Antidepressivo: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Atarubot (discussione | contributi)
template citazione; fix formato data; fix parametro lingua
Ho aggiunto o corretto delle informazioni sui farmaci utilizzati
Riga 1: Riga 1:
[[File:Venlafaxine-3D-balls.png|thumb|La struttura chimica della [[venlafaxina]] (Effexor), un [[Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina|SNRI]]]]
[[File:Venlafaxine-3D-balls.png|thumb|La struttura chimica della [[venlafaxina]] (Effexor), un antidepressivo [[Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina|SNRI]]]]


Gli '''antidepressivi''' sono una classe di [[farmaco|farmaci]], appartenenti alla categoria degli [[psicofarmaci]], utilizzati nel trattamento di diverse patologie psichiatriche come i disturbi depressivi ([[depressione maggiore]], [[distimia]]), i [[Disturbo d'ansia|disturbi d'ansia]] e [[Disturbi dell'umore|dell'umore]] ma anche condizioni non prettamente psichiatriche.
Gli '''antidepressivi''' sono una classe di [[farmaco|farmaci]], appartenenti alla categoria degli [[psicofarmaci]], utilizzati nel trattamento di diverse patologie psichiatriche come i disturbi depressivi ([[depressione maggiore]], [[distimia]]), i [[Disturbo d'ansia|disturbi d'ansia]] e [[Disturbi dell'umore|dell'umore]] ma anche condizioni non prettamente psichiatriche.
Riga 5: Riga 5:
I farmaci più comunemente associati a questa classe sono gli ''inibitori della monoamino ossidasi'' ([[Inibitore della monoamino ossidasi|MAOIs]]), gli ''antidepressivi triciclici'' ([[Antidepressivi triciclici|TCAs]]), gli ''inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina'' ([[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRIs]]) e della s''erotonina-noradrenalina'' ([[Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina|SNRIs]]), gli ''antidepressivi atipici'' (o di [[Antidepressivo di seconda generazione|seconda generazione]]). La loro efficacia, meccanismo di azione ed [[Effetto collaterale (medicina)|effetti collaterali]] sono continuo oggetto di approfondimento e ne fanno una delle classi di farmaci maggiormente studiate.
I farmaci più comunemente associati a questa classe sono gli ''inibitori della monoamino ossidasi'' ([[Inibitore della monoamino ossidasi|MAOIs]]), gli ''antidepressivi triciclici'' ([[Antidepressivi triciclici|TCAs]]), gli ''inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina'' ([[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRIs]]) e della s''erotonina-noradrenalina'' ([[Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina|SNRIs]]), gli ''antidepressivi atipici'' (o di [[Antidepressivo di seconda generazione|seconda generazione]]). La loro efficacia, meccanismo di azione ed [[Effetto collaterale (medicina)|effetti collaterali]] sono continuo oggetto di approfondimento e ne fanno una delle classi di farmaci maggiormente studiate.


== Caratteristiche generali ==
== Descrizione ==
Nonostante il loro nome, gli antidepressivi si sono dimostrati efficaci nella cura di altre condizioni quali i [[Disturbo d'ansia|disturbi dell'ansia]] (ansia generalizzata ed attacchi di panico), il [[disturbo ossessivo compulsivo]], i [[disturbi dell'alimentazione]], [[disturbo post traumatico da stress]], alcuni disturbi della sfera sessuale (come l'[[eiaculazione precoce]] o le [[Parafilia|parafilie patologiche]]) e alcuni disturbi mediati dagli [[ormone|ormoni]] (come la [[dismenorrea]], vampate post-menopausa o il [[Sindrome premestruale|disturbo disforico premestruale]]). Da soli o assieme agli [[anticonvulsivanti]] (per esempio, la [[carbamazepina]] o il [[valproato]]), alcuni di questi farmaci possono essere usati per il trattamento del [[Sindrome da deficit di attenzione e iperattività|deficit di attenzione e iperattività]] (ADHD) e l'abuso di [[sostanze stupefacenti]]. Gli antidepressivi sono talvolta utilizzati per il trattamento di altre condizioni non prettamente psichiatriche come le [[emicrania|emicranie]], il [[dolore cronico]], l'[[enuresi notturna]], [[fibromialgia]],<ref>{{Cita pubblicazione|autore=A. PALMA, P. PANCHERI|titolo=Terapia del dolore con farmaci antidepressivi Focus sulla venlafaxina|rivista=Journal of Psycopathology|url=http://www.jpsychopathol.it/article/terapia-del-dolore-con-farmaci-antidepressivi-focus-sulla-venlafaxina/}}</ref> disturbi del sonno o della [[roncopatia]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jenna|cognome=Wong|data=21 febbraio 2017|titolo=Off-label indications for antidepressants in primary care: descriptive study of prescriptions from an indication based electronic prescribing system|rivista=BMJ (Clinical research ed.)|volume=356|pp=j603|accesso=21 luglio 2017|doi=10.1136/bmj.j603|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28228380|nome2=Aude|cognome2=Motulsky|nome3=Michal|cognome3=Abrahamowicz}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stone|cognome=KJ|data=1º agosto 2003|titolo=Off-label applications for SSRIs.|rivista=American family physician|volume=68|numero=3|lingua=en|accesso=13 aprile 2017|url=http://europepmc.org/abstract/med/12924832|nome2=Viera|cognome2=AJ|nome3=Parman|cognome3=CL}}</ref>
Nonostante il loro nome, gli antidepressivi non vengono usati solo nel trattamento dei [[Disturbo depressivo|disturbi depressivi]] ma si sono dimostrati efficaci nella cura di altre condizioni quali i [[Disturbo d'ansia|disturbi dell'ansia]] (ansia generalizzata ed attacchi di panico), il [[disturbo ossessivo compulsivo]], i [[disturbi dell'alimentazione]] (anoressia e bulimia, abbuffate patologiche) , [[disturbo post traumatico da stress]], alcuni disturbi della sfera sessuale (come l'[[eiaculazione precoce]] o le [[Parafilia|parafilie patologiche]]) e alcuni disturbi mediati dagli [[ormone|ormoni]] (come la [[dismenorrea]], vampate post-menopausa, depressione post-partum o il [[Sindrome premestruale|disturbo disforico premestruale]]). Da soli o assieme agli [[anticonvulsivanti]] (per esempio, la [[carbamazepina]] o il [[valproato]]), alcuni di questi farmaci possono essere usati per il trattamento del [[Sindrome da deficit di attenzione e iperattività|deficit di attenzione e iperattività]] (ADHD) e l'abuso di [[sostanze stupefacenti]]. Gli antidepressivi sono talvolta utilizzati per il trattamento di altre condizioni non prettamente psichiatriche come le [[emicrania|emicranie]], il [[dolore cronico]], l'[[enuresi notturna]], [[fibromialgia]],<ref>{{Cita pubblicazione|autore=A. PALMA, P. PANCHERI|titolo=Terapia del dolore con farmaci antidepressivi Focus sulla venlafaxina|rivista=Journal of Psycopathology|url=http://www.jpsychopathol.it/article/terapia-del-dolore-con-farmaci-antidepressivi-focus-sulla-venlafaxina/}}</ref> disturbi del sonno o della [[roncopatia]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jenna|cognome=Wong|data=21 febbraio 2017|titolo=Off-label indications for antidepressants in primary care: descriptive study of prescriptions from an indication based electronic prescribing system|rivista=BMJ (Clinical research ed.)|volume=356|pp=j603|accesso=21 luglio 2017|doi=10.1136/bmj.j603|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28228380|nome2=Aude|cognome2=Motulsky|nome3=Michal|cognome3=Abrahamowicz}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stone|cognome=KJ|data=1º agosto 2003|titolo=Off-label applications for SSRIs.|rivista=American family physician|volume=68|numero=3|lingua=en|accesso=13 aprile 2017|url=http://europepmc.org/abstract/med/12924832|nome2=Viera|cognome2=AJ|nome3=Parman|cognome3=CL}}</ref>


Avendo un numero così elevato di indicazioni terapeutiche sono letteralmente utilizzati da milioni di persone: secondo lo studio IPSAD del [[CNR]] (''Italian popoulation Survey on Alcohol and other drugs'') il 5,5% della popolazione italiana (cioè quasi 2,5 milioni di persone) assume antidepressivi e il loro uso è in continua crescita.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/14/psicofarmaci-oltre-11-milioni-di-italiani-li-usano-contro-stress-e-depressione/881436/|titolo=Psicofarmaci, oltre 11 milioni di italiani li usano contro stress e depressione|sito=Il Fatto Quotidiano|data=14 febbraio 2014|accesso=13 aprile 2017}}</ref>
Avendo un numero così elevato di indicazioni terapeutiche sono letteralmente utilizzati da milioni di persone: secondo lo studio IPSAD del [[CNR]] (''Italian popoulation Survey on Alcohol and other drugs'') il 5,5% della popolazione italiana (cioè quasi 2,5 milioni di persone) assume antidepressivi e il loro uso è in continua crescita.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/14/psicofarmaci-oltre-11-milioni-di-italiani-li-usano-contro-stress-e-depressione/881436/|titolo=Psicofarmaci, oltre 11 milioni di italiani li usano contro stress e depressione|sito=Il Fatto Quotidiano|data=14 febbraio 2014|accesso=13 aprile 2017}}</ref>


Nel trattamento della depressione maggiore e dei disturbi d'ansia, il NICE (National Institute of Clinical Excellence, UK) raccomanda il loro uso solo quando altri interventi di tipo [[Psicoterapia|psicologico]] e comportamentale hanno fallito nel migliorare i sintomi, abbinandoli sempre alla [[Psicoterapia|terapia psicologica]].<ref>{{Cita web|url=https://pathways.nice.org.uk/pathways/depression|titolo=Depression - NICE Pathways|sito=pathways.nice.org.uk|lingua=en|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.focus.it/scienza/salute/depressione-che-cosa-c-e-sa-sapere|titolo=Depressione: che cosa c'è da sapere|pubblicazione=Focus.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref> Il loro uso dovrebbe essere limitato ai casi comprovati di depressione maggiore: infatti si è dimostrato che la loro efficacia è direttamente proporzionale alla gravità dei sintomi, non fornendo particolari benefici (rispetto al placebo) nei casi di disturbo lieve o moderato.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Irving|cognome=Kirsch|data=26 febbraio 2008|titolo=Initial Severity and Antidepressant Benefits: A Meta-Analysis of Data Submitted to the Food and Drug Administration|rivista=PLOS Medicine|volume=5|numero=2|pp=e45|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1371/journal.pmed.0050045|url=http://journals.plos.org/plosmedicine/article?id=10.1371/journal.pmed.0050045|nome2=Brett J.|cognome2=Deacon|nome3=Tania B.|cognome3=Huedo-Medina}}</ref> Devono poi essere utilizzati con particolare cautela nei soggetti giovani (cioè al di sotto dei 25 anni) sia per la dubbia efficacia e sicurezza in questa classe di pazienti sia per l'aumentato rischio di suicidio.<ref>{{Cita news|url=http://www.focus.it/scienza/salute/il-caso-degli-antidepressivi|titolo=Antidepressivo per ragazzi, inutile e pericoloso|pubblicazione=Focus.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.psychiatryonline.it/node/2345|titolo=Adolescenti e psicofarmaci: riflessioni su un’esperienza clinica su un campione di 150 ragazzi {{!}} www.psychiatryonline.it|sito=www.psychiatryonline.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref>
Nel trattamento della depressione maggiore e dei disturbi d'ansia, il NICE ([[National Institute for Clinical Excellence]], UK) raccomanda il loro uso solo quando altri interventi di tipo [[Psicoterapia|psicologico]] e comportamentale hanno fallito nel migliorare i sintomi, abbinandoli sempre alla [[Psicoterapia|terapia psicologica]].<ref>{{Cita web|url=https://pathways.nice.org.uk/pathways/depression|titolo=Depression - NICE Pathways|sito=pathways.nice.org.uk|lingua=en|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.focus.it/scienza/salute/depressione-che-cosa-c-e-sa-sapere|titolo=Depressione: che cosa c'è da sapere|pubblicazione=Focus.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref> Il loro uso dovrebbe essere limitato ai casi comprovati di depressione maggiore: infatti si è dimostrato che la loro efficacia è direttamente proporzionale alla gravità dei sintomi, non fornendo particolari benefici (rispetto al [[Placebo (medicina)|placebo]]) nei casi di disturbo lieve o moderato.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Irving|cognome=Kirsch|data=26 febbraio 2008|titolo=Initial Severity and Antidepressant Benefits: A Meta-Analysis of Data Submitted to the Food and Drug Administration|rivista=PLOS Medicine|volume=5|numero=2|pp=e45|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1371/journal.pmed.0050045|url=http://journals.plos.org/plosmedicine/article?id=10.1371/journal.pmed.0050045|nome2=Brett J.|cognome2=Deacon|nome3=Tania B.|cognome3=Huedo-Medina}}</ref> Devono poi essere utilizzati con particolare cautela nei soggetti giovani (cioè al di sotto dei 25 anni) sia per la dubbia efficacia e sicurezza in questa classe di pazienti sia per l'aumentato rischio di suicidio.<ref>{{Cita news|url=http://www.focus.it/scienza/salute/il-caso-degli-antidepressivi|titolo=Antidepressivo per ragazzi, inutile e pericoloso|pubblicazione=Focus.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.psychiatryonline.it/node/2345|titolo=Adolescenti e psicofarmaci: riflessioni su un’esperienza clinica su un campione di 150 ragazzi {{!}} www.psychiatryonline.it|sito=www.psychiatryonline.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref>


In soggetti che non presentano disturbi depressivi, i farmaci antidepressivi non hanno alcun effetto positivo ma danno una generale sensazione di fatica e alcuni sgradevoli effetti collaterali, quindi non c'è generalmente il rischio di abuso di antidepressivi (almeno per quelli più comunemente prescritti). In persone affette da depressione maggiore, invece, gli antidepressivi possono migliorare il tono dell'umore, sbloccare l'inibizione psicomotoria, attivare l'appetito e moderare l'ansia del soggetto. Gli antidepressivi possono limitare la tendenza di un soggetto a fare del male alle altre persone: di fronte all'ipotetico dilemma di poter salvare cinque persone se ne avessero spinta una sesta sotto a un treno, si è mostrato che di 24 soggetti sperimentali, coloro che avevano assunto antidepressivi SSRI non erano propensi all'idea di sacrificare una persona per salvarne cinque.<ref>{{Cita web|url=http://bf4dv7zn3u.search.serialssolutions.com.myaccess.library.utoronto.ca/?ctx_ver=Z39.88-2004&ctx_enc=info:ofi/enc:UTF-8&rfr_id=info:sid/summon.serialssolutions.com&rft_val_fmt=info:ofi/fmt:kev:mtx:journal&rft.genre=article&rft.atitle=Antidepressants&rft.jtitle=Nature+Medicine&rft.date=2010-11-01&rft.pub=Nature+Publishing+Group&rft.issn=1078-8956&rft.volume=16&rft.issue=11&rft.spage=1175&rft.externalDBID=n/a&rft.externalDocID=241945980|titolo=my.access — University of Toronto Libraries Portal|sito=bf4dv7zn3u.search.serialssolutions.com.myaccess.library.utoronto.ca|lingua=en-ca|accesso=23 aprile 2017}}</ref>
In soggetti che non presentano disturbi depressivi, i farmaci antidepressivi non hanno alcun effetto positivo ma danno una generale sensazione di fatica e alcuni sgradevoli effetti collaterali, quindi non c'è generalmente il rischio di abuso di antidepressivi (almeno per quelli più comunemente prescritti). In persone affette da depressione maggiore, invece, gli antidepressivi possono migliorare il tono dell'umore, sbloccare l'inibizione psicomotoria, attivare l'appetito e moderare l'ansia del soggetto. Gli antidepressivi possono limitare la tendenza di un soggetto a fare del male alle altre persone: di fronte all'ipotetico dilemma di poter salvare cinque persone se ne avessero spinta una sesta sotto a un treno, si è mostrato che di 24 soggetti sperimentali, coloro che avevano assunto antidepressivi SSRI non erano propensi all'idea di sacrificare una persona per salvarne cinque.<ref>{{Cita web|url=http://bf4dv7zn3u.search.serialssolutions.com.myaccess.library.utoronto.ca/?ctx_ver=Z39.88-2004&ctx_enc=info:ofi/enc:UTF-8&rfr_id=info:sid/summon.serialssolutions.com&rft_val_fmt=info:ofi/fmt:kev:mtx:journal&rft.genre=article&rft.atitle=Antidepressants&rft.jtitle=Nature+Medicine&rft.date=2010-11-01&rft.pub=Nature+Publishing+Group&rft.issn=1078-8956&rft.volume=16&rft.issue=11&rft.spage=1175&rft.externalDBID=n/a&rft.externalDocID=241945980|titolo=my.access — University of Toronto Libraries Portal|sito=bf4dv7zn3u.search.serialssolutions.com.myaccess.library.utoronto.ca|lingua=en-ca|accesso=23 aprile 2017}}</ref>


Le diverse categorie di antidepressivi hanno un meccanismo di azione molto eterogeneo e in alcuni casi non completamente delucidato, accomunato dal fatto di agire a livello del sistema nervoso centrale, dove interagendo con recettori sinaptici, proteine (come ad esempio le trasportatrici) o enzimi determinano delle modificazioni (dirette o di adattamento) della chimica, dei meccanismi regolativi e della struttura del neurone ma anche della struttura e attività delle aree cerebrali che generano gli effetti terapeutici.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ian C.|cognome=Reid|data=1º aprile 2001|titolo=How antidepressants work|rivista=The British Journal of Psychiatry|volume=178|numero=4|pp=299–303|lingua=en|accesso=10 aprile 2017|doi=10.1192/bjp.178.4.299|url=http://bjp.rcpsych.org/content/178/4/299|nome2=Caroline A.|cognome2=Stewart}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=I. C.|cognome=Reid|data=April 2001|titolo=How antidepressants work: new perspectives on the pathophysiology of depressive disorder|rivista=The British Journal of Psychiatry: The Journal of Mental Science|volume=178|pp=299–303|accesso=21 luglio 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11282807|nome2=C. A.|cognome2=Stewart}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://salute24.ilsole24ore.com/articles/1516?refresh_ce=1|titolo=Così migliorano l’umore:
Le diverse categorie di antidepressivi hanno un meccanismo di azione molto eterogeneo e in alcuni casi non completamente delucidato, accomunato dal fatto di agire a livello del sistema nervoso centrale, dove interagendo con recettori sinaptici, proteine (come ad esempio le [[Trasportatore di membrana|trasportatrici]]) o [[Monoamino ossidasi|enzimi]] determinano delle modificazioni (dirette o di adattamento) della chimica, dei meccanismi regolativi e della struttura del neurone ma anche della struttura e attività delle aree cerebrali che generano gli effetti terapeutici.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ian C.|cognome=Reid|data=1º aprile 2001|titolo=How antidepressants work|rivista=The British Journal of Psychiatry|volume=178|numero=4|pp=299–303|lingua=en|accesso=10 aprile 2017|doi=10.1192/bjp.178.4.299|url=http://bjp.rcpsych.org/content/178/4/299|nome2=Caroline A.|cognome2=Stewart}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=I. C.|cognome=Reid|data=April 2001|titolo=How antidepressants work: new perspectives on the pathophysiology of depressive disorder|rivista=The British Journal of Psychiatry: The Journal of Mental Science|volume=178|pp=299–303|accesso=21 luglio 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11282807|nome2=C. A.|cognome2=Stewart}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://salute24.ilsole24ore.com/articles/1516?refresh_ce=1|titolo=Così migliorano l’umore:
ecco come funzionano
ecco come funzionano
gli antidepressivi|pubblicazione=Salute24 - Il Sole 24 Ore|accesso=21 luglio 2017}}</ref> L'esordio dell'effetto degli antidepressivi più comunemente prescritti è ritardato (2–6 settimane)<ref>{{Cita web|url=http://www.lucamazzotta.it/perche-gli-antidepressivi-agiscono-lentamente/|titolo=Perché gli antidepressivi agiscono lentamente? Dott. Luca Mazzotta - Psicologo Milano - Psicoterapeuta Milano - Psicoanalista Milano|sito=www.lucamazzotta.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref> e il trattamento dura in genere mesi o anni (anche dopo la risoluzione dei sintomi nell'ottica di una terapia di mantenimento e di prevenzione delle ricadute).<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Riccardo Torta|titolo=La scelta di un antidepressivo|url=http://fimmg.org/index.php?action=pages&m=view&p=1926&lang=it}}</ref>
gli antidepressivi|pubblicazione=Salute24 - Il Sole 24 Ore|accesso=21 luglio 2017}}</ref> L'esordio dell'effetto degli antidepressivi più comunemente prescritti è ritardato (2–6 settimane)<ref>{{Cita web|url=http://www.lucamazzotta.it/perche-gli-antidepressivi-agiscono-lentamente/|titolo=Perché gli antidepressivi agiscono lentamente? Dott. Luca Mazzotta - Psicologo Milano - Psicoterapeuta Milano - Psicoanalista Milano|sito=www.lucamazzotta.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref> e il trattamento dura in genere mesi o anni (anche dopo la risoluzione dei sintomi nell'ottica di una terapia di mantenimento e di prevenzione delle ricadute).<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Riccardo Torta|titolo=La scelta di un antidepressivo|url=http://fimmg.org/index.php?action=pages&m=view&p=1926&lang=it}}</ref>


Il termine antidepressivo viene talvolta applicato ad altre terapie (come la [[psicoterapia]], tecniche di [[meditazione]] come la [[mindfulness]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Willem|cognome=Kuyken|data=1º giugno 2016|titolo=Efficacy of Mindfulness-Based Cognitive Therapy in Prevention of Depressive Relapse|rivista=JAMA Psychiatry|volume=73|numero=6|lingua=en|accesso=21 luglio 2017|doi=10.1001/jamapsychiatry.2016.0076|url=http://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2517515|nome2=Fiona C.|cognome2=Warren|nome3=Rod S.|cognome3=Taylor}}</ref> la [[elettroshock|terapia elettro-convulsiva]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Willemijn T.|cognome=Heijnen|data=October 2010|titolo=Antidepressant pharmacotherapy failure and response to subsequent electroconvulsive therapy: a meta-analysis|rivista=Journal of Clinical Psychopharmacology|volume=30|numero=5|pp=616–619|accesso=12 giugno 2017|doi=10.1097/JCP.0b013e3181ee0f5f|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/20814336/?i=6&from=/26528644/related|nome2=Tom K.|cognome2=Birkenhäger|nome3=André I.|cognome3=Wierdsma}}</ref> l'[[agopuntura]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Junmei|cognome=Wu|data=July 2012|titolo=Acupuncture for depression: a review of clinical applications|rivista=Canadian Journal of Psychiatry. Revue Canadienne De Psychiatrie|volume=57|numero=7|pp=397–405|accesso=12 giugno 2017|doi=10.1177/070674371205700702|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/22762294/|nome2=Albert S.|cognome2=Yeung|nome3=Rosa|cognome3=Schnyer}}</ref> o tecniche come in sperimentazione come la stimolazione cerebrale profonda<ref>{{Cita web|url=https://www.uni-bonn.de/Press-releases/sensational-success-in-patients-with-major-depression|titolo=Sensational Success in patients with major depression — Universität Bonn|sito=www.uni-bonn.de|lingua=en|accesso=12 giugno 2017}}</ref> o la stimolazione magnetica<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Tom Ward,|cognome=Futurism|url=http://www.sciencealert.com/doctors-are-fighting-depression-by-targeting-the-brain-s-wiring-not-its-chemical-balance|titolo=Why Doctors Are Fighting Depression by Targeting The Brain's Wiring|pubblicazione=ScienceAlert|accesso=20 giugno 2017}}</ref>) o procedimenti comportamentali (l'aumento dell'esposizione alla luce, regolare esercizio fisico,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Lynette L.|cognome=Craft|data=1º gennaio 2004|titolo=The Benefits of Exercise for the Clinically Depressed|rivista=Primary Care Companion to The Journal of Clinical Psychiatry|volume=6|numero=3|pp=104–111|accesso=13 aprile 2017|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC474733/|nome2=Frank M.|cognome2=Perna}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Harvard Health|cognome=Publications|url=http://www.health.harvard.edu/mind-and-mood/exercise-and-depression-report-excerpt|titolo=Exercise and Depression - Harvard Health|pubblicazione=Harvard Health|accesso=13 aprile 2017}}</ref> manipolazione dei ritmi sonno-veglia come la privazione del sonno<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Daniel J.|cognome=Taylor|data=1º novembre 2005|titolo=Epidemiology of insomnia, depression, and anxiety|rivista=Sleep|volume=28|numero=11|pp=1457–1464|accesso=13 aprile 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?Db=pubmed&Cmd=ShowDetailView&TermToSearch=16335332&ordinalpos=9&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_RVDocSum|nome2=Kenneth L.|cognome2=Lichstein|nome3=H. Heith|cognome3=Durrence}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=David|cognome=Levine|titolo=A Fast-Acting Antidepressant|rivista=Scientific American Mind|volume=24|numero=2|pp=17–17|lingua=en|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1038/scientificamericanmind0513-17a|url=https://www.scientificamerican.com/article/why-sleep-deprivation-eases-depression/}}</ref>) che si è scoperto migliorare un umore clinicamente depresso spesso in misura comparabile a quello degli antidepressivi.
Il termine antidepressivo viene talvolta applicato ad altre terapie (come la [[psicoterapia]], tecniche di [[meditazione]] come la [[mindfulness]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Willem|cognome=Kuyken|data=1º giugno 2016|titolo=Efficacy of Mindfulness-Based Cognitive Therapy in Prevention of Depressive Relapse|rivista=JAMA Psychiatry|volume=73|numero=6|lingua=en|accesso=21 luglio 2017|doi=10.1001/jamapsychiatry.2016.0076|url=http://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2517515|nome2=Fiona C.|cognome2=Warren|nome3=Rod S.|cognome3=Taylor}}</ref> la [[elettroshock|terapia elettro-convulsiva]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Willemijn T.|cognome=Heijnen|data=October 2010|titolo=Antidepressant pharmacotherapy failure and response to subsequent electroconvulsive therapy: a meta-analysis|rivista=Journal of Clinical Psychopharmacology|volume=30|numero=5|pp=616–619|accesso=12 giugno 2017|doi=10.1097/JCP.0b013e3181ee0f5f|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/20814336/?i=6&from=/26528644/related|nome2=Tom K.|cognome2=Birkenhäger|nome3=André I.|cognome3=Wierdsma}}</ref> l'[[agopuntura]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Junmei|cognome=Wu|data=July 2012|titolo=Acupuncture for depression: a review of clinical applications|rivista=Canadian Journal of Psychiatry. Revue Canadienne De Psychiatrie|volume=57|numero=7|pp=397–405|accesso=12 giugno 2017|doi=10.1177/070674371205700702|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/22762294/|nome2=Albert S.|cognome2=Yeung|nome3=Rosa|cognome3=Schnyer}}</ref> o tecniche come in sperimentazione come la stimolazione cerebrale profonda<ref>{{Cita web|url=https://www.uni-bonn.de/Press-releases/sensational-success-in-patients-with-major-depression|titolo=Sensational Success in patients with major depression — Universität Bonn|sito=www.uni-bonn.de|lingua=en|accesso=12 giugno 2017}}</ref> o la stimolazione magnetica<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Tom Ward,|cognome=Futurism|url=http://www.sciencealert.com/doctors-are-fighting-depression-by-targeting-the-brain-s-wiring-not-its-chemical-balance|titolo=Why Doctors Are Fighting Depression by Targeting The Brain's Wiring|pubblicazione=ScienceAlert|accesso=20 giugno 2017}}</ref>) o procedimenti comportamentali (l'aumento dell'esposizione alla luce, regolare esercizio fisico,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Lynette L.|cognome=Craft|data=1º gennaio 2004|titolo=The Benefits of Exercise for the Clinically Depressed|rivista=Primary Care Companion to The Journal of Clinical Psychiatry|volume=6|numero=3|pp=104–111|accesso=13 aprile 2017|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC474733/|nome2=Frank M.|cognome2=Perna}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Harvard Health|cognome=Publications|url=http://www.health.harvard.edu/mind-and-mood/exercise-and-depression-report-excerpt|titolo=Exercise and Depression - Harvard Health|pubblicazione=Harvard Health|accesso=13 aprile 2017}}</ref> miglioramento degli stili di vita e sfera relazionale, manipolazione dei ritmi sonno-veglia come la privazione del sonno<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Daniel J.|cognome=Taylor|data=1º novembre 2005|titolo=Epidemiology of insomnia, depression, and anxiety|rivista=Sleep|volume=28|numero=11|pp=1457–1464|accesso=13 aprile 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?Db=pubmed&Cmd=ShowDetailView&TermToSearch=16335332&ordinalpos=9&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_RVDocSum|nome2=Kenneth L.|cognome2=Lichstein|nome3=H. Heith|cognome3=Durrence}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=David|cognome=Levine|titolo=A Fast-Acting Antidepressant|rivista=Scientific American Mind|volume=24|numero=2|pp=17–17|lingua=en|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1038/scientificamericanmind0513-17a|url=https://www.scientificamerican.com/article/why-sleep-deprivation-eases-depression/}}</ref>) che si è scoperto migliorare un umore clinicamente depresso spesso in misura comparabile a quello degli antidepressivi.


== Cenni storici ==
== Cenni storici ==
Nei primi [[Anni 1950|anni cinquanta]] furono scoperte casualmente le proprietà euforizzanti dell'[[iproniazide]], un farmaco che allora veniva utilizzato nella terapia della tubercolosi: un fotografo dell’Associated Press pubblicò una foto di un sanatorio di New York dove venivano riprese pazienti sorridenti mentre danzavano scherzose; i medici notarono che tali miglioramenti di umore non potevano essere ascritti soltanto al miglioramento clinico per cui cominciarono a sperimentare tale farmaco nei pazienti depressi. Dall'iproniazide derivò la prima classe di antidepressivi, gli inibitori delle monoammino ossidasi ([[Inibitore della monoamino ossidasi|IMAO]]). Pochi anni dopo vennero riconosciute all'[[imipramina]], che era sperimentata come antipsicotico, proprietà antidepressive. Proprio dall'imipramina nacque la seconda grande classe di antidepressivi, i triciclici ([[Antidepressivi triciclici|TCA]]), così chiamati per la loro struttura molecolare e che dominarono il mercato negli anni 1960-1980. A tutt'oggi sono utilizzati a volte come trattamento di seconda linea.<ref>{{Cita news|url=http://www.pasqualeparise.it/sito/la-scoperta-degli-antidepressivi-una-storia-di-serendipity/|titolo=La scoperta degli antidepressivi: una storia di serendipity|pubblicazione=Dott. Pasquale Parise|data=13 marzo 2014|accesso=13 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.lescienze.it/news/2017/03/04/news/psichiatria_basata_prove-3446289/|titolo=L'ascesa della psichiatria basata sulle prove - Le Scienze|pubblicazione=Le Scienze|accesso=14 aprile 2017}}</ref>
Nei primi [[Anni 1950|anni cinquanta]] furono scoperte casualmente le proprietà euforizzanti dell'[[iproniazide]], un farmaco che allora veniva utilizzato nella terapia della tubercolosi: un fotografo dell’Associated Press pubblicò una foto di un sanatorio di New York dove venivano riprese pazienti sorridenti mentre danzavano scherzose; i medici notarono che tali miglioramenti di umore non potevano essere ascritti soltanto al miglioramento clinico per cui cominciarono a sperimentare tale farmaco nei pazienti depressi. Dall'iproniazide derivò la prima classe di antidepressivi, gli inibitori delle monoammino ossidasi ([[Inibitore della monoamino ossidasi|IMAO]]).


Prima di allora la cura della depressione aveva a disposizione poche armi nel suo arsenale. I casi venivano trattati con la [[terapia elettroconvulsivante]] che con le tecniche dell'epoca era però molto dolorosa per il paziente, gli stimolanti [[Amfetamina|amfetaminici]] che però spesso determinavano un ativazione e stinmolazione del paziente piuttosto che effetti antidepressivi, e altri composti come la [[reserpina]] che però aveva pesanti effetti collaterali.
Con l'intento di sintetizzare composti che conservassero il meccanismo d'azione terapeutico degli antidepressivi triciclici ma con minori effetti collaterali furono approvati a partire dalla fine degli anni ottanta fino a primi anni duemila gli inibitori della ricaptazione della serotonina ([[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]]) e della serotonina-noradrenalina ([[Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina|SNRI]]). Con il progressivo approfondirsi delle conoscenze sui meccanismi d'azione degli antidepressivi e sui correlati biologici dei disturbi dell'umore, a queste famiglie si sono aggiunte altre sostanze di varia struttura chimica ed attività farmacologica, definiti [[Antidepressivo di seconda generazione|antidepressivi atipici]] o di seconda generazione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Chaitra T.|cognome=Ramachandraih|data=1º gennaio 2011|titolo=Antidepressants: From MAOIs to SSRIs and more|rivista=Indian Journal of Psychiatry|volume=53|numero=2|pp=180–182|accesso=13 aprile 2017|doi=10.4103/0019-5545.82567|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3136031/|nome2=Narayana|cognome2=Subramanyam|nome3=Kral Jurgen|cognome3=Bar}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.compoundchem.com/wp-content/uploads/2015/01/Major-Classes-of-Antidepressants-Summary.png|titolo=Infographics on how antidepressants work}}</ref> Negli ultimi anni si stanno diffondendo i cosiddetti ''antidepressivi multimodali'' (come vortioxetina e vilazodone), che agiscono cioè su più target contemporaneamente.

Pochi anni dopo vennero riconosciute all'[[imipramina]], che era sperimentata come antipsicotico, proprietà antidepressive. Proprio dall'imipramina nacque la seconda grande classe di antidepressivi, i triciclici ([[Antidepressivi triciclici|TCA]]), così chiamati per la loro struttura molecolare e che dominarono il mercato negli anni 1960-1980. A tutt'oggi sono utilizzati a volte come trattamento di seconda linea.<ref>{{Cita news|url=http://www.pasqualeparise.it/sito/la-scoperta-degli-antidepressivi-una-storia-di-serendipity/|titolo=La scoperta degli antidepressivi: una storia di serendipity|pubblicazione=Dott. Pasquale Parise|data=13 marzo 2014|accesso=13 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.lescienze.it/news/2017/03/04/news/psichiatria_basata_prove-3446289/|titolo=L'ascesa della psichiatria basata sulle prove - Le Scienze|pubblicazione=Le Scienze|accesso=14 aprile 2017}}</ref>

Con l'intento di sintetizzare composti che conservassero il meccanismo d'azione terapeutico degli antidepressivi triciclici ma con minori effetti collaterali furono approvati a partire degli anni ottanta fino a primi anni duemila gli inibitori della ricaptazione della serotonina ([[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]]) e della serotonina-noradrenalina ([[Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina|SNRI]]) che ad oggi sono le classi di antidepressivi che dominano il mercato. Nel frattempo, grazie al progressivo approfondirsi delle conoscenze sui meccanismi d'azione degli antidepressivi e sui correlati biologici dei disturbi dell'umore, a queste famiglie si sono aggiunte altre sostanze di varia struttura chimica ed attività farmacologica, definiti genericamente [[Antidepressivo di seconda generazione|antidepressivi atipici]] o di seconda generazione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Chaitra T.|cognome=Ramachandraih|data=1º gennaio 2011|titolo=Antidepressants: From MAOIs to SSRIs and more|rivista=Indian Journal of Psychiatry|volume=53|numero=2|pp=180–182|accesso=13 aprile 2017|doi=10.4103/0019-5545.82567|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3136031/|nome2=Narayana|cognome2=Subramanyam|nome3=Kral Jurgen|cognome3=Bar}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.compoundchem.com/wp-content/uploads/2015/01/Major-Classes-of-Antidepressants-Summary.png|titolo=Infographics on how antidepressants work}}</ref> Negli ultimi anni si stanno diffondendo i cosiddetti ''antidepressivi multimodali'' (come vortioxetina e vilazodone) che agiscono cioè su più target contemporaneamente.


== Neurofisiologia del tono dell'umore e del temperamento ==
== Neurofisiologia del tono dell'umore e del temperamento ==
Riga 29: Riga 33:


=== Ipotesi monoaminergica della depressione ===
=== Ipotesi monoaminergica della depressione ===
L'osservazione empirica che sostanze in grado di alterare, ad esempio innalzandola, la concentrazione di alcuni neurotrasmettitori, di imitarne l'azione di o di bloccarla sono in grado di indurre alterazioni comportamentali e del tono dell'umore, ha portato allo sviluppo della "ipotesi monoaminergica", una teoria empirica secondo cui l'origine della depressione e dei disturbi d'ansia sarebbe da ricercarsi in una diminuzione della quantità di particolari neurotrasmettitori nel cervello, in particolare le cosiddette mono ammine ([[serotonina]], [[dopamina]] e [[noradrenalina]]). Su ciò si basa attualmente il razionale d'uso della maggior parte degli antidepressivi oggi in commercio che infatti vanno per lo più ad alterare il livello di monoammine. In realtà si è dimostrato come l'alterazione del tono monoaminergico non è il solo responsabile dell'effetto terapeutico dato che si è osservato che gli antidepressivi sono in grado di innescare, direttamente o secondariamente a tale alterazione, una serie di altre modificazioni neurochimiche responsabili dell'azione terapeutica (come l'induzione di fattori neurotrofici o la desensibilizzazione dei recettori delle monoammine).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jack D.|cognome=Barchas|data=1999|titolo=Monoamine Hypotheses of Mood Disorders|lingua=en|accesso=9 luglio 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK28257/|nome2=Margaret|cognome2=Altemus}}</ref>
L'osservazione empirica che sostanze in grado di alterare, ad esempio innalzandola, la concentrazione di alcuni neurotrasmettitori, di imitarne l'azione di o di bloccarla sono in grado di indurre alterazioni comportamentali e del tono dell'umore, ha portato allo sviluppo della "ipotesi monoaminergica", una teoria empirica secondo cui l'origine della depressione e dei disturbi d'ansia sarebbe da ricercarsi in una diminuzione della quantità di particolari neurotrasmettitori nel cervello, in particolare le cosiddette mono ammine ([[serotonina]], [[dopamina]] e [[noradrenalina]]). Su ciò si basa attualmente il razionale d'uso della maggior parte degli antidepressivi oggi in commercio che infatti vanno per lo più ad alterare il livello di monoammine. In realtà si è dimostrato come l'alterazione del tono monoaminergico non è il solo responsabile dell'effetto terapeutico dato che si è osservato che gli antidepressivi sono in grado di innescare, direttamente o secondariamente a tale alterazione, una serie di altre modificazioni neurochimiche responsabili probabilmente della reale azione terapeutica (come l'induzione di fattori neurotrofici o la desensibilizzazione dei recettori delle monoammine).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jack D.|cognome=Barchas|data=1999|titolo=Monoamine Hypotheses of Mood Disorders|lingua=en|accesso=9 luglio 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK28257/|nome2=Margaret|cognome2=Altemus}}</ref>


Gli antidepressivi sono in grado di alterare la concentrazione di neurotrasmettitori bloccando ad esempio i processi degradativi dei neurotrasmettitori (come gli [[Inibitore della monoamino ossidasi|IMAO]]), i processi di riciclo (inibitori del reuptake), imitando l'azione dei neurotrasmettitori su alcuni particolari recettori (agonisti) o di bloccarne l'azione (antagonisti). La specificità recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore specifico; mentre la selettività recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore selettivo.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Edoardo Spina|titolo=Equivalenza terapeutica di classe dei farmaci antidepressivi|url=http://www.sifweb.org/docs/sif_position_paper_antidepressivi_ott2013.pdf}}</ref>
Gli antidepressivi sono in grado di alterare la concentrazione di neurotrasmettitori bloccando ad esempio i processi degradativi dei neurotrasmettitori (come gli [[Inibitore della monoamino ossidasi|IMAO]]), i processi di riciclo (inibitori del reuptake), imitando l'azione dei neurotrasmettitori su alcuni particolari recettori (agonisti) o di bloccarne l'azione (antagonisti). La specificità recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore specifico; mentre la selettività recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore selettivo.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Edoardo Spina|titolo=Equivalenza terapeutica di classe dei farmaci antidepressivi|url=http://www.sifweb.org/docs/sif_position_paper_antidepressivi_ott2013.pdf}}</ref>
Riga 88: Riga 92:
|-
|-
|'''GABA'''
|'''GABA'''
La depressioneè associata con una diminuita attività del sistema gabaergico nei circuiti frontali.<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/271134151_Altered_g-aminobutyric_acid_neurotransmission_in_major_depressive_disorder_A_critical_review_of_the_supporting_evidence_and_the_influence_of_serotonergic_antidepressants|titolo=Altered γ-aminobutyric acid neurotransmission in major depressive disorder: A critical review of the supporting evidence and the influence of serotonergic antidepressants (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=24 febbraio 2017}}</ref>
La depressione è associata con una diminuita attività del sistema gabaergico nei circuiti frontali.<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/271134151_Altered_g-aminobutyric_acid_neurotransmission_in_major_depressive_disorder_A_critical_review_of_the_supporting_evidence_and_the_influence_of_serotonergic_antidepressants|titolo=Altered γ-aminobutyric acid neurotransmission in major depressive disorder: A critical review of the supporting evidence and the influence of serotonergic antidepressants (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=24 febbraio 2017}}</ref>
|Alcuni pazienti con depressione mostrano diminuita quantità di GABA nel sistema nervoso centrale. Modulatori dell'attività gabaergica (neurosteroidi) sono in grado di esplicare effetti antidepressivi.
|Alcuni pazienti con depressione mostrano diminuita quantità di GABA nel sistema nervoso centrale. Modulatori dell'attività gabaergica (neurosteroidi) sono in grado di esplicare effetti antidepressivi.
|}
|}
Riga 96: Riga 100:
== Tipi di antidepressivi ==
== Tipi di antidepressivi ==
Esistono molti composti approvati per il trattamento della depressione che possono essere classificati in base al loro meccanismo d'azione fondamentale, principalmente in inibitori del reuptake delle monoammine (che bloccano i processi di recupero di questi neurotrasmettitori), inibitori degli enzimi degradativi (come gli IMAO) e agonisti/antagonisti recettoriali (cioè dei farmaci in grado di attivare o disattivare particolari "interruttori" biologici).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Pal|cognome=Pacher|data=2004-4|titolo=Trends in the Development of New Antidepressants. Is there a Light at the End of the Tunnel?|rivista=Current medicinal chemistry|volume=11|numero=7|pp=925–943|accesso=21 luglio 2017|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2495050/|nome2=Valeria|cognome2=Kecskemeti}}</ref>
Esistono molti composti approvati per il trattamento della depressione che possono essere classificati in base al loro meccanismo d'azione fondamentale, principalmente in inibitori del reuptake delle monoammine (che bloccano i processi di recupero di questi neurotrasmettitori), inibitori degli enzimi degradativi (come gli IMAO) e agonisti/antagonisti recettoriali (cioè dei farmaci in grado di attivare o disattivare particolari "interruttori" biologici).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Pal|cognome=Pacher|data=2004-4|titolo=Trends in the Development of New Antidepressants. Is there a Light at the End of the Tunnel?|rivista=Current medicinal chemistry|volume=11|numero=7|pp=925–943|accesso=21 luglio 2017|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2495050/|nome2=Valeria|cognome2=Kecskemeti}}</ref>

Anche altri farmaci formalmente approvati per altri disturbi e che non rientrano nella categoria degli antidepressivi hanno un effetto antidepressivo ma i limiti del loro utilizzo (dovuti ad esempio ad uno scarso profilo di effetti collaterali, al potenziale d'abuso, alla scarsa tollerabilità nel lungo termine) hanno causato controversie circa il loro utilizzo per tale scopo ed inoltre la prescrizione per condizioni altre da quelle ufficialmente approvate rappresenta sempre un rischio, nonostante la possibile efficacia superiore. Ad esempio gli [[antipsicotico|antipsicotici]] a basso dosaggio e le [[benzodiazepine]] possono essere utilizzati per la gestione della depressione (anche in aggiunta ad un antidepressivo), sebbene l'uso di benzodiazepine possa causare [[dipendenza]] e quello di antipsicotici altri effetti collaterali. Gli [[oppioidi]] sono stati utilizzati per trattare la [[depressione maggiore]] fino alla fine degli anni cinquanta e le [[anfetamine]] fino alla metà degli anni sessanta. Sia gli oppioidi che le anfetamine inducono una risposta terapeutica molto veloce, mostrando risultati entro ventiquattro o quarantotto ore e i loro indici terapeutici sono maggiori di quelli degli antidepressivi triciclici. In un piccolo studio pubblicato nel 1995, l'oppioide [[buprenorfina]] si è mostrato essere un buon candidato per il trattamento della depressione grave, resistente al trattamento. Recentemente altre sostanze d'abuso come la [[ketamina]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=James W.|cognome=Murrough|data=1º ottobre 2013|titolo=Antidepressant Efficacy of Ketamine in Treatment-Resistant Major Depression: A Two-Site Randomized Controlled Trial|rivista=The American journal of psychiatry|volume=170|numero=10|pp=1134–1142|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1176/appi.ajp.2013.13030392|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3992936/|nome2=Dan V.|cognome2=Iosifescu|nome3=Lee C.|cognome3=Chang}}</ref> o la [[psilocibina]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=David|cognome=Baumeister|data=13 aprile 2017|titolo=Classical hallucinogens as antidepressants? A review of pharmacodynamics and putative clinical roles|rivista=Therapeutic Advances in Psychopharmacology|volume=4|numero=4|pp=156–169|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1177/2045125314527985|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4104707/|nome2=Georgina|cognome2=Barnes|nome3=Giovanni|cognome3=Giaroli}}</ref>, opportunamente utilizzate, hanno mostrato degli spiccati e rapidi effetti antidepressivi e i loro derivati saranno probabilmente alla base di una futura generazione di farmaci.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Simon N.|cognome=Young|data=13 aprile 2017|titolo=Single treatments that have lasting effects: some thoughts on the antidepressant effects of ketamine and botulinum toxin and the anxiolytic effect of psilocybin|rivista=Journal of Psychiatry & Neuroscience : JPN|volume=38|numero=2|pp=78–83|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1503/jpn.120128|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3581595/}}</ref>

Anche alcuni estratti di origine naturale, spesso classificati come [[integratore alimentare]], mostrano un effetto antidepressivo (anche se la portata del loro effetto è stata a volte messa in discussione): ad esempio l'estratto dell'[[Hypericum perforatum|erba di San Giovanni]] è comunemente utilizzato come antidepressivo specialmente in Europa;<ref>{{Cita web|url=https://nccih.nih.gov/health/stjohnswort/sjw-and-depression.htm|titolo=St. John's Wort and Depression: In Depth|sito=NCCIH|lingua=en|accesso=13 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Joanne Barnes, Linda A. Anderson and J. David Phillipson|anno=2001|titolo=St John’s wort (Hypericum perforatum L.) : a review of its chemistry, pharmacology and clinical properties|rivista=Journal of Pharmacy and Pharmacology|abstract=The chemical composition of St. John’s wort has been well-studied. Documented phar- macological activities, including antidepressant, antiviral, and antibacterial effects, provide supporting evidence for several of the traditional uses stated for St John’s wort. Many pharmacological activities appear to be attributable to hypericin and to the flavonoid constituents ; hypericin is also reported to be responsible for the photosensitive reactions that have been documented for St. John’s wort. With regard to the antidepressant effects of St John’s wort, hyperforin, rather than hypericin as originally thought, has emerged as one of the major constituents responsible for antidepressant activity. Further research is required to determine which other constituents contribute to the antidepressant effect. Evidence from randomised controlled trials has confirmed the efficacy of St John’s wort extracts over placebo in the treatment of mild-to-moderately severe depression. Other randomised controlled studies have provided some evidence that St John’s wort extracts are as effective as some standard antidepressants in mild-to-moderate depression. There is still a need for further trials to assess the efficacy of St John’s wort extracts, compared with that of standard antidepressants, particularly newer antidepressant agents, such as the selective serotonin reuptake inhibitors (recent comparative studies with fluoxetine and sertraline have been conducted). Also, there is a need for further studies in well-defined groups of patients, in different types of depression, and conducted over longer periods in order to determine long- term safety. St John’s wort does appear to have a more favourable short-term safety profile than do standard antidepressants, a factor that is likely to be important in patients continuing to take medication. Concerns have been raised over interactions between St John’s wort and certain prescribed medicines (including warfarin, ciclosporin, theophylline, digoxin, HIV protease inhibitors, anticonvulsants, selective serotonin reuptake inhibitors, triptans, oral contraceptives) ; advice is that patients taking these medicines should stop taking St John’s wort, generally after seeking professional advice as dose adjustment of conventional treatment may be necessary.|url=http://scholar.google.it/scholar_url?url=http://www.nononsensecosmethic.org/wp-content/uploads/2015/12/St-Johns-wort-review.pdf&hl=it&sa=X&scisig=AAGBfm3lyeQvChSWreuCBTO3ms58VSbd6Q&nossl=1&oi=scholarr&ved=0ahUKEwj6w-zv9KHTAhVoApoKHQRgAIsQgAMILCgCMAA}}</ref> alcuni [[Probiotico|probiotici]] hanno mostrato di migliorare sintomi di ansia e depressione in trial clinici e modelli animali, mettendo in luce il collegamento tra salute intestinale e mentale;<ref>{{Cita web|url=http://mentalhealthdaily.com/2016/03/01/10-best-probiotics-for-depression-anxiety-gut-brain-axis-modification/|titolo=10 Best Probiotics For Depression & Anxiety: Gut-Brain Axis Modification|sito=Mental Health Daily|data=1º marzo 2016|accesso=13 aprile 2017}}</ref> L'[[Acetil-L-carnitina|Acetil l-Carnitina]] ha mostrato in uno studio rapido effetto nel trattamento della distimia;<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carla|cognome=Nasca|data=19 marzo 2013|titolo=L-acetylcarnitine causes rapid antidepressant effects through the epigenetic induction of mGlu2 receptors|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|volume=110|numero=12|pp=4804–4809|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1073/pnas.1216100110|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3607061/|nome2=Dionysios|cognome2=Xenos|nome3=Ylenia|cognome3=Barone}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sheng-Min|cognome=Wang|data=1º giugno 2014|titolo=A review of current evidence for acetyl-l-carnitine in the treatment of depression|rivista=Journal of Psychiatric Research|volume=53|pp=30–37|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1016/j.jpsychires.2014.02.005|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24607292|nome2=Changsu|cognome2=Han|nome3=Soo-Jung|cognome3=Lee}}</ref> l'[[inositolo]] in uno studio ha mostrato in uno studio un effetto ansiolitico paragonabile a quello della fluoxetina;<ref>{{Cita web|url=https://examine.com/supplements/inositol/|titolo=Inositol - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects {{!}} Examine.com|sito=examine.com|accesso=13 aprile 2017}}</ref> l'[[S-adenosil metionina|Adenosil Metionina]] (SAMe) è ampiamente pubblicizzato come alterativa naturale agli antidepressivi;<ref>{{Cita web|url=https://examine.com/supplements/s-adenosyl-methionine/|titolo=S-Adenosyl Methionine - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects {{!}} Examine.com|sito=examine.com|accesso=13 aprile 2017}}</ref> la [[nicotina]] agisce come antidepressivo,<ref name="pmid19293201">{{Cita pubblicazione|autore=Ischaki E, Gratziou C|anno=2009|mese=febbraio|titolo=Smoking and depression: Is smoking cessation effective?|rivista=Ther Adv Respir Dis|volume=3|numero=1|pp=31–8|doi=10.1177/1753465809102662|pmid=19293201}}</ref> tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina e la desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza.<ref name="pmid18834313">{{Cita pubblicazione|autore=Benowitz NL|anno=2009|titolo=Pharmacology of nicotine: addiction, smoking-induced disease, and therapeutics|rivista=Annu. Rev. Pharmacol. Toxicol.|volume=49|pp=57–71|doi=10.1146/annurev.pharmtox.48.113006.094742|pmid=18834313|pmc=2946180}}</ref>


=== Principali farmaci antidepressivi ===
=== Principali farmaci antidepressivi ===

{| class="wikitable" border="1"
{| class="wikitable" border="1"
|-
|-
Riga 128: Riga 127:
| '''Altri'''
| '''Altri'''
| [[Mirtazapina]], [[Trazodone]], [[Agomelatina]], [[Tianeptina]], [[Sulpiride]]\[[Amisulpride|Amilsupride]], [[Mianserina]]
| [[Mirtazapina]], [[Trazodone]], [[Agomelatina]], [[Tianeptina]], [[Sulpiride]]\[[Amisulpride|Amilsupride]], [[Mianserina]]
|}Anche altri farmaci formalmente approvati formalmente per altri disturbi e che non rientrano nella categoria degli antidepressivi hanno un effetto antidepressivo ma i limiti del loro utilizzo (dovuti ad esempio ad uno scarso profilo di effetti collaterali, al potenziale d'abuso, alla scarsa tollerabilità nel lungo termine) hanno causato controversie circa il loro utilizzo per tale scopo ed inoltre la prescrizione per condizioni altre da quelle ufficialmente approvate rappresenta sempre un rischio, nonostante la possibile efficacia superiore. Ad esempio gli [[antipsicotico|antipsicotici]] a basso dosaggio e le [[benzodiazepine]] possono essere utilizzati per la gestione della depressione (anche in aggiunta ad un antidepressivo), sebbene l'uso di benzodiazepine possa causare [[dipendenza]] e quello di antipsicotici altri effetti collaterali. Gli [[oppioidi]] sono stati utilizzati per trattare la [[depressione maggiore]] fino alla fine degli anni cinquanta e le [[anfetamine]] fino alla metà degli anni sessanta. Sia gli oppioidi che le anfetamine inducono una risposta terapeutica molto veloce, mostrando risultati entro ventiquattro o quarantotto ore e i loro indici terapeutici sono maggiori di quelli degli antidepressivi triciclici. In un piccolo studio pubblicato nel 1995, l'oppioide [[buprenorfina]] si è mostrato essere un buon candidato per il trattamento della depressione grave, resistente al trattamento così come l'antitussivo [[destrometorfano]]. Recentemente altre sostanze d'abuso come la [[ketamina]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=James W.|cognome=Murrough|data=1º ottobre 2013|titolo=Antidepressant Efficacy of Ketamine in Treatment-Resistant Major Depression: A Two-Site Randomized Controlled Trial|rivista=The American journal of psychiatry|volume=170|numero=10|pp=1134–1142|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1176/appi.ajp.2013.13030392|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3992936/|nome2=Dan V.|cognome2=Iosifescu|nome3=Lee C.|cognome3=Chang}}</ref> o la [[psilocibina]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=David|cognome=Baumeister|data=13 aprile 2017|titolo=Classical hallucinogens as antidepressants? A review of pharmacodynamics and putative clinical roles|rivista=Therapeutic Advances in Psychopharmacology|volume=4|numero=4|pp=156–169|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1177/2045125314527985|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4104707/|nome2=Georgina|cognome2=Barnes|nome3=Giovanni|cognome3=Giaroli}}</ref>, opportunamente utilizzate, hanno mostrato degli spiccati e rapidi effetti antidepressivi e i loro derivati saranno probabilmente alla base di una futura generazione di farmaci.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Simon N.|cognome=Young|data=13 aprile 2017|titolo=Single treatments that have lasting effects: some thoughts on the antidepressant effects of ketamine and botulinum toxin and the anxiolytic effect of psilocybin|rivista=Journal of Psychiatry & Neuroscience : JPN|volume=38|numero=2|pp=78–83|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1503/jpn.120128|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3581595/}}</ref>
|}

Anche alcuni estratti di origine naturale, spesso classificati come [[integratore alimentare]], mostrano un effetto antidepressivo (anche se la portata del loro effetto è stata a volte messa in discussione): ad esempio l'estratto dell'[[Hypericum perforatum|erba di San Giovanni]] è comunemente utilizzato come antidepressivo specialmente in Europa;<ref>{{Cita web|url=https://nccih.nih.gov/health/stjohnswort/sjw-and-depression.htm|titolo=St. John's Wort and Depression: In Depth|sito=NCCIH|lingua=en|accesso=13 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Joanne Barnes, Linda A. Anderson and J. David Phillipson|anno=2001|titolo=St John’s wort (Hypericum perforatum L.) : a review of its chemistry, pharmacology and clinical properties|rivista=Journal of Pharmacy and Pharmacology|abstract=The chemical composition of St. John’s wort has been well-studied. Documented phar- macological activities, including antidepressant, antiviral, and antibacterial effects, provide supporting evidence for several of the traditional uses stated for St John’s wort. Many pharmacological activities appear to be attributable to hypericin and to the flavonoid constituents ; hypericin is also reported to be responsible for the photosensitive reactions that have been documented for St. John’s wort. With regard to the antidepressant effects of St John’s wort, hyperforin, rather than hypericin as originally thought, has emerged as one of the major constituents responsible for antidepressant activity. Further research is required to determine which other constituents contribute to the antidepressant effect. Evidence from randomised controlled trials has confirmed the efficacy of St John’s wort extracts over placebo in the treatment of mild-to-moderately severe depression. Other randomised controlled studies have provided some evidence that St John’s wort extracts are as effective as some standard antidepressants in mild-to-moderate depression. There is still a need for further trials to assess the efficacy of St John’s wort extracts, compared with that of standard antidepressants, particularly newer antidepressant agents, such as the selective serotonin reuptake inhibitors (recent comparative studies with fluoxetine and sertraline have been conducted). Also, there is a need for further studies in well-defined groups of patients, in different types of depression, and conducted over longer periods in order to determine long- term safety. St John’s wort does appear to have a more favourable short-term safety profile than do standard antidepressants, a factor that is likely to be important in patients continuing to take medication. Concerns have been raised over interactions between St John’s wort and certain prescribed medicines (including warfarin, ciclosporin, theophylline, digoxin, HIV protease inhibitors, anticonvulsants, selective serotonin reuptake inhibitors, triptans, oral contraceptives) ; advice is that patients taking these medicines should stop taking St John’s wort, generally after seeking professional advice as dose adjustment of conventional treatment may be necessary.|url=http://scholar.google.it/scholar_url?url=http://www.nononsensecosmethic.org/wp-content/uploads/2015/12/St-Johns-wort-review.pdf&hl=it&sa=X&scisig=AAGBfm3lyeQvChSWreuCBTO3ms58VSbd6Q&nossl=1&oi=scholarr&ved=0ahUKEwj6w-zv9KHTAhVoApoKHQRgAIsQgAMILCgCMAA}}</ref> alcuni [[Probiotico|probiotici]] hanno mostrato di migliorare sintomi di ansia e depressione in trial clinici e modelli animali, mettendo in luce il collegamento tra salute intestinale e mentale;<ref>{{Cita web|url=http://mentalhealthdaily.com/2016/03/01/10-best-probiotics-for-depression-anxiety-gut-brain-axis-modification/|titolo=10 Best Probiotics For Depression & Anxiety: Gut-Brain Axis Modification|sito=Mental Health Daily|data=1º marzo 2016|accesso=13 aprile 2017}}</ref> L'[[Acetil-L-carnitina|Acetil l-Carnitina]] ha mostrato in uno studio rapido effetto nel trattamento della distimia;<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carla|cognome=Nasca|data=19 marzo 2013|titolo=L-acetylcarnitine causes rapid antidepressant effects through the epigenetic induction of mGlu2 receptors|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|volume=110|numero=12|pp=4804–4809|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1073/pnas.1216100110|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3607061/|nome2=Dionysios|cognome2=Xenos|nome3=Ylenia|cognome3=Barone}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sheng-Min|cognome=Wang|data=1º giugno 2014|titolo=A review of current evidence for acetyl-l-carnitine in the treatment of depression|rivista=Journal of Psychiatric Research|volume=53|pp=30–37|accesso=13 aprile 2017|doi=10.1016/j.jpsychires.2014.02.005|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24607292|nome2=Changsu|cognome2=Han|nome3=Soo-Jung|cognome3=Lee}}</ref> l'[[inositolo]] in uno studio ha mostrato in uno studio un effetto ansiolitico paragonabile a quello della fluoxetina;<ref>{{Cita web|url=https://examine.com/supplements/inositol/|titolo=Inositol - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects {{!}} Examine.com|sito=examine.com|accesso=13 aprile 2017}}</ref> l'[[S-adenosil metionina|Adenosil Metionina]] (SAMe) è ampiamente pubblicizzato come alterativa naturale agli antidepressivi;<ref>{{Cita web|url=https://examine.com/supplements/s-adenosyl-methionine/|titolo=S-Adenosyl Methionine - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects {{!}} Examine.com|sito=examine.com|accesso=13 aprile 2017}}</ref> la [[nicotina]] agisce come antidepressivo,<ref name="pmid19293201">{{Cita pubblicazione|autore=Ischaki E, Gratziou C|anno=2009|mese=febbraio|titolo=Smoking and depression: Is smoking cessation effective?|rivista=Ther Adv Respir Dis|volume=3|numero=1|pp=31–8|doi=10.1177/1753465809102662|pmid=19293201}}</ref> tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina e la desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza.<ref name="pmid18834313">{{Cita pubblicazione|autore=Benowitz NL|anno=2009|titolo=Pharmacology of nicotine: addiction, smoking-induced disease, and therapeutics|rivista=Annu. Rev. Pharmacol. Toxicol.|volume=49|pp=57–71|doi=10.1146/annurev.pharmtox.48.113006.094742|pmid=18834313|pmc=2946180}}</ref>

=== Criteri di prescrizione ===
=== Criteri di prescrizione ===
Attualmente non è possibile stabilire quale particolare alterazione del funzionamento cerebrale sia la causa di un disturbo depressivo in un dato paziente, per cui non è possibile prevedere quale sarà il farmaco più efficace per il trattamento della patologia. I diversi farmaci antidepressivi hanno mostrato una capacità all'incirca comparabile nel determinare una riduzione dei sintomi (nel caso di disturbo grave e persistente)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jay C.|cognome=Fournier|data=6 gennaio 2010|titolo=Antidepressant Drug effects and Depression Severity: A Patient-Level Meta-Analysis|rivista=JAMA : the journal of the American Medical Association|volume=303|numero=1|pp=47–53|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1001/jama.2009.1943|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3712503/|nome2=Robert J.|cognome2=DeRubeis|nome3=Steven D.|cognome3=Hollon}}</ref> e prevenire le ricadute depressive (rispetto al placebo) mostrando differenze significative essenzialmente nel profilo degli effetti collaterali e secondari (attivazione, sedazione, ansiolisi etc.).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Klaus|cognome=Linde|data=14 aprile 2017|titolo=Efficacy and Acceptability of Pharmacological Treatments for Depressive Disorders in Primary Care: Systematic Review and Network Meta-Analysis|rivista=Annals of Family Medicine|volume=13|numero=1|pp=69–79|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1370/afm.1687|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4291268/|nome2=Levente|cognome2=Kriston|nome3=Gerta|cognome3=Rücker}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrea|cognome=Cipriani|data=28 febbraio 2009|titolo=Comparative efficacy and acceptability of 12 new-generation antidepressants: a multiple-treatments meta-analysis|rivista=The Lancet|volume=373|numero=9665|pp=746–758|lingua=en|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1016/S0140-6736(09)60046-5|url=http://thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(09)60046-5/abstract|nome2=Toshiaki A.|cognome2=Furukawa|nome3=Georgia|cognome3=Salanti}}</ref> Sulla base di ciò la scelta dell'antidepressivo si basa principalmente sulla valutazione del suo profilo di effetti collaterali e della tollerabilità per un dato paziente, per questo la scelta ricade di norma su un SSRI\SNRI.<ref name=":1" />
Attualmente non è possibile stabilire quale particolare alterazione del funzionamento cerebrale sia la causa di un disturbo depressivo in un dato paziente, per cui non è possibile prevedere quale sarà il farmaco più efficace per il trattamento della patologia. I diversi farmaci antidepressivi hanno mostrato una capacità all'incirca comparabile nel determinare una riduzione dei sintomi (nel caso di disturbo grave e persistente)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jay C.|cognome=Fournier|data=6 gennaio 2010|titolo=Antidepressant Drug effects and Depression Severity: A Patient-Level Meta-Analysis|rivista=JAMA : the journal of the American Medical Association|volume=303|numero=1|pp=47–53|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1001/jama.2009.1943|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3712503/|nome2=Robert J.|cognome2=DeRubeis|nome3=Steven D.|cognome3=Hollon}}</ref> e prevenire le ricadute depressive (rispetto al placebo) mostrando differenze significative essenzialmente nel profilo degli effetti collaterali e secondari (attivazione, sedazione, ansiolisi etc.).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Klaus|cognome=Linde|data=14 aprile 2017|titolo=Efficacy and Acceptability of Pharmacological Treatments for Depressive Disorders in Primary Care: Systematic Review and Network Meta-Analysis|rivista=Annals of Family Medicine|volume=13|numero=1|pp=69–79|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1370/afm.1687|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4291268/|nome2=Levente|cognome2=Kriston|nome3=Gerta|cognome3=Rücker}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. C. Del|cognome=Re|data=2013-06-03|titolo=Efficacy of New Generation Antidepressants: Differences Seem Illusory|rivista=PLOS ONE|volume=8|numero=6|pp=e63509|accesso=2017-11-04|doi=10.1371/journal.pone.0063509|url=http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0063509|nome2=Glen I.|cognome2=Spielmans|nome3=Christoph|cognome3=Flückiger}}</ref> Sulla base di ciò la scelta dell'antidepressivo si basa principalmente sulla valutazione del suo profilo di effetti collaterali e della tollerabilità per un dato paziente, per questo la scelta ricade di norma su un SSRI\SNRI.<ref name=":1" />


A tal proposito nel 2003 la SOPSI<ref>{{Cita web|url=http://sopsi.it/|titolo=SOPSI – Società Italiana di Psicopatologia|sito=sopsi.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref> (Società italiana di psicopatologia) ha effettuato un'indagine conoscitiva su un campione di 750 Psichiatri italiani, a cui sono state somministrate 28 domande a risposta multipla che esploravano l'area della diagnosi e quella del trattamento farmacologico dei disturbi depressivi.
A tal proposito nel 2003 la SOPSI<ref>{{Cita web|url=http://sopsi.it/|titolo=SOPSI – Società Italiana di Psicopatologia|sito=sopsi.it|accesso=14 aprile 2017}}</ref> (Società italiana di psicopatologia) ha effettuato un'indagine conoscitiva su un campione di 750 Psichiatri italiani, a cui sono state somministrate 28 domande a risposta multipla che esploravano l'area della diagnosi e quella del trattamento farmacologico dei disturbi depressivi.
Riga 136: Riga 138:
Tra i vari aspetti esplorati dall'indagine, un aspetto particolare valutato è stato quello dei criteri di scelta tra un SSRI ed un farmaco ad azione sulla Noradrenalina. Secondo i risultati la prescrizione di un antidepressivo SSRI sarebbe preferibile nei quadri caratterizzati da una spiccata componente ansiosa e di agitazione, mentre i farmaci noradrenergici sarebbero più indicati nei quadri melanconici e nelle personalità premorbose evitanti e passive<ref name="Brugnoli">R. Brugnoli et al. Indagine conoscitiva su un campione di psichiatri italiani. Come, quando e perché una terapia antidepressiva. Giornale italiano di Psicopatologia Vol. 9, December 2003, Issue 4</ref>.
Tra i vari aspetti esplorati dall'indagine, un aspetto particolare valutato è stato quello dei criteri di scelta tra un SSRI ed un farmaco ad azione sulla Noradrenalina. Secondo i risultati la prescrizione di un antidepressivo SSRI sarebbe preferibile nei quadri caratterizzati da una spiccata componente ansiosa e di agitazione, mentre i farmaci noradrenergici sarebbero più indicati nei quadri melanconici e nelle personalità premorbose evitanti e passive<ref name="Brugnoli">R. Brugnoli et al. Indagine conoscitiva su un campione di psichiatri italiani. Come, quando e perché una terapia antidepressiva. Giornale italiano di Psicopatologia Vol. 9, December 2003, Issue 4</ref>.


Il trattamento viene di norma protratto per alcune settimane prima di poterne valutare l'efficacia (che si instaura e aumenta nel corso delle prime settimane di trattamento) e nel caso non dovessero esserci sostanziali miglioramenti, si può optare per un aggiustamento terapeutico (variazione del dosaggio o passaggio ad altro farmaco) seguendo il metodo del "trial and error".<ref>{{Cita web|url=https://motherboard.vice.com/it/article/antidepressivi-fine-trial-and-error|titolo=Il margine d'errore nell'uso di antidepressivi potrebbe scomparire|sito=Motherboard|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrew F.|cognome=Leuchter|data=14 aprile 2017|titolo=A new paradigm for the prediction of antidepressant treatment response|rivista=Dialogues in Clinical Neuroscience|volume=11|numero=4|pp=435–446|accesso=14 aprile 2017|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3181929/|nome2=Ian A.|cognome2=Cook|nome3=Aimee M.|cognome3=Hunter}}</ref> Un protocollo terapeutico utilizzabile può essere quello suggerito dai risultati dello STAR*D Trial<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=H Edmund|cognome=Pigott|data=21 aprile 2017|titolo=The STAR*D Trial: It Is Time to Reexamine the Clinical Beliefs That Guide the Treatment of Major Depression|rivista=Canadian Journal of Psychiatry. Revue Canadienne de Psychiatrie|volume=60|numero=1|pp=9–13|accesso=21 aprile 2017|doi=10.1177/070674371506000104|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4314062/}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.nimh.nih.gov/funding/clinical-research/practical/stard/allmedicationlevels.shtml|titolo=NIMH » Questions and Answers about the NIMH Sequenced Treatment Alternatives to Relieve Depression (STAR*D) Study — All Medication Levels|sito=www.nimh.nih.gov|lingua=en|accesso=21 aprile 2017}}</ref> (Sequenced Treatment<nowiki/> Alternatives to Relieve Depression) uno dei maggiori studi condotti sul tema.<ref>{{Cita web|url=https://www.valeriorosso.com/2016/07/11/stard-studio-efficacia-dei-trattamenti-per-la-depressione/|titolo=Star*D: lo Studio sull'efficacia dei Trattamenti per la Depressione|autore=Valerio Rosso|sito=Valerio Rosso|data=11 luglio 2016|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=P.M. Bossuyt, J.B. Reitsma, D.E. Bruns, C.A. Gatsonis, P.P. Glasziou, L.M. Irwig, D. Moher, D. Rennie, H.C.W. De Vet, J.G. Lijmer|titolo=L’iniziativa STARD per la produzione di studi di accuratezza diagnostica: spiegazione e commenti|url=http://www.sipmel.it/it/riviste/articolopdf.php/1057}}</ref> Alcuni autori ed istituzioni criticano l'uso degli SSRI\SNRI come trattamento di prima linea per la depressione a causa dello scarso rapporto tra efficacia ed effetti collaterali.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Irving|cognome=Kirsch|data=1º gennaio 2014|titolo=Antidepressants and the Placebo Effect|rivista=Zeitschrift Fur Psychologie|volume=222|numero=3|pp=128–134|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1027/2151-2604/a000176|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4172306/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Janus Christian|cognome=Jakobsen|data=1º gennaio 2017|titolo=Selective serotonin reuptake inhibitors versus placebo in patients with major depressive disorder. A systematic review with meta-analysis and Trial Sequential Analysis|rivista=BMC Psychiatry|volume=17|pp=58|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1186/s12888-016-1173-2|url=http://dx.doi.org/10.1186/s12888-016-1173-2|nome2=Kiran Kumar|cognome2=Katakam|nome3=Anne|cognome3=Schou}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Paul W.|cognome=Andrews|data=24 aprile 2012|titolo=Primum Non Nocere: An Evolutionary Analysis of Whether Antidepressants Do More Harm than Good|rivista=Frontiers in Psychology|volume=3|accesso=14 aprile 2017|doi=10.3389/fpsyg.2012.00117|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3334530/|nome2=J. Anderson|cognome2=Thomson|nome3=Ananda|cognome3=Amstadter}}</ref>
Il trattamento viene di norma protratto per alcune settimane prima di poterne valutare l'efficacia (che si instaura e aumenta nel corso delle prime settimane di trattamento) e nel caso non dovessero esserci sostanziali miglioramenti, si può optare per un aggiustamento terapeutico (variazione del dosaggio o passaggio ad altro farmaco) seguendo il metodo del "trial and error".<ref>{{Cita web|url=https://motherboard.vice.com/it/article/antidepressivi-fine-trial-and-error|titolo=Il margine d'errore nell'uso di antidepressivi potrebbe scomparire|sito=Motherboard|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrew F.|cognome=Leuchter|data=14 aprile 2017|titolo=A new paradigm for the prediction of antidepressant treatment response|rivista=Dialogues in Clinical Neuroscience|volume=11|numero=4|pp=435–446|accesso=14 aprile 2017|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3181929/|nome2=Ian A.|cognome2=Cook|nome3=Aimee M.|cognome3=Hunter}}</ref> Un protocollo terapeutico utilizzabile può essere quello suggerito dai risultati dello [[STAR*D Trial]]<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=H Edmund|cognome=Pigott|data=21 aprile 2017|titolo=The STAR*D Trial: It Is Time to Reexamine the Clinical Beliefs That Guide the Treatment of Major Depression|rivista=Canadian Journal of Psychiatry. Revue Canadienne de Psychiatrie|volume=60|numero=1|pp=9–13|accesso=21 aprile 2017|doi=10.1177/070674371506000104|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4314062/}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.nimh.nih.gov/funding/clinical-research/practical/stard/allmedicationlevels.shtml|titolo=NIMH » Questions and Answers about the NIMH Sequenced Treatment Alternatives to Relieve Depression (STAR*D) Study — All Medication Levels|sito=www.nimh.nih.gov|lingua=en|accesso=21 aprile 2017}}</ref> (Sequenced Treatment<nowiki/> Alternatives to Relieve Depression) uno dei maggiori studi condotti sul tema.<ref>{{Cita web|url=https://www.valeriorosso.com/2016/07/11/stard-studio-efficacia-dei-trattamenti-per-la-depressione/|titolo=Star*D: lo Studio sull'efficacia dei Trattamenti per la Depressione|autore=Valerio Rosso|sito=Valerio Rosso|data=11 luglio 2016|accesso=14 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=P.M. Bossuyt, J.B. Reitsma, D.E. Bruns, C.A. Gatsonis, P.P. Glasziou, L.M. Irwig, D. Moher, D. Rennie, H.C.W. De Vet, J.G. Lijmer|titolo=L’iniziativa STARD per la produzione di studi di accuratezza diagnostica: spiegazione e commenti|url=http://www.sipmel.it/it/riviste/articolopdf.php/1057}}</ref> Alcuni autori ed istituzioni criticano l'uso degli SSRI\SNRI come trattamento di prima linea per la depressione a causa dello scarso rapporto tra efficacia ed effetti collaterali.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Irving|cognome=Kirsch|data=1º gennaio 2014|titolo=Antidepressants and the Placebo Effect|rivista=Zeitschrift Fur Psychologie|volume=222|numero=3|pp=128–134|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1027/2151-2604/a000176|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4172306/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Janus Christian|cognome=Jakobsen|data=1º gennaio 2017|titolo=Selective serotonin reuptake inhibitors versus placebo in patients with major depressive disorder. A systematic review with meta-analysis and Trial Sequential Analysis|rivista=BMC Psychiatry|volume=17|pp=58|accesso=14 aprile 2017|doi=10.1186/s12888-016-1173-2|url=http://dx.doi.org/10.1186/s12888-016-1173-2|nome2=Kiran Kumar|cognome2=Katakam|nome3=Anne|cognome3=Schou}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Paul W.|cognome=Andrews|data=24 aprile 2012|titolo=Primum Non Nocere: An Evolutionary Analysis of Whether Antidepressants Do More Harm than Good|rivista=Frontiers in Psychology|volume=3|accesso=14 aprile 2017|doi=10.3389/fpsyg.2012.00117|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3334530/|nome2=J. Anderson|cognome2=Thomson|nome3=Ananda|cognome3=Amstadter}}</ref>


=== Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) ===
=== Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) ===
Riga 150: Riga 152:
* [[Sertralina]] (Tatig, Sertralina generica in Italia; Zoloft in Italia e USA)
* [[Sertralina]] (Tatig, Sertralina generica in Italia; Zoloft in Italia e USA)


Tipicamente questi antidepressivi hanno meno effetti avversi rispetto ai [[triciclici]], oppure gli inibitori della [[monoaminossidasi]], anche se si possono verificare effetti collaterali come la sonnolenza, la bocca secca, irritabilità, ansietà, insonnia, diminuzione dell'appetito, e diminuzione della pulsione e capacità sessuale. Alcuni effetti collaterali possono diminuire quando una persona si abitua al farmaco, ma altri effetti collaterali possono essere persistenti. Anche se più sicuri rispetto alla prima generazione di antidepressivi, gli SSRI potrebbero non funzionare per molti pazienti, con una efficacia minore rispetto alle precedenti classi di antidepressivi.
Tipicamente questi antidepressivi hanno meno effetti avversi rispetto ai [[triciclici]], oppure gli inibitori della [[monoaminossidasi]], anche se si possono verificare effetti collaterali come la sonnolenza, la bocca secca, irritabilità, ansietà, insonnia, diminuzione dell'appetito, e diminuzione della pulsione e capacità sessuale. Alcuni effetti collaterali possono diminuire quando una persona si abitua al farmaco ma altri effetti collaterali possono essere persistenti. Anche se più sicuri rispetto alla prima generazione di antidepressivi, gli SSRI potrebbero non funzionare per molti pazienti, con una efficacia minore rispetto alle precedenti classi di antidepressivi.


Un lavoro di due ricercatori ha messo in discussione il legame tra carenza di serotonina e sintomi della depressione, evidenziando che l'efficacia del trattamento a base di SSRI non prova tale legame.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Lacasse J, Leo J |titolo=Serotonin and depression: a disconnect between the advertisements and the scientific literature |rivista=PLoS Med |volume=2 |numero=12 |pp=e392 |anno=2005 |pmid=16268734 |doi=10.1371/journal.pmed.0020392 |pmc=1277931|url=http://medicine.plosjournals.org/perlserv/?request=get-document&doi=10.1371/journal.pmed.0020392}}</ref> La ricerca indica che questi farmaci possono interagire con i fattori di trascrizione conosciuti come "clock genes"<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Uz T, Ahmed R, Akhisaroglu M, Kurtuncu M, Imbesi M, Dirim Arslan A, Manev H |titolo=Effect of fluoxetine and cocaine on the expression of clock genes in the mouse hippocampus and striatum |rivista=Neuroscience |volume=134 |numero=4 |pp=1309–16 |anno=2005 |pmid=15994025 |doi=10.1016/j.neuroscience.2005.05.003}}</ref>, che possono avere un ruolo nelle proprietà di dipendenza dei farmaci (abuso di farmaci) e probabilmente nell'obesità.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Yuferov V, Butelman E, Kreek M |titolo=Biological clock: biological clocks may modulate drug addiction |rivista=Eur J Hum Genet |volume=13 |numero=10 |pp=1101–3 |anno=2005 |pmid=16094306 |doi=10.1038/sj.ejhg.5201483}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Manev H, Uz T |titolo=Clock genes as a link between addiction and obesity |rivista=Eur J Hum Genet |volume=14 |numero=1 |pagina=5 |anno=2006 |pmid=16288309 |doi=10.1038/sj.ejhg.5201524|url=http://www.nature.com/ejhg/journal/v13/n10/full/5201483a.html}}</ref>
Un lavoro di due ricercatori ha messo in discussione il legame tra carenza di serotonina e sintomi della depressione, evidenziando che l'efficacia del trattamento a base di SSRI non prova tale legame.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Lacasse J, Leo J |titolo=Serotonin and depression: a disconnect between the advertisements and the scientific literature |rivista=PLoS Med |volume=2 |numero=12 |pp=e392 |anno=2005 |pmid=16268734 |doi=10.1371/journal.pmed.0020392 |pmc=1277931|url=http://medicine.plosjournals.org/perlserv/?request=get-document&doi=10.1371/journal.pmed.0020392}}</ref> La ricerca indica che questi farmaci possono interagire con i fattori di trascrizione conosciuti come "clock genes"<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Uz T, Ahmed R, Akhisaroglu M, Kurtuncu M, Imbesi M, Dirim Arslan A, Manev H |titolo=Effect of fluoxetine and cocaine on the expression of clock genes in the mouse hippocampus and striatum |rivista=Neuroscience |volume=134 |numero=4 |pp=1309–16 |anno=2005 |pmid=15994025 |doi=10.1016/j.neuroscience.2005.05.003}}</ref>, che possono avere un ruolo nelle proprietà di dipendenza dei farmaci (abuso di farmaci) e probabilmente nell'obesità.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Yuferov V, Butelman E, Kreek M |titolo=Biological clock: biological clocks may modulate drug addiction |rivista=Eur J Hum Genet |volume=13 |numero=10 |pp=1101–3 |anno=2005 |pmid=16094306 |doi=10.1038/sj.ejhg.5201483}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Manev H, Uz T |titolo=Clock genes as a link between addiction and obesity |rivista=Eur J Hum Genet |volume=14 |numero=1 |pagina=5 |anno=2006 |pmid=16288309 |doi=10.1038/sj.ejhg.5201524|url=http://www.nature.com/ejhg/journal/v13/n10/full/5201483a.html}}</ref>
Riga 221: Riga 223:


=== Antidepressivi triciclici (TCA) ===
=== Antidepressivi triciclici (TCA) ===
Gli ''[[antidepressivi triciclici]]'' o ''TCA'' (dall'inglese: ''Tricyclic antidepressant'') sono la classe più vecchia di farmaci antidepressivi, dopo gli IMAO che, storicamente, furono i primi in assoluto. I triciclici bloccano la ricaptazione di alcuni [[Neurotrasmettitore|neurotrasmettitori]] come la [[noradrenalina]] (norepinefrina) e la [[serotonina]]. Attualmente vengono usati meno comunemente a causa dello sviluppo di farmaci più selettivi e con meno effetti collaterali. Molti di questi farmaci, inoltre, interagiscono con recettori neurotrasmettitoriali, tra cui i recettori colinergici muscarinici, i recettori serotoninergici e i recettori istaminici.
Gli ''[[antidepressivi triciclici]]'' o ''TCA'' (dall'inglese: ''Tricyclic antidepressant'') sono la classe più vecchia di farmaci antidepressivi dopo gli IMAO che, storicamente, furono i primi in assoluto. I triciclici bloccano la ricaptazione di alcuni [[Neurotrasmettitore|neurotrasmettitori]] come la [[noradrenalina]] (norepinefrina) e la [[serotonina]]. Attualmente vengono usati meno comunemente a causa dello sviluppo di farmaci più selettivi e con meno effetti collaterali. Molti di questi farmaci, inoltre, interagiscono con recettori neurotrasmettitoriali tra cui i colinergici muscarinici, i recettori serotoninergici e i recettori istaminici.
=== Inibitori delle mono-amino-ossidasi (IMAO) ===
=== Inibitori delle mono-amino-ossidasi (IMAO) ===
Gli ''[[inibitori delle monoamino ossidasi]]'' ''IMAO'' oppure ''MAOI'' (dall'inglese ''monoamine oxidase inhibitors'') sono stati tra i primi antidepressivi ad essere scoperti. Pur mostrando una elevata efficacia terapeutica, spesso sono utilizzati solo come trattamento di seconda linea quando altri farmaci antidepressivi si rivelano inefficaci dal momento che esistono interazioni potenzialmente anche gravi tra questa classe di medicamenti e alcuni cibi o farmaci (cioè quelli contenenti amine simpaticomimetiche come la tiramina, contenuta particolarmente nei cibi stagionati come alcuni formaggi, vino rosso).
Gli ''[[inibitori delle monoamino ossidasi]]'' ''IMAO'' oppure ''MAOI'' (dall'inglese ''monoamine oxidase inhibitors'') sono stati tra i primi antidepressivi ad essere scoperti. Pur mostrando una elevata efficacia terapeutica, spesso sono utilizzati solo come trattamento di seconda linea quando altri farmaci antidepressivi si rivelano inefficaci dal momento che esistono interazioni potenzialmente anche gravi tra questa classe di medicamenti e alcuni cibi o farmaci (cioè quelli contenenti amine simpaticomimetiche come la tiramina, contenuta particolarmente nei cibi stagionati come alcuni formaggi, vino rosso).


Comunque, queste precauzioni non si applicano a una nuova formulazione in [[cerotto transdermico]] di [[selegilina]], che grazie al fatto di bypassare il metabolismo epatico non è mai stato correlato all'induzione di [[tachicardia]] e di [[Ipertensione arteriosa|crisi ipertensive]]. Inoltre non si applicano agli IMAO di nuova generazione detti reversibili [[inibitore reversibile della monoaminoossidasi A]] (RIMA) di cui fanno parte [[moclobemide]] (Aurorix o Manerix) e tolaxotone.<ref name="pmid7717091">{{Cita pubblicazione |autore=Paykel ES |titolo=Clinical efficacy of reversible and selective inhibitors of monoamine oxidase A in major depression |rivista=Acta Psychiatr Scand Suppl |volume=386 |pp=22–7 |anno=1995 |pmid=7717091 |doi=10.1111/j.1600-0447.1995.tb05920.x }}</ref>
Comunque, queste precauzioni non si applicano a una nuova formulazione in [[cerotto transdermico]] di [[selegilina]], che grazie al fatto di bypassare il metabolismo epatico non è mai stato correlato all'induzione di [[tachicardia]] e di [[Ipertensione arteriosa|crisi ipertensive]]. Inoltre non si applicano agli IMAO di nuova generazione detti [[inibitore reversibile della monoaminoossidasi A|inibitori reversibili della monoaminoossidasi A]] (RIMA) di cui fanno parte [[moclobemide]] (Aurorix o Manerix) e [[Tolaxotone]].<ref name="pmid7717091">{{Cita pubblicazione |autore=Paykel ES |titolo=Clinical efficacy of reversible and selective inhibitors of monoamine oxidase A in major depression |rivista=Acta Psychiatr Scand Suppl |volume=386 |pp=22–7 |anno=1995 |pmid=7717091 |doi=10.1111/j.1600-0447.1995.tb05920.x }}</ref>


Il gruppo di farmaci MAOI include:
Il gruppo di farmaci MAOI include:
Riga 237: Riga 239:
=== Farmaci potenzianti l'effetto antidepressivo ===
=== Farmaci potenzianti l'effetto antidepressivo ===


L'effetto terapeutico di alcuni antidepressivi può essere amplificato dall'aggiunta di altri farmaci. Il loro effetto è sinergico, cioè queste associazioni generano un effetto terapeutico maggiore di quello ottenibile dalla somma degli effetti dei singoli farmaci.
L'effetto terapeutico di alcuni antidepressivi può essere amplificato dall'aggiunta di altri farmaci. Il loro effetto è sinergico, cioè queste associazioni generano un effetto terapeutico maggiore di quello ottenibile dalla somma degli effetti dei singoli farmaci.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|nome=Charles|cognome=DeBattista|data=2005-12-01|titolo=Update on augmentation of antidepressant response in resistant depression|rivista=Current Psychiatry Reports|volume=7|numero=6|pp=435–440|lingua=en|accesso=2017-11-04|doi=10.1007/s11920-005-0064-x|url=https://link.springer.com/article/10.1007/s11920-005-0064-x|nome2=Anna|cognome2=Lembke}}</ref>


Di questi "potenziatori" si trovano:
Di questi "potenziatori" si trovano:
Riga 247: Riga 249:
* Stimolanti
* Stimolanti


Gli ansiolitici possono venire prescritti in associazione agli antidepressivi per migliorarne l'efficacia o trattare altri aspetti della patologia. In particolare i sedativi, come le [[benzodiazepine]], vengono prescritti per attenuare gli stati d'ansia e favorire il sonno; a volte vengono prescritte per nelle prime settimane di trattamento con gli SSRI\SNRI per mitigarne alcuni effetti collaterali. A causa dell'alto rischio di dipendenza, questi medicinali sono pensati per agire solamente a breve termine o per uso occasionale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=T. A.|cognome=Furukawa|data=2002|titolo=Antidepressant and benzodiazepine for major depression|rivista=The Cochrane Database of Systematic Reviews|numero=1|pp=CD001026|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1002/14651858.CD001026|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11869584|nome2=D. L.|cognome2=Streiner|nome3=L. T.|cognome3=Young}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=David J.|cognome=Nutt|data=January 2005|titolo=Overview of diagnosis and drug treatments of anxiety disorders|rivista=CNS spectrums|volume=10|numero=1|pp=49–56|accesso=9 agosto 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15618947}}</ref> L'aggiunta di [[buspirone]], un [[ansiolitico]] atipico, ad un trattamento con antidepressivo SSRI ha dimostrato di incrementarne gli effetti terapeutici senza sortire particolari effetti collaterali aggiuntivi.
Gli ansiolitici possono venire prescritti in associazione agli antidepressivi per migliorarne l'efficacia o trattare altri aspetti della patologia. In particolare i sedativi, come le [[benzodiazepine]], vengono prescritti per attenuare gli stati d'ansia e favorire il sonno; a volte vengono prescritte nelle prime settimane di trattamento con gli SSRI\SNRI per mitigarne alcuni effetti collaterali. A causa dell'alto rischio di dipendenza, questi medicinali sono pensati per agire solamente a breve termine o per uso occasionale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=T. A.|cognome=Furukawa|data=2002|titolo=Antidepressant and benzodiazepine for major depression|rivista=The Cochrane Database of Systematic Reviews|numero=1|pp=CD001026|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1002/14651858.CD001026|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11869584|nome2=D. L.|cognome2=Streiner|nome3=L. T.|cognome3=Young}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=David J.|cognome=Nutt|data=January 2005|titolo=Overview of diagnosis and drug treatments of anxiety disorders|rivista=CNS spectrums|volume=10|numero=1|pp=49–56|accesso=9 agosto 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15618947}}</ref> L'aggiunta di [[buspirone]], un [[ansiolitico]] atipico, ad un trattamento con antidepressivo SSRI ha dimostrato di incrementarne gli effetti terapeutici senza sortire particolari effetti collaterali aggiuntivi.


Gli [[Antipsicotico atipico|antipsicotici di seconda generazione]] come il [[risperidone]], l'[[olanzapina]] e la [[quetiapina]] possono essere prescritti in aggiunta ad un trattamento antidepressivo nei casi di depressione resistente al trattamento nel caso il solo farmaco antidepressivo abbia fallito nel generare sufficienti effetti terapeutici.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Hee Ryung|cognome=Wang|data=7 aprile 2015|titolo=Can Atypical Antipsychotic Augmentation Reduce Subsequent Treatment Failure More Effectively Among Depressed Patients with a Higher Degree of Treatment Resistance? A Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials|rivista=International Journal of Neuropsychopharmacology|volume=18|numero=8|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1093/ijnp/pyv023|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4571632/|nome2=Young Sup|cognome2=Woo|nome3=Hyeong Sik|cognome3=Ahn}}</ref> Possono inoltre essere sfruttati per aumentare la concentrazione plasmatica di un altro farmaco, per alleviare i sintomi [[psicosi|psicotici]] e paranoidi, ansiosi e di irritabilità che spesso accompagnano il disturbo depressivo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roger S.|cognome=McIntyre|data=2015|titolo=Real-World Determinants of Adjunctive Antipsychotic Prescribing for Patients with Major Depressive Disorder and Inadequate Response to Antidepressants: A Case Review Study|rivista=Advances in Therapy|volume=32|numero=5|pp=429–444|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1007/s12325-015-0207-3|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4449372/|nome2=Emmanuelle|cognome2=Weiller}}</ref> Tali farmaci comunque, in particolare ad alti dosaggi, possono causare effetti collaterali importanti come offuscamento della vista, spasmi muscolari, irrequietezza, [[discinesia tardiva]] e aumento di peso. Farmaci più nuovi, come l'[[aripiprazolo]], possono perciò essere preferiti anche se la sicurezza di queste combinazioni dovrà essere ancora approfonditamente studiata.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Anita H|cognome=Clayton|data=18 luglio 2014|titolo=Comparison of adjunctive use of aripiprazole with bupropion or selective serotonin reuptake inhibitors/serotonin–norepinephrine reuptake inhibitors: analysis of patients beginning adjunctive treatment in a 52-week, open-label study|rivista=BMC Research Notes|volume=7|pp=459|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1186/1756-0500-7-459|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4119176/|nome2=Ross A|cognome2=Baker|nome3=John J|cognome3=Sheehan}}</ref> Per questo motivo tali combinazioni sono considerati degli approcci di seconda linea.
Gli [[Antipsicotico atipico|antipsicotici di seconda generazione]] come il [[risperidone]], l'[[olanzapina]] e la [[quetiapina]] possono essere prescritti in aggiunta ad un trattamento antidepressivo nei casi di depressione resistente al trattamento nel caso il solo farmaco antidepressivo abbia fallito nel generare sufficienti effetti terapeutici.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Hee Ryung|cognome=Wang|data=7 aprile 2015|titolo=Can Atypical Antipsychotic Augmentation Reduce Subsequent Treatment Failure More Effectively Among Depressed Patients with a Higher Degree of Treatment Resistance? A Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials|rivista=International Journal of Neuropsychopharmacology|volume=18|numero=8|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1093/ijnp/pyv023|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4571632/|nome2=Young Sup|cognome2=Woo|nome3=Hyeong Sik|cognome3=Ahn}}</ref> Possono inoltre essere sfruttati per aumentare la concentrazione plasmatica di un altro farmaco, per alleviare i sintomi [[psicosi|psicotici]] e paranoidi, ansiosi e di irritabilità che spesso accompagnano il disturbo depressivo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roger S.|cognome=McIntyre|data=2015|titolo=Real-World Determinants of Adjunctive Antipsychotic Prescribing for Patients with Major Depressive Disorder and Inadequate Response to Antidepressants: A Case Review Study|rivista=Advances in Therapy|volume=32|numero=5|pp=429–444|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1007/s12325-015-0207-3|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4449372/|nome2=Emmanuelle|cognome2=Weiller}}</ref> Tali farmaci comunque, in particolare ad alti dosaggi, possono causare effetti collaterali importanti come offuscamento della vista, spasmi muscolari, irrequietezza, [[discinesia tardiva]] e aumento di peso. Farmaci più nuovi, come l'[[aripiprazolo]], possono perciò essere preferiti anche se la sicurezza di queste combinazioni dovrà essere ancora approfonditamente studiata.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Anita H|cognome=Clayton|data=18 luglio 2014|titolo=Comparison of adjunctive use of aripiprazole with bupropion or selective serotonin reuptake inhibitors/serotonin–norepinephrine reuptake inhibitors: analysis of patients beginning adjunctive treatment in a 52-week, open-label study|rivista=BMC Research Notes|volume=7|pp=459|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1186/1756-0500-7-459|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4119176/|nome2=Ross A|cognome2=Baker|nome3=John J|cognome3=Sheehan}}</ref> Per questo motivo tali combinazioni sono considerati degli approcci di seconda linea.
Riga 255: Riga 257:
Psicostimolanti sono aggiunti a volte alla cura antidepressiva se il paziente soffre di anedonia, ipersonnia e/o eccessiva alimentazione e scarsa motivazione. Tali sintomi sono comuni in depressioni atipiche e possono essere risolti aggiungendo alla cura dosi moderate di anfetamine ([[Adderall]]), [[metilfenidato]] ([[Ritalin]]) oppure [[modafinil]] ([[Provigil]], [[Alertec]]) poiché queste sostanze possono migliorare il grado di motivazione personale e il comportamento, sopprimendo l'eccessivo appetito e sonno. In particolare il Modafinil è unico per effetti sul sonno: aumenta infatti l'attenzione e riduce la sonnolenza quando il paziente è nello stato attivo, senza inibire il normale sonno. Questi accorgimenti medici possono ristabilire il desiderio sessuale, sebbene questo sia solamente un effetto collaterale e non costituisca la ragione di prescrizione di tali psicostimolanti. Farmaci di tale natura devono essere somministrati con estrema cautela in alcuni tipi di pazienti: gli stimolanti infatti possono indurre episodi maniaco-depressivi in persone affette da disordine bipolare.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Katy|cognome=Orr|data=1º marzo 2007|titolo=Psychostimulants in the Treatment of Depression|rivista=CNS Drugs|volume=21|numero=3|pp=239–257|lingua=en|accesso=9 agosto 2017|doi=10.2165/00023210-200721030-00004|url=https://link.springer.com/article/10.2165/00023210-200721030-00004|nome2=David|cognome2=Taylor}}</ref>
Psicostimolanti sono aggiunti a volte alla cura antidepressiva se il paziente soffre di anedonia, ipersonnia e/o eccessiva alimentazione e scarsa motivazione. Tali sintomi sono comuni in depressioni atipiche e possono essere risolti aggiungendo alla cura dosi moderate di anfetamine ([[Adderall]]), [[metilfenidato]] ([[Ritalin]]) oppure [[modafinil]] ([[Provigil]], [[Alertec]]) poiché queste sostanze possono migliorare il grado di motivazione personale e il comportamento, sopprimendo l'eccessivo appetito e sonno. In particolare il Modafinil è unico per effetti sul sonno: aumenta infatti l'attenzione e riduce la sonnolenza quando il paziente è nello stato attivo, senza inibire il normale sonno. Questi accorgimenti medici possono ristabilire il desiderio sessuale, sebbene questo sia solamente un effetto collaterale e non costituisca la ragione di prescrizione di tali psicostimolanti. Farmaci di tale natura devono essere somministrati con estrema cautela in alcuni tipi di pazienti: gli stimolanti infatti possono indurre episodi maniaco-depressivi in persone affette da disordine bipolare.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Katy|cognome=Orr|data=1º marzo 2007|titolo=Psychostimulants in the Treatment of Depression|rivista=CNS Drugs|volume=21|numero=3|pp=239–257|lingua=en|accesso=9 agosto 2017|doi=10.2165/00023210-200721030-00004|url=https://link.springer.com/article/10.2165/00023210-200721030-00004|nome2=David|cognome2=Taylor}}</ref>


Il litio è uno stabilizzante dell'umore ed è il trattamento elettivo per il disturbo bipolare, spesso è usato insieme ad altri medicinali per il trattamento di episodi maniacali o della depressione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Michael|cognome=Bauer|titolo=Lithium Augmentation in Treatment-Resistant Depression: Meta-Analysis of Placebo-Controlled Studies|rivista=Journal of Clinical Psychopharmacology|volume=19|numero=5|pp=427–434|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1097/00004714-199910000-00006|url=https://doi.org/10.1097/00004714-199910000-00006|nome2=Susanne|cognome2=Döpfmer}}</ref> Alcuni anticonvulsivanti, come la carbamazepina (Tegretol), valproato di sodio (Epilim) e lamotrigina (Lamictal) sono utilizzati come stabilizzatori dell'umore, particolarmente nel disturbo bipolare, spesso in associazione a degli atnidepressivi. Sia il litio che la lamotrigina sono stati studiati e utilizzati per aumentare gli effetti antidepressivi nella depressione unipolare resistente.
Il litio è uno stabilizzante dell'umore ed è il trattamento elettivo per il disturbo bipolare, spesso è usato insieme ad altri medicinali per il trattamento di episodi maniacali o della depressione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Michael|cognome=Bauer|titolo=Lithium Augmentation in Treatment-Resistant Depression: Meta-Analysis of Placebo-Controlled Studies|rivista=Journal of Clinical Psychopharmacology|volume=19|numero=5|pp=427–434|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1097/00004714-199910000-00006|url=https://doi.org/10.1097/00004714-199910000-00006|nome2=Susanne|cognome2=Döpfmer}}</ref> Alcuni anticonvulsivanti, come la [[carbamazepina]] (Tegretol), [[Acido valproico|valproato di sodio]] (Epilim) e [[lamotrigina]] (Lamictal) sono utilizzati come stabilizzatori dell'umore, particolarmente nel disturbo bipolare, spesso in associazione a degli antidepressivi. Sia il litio che la lamotrigina sono stati studiati e utilizzati per aumentare gli effetti antidepressivi nella depressione unipolare resistente.

Diversi ormoni sono stati sperimentati in combinazione con un farmaco antidepressivo per potenziarne gli effetti. In particolare la tireoiodina, un ormone tiroideo, può essere somministrato in pazienti con depressione refrattaria ad altri trattamenti, in aggiunta ad un farmaco antidepressivo, anche se la funzionalità tiroidea è nella norma.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrew A.|cognome=Nierenberg|data=1º settembre 2006|titolo=A Comparison of Lithium and T 3 Augmentation Following Two Failed Medication Treatments for Depression: A STAR*D Report|rivista=American Journal of Psychiatry|volume=163|numero=9|pp=1519–1530|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1176/ajp.2006.163.9.1519|url=http://ajp.psychiatryonline.org/doi/abs/10.1176/ajp.2006.163.9.1519|nome2=Maurizio|cognome2=Fava|nome3=Madhukar H.|cognome3=Trivedi}}</ref> Analogamente, anche ormoni sessuali come il [[testosterone]] o agenti che agiscono sui [[Glucocorticoide|glucocorticoidi]], possono venire utilizzati allo scopo.<ref name=":3" />


Diversi ormoni sono stati sperimentati in combinazione con un farmaco antidepressivo per potenziarne gli effetti. In particolare la tireoiodina, un ormone tiroideo, può essere somministrato in pazienti con depressione refrattaria ad altri trattamenti, in aggiunta ad un farmaco antidepressivo, anche se la funzionalità tiroidea è nella norma.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrew A.|cognome=Nierenberg|data=1º settembre 2006|titolo=A Comparison of Lithium and T 3 Augmentation Following Two Failed Medication Treatments for Depression: A STAR*D Report|rivista=American Journal of Psychiatry|volume=163|numero=9|pp=1519–1530|accesso=9 agosto 2017|doi=10.1176/ajp.2006.163.9.1519|url=http://ajp.psychiatryonline.org/doi/abs/10.1176/ajp.2006.163.9.1519|nome2=Maurizio|cognome2=Fava|nome3=Madhukar H.|cognome3=Trivedi}}</ref>
Recenti ricerche, effettuate a partire dalla teoria infiammatoria della patogenesi dei disturbi depressivi, hanno indagato l'effetto dell'aggiunta di un anti-infiammatorio come i [[FANS]], alcuni [[Corticosteroide|corticosteroidi]] o l'antibiotico [[minociclina]] ad un antidepressivo, dimostrando una efficacia superiore di questa combinazione rispetto al solo antidepressivo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ole|cognome=Köhler|data=2016-10|titolo=Inflammation in Depression and the Potential for Anti-Inflammatory Treatment|rivista=Current Neuropharmacology|volume=14|numero=7|pp=732–742|accesso=2017-11-04|doi=10.2174/1570159X14666151208113700|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5050394/|nome2=Jesper|cognome2=Krogh|nome3=Ole|cognome3=Mors}}</ref>


Alcune evidenze ci sono per il potenziamento con alcune sostanze di derivazione naturale come acidi grassi Omega-3, SAMe, acido folico, inositolo, minerali come zinco e magnesio, vitamine soprattutto del gruppo B ad alte dosi.
Alcune evidenze ci sono per il potenziamento con alcune sostanze di derivazione naturale come acidi grassi Omega-3, SAMe, acido folico, inositolo, minerali come zinco e magnesio, vitamine soprattutto del gruppo B ad alte dosi.
Riga 272: Riga 276:
* '''[[Erba di San Giovanni]]''': il decotto è conosciuto da secoli nella medicina tradizionale come antidepressivo e ristorativo. I suoi componenti attivi (come l'iperforina) si sono dimostrati in grado di inibire il reuptake delle monoammine con un meccanismo diverso dagli SSRI e di interagire con numerosi altri target neuronali.
* '''[[Erba di San Giovanni]]''': il decotto è conosciuto da secoli nella medicina tradizionale come antidepressivo e ristorativo. I suoi componenti attivi (come l'iperforina) si sono dimostrati in grado di inibire il reuptake delle monoammine con un meccanismo diverso dagli SSRI e di interagire con numerosi altri target neuronali.
* '''[[5-idrossitriptofano|5-HTP]]''': è il precursore biosintetico della serotonina. Degli studi hanno dimostrato come la sua integrazione (a dosaggi opportuni) abbia un effetto antidepressivo ed ansiolitico.<ref>{{Cita web|url=http://www.umm.edu/health/medical/altmed/supplement/5hydroxytryptophan-5htp|titolo=5-Hydroxytryptophan (5-HTP)|sito=University of Maryland Medical Center|lingua=en|accesso=13 maggio 2017}}</ref>
* '''[[5-idrossitriptofano|5-HTP]]''': è il precursore biosintetico della serotonina. Degli studi hanno dimostrato come la sua integrazione (a dosaggi opportuni) abbia un effetto antidepressivo ed ansiolitico.<ref>{{Cita web|url=http://www.umm.edu/health/medical/altmed/supplement/5hydroxytryptophan-5htp|titolo=5-Hydroxytryptophan (5-HTP)|sito=University of Maryland Medical Center|lingua=en|accesso=13 maggio 2017}}</ref>
* '''[[Cloruro di rubidio|Cloruro di Rubidio]]''': questo sale inorganico è commercializzato, specie in alcuni stati europei, come antidepressivo efficace nelle forme in cui prevale mancanza di energia ed apatia, a dosaggi di 180-720 mg. Si è visto incrementare i livelli di dopamina e noradrenalina ed è venduto col nome di Rubiclor.
* '''[[Cloruro di rubidio|Cloruro di Rubidio]]''': questo sale inorganico è commercializzato, specie in alcuni stati europei, come antidepressivo efficace nelle forme in cui prevale mancanza di energia ed apatia, a dosaggi di 180-720 mg. Si è visto incrementare i livelli di dopamina e noradrenalina ed è venduto col nome di Rubinorm.
* '''[[Zinco]]''': l'integrazione di zinco (ad un dosaggio equivalente a circa 25 mg al giorno di zinco elementare) ad un trattamento antidepressivo si è dimostrata in grado di diminuire i sintomi di depressione nei pazienti resistenti al trattamento ma di comportare solo un lieve miglioramento dei sintomi se utilizzato da solo.<ref>{{Cita web|url=https://examine.com/supplements/zinc/#summary3-8|titolo=Zinc - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects|sito=Examine.com|accesso=3 giugno 2017}}</ref>
* '''[[Zinco]]''': l'integrazione di zinco (ad un dosaggio equivalente a circa 25 mg al giorno di zinco elementare) ad un trattamento antidepressivo si è dimostrata in grado di diminuire i sintomi di depressione nei pazienti resistenti al trattamento ma di comportare solo un lieve miglioramento dei sintomi se utilizzato da solo.<ref>{{Cita web|url=https://examine.com/supplements/zinc/#summary3-8|titolo=Zinc - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects|sito=Examine.com|accesso=3 giugno 2017}}</ref>
* '''[[Nicotina]]''': la nicotina agisce come antidepressivo<ref name="pmid19293201" /> tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza.<ref name="pmid18834313" /> Alcune sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che la nicotina (somministrata tramite cerotti transdermici) esercita un effetto antidepressivo sia nei non fumatori depressi sia nei fumatori e che può essere presa in considerazione per il trattamento di depressione resistente. L'ipotesi che utilizzo cronico di nicotina causi desensibilizzazione dei recettori nicotinici, causando quindi un effetto antidepressivo è in linea con la prima teoria proposta oltre 30 anni fa e le successive ricerche che hanno confermato come un'eccessiva attività di acetilcolina nel cervello possa indurre sintomi depressivi. Anche la [[Vareniclina]], un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina ha mostrato proprietà antidepressive.<ref name="pmid20965579">{{Cita pubblicazione|autore=Mineur YS, Picciotto MR|anno=2010|mese=dicembre|titolo=Nicotine receptors and depression: revisiting and revising the cholinergic hypothesis|rivista=Trends Pharmacol. Sci.|volume=31|numero=12|pp=580–6|doi=10.1016/j.tips.2010.09.004|pmid=20965579|pmc=2991594}}</ref>
* '''[[Nicotina]]''': la nicotina agisce come antidepressivo<ref name="pmid19293201" /> tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza.<ref name="pmid18834313" /> Alcune sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che la nicotina (somministrata tramite cerotti transdermici) esercita un effetto antidepressivo sia nei non fumatori depressi sia nei fumatori e che può essere presa in considerazione per il trattamento di depressione resistente. L'ipotesi che utilizzo cronico di nicotina causi desensibilizzazione dei recettori nicotinici, causando quindi un effetto antidepressivo è in linea con la prima teoria proposta oltre 30 anni fa e le successive ricerche che hanno confermato come un'eccessiva attività di acetilcolina nel cervello possa indurre sintomi depressivi. Anche la [[Vareniclina]], un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina ha mostrato proprietà antidepressive.<ref name="pmid20965579">{{Cita pubblicazione|autore=Mineur YS, Picciotto MR|anno=2010|mese=dicembre|titolo=Nicotine receptors and depression: revisiting and revising the cholinergic hypothesis|rivista=Trends Pharmacol. Sci.|volume=31|numero=12|pp=580–6|doi=10.1016/j.tips.2010.09.004|pmid=20965579|pmc=2991594}}</ref>

Versione delle 20:11, 4 nov 2017

La struttura chimica della venlafaxina (Effexor), un antidepressivo SNRI

Gli antidepressivi sono una classe di farmaci, appartenenti alla categoria degli psicofarmaci, utilizzati nel trattamento di diverse patologie psichiatriche come i disturbi depressivi (depressione maggiore, distimia), i disturbi d'ansia e dell'umore ma anche condizioni non prettamente psichiatriche.

I farmaci più comunemente associati a questa classe sono gli inibitori della monoamino ossidasi (MAOIs), gli antidepressivi triciclici (TCAs), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs) e della serotonina-noradrenalina (SNRIs), gli antidepressivi atipici (o di seconda generazione). La loro efficacia, meccanismo di azione ed effetti collaterali sono continuo oggetto di approfondimento e ne fanno una delle classi di farmaci maggiormente studiate.

Caratteristiche generali

Nonostante il loro nome, gli antidepressivi non vengono usati solo nel trattamento dei disturbi depressivi ma si sono dimostrati efficaci nella cura di altre condizioni quali i disturbi dell'ansia (ansia generalizzata ed attacchi di panico), il disturbo ossessivo compulsivo, i disturbi dell'alimentazione (anoressia e bulimia, abbuffate patologiche) , disturbo post traumatico da stress, alcuni disturbi della sfera sessuale (come l'eiaculazione precoce o le parafilie patologiche) e alcuni disturbi mediati dagli ormoni (come la dismenorrea, vampate post-menopausa, depressione post-partum o il disturbo disforico premestruale). Da soli o assieme agli anticonvulsivanti (per esempio, la carbamazepina o il valproato), alcuni di questi farmaci possono essere usati per il trattamento del deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e l'abuso di sostanze stupefacenti. Gli antidepressivi sono talvolta utilizzati per il trattamento di altre condizioni non prettamente psichiatriche come le emicranie, il dolore cronico, l'enuresi notturna, fibromialgia,[1] disturbi del sonno o della roncopatia.[2][3]

Avendo un numero così elevato di indicazioni terapeutiche sono letteralmente utilizzati da milioni di persone: secondo lo studio IPSAD del CNR (Italian popoulation Survey on Alcohol and other drugs) il 5,5% della popolazione italiana (cioè quasi 2,5 milioni di persone) assume antidepressivi e il loro uso è in continua crescita.[4]

Nel trattamento della depressione maggiore e dei disturbi d'ansia, il NICE (National Institute for Clinical Excellence, UK) raccomanda il loro uso solo quando altri interventi di tipo psicologico e comportamentale hanno fallito nel migliorare i sintomi, abbinandoli sempre alla terapia psicologica.[5][6] Il loro uso dovrebbe essere limitato ai casi comprovati di depressione maggiore: infatti si è dimostrato che la loro efficacia è direttamente proporzionale alla gravità dei sintomi, non fornendo particolari benefici (rispetto al placebo) nei casi di disturbo lieve o moderato.[7] Devono poi essere utilizzati con particolare cautela nei soggetti giovani (cioè al di sotto dei 25 anni) sia per la dubbia efficacia e sicurezza in questa classe di pazienti sia per l'aumentato rischio di suicidio.[8][9]

In soggetti che non presentano disturbi depressivi, i farmaci antidepressivi non hanno alcun effetto positivo ma danno una generale sensazione di fatica e alcuni sgradevoli effetti collaterali, quindi non c'è generalmente il rischio di abuso di antidepressivi (almeno per quelli più comunemente prescritti). In persone affette da depressione maggiore, invece, gli antidepressivi possono migliorare il tono dell'umore, sbloccare l'inibizione psicomotoria, attivare l'appetito e moderare l'ansia del soggetto. Gli antidepressivi possono limitare la tendenza di un soggetto a fare del male alle altre persone: di fronte all'ipotetico dilemma di poter salvare cinque persone se ne avessero spinta una sesta sotto a un treno, si è mostrato che di 24 soggetti sperimentali, coloro che avevano assunto antidepressivi SSRI non erano propensi all'idea di sacrificare una persona per salvarne cinque.[10]

Le diverse categorie di antidepressivi hanno un meccanismo di azione molto eterogeneo e in alcuni casi non completamente delucidato, accomunato dal fatto di agire a livello del sistema nervoso centrale, dove interagendo con recettori sinaptici, proteine (come ad esempio le trasportatrici) o enzimi determinano delle modificazioni (dirette o di adattamento) della chimica, dei meccanismi regolativi e della struttura del neurone ma anche della struttura e attività delle aree cerebrali che generano gli effetti terapeutici.[11][12][13] L'esordio dell'effetto degli antidepressivi più comunemente prescritti è ritardato (2–6 settimane)[14] e il trattamento dura in genere mesi o anni (anche dopo la risoluzione dei sintomi nell'ottica di una terapia di mantenimento e di prevenzione delle ricadute).[15]

Il termine antidepressivo viene talvolta applicato ad altre terapie (come la psicoterapia, tecniche di meditazione come la mindfulness,[16] la terapia elettro-convulsiva,[17] l'agopuntura[18] o tecniche come in sperimentazione come la stimolazione cerebrale profonda[19] o la stimolazione magnetica[20]) o procedimenti comportamentali (l'aumento dell'esposizione alla luce, regolare esercizio fisico,[21][22] miglioramento degli stili di vita e sfera relazionale, manipolazione dei ritmi sonno-veglia come la privazione del sonno[23][24]) che si è scoperto migliorare un umore clinicamente depresso spesso in misura comparabile a quello degli antidepressivi.

Cenni storici

Nei primi anni cinquanta furono scoperte casualmente le proprietà euforizzanti dell'iproniazide, un farmaco che allora veniva utilizzato nella terapia della tubercolosi: un fotografo dell’Associated Press pubblicò una foto di un sanatorio di New York dove venivano riprese pazienti sorridenti mentre danzavano scherzose; i medici notarono che tali miglioramenti di umore non potevano essere ascritti soltanto al miglioramento clinico per cui cominciarono a sperimentare tale farmaco nei pazienti depressi. Dall'iproniazide derivò la prima classe di antidepressivi, gli inibitori delle monoammino ossidasi (IMAO).

Prima di allora la cura della depressione aveva a disposizione poche armi nel suo arsenale. I casi venivano trattati con la terapia elettroconvulsivante che con le tecniche dell'epoca era però molto dolorosa per il paziente, gli stimolanti amfetaminici che però spesso determinavano un ativazione e stinmolazione del paziente piuttosto che effetti antidepressivi, e altri composti come la reserpina che però aveva pesanti effetti collaterali.

Pochi anni dopo vennero riconosciute all'imipramina, che era sperimentata come antipsicotico, proprietà antidepressive. Proprio dall'imipramina nacque la seconda grande classe di antidepressivi, i triciclici (TCA), così chiamati per la loro struttura molecolare e che dominarono il mercato negli anni 1960-1980. A tutt'oggi sono utilizzati a volte come trattamento di seconda linea.[25][26]

Con l'intento di sintetizzare composti che conservassero il meccanismo d'azione terapeutico degli antidepressivi triciclici ma con minori effetti collaterali furono approvati a partire degli anni ottanta fino a primi anni duemila gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina-noradrenalina (SNRI) che ad oggi sono le classi di antidepressivi che dominano il mercato. Nel frattempo, grazie al progressivo approfondirsi delle conoscenze sui meccanismi d'azione degli antidepressivi e sui correlati biologici dei disturbi dell'umore, a queste famiglie si sono aggiunte altre sostanze di varia struttura chimica ed attività farmacologica, definiti genericamente antidepressivi atipici o di seconda generazione.[27][28] Negli ultimi anni si stanno diffondendo i cosiddetti antidepressivi multimodali (come vortioxetina e vilazodone) che agiscono cioè su più target contemporaneamente.

Neurofisiologia del tono dell'umore e del temperamento

Le cause biologiche dei disturbi dell'umore e dell'ansia non sono state del tutto comprese ma si ritiene risiedano in alterazioni della struttura cellulare e della chimica dei neuroni, della attività e struttura delle aree cerebrali, della qualità e caratteristiche della trasmissione dell'impulso nervoso mediato anche dall'azione dei neurotrasmettitori.[29][30] Alterazioni di queste funzionalità possono essere dovute sia a fattori genetici,[31] farmacologici, comportamentali e patologici sia a livello centrale che periferico (come mostra ad esempio la connessione tra salute della flora intestinale, fattori ormonali, immunitari e sistema nervoso centrale).[32][33] Probabilmente i disturbi depressivi hanno causa multifattoriale, in cui cioè diverse cause contribuiscono a determinare un quadro patologico dalla sintomatologia caratteristica che rientra nella definizione di disturbo depressivo.

Ipotesi monoaminergica della depressione

L'osservazione empirica che sostanze in grado di alterare, ad esempio innalzandola, la concentrazione di alcuni neurotrasmettitori, di imitarne l'azione di o di bloccarla sono in grado di indurre alterazioni comportamentali e del tono dell'umore, ha portato allo sviluppo della "ipotesi monoaminergica", una teoria empirica secondo cui l'origine della depressione e dei disturbi d'ansia sarebbe da ricercarsi in una diminuzione della quantità di particolari neurotrasmettitori nel cervello, in particolare le cosiddette mono ammine (serotonina, dopamina e noradrenalina). Su ciò si basa attualmente il razionale d'uso della maggior parte degli antidepressivi oggi in commercio che infatti vanno per lo più ad alterare il livello di monoammine. In realtà si è dimostrato come l'alterazione del tono monoaminergico non è il solo responsabile dell'effetto terapeutico dato che si è osservato che gli antidepressivi sono in grado di innescare, direttamente o secondariamente a tale alterazione, una serie di altre modificazioni neurochimiche responsabili probabilmente della reale azione terapeutica (come l'induzione di fattori neurotrofici o la desensibilizzazione dei recettori delle monoammine).[34]

Gli antidepressivi sono in grado di alterare la concentrazione di neurotrasmettitori bloccando ad esempio i processi degradativi dei neurotrasmettitori (come gli IMAO), i processi di riciclo (inibitori del reuptake), imitando l'azione dei neurotrasmettitori su alcuni particolari recettori (agonisti) o di bloccarne l'azione (antagonisti). La specificità recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore specifico; mentre la selettività recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore selettivo.[35]

Il ruolo della Noradrenalina

Il sistema noradrenergico è un sistema neurotrasmettitoriale diffuso nel SNC, con funzioni prevalentemente di tipo modulatorio. I corpi cellulari dei neuroni adrenergici sono raggruppati nel ponte e midollo allungato. Questi neuroni innervano tutta la corteccia, l'ippocampo ed il cervelletto; la noradrenalina viene rilasciata a distanza dal neurone bersaglio. Ha un ruolo nella motivazione e nell'attenzione.

Il ruolo della Serotonina

Il sistema Serotoninergico è un diffusissimo sistema neurotrasmettitoriale del SNC che parte da un piccolo relativamente piccolo nucleo di neuroni. Ha funzioni neuromodulatorie di tipo inibitorio. La Serotonina oltre al ruolo nella depressione ha anche un ruolo in altre situazioni quali: comportamenti impulsivi, aggressività, disturbi alimentari, schizofrenia e sessualità. Sembra che la serotonina regoli importanti passaggi relativi all'umore, al sonno e all'appetito.

Il ruolo della dopamina

La Dopamina è strutturalmente simile alla nor-adrenalina. Le caratteristiche della trasmissione sinaptica sono simili a quelle della NA. Agisce su cinque sottotipi recettoriali (D1-D5), raggruppati in due "famiglie" (D1, D5; D2, D3, D4), e tutti legati a proteine G. Ha un ruolo nella percezione della ricompensa, del piacere, della motivazione e della sessualità.

Teorie sulla patofisiologia della depressione

IPOTESI EVIDENZE BIOLOGICHE NEGLI UMANI
Ipotesi monoaminergica

La depressione è causata da una diminuzione nel livello di monoammine (noradrealina, dopamina, serotonina) nel sistema nervoso centrale[36][37]

Farmaci che incrementano la quantità di monoammine centrali (SSRI, SNRI, TCA, MAOI) possono mostrare effetto antidepressivo.

La deplezione di triptofano può provocare ricadute depressive in pazienti in remissione.

Glutammato

La depressione coinvolge una disfunzione nel sistema glutaminergico che in ultima analisi comporta una alterazione della neuroplasticità.[38][39]

Alterazioni nel livello del trasportatore di glutammato, di glutammato e glutammina sono stati rilevati nel plasma e nel fluido cerebrospinale di pazienti depressi.

La ketamina, un antagonista dei recettori del glutammato, ha spiccata attività antidepressiva.

Alterazione della neuroplasticità

La depressione è causata da una compromissione nei meccanismi di plasticià cerebrale, come riduzione della neurogenesi nell'ippocampo, perdita di spine dendritiche, atrofia di dendriti e sinapsi[40]

La maggior parte dei trattamenti antidepressivi si è dimostrata in grado di attivare i meccanismi di plasticità cerebrale.

Nei pazienti depressi si è rilevata una diminuzione anche del 15% del volume dell'ippocampo, la riduzione della quantità di fattori neurotrofici come il BDNF.

Analisi post-mortem di pazienti depressi hanno rilevato una minore densità di tessuto gliale e neuronale.

Il farmaco NSI-189 che ha attività neurotrofica, ha spiccati effetti antidepressivi.

Bilancio colinergico\adrenergico

La depressione è associata ad una iperattività colinergica con conseguente diminuzione del tono noradrenergico.[41][42][43]

Gli inibitori delle Acetilcolinesterasi possono esacerbare sintomi depressivi.

Antagonisti aceticolinici (muscarina, TCA) hanno effetto antidepressivo

Oppiodi

L'anedonia, uno dei sintomi della depressione, si crede sia dovuta ad un malfunzionamento del "sistema della ricompensa" che è modulato anche dal sistema oppiode. Lo stress induce il rilascio di dinorfina, la quale attiva i recettori k-oppiodi che inibiscono a loro volta il rilascio di dopamina.[44]

Gli agonisti k-oppiodi inducono depressione.
Asse Ipotalamo-Ipofisi

La depressione è peggiorata dalla perdita di regolazione dell'asse ipotalamo-ipofisi (HPA).[45][46]

Lo stress può precipitare sintomi depressivi in alcuni pazienti.

Inoltre alcuni pazienti depressi mostrano una iperattività delle ghiandole surrenali e elevata concentrazione di CRF nel fluido cerebrospinale.

Neuroinfiammazione

Metabolismi pro-infiammatori e delle kinurenine sono attivati nel corso della depressione e contribuiscono alla sua patofisiologia.[47]

Farmaci immunosoppressori possono indurre depressione.

Pazienti con patologie infiammatorie hanno una più alta incidenza di depressione.

Elevati livelli di marker infiammatori sono stati individuati nel tessuto nervoso di pazienti depressi. Gli antidepressivi sono in grado di esplicare attività antinfiammatoria.

GABA

La depressione è associata con una diminuita attività del sistema gabaergico nei circuiti frontali.[48]

Alcuni pazienti con depressione mostrano diminuita quantità di GABA nel sistema nervoso centrale. Modulatori dell'attività gabaergica (neurosteroidi) sono in grado di esplicare effetti antidepressivi.

Teoria dello "squilibrio chimico"

Alcuni studiosi sostengono che le informazioni pubblicizzate sui farmaci antidepressivi promuovano un messaggio inesatto, banalizzando ciò che fanno effettivamente:[49] parte della critica deriva dalla invalidazione del tema che gli antidepressivi agiscano riequilibrando presunti squilibri chimici cerebrali che sarebbero la causa della depressione. Al momento però non si possono ottenere dati di laboratorio sui livelli dei neurotrasmettitori nei soggetti depressi e tali da consentirne un monitoraggio continuo durante il trattamento: rimane quindi difficile raccogliere informazioni certe sul fatto che la causa del disturbo sia dovuta a uno squilibrio chimico e se il trattamento sia in grado di ripristinare il livello di un neurotrasmettitore carente.[50] Senza queste informazioni, la teoria che tali farmaci possano causare squilibri chimici e stati cerebrali anormali, come alcuni studi riportano, andrà ulteriormente verificata.[51]

Tipi di antidepressivi

Esistono molti composti approvati per il trattamento della depressione che possono essere classificati in base al loro meccanismo d'azione fondamentale, principalmente in inibitori del reuptake delle monoammine (che bloccano i processi di recupero di questi neurotrasmettitori), inibitori degli enzimi degradativi (come gli IMAO) e agonisti/antagonisti recettoriali (cioè dei farmaci in grado di attivare o disattivare particolari "interruttori" biologici).[52]

Principali farmaci antidepressivi

Classe Principi Attivi
TCA Imipramina, Amitriptilina, Clomipramina, Doxepina, Dosulepina, Trimipramina, Nortriptilina,
IMAO Tranilcipromina, Fenelzina, Isocarboxazide, Moclobemide
SSRI Citalopram, Escitalopram, Paroxetina, Fluoxetina, Fluvoxamina, Sertralina
NaRI Reboxetina
SNRI Venlafaxina, Duloxetina
NDRI Bupropione
Altri Mirtazapina, Trazodone, Agomelatina, Tianeptina, Sulpiride\Amilsupride, Mianserina

Anche altri farmaci formalmente approvati formalmente per altri disturbi e che non rientrano nella categoria degli antidepressivi hanno un effetto antidepressivo ma i limiti del loro utilizzo (dovuti ad esempio ad uno scarso profilo di effetti collaterali, al potenziale d'abuso, alla scarsa tollerabilità nel lungo termine) hanno causato controversie circa il loro utilizzo per tale scopo ed inoltre la prescrizione per condizioni altre da quelle ufficialmente approvate rappresenta sempre un rischio, nonostante la possibile efficacia superiore. Ad esempio gli antipsicotici a basso dosaggio e le benzodiazepine possono essere utilizzati per la gestione della depressione (anche in aggiunta ad un antidepressivo), sebbene l'uso di benzodiazepine possa causare dipendenza e quello di antipsicotici altri effetti collaterali. Gli oppioidi sono stati utilizzati per trattare la depressione maggiore fino alla fine degli anni cinquanta e le anfetamine fino alla metà degli anni sessanta. Sia gli oppioidi che le anfetamine inducono una risposta terapeutica molto veloce, mostrando risultati entro ventiquattro o quarantotto ore e i loro indici terapeutici sono maggiori di quelli degli antidepressivi triciclici. In un piccolo studio pubblicato nel 1995, l'oppioide buprenorfina si è mostrato essere un buon candidato per il trattamento della depressione grave, resistente al trattamento così come l'antitussivo destrometorfano. Recentemente altre sostanze d'abuso come la ketamina[53] o la psilocibina[54], opportunamente utilizzate, hanno mostrato degli spiccati e rapidi effetti antidepressivi e i loro derivati saranno probabilmente alla base di una futura generazione di farmaci.[55]

Anche alcuni estratti di origine naturale, spesso classificati come integratore alimentare, mostrano un effetto antidepressivo (anche se la portata del loro effetto è stata a volte messa in discussione): ad esempio l'estratto dell'erba di San Giovanni è comunemente utilizzato come antidepressivo specialmente in Europa;[56][57] alcuni probiotici hanno mostrato di migliorare sintomi di ansia e depressione in trial clinici e modelli animali, mettendo in luce il collegamento tra salute intestinale e mentale;[58] L'Acetil l-Carnitina ha mostrato in uno studio rapido effetto nel trattamento della distimia;[59][60] l'inositolo in uno studio ha mostrato in uno studio un effetto ansiolitico paragonabile a quello della fluoxetina;[61] l'Adenosil Metionina (SAMe) è ampiamente pubblicizzato come alterativa naturale agli antidepressivi;[62] la nicotina agisce come antidepressivo,[63] tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina e la desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza.[64]

Criteri di prescrizione

Attualmente non è possibile stabilire quale particolare alterazione del funzionamento cerebrale sia la causa di un disturbo depressivo in un dato paziente, per cui non è possibile prevedere quale sarà il farmaco più efficace per il trattamento della patologia. I diversi farmaci antidepressivi hanno mostrato una capacità all'incirca comparabile nel determinare una riduzione dei sintomi (nel caso di disturbo grave e persistente)[65] e prevenire le ricadute depressive (rispetto al placebo) mostrando differenze significative essenzialmente nel profilo degli effetti collaterali e secondari (attivazione, sedazione, ansiolisi etc.).[66][67] Sulla base di ciò la scelta dell'antidepressivo si basa principalmente sulla valutazione del suo profilo di effetti collaterali e della tollerabilità per un dato paziente, per questo la scelta ricade di norma su un SSRI\SNRI.[15]

A tal proposito nel 2003 la SOPSI[68] (Società italiana di psicopatologia) ha effettuato un'indagine conoscitiva su un campione di 750 Psichiatri italiani, a cui sono state somministrate 28 domande a risposta multipla che esploravano l'area della diagnosi e quella del trattamento farmacologico dei disturbi depressivi.

Tra i vari aspetti esplorati dall'indagine, un aspetto particolare valutato è stato quello dei criteri di scelta tra un SSRI ed un farmaco ad azione sulla Noradrenalina. Secondo i risultati la prescrizione di un antidepressivo SSRI sarebbe preferibile nei quadri caratterizzati da una spiccata componente ansiosa e di agitazione, mentre i farmaci noradrenergici sarebbero più indicati nei quadri melanconici e nelle personalità premorbose evitanti e passive[69].

Il trattamento viene di norma protratto per alcune settimane prima di poterne valutare l'efficacia (che si instaura e aumenta nel corso delle prime settimane di trattamento) e nel caso non dovessero esserci sostanziali miglioramenti, si può optare per un aggiustamento terapeutico (variazione del dosaggio o passaggio ad altro farmaco) seguendo il metodo del "trial and error".[70][71] Un protocollo terapeutico utilizzabile può essere quello suggerito dai risultati dello STAR*D Trial[72][73] (Sequenced Treatment Alternatives to Relieve Depression) uno dei maggiori studi condotti sul tema.[74][75] Alcuni autori ed istituzioni criticano l'uso degli SSRI\SNRI come trattamento di prima linea per la depressione a causa dello scarso rapporto tra efficacia ed effetti collaterali.[76][77][78]

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)

La Fluoxetina (Prozac), un SSRI

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (In inglese: selective serotonin reuptake inhibitor "SSRI") sono una classe di antidepressivi considerati lo standard corrente per la terapia farmacologica della depressione perché caratterizzati da un favorevole profilo di effetti collaterali e da bassa tossicità. Una possibile causa (o concausa) della depressione è il quantitativo inadeguato di serotonina, un neurotrasmettitore utilizzato nel cervello anche per trasmettere segnali tra i neuroni. Si ritiene che gli SSRI funzionino aumentando la concentrazione di serotonina nelle sinapsi prevenendone la ricaptazione (un processo biologico di recupero e riciclo dei neurotrasmettitori). I primi a scoprire una SSRI, la fluoxetina, sono stati Klaus Schmiegel e Bryan Molloy della Eli Lilly. Questa classe di farmaci include:

  • Citalopram (Elopram, Seropram in Italia; Celexa in USA)
  • Escitalopram (Cipralex, Entact in Italia; Lexapro in USA)
  • Fluoxetina (Fluoxeren, Fluoxetina generica in Italia; Prozac in Italia e USA)
  • Fluvoxamina (Dumirox, Fevarin, Maveral, Fluvoxamina generica in Italia; Luvox in USA)
  • Paroxetina (Daparox, Eutimil, Sereupin, Seroxat, Stiliden, Paroxetina generica in Italia; Paxil in USA)
  • Sertralina (Tatig, Sertralina generica in Italia; Zoloft in Italia e USA)

Tipicamente questi antidepressivi hanno meno effetti avversi rispetto ai triciclici, oppure gli inibitori della monoaminossidasi, anche se si possono verificare effetti collaterali come la sonnolenza, la bocca secca, irritabilità, ansietà, insonnia, diminuzione dell'appetito, e diminuzione della pulsione e capacità sessuale. Alcuni effetti collaterali possono diminuire quando una persona si abitua al farmaco ma altri effetti collaterali possono essere persistenti. Anche se più sicuri rispetto alla prima generazione di antidepressivi, gli SSRI potrebbero non funzionare per molti pazienti, con una efficacia minore rispetto alle precedenti classi di antidepressivi.

Un lavoro di due ricercatori ha messo in discussione il legame tra carenza di serotonina e sintomi della depressione, evidenziando che l'efficacia del trattamento a base di SSRI non prova tale legame.[79] La ricerca indica che questi farmaci possono interagire con i fattori di trascrizione conosciuti come "clock genes"[80], che possono avere un ruolo nelle proprietà di dipendenza dei farmaci (abuso di farmaci) e probabilmente nell'obesità.[81][82]

Inibitori della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina (SNRI)

Gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (in inglese: serotonin-norepinephrine reuptake inhibitor "SNRI") sono antidepressivi che agiscono sia sul circuito della noradrenalina che sulla serotonina, avendo perciò un meccanismo d'azione simile a quello dei triciclici ma con meno effetti collaterali. Questi tipicamente hanno effetti collaterali ed efficacia simili a quelli degli SSRI e come questi quando interrotti possono presentare una sindrome da sospensione (withdrawal syndrome) per cui si raccomanda la lenta diminuzione del dosaggio ("wash-out" del farmaco). Questi includono:

Questi farmaci inibiscono il riassorbimento della serotonina e della noradrenalina dalle sinapsi bloccando l'attività dei rispettivi "trasportatori" (delle proteine in grado di raccoglierli dallo spazio sinaptico e trasportarli all'interno del neurone).[83] L'inibizione del processo di ricaptazione prolunga l'effetto del neurotrasmettirore sul neurone postsinaptico, per questo è anche il motivo per cui questo tipo di farmaci è chiamato inibitore duale della ricaptazione.

Inibitori della ricaptazione della noradrenalina (NaRI)

Gli inibitori della ricaptazione della noradrenalina NaRI oppure NRIs (dall'inglese Norepinephrine (noradrenaline) reuptake inhibitors) agiscono incrementando la trasmissione noradrenergica mediante il blocco del trasportatore (e quindi del reuptake) della noradrenalina (nota anche come norepinefrina). Alcuni studi indicano che gli NRI abbiano effetti positivi sulla capacità di concentrazione mentale e in particolare sulla motivazione. Questa classe include:

Alcuni di questi (come l'atomoxetina) sono specificatamente approvati per il trattamento dei deficit di attenzione; la reboxetina è utilizzata anche per il trattamento del dolore neuropatico mentre la viloxazina mostra risultati promettenti nel trattamento dell'enuresi notturna e della narcolessia. La loro efficacia nel trattamento della depressione (rispetto ad altre classi di antidepressivi) è stata però oggetto di critiche.[84]

Antidepressivi atipici

Inibitori del reuptake della nor-epinefrina e della dopamina (NDRI)

Gli inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina (sigla NDRI, dall'inglese: norepinephrine-dopamine reuptake inhibitor) diminuiscono la ricaptazione neuronale della dopamina e della noradrenalina (o norepinefrina).[85] Questi includono:

Il metilfenidato è approvato per il trattamento del deficit di attenzione ed iperattività. Sono preferiti nelle forme depressive caratterizzate da astenia ed ipersonnia, rallentamento cognitivo e quando gli effetti collaterali di altre classi di antidepressivi, come ad esempio di aumento di peso e disfunzioni sessuali, risultano intollerabili.

Farmaci che aumentano selettivamente la ricaptazione della serotonina\meccanismo vario (SSREs)

Hanno un meccanismo d'azione complesso e multifattoriale

Agonisti melatonergici

Agiscano attivando i recettori della melatonina e, in misura minore, agiscono su altri target neuronali

Antagonisti serotoninergici

Bloccano l'azione della serotonina su particolari sotto classi recettoriali

Antidepressivi specifici noradrenergici e serotonergici (NaSSA)

Gli antidepressivi specifici noradrenergici e serotoninergici o NaSSA (dall'inglese noradrenergic and specific serotonergic antidepressant) costituiscono una classe di antidepressivi che si crede diano luogo ad un aumento della neurotrasmissione noradrenergica (noradrenalina) e serotoninergica (serotonina) grazie al blocco dei recettori adrenergici presinaptici alfa-2 e al contemporaneo blocco di alcuni recettori della serotonina[86] Possono presentare effetti collaterali come sonnolenza, aumento dell'appetito e di peso.[87] Questi includono:

Antidepressivi ad azione serotoninergica mista (SARI)

Agiscono come potenziatori dell'attività serotoninergica (attraverso il blocco del reuptake) ma bloccando o attivando contemporaneamente alcuni sottotipi recettoriali

Antidepressivi che potenziano l'attività dopaminergica

  • Agonisti dopaminergici, non sono specificatamente approvati per il trattamento della depressione ma hanno mostrato potenziale antidepressivo in diversi studi.

Alcuni antipsicotici a basse dosi potenziano l'attività dopaminergica invece di inibirla, risultando in un'attività antidepressiva ed ansiolitica.

Inibitori della ricaptazione della dopamina

Aumentano le concentrazioni sinaptiche di dopamina bloccandone il processo di ricaptazione

Antidepressivi triciclici (TCA)

Gli antidepressivi triciclici o TCA (dall'inglese: Tricyclic antidepressant) sono la classe più vecchia di farmaci antidepressivi dopo gli IMAO che, storicamente, furono i primi in assoluto. I triciclici bloccano la ricaptazione di alcuni neurotrasmettitori come la noradrenalina (norepinefrina) e la serotonina. Attualmente vengono usati meno comunemente a causa dello sviluppo di farmaci più selettivi e con meno effetti collaterali. Molti di questi farmaci, inoltre, interagiscono con recettori neurotrasmettitoriali tra cui i colinergici muscarinici, i recettori serotoninergici e i recettori istaminici.

Inibitori delle mono-amino-ossidasi (IMAO)

Gli inibitori delle monoamino ossidasi IMAO oppure MAOI (dall'inglese monoamine oxidase inhibitors) sono stati tra i primi antidepressivi ad essere scoperti. Pur mostrando una elevata efficacia terapeutica, spesso sono utilizzati solo come trattamento di seconda linea quando altri farmaci antidepressivi si rivelano inefficaci dal momento che esistono interazioni potenzialmente anche gravi tra questa classe di medicamenti e alcuni cibi o farmaci (cioè quelli contenenti amine simpaticomimetiche come la tiramina, contenuta particolarmente nei cibi stagionati come alcuni formaggi, vino rosso).

Comunque, queste precauzioni non si applicano a una nuova formulazione in cerotto transdermico di selegilina, che grazie al fatto di bypassare il metabolismo epatico non è mai stato correlato all'induzione di tachicardia e di crisi ipertensive. Inoltre non si applicano agli IMAO di nuova generazione detti inibitori reversibili della monoaminoossidasi A (RIMA) di cui fanno parte moclobemide (Aurorix o Manerix) e Tolaxotone.[88]

Il gruppo di farmaci MAOI include:

Farmaci potenzianti l'effetto antidepressivo

L'effetto terapeutico di alcuni antidepressivi può essere amplificato dall'aggiunta di altri farmaci. Il loro effetto è sinergico, cioè queste associazioni generano un effetto terapeutico maggiore di quello ottenibile dalla somma degli effetti dei singoli farmaci.[89]

Di questi "potenziatori" si trovano:

  • Antidepressivi
  • Ansiolitici
  • Ormoni tiroidei
  • Antipsicotici
  • Anticonvulsivanti
  • Stimolanti

Gli ansiolitici possono venire prescritti in associazione agli antidepressivi per migliorarne l'efficacia o trattare altri aspetti della patologia. In particolare i sedativi, come le benzodiazepine, vengono prescritti per attenuare gli stati d'ansia e favorire il sonno; a volte vengono prescritte nelle prime settimane di trattamento con gli SSRI\SNRI per mitigarne alcuni effetti collaterali. A causa dell'alto rischio di dipendenza, questi medicinali sono pensati per agire solamente a breve termine o per uso occasionale.[90][91] L'aggiunta di buspirone, un ansiolitico atipico, ad un trattamento con antidepressivo SSRI ha dimostrato di incrementarne gli effetti terapeutici senza sortire particolari effetti collaterali aggiuntivi.

Gli antipsicotici di seconda generazione come il risperidone, l'olanzapina e la quetiapina possono essere prescritti in aggiunta ad un trattamento antidepressivo nei casi di depressione resistente al trattamento nel caso il solo farmaco antidepressivo abbia fallito nel generare sufficienti effetti terapeutici.[92] Possono inoltre essere sfruttati per aumentare la concentrazione plasmatica di un altro farmaco, per alleviare i sintomi psicotici e paranoidi, ansiosi e di irritabilità che spesso accompagnano il disturbo depressivo.[93] Tali farmaci comunque, in particolare ad alti dosaggi, possono causare effetti collaterali importanti come offuscamento della vista, spasmi muscolari, irrequietezza, discinesia tardiva e aumento di peso. Farmaci più nuovi, come l'aripiprazolo, possono perciò essere preferiti anche se la sicurezza di queste combinazioni dovrà essere ancora approfonditamente studiata.[94] Per questo motivo tali combinazioni sono considerati degli approcci di seconda linea.

Comuni sono le combinazioni tra diversi antidepressivi per potenziarne sinergicamente l'efficacia. A volte piccole dosi di un altro antidepressivo possono essere aggiunte per incrementare la concentrazione plasmatica (e quindi la potenza) di un altro utilizzato a dosaggio pieno, o per sfruttarne alcuni effetti collaterali (come ad esempio quelli sedativi). A questo scopo, ad esempio, il trazodone viene a volte utilizzato come adiuvante del sonno per i suoi effetti sedativi o nell'ambito di una terapia combinata per potenziare l'effetto degli antidepressivi SSRI\SNRI.[95][96] Anche il nefazodone viene a volte aggiunto ad un SSRI per potenziarne l'efficacia. Altri antidepressivi che vengono comunemente combinati sono il buproprione con un SSRI, al fine di ottenere un maggiore effetto terapeutico ed anche per contrastare alcuni effetti collaterali degli SSRI come quelli sulla sfera sessuale e la sedazione;[97] la mirtazapina con venlafaxina, una combinazione usata particolarmente in Canada per i casi di depressione resistente al trattamento, prende il nome colloquiale di "california rocket fuel".[98]

Psicostimolanti sono aggiunti a volte alla cura antidepressiva se il paziente soffre di anedonia, ipersonnia e/o eccessiva alimentazione e scarsa motivazione. Tali sintomi sono comuni in depressioni atipiche e possono essere risolti aggiungendo alla cura dosi moderate di anfetamine (Adderall), metilfenidato (Ritalin) oppure modafinil (Provigil, Alertec) poiché queste sostanze possono migliorare il grado di motivazione personale e il comportamento, sopprimendo l'eccessivo appetito e sonno. In particolare il Modafinil è unico per effetti sul sonno: aumenta infatti l'attenzione e riduce la sonnolenza quando il paziente è nello stato attivo, senza inibire il normale sonno. Questi accorgimenti medici possono ristabilire il desiderio sessuale, sebbene questo sia solamente un effetto collaterale e non costituisca la ragione di prescrizione di tali psicostimolanti. Farmaci di tale natura devono essere somministrati con estrema cautela in alcuni tipi di pazienti: gli stimolanti infatti possono indurre episodi maniaco-depressivi in persone affette da disordine bipolare.[99]

Il litio è uno stabilizzante dell'umore ed è il trattamento elettivo per il disturbo bipolare, spesso è usato insieme ad altri medicinali per il trattamento di episodi maniacali o della depressione.[100] Alcuni anticonvulsivanti, come la carbamazepina (Tegretol), valproato di sodio (Epilim) e lamotrigina (Lamictal) sono utilizzati come stabilizzatori dell'umore, particolarmente nel disturbo bipolare, spesso in associazione a degli antidepressivi. Sia il litio che la lamotrigina sono stati studiati e utilizzati per aumentare gli effetti antidepressivi nella depressione unipolare resistente.

Diversi ormoni sono stati sperimentati in combinazione con un farmaco antidepressivo per potenziarne gli effetti. In particolare la tireoiodina, un ormone tiroideo, può essere somministrato in pazienti con depressione refrattaria ad altri trattamenti, in aggiunta ad un farmaco antidepressivo, anche se la funzionalità tiroidea è nella norma.[101] Analogamente, anche ormoni sessuali come il testosterone o agenti che agiscono sui glucocorticoidi, possono venire utilizzati allo scopo.[89]

Recenti ricerche, effettuate a partire dalla teoria infiammatoria della patogenesi dei disturbi depressivi, hanno indagato l'effetto dell'aggiunta di un anti-infiammatorio come i FANS, alcuni corticosteroidi o l'antibiotico minociclina ad un antidepressivo, dimostrando una efficacia superiore di questa combinazione rispetto al solo antidepressivo.[102]

Alcune evidenze ci sono per il potenziamento con alcune sostanze di derivazione naturale come acidi grassi Omega-3, SAMe, acido folico, inositolo, minerali come zinco e magnesio, vitamine soprattutto del gruppo B ad alte dosi.

 Antidepressivi in studio

  • Ketamina: tale sostanza, in opportuni dosaggi, ha mostrato un rapido (40 minuti) e significativo effetto antidepressivo.
  • NSI-189: è un farmaco che si è visto in grado stimolare la neurogenesi ippocampale (la atrofia dei meccanismi di neurogenesi si ritiene sia una delle cause della depressione) e ha mostrato spiccati effetti antidepressivi.
  • Ormone stimolante il TSH (Tyreotropin Releasing Hormone): sono allo studio da parte dell'esercito USA degli spray nasali di tale composto che si è visto in grado esplicare un rapido effetto anti suicidario ed antidepressivo da utilizzare nelle crisi acute.[103]
  • Psilocibina: la psilocibina è il principale componente attivo di alcuni funghi allucinogeni ed è stato trovato generare, se utilizzata correttamente, un rapido e costante effetto antidepressivo, ansiolitico e di miglioramento complessivo della qualità percepita di vita.[104]

Composti di derivazione naturale ad azione antidepressiva

  • SAM-E: è un intermedio fondamentale nella biosintesi di molti neurotrasmettitori. La sua assunzione (a dosaggi superiori a 400 mg\giorno) ha mostrato in alcuni studi di generare un effetto antidepressivo ed ansiolitico, specie nei confronti delle forme atipiche.
  • Acetil l-Carnitina: è un derivato amminoacidico che si è dimostrato interagire con i recettori del glutammato e attivare l'espressione di alcune proteine. In alcuni studi ha mostrato dei rapidi effetti nel trattamento della depressione, specie della distimia (a dosaggi di 6 grammi\giorno).
  • Erba di San Giovanni: il decotto è conosciuto da secoli nella medicina tradizionale come antidepressivo e ristorativo. I suoi componenti attivi (come l'iperforina) si sono dimostrati in grado di inibire il reuptake delle monoammine con un meccanismo diverso dagli SSRI e di interagire con numerosi altri target neuronali.
  • 5-HTP: è il precursore biosintetico della serotonina. Degli studi hanno dimostrato come la sua integrazione (a dosaggi opportuni) abbia un effetto antidepressivo ed ansiolitico.[105]
  • Cloruro di Rubidio: questo sale inorganico è commercializzato, specie in alcuni stati europei, come antidepressivo efficace nelle forme in cui prevale mancanza di energia ed apatia, a dosaggi di 180-720 mg. Si è visto incrementare i livelli di dopamina e noradrenalina ed è venduto col nome di Rubinorm.
  • Zinco: l'integrazione di zinco (ad un dosaggio equivalente a circa 25 mg al giorno di zinco elementare) ad un trattamento antidepressivo si è dimostrata in grado di diminuire i sintomi di depressione nei pazienti resistenti al trattamento ma di comportare solo un lieve miglioramento dei sintomi se utilizzato da solo.[106]
  • Nicotina: la nicotina agisce come antidepressivo[63] tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza.[64] Alcune sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che la nicotina (somministrata tramite cerotti transdermici) esercita un effetto antidepressivo sia nei non fumatori depressi sia nei fumatori e che può essere presa in considerazione per il trattamento di depressione resistente. L'ipotesi che utilizzo cronico di nicotina causi desensibilizzazione dei recettori nicotinici, causando quindi un effetto antidepressivo è in linea con la prima teoria proposta oltre 30 anni fa e le successive ricerche che hanno confermato come un'eccessiva attività di acetilcolina nel cervello possa indurre sintomi depressivi. Anche la Vareniclina, un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina ha mostrato proprietà antidepressive.[107]
  • Agmatina: in un piccolo studio pilota condotto nel 2013 presso l'università di Cambridge, dei pazienti sono stati trattati con 2-3 grammi al giorno di Agmatina, un neurotrasmettitore endogeno che agisce su un ampio numero di recettori, tra cui quelli del glutammato: tutti hanno sperimentato una remissione dei sintomi depressivi.[108]
  • Magnesio: uno studio in doppio cieco pubblicato nel 2017 conclude che l'integrazione di magnesio (pari a 248 mg al giorno di magnesio elementare o 500 mg di magnesio cloruro) è stato trovato avere un rapido effetto antidepressivo ed ansiolitico senza significativi effetti collaterali, anche in associazione a farmaci antidepressivi.[109]
  • Inositolo: ha efficacia nel trattamento della depressione (a dosaggi superiori a 12 g/giorno) e in degli studi ha mostrato una diminuzione statisticamente significativa rispetto al placebo del punteggio delle scale di valutazione dei sintomi depressivi. Alcuni pazienti che non hanno risposto al trattamento con inositolo hanno trovato beneficio con un SSRI, ma l'aggiunta di inositolo ad un SSRI non sembra fornire benefici aggiuntivi all'effetto dell'antidepressivo.[110]

Note

  1. ^ A. PALMA, P. PANCHERI, Terapia del dolore con farmaci antidepressivi Focus sulla venlafaxina, in Journal of Psycopathology.
  2. ^ Jenna Wong, Aude Motulsky e Michal Abrahamowicz, Off-label indications for antidepressants in primary care: descriptive study of prescriptions from an indication based electronic prescribing system, in BMJ (Clinical research ed.), vol. 356, 21 febbraio 2017, pp. j603, DOI:10.1136/bmj.j603. URL consultato il 21 luglio 2017.
  3. ^ (EN) Stone KJ, Viera AJ e Parman CL, Off-label applications for SSRIs., in American family physician, vol. 68, n. 3, 1º agosto 2003. URL consultato il 13 aprile 2017.
  4. ^ Psicofarmaci, oltre 11 milioni di italiani li usano contro stress e depressione, su Il Fatto Quotidiano, 14 febbraio 2014. URL consultato il 13 aprile 2017.
  5. ^ (EN) Depression - NICE Pathways, su pathways.nice.org.uk. URL consultato il 14 aprile 2017.
  6. ^ Depressione: che cosa c'è da sapere, in Focus.it. URL consultato il 14 aprile 2017.
  7. ^ Irving Kirsch, Brett J. Deacon e Tania B. Huedo-Medina, Initial Severity and Antidepressant Benefits: A Meta-Analysis of Data Submitted to the Food and Drug Administration, in PLOS Medicine, vol. 5, n. 2, 26 febbraio 2008, pp. e45, DOI:10.1371/journal.pmed.0050045. URL consultato il 14 aprile 2017.
  8. ^ Antidepressivo per ragazzi, inutile e pericoloso, in Focus.it. URL consultato il 14 aprile 2017.
  9. ^ Adolescenti e psicofarmaci: riflessioni su un’esperienza clinica su un campione di 150 ragazzi | www.psychiatryonline.it, su www.psychiatryonline.it. URL consultato il 14 aprile 2017.
  10. ^ (EN) my.access — University of Toronto Libraries Portal, su bf4dv7zn3u.search.serialssolutions.com.myaccess.library.utoronto.ca. URL consultato il 23 aprile 2017.
  11. ^ (EN) Ian C. Reid e Caroline A. Stewart, How antidepressants work, in The British Journal of Psychiatry, vol. 178, n. 4, 1º aprile 2001, pp. 299–303, DOI:10.1192/bjp.178.4.299. URL consultato il 10 aprile 2017.
  12. ^ I. C. Reid e C. A. Stewart, How antidepressants work: new perspectives on the pathophysiology of depressive disorder, in The British Journal of Psychiatry: The Journal of Mental Science, vol. 178, April 2001, pp. 299–303. URL consultato il 21 luglio 2017.
  13. ^ Così migliorano l’umore: ecco come funzionano gli antidepressivi, in Salute24 - Il Sole 24 Ore. URL consultato il 21 luglio 2017.
  14. ^ Perché gli antidepressivi agiscono lentamente? Dott. Luca Mazzotta - Psicologo Milano - Psicoterapeuta Milano - Psicoanalista Milano, su www.lucamazzotta.it. URL consultato il 14 aprile 2017.
  15. ^ a b Riccardo Torta, La scelta di un antidepressivo.
  16. ^ (EN) Willem Kuyken, Fiona C. Warren e Rod S. Taylor, Efficacy of Mindfulness-Based Cognitive Therapy in Prevention of Depressive Relapse, in JAMA Psychiatry, vol. 73, n. 6, 1º giugno 2016, DOI:10.1001/jamapsychiatry.2016.0076. URL consultato il 21 luglio 2017.
  17. ^ Willemijn T. Heijnen, Tom K. Birkenhäger e André I. Wierdsma, Antidepressant pharmacotherapy failure and response to subsequent electroconvulsive therapy: a meta-analysis, in Journal of Clinical Psychopharmacology, vol. 30, n. 5, October 2010, pp. 616–619, DOI:10.1097/JCP.0b013e3181ee0f5f. URL consultato il 12 giugno 2017.
  18. ^ Junmei Wu, Albert S. Yeung e Rosa Schnyer, Acupuncture for depression: a review of clinical applications, in Canadian Journal of Psychiatry. Revue Canadienne De Psychiatrie, vol. 57, n. 7, July 2012, pp. 397–405, DOI:10.1177/070674371205700702. URL consultato il 12 giugno 2017.
  19. ^ (EN) Sensational Success in patients with major depression — Universität Bonn, su www.uni-bonn.de. URL consultato il 12 giugno 2017.
  20. ^ (EN) Tom Ward, Futurism, Why Doctors Are Fighting Depression by Targeting The Brain's Wiring, in ScienceAlert. URL consultato il 20 giugno 2017.
  21. ^ Lynette L. Craft e Frank M. Perna, The Benefits of Exercise for the Clinically Depressed, in Primary Care Companion to The Journal of Clinical Psychiatry, vol. 6, n. 3, 1º gennaio 2004, pp. 104–111. URL consultato il 13 aprile 2017.
  22. ^ (EN) Harvard Health Publications, Exercise and Depression - Harvard Health, in Harvard Health. URL consultato il 13 aprile 2017.
  23. ^ Daniel J. Taylor, Kenneth L. Lichstein e H. Heith Durrence, Epidemiology of insomnia, depression, and anxiety, in Sleep, vol. 28, n. 11, 1º novembre 2005, pp. 1457–1464. URL consultato il 13 aprile 2017.
  24. ^ (EN) David Levine, A Fast-Acting Antidepressant, in Scientific American Mind, vol. 24, n. 2, pp. 17–17, DOI:10.1038/scientificamericanmind0513-17a. URL consultato il 13 aprile 2017.
  25. ^ La scoperta degli antidepressivi: una storia di serendipity, in Dott. Pasquale Parise, 13 marzo 2014. URL consultato il 13 aprile 2017.
  26. ^ L'ascesa della psichiatria basata sulle prove - Le Scienze, in Le Scienze. URL consultato il 14 aprile 2017.
  27. ^ Chaitra T. Ramachandraih, Narayana Subramanyam e Kral Jurgen Bar, Antidepressants: From MAOIs to SSRIs and more, in Indian Journal of Psychiatry, vol. 53, n. 2, 1º gennaio 2011, pp. 180–182, DOI:10.4103/0019-5545.82567. URL consultato il 13 aprile 2017.
  28. ^ Infographics on how antidepressants work (PNG), su compoundchem.com.
  29. ^ R. S. Duman, Pathophysiology of depression: the concept of synaptic plasticity, in European Psychiatry: The Journal of the Association of European Psychiatrists, 17 Suppl 3, July 2002, pp. 306–310. URL consultato il 21 luglio 2017.
  30. ^ Julia Sacher, Jane Neumann e Tillmann Fünfstück, Mapping the depressed brain: a meta-analysis of structural and functional alterations in major depressive disorder, in Journal of Affective Disorders, vol. 140, n. 2, October 2012, pp. 142–148, DOI:10.1016/j.jad.2011.08.001. URL consultato il 21 luglio 2017.
  31. ^ Kathleen Saavedra, Ana María Molina-Márquez e Nicolás Saavedra, Epigenetic Modifications of Major Depressive Disorder, in International Journal of Molecular Sciences, vol. 17, n. 8, 5 agosto 2016, DOI:10.3390/ijms17081279. URL consultato il 21 luglio 2017.
  32. ^ Quel sottile legame tra mente e intestino - Le Scienze, in Le Scienze. URL consultato il 14 aprile 2017.
  33. ^ George M. Slavich e Michael R. Irwin, From Stress to Inflammation and Major Depressive Disorder: A Social Signal Transduction Theory of Depression, in Psychological bulletin, vol. 140, n. 3, 2014-5, pp. 774–815, DOI:10.1037/a0035302. URL consultato il 21 luglio 2017.
  34. ^ (EN) Jack D. Barchas e Margaret Altemus, Monoamine Hypotheses of Mood Disorders, 1999. URL consultato il 9 luglio 2017.
  35. ^ Edoardo Spina, Equivalenza terapeutica di classe dei farmaci antidepressivi (PDF).
  36. ^ A. Carlsson, H. Corrodi e K. Fuxe, Effect of antidepressant drugs on the depletion of intraneuronal brain 5-hydroxytryptamine stores caused by 4-methyl-alpha-ethyl-meta-tyramine, in European Journal of Pharmacology, vol. 5, n. 4, 1º marzo 1969, pp. 357–366. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  37. ^ (EN) Joseph J. Schildkraut e Seymour S. Kety, Biogenic Amines and Emotion, in Science, vol. 156, n. 3771, 7 aprile 1967, pp. 21–30, DOI:10.1126/science.156.3771.21. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  38. ^ Ronald S. Duman, Pathophysiology of depression and innovative treatments: remodeling glutamatergic synaptic connections, in Dialogues in Clinical Neuroscience, vol. 16, n. 1, 1º marzo 2014, pp. 11–27. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  39. ^ Gerard Sanacora, Giulia Treccani e Maurizio Popoli, Towards a glutamate hypothesis of depression, in Neuropharmacology, vol. 62, n. 1, 24 febbraio 2017, pp. 63–77, DOI:10.1016/j.neuropharm.2011.07.036. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  40. ^ (EN) Gianluca Serafini, Neuroplasticity and major depression, the role of modern antidepressant drugs, in World Journal of Psychiatry, vol. 2, n. 3, 1º giugno 2012, DOI:10.5498/wjp.v2.i3.49. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  41. ^ Yann S. Mineur e Marina R. Picciotto, Nicotine receptors and depression: revisiting and revising the cholinergic hypothesis, in Trends in Pharmacological Sciences, vol. 31, n. 12, 1º dicembre 2010, pp. 580–586, DOI:10.1016/j.tips.2010.09.004. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  42. ^ Wayne C. Drevets, Carlos A. Zarate Jr. e Maura L. Furey, Antidepressant Effects of the Muscarinic Cholinergic Receptor Antagonist Scopolamine: A Review, in Biological Psychiatry, vol. 73, n. 12, 15 giugno 2013, pp. 1156–1163, DOI:10.1016/j.biopsych.2012.09.031. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  43. ^ (EN) Nicotine receptors and depression: Revisiting and revising the cholinergic hypothesis (PDF Download Available), su ResearchGate. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  44. ^ Allison T. Knoll e William A. Carlezon, Dynorphin, stress, and depression, in Brain research, 1314C, 16 febbraio 2010, pp. 56, DOI:10.1016/j.brainres.2009.09.074. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  45. ^ Florian Holsboer e Marcus Ising, Central CRH system in depression and anxiety--evidence from clinical studies with CRH1 receptor antagonists, in European Journal of Pharmacology, vol. 583, n. 2-3, 7 aprile 2008, pp. 350–357, DOI:10.1016/j.ejphar.2007.12.032. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  46. ^ (EN) Helle M. Sickmann, Yan Li e Arne Mørk, Behavioral Neurobiology of Stress-related Disorders, collana Current Topics in Behavioral Neurosciences, Springer Berlin Heidelberg, 1º gennaio 2014, pp. 123–159, DOI:10.1007/7854_2014_292, ISBN 978-3-662-45125-0. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  47. ^ (EN) Inflammatory mechanisms in major depressive disorder, su ResearchGate. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  48. ^ (EN) Altered γ-aminobutyric acid neurotransmission in major depressive disorder: A critical review of the supporting evidence and the influence of serotonergic antidepressants (PDF Download Available), su ResearchGate. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  49. ^ Lacasse JR, Leo J (December 2005). “Serotonin and Depression: A Disconnect between the Advertisements and the Scientific Literature”. PLoS Med. 2 (12): e392.doi:10.1371/journal.pmed.0020392. PMC 1277931. PMID 16268734.
  50. ^ Depressione e serotonina - Le Scienze, in Le Scienze. URL consultato il 14 aprile 2017.
  51. ^ Moncrieff J, Cohen D (July 2006). “Do Antidepressants Cure or Create Abnormal Brain States?”.PLoS Med. 3 (7): e240. doi:10.1371/journal.pmed.0030240. PMC 1472553. PMID 16724872.
  52. ^ Pal Pacher e Valeria Kecskemeti, Trends in the Development of New Antidepressants. Is there a Light at the End of the Tunnel?, in Current medicinal chemistry, vol. 11, n. 7, 2004-4, pp. 925–943. URL consultato il 21 luglio 2017.
  53. ^ James W. Murrough, Dan V. Iosifescu e Lee C. Chang, Antidepressant Efficacy of Ketamine in Treatment-Resistant Major Depression: A Two-Site Randomized Controlled Trial, in The American journal of psychiatry, vol. 170, n. 10, 1º ottobre 2013, pp. 1134–1142, DOI:10.1176/appi.ajp.2013.13030392. URL consultato il 13 aprile 2017.
  54. ^ David Baumeister, Georgina Barnes e Giovanni Giaroli, Classical hallucinogens as antidepressants? A review of pharmacodynamics and putative clinical roles, in Therapeutic Advances in Psychopharmacology, vol. 4, n. 4, 13 aprile 2017, pp. 156–169, DOI:10.1177/2045125314527985. URL consultato il 13 aprile 2017.
  55. ^ Simon N. Young, Single treatments that have lasting effects: some thoughts on the antidepressant effects of ketamine and botulinum toxin and the anxiolytic effect of psilocybin, in Journal of Psychiatry & Neuroscience : JPN, vol. 38, n. 2, 13 aprile 2017, pp. 78–83, DOI:10.1503/jpn.120128. URL consultato il 13 aprile 2017.
  56. ^ (EN) St. John's Wort and Depression: In Depth, su NCCIH. URL consultato il 13 aprile 2017.
  57. ^ Joanne Barnes, Linda A. Anderson and J. David Phillipson, St John’s wort (Hypericum perforatum L.) : a review of its chemistry, pharmacology and clinical properties (abstract), in Journal of Pharmacy and Pharmacology, 2001.
  58. ^ 10 Best Probiotics For Depression & Anxiety: Gut-Brain Axis Modification, su Mental Health Daily, 1º marzo 2016. URL consultato il 13 aprile 2017.
  59. ^ Carla Nasca, Dionysios Xenos e Ylenia Barone, L-acetylcarnitine causes rapid antidepressant effects through the epigenetic induction of mGlu2 receptors, in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 110, n. 12, 19 marzo 2013, pp. 4804–4809, DOI:10.1073/pnas.1216100110. URL consultato il 13 aprile 2017.
  60. ^ Sheng-Min Wang, Changsu Han e Soo-Jung Lee, A review of current evidence for acetyl-l-carnitine in the treatment of depression, in Journal of Psychiatric Research, vol. 53, 1º giugno 2014, pp. 30–37, DOI:10.1016/j.jpsychires.2014.02.005. URL consultato il 13 aprile 2017.
  61. ^ Inositol - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects | Examine.com, su examine.com. URL consultato il 13 aprile 2017.
  62. ^ S-Adenosyl Methionine - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects | Examine.com, su examine.com. URL consultato il 13 aprile 2017.
  63. ^ a b Ischaki E, Gratziou C, Smoking and depression: Is smoking cessation effective?, in Ther Adv Respir Dis, vol. 3, n. 1, febbraio 2009, pp. 31–8, DOI:10.1177/1753465809102662, PMID 19293201.
  64. ^ a b Benowitz NL, Pharmacology of nicotine: addiction, smoking-induced disease, and therapeutics, in Annu. Rev. Pharmacol. Toxicol., vol. 49, 2009, pp. 57–71, DOI:10.1146/annurev.pharmtox.48.113006.094742, PMC 2946180, PMID 18834313.
  65. ^ Jay C. Fournier, Robert J. DeRubeis e Steven D. Hollon, Antidepressant Drug effects and Depression Severity: A Patient-Level Meta-Analysis, in JAMA : the journal of the American Medical Association, vol. 303, n. 1, 6 gennaio 2010, pp. 47–53, DOI:10.1001/jama.2009.1943. URL consultato il 14 aprile 2017.
  66. ^ Klaus Linde, Levente Kriston e Gerta Rücker, Efficacy and Acceptability of Pharmacological Treatments for Depressive Disorders in Primary Care: Systematic Review and Network Meta-Analysis, in Annals of Family Medicine, vol. 13, n. 1, 14 aprile 2017, pp. 69–79, DOI:10.1370/afm.1687. URL consultato il 14 aprile 2017.
  67. ^ A. C. Del Re, Glen I. Spielmans e Christoph Flückiger, Efficacy of New Generation Antidepressants: Differences Seem Illusory, in PLOS ONE, vol. 8, n. 6, 3 giugno 2013, pp. e63509, DOI:10.1371/journal.pone.0063509. URL consultato il 4 novembre 2017.
  68. ^ SOPSI – Società Italiana di Psicopatologia, su sopsi.it. URL consultato il 14 aprile 2017.
  69. ^ R. Brugnoli et al. Indagine conoscitiva su un campione di psichiatri italiani. Come, quando e perché una terapia antidepressiva. Giornale italiano di Psicopatologia Vol. 9, December 2003, Issue 4
  70. ^ Il margine d'errore nell'uso di antidepressivi potrebbe scomparire, su Motherboard. URL consultato il 14 aprile 2017.
  71. ^ Andrew F. Leuchter, Ian A. Cook e Aimee M. Hunter, A new paradigm for the prediction of antidepressant treatment response, in Dialogues in Clinical Neuroscience, vol. 11, n. 4, 14 aprile 2017, pp. 435–446. URL consultato il 14 aprile 2017.
  72. ^ H Edmund Pigott, The STAR*D Trial: It Is Time to Reexamine the Clinical Beliefs That Guide the Treatment of Major Depression, in Canadian Journal of Psychiatry. Revue Canadienne de Psychiatrie, vol. 60, n. 1, 21 aprile 2017, pp. 9–13, DOI:10.1177/070674371506000104. URL consultato il 21 aprile 2017.
  73. ^ (EN) NIMH » Questions and Answers about the NIMH Sequenced Treatment Alternatives to Relieve Depression (STAR*D) Study — All Medication Levels, su www.nimh.nih.gov. URL consultato il 21 aprile 2017.
  74. ^ Valerio Rosso, Star*D: lo Studio sull'efficacia dei Trattamenti per la Depressione, su Valerio Rosso, 11 luglio 2016. URL consultato il 14 aprile 2017.
  75. ^ P.M. Bossuyt, J.B. Reitsma, D.E. Bruns, C.A. Gatsonis, P.P. Glasziou, L.M. Irwig, D. Moher, D. Rennie, H.C.W. De Vet, J.G. Lijmer, L’iniziativa STARD per la produzione di studi di accuratezza diagnostica: spiegazione e commenti.
  76. ^ Irving Kirsch, Antidepressants and the Placebo Effect, in Zeitschrift Fur Psychologie, vol. 222, n. 3, 1º gennaio 2014, pp. 128–134, DOI:10.1027/2151-2604/a000176. URL consultato il 14 aprile 2017.
  77. ^ Janus Christian Jakobsen, Kiran Kumar Katakam e Anne Schou, Selective serotonin reuptake inhibitors versus placebo in patients with major depressive disorder. A systematic review with meta-analysis and Trial Sequential Analysis, in BMC Psychiatry, vol. 17, 1º gennaio 2017, pp. 58, DOI:10.1186/s12888-016-1173-2. URL consultato il 14 aprile 2017.
  78. ^ Paul W. Andrews, J. Anderson Thomson e Ananda Amstadter, Primum Non Nocere: An Evolutionary Analysis of Whether Antidepressants Do More Harm than Good, in Frontiers in Psychology, vol. 3, 24 aprile 2012, DOI:10.3389/fpsyg.2012.00117. URL consultato il 14 aprile 2017.
  79. ^ Lacasse J, Leo J, Serotonin and depression: a disconnect between the advertisements and the scientific literature, in PLoS Med, vol. 2, n. 12, 2005, pp. e392, DOI:10.1371/journal.pmed.0020392, PMC 1277931, PMID 16268734.
  80. ^ Uz T, Ahmed R, Akhisaroglu M, Kurtuncu M, Imbesi M, Dirim Arslan A, Manev H, Effect of fluoxetine and cocaine on the expression of clock genes in the mouse hippocampus and striatum, in Neuroscience, vol. 134, n. 4, 2005, pp. 1309–16, DOI:10.1016/j.neuroscience.2005.05.003, PMID 15994025.
  81. ^ Yuferov V, Butelman E, Kreek M, Biological clock: biological clocks may modulate drug addiction, in Eur J Hum Genet, vol. 13, n. 10, 2005, pp. 1101–3, DOI:10.1038/sj.ejhg.5201483, PMID 16094306.
  82. ^ Manev H, Uz T, Clock genes as a link between addiction and obesity, in Eur J Hum Genet, vol. 14, n. 1, 2006, p. 5, DOI:10.1038/sj.ejhg.5201524, PMID 16288309.
  83. ^ Serotonin and norepinephrine reuptake inhibitors (SNRIs) - MayoClinic.com, su mayoclinic.com.
  84. ^ Dirk Eyding, Monika Lelgemann e Ulrich Grouven, Reboxetine for acute treatment of major depression: systematic review and meta-analysis of published and unpublished placebo and selective serotonin reuptake inhibitor controlled trials, in BMJ (Clinical research ed.), vol. 341, 12 ottobre 2010, pp. c4737, DOI:10.1136/bmj.c4737. URL consultato il 14 aprile 2017.
  85. ^ SM Stahl, JF Pradko, BR Haight, JG Modell, CB Rockett e S Learned-Coughlin, A Review of the Neuropharmacology of Bupropion, a Dual Norepinephrine and Dopamine Reuptake Inhibitor, in Prim Care Companion J Clin Psychiatry, vol. 6, n. 4, Physicians Postgraduate Press, 2004, pp. 159–166, DOI:10.4088/PCC.v06n0403, PMC 514842, PMID 15361919. URL consultato il 28 maggio 2009.
  86. ^ CNSforum | The mechanism of action of noradrenergic and specific serotonergic antidepressants (NaSSAs)
  87. ^ GL Stimmel, JA Dopheide e SM Stahl, Mirtazapine: an antidepressant with noradrenergic and specific serotonergic effects, in Pharmacotherapy, vol. 17, n. 1, American College of Clinical Pharmacy, Jan-Feb 1997, pp. 10–21, ISSN 0277-0008 (WC · ACNP), PMID 9017762.
  88. ^ Paykel ES, Clinical efficacy of reversible and selective inhibitors of monoamine oxidase A in major depression, in Acta Psychiatr Scand Suppl, vol. 386, 1995, pp. 22–7, DOI:10.1111/j.1600-0447.1995.tb05920.x, PMID 7717091.
  89. ^ a b (EN) Charles DeBattista e Anna Lembke, Update on augmentation of antidepressant response in resistant depression, in Current Psychiatry Reports, vol. 7, n. 6, 1º dicembre 2005, pp. 435–440, DOI:10.1007/s11920-005-0064-x. URL consultato il 4 novembre 2017.
  90. ^ T. A. Furukawa, D. L. Streiner e L. T. Young, Antidepressant and benzodiazepine for major depression, in The Cochrane Database of Systematic Reviews, n. 1, 2002, pp. CD001026, DOI:10.1002/14651858.CD001026. URL consultato il 9 agosto 2017.
  91. ^ David J. Nutt, Overview of diagnosis and drug treatments of anxiety disorders, in CNS spectrums, vol. 10, n. 1, January 2005, pp. 49–56. URL consultato il 9 agosto 2017.
  92. ^ Hee Ryung Wang, Young Sup Woo e Hyeong Sik Ahn, Can Atypical Antipsychotic Augmentation Reduce Subsequent Treatment Failure More Effectively Among Depressed Patients with a Higher Degree of Treatment Resistance? A Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials, in International Journal of Neuropsychopharmacology, vol. 18, n. 8, 7 aprile 2015, DOI:10.1093/ijnp/pyv023. URL consultato il 9 agosto 2017.
  93. ^ Roger S. McIntyre e Emmanuelle Weiller, Real-World Determinants of Adjunctive Antipsychotic Prescribing for Patients with Major Depressive Disorder and Inadequate Response to Antidepressants: A Case Review Study, in Advances in Therapy, vol. 32, n. 5, 2015, pp. 429–444, DOI:10.1007/s12325-015-0207-3. URL consultato il 9 agosto 2017.
  94. ^ Anita H Clayton, Ross A Baker e John J Sheehan, Comparison of adjunctive use of aripiprazole with bupropion or selective serotonin reuptake inhibitors/serotonin–norepinephrine reuptake inhibitors: analysis of patients beginning adjunctive treatment in a 52-week, open-label study, in BMC Research Notes, vol. 7, 18 luglio 2014, pp. 459, DOI:10.1186/1756-0500-7-459. URL consultato il 9 agosto 2017.
  95. ^ Andrea Fagiolini, Alessandro Comandini e Mario Catena Dell’Osso, Rediscovering Trazodone for the Treatment of Major Depressive Disorder, in CNS Drugs, vol. 26, n. 12, 2012-12, pp. 1033–1049, DOI:10.1007/s40263-012-0010-5. URL consultato il 9 agosto 2017.
  96. ^ Maher Karam-Hage e Kirk J. Brower, An Open Pilot Study of Gabapentin vs. Trazodone to Treat Insomnia in Alcoholic Outpatients, in Psychiatry and clinical neurosciences, vol. 57, n. 5, 2003-10, pp. 542–544. URL consultato il 9 agosto 2017.
  97. ^ Krisna Patel, Sophie Allen e Mariam N. Haque, Bupropion: a systematic review and meta-analysis of effectiveness as an antidepressant, in Therapeutic Advances in Psychopharmacology, vol. 6, n. 2, 2016-4, pp. 99–144, DOI:10.1177/2045125316629071. URL consultato il 9 agosto 2017.
  98. ^ Patrick J. McGrath, Jonathan W. Stewart e Maurizio Fava, Tranylcypromine Versus Venlafaxine Plus Mirtazapine Following Three Failed Antidepressant Medication Trials for Depression: A STAR*D Report, in American Journal of Psychiatry, vol. 163, n. 9, 1º settembre 2006, pp. 1531–1541, DOI:10.1176/ajp.2006.163.9.1531. URL consultato il 9 agosto 2017.
  99. ^ (EN) Katy Orr e David Taylor, Psychostimulants in the Treatment of Depression, in CNS Drugs, vol. 21, n. 3, 1º marzo 2007, pp. 239–257, DOI:10.2165/00023210-200721030-00004. URL consultato il 9 agosto 2017.
  100. ^ Michael Bauer e Susanne Döpfmer, Lithium Augmentation in Treatment-Resistant Depression: Meta-Analysis of Placebo-Controlled Studies, in Journal of Clinical Psychopharmacology, vol. 19, n. 5, pp. 427–434, DOI:10.1097/00004714-199910000-00006. URL consultato il 9 agosto 2017.
  101. ^ Andrew A. Nierenberg, Maurizio Fava e Madhukar H. Trivedi, A Comparison of Lithium and T 3 Augmentation Following Two Failed Medication Treatments for Depression: A STAR*D Report, in American Journal of Psychiatry, vol. 163, n. 9, 1º settembre 2006, pp. 1519–1530, DOI:10.1176/ajp.2006.163.9.1519. URL consultato il 9 agosto 2017.
  102. ^ Ole Köhler, Jesper Krogh e Ole Mors, Inflammation in Depression and the Potential for Anti-Inflammatory Treatment, in Current Neuropharmacology, vol. 14, n. 7, 2016-10, pp. 732–742, DOI:10.2174/1570159X14666151208113700. URL consultato il 4 novembre 2017.
  103. ^ Rodrigo Machado-Vieira, Giacomo Salvadore e David A. Luckenbaugh, Rapid Onset of Antidepressant Action: A New Paradigm in the Research and Treatment of Major Depression, in The Journal of clinical psychiatry, vol. 69, n. 6, 2008-6, pp. 946–958. URL consultato il 21 luglio 2017.
  104. ^ Ananya Mahapatra e Rishi Gupta, Role of psilocybin in the treatment of depression, in Therapeutic Advances in Psychopharmacology, vol. 7, n. 1, 2017-1, pp. 54–56, DOI:10.1177/2045125316676092. URL consultato il 9 agosto 2017.
  105. ^ (EN) 5-Hydroxytryptophan (5-HTP), su University of Maryland Medical Center. URL consultato il 13 maggio 2017.
  106. ^ Zinc - Scientific Review on Usage, Dosage, Side Effects, su Examine.com. URL consultato il 3 giugno 2017.
  107. ^ Mineur YS, Picciotto MR, Nicotine receptors and depression: revisiting and revising the cholinergic hypothesis, in Trends Pharmacol. Sci., vol. 31, n. 12, dicembre 2010, pp. 580–6, DOI:10.1016/j.tips.2010.09.004, PMC 2991594, PMID 20965579.
  108. ^ Baron Shopsin, The clinical antidepressant effect of exogenous agmatine is not reversed by parachlorophenylalanine: a pilot study, in Acta Neuropsychiatrica, vol. 25, n. 2, 2013/04, pp. 113–118, DOI:10.1111/j.1601-5215.2012.00675.x. URL consultato il 15 giugno 2017.
  109. ^ Emily K. Tarleton, Benjamin Littenberg e Charles D. MacLean, Role of magnesium supplementation in the treatment of depression: A randomized clinical trial, in PloS One, vol. 12, n. 6, 2017, pp. e0180067, DOI:10.1371/journal.pone.0180067. URL consultato il 29 giugno 2017.
  110. ^ J. Levine, Y. Barak e M. Gonzalves, Double-blind, controlled trial of inositol treatment of depression, in The American Journal of Psychiatry, vol. 152, n. 5, May 1995, pp. 792–794, DOI:10.1176/ajp.152.5.792. URL consultato il 9 agosto 2017.

Bibliografia

  • Stephen M. Stahl, Psicofarmacologia essenziale - II Edizione, Torino, Centro Scientifico Editore, 2002, ISBN.
  • Burger's Medicinal Chemistry and Drug Discovery - Sixth Edition, Volume 6: Nervous System Agents, Edited by Donald J. Abraham, pp. 497; 500, ISBN 0-471-27401-1.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 5873 · LCCN (ENsh85005661 · GND (DE4002263-8 · BNE (ESXX528348 (data) · BNF (FRcb11944046z (data) · J9U (ENHE987007295550405171 · NDL (ENJA01140705
  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina