Pietre d'inciampo nelle Marche

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Voce principale: Pietre d'inciampo in Italia.
Pietra d'inciampo in Ancona, 2018

Questa pagina contiene l'elenco delle pietre d'inciampo poste nelle Marche. Esse commemorano il destino di persone uccise, deportate, espulse o spinte al suicidio ad opera del regime nazista. Le pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono una iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig che ha già posato più di 71.000 pietre in tutta Europa.

Generalmente, le pietre d'inciampo sono posizionate di fronte all'edificio dove le vittime hanno avuto la loro ultima residenza autogestita. Le prime pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate il 12 gennaio 2017 ad Ancona ed Ostra Vetere.

Le tabelle sono parzialmente ordinabili; l'ordinamento avviene in ordine alfabetico seguendo il nome.

Provincia di Ancona[modifica | modifica wikitesto]

Ancona[modifica | modifica wikitesto]

Ad Ancona si trovano 27 pietre d'inciampo, poste tra il 2017 e il 2024.[1][2][3]

Immagine Scritta Indirizzo Vita
QUI ABITAVA
FERRUCCIO ASCOLI
NATO 1897
ARRESTATO 27.4.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 30.8.1944
Corso Giovanni Amendola, 51 Ascoli, Ferruccio Ferruccio Ascoli nacque l'11 agosto 1897 ad Ancona. Era il figlio di Carlo Ascoli e Ida Vivanti. Fu arrestato il 27 aprile 1944 a Serrapetrona (Macerata) e detenuto prima nel carcere di Macerata e poi nel campo di transito di Fossoli. Il 26 giugno fu deportato con il convoglio n. 13 al campo di sterminio di Auschwitz, dove fu ucciso il 30 agosto dello stesso anno.[4]
QUI ABITAVA
EUGENIA CARCASSONI
NATA 1886
ARRESTATA 19.2.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Via Astagno, 10 Carcassoni, Eugenia Eugenia Carcassoni nacque il 14 novembre 1886 a Ancona. Era la figlia di Giacomo Carcassoni e coniugata con Guido Loewenthal (vedi sotto). Fu arrestata a Appignano (Macerata) il 19 febbraio 1944, detenuta nel carcere di Macerata, trasferita al campo di transito di Fossoli e deportata con il convoglio n. 9 al campo di sterminio di Auschwitz il 5 aprile 1944. Fu probabilmente assassinata immediatamente dopo il suo arrivo il 10 aprile 1944.[5]
QUI ABITAVA
DANTE COEN
NATO 1910
ARRESTATO 26.7.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 4.4.1945
BUCHENWALD
Via Astagno, 18 Coen, Dante Dante Coen, figlio di Arrigo Coen (nato 1879) e Ilde Portaleone (nata 1881), nacque il 24 agosto 1910 a Ancona. Aveva almeno nove fratelli e quattro sorelle, Aldo (nato 1899), Bruno (nato 1905), Manfredo (nato 1907), Attilio (nato 1908), Nello (nato 1909), Remo (nato 1912), Umberto (nato 1914, vedi sotto), Franco (nato 1915) ed Enzo (nato 1921), Romilde (nato 1902, vedi sotto), Dina (nata 1913), Lina (nata 1919) e Floretta (nata 1924).[6] Dante Coen sposò Angelina Giustacchini. La coppia aveva una figlia, Ornella (nata il 23 giugno 1944 a Milano). Dante Coen fu arrestato a Milano il 26 luglio 1944, detenuto al carcere di Milano e deportato il 2 agosto 1944 con il convoglio n. 14 nel campo di sterminio di Auschwitz. Lì arrivò quattro giorni dopo. Il suo numero di matricola fu 190841. Fu assassinato il 4 aprile 1945 nel campo di concentramento di Buchenwald.[7][8]

La sorella Romilde e il fratelli Umberto furono assassinati ad Auschwitz. La sorte degli altri congiunti è sconosciuta.

QUI ABITAVA
ENRICA COEN
NATA 1888
ARRESTATA 18.10.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 23.10.1944
Corso Garibaldi, 28 Coen, Enrica Enrica Coen era la figlia di Giuseppe Coen e Elisa Volterra. Nacque a Ancona il 23 agosto 1888. Aveva almeno una sorella maggiore, Edi, nata l'11 marzo 1881. Si sposò con Mosè Coen, un cuoco (vedi sotto). Fu arrestata – insieme alla sorella e al cognato Raffaele Levi – a Roma il 16 ottobre 1943. Tutte e tre furono detenuti nel Collegio Militare di Roma e poi deportati con il convoglio n. 2 al campo di sterminio di Auschwitz, partendo da Roma il 18 ottobre ed arrivando ad Auschwitz il 23 ottobre 1943. Nessuno di loro è sopravvissuto alla Shoah. Enrica Coen, la sorelle ed il cognato furono assassinati dal regime Nazista immediatamente dopo il loro arrivo.[9][10][11]

Il marito fu arrestato il 12 maggio 1944. Anch'egli fu assassinato ad Auschwitz.

QUI ABITAVA
MOSÈ COEN
NATO 1891
ARRESTATO 12.5.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Corso Garibaldi, 28 Coen, Mosè Mosè Coen era il figlio di Giuseppe Coen e Elda Volterra. Nacque a Ancona il 24 novembre 1891. Divenne cuoco e sposò Enrica Coen (vedi sopra). Fu arrestato a Roma il 12 maggio 1944 e detenuto nel carcere di Roma e poi al campo di Fossoli. Venne deportato nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 13, partendo da Fossoli il 26 giugno e arrivando ad Auschwitz il 30 giugno 1944. Non è sopravvissuto alla Shoah.[12]

La moglie di Mosè Coen è già stata assassinata il 23 ottobre 1943, anche lei ad Auschwitz.

QUI ABITAVA
ROMILDE COEN
NATA 1902
ARRESTATA 20.3.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Via Astagno, 18 Coen, Romilde Romilde Coen, figlia di Arrigo Coen (nato 1879) e Ilde Portaleone (nata 1881), nacque il 20 marzo 1902 a Ancona. Aveva almeno dieci fratelli e tre sorelle, tra di loro Dante (nato 1910, vedi sopra) ed Umberto (nato 1914, vedi sotto). Sposò Federico Volterra, figlio di Leopoldo Volterra e Clara Ascoli, nato a Modena il 3 settembre 1899. Secondo Yad Vashem la coppia aveva divorziato. Romilde Coen fu arrestata a Caramagna Piemonte, una piccola città 36 chilometri sud di Torino, al 21 marzo 1944. Venne detenuta nel carcere di Torino, dove erano già in custodia l'ex-marito e il fratello Umberto. Tutte e tre furono trasferiti al campo di Fossoli e poi deportati con il convoglio n. 5 al campo di sterminio di Auschwitz, partendo da Fossoli il 5 aprile e arrivando ad Auschwitz il 10 aprile 1944. Non si sa se gli ex sposi o sorella e fratello si siano incontrati durante la detenzione o durante il trasporto. Romilde Coen non è sopravvissuta alla Shoah. Non si sa dov'è stata assassinata.[13][14][15]

Il marito è stato ucciso ad Auschwitz il 31 marzo 1944. Anche suo fratello, Ezio Volterra, nato il 20 gennaio 1892 a Modena, è stato assassinato ad Auschwitz. CDEC cita il 6 agosto 1944 come data della sua morte.[16]

Anche il fratello Umberto fu assassinato ad Auschwitz. Un altro fratello, Dante, sopravvisse durante la sua sosta ad Auschwitz, fu però assassinato a Buchenwald negli ultimi giorni del regno Nazista. La sorte degli altri congiunti è sconosciuta.

QUI ABITAVA
UMBERTO COEN
NATO 1914
ARRESTATO 18.3.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 21.4.1945
MAUTHAUSEN
Via Astagno, 18 Coen, Umberto Umberto Coen era figlio di Arrigo Coen (nato 1879) e Ilde Portaleone (nata 1881). Nacque il 24 agosto 1910 a Ancona. Aveva almeno nove fratelli e quattro sorelle, tra cui Dante (nato 1910, vedi sopra) e Romilde (nato 1902, vedi sotto). Sposò Matilde Negro. Umberto Coen venne arrestato a Torino il 18 marzo 1944 e detenuto nel carcere di Torino. Tre giorni dopo arrivò lì anche sua sorella Romilde, ma non si sa se si incontrarono. Anche l'ex-marito di Romilde era in arresto nella stessa prigione. Tutte e tre furono trasferiti al campo di Fossoli e poi deportati con il convoglio n. 5 al campo di sterminio di Auschwitz, partendo da Fossoli il 5 aprile e arrivando ad Auschwitz il 10 aprile 1944. Umberto Coen non è sopravvissuto alla Shoah.[17]

La sorella Romilde fu ugualmente assassinata ad Auschwitz, il fratello Dante a Buchenwald. La sorte degli altri congiunti è sconosciuta.

QUI ABITAVA
FRANCO
COEN BENINFANTE
NATO 1902
ARRESTATO 29.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 15.8.1944
Via Della Loggia, 1 Coen Beninfante, Franco Franco Coen Beninfante
QUI ABITAVA
LUCIO
COEN BENINFANTE
NATO 1906
ARRESTATO 30.4.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 6.9.1944
Via Della Loggia, 1 Coen Beninfante, Lucio Lucio Coen Beninfante
QUI ABITAVA
RENZO
COEN BENINFANTE
NATO 1910
ARRESTATO 10.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Via Della Loggia, 1 Coen Beninfante, Renzo Renzo Coen Beninfante
QUI ABITAVA
ACHILLE GUGLIELMI
NATO 1879
MORTO 4.12.1943
DURANTE L'ARRESTO
CASTIGLIONE DEI PEPOLI
Villa Gusso
Via Santa Margherita, 5
Achille Guglielmi, figlio di Gustavo Guglielmi e Amelia Beer, nacque il 23 marzo 1879 a Urbino. Fu un proprietario terriero ad Ancona e risiedeva a Villa Santa Margherita. Coniugato con Elsa Zamorani (vedi sotto). La coppia aveva due figli, Gino (vedi sotto) e Gustavo. Risiedevano a Bologna ed erano entrambi membri della Comunità ebraica di Bologna. Morì durante l'arresto il 4 dicembre 1943 a Castiglione dei Pepoli.[18]

Anche la moglie ed il figlio Gino furano assassinati dal regime Nazista. Il figlio Gustavo è sopravvissuto perché sposato con un'ariana.[19][20]

QUI ABITAVA
GINO GUGLIELMI
NATO 1911
ARRESTATO 5.12.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 6.2.1944
Villa Gusso
Via Santa Margherita, 5
Gino Guglielmi nacque il 18 settembre 1911 ad Ancona. I genitori erano Achille Guglielmi (vedi sopra) ed Elsa Zamorani (vedi sotto). Laureato in giurisprudenza. Resiedeva in via Emilia Ponente n. 291 a Bologna. Non esercitava la sua professione, traendo sostentamento della proprietà terriera del padre vicino ad Ancona. Nel settembre 1943 la famiglia si spostò a Castiglione dei Pepoli. Lì il padre fu arrestato nel dicembre 1943 e morì durante l'arresto. Gino Guglielmi viveva con la madre, il fratello Gustavo e la cognata nella villa della famiglia. Fu arrestato insieme alla madre il 3 gennaio 1944, mentre il fratello rimase libero perché sposato con un'ariana. Madre e figlio furono detenuti prima nel carcere di Bologna, poi nel carcere di Milano. Furono deportati con il convoglio n. 6 al campo di concentramento di Auschwitz il 30 gennaio 1944. Tutte e due furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo al 6 febbraio 1944, probabilmente nella camera a gas.[20][21]
QUI ABITAVA
ANDREA LORENZETTI
NATO 1907
ARRESTATO 10.8.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
MORTO DI STENTI
15.5.1945
Piazza Cavour, 10
Andrea Lorenzetti

Andrea Lorenzetti nacque a Ancona il 26 maggio 1907. Proveniva da una famiglia modesta. A sedici anni si diplomò ragioniere e cominciò a lavorare in banca. Si trasferì a Milano, dove lavorò prima per Crédit Commercial de France, poi per il banchiere Antonio Foglia. Nel 1937 fu promosso procuratore di Borsa. Era un antifascista, esponente del PSI milanese clandestino. Divenne redattore de L'Avanti! clandestino. Fu arrestato, gettato nel carcere di San Vittore e trasferito al campo di Fossoli. Morì di stenti a Mauthausen, il 15 maggio 1945.

Le sue lettere da San Vittore e da Fossoli dal marzo al luglio 1944 sono state pubblicate dal suo figlio Guido Lorenzetti sotto il titolo Prigioniero dei nazisti. Libero sempre. dall'editrice Mimesis nel 2014.

QUI ABITAVA
GUIDO LOWENTHAL
NATO 1882
ARRESTATO 19.2.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 10.4.1944
Via Astagno, 10 Guido Lowenthal, figlio di Carlo Loewenthal e Eugenia Piazza, nacque il 12 marzo 1884 a Milano. Coniugato con Eugenia Carcassoni (vedi sopra). Fu arrestato a Appignano (Macerata) il 19 febbraio 1944, detenuto nel carcere di Macerata, trasferito al campo di transito di Fossoli e deportato con il convoglio n. 9 al campo di sterminio di Auschwitz il 5 aprile 1944. Fu assassinato immediatamente dopo il suo arrivo il 10 aprile 1944.[22]
QUI ABITAVA
NELLA MONTEFIORI
NATA 1905
ARRESTATA 16.10.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 23.10.1943
Via Goito, 2 Montefiori, Nella Nella Montefiori, figlia di Elisa Montefiori e di Gino Montefiori, nata il 1 settembre 1905 ad Ancona, maestra elementare, riparata a Roma in seguito alle leggi razziali del 1938. Arrestata a Roma in via Cola di Rienzo il 16 ottobre del 1943 e portata al Collegio Militare di via della Lungara dal quale fui poi trasferita al convoglio ferroviario allestito dai tedeschi alla Stazione Tiburtina per trasportare ad Auschwitz i 1022 ebrei della razzia del 16 ottobre. Uccisa all'arrivo ad Auschwitz cinque giorni dopo, il 23 ottobre 1943.
QUI È NATA
VITTORIA NENNI
1915
ARRESTATA 23.6.1942
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 15.7.1943
Via delle Fornaci Comunali, 9 Nenni , Vittoria Vittoria Nenni
QUI LAVORAVA
ALBERTO PACIFICI
NATO 1870
ARRESTATO 23.5.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 30.6.1944
Via Bernabei, 12 Pacifici, Alberto Alberto Pacifici nacque a Firenze il 18 ottobre 1870. Era figlio di Angelo Pacifici. Coniugato con Elena Levi. La coppia aveva almeno due figlie: Emma (nata l'11 settembre 1899 a Firenze) e Ada (nata il 5 luglio 1907 a Siena). Divenne il Rabbino di Pesaro dal 1904 al 1906 e di Siena dal 1907 al 1911. Fu il Vice-Rabbino di Senigallia 1920 e Chazan di Ancona. Fu arrestato a Firenze il 23 maggio 1944. Due giorni dopo furono arrestate anche le sue figlie. Tutte e tre furono detenuti nel carcere di Firenze e poi al campo di Fossoli. Il padre anziano e le due sorelle furono deportati con il convoglio n. 13 al campo di concentramento di Auschwitz, partendo da Fossoli il 26 giugno e arrivando ad Auschwitz il 30 giugno 1944. Alberto Pacifici e sua figlia Ada non sono sopravvissuti alla Shoah.[23][24][25][26]
QUI LAVORAVA
GIACOMO RUSSI
NATO 1888
ARRESTATO 22.9.1943
DEPORTATO
MEPPEN
ASSASSINATO
Corso Giovanni Amendola, 51 (piazza S.Maria) Russi, Giacomo Giacomo Russi nacque il 19 febbraio 1889 ad Ancona. I suoi genitori erano Davide Russi e Sara Moscato ed aveva un fratello, Franco. Era di origine dalmata ed apparteneva alla comunità ebraica. La famiglia possedeva un'azienda farmaceutica di cui era comproprietario insieme a suo padre. Coniugato con Giuseppina Favali. La coppia aveva due figli, Sergio (nato 1923, vedi sotto) e Franca Luisa. Anche il figlio divenne collaboratore nell'azienda familiare. Il 22 settembre 1943 il padre ed il figlio furono prelevati a Camerano da una camionetta nazifascista. Tutte e due furono prima detenuti al carcere di Ancona e poi deportati al Lager Versen a Meppen, ai confini con l’Olanda. Era un campo lasciato alla desolazione. I detenuti erano costretti a dormire in giacigli di paglia privi di coperte. Nonostante il freddo, non possedevano biancheria intima e portavano zoccoli olandesi. Lì erano esposti alle intemperie, agli animali, ai germi e alle malattie (come tubercolosi, dissenteria, gangrena); alle cimici e ai pidocchi, ed una seria di malattie causate dalla scarsità e dalla orribile qualità del cibo. Fu impiegato nell'infermeria del campo per le sue competenze mediche. Padre e figlio furono probabilmente assassinati a Meppen il 26 luglio 1944, giorno del loro trasferimento verso un altro campo.[27][28][29]

Ai due Russi fu dedicato un Memoriale, collocato nel 2008 al Cimitero Comunale di Ancona.

QUI LAVORAVA
SERGIO RUSSI
NATO 1923
ARRESTATO 22.9.1943
DEPORTATO
MEPPEN
ASSASSINATO
Corso Giovanni Amendola, 51 (piazza S.Maria) Russi, Sergio Sergio Russi nacque a Ancona il 16 agosto 1923. I suoi genitori erano Giacomo Russi (vedi sopra) e Giuseppina Favali. Divenne collaboratore nell'azienda farmaceutica familiare. Il 22 settembre 1943 fu prelevato insieme al padre a Camerano da una camionetta nazifascista. Tutte e due furono prima detenuti al carcere di Ancona e poi deportati al Lager Versen a Meppen, ai confini con l'Olanda. Era un campo lasciato alla desolazione. Nonostante il freddo, non possedevano biancheria intima e portavano zoccoli olandesi. Lì erano esposti alle intemperie, agli animali, ai germi e alle malattie (come tubercolosi, dissenteria, gangrena); alle cimici e ai pidocchi, ed una seria di malattie causate dalla scarsità e dalla orribile qualità del cibo. Padre e figlio furono probabilmente assassinati a Meppen il 26 luglio 1944, giorno del loro trasferimento verso un altro campo.[28][30][31]

Ai due Russi è dedicato un Memoriale, collocato nel 2008 al Cimitero Comunale di Ancona.

QUI ABITAVA
PIERO SONNINO
NATO 1900
ARRESTATO 25.12.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 20.1.1945
Corso Garibaldi, 19 Sonnino, Piero Piero Sonnino
QUI ABITAVA
DANTE STURBINI
NATO 1904
ARRESTATO SET. 1943
DEPORTATO
NEUENGAMME
ASSASSINATO 14.3.1944
Piazza del Plebiscito 40/41 Sturbini, Dante Dante Sturbini
QUI ABITAVA
GINO TOMMASI
NATO 1895
ARRESTATO 9.2.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 5.5.1945
Via Isonzo, 146
Gino Tommasi

Gino Tommasi nacque il 19 settembre 1895 a Dogna. Divenne un ingegnere ed uno dei più noti partigiani delle Marche. Il suo nome di battaglia era comandante Annibale. Durante la prima guerra mondiale partecipò come ufficiale della Territoriale. Finita la guerra si laureò in Ingegneria a Bologna. Poi si stabilì ad Ancona e lavorò come ingegnere. Immediatamente dopo l'armistizio ricevette il mandato dalla Concentrazione antifascista di Ancona.[32] Si impegnò a fondo nell'organizzazione clandestina della lotta partigiana, e divenne comandante della 5ª Brigata Garibaldi "Ancona". A causa di una soffiata, venne sorpreso dai fascisti. Lo rinchiuserro prima nel carcere di Macerata dove resistette alle torture dei suoi aguzzini. Venne poi consegnato dai fascisti italiani ai tedeschi. Fu trasferito al campo di Fossoli e di lì deportato al campo di concentramento di Mauthausen. Fu obbligato ai lavori forzati nel sottocampo di Gusen. Morì probabilmente di stenti il 5 maggio 1945, giorno della liberazione.

La città di Ancona ha intitolato una via cittadina in suo onore. La Repubblica Italiana gli ha assegnato la Medaglia d'oro al valor militare.

QUI ABITAVA
ELSA ZAMORANI
NATA 1883
ARRESTATA 5.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 6.2.1944
Villa Gusso
Via Santa Margherita, 5
Elsa Zamorani, nacque il 4 giugno 1883 a Bologna da Amilcare Zamorani ed Emma Sanguinetti. Sposò Achille Guglielmi (vedi sopra), un proprietario terriero nei dintorni di Ancona. La coppia ebbe due figli, Gino e Gustavo. Resiederono per lungo tempo a Bologna ed erano membri della Comunità ebraica della città. Il 1 settembre 1943 la famiglia acquistò una villa a Castiglione dei Pepoli, probabilmente per essere più lontani dagli occupatori dell'Italia. Nonostante ciò, il marito fu arrestato nel dicembre 1943 e morì durante l'arresto. La vedova viveva con il figlio Gino nel primo piano della loro villa, mentre il figlio Gustavo e sua moglie occupavano il secondo piano. Lì fu arrestata insieme al figlio Gino il 3 gennaio 1944. L'altro figlio è rimasto libero poiché sposato con un'ariana. Madre e figlio furano detenuti prima nel carcere di Bologna, poi nel carcere di Milano. Furono deportati con il convoglio n. 6 al campo di concentramento di Auschwitz il 30 gennaio 1944. Tutte e due furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo il 6 febbraio 1944, probabilmente nella camera a gas.[19][20]

Il suo nome è ricordato su una Lapide della Comunità Israelitica in via Mario Finzi a Bologna.[33]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2024 Via Volturno, 2

43°37′07.86″N 13°31′01.21″E / 43.61885°N 13.517002°E43.61885; 13.517002 (Pietra d'inciampo per Bruno Cagli)
QUI ABITAVA
BRUNO CAGLI
NATO 1904
ARRESTATO 22.3.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 30.11.1944
Cagli, Antonio Bruno Antonio Bruno Cagli (Ancona, 12 dicembre 1905 - Auschwitz, 30 novembre 1944), figlio di Oreste e Lina Melli, ebreo è arrestato a Firenze, trasferito a Fossoli, a cui segue il 16 maggio 1945 la deportazione nel Reich con destinazione Auschwitz, dove muore il 30 novembre 1944.[34]
Corso Garibaldi, 40

43°37′05.94″N 13°30′40.43″E / 43.618316°N 13.51123°E43.618316; 13.51123 (Pietra d'inciampo per Clara Sereno)
QUI ABITAVA
CLARA SERENO
NATA 1911
ARRESTATA 16.10.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Sereno, Clara Clara Sereno (Ancona, 6 giugno 1911 - Auschwitz, ???), figlia di Dante e Elisa Coen-Sacerdoti, coniugata con Ettore Biocca, è vittima del rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. Detenuta prima nel Collegio Militare romano[35] è quindi deportata ad Auschwitz. Non sopravvive alla Shoah.[36]
Corso Carlo Alberto, 68

43°36′20.36″N 13°30′21.51″E / 43.605656°N 13.505974°E43.605656; 13.505974 (Pietra d'inciampo per Alvaro Pietrucci)
QUI ABITAVA
ALVARO PIETRUCCI
NATO 1901
ARRESTATO MARZO 1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 22.4.1945
GUSEN
Pietrucci, Alvaro Alvaro Pietrucci (Ancona, 1901 - Gusen, 22 aprile 1945) operaio meccanico, anarchico, costretto all'espatrio in Francia, a Lione fino alla caduta di Mussolini. Rientrato in patria trova lavoro a Torino. Nel marzo del 1944 è tra gli organizzatori degli scioperi antifascisti dei primi del mese e con tale accusa è arrestato e deportato, il 20 marzo, a Mauthausen. Muore nel sottocampo di Gusen pochi giorni prima della liberazione del campo.[37]
Via Esino, 90

43°36′27.57″N 13°27′24.06″E / 43.607658°N 13.456684°E43.607658; 13.456684 (Pietra d'inciampo per Lamberto Morbidelli)
QUI ABITAVA
LAMBERTO
MORBIDELLI
NATO 1910
CATTURATO 9.9.1943
ALBANIA
DEPORTATO
SCHLESWIG
MORTO 2.11.1943
Morbidelli, Alberto Alberto Morbidelli (Ancona, 1910 - ???) Caporale del Regio Esercito dislocato in Albania, in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 ed al suo rifiuto di arruolarsi nella RSI è arrestato e deportato nel Reich, destinato al campo di Schleswig dove muore il 2 novembre 1943. È sepolto nel cimitero militare italiano di Amburgo.[38]

Jesi[modifica | modifica wikitesto]

A Jesi è stata collocata una sola pietra d'inciampo.

Immagine Scritta Indirizzo Vita
QUI ABITAVA
GIULIO OTTOLENGHI
NATO 1893
ARRESTATO 3.12.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 23.12.1944
Largo Grammercato
Ottolenghi, Giulio Giulio Ottolenghi[39]

Osimo[modifica | modifica wikitesto]

A Osimo è stata collocata una sola pietra d'inciampo.

Immagine Scritta Indirizzo Vita
QUI ABITAVA
ANNITA BOLAFFI
NATA 1886
ARRESTATA 30.10.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA FEB. 1944
Piazza del Comune
Bolaffi, Annita Annita Bolaffi[40]

Ostra Vetere[modifica | modifica wikitesto]

A Ostra Vetere si trova una sola pietra d'inciampo, collocata il 12 gennaio 2017.[1]

Immagine Scritta Indirizzo Vita
QUI ABITAVA
GADDO MORPURGO
NATO 1920
ARRESTATO 7.12.1943
ASSASSINATO 5.9.1944
CAMPO D'AVIAZIONE DI FORLÍ
Via Mazzini, 42 Morpurgo, Gaddo Gaddo Morpurgo nacque il 31 marzo 1920 a Gorizia. I suoi genitori erano Donato Moisè Morpurgo e Maria Treves. Aveva un fratello maggiore, Giulio (1913-1981). Fu arrestato a Ostra Vetere il 7 dicembre 1943 e poi detenuto a Pesaro. Morì nell'eccidio il 5 settembre 1944 a Forlì quando le SS uccisero dieci uomini ebrei al locale campo di aviazione presidiato dalla Guardia Nazionale Repubblicana.

Il primo figlio di suo fratello, nato nel 1947, è stato chiamato Gaddo.[41]

Date di collocazione[modifica | modifica wikitesto]

Le pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate personalmente dall'artista:

  • il 12 gennaio 2017: Ancona (Corso Giovanni Amendola 51), Ostra Vetere
  • il 11 gennaio 2018: Ancona (Via Astagno 10, Via Isonzo 146, Via Santa Margherita 5)
  • il 17 gennaio 2019: Ancona (Via Astagno 18, Via Bernabei 12, Corso Garibaldi 28, Piazza Cavour 10)
  • l'8 gennaio 2020: Ancona (via della Loggia, Corso Garibaldi, via Goito, via Fornaci e via Beccheria), Jesi ed Osimo

Il 25 gennaio 2018 il comune di Ancona organizzò una cerimonia per l'inaugurazione delle sette nuove pietre d'inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig.

Provincia di Macerata[modifica | modifica wikitesto]

San Severino Marche[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
27 gennaio 2024 Via Ponte Vecchio, 4
Borgo Fontenuova

43°14′00.09″N 13°10′48.86″E / 43.233357°N 13.180239°E43.233357; 13.180239 (Pietra d'inciampo per David Bivash)
QUI ABITAVA
DAVID BIVASH
NATO 1890
ARRESTATO 30.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Bivash, David David Bivash (Salonicco, 1 giugno 1890 - Auschwitz, ???) figlio di Abramo Alberto, coniugato con Ida Saltiel. Dal campo per ebrei di Ferramonti di Tarsia, a Cosenza, dove'era detenuto, è in regime di “internamento libero”[42] a San Severino Marche, dove è arrestato con un pretesto dai fascisti sul finire di novembre del 1943, consegnato ai tedeschi ed inviato a Fossoli, da dove, il 5 aprile 1944, è deportato nel Reich destinato ad Auschwitz. Non sopravvive alla Shoah.[43] [44]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Arte, le Pietre d'inciampo di Demnig collocate per la prima volta nelle Marche, su anconatoday.it. URL consultato il 23 gennaio 2016.
  2. ^ Copia archiviata, su comune.ancona.gov.it. URL consultato il 14 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2021).
  3. ^ GIORNATA DELLA MEMORIA Le Cerimonie delle PIETRE DI INCIAMPO., su comuneancona.it. URL consultato il 10 aprile 2024.
  4. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Ascoli, Ferruccio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017., con un ritratto
  5. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Carcassoni, Eugenia, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  6. ^ Un ritratto della famiglia mostra i genitori con quindici bambini, vedi CDEC: Arigo Coen con famiglia, consultato il 21 gennaio 2019
  7. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Dante, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 giugno 2017.
  8. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Ornella, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 giugno 2017.
  9. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Enrica, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  10. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Edi, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  11. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Levi, Raffaele, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  12. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Mosè, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  13. ^ Yad Vashem: Romilde Volterra, consultato il 21 gennaio 2019
  14. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Romilde, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  15. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Volterra, Federico, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  16. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Volterra, Ezio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  17. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Umberto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  18. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Guglielmi, Achille, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  19. ^ a b Centro di documentazione ebraica contemporanea: Zamorani, Elsa, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  20. ^ a b c Centro di documentazione ebraica contemporanea: Guglielmi, Gino, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  21. ^ Ci portano via: GUGLIELMI GINO, consultato il 4 giugno 2018
  22. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Loewenthal, Guido, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017., con un ritratto
  23. ^ Rabbini Italiani: Alberto Pacifici, consultato il 21 gennaio 2019
  24. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Pacifici, Alberto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  25. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Pacifici, Emma, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  26. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Pacifici, Ada, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  27. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Russi, Giacomo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  28. ^ a b Ilaria Triggiani: La memoria contro ogni discriminazione - martedì 26 gennaio 2016, Ancona 2017 (Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, 220), pp. 61-77, qui cit. secondo Pietre della memoria: 6499 - Pietre d’inciampo per Giacomo e Sergio Russi – Ancona Archiviato il 26 giugno 2018 in Internet Archive., consultato il 6 giugno 2018
  29. ^ Yad Vashem: Giacomo Russi, consultato il 7 giugno 2018
  30. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Russi, Sergio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  31. ^ Yad Vashem: Sergio Russi, consultato il 7 giugno 2018
  32. ^ Cfr. Ruggero Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Ancona, Affinità elettive, 2005, pagg.13-14
  33. ^ Ci portano via: ZAMORANI ELSA, consultato il 4 giugno 2018
  34. ^ Bruno Cagli, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 10 aprile 2024.
  35. ^ La deportazione a Roma, su issuu.com. URL consultato il 10 aprile 2024.
  36. ^ Clara Sereno, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 10 aprile 2024.
  37. ^ Alvaro Pietrucci, su chieracostui.com. URL consultato il 10 aprile 2024.
  38. ^ Lamberto Morbidelli, su chieracostui.com. URL consultato il 10 aprile 2024.
  39. ^ QDM notizie: JESI / Pietra d’inciampo per Giulio Ottolenghi: «Ti abbiamo riportato a casa» (video e foto), 27 gennaio 2020
  40. ^ Cronache Ancona: Una pietra d'inciampo in memoria di Annita Bolaffi, 29 gennaio 2020
  41. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Morpurgo, Gaddo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  42. ^ L’internamento italiano degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, su giustiemiliaromagna.it. URL consultato il 16 giugno 2023.
  43. ^ David Bivash, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 10 aprile 2024.
  44. ^ Il sacrificio di David e il parroco che salvò la famiglia da Auschwitz, in avvenire.it, 27 gennaio 2024. URL consultato il 10 aprile 2024.

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