da 240 euro.[senza fonte]
Imitazioni
[modifica | modifica wikitesto]In televisione Gasparri è stato oggetto di una celebre caricatura ad opera dell'attore Neri Marcorè, apparsa su Rai 2 nella trasmissione L'ottavo nano, su Rai 3 nella trasmissioni Raiot e Parla con me, infine su LA7 nel programma The show must go off, e di una parodia di Crozza nel programma di Giovanni Floris Dimartedì su La7, in seguito alle sue dichiarazioni su due ragazze rapite in Siria dagli islamisti dell'ISIS e poi rilasciate, pare contro un riscatto.[50]
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- 1984 - Maurizio Gasparri - Adolfo Urso: "L'età dell'intelligenza. La destra, il cambiamento e la rivoluzione informatica", Roma, ed. Settimo Sigillo.
- 1998 - Maurizio Gasparri - Marco Pannella: "Droghe leggere, vendita legalizzata?", Firenzelibri.
- 2005 - Maurizio Gasparri - "Fare il futuro. Idee e azioni per modernizzare l'Italia", Roma, Edizioni Pagine.
- 2007 - Maurizio Gasparri - "Con il cuore a Destra" - ed. Rubbettino.
- 2009 - Maurizio Gasparri - "Il viaggio del Popolo della Libertà. Il PdL e le sue idee", Roma, Koinè Nuove Edizioni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sito ufficiale, su gasparri.it.
- ^ Il romanista Gasparri ora tifa Juve: “Pur di andare contro la Lazio dico anche questo…”, su laziopress.it.
- ^ https://www.facebook.com/Superscommesse.it, Per chi tifano i nostri politici? La maggioranza dice..., su SuperScommesse. URL consultato il 28 gennaio 2019.
- ^ (EN) Giorgia Belfiore, Maurizio Gasparri età, carriera, moglie, figli e società di cyberse..., su TAG24, 26 novembre 2023. URL consultato il 19 settembre 2025.
- ^ a b c I 4 nuovi vicepresidenti del Senato, su Il Post, 21 marzo 2013.
- ^ a b c Maurizio Gasparri va in pensione (dopo 9 anni di lavoro su 37), su nextquotidiano.it, 3 luglio 2020. URL consultato il 3 luglio 2020.
- ^ Quando i finiani doc erano Gasparri e La Russa, in Il Tempo, 17 aprile 2010. URL consultato il 19 dicembre 2010.
- ^ Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato il 14 luglio 2025.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
- ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo. URL consultato il 19 settembre 2025.
- ^ Da trent’anni chi perde ai referendum chiede di cambiare le regole, su Pagella Politica. URL consultato il 19 settembre 2025.
- ^ Gasparri accusa il Big, Libero, 12 giugno 2016, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 2 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2017).
- ^ Riforma Rai: la legge Gasparri va abolita, Renzi mantenga la parola - Il Fatto Quotidiano Critiche alla legge Gasparri, IlFattoQuotidiano, 25 febbraio 2015
- ^ Causa C-380/05 presso Corte di Giustizia Europea, su eur-lex.europa.eu.
- ^ Tv: Unione europea boccia la legge Gasparri, in Corriere della Sera, 18 luglio 2007. URL consultato il 19 dicembre 2010.
- ^ Consiglio di Stato n.242/20 gennaio 2009 (PDF), su archive.org.
- ^ la vicenda, paradossale, si dipana tra 10 anni di ricorsi e sentenze. Il 22 dicembre 1999, vinta nel 1997 la gara pubblica, il Ministero ribadiva la concessione delle frequenze. Nel novembre 2002 la Corte Costituzionale (sentenza 466/2002) ribadisce il concetto. Nel 2004 vi è una sentenza favorevole TAR n. 9325/04 che lo ribadisce di nuovo. Luglio 2005, ricorso al Consiglio di Stato, che, essendo in grave imbarazzo, rivolge dei quesiti interpretativi alla Corte di giustizia Europea. Questa concede udienza il 30 novembre 2006 e, dopo enormi ritardi emette un'altra sentenza favorevole, in gennaio 2008. Senza produrre risultati reali. Si veda Europa 7 per ulteriori dettagli.
- ^ Il digitale terrestre ingaggia Gasparri - La Stampa, 18 luglio 2006, su lastampa.it. URL consultato il 18 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2008).
- ^ La procura aprirà un'indagine e ipotizza una tangente di 97 milioni di euro. Si veda Repubblica, feb 2008
- ^ Report - 17 maggio 2007, su report.rai.it (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2009).
- ^ DDL Giustizia (PDF), su corriere.it.
- ^ RASSEGNA STAMPA 13 novembre 2009 (PDF), su ordineavvocatitrani.it. URL consultato il 9 agosto 2020.
- ^ Intervista a Corriere.it, su video.corriere.it.
- ^ ilTempo.it Archiviato il 26 gennaio 2011 in Internet Archive., testo della lettera aperta
- ^ L'addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia, su corriere.it.
- ^ Italo Bocchino direttore del Secolo, la rabbia della figlia di Almirante: "Boicottiamolo". E Storace va giù duro con Alfano, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 16 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014).
- ^ Gasparri eletto presidente Giunta Senato - Ultima Ora, su Agenzia ANSA, 18 luglio 2018. URL consultato l'8 maggio 2023.
- ^ Taglio parlamentari, Forza Italia guida la coalizione dei salva-poltrone. Firmano per il referendum pure 7 Pd, 3 M5S e due renziani, su ilfattoquotidiano.it, 18 dicembre 2019. URL consultato il 23 dicembre 2019.
- ^ Rivoluzione Berlusconi, cambia tutto in Forza Italia: ecco i nuovi 14 del vertice, su iltempo.it. URL consultato il 13 maggio 2020.
- ^ La nuova maggioranza ha già fatto diverse proposte antiabortiste, su Il Post, 19 ottobre 2022. URL consultato il 14 luglio 2025.
- ^ AMP | Camera e Senato, eletti i rappresentanti dei partiti negli uffici di presidenza, su www.rainews.it. URL consultato il 19 ottobre 2022.
- ^ FI: staffetta Ronzulli-Gasparri alla guida del gruppo al Senato - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 21 novembre 2023. URL consultato il 21 novembre 2023.
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- ^ LaStampa, 5/11/2008, su lastampa.it. URL consultato il 21 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2012).
- ^ Gasparri, il lobbista della cybersicurezza, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 14 dicembre 2024.
- ^ Caso Gasparri. Rai ammette: “La Spa nella rete della Cyberealm lavora con noi”, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 14 dicembre 2024.
- ^ Appalti Rai, Gasparri annuncia: "Mi dimetto dalla presidenza di Cyberealm". M5s: "Finalmente, ha offeso le istituzioni", su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 14 dicembre 2024.
- ^ La Stampa - Gasparri indagato a Roma per peculato, su lastampa.it.
- ^ Fondi Pdl, Maurizio Gasparri assolto dall’accusa di peculato. “Avrei molto da dire ma non lo farò adesso”, su ilfattoquotidiano.it, 6 aprile 2016. URL consultato il 2 luglio 2025.
- ^ Il processo contro @gasparripdl, su Il Post, 25 maggio 2015. URL consultato il 19 settembre 2025.
- ^ Tweet ingiurioso, Gasparri assolto. Il reato è stato abrogato - Cronaca - La Provincia Pavese, su laprovinciapavese.gelocal.it, 2 maggio 2016. URL consultato il 2 luglio 2016.
- ^ Pulp Podcast, Gasparring con Maurizio Gasparri e Giuseppe Cruciani | Pulp Podcast #27, 9 giugno 2025. URL consultato il 10 giugno 2025.
- ^ "Mi ha dato del maiale, lo querelo: voglio 500mila euro", su HuffPost Italia, 20 maggio 2015. URL consultato il 10 giugno 2025.
- ^ Gasparri fuori dal coroy sui 120 anni della Laterza: «Non la celebro, la querelo per il libro sulle foibe», su Secolo d'Italia, 12 maggio 2021. URL consultato il 10 giugno 2025.
- ^ Maurizio Crozza a DiMartedì: "Maurizio Gasparri non vuole che si paghi alcun riscatto per lui? Ma chi te lo paga!" (VIDEO), su huffingtonpost.it, 21 gennaio 2015. URL consultato il 9 agosto 2020.
Voci correlate
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Wikiquote contiene citazioni di o su Maurizio Gasparri
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su gasparri.it.
- Gasparri, Maurizio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Maurizio Gasparri, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Maurizio Gasparri (XVI legislatura della Repubblica Italiana) / XVII legislatura / XVIII legislatura / XIX legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.
- Maurizio Gasparri, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Maurizio Gasparri, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Registrazioni audiovisive di Maurizio Gasparri, su Rai Teche, Rai.
- Sito della rivista telematica Destra.it, su destra.it.
- Sito dell'associazione Italia Protagonista, su italiaprotagonista.it.
- Intervista in cui l'on. Gasparri lancia la proposta del Partito Unico del Centrodestra, su politicalink.it. URL consultato il 9 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2007).
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 49017604 · ISNI (EN) 0000 0000 5427 3689 · SBN CFIV043248 · LCCN (EN) no2007122554 · GND (DE) 1147242143 |
|---|
- Senatori della XVI legislatura della Repubblica Italiana
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