Pietre d'inciampo nella provincia di Monza e della Brianza

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Pietra d'inciampo a Muggiò

La lista delle Pietre d'Inciampo nella provincia di Monza e della Brianza ricorda il destino delle vittime dello sterminio nazista, qualunque sia stato il motivo della persecuzione: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali.

Posizione delle pietre d’inciampo[modifica | modifica wikitesto]

Aicurzio[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
9 febbraio 2022 Piazza della Chiesa, 4

45°38′24.82″N 9°24′51.81″E / 45.640227°N 9.414391°E45.640227; 9.414391 (Pietra d'inciampo per Tranquillo Casiraghi)
QUI ABITAVA
TRANQUILLO CASIRAGHI
NATO 1901
ARRESTATO 15.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 24.4.1945
GUSEN
Casiraghi, Tranquillo Tranquillo Casiraghi (Aicurzio, 24 agosto 1901 - Gusen, 24 aprile 1945), coniugato con Giuseppina Parma, operaio alla Breda di Sesto San Giovanni. A seguito degli scioperi del marzo 1944 e conseguente rappresaglia nazifascista, è arrestato in fabbica il 15 marzo, deportato nel Reich, destinato al campo di Mauthausen dove arriva il 5 aprile 1945, immatricolato nr. 61598. Trasferito a Gusen, muore il 24 aprile 1945.[1][2]

Albiate[modifica | modifica wikitesto]

Ad Albiate si trova attualmente una pietra d'inciampo, posata il 30 gennaio 2022.[3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
30 gennaio 2022[4] Via delle Rimembranze, 18

45°39′27.07″N 9°15′29.44″E / 45.657519°N 9.258179°E45.657519; 9.258179 (Pietra d'inciampo per Anacleto Giuseppe Colombo)
QUI VIVEVA
ANACLETO GIUSEPPE COLOMBO
NATO 1900
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 10.10.1944
GUSEN
Anacleto Giuseppe Colombo - Nato ad Albiate e residente in via Roma, operaio alla Falck Vittoria di Sesto San Giovanni. In seguito agli scioperi nella fabbrica, venne arrestato nella notte del 28 marzo 1944 nella sua abitazione. Inizialmente incarcerato a Monza poi a San Vittore a Milano ed infine trasferito nella caserma Umberto I di Bergamo da dove il 5 aprile fu deportato a Mauthausen, numero di matricola 61615. Anacleto fu assegnato al sottocampo di Gusen, luogo dove finirono gli operai deportati che, a seguito delle necessità belliche e della carenza di manodopera, vennero utilizzati come forza lavoro nelle grandi cave di pietra e nelle fornaci. Gusen era di fatto un campo di sterminio come lo furono tutti i 49 sottocampi di Mauthausen. Qui morì di stenti e privazioni il 13 ottobre del '44

Arcore[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
25 aprile 2022 Largo Vincenzo Vela, 1
ingresso parco e Municipio

45°37′36.72″N 9°19′17.15″E / 45.626866°N 9.32143°E45.626866; 9.32143 (Pietra d'inciampo per Mario Carlo Ampusi e Francesco Caglio)
QUI ABITAVA
MARIO CARLO
AMPUSI
NATO 1901
ARRESTATO 23.11.1944
DEPORTATO
ASSASSINATO 18.3.1945
KAHLA
Ampusi, Mario Carlo Mario Carlo Ampusi (Arcore, 12 ottobre 1901 - Kahla[5], 24 aprile 1945), operaio specializzato alla Pirelli Bicocca nella lavorazione delle resine sintetiche. Partecipa, con centinaia di colleghi, agli scioperi del marzo 1944, con tale motivazione è arrestato in fabbrica il 23 novembre dai nazisti. Inviato con uno dei tanti Treni della morte al Lager di Kahla,[5] costretto ai lavori forzati per lo scavo delle gallerie adibite ad ospitare insediamenti industriali bellici. Muore il 18 marzo 1945 e viene sepolto nel cimitero per stranieri di quel villaggio.[6][7][8]
QUI ABITAVA
FRANCESCO CAGLIO
NATO 1909
ARRESTATO 6.3.1944
INTERNATO FOSSOLI
ASSASSINATO 12.7.1944
POLIGONO DI TIRO
DI CIBENO
Caglio, Francesco Francesco Caglio (Arcore, 2 agosto 1909 - Carpi, 12 luglio 1944), sposato con Erminia Rivolta dalla quale ebbe due figlie. Operaio magazziniere presso la Gilera, poi presso la ditta Bestetti, attivista dll'Azione Cattolica e antifascista; non prese mai la tessera del PNF. Fu tra gli organizzatori delle prime formazioni di resistenti di Arcore entrando poi nelle file della 25ª Brigata del Popolo di Monza. Arrestato il 6 marzo 1944 con l'accusa di aver nascosto armi in campagna è tradotto nel carcere di Monza. Resistendo alle torture assume su di sè tutte le responsabilità scagionando diversi altri arrestati. Incarcerato poi a San Vittore quindi tradotto al campo di Fossoli. Sarà tra i 67 martiri fucilati il 12 luglio 1944 al poligono di tiro di Cibeno.[9][7]

Barlassina[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
5 febbraio 2022 Corso Milano, 22

45°39′21.51″N 9°07′45.44″E / 45.655974°N 9.129288°E45.655974; 9.129288 (Pietra d'inciampo per Achille Tagliabue)
QUI ABITAVA
ACHILLE TAGLIABUE
NATO 1913
ARRESTATO 14.9.1943
DEPORTATO
MITTELBAU-DORA
ASSASSINATO 4.2.1944
Tagliabue, Achille Achille Tagliabue (Barlassina, 14 luglio 1913 - Mittelbau-Dora, 4 febbraio 1944), intagliatore a Barlassina, decorato con Croce di Guerra per la campagna d'Etiopia, impegnato anche in Albania nel 1939. Caporal Maggiore, del Genio, a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero ed arrestato a Fiume il 14 settembre 1943. Deportato nel Reich al campo di Mittelbau-Dora, muore il 4 febbraio 1944.[10][11]

Bellusco[modifica | modifica wikitesto]

A Bellusco si trova attualmente una pietra d'inciampo, posata il 27 gennaio 2022.[3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2022 Via Dante, 2

45°37′00.75″N 9°25′05″E / 45.616875°N 9.418057°E45.616875; 9.418057 (Pietra d'inciampo per Alesssandro Fumagalli)
QUI ABITAVA
ALESSANDRO
FUMAGALLI
NATO 1901
ARRESTATO 28.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 30.4.1945
GUSEN
Fumagalli, Alessandro Alessandro Fumagalli (Capiate, 23 agosto 1901 - Gusen, 30 aprile 1945), operaio meccanico specializzato alla Falk di Sesto San Giovanni, risiede con la moglie e la figlia a Bellusco. Nella notte tra il 27 e il 28 marzo 1944, i Carabinieri di Bernareggio lo prelevano dalla sua abitazione, senza una chiara motivazione, presumibilmente in conseguenza della rappresaglia nazifascista in risposta agli scioperi del marzo 1944. Inviato alle carceri di San Vittore a Milano, trasferito alla Caserma Umberto I°[12] di Bergamo, il 4 aprile partì per destinazione sconosciuta. Alessandro Fumagalli morì di denutrizione, deperimento e malattia il 30 aprile 1945, a pochi giorni dalla liberazione del campo da parte dell’esercito americano.[13][14]
Immediatamente dopo la Liberazione, nell'autunno 1945, su iniziativa dei reduci delle deportazioni, gli fu intitolata una Piazza a perenne ricordo.

Bernareggio[modifica | modifica wikitesto]

A Bernareggio si trovano attualmente tre pietre d'inciampo, posate tra il 2020 ed il 2023.[15][3][16]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2020 Via Sandro Pertini, 46
ingresso municipio

45°38′57.77″N 9°24′42.8″E / 45.649381°N 9.411889°E45.649381; 9.411889 (Pietra d'inciampo per Attilio Galbiati e Agostino Corno)
QUI ABITAVA
ATTILIO GALBIATI
NATO 1913
ARRESTATO 4.3.1943
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 25.10.1944
GUSEN
Galbiati, Attilio Attilio Galbiati (Bernareggio, 6 giugno 1913 - Gusen, 25 ottobre 1944), celibe, professione manovale. Arrestato Il 4 marzo 1944, il 9 marzo è condotto a San Vittore, a Milano, senza una specifica di reato. Il 6 aprile 1944 è deportato a Mauthausen dove arriva il 8 aprile 1944, matricola 61648, trasferito a Gusen muore il 25 ottobre 1944.[17][18][19].
30 gennaio 2022
QUI ABITAVA
AGOSTINO CORNO
NATO 1896
ARRESTATO 10.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 23.12.1944
GUSEN
Corno, Agostino Agostino Corno (Bernareggio, 23 agosto 1896 - Gusen, 23 dicembre 1944), occupato presso l'Innocenti, nel periodo bellico convertita per la produzione di proiettili per la marina e l'artiglieria, bombe per gli aerei. Dopo il grande sciopero generale dei primi marzo del '44 , il 10 marzo le SS fanno irruzione nello stabilimento ed arrestano 14 operai, due brianzoli. Agostino, il 20 marzo è deportato nel Reich destinato al campo di Mauthausen, trasferito a Gusen muore il 23 dicembre 1944.[20][21]
29 gennaio 2023
QUI ABITAVA
GENNARO MOTTA
NATO 1909
ARRESTATO 27.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 3.5.1944
Motta, Gennaro Gennaro Motta (Bernareggio, 22 gennaio 1909 - Mauthausen, 3 maggio 1944), muratore alla Falk Vittoria di Sesto San Giovanni, coniugato con Pierina Besana. È arrestato il 27 marzo 1944 a casa, assieme ad altri 6 operai «per motivi di pubblica sicurezza», considerati quali elementi «perturbatori» all’interno delle fabbriche dalla GNR della repubblica di Salò. Deportato a Mauthausen, matricola 63777, con il convoglio partito l'8 aprile da Novi Ligure, fermatosi il 13 a Bergamo e approdato il 16 nel campo di sterminio. Muore il 3 maggio 1944.[22][23]

Bovisio Masciago[modifica | modifica wikitesto]

A Bovisio Masciago si trovano attualmente tre pietre d'inciampo, posate tra il 2020 e il 2023.[15][3][16]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2020 Piazza Biraghi, 3
ingresso Municipio

45°36′42.07″N 9°08′50.58″E / 45.611686°N 9.147382°E45.611686; 9.147382 (Pietra d'inciampo per Ferruccio Sala, Antonio Moi, Bettini Amedeo)
QUI ABITAVA
FERRUCCIO SALA
NATO 1920
ARRESTATO 2.11.1944
DEPORTATO 1945
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 19.3.1945
GUSEN
Sala, Ferruccio Ferruccio Sala (Muggiò, 27 marzo 1927 - Gusen, 19 marzo 1945), residente a Bovisio Masciago è tra i primi ad essere arrestato a seguito della retata fascista seguita all'esplosione del cascinale, di cui era proprietario, adibito dai partigiani a deposito d'armi, nei pressi di Bovisio, causata da un ordigno innescato da un traditore infiltrato nella Brigata Mazzini; recluso a San Vittore, inviato al campo di Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich con destino campo di concentramento di Mauthausen dove arriva l'11 gennaio 1945, matricola 115711. Trasferito a Gusen, muore il 19 marzo 1945.[24]
27 gennaio 2022
QUI ABITAVA
ANTONIO MOI
NATO 1902
ARRESTATO 6.11.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 24.3.1945
Moi, Antonio Antonio Moi (???, 26 febbraio 1902 - Mauthausen, 24 marzo 1945), d'origine sarda, residente a Bovisio Masciago, coniugato con due figli, dirigente industriale che scelse la Resistenza. Ebbe a dire: "Non son tempi questi per un galantuomo di stare alla finestra a guardare"; di lui scrive Vincenzo Pappalettera nel suo libro “Tu passerai per il camino:”[25]“uomo di poche parole, animava il nostro movimento”. Partigiano membro attivo nel CLN della Brianza occidentale, si oppone alla richiesta delle locali autorità fasciste di manodopera da inviare nel Reich; è arrestato il 5 novembre 1944 nel corso del rastrellamento seguito all'esplosione di un cascinale, adibito dai partigiani a deposito d'armi, nei pressi di Bovisio, causata da un ordigno innescato da un traditore infiltrato nella Brigata Mazzini, ebbe come conseguenza l'arresto, da parte dei nazifascisti, di buona parte dei resistenti locali. All'arresto fa seguito la deportazione al campo di Mauthausen, poco dopo Antonio è trasferito ad Auschwitz. Il 18 gennaio 1945 all'avvicinarsi degli uomini dell'Armata Rossa il campo viene evacuato ed i prigionieri sono trasferiti con una delle tante marce della morte, a piedi fra neve e gelo, al campo di Mauthausen. Per le condizioni disperate in cui vi giunge, Antonio è indirizzato all'infermeria del campo dove muore il 24 marzo 1945.[26][27]
27 gennaio 2023
QUI ABITAVA
AMEDEO BETTINI
NATO 1909
ARRESTATO 1944
INTERNATO FLOSSEMBÜURG
ZWICKAU
ASSASSINATO 21.4.1945
MARCIA DELLA MORTE
Bettini, Amedeo Amedeo Bettini (???, 16 novembre 1909 - Zwickau[28], 21 aprile 1945), meccanico, residente a Bovisio Masciago, partigiano tra le file delle Brigate Mazzini, nome di battaglia “il Moro”. Con l'accusa di attività sovversiva è arrestato negli ultimi giorni dell’ottobre 1944, incarceto a San Vittore, quindi il 21 dicembre trasferito a Bolzano da dove è deportato a Flossenbürg; il 21 febbraio del 1945 è trasferito nel sottocampo di Zwickau[28]. Assassinato il 21 aprile 1945 durante la marcia di trasferimento verso la Cecoslovacchia.[29][30]

Briosco[modifica | modifica wikitesto]

A Briosco si trovano attualmente due pietre d'inciampo, posate tra il 2020 e il 2022.[15][3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2020 Via Roma, 4
ingresso Municipio

45°42′29.33″N 9°14′11.06″E / 45.708146°N 9.236405°E45.708146; 9.236405 (Pietra d'inciampo per Riccardo Ronzoni e Egidio Annoni)
QUI ABITAVA
RICCARDO RONZONI
NATO 1911
ARRESTATO 9.9.1943
PESCHIERA DEL GARDA
DEPORTATO 1943
DACHAU,FLOSSENBÜRG
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 12.3.1945
EBENSEE
Ronzoni, Riccardo Riccardo Ronzoni - (Briosco, 19 settembre 1911 - Ebensee, 12 marzo 1945), arrestato a Peschiera del Garda, il 22 settembre 1943 è deportato a Dachau, matricola 53769, "schutz". Dal 7 ottobre al 23 dicembre è al Castello di Neuhirschstein[31] (Flossenbürg). Il 9 marzo 1944 è inviato a Mauthausen, matricola 56721. Muore il 12 marzo 1945.[32]
26 gennaio 2022
QUI ABITAVA
EGIDIO ANNONI
NATO 1923
ARRESTATO SETT. 1943
DEPORTATO
STALAG VIII NORIMBERGA
ASSASSINATO 21.1.1945
Annoni, Egidio Egidio Annoni (Briosco, 25 ottobre 1923 - Norimberga,[33] 21 gennaio 1945), catturato il giorno successivo all’armistizio dell'8 settembre 1943, con i suoi commilitoni del 3° Centro Automobilistico di Milano. È deportato nel Reich, con lo stato di IMI come gli oltre 650000 militari italiani che rifiutarono di arruolarsi tra i nazifascisti. Muore il 21 gennaio del 1945 nello Stalag VIII-D di Norimberga[33], è sepolto nel cimitero militare italiano di Francoforte.[34][35]

Brugherio[modifica | modifica wikitesto]

A Brugherio si trovano attualmente tre pietre d'inciampo, posate tra il 2020 e il 2022.[15][3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
19 gennaio 2020 Parco della Memoria
Via De Gasperi

45°33′03.32″N 9°18′01.5″E / 45.550923°N 9.300418°E45.550923; 9.300418 (Pietra d'inciampo per Giulio Agostoni, Albino Pisoni, Edoardo Colombo)
QUI ABITAVA
GIULIO AGOSTONI
NATO 1905
ARRESTATO 27.3.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 22.4.1945
GUSEN
Agostoni, Giulio Giulio Agostoni (Brugherio, 15 ottobre 1905 - Gusen, 22 aprile 1945), dipendente della Falck Unione di Sesto San Giovanni. In seguito agli scioperi del marzo 1944, nella notte del 27 marzo è arrestato e trasferito prima al carcere di Monza, poi a S.Vittore e da lì alla Caserma Umberto I°[12] a Bergamo, quindi deportato a Mauthausen ed infine Gusen, dove è assassinato il 22 aprile 1945.[36]
30 gennaio 2022
QUI ABITAVA
ALBINO PISONI
NATO 1913
ARRESTATO 7.8.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.2.1945
MELK
Pisoni, Albino Albino Pisoni (Monza, 8 ottobre 1913 - Mauthausen, 15 febbraio 1945), trasferito sin da subito a San Damiano, dove vive anche dopo il matrimonio dal quale avrà quattro figli. Operaio alla Breda di Sesto San Giovanni è arrestato per motivi politici il 6 agosto 1944. Portato in carcere a Monza, San Vittore e Bolzano da dove è deportato il 14 dicembre nel Reich verso Mauthausen, quindi trasferito al campo di lavoro di Melk dove muore il 15 febbraio 1945. È seppellito nel cimitero militare italiano di Francoforte.[37][38]
QUI ABITAVA
EDOARDO COLOMBO
NATO 1913
ARRESTATO 1944
DEPORTATO
FLOSSEMBÜRG
ASSASSINATO 10.2.1945
HERSBRUCK
Colombo, Edoardo Edoardo Colombo (Brugherio, 10 febbraio 1913 - Hersbruck, 10 febbraio 1945), dopo il servizio militare, nell'aprile del 1936, emigra per lavoro in Germania, a Berlino. Tornato in patria aderisce al CLN; nell'agosto 1944 è nel carcere di San Vittore a Milano, 16 agosto è trasferito al campo di transito di Bolzano insieme a Edoardo Colombo; il 5 settembre sono deportati al campo di Flossenbürg, Edoardo è immatricolato n° 21421 e trasferito il 30 settembre 1944, a Hersbruck adibito allo scavo delle gallerie all'interno della montagna per ospitare installazioni industriali. Muore nell'infermeria del campo il 10 febbraio 1945.[39][38]

Carate Brianza[modifica | modifica wikitesto]

A Carate Brianza si trovano attualmente due pietre d'inciampo, la prima posata nel 2022, quindi 2023.[3][16]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2022 Via Luigi Azimonti, 6

45°40′42.11″N 9°14′05.8″E / 45.678363°N 9.234943°E45.678363; 9.234943 (Pietra d'inciampo per Augusto Cesana)
QUI ABITAVA
AUGUSTO CESANA
NATO 1897
ARRESTATO 30.12.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 18.3.1945
Cesana, Augusto Augusto Cesana (carate Brianza, 15 ottobre 1897 - Flossenbürg, 18 marzo 1945), cattolico, antifascista, partigiano; di umili origini, combattente nella Grande Guerra col grado di Maggiore degli Alpini. Cresciuto negli ambienti oratoriani e cooperativistici sino a diventare direttore della Cassa Rurale e fervente aderente all'Azione Cattolica per cui già agli albori del fascismo si trovò a difendersi e difendere l'organizzazione dagli assalti squadristi. Figura di riferimento dell'antifascismo cattolico caratese, dopo 1'8 settembre 1943 aderisce alla sezione locale del CLN Adibisce la cantina della Cassa Rurale ed Artigiana, di cui era direttore, a punto di raccolta e distribuzione di generi a sostegno delle formazioni partigiane di stanza in montagna. Il 30 dicembre è arrestato in casa dai fascisti. Subirà la deportazione nel Reich con destinazione il campo di Flossenbürg dove muore il 18 marzo 1945.[40][41]
27 gennaio 2023 Piazza Cesare Battisti

45°40′39.6″N 9°14′03.59″E / 45.677665°N 9.234332°E45.677665; 9.234332 (Pietra d'inciampo per Giovanni Cesana)
QUI ABITAVA
GIOVANNI CESANA
NATO 1923
INTERNATO FALLINGBOSTEL
ASSASSINATO 15.7.1944
Cesana, Giovanni Giovanni Cesana (Carate Brianza, 24 luglio 1923 - Fallingbostel[42], 15 luglio 1944), primo di sette fratelli, lavorava alla Brown Boveri di Milano come perito elettrotecnico quando viene arruolato nel Regio Esercito, entrando a far parte del Genio militare come marconista. L'armistizio dell'8 settembre 1943 lo colse mentre era in servizio a Zara. È catturato dai tedeschi presso Reggio Emilia mentre tenta di raggiungere casa sua. Seguirà la tragica sorte degli oltre 650000 militari italiani che rifiutano di arruolarsi nelle file nazifasciste: deportato nel campo per prigionieri di guerra di Fallingbostel[42], dove muore il 15 luglio del 1944.
Le sue spoglie vennero sepolte nel cimitero militare italiano di Amburgo per poi essere riportate a Carate Brianza nell'ottobre 2012 a cura della locale sezione dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.[43][44]

Cesano Maderno[modifica | modifica wikitesto]

A Cesano Maderno si trovano attualmente cinque pietre d'inciampo, posate tra il 2019 e il 2022.[45][15][3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2019 Piazza Arese, 1
ingresso Municipio

45°37′39.82″N 9°08′49.29″E / 45.627728°N 9.147024°E45.627728; 9.147024 (Pietra d'inciampo per Arturo Martinelli)
QUI ABITAVA
ARTURO MARTINELLI
NATO 1916
ARRESTATO COME POLITICO
1943
FOSSOLI
ASSASSINATO 12.7.1944
CIBENO
Martinelli, Arturo Arturo Martinelli (Castelverde, 1 settembre 1916 - Carpi, 12 luglio 1944), studente, arriva a Cesano nel '33. Tra i primi e più attivi collaboratori di Leopoldo Gasparotto, attivo nel Partito d'Azione è arrestato a Milano il 9 ottobre 1943, condotto al carcere di San Vittore e deportato a Fossoli il 27 aprile 1944. Sarà tra i 67 martiri fucilati il 12 luglio 1944 al poligono di tiro di Cibeno. È sepolto al Campo della Gloria ai Caduti per la Libertà[46] del Cimitero Maggiore di Milano.[47][48]
25 gennaio 2020 Via Duca D'Aosta, 1

45°37′28.13″N 9°08′49.09″E / 45.62448°N 9.14697°E45.62448; 9.14697 (Pietra d'inciampo per Clara Levi)
QUI STUDIAVA
CLARA LEVI
NATA 1929
ARRESTATA 1.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
DECEDUTA
BERGEN-BELSEN
Levi, Clara Clara Levi (Cesano Maderno, 1 marzo 1929 - Bergen-Belsen, 31 maggio 1945), figlia di Guido Levi ed Emma Bianca Tedeschi. In seguito ad una delazione Clara, con la madre le due sorelle e tre zie, sono tutte arrestate il 1º dicembre 1944 ad Ambivere in quanto ebree. Clara viene attesa al rientro da Bergamo dove frequentava l'Istituto delle Orsoline: “l’hanno aspettata che arrivasse con il treno e le hanno portate via”. Muore, come la sorella Nora, nel campo di Bergen Belsen il 31 maggio 1945.[49]
Sette pietre d'inciampo sono state posate il 15 gennaio 2023 ad Ambivere dove le donne della famiglia Levi risiedevano.[50]
29 gennaio 2022 Via Magenta, 3

45°38′03.57″N 9°07′23.93″E / 45.634325°N 9.123315°E45.634325; 9.123315 (Pietra d'inciampo per Leontino Bertaggia)
QUI ABITAVA
LEONTINO BERTAGGIA
NATO 1921
ARRESTATO 9.9.1943
POSTUMIA
DEPORTATO
ASSASSINATO 4.4.1945
SANGERHAUSEN
Bertaggia, Leontino Leontino Bertaggia (Correzzola, 2 dicembre 1921 - Sachsenhausen, 4 aprile 1945), ancora bambino si trasferisce a Cesano Maderno, dove il padre, Amedeo, grande invalido della Grande Guerra, trova lavoro alla SNIA Viscosa. È chiamato alle armi nel gennaio 1941 ed inviato sul fronte greco-albanese. Viene richiamato in Italia, da dove mancava da due anni, per frequentare il corso da carabiniere nella Legione Territoriale di Milano, ma non raggiungerà il suolo patrio in quanto il giorno immediatamente successivo all'8 settembre 1943 è fatto prigioniero dai tedeschi a Postumia (Slovenia). Venne internato nello stammlager XX B di Marienburg[51], in Polonia, e successivamente nello stammlager XII D di Trier[52] (Renania-Palatinato). Muore il 4 aprile 1945 a Sachsenhausen, (Sassonia) per malattia, ma non si conoscono né le circostanze del decesso né il luogo della sua sepoltura.[53][54]
19 marzo 2022 Via Manzoni, 20

45°37′15.07″N 9°09′13.63″E / 45.620852°N 9.153787°E45.620852; 9.153787 (Pietra d'inciampo per Ettore Diotti)
QUI ABITAVA
ETTORE DIOTTI
NATO 1908
ARRESTATO MARZO 1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 3.4.1945
Diotti, Ettore Ettore Diotti (Binzago, 22 aprile 1908 - Mauthausen, 3 aprile 1945), partigiano, residente a Cesano Maderno, lavora presso la Breda di Sesto San Giovanni nella Sezione 5, dove si producevano i componenti meccanici degli aeroplani militari e, in quanto dipendente di uno stabilimento di produzione bellica, è esonerato dal servizio militare. Dopo l'8 settembre 1943 entra nelle file della Resistenza tra i componenti della 108ª GAP. Partecipa agli scioperi del marzo 1944 che per una settimana bloccarono la produzione di tutte le grandi aziende del nord Italia. La feroce reazione dei nazifascisti portò all'arresto di migliaia di operai che saranno deportati poi nel Reich. Ettore Diotti venne fermato a Binzago nella bottega di falegnami della famiglia, e incarcerato a San Vittore, quindi trasferito alla caserma Umberto I°[12] di Bergamo, da dove, il 5 aprile 1944, dal Binario 1 della stazione ferroviaria cittadina è deportato a Mauthausen, matricola 61623; trasferito a Gusen, quindi nuovamente a Mauthausen dove muore il 3 aprile 1945.[55][56]
Via Toti
angolo Via S.Luigi

45°37′24.53″N 9°10′02.63″E / 45.623481°N 9.167396°E45.623481; 9.167396 (Pietra d'inciampo per Mario Romanò)
QUI ABITAVA
MARIO ROMANÒ
NATO 1914
ARRESTATO 8.9.1943
DEPORTATO
DECEDUTO 13.11.1945
STERNBERK
Romanò, Mario Mario Romanò (Cesano Maderno, 15 luglio 1945 - Sternberk, 13 novembre 1945), nato nella frazione di Cascina Gaeta. Richiamato alle armi nel 1941, viene mandato sul fronte Greco albanese con il 63º reggimento fanteria. Sbandato dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, come buona parte dei militari del Regio esercito, è catturato dai tedeschi e deportato nel Reich. Muore il 13 novembre 1945 nell1ospedale di Sternberk, in Moravia (Cecoslovacchia) per malattia contratta durante la prigionia.[57][56]
I resti mortali di Mario Romanò rientrarono in Italia il 20 gennaio 1996 e tumulati nel Cimitero di Cesano Maderno, accanto ai suoi cari.

Cogliate[modifica | modifica wikitesto]

A Cogliate sono presenti attualmente due pietre d'inciampo, posate nel 2020 e 2022[15][3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
25 gennaio 2020 Largo Follini

45°38′52.99″N 9°04′45.25″E / 45.648052°N 9.079237°E45.648052; 9.079237 (Pietra d'inciampo per Mario Follini e Antonio Borghi)
QUI ABITAVA
MARIO FOLLINI
NATO 1897
ARRESTATO 15.7.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 16.11.1944
HERSBRUCK
Follini, Mario Mario Follini (Milano, 22 ottobre 1897 - Hersbruck, 16 novembre 1944), sposato con Angela Grassi, padre di tre figli, residente a Cogliate. Trovato in possesso di alcune copie del giornale socialista clandestino Avanti! e sospettato di aver partecipato ad azioni di sabotaggio contro automezzi tedeschi, organizzati dalle Brigate Matteotti, è arrestato il 15 luglio 1944 e rinchiuso a San Vittore a Milano, quindi inviato al campo di Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich con destino Flossenbürg, dove giunse il 7 settembre 1944, matricola n. 21416 ed infine trasferito al sottocampo di Hersbruck dove muore il 16 novembre 1944.[58][59]
5 febbraio 2022
QUI ABITAVA
ANTONIO BORGHI
NATO 1924
ARRESTATO 8.9.1943
GRECIA
ASSASSINATO 17.4.1944
DORTMUND
Borghi, Antonio Antonio Borghi (Cogliate, 1 maggio 1924 - Dortmund, 17 aprile 1944), quarto di tredici fratelli. Partito per il fronte ad Alba nel 1941, arrestato il giorno stesso dell'armistizio dell'8 settembre 1943, in seguito deportato nel Reich come gli oltre 650000 internati militari italiani (IMI). Muore il 17 aprile 1944 nel campo per prigionieri di guerra Stalag VI-D di Dortmund. Durante la guerra non si ebbero molte sue notizie. I parenti seppero della sua morte dall'allora parroco avvisato da un cappellano militare tedesco. Sepolto in un primo tempo nel cimitero di Dortmund in seguito i suoi resti furono traslati al Cimitero Militare Italiano d'Onore di Francoforte sul Meno dove riposa in eterno.[60][61].

Desio[modifica | modifica wikitesto]

A Desio si trovano attualmente 4 pietre d'inciampo, poste tra il 2020 e il 2022.[15][3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2020 Corso Italia, 90

45°37′22.98″N 9°12′30.14″E / 45.62305°N 9.208372°E45.62305; 9.208372 (Pietra d'inciampo per Leah Elertt Haselnuss e Anna Haselnüss)
QUI ABITAVA
LEAH
ELERTT HASELNUSS
NATA 1882
ARRESTATA 3.12.1943
DEPORTATA 1944
ASSASSINATA 6.2.1944
AUSCHWITZ
Elertt Haselnüss, Leah Leah Elertt Haselnüss (Tyrawa_Wołoska (Polonia), 26 novembre 1882 - Auschwitz, 6 febbraio 1945), residente a Venezia, divorziata dal marito Samuel Haselnüss, è arrestata con la figlia Anna dai carabinieri il 3 dicembre 1943, il giorno stesso è carcerata a San Vittore; deportata dal Binario 21 della stazione centrale di Milano col trasporto del 30 gennaio 1944 è uccisa all'arrivo ad Auschwitz il 6 febbraio 1944.[62][63]
QUI ABITAVA
ANNA HASELNUSS
NATA 1915
ARRESTATA 3.12.1943
DEPORTATA 1944
ASSASSINATA 6.2.1944
AUSCHWITZ
Haselnüss, Anna Anna Haselnüss (Mannheim, 15 marzo 1915 - Auschwitz, 6 febbraio 1945), residente a Venezia dal 6 dicembre 1936, condivide la tragica sorte della madre Leah: arrestate dai carabinieri il 3 dicembre 1943, il giorno stesso sono tradotte al carcere di San Vittore a Milano; deportate dal Binario 21 della stazione centrale col trasporto del 30 gennaio 1944 entrambe assassinate all'arrivo ad Auschwitz il 6 febbraio 1944.[64][63]
La figlia di Anna, Giuditta Haselnüss Grosswirth, nata a Venezia il 16 luglio 1938, sfugge alla cattura grazie ai vicini di casa che la nascondono al momento dell'arresto della madre e della nonna; starà nascosta nel convento delle Suore Ancelle della Carità di Brescia, a Desio, fino al termine della guerra, quindi ospitata nella ex-colonia Sciesopoli di Selvino e in seguito trasferita in Israele.
29 gennaio 2022 Via XXV aprile, 1

45°37′07.02″N 9°12′59.39″E / 45.618616°N 9.216497°E45.618616; 9.216497 (Pietra d'inciampo per Luigi Briani)
QUI ABITAVA
LUIGI BRIANI
NATO 1900
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 10.10.1944
GUSEN
Briani, Luigi Luigi Briani (Desio, 24 gennaio 1900 - Gusen, 10 ottobre 1944), operaio gruista alla Breda di Sesto San Giovanni, sposato, con un bimbo piccolo; antifascista, attivo nella cellula clandestina della fabbrica, svolge attività di propaganda e sostegno ai gruppi partigiani. È arrestato a casa il 14 marzo 1944 per la sua partecipazione allo sciopero generale dei primi di marzo e richiuso nel carcere di Desio per essere poi trasferito a San Vittore, quindi da Milano al campo di Fossoli da dove gli riesce far pervenire una lettera alla moglie. Sarà quindi al campo di Bolzano da dove il 4 agosto 1944 è deportato nel Reich, destinato a Mauthausen, infine Gusen, dove è assassinato il 10 ottobre 1944.[65][66]
Via Garibaldi, 59

45°36′57.28″N 9°12′24.01″E / 45.615912°N 9.20667°E45.615912; 9.20667 (Pietra d'inciampo per Luigi Scalfi)
QUI ABITAVA
LUIGI SCALFI
NATO 1921
ARRESTATO 1943
INTERNATO DORTMUND
MORTO 28.11.1944
Scalfi, Luigi Luigi Scalfi (Desio, 7 novembre 1921 - Dortmund[67], 28 novembre 1944), scartato alla leva, si arruola volontario. Di stanza a Parma, è assegnato al 2° RGM Genio Pontieri e Chimici. A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, come altri centinaia di migliaia di militari italiani è catturato dai tedeschi; invitato ad aderire alla RSI o arruolarsi nelle file delle SS italiane, al suo rifiuto, è deportato nel Reich destinato al campo per Internati Militari Italiani (IMI) di Dortmund[67]. Si spegne il 28 novembre 1944 dopo aver contratto la tubercolosi.[68][69]

Giussano[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2022 Piazza Aldo Moro, 1
ingresso Municipio

45°41′28.7″N 9°12′19.73″E / 45.691305°N 9.205481°E45.691305; 9.205481 (Pietra d'inciampo per Giuseppe Fumagalli)
QUI ABITAVA
GIUSEPPE
FUMAGALLI
NATO 1907
ARRESTATO 8.9.1943
INTERNATO LUCKENWALDE
DECEDUTO 23.1.1945
Fumagalli, Giuseppe Giuseppe Fumagalli (Giussano), 17 settembre 1907 - Luckenwalde[70], 23 gennaio 1945), figlio di Giovanni e Regina Longoni. Frequenta la quarta classe elementare e lavora come meccanico. Arruolato il 4 marzo 1943 è effettivo a Cremona nel 3º Reggimento Artiglieria di Corpo d'Armata dal 31 marzo 1943. Catturato dai tedeschi a Milano in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 è deportato nel Reich al campo per prigionieri di guerra, ma come IMI, Stalag III-A (Luckenwalde)[70] dove muore per malattia il 24 gennaio 1945.[71]

Lentate sul Seveso[modifica | modifica wikitesto]

A Lentate sul Seveso si trovano attualmente due pietre d'inciampo, entrambe poste il 27 gennaio 2022.[3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2022 Piazza Fratelli Cervi
Camnago

45°40′04.74″N 9°07′42.03″E / 45.667984°N 9.128341°E45.667984; 9.128341 (Pietra d'inciampo per Amabile Marelli)
QUI ABITAVA
AMABILE MARELLI
NATO 1918
ARRESTATO 1943
RODI
DEPORTATO
BERGEN-BELSEN
ASSASSINATO 13.3.1945
Marelli, Amabile Amabile Marelli (Lentate sul Seveso), 22 dicembre 1918 - Bergen-Belsen, 13 marzo 1945), padre commerciante a Milano, la madre Angela di ricca famiglia di commercianti di legname. Studente universitario è arruolato e, al conseguimento della laurea, col grado di Sottotenente inviato sul fronte greco, presso il comando militare di Rodi. Dopo l'l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato dai tedeschi; rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò e quindi è deportato nel Reich, internato Bergen-Belsen, muore di stenti e di malattia il 13 marzo 1945.[72][73]
Via Achille Grandi
Parco comunale

45°40′04.74″N 9°07′42.03″E / 45.667984°N 9.128341°E45.667984; 9.128341 (Pietra d'inciampo per Gaetano Venturini)
QUI ABITAVA
GAETANO VENTURINI
NATO 1921
ARRESTATO 15.9.1943
ALBANIA
DEPORTATO
MITTELBAU-DORA
ASSASSINATO 11.12.1943
Venturini, Gaetano Gaetano Venturini (Lentate sul Seveso), 1 ottobre 1921 - Mittelbau-Dora, 11 dicembre 1943), secondo di tre fratelli, soldato del Regio Esercito Italiano, è catturato in Albania il 15 settembre 1943, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e deportato a Nordhausen nel distretto dei campi di concentramento noto col nome di Mittelbau-Dora dove muore di stenti l'11 dicembre 1943.[74][75]

Limbiate[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
24 gennaio 2020 Via Monte Bianco, 2
ingresso municipio

45°36′12.74″N 9°07′26.14″E / 45.603539°N 9.123927°E45.603539; 9.123927 (Pietra d'inciampo per Elda Levi Gutenberg)
QUI ABITAVA
ELDA
LEVI GUTENBERG
NATA 1894
ASSASSINATA 31.3.1945
BOLZANO
Levi Gutenberg, Elda Elda Levi Gutenberg (Milano, 31 luglio 1894 - Bolzano, 31 marzo 1945), prelevata in data sconosciuta dall'ospedale psichiatrico di Mombello[76] (in comune di Limbiate) dove era ricoverata, dopo un breve periodo al carcere di San Vittore, è inviata al campo di Bolzano, dove muore il 31 marzo 1945 nelle celle di punizione a causa delle sevizie a cui fu sottoposta dalle guardie ucraine del campo.[77][78]
5 maggio 2022
QUI ABITAVA
LUIGI COLOMBO
NATO 1922
DEPORTATO 1943
MORTO 4.6.1945
GORZOW
Colombo, Luigi Luigi Colombo (Limbiate, 8 ottobre 1922 - Gorzów Wielkopolski, 4 giugno 1945), figlio di Carlo e Maria Luraschi, con due fratelli e una sorella minori. Arruolato ed inviato sul fronte greco, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato dai tedeschi e deportato nel campo di lavoro di Landsberg an der Warthe (oggi Gorzów Wielkopolski), dove muore il 4 giugno 1945. Riposa nel Cimitero Militare Italiano di Bielany, nei pressi di Varsavia, insieme a più di mille altri IMI assassinati dai nazisti.[79][80]

Lissone[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2019 Via Dante, 30
ingresso stadio

45°36′41.94″N 9°13′58.45″E / 45.611649°N 9.232904°E45.611649; 9.232904 (Pietra d'inciampo per Mario Bettega)
QUI SI ALLENAVA
MARIO BETTEGA
NATO 1918
ARRESTATO 23.2.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 19.3.1945
Bettega, Mario Mario Bettega (Lissone, 16 agosto 1918 - Mauthausen, 19 marzo 1945), calciatore della Pro Lissone, operaio alla Breda di Sesto San Giovanni, ma anche antifascista attivo nella resistenza. Con le sue conoscenze tra i giovani di Lissone, svolge un gran lavoro per sostenere ed estendere l'attività resistenziale. È catturato dai repubblichini il 23 febbraio 1944, mentre consegna un pacco di otturatori e caricatori alle SAP, Squadre di Azione Patriottica. Dal carcere di San Vittore di Milano è deportato nel Reich e destinato al campo di Mauthausen,dove muore, all'età di 26 anni, il 19 marzo 1945.
Nel 1963, l'Amministrazione Comunale ha dedicato a Bettega una via di Lissone.[81][82]
25 gennaio 2020 Via Matteotti, 10

45°36′29.41″N 99°14′10.73″E / 45.60817°N 99.236313°E45.60817; 99.236313 (Pietra d'inciampo per Attilio Mazzi)
QUI ABITAVA
ATTILIO MAZZI
NATO 1885
ARRESTATO 23.11.1943
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 9.4.1945
GUSEN
Mazzi, Attilio Attilio Mazzi (Verona, 27 aprile 1885 - Gusen, 9 aprile 1945), residente a Milano, sposato con Augusta Guaita, quattro figli. A Lissone aveva aperto uno stabilimento per la tranciatura del legno. Ardente antifascista, all'indomani della caduta del fascismo, Attilio sfila per le vie di Lissone, innalzando un cartello con l'immagine di Badoglio mettendosi a capo di un breve corteo che raggiunta la Casa del Fascio, distrugge i simboli del fascismo. È arrestato il 23 novembre 1943 e portato in carcere a Monza, poi trasferito a San Vittore. Dopo due mesi è al campo di Fossoli e di seguito a Bolzano. Il 5 agosto è deportato nel Reich e destinato a Mauthausen, immatricolato con il numero 82424. Trasferito in seguito a Gusen, dove muore il 9 aprile 1945.[83][84]
20 gennaio 2022 Via Padre Reginaldo Giuliani, 59

45°36′26.8″N 9°14′13.29″E / 45.607445°N 9.237024°E45.607445; 9.237024 (Pietra d'inciampo per Gian Franco De Capitani Da Vimercate)
QUI ABITAVA
GIAN FRANCO
DE CAPITANI
DA VIMERCATE
NATO 1925
ARRESTATO 4.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 5.12.1944
EBENSEE
De Capitani Da Vimercate, Gian Franco Gian Franco De Capitani Da Vimercate (Lissone, 24 febbraio 1925 - Ebensee, 5 dicembre 1944), di famiglia benestante e solidamente antifascista, Gian Franco è ritenuto figlio di un socialista sovversivo ed è oggetto di sorveglianza. Il 4 marzo 1944 è fermato ad un posto di blocco tra Monza e Lissone e nonostante il termine per presentarsi alla chiamata alle armi della classe cui apparteneva, non fosse ancora scaduto, i repubblichini lo considerarono come renitente alla leva e trattenuto alla Villa Reale di Monza. Presumibilmente, in seguito, tradotto al carcere di San Vittore quindi a Fossoli. È deportato a Mauthausen, dove arriva l'11 marzo del '44 ed infine inviato ai lavori forzati nel campo di Ebensee, dove, non ancora ventenne, muore il 5 dicembre 1944.[85][86]
Via Piave, 1

45°36′23.28″N 9°14′33.84″E / 45.606467°N 9.242733°E45.606467; 9.242733 (Pietra d'inciampo per Giulio Colzani)
QUI ABITAVA
GIULIO COLZANI
NATO 1911
ARRESTATO 11.7.1944
DEPORTATO
DACHAU,BUCHENWALD
ASSASSINATO 24.4.1945
MARCIA DELLA MORTE
Colzani, Giulio Giulio Colzani (Lissone, 12 febbraio 1911 - Monaco di Baviera, 24 aprile 1945), celibe, è arrestato l'11 luglio 1944 dalla polizia politica fascista per accertamenti e rinchiuso a Monza. È a San Vittore il 2 agosto 1944, quindi il 7 settembre al campo di Bolzano da dove, Il 5 ottobre è deportato nel Reich destinato a Dachau, immatricolato triangolo rosso n° 113219, è immediatamente trasfertito al campo di Bad Gandersheim[87], sottocampo di Buchenwald. All'approssimarsi dell arrivo degli Alleati, i nazisti evacuano il campo ed è durante una delle tante marce della morte che, sfinito e non più in condizione di camminare, è assassinato da una raffica di mitra, ad opera di una SS, nei pressi di Monaco di Baviera.[88][89]

Meda[modifica | modifica wikitesto]

A Meda si trovano attualmente cinque pietre d'inciampo, le prime tre poste il 27 gennaio 2020,[90] le altre due poste il 3 febbraio 2022.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2020 Piazza Municipio 4
ingresso municipio

45°39′44.96″N 9°09′24.54″E / 45.66249°N 9.156818°E45.66249; 9.156818 (Pietra d'inciampo per Antonio Busnelli, Rinaldo Giorgetti, Vincenzo Meroni)
QUI ABITAVA
ANTONIO BUSNELLI
NATO 1911
ARRESTATO 17.3.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 19.4.1945
GUSEN
Busnelli, Antonio Antonio Busnelli (Meda, 30 ottobre 1911 - Gusen, 19 aprile 1945), partigiano, con gli altri due suoi compagni, Rinaldo Giorgetti e Vincenzo Moroni, è sorpreso dai nazisti in casa sua mentre progetta azioni di resistenza. Tutti e tre sono condotti nella sede della GNR, quindi in carcere a San Vittore[91] a Milano, trasferiti alla casema Umberto I°[92] di Bergamo dal cui Binario 1 della stazione cittadina, il 5 aprile 1944 sono deportati nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 61586 ed infine Gusen dove trova la morte il 19 aprile 1945.[93]
QUI ABITAVA
RINALDO GIORGETTI
NATO 1915
ARRESTATO 17.3.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 18.4.1945
GUSEN
Giorgetti, Rinaldo Rinaldo Giorgetti (Meda, 27 gennaio 1945 - Gusen, 18 aprile 1945),falegname, partigiano con Antonio Busnelli e Vincenzo Meroni condivide la tragica sorte: sorpreso dai nazisti in casa del Busnelli mentre appronta azioni di resistenza, è arrestato con i due compagni, condotti nella sede della GNR, quindi in carcere a San Vittore[91] a Milano, trasferiti alla casema Umberto I°[92]di Bergamo dal cui Binario 1 della stazione cittadina, il 5 aprile 1944 sono deportati nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 61659 ed infine Gusen dove muore il 18 aprile 1945.[94]
QUI ABITAVA
VINCENZO MERONI
NATO 1911
ARRESTATO 17.3.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 14.1.1945
GUSEN
Meroni, Vincenzo Vincenzo Meroni (Cabiate, 28 marzo 1911 - Gusen, 14 gennaio 1945), falegname, partigiano come i compagni Antonio Busnelli e Rinaldo Giorgetti, con loro condivide la sorte che li vede sorpresi dai nazisti in casa del Busnelli mentre approntano azioni di opposizione all'occupazione, sono arrestati, condotti nella sede della GNR, quindi in carcere a San Vittore[91] a Milano, trasferiti alla casema Umberto I°[92]di Bergamo dal cui Binario 1 della stazione cittadina, il 5 aprile 1944 sono deportati nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 61694 ed infine Gusen dove muore il 14 gennaio 1945.[94]
3 febbraio 2022 Piazza della Repubblica
dinanzi murales

45°39′42.25″N 9°09′20.81″E / 45.661736°N 9.15578°E45.661736; 9.15578 (Pietra d'inciampo per Luigi Cattaneo e Leonardo Cazzaniga)
QUI ABITAVA
LUIGI CATTANEO
NATO 1923
ARRESTATO 1943
DEPORTATO
FALLINGBOSTEL
ASSASSINATO 15.6.1944
Cattaneo, Luigi Luigi Cattaneo (Meda, 10 marzo 1923 - Fallingbostel[95], 15 giugno 1944), arruolato nel 512º battaglione mitraglieri del XII settore di copertura, come altri centinaia di migliaia di soldati italiani, immediatamente dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato dai nazisti e deportato nel Reich destinato al lager di Fallingbostel.[95] Muore il 15 giugno 1944.[96]
QUI ABITAVA
LEONARDO
CAZZANIGA
NATO 1919
ARRESTATO 9.9.1943
ROMA
ASSASSINATO 24.12.1943
GÖRLITZ
Cazzaniga, Leonardo Leonardo Cazzaniga (Meda, 13 ottobre 1919 - Gusen, 14 gennaio 1945), caporalmaggiore del 112º reggimento appartenente alla 103ª divisione di fanteria Piacenza dislocata nel settembre 1943 nei pressi dei colli romani. Immediatamente dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il 9 settembre, il reparto di cui fa parte si arrende ai tedeschi. La gran parte dei soldati italiani è deportato nel Reich. Cazzaniga muore nello Stalag VIII-A a Gorlitz il24 dicembre 1943.[97]

Monza[modifica | modifica wikitesto]

A Monza si trovano attualmente 9 pietre d'inciampo, poste tra il 2020 e il 2022.[98][99]


Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
16 gennaio 2020 Via Prina, 19

45°35′15.83″N 9°16′00.58″E / 45.587731°N 9.266828°E45.587731; 9.266828 (Pietra d'inciampo per Alessandro Colombo e Ilda Zamorani)
QUI ABITAVA
ALESSANDRO
COLOMBO
NATO 1875
DEPORTATO 1943
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 11.12.1943
Colombo, Alessandro Alessandro Colombo (Pitigliano, 17 dicembre 1875 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), ebreo, ragioniere, funzionario statale, insegnante. A seguito dell'emanazione delle leggi razziali fasciste, oramai pensionato, nel 1939 si autodenuncia appartenente alla razza ebraica, idem la moglie Ilda Zamorani, in ottemperanza alle suddette leggi. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, sperando di confondersi nella moltitudine della metropoli, si trasferiscono a Milano, ma in occasione del suo ritorno nella abitazione monzese per recuperare alcune foto degli affetti, riconosciuto, un delatore ne provoca l'immediato arresto. Dopo il carcere a Monza, il trasferimento a San Vittore[100] dove lo raggiunge la moglie che, per non lasciarlo solo, si fa arrestare. Entrambi, il 6 dicembre 1943, sono sul convoglio, uno dei tanti Treni_della_morte, partito dal Binario 21 della Stazione Centrale[101] di Milano. Il giorno stesso dell'arrivo ad Auschwitz, l'11 dicembre, sono entrambi assassinati nelle camere a gas.[102][103]
QUI ABITAVA
ILDA
ZAMORANI COLOMBO
NATA 1880
DEPORTATA 1943
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 11.12.1943
Zamorani Colombo, Ilda Ilda Zamorani Colombo (Ferrara, 12 marzo 1880 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), moglie di Alessandro Colombo. Quando apprende che il marito è in stato di arresto, si consegna spontaneamente a San Vittore[100] non volendolo lasciare solo: gesto d’amore assoluto ed estremo.Entrambi, il 6 dicembre 1943, sono sul convoglio, uno dei tanti Treni_della_morte, partito dal Binario 21 della Stazione Centrale[101] di Milano. Il giorno stesso dell'arrivo ad Auschwitz, l'11 dicembre, sono entrambi assassinati nelle camere a gas.[102][103]
27 gennaio 2022 Via Dante, 45

45°35′29.08″N 9°16′11.45″E / 45.591411°N 9.269846°E45.591411; 9.269846 (Pietra d'inciampo per Enrico Bracesco)
QUI ABITAVA
ENRICO BRACESCO
NATO 1910
ARRESTATO 13.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.12.1944
CASTELLO DI HARTHEIM
Bracesco, Enrico Enrico Bracesco (Monza, 10 aprile 1910 - Castello di Hartheim,[104] 15 dicembre 1944), capo attrezzista nella sezione V della Breda il giorno, la notte collabora con i partigiani della Brianza. Subisce una prima condanna ad un anno con la condizionale, accusato di essere tra gli organizzatori dei primi scioperi del marzo 1943. Nel novembre dello stesso anno perde una gamba in un incidente durante la fuga dai fascisti che lo intercettano dopo una consegna di armi ai partigiani; nuovamente arrestato, appena in condizione fugge nascondendosi presso parenti. Un delatore ne provoca però definitivamente l'arresto nel marzo 1944. Dopo la detenzione a Fossoli, è trasferito a Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. È assassinato al Castello di Hartheim[104] il 15 dicembre 1944.[105]
Via Pretorio, 2

45°35′05.63″N 9°16′28.19″E / 45.584896°N 9.274497°E45.584896; 9.274497 (Pietra d'inciampo per Giorgio Levi)
QUI ABITAVA
GIORGIO LEVI
NATO 1898
ARRESTATO 4.12.1943
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 18.1.1945
MARCIA DELLA MORTE
levi, Giorgio Giorgio levi (Modena, 28 settembre 1889 - ???, 18 gennaio 1945), ebreo, sposato con due figli, conduce un negozio di tessuti a Monza. Per la colpa di essere ebreo è arrestato il 4 dicembre 1943. Carcere di San Vittore[100], quindi Fossoli, infine deportato ad Auschwitz. Assassinato il 18 gennaio 1945 durante una delle tante marce della morte.[106]
Via Marco D’Agrate, 21

45°34′17.24″N 9°18′37.78″E / 45.571457°N 9.310495°E45.571457; 9.310495 (Pietra d'inciampo per Luigi Montrasio)
QUI ABITAVA
LUIGI MONTRASIO
NATO 1909
ARRESTATO 12.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 19.5.1944
GUSEN
Montrasio, Luigi Luigi Montrasio (Monza, 23 marzo 1909 - Gusen, 19 maggio 1944), falegname modellista presso la Caproni aeronautica. Arrestato dai fascisti, parrebbe la motivazione riconducibile ad un caso di omonimia, è deportato a Mauthausen, numero di matricola 59001, muore il 19 maggio 1944 al campo di Gusen.[107]
Via Volta, 15

45°35′18.23″N 9°16′10.62″E / 45.588396°N 9.269618°E45.588396; 9.269618 (Pietra d'inciampo per Carlo Samiolo)
QUI ABITAVA
CARLO SAMIOLO
NATO 1895
ARRESTATO 8.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 22.4.1945
GUSEN
Samiolo, Carlo Carlo Samiolo (Guarda Veneta, 7 marzo 1895 - Gusen, 22 aprile 1945), a capo dell’Ufficio del personale della sezione V della Breda è arrestato con l'accusa di complicità con la Resistenza per il rifiuto di rivelare i nomi dei partecipanti agli scioperi del marzo 1944. Incarcerato prima a San Vittore[100], quindi Fossoli, infine deportato a Mauthausen. È assassinato con l'acido cianidrico nel campo di Gusen il 22 aprile 1945.[108]
Via Sant'Alessandro, 5

45°35′18.23″N 9°16′10.62″E / 45.588396°N 9.269618°E45.588396; 9.269618 (Pietra d'inciampo per Angelo Beretta)
QUI ABITAVA
ANGELO BERETTA
NATO 1923
ARRESTATO 12.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 31.3.1945
GUSEN
Beretta, Angelo Angelo Beretta (Monza, 7 ottobre 1923 - Gusen, 31 marzo 1945), famiglia di antifascisti, è tornitore alla Falck di Sesto San Giovanni, attivo nella cellula del CLN della fabbrica. Arrestato dai militi fascisti consegnato ai nazisti che lo deportano nel Reich, destinato al campo di Mauthausen, matricola 58708. Trasferito a Gusen quindi Wien Schwechat[109] poi a Wien-Hinterbruhl. Con la necessità di evacuare i campi per l'avanzata delle truppe alleate, iniziano le tante "marce della morte". Beretta, ritenuto non idoneo a sostenere la marcia di trasferimento al campo di Floridsdorf[110], è assassinato il 31 marzo 1945 con un'iniezione di fenolo al cuore.[111]
Via Col di Lana, 18
sul marciapiede a sinistra

45°35′10.17″N 9°15′46.79″E / 45.586159°N 9.262998°E45.586159; 9.262998 (Pietra d'inciampo per Pietro Massari)
QUI ABITAVA
PIETRO MASSARI
NATO 1908
ARRESTATO 12.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.12.1944
EBENSEE
Massari, Pietro Pietro Massari (Monza, 7 ottobre 1923 - Gusen, 15 dicembre 1944), sposato con Maria Vailati è manovale alla Breda di Sesto San Giovanni. Arrestato come tanti compagni per la partecipazione agli scioperi del marzo 1944, segue il tragico destino dei deportati politici: Mauthausen, matricola 5897, quindi Gusen ed infine Ebensee dove è assassinato il 15 dicembre 1944.[112]
Via Mozart, 16

45°35′51.7″N 9°15′53.12″E / 45.597695°N 9.264754°E45.597695; 9.264754 (Pietra d'inciampo per Fedrico Gaviraghi)
QUI ABITAVA
FEDERICO GAVIRAGHI
NATO 1903
ARRESTATO 10.7.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 13.12.1944
UBERLINGEN
Gaviraghi, Federico Federico Gaviraghi (Monza, 9 gennaio 1903 - Überlingen[113], 13 dicembre 1944), antifascista, artigiano, sposato con Assunta Oggioni, padre di 4 figli. Nel luglio del 1944 è fermato per accertamenti dalla polizia politica e portato a San Vittore[100] quindi deportato nel Reich destinato a Dachau ed infine al sottocampo di Überlingen[113] dove muore il 13 dicembre 1944.[114]

Muggiò[modifica | modifica wikitesto]

Muggiò accoglie ufficialmente 12 Pietre d'Inciampo, collocate dal 26 gennaio 2019 al 1 maggio 2019.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2019 Via Baruso, 15

45°35′40.59″N 9°13′43.86″E / 45.594609°N 9.228849°E45.594609; 9.228849 (Pietra d'inciampo per Michele Robecchi)
QUI ABITAVA
MICHELE ROBECCHI
NATO 1904
ARRESTATO 10.8.1944
DEPORTATO
ÜBERLINGEN
ASSASSINATO 30.12.1944
Robecchi, Michele Michele Robecchi (Scanzorosciate, 29 settembre 1904 - Überlingen,[115], 30 dicembre 1944), sposato con Maria Galletti, due figli, elettricista alla sezione V della Breda aeronautica, militante del Partito Comunista d'Italia fin dalla metà degli anni trenta, partigiano nei GAP, attività svolta in fabbrica a sostegno della lotta armata nella resistenza. È arrestato a Saronno il 10 agosto del 1944 e inizialmente incarcerato a San Vittore[116], quindi campo di transito di Bolzano, per la deportazione nel Reich, con destinazione Überlingen,[115] dove muore il 30 dicembre 1944.[117] A lui è intitolata la sezione ANPI di Muggiò.[118]
2 marzo 2019 Via Alfonso Casati, 11

45°35′42.54″N 9°13′41.69″E / 45.595151°N 9.228247°E45.595151; 9.228247 (Pietra d'inciampo per Angelo Arnaboldi)
QUI ABITAVA
ANGELO ARNABOLDI
NATO 1912
ARRESTATO 9.9.1943
DEPORTATO
HOHENSTEIN
LIBERATO
Arnaboldi, Angelo Angelo Arnaboldi (Muggiò, 9 luglio 1921 - Muggiò, 13 aprile 2003), di origini contadine, nel 1940 è richiamato alle armi, portaordini sul fronte greco. Sorpreso dall'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato il 9 settembre e portato nel ghetto di Mantova per essere poi deportato nel Reich a Hochestain in Prussia Orientale. Liberato il 3 febbraio 1945 dai Russi, trattenuto in Lituania fino a settembre, rimpatriato il 31 ottobre 1945. Venne nominato Cavaliere della Repubblica nel 1973. Dedicò la sua vita all'attivismo politico e sociale.[119][120]
Via Santa Elisabetta, 1

45°35′34.8″N 9°13′38.88″E / 45.593001°N 9.227467°E45.593001; 9.227467 (Pietra d'inciampo per Mario Mauri)
QUI ABITAVA
MARIO MAURI
NATO 1926
ARRESTATO 9.12.1944
DEPORTATO
GUSEN
ASSASSINATO 9.4.1945
Mauri, Mario Mario Mauri (Nova Milanese, 6 maggio 1926 - Gusen, 9 aprile 1945), trasferitosi nel maggio 1926 a Muggiò, lavora alla Breda di Sesto S. Giovanni, partecipa agli scioperi del marzo 1944. Attivo nella propaganda clandestina in fabbrica come nel paese di residenza, accusato di essere un "sovversivo" è arrestato il 9 dicembre 1944, portato al carcere di Monza, poi San Vittore[121], quindi Bolzano. Il 4 febbraio 1945 è deportato a Mauthausen, matricola 126284, trasferito poi a Gusen dove muore il 9 aprile 1945 a soli 19 anni.[122]
Via Italia, 31

45°35′33.44″N 9°13′28.8″E / 45.592623°N 9.224667°E45.592623; 9.224667 (Pietra d'inciampo per Primo Nespola)
QUI ABITAVA
PRIMO NESPOLA
NATO 1927
ARRESTATO 13.3.1944
DEPORTATO
EBENSEE
ASSASSINATO 23.4.1945
Nespola, Primo Primo Nespola (Muggiò, 10 febbraio 1927 - Ebensee, 23 aprile 1945), nel corso di un rastrellamento a Sesto San Giovanni, mentre passa in bicicletta per rincasare, è arrestato come sospetto renitente. Incarcerato a San Vittore[121] poi deportato a Ebensee il 13 marzo 1944, matricola 57604. Assassinato il 23 aprile 1945[123]
6 aprile 2019 Via Europa, 20

45°35′17.99″N 9°13′37.13″E / 45.58833°N 9.22698°E45.58833; 9.22698 (Pietra d'inciampo per Umberto Diegoli)
QUI ABITAVA
UMBERTO DIEGOLI
NATO 1926
ARRESTATO 13.2.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
EVASO
Diegoli, Umberto Umberto Diegoli (Monza, 23 maggio 1926 - Muggiò, 14 gennaio 2012), partigiano. Sposa Teresina Riccardi dalla quale avrà due figli. Lavora alla Breda, attivo nella propaganda antifascista clandestina. Aderisce al GAP, partecipando ad azioni di sabotaggio e di guerriglia. Il 13 febbraio 1944 è arrestato per aver partecipato all'attentato alla Casa del fascio di Sesto S. Giovanni, trasferito a San Vittore[121] subisce sevizie e torture. Il 27 aprile è trasferito a Fossoli, a cui segue, due mesi dopo, la deportazione nel Reich destinato a Mauthausen, poi a Wels[124] e infine a Linz.[125] Il 10 aprile 1945 riesce ad evadere dal campo con un compagno. Passando per Vienna e poi Monaco, incrociando le truppe sovietiche e americane, rientrano a Milano l'8 maggio 1945. Nel 1965 si trasferisce con la famiglia a Muggiò dove si spegne il 17 gennaio 2012.[126][127]
Via Confalonieri, 1

45°34′29.73″N 9°13′38.48″E / 45.574925°N 9.227354°E45.574925; 9.227354 (Pietra d'inciampo per Angelo Tesser)
QUI ABITAVA
ANGELO TESSER
NATO 1901
ARRESTATO 9.9.1943
DEPORTATO
LINZ
LIBERATO
Tesser, Angelo Angelo Tesser (Montebelluna, 9 novembre 1901 - ???, ???), residente a Cinisello Balsamo prima, quindi trasferitosi a Muggiò. Operaio meccanico alla Falck Unione Oman, è tra i promotori della lotta clandestina al fascismo. Catturato nella propria abitazione, incarcerato a San Vittore[121], quindi Fossoli, successivamente, con il collega Paolo Sironi, deportato a Mauthausen, infine inviato a Linz. Sopravvive e viene liberato. Fa ritorno in Italia il 21 giugno 1945.[128]
Via Confalonieri, 33

45°34′37.47″N 9°13′40.16″E / 45.577075°N 9.227821°E45.577075; 9.227821 (Pietra d'inciampo per Paolo Sironi)
QUI ABITAVA
PAOLO SIRONI
NATO 1895
ARRESTATO 28.3.1944
DEPORTATO
LINZ
LIBERATO
Sironi, Paolo Paolo Sironi (Muggiò, 11 ottobre 1895 - ???, ???), lavora alla Falck di Sesto San Giovanni, attivo nella propaganda sindacale e antifascista. Già dal 1923 è tenuto sotto osservazione dalla polizia fascista per le sue idee. Nella notte tra il 27 e il 28 marzo 1944 è arrestato e condotto a San Vittore[121]. Con il compagno e collega Angelo Tesser è deportato in seguito a Mauthausen quindi a Linz. Sopravvisse, liberato, torna a casa nel giugno 1945.[129]
1 maggio 2019 Piazza Matteotti, 9

45°35′35.67″N 9°13′46.42″E / 45.593241°N 9.229561°E45.593241; 9.229561 (Pietra d'inciampo per Giovanni Cadario)
QUI ABITAVA
GIOVANNI CADARIO
NATO 1923
ARRESTATO 6.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 12.9.1944
Cadario, Giovanni Giovanni Cadario (Muggiò, 7 giugno 1923 - Mauthausen, 12 settembre 1944), operaio tornitore-saldatore, fa parte delle 132 persone - 118 uomini e 14 donne - che nel marzo del 1944 sono comandate al lavoro obbligato nelle fabbriche del Reich. Parte il 6 marzo da Sesto San Giovanni con destinazione Magdeburg, Dessau fabbrica Junkers Flugzeug und Motorenbau Werke, in seguito è internato nel campo di Mauthausen, dove muore il 12 settembre 1944.[130]
Piazza Matteotti, 7

45°35′36.13″N 9°13′47.48″E / 45.593369°N 9.229856°E45.593369; 9.229856 (Pietra d'inciampo per Luigi Mercandelli e Angelo Riva)
QUI ABITAVA
LUIGI MERCANDELLI
NATO 1912
ARRESTATO 2.4.1944
DEPORTATO
GUSEN
LIBERATO
Mercandelli, Luigi Luigi Mercandelli (Rudiano, 21 luglio 1912 - ???, ???), sposa Paola Corsini dalla quale avrà 5 figli, trasferitosi a Muggiò lavora alla Gerli di Cusano Milanino, antifascista collabora con la Resistenza facendo propaganda, ma anche nascondendo le armi dei partigiani nel proprio orto. Denunciato da un delatore è arrestato il 2 aprile 1944, tradotto a San Vittore[121], quindi deportato a Mauthausen prima e Gusen in seguito, matricola 63769. Sopravvive e fa rientro in Italia.[131]
QUI ABITAVA
ANGELO RIVA
NATO 1922
ARRESTATO 9.9.1943
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
LIBERATO
Riva, Angelo Angelo Riva (Casatenovo, 18 ottobre 1922 - ???, ???), operaio presso la Larocchi di Muggiò. Chiamato alle armi il 29 gennaio 1942, parte il 18 giugno 1942 per l’Albania e la Grecia, dove lo coglie l'armistizio dell'8 settembre 1943. È catturato dai tedeschi il 10 settembre 1943 e deportato nel Reich destinato a Mauthausen. Sopravvive al Lager, rimpatriato il 26 giugno 1945.[132]
Via Luogo Pio, 1

45°35′35.08″N 9°13′47.65″E / 45.593077°N 9.229902°E45.593077; 9.229902 (Pietra d'inciampo per Giuseppe Molteni)
QUI ABITAVA
GIUSEPPE MOLTENI
NATO 1905
ARRESTATO 1.4.1944
DEPORTATO
GUSEN
ASSASSINATO 26.4.1945
Molteni, Giuseppe Giuseppe Molteni (Cinisello Balsamo, 18 settembre 1907 - Gusen, 26 aprile 1945), stabilitosi a Muggiò, è operaio alla Ercole Marelli di Sesto San Giovanni. Antifascista partecipa ad azioni di protesta e agli scioperi del marzo 1944 ed è questa la causa dell'arresto. Prelevato nella notte, internato a Fossoli, a cui segue la deportazione a Mauthausen, matricola 57282, quindi Gusen dove muore il 26 aprile 1945.[133]
Via S. Rocco, 12

45°35′36.7″N 9°13′51.13″E / 45.593527°N 9.23087°E45.593527; 9.23087 (Pietra d'inciampo per Romolo Tamagni)
QUI ABITAVA
ROMOLO TAMAGNI
NATO 1908
ARRESTATO 1.3.1944
DEPORTATO
CASTELLO DI HARTHEIM
ASSASSINATO 16.9.1944
Tamagni, Romolo Romolo Tamagni (Monza, 16 ottobre 1908 - Castello di Hartheim,[134] 16 settembre 1944), residente a Muggiò con la moglie Carolina Corno e due figlie, operaio specializzato alla Meccanica Garelli di Sesto S. Giovanni. Per la sua partecipazione agli scioperi delle fabbriche del nord italia del marzo 1943 e marzo 1944 è arrestato e deportato nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 57426. Trasferito a Ebensee quindi al Castello di Hartheim dove è assassinato il 16 settembre 1944.[135]

Nova Milanese[modifica | modifica wikitesto]

A Nova Milanese si trovano attualmente tre pietre d'inciampo, posate tra il 2020 e il 2023.[136][137][138]


Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2020 Vicolo Cortelunga

45°35′22.61″N 9°12′08.96″E / 45.589614°N 9.202489°E45.589614; 9.202489 (Pietra d'inciampo per Mario Vanzati)
QUI ABITAVA
MARIO VANZATI
NATO 1911
ARRESTATO MARZO 1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.5.1944
EBENSEE
Vanzati, Mario Mario Vanzati (Nova Milanese, 27 agosto 1911 - Ebensee, 15 maggio 1944), contadino, partigiano, anima della resistenza cittadina: nella stalla di sua proprietà le prime riunioni clandestine. Catturato nel corso di una di queste in preparazione del progettato attentato ad un gerarca fascista locale. Arrestato, interrogato nella sede della "Legione Muti" a Milano. Inviato a Fossoli a cui fa seguito la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen giungendovi l'11 marzo 1944, matricola 57460. Trasferito a Ebensee muore il 15 maggio 1944.[139]
14 marzo 2022 Piazzetta Vertua Prinetti, 4

45°35′19.7″N 9°11′53.8″E / 45.588806°N 9.198278°E45.588806; 9.198278 (Pietra d'inciampo per Amedeo Scuratti)
QUI ABITAVA
AMEDEO SCURATTI
NATO 1899
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 19.2.1945
GUSEN
Scuratti, Amedeo Amedeo Scuratti (Nova Milanese, 19 settembre 1899 - Gusen, 19 febbraio 1945), sposato con tre figli, operaio alla Pirelli Bicocca di Sesto San Giovanni, per la sua partecipazione agli scioperi del marzo 1944 è prelevato in casa sua il 14 marzo 1944 e portato alla Villa Reale di Monza per essere interrogato. Arrestato è trasferito a San Vittore[140], quindi Fossoli per la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen ed infine l'8 febbraio 1945 a Gusen dove muore il 19 febbraio 1945.[141]
27 gennaio 2023 Via madonnina, 5

45°35′21.13″N 9°12′04.11″E / 45.589203°N 9.201141°E45.589203; 9.201141 (Pietra d'inciampo per Mario Sironi)
QUI ABITAVA
MARIO SIRONI
NATO 1925
ARRESTATO 24.11.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 7.3.1945
ZWICHAU
Sironi, Mario Mario Sironi (Nova Milanese, 3 luglio 1925 - Zwichau,[142] 7 marzo 1925), operaio, attivo nella Resistenza locale, è arrestato la notte del 24 novembre 1944 dalle Brigate Nere. Carcere di Monza prima, poi San Vittore,[140] interrogato e torturato. Il 2 gennaio 1945 è deportato a Flossenbürg, matricola 43768. muore nel sottocampo di Zwichau,[142] il 7 marzo 1945, non ancora ventenne.[143]

Ornago[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2022 Via Tenaglie, 15

45°35′49.25″N 9°25′17.17″E / 45.597013°N 9.421435°E45.597013; 9.421435 (Pietra d'inciampo per Giovanni Oggionni)
QUI ABITAVA
GIOVANNI OGGIONNI
NATO 1911
ARRESTATO 27.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
LIBERATO
DECEDUTO 14.7.1945
Oggionni, Giovanni Giovanni Oggionni (Ornago, 8 novembre 1911 - Ornago, 14 luglio 1945), nel 1936 sposa Rosa Beretta che gli darà quattro figlie, partigiano, lavora alla Falck. Il 27 marzo 1944, di notte i carabinieri irrompono prepotentemente in casa sua e lo portano a San Vittore[144]. Segue la deportazione nel Reich con destino Mauthausen; prigioniero politico, "triangolo rosso", matricola 63785. A liberazione del campo ad opera degli americani avvenuta il 5 maggio 1945, fa rientro in Italia il 9 luglio, ricoverato in ospedale a Vimercate per il grave stato di prostrazione, nonostante il prodigarsi dei medici, si spgne il 14 luglio 1945.[145]

Seregno[modifica | modifica wikitesto]

A Seregno si trovano attualmente 8 pietre d'inciampo, posate tra il 2019 e il 2022.[146][147][148]


Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2019 Via Trabattoni, 83
Ca'Bianca

45°39′12.45″N 9°12′16.3″E / 45.653458°N 9.204528°E45.653458; 9.204528 (Pietra d'inciampo per la famiglia Gani)
QUI ABITAVA
GIUSEPPE GANI
NATO 1895
ARRESTATO AGOSTO 1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 28.10.1944
Gani, Giuseppe Giuseppe Gani (Ioannina, 16 agosto 1895 - Auschwitz, 28 ottobre 1944), in Italia dal 1918, a Napoli fino al 1925 nel cui mese di ottobre sposa a Milano Speranza Zaccar, dal matrimonio nascerannto tre figli: Regina Gani, Ester Gani e Alberto Gani. Famiglia benestante con attività di commercio di tessuti, l'emanazione delle leggi razziali fasciste, nel 1938, segna tragicamente il destino della famiglia Gani. In qualità di "ebrei stranieri" nel 1942 sono inviati a Seregno in regime di "internamento libero"[149]. A seguito dell'inasprirsi delle persecuzioni contro gli ebrei, conseguenti all'armistizio dell'8 settembre 1943 e all'occupazione tedesca, si nascondono trovando ospitalità alla "Ca'Bianca" da contadini di sentimenti antifascisti. Ma nell'agosto 1944 l'intera famiglia è arrestata, condotta in carcere a San Vittore,[150] quindi Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich il 24 ottobre con il convoglio n° 18, destinazione Auschwitz dove Giuseppe, Speranza e Alberto sono assassinati nelle camere a gas all'arrivo al campo. Le due figlie trasferite a Bergen-Belsen sono assassinate presumibilmente l'11 febbraio 1945.[151][152]
QUI ABITAVA
SPERANZA ZACCAR
NATA 1900
ARRESTATA AGOSTO 1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 28.10.1944
Zaccar, Speranza Speranza Zaccar (Corfù, (Grecia), 17 ottobre 1900 - Auschwitz, 28 ottobre 1944), figlia di Emanuele e Ester Besso, moglie di Giuseppe Gani, madre di Regina, Ester ed Alberto. Condivide il destino tragico dell'intera sua famiglia: nell'agosto 1944 è arrestata, condotta in carcere a San Vittore,[150] quindi Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich il 24 ottobre con il convoglio n° 18, destinazione Auschwitz dove Giuseppe, Speranza e Alberto sono assassinati nelle camere a gas all'arrivo al campo. Le due figlie trasferite a Bergen-Belsen sono assassinate presumibilmente l'11 febbraio 1945.[153][152]
QUI ABITAVA
REGINA GANI
NATA 1926
ARRESTATA AGOSTO 1944
DEPORTATA 1944
BERGEN-BELSEN
ASSASSINATA 11.2.1945
Gani, Regina Regina Gani (Milano, 7 dicembre 1926 - Bergen-Belsen, 11 febbraio 1945), figlia primogenita di Giuseppe Gani e Speranza Zaccar, condivide il destino tragico dell'intera sua famiglia: nell'agosto 1944 è arrestata, condotta in carcere a San Vittore,[150] quindi Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich il 24 ottobre con il convoglio n° 18, destinazione Auschwitz dove il padre, la madre e il fratello sono assassinati nelle camere a gas all'arrivo al campo. Regina con la sorella trasferite a Bergen-Belsen sono assassinate presumibilmente l'11 febbraio 1945.[154][152]
QUI ABITAVA
ESTER GANI
NATA 1928
ARRESTATA AGOSTO 1944
DEPORTATA 1944
BERGEN-BELSEN
ASSASSINATA 11.2.1945
Gani, Ester Ester Gani (Milano, 19 luglio 1928 - Bergen-Belsen, 11 febbraio 1945), figlia di Giuseppe Gani e Speranza Zaccar, sorella di Regina e Alberto, condivide il destino tragico dell'intera sua famiglia: nell'agosto 1944 è arrestata, condotta in carcere a San Vittore,[150] quindi Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich il 24 ottobre con il convoglio n° 18, destinazione Auschwitz dove il padre, la madre e il fratello sono assassinati nelle camere a gas all'arrivo al campo. Ester con la sorella trasferite a Bergen-Belsen sono assassinate presumibilmente l'11 febbraio 1945.[155][152]
QUI ABITAVA
ALBERTO GANI
NATO 1934
ARRESTATO AGOSTO 1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 28.10.1944
Gani, Alberto Alberto Gani (Milano, 20 aprile 1934 - Auschwitz, 28 ottobre 1944), figlio di Giuseppe Gani e Speranza Zaccar, fratello di Regina e Ester, condivide il destino tragico dell'intera sua famiglia: nell'agosto 1944 è arrestato, condotto in carcere a San Vittore,[150] quindi Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich il 24 ottobre con il convoglio n° 18, destinazione Auschwitz dove è assassinato col padre e la madre, nelle camere a gas all'arrivo al campo. Le sorelle trasferite a Bergen-Belsen sono assassinate presumibilmente l'11 febbraio 1945.[156][152]
25 gennaio 2020 Piazza Caprera, 3

45°39′04.34″N 9°12′12.16″E / 45.651205°N 9.203379°E45.651205; 9.203379 (Pietra d'inciampo per Ferdinando Silva)
QUI ABITAVA
FERDINANDO SILVA
NATO 1909
ARRESTATO 1943
DURAZZO
DEPORTATO 1943
GELSENKIRCHEN
ASSASSINATO 1.2.1944
Silva, Ferdinando Ferdinando Silva (Seregno, 17 aprile ottobre 1909 - Gelsenkirchen, 1 febbraio 1944), figlio di Pietro e Severina Rusnighi Severina, muratore, si sposa con Antonietta Longoni il 27 ottobre 1934, dalla quale avrà un figlio. Richiamato alle armi nel 1942 è inviato a Durazzo, in Albania. Due giorni dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato dalla Wehrmacht e deportato nel Reich dove è internato come IMI; dapprima nello Stalag VI-C[157] di Oberlangen nella Bassa Sassonia, successivamente a Bocholt nella Renania Settentrionale-Vestfalia nello Stalag VI-F[158]. Muore a Gelsenkirchen il 1 febbraio 1944. Riposa nel Cimitero militare italiano di Amburgo.[159]
29 gennaio 2022 Piazza Martiri della Libertà, 1
ai piedi della fontana

45°38′58.07″N 9°12′23.54″E / 45.649463°N 9.206538°E45.649463; 9.206538 (Pietra d'inciampo per Giovanni Re)
QUI ABITAVA
GIOVANNI RE
NATO 1891
ARRESTATO 15.6.1944
DEPORTATO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 3.2.1945
LEITMERITZ
Re, Giovanni Giovanni Re (Milano, ??? 1891 - Leitmeritz, 3 febbraio 1945), veterano della Grande Guerra, insegnante di musica, intellettuale socialista, antifascista, comandante partigiano. Nel 1939 è sottoposto al confino per un anno. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 da vita ad un gruppo di resistenti locali finalizzato al sostegno logistico alle formazioni partigiane combattenti sulle alture lecchesi e Corni di Canzo. È arrestato il 15 giugno del '44, in casa alla presenza della moglie e dei due figli e con un cospicuo quantitativo di armi destinate ai partigiani. Recluso a San Vittore[150] è successivamente deportato a Flossenbürg, quindi trasferito a Leitmeritz[160] dove muore il 3 febbraio 1945.[161]
Piazza Liberazione

45°38′38.59″N 9°12′41.84″E / 45.644052°N 9.211623°E45.644052; 9.211623 (Pietra d'inciampo per Luigi Camisasca)
QUI ABITAVA
LUIGI CAMISASCA
NATO 1915
ARRESTATO 8.9.1943
GRECIA
INTERNATO OSNABRÜCK
DECEDUTO 30.4.1945
Camisasca, Luigi Luigi Camisasca (Seregno, 14 settembre 1915 - Osnabrück, 30 aprile 1945), calzolaio, richiamato nel 1940 e inviato in Grecia, barelliere al 197º Ospedale da Campo. Catturato sul fronte greco il giorno stesso dell'armistizio dell'8 settembre 1943 è deportato nel Reich a Osnabruck. Internato come IMI muore per malattia nell'ospedale cittadino il 30 marzo 1945. Riposa nel Cimitero militare italiano di Amburgo.[162]

Sovico[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
24 gennaio 2020 Piazza Riva, 10
ingresso Municipio

45°38′57.59″N 9°15′54.46″E / 45.64933°N 9.265128°E45.64933; 9.265128 (Pietra d'inciampo per Vincenzo Canzi)
QUI ABITAVA
VINCENZO CANZI
NATO 1920
ARRESTATO 9.4.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 14.2.1945
GUSEN
Canzi, Vincenzo Vincenzo Canzi (Sovico, 29 aprile 1920 - Gusen, 14 febbraio 1945), meccanico, sposato con Natalina Mantegazza, due figli. È arrestato il 9 aprile 1944 per attività antifascista. Carcerato a San Vittore[144] quindi il 9 giugno trasferito a Fossoli, poi Bolzano. Il 5 agosto 1944 è deportato nel Reich con destinazione Mauthausen, infine Gusen dove muore il 14 febbraio 1945.[163]

Sulbiate[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2020 Via Achille Grandi, 11
ingresso Municipio

45°38′09.34″N 9°25′20.55″E / 45.635928°N 9.422375°E45.635928; 9.422375 (Pietra d'inciampo per Angelo Mattavelli)
QUI ABITAVA
ANGELO MATTAVELLI
NATO 1925
ARRESTATO 15.3.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 21.4.1945
Mattavelli, Angelo Angelo Mattavelli (Sulbiate, 17 gennaio 1925 - Mauthausen, 21 aprile 1945), di origini contadine, ultimo di otto fratelli che il padre Giuseppe aveva avuto in seconde nozze da Maria Spelta. Trova lavoro come garzone alla Breda di Sesto San Giovanni. È fermato dai tedeschi durante un rastrellamento e tradotto a San Vittore[144] prima, quindi alla Caserma Umberto I°[164] di Bergamo dove rifiuta l'intimazione di aderire al PNF, firmando così la sua condanna. L'8 aprile 1944 entra nel campo di Mauthausen, matricola 61690. Trasferito poi a Gusen muore il 21 aprile 1945.[165]

Triuggio[modifica | modifica wikitesto]

A Triuggio si trovano due pietre d'inciampo, poste il 29 gennaio 2022.[3]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
29 gennaio 2022 Via Serafini Biffi, 8
Rancate

45°39′57.83″N 9°15′27.61″E / 45.666063°N 9.257669°E45.666063; 9.257669 (Pietra d'inciampo per Carlo Vismara)
QUI ABITAVA
CARLO VISMARA
NATO 1912
ARRESTATO 1943
DEPORTATO
ASSASSINATO 20.4.1944
SALZGITTER-DRÜTTER
Vismara, Carlo Carlo Vismara (Triuggio, 30 dicembre 1912 - Neuengamme, 20 aprile 1944), operaio, parrebbe inizialmente detenuto nel carcere di San Vittore,[144] come molti altri operai, per reati politici, in seguito consegnato ai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Deportato nel 1943 a Neuengamme, vicino ad Amburgo, classifcato come “criminale abituale”, in seguito trasferito nel campo satellite di Drütte.[166] Muore il 20 aprile 1944.[167] È sepolto nel cimitero militare italiano di Amburgo.
Via Armando Diaz, 75
Montemerlo

45°40′07.64″N 9°16′29.72″E / 45.668789°N 9.274921°E45.668789; 9.274921 (Pietra d'inciampo per Domenico Riva)
QUI ABITAVA
DOMENICO RIVA
NATO 1914
ARRESTATO
GRECIA
ASSASSINATO 7.3.1945
BAD RAPPENAU
Riva, Domenico Domenico Riva (Triuggio, 1 gennaio 1914 - Siegelsbach, 7 marzo 1945), Insieme a tre dei suoi undici fratelli avvia una ditta di produzione di sapone tuttora esistente. Richiamato alle armi, il giorno dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si trova in territorio tedesco. Catturato, è arrestato e deportato nel campo di Siegelsbach dove muore il 7 marzo 1945. È seppellito nel Cimitero Civile Cattolico di Siegelsbach. Il 19 giugno del 1961 gli è stata conferita la Croce al Merito di Guerra concessa alla memoria.[168]

Vedano al Lambro[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
28 gennaio 2023 Via Santo Stefano, 33

45°36′37.32″N 9°16′30.5″E / 45.610366°N 9.27514°E45.610366; 9.27514 (Pietra d'inciampo per Ambrogio Rossi)
QUI ABITAVA
AMBROGIO LUIGI
ROSSI
NATO 1895
ARRESTATO MARZO 1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 16.12.1944
GUSEN
Rossi, Ambrogio Luigi Ambrogio Luigi Rossi (vedano al Lambro, 6 dicembre 1895 - Gusen, 16 dicembre 1944), a Milano sposa Annunciata Bisi. In seguito agli Scioperi antifascisti del marzo 1944 è arrestato e deportato nel Reich con il "trasporto 38", uno dei tanti treni_della_morte partiti dal Binario 21 della Stazione Centrale[169] di Milano. Giunge a Mauthausen l'8 aprile. Muore nel sottocampo di Gusen 16 dicembre 1944.[170][171]
Via Villa, 28

45°36′23.82″N 9°16′11.88″E / 45.606616°N 9.269967°E45.606616; 9.269967 (Pietra d'inciampo per Angelo vimercati)
QUI ABITAVA
ANGELO VIMERCATI
NATO 1908
ARRESTATO 9.9.1943
DEPORTATO
GROSS FULLEN
ASSASSINATO 9.3.1945
Vimercati, Angelo Angelo Vimercati (Vedano al Lambro, 1908 - Emslandlager, 9 marzo 1945),sposa Vincenzina Sola dalla quale hà due figlie. Arruolato nel 6° regg. costiero di fanteria, di stanza in Toscana, a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 cerca di far ritorno a casa, ma è catturato dai tedeschi a Sestri Ponente il 9 settembre. Deportato nel Reich, muore il 9 marzo 1945 in uno dei sottocampi del complesso di Emslandlager.[170][172]

Verano Brianza[modifica | modifica wikitesto]

A Verano Brianza si trovano attualmente due pietre d'inciampo, poste tra il 2020 e il 2022.[173][174]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
26 gennaio 2020 Via San Giuseppe
Cascina Cattaneo

45°41′52.97″N 9°13′51.13″E / 45.698047°N 9.23087°E45.698047; 9.23087 (Pietra d'inciampo per Fortunato Mandelli)
QUI ABITAVA
FORTUNATO
MANDELLI
NATO 1923
ARRESTATO 18.11.1944
DEPORTATO 1945
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO APR.1945
Mandelli, Fortunato Fortunato Mandelli (Verano Brianza, 8 giugno 1923 - ???, aprile 1944), muratore, celibe, partigiano appartenente alla formazione della 119ª Brigata Garibaldi. È arrestato dai tedeschi a Verano Brianza il 17 novembre 1944. Internato a Bolzano è deportato il 19 gennaio 1945 nel Reich destinato a Flossenbürg, prigioniero politico, matricola 43689 in seguito trasferito al sottocampo di Saal am der Donau[175]. È dato per disperso, non conoscendo il luogo e il giorno della morte.[176]
27 gennaio 2022 Vicolo Pretorio, 3

45°41′15.61″N 9°13′51.94″E / 45.68767°N 9.231094°E45.68767; 9.231094 (Pietra d'inciampo per Piero Radaelli)
QUI ABITAVA
PIERO RADAELLI
NATO 1923
ARRESTATO 18.9.43
GRECIA
DEPORTATO
STALAG IV-B ZEITHAIN
ASSASSINATO 16.4.1944
Radaelli, Piero Piero Radaelli (Verano Brianza, 22 settembre 1923 - Zeithain, 14 aprile 1944), si impiega come incisore nella Sibi di Desio. Chiamato alle armi nel febbraio 1941 è destinato al 14º Reggimento di fanteria “Pinerolo” del Regio Esercito Italiano ed inviato sul fronte greco.. A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, inizia la sistematica deportazione dei militari italiani che rifiutano di arruolarsi nell'esercito tedesco. Radaelli è destinato allo Stalag_IV_B_Zeithain, sulle sponde del fiume Elba, nei pressi delle cittadine di Mühlberg e Riesa, registrato con il numero 243232. MUore di tubercolosi il 16 aprile 1944.[177]

Villasanta[modifica | modifica wikitesto]

A Villasanta si trovano attualmente tre pietre d'inciampo, poste tra il 2020 e il 2023.[15][3][178]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
1 febbraio 2020 Piazza Sant'Alessandro, 1

45°36′51.97″N 9°18′36.84″E / 45.614435°N 9.310232°E45.614435; 9.310232 (Pietra d'inciampo per Alessandro Varisco)
QUI ABITAVA
ALESSANDRO
VARISCO
NATO 1910
ARRESTATO 27.3.1944
DEPORTATO 1944
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 28.2.1945
GUSEN
Varisco, Alessandro Alessandro Varisco (Villasanta, 12 giugno 1910- Gusen, 28 febbraio 1945), sposa Emma Colnaghi, una figlia. Antifascista, lavora come forgiatore alle acciaierie Falk di Sesto San Giovanni. Per la sua partecipazione agli scioperi del marzo 1944 è arrestato e condotto a San Vittore[144]. Segue la deportazione nel Reich, destinazione Mauthausen, matricola 61773. Trasferito a Gusen muore il 28 febbraio 1945.[179]
29 gennaio 2022 Piazza Paolo VI
piazzale della chiesa

45°36′20.3″N 9°18′41.64″E / 45.60564°N 9.311567°E45.60564; 9.311567 (Pietra d'inciampo per Mario Bidoglia)
QUI VIVEVA
MARIO BIDOGLIA
NATO 1908
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 6.2.1945
GUSEN
Bidoglia, Mario Mario Bidoglia (Monza, 7 settembre 1908 - Gusen, 6 febbraio 1945), residente a Villasanta con la moglie Angela Merlo e i due figli, lavora come manovale alla Breda di Sesto San Giovanni. La sua assenza dal posto di lavoro per malattia viene erroneamente interpretata come partecipazione agli scioperi del marzo 1944, di conseguenza è prelevato a casa dalla polizia fascista il 14 marzo e inviato alla Caserma Umberto I°[164] di Bergamo, a cui segue la deportazione a Mauthausen l'8 aprile, matricola 61563, quindi trasferito a Gusen dove muore il 6 febbraio 1945.[180]
28 gennaio 2023 Via Mazzini, 25

45°36′24.92″N 9°18′07.11″E / 45.606923°N 9.301976°E45.606923; 9.301976 (Pietra d'inciampo per Virginio Morganti)
QUI ABITAVA
VIRGINIO MORGANTI
NATO 1922
ARRESTATO 8.9.1943
REGGIO EMILIA
DECEDUTO 6.1.1945
DÜSSELDORF
Morganti, Virginio Virginio Morganti (Lesmo, 14 dicembre 1922 - Düsseldorf, 6 gennaio 1945), residente a Villasanta con i genitori Giuseppe e Maria Riva. Arruolato come soldato semplice nel 5º Reggimento Artiglieria, subioto dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è rastrellato dai tedeschi e deportato nel Reich destinato probabilmente al campo di Buchenwald, certamente è in uno dei sottocampi: Hohenzollerngelande II e Düsseldorf[181]. Muore il 6 gennaio 1945, sotto le bombe innglesi miranti a distruggere le fabbriche di armamenti della città tedesca sul Reno.[182][178]

Vimercate[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
5 maggio 2022 Via Vittorio Emanuele II, 65
Ca' del Portòn

45°36′40.8″N 9°22′12.23″E / 45.611333°N 9.370065°E45.611333; 9.370065 (Pietra d'inciampo per Vincenzo Vergani)
QUI ABITAVA
VINCENZO VERGANI
NATO 1922
ARRESTATO 18.9.1943
FIUME
DEPORTATO
MITTELBAU-DORA
ASSASSINATO 18.2.1944
Vergani, Vincenzo Vincenzo Vergani (Vimercate, ??? 1922- Mittelbau-Dora, 18 febbraio 1944), alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, si trova inquadrato nel 154º battaglione mitraglieri, facente parte della 154ª Divisione di fanteria “Murge” dislocato in Croazia. In assenza di ordini i militari italiani intraprendono il trasferimento per rientrare in Patria. Ginuti a Fiume, la maggior parte dei militari è disarmata e catturata dai tedeschi. Come altri 600.000 militari italiani, Vergani è deportato nel Reich, destinato al lavoro forzato nel campo di Mittelbau-Dora dove muore il 18 febbraio 1944.[183][184]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tranquillo Casiraghi, su provincia.mb.it. URL consultato il 24 marzo 2023.
  2. ^ Tranquillo Casiraghi torna a casa: la pietra d’inciampo ad Aicurzio in sua memoria, in mbnews.it, 9 febbraio 2022. URL consultato il 24 marzo 2023.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m Pietre d'inciampo 2022, su provincia.mb.it.
  4. ^ Anacleto Giuseppe Colombo, su provincia.mb.it. URL consultato il 1º marzo 2022.
  5. ^ a b IL LAGER DI KAHLA, su comune.cinisello-balsamo.mi.it. URL consultato il 24 marzo 2023.
  6. ^ Mario Carlo Ampusi, su provincia.mb.it. URL consultato il 24 marzo 2023.
  7. ^ a b Due pietre di inciampo per Caglio e Ampusi, in primamonza.it, 17 aprile 2022. URL consultato il 24 marzo 2023.
  8. ^ Gli italiani deportati dai nazisti e morti nei tunnel in Turingia, in repubblica.it, 25 gennaio 2017. URL consultato il 24 marzo 2023.
  9. ^ Francesco Caglio, su provincia.mb.it. URL consultato il 24 marzo 2023.
  10. ^ Achille Tagliabue, su provincia.mb.it. URL consultato il 24 marzo 2023.
  11. ^ Barlassina, posata la pietra d'inciampo dedicata ad Achille Tagliabue, in primamonza.it, 5 febbraio 2022. URL consultato il 24 marzo 2023.
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  13. ^ Marco Testa, Morto di stenti a Mauthausen, a Bellusco la pietra d’inciampo per Alessandro Fumagalli, in Il cittadino Monza BrianzaLa, 27 gennaio 2022. URL consultato il 22 marzo 2023.
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