Leggenda della valle perduta

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Con leggenda della valle perduta (in tedesco, Das Verlorene Thal; in francese, la Vallée perdue[1]) ci si riferisce spesso alla leggenda walser che racconta di una valle "dell'oro" a ridosso del Monte Rosa[2], patria di origine delle popolazioni walser (con verdi pascoli, strade fatte di formaggio, fiumi di vino, ecc.).

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Le popolazioni vallesi migrarono oltre il Massiccio del Monte Rosa nel XIII secolo, durante il periodo di optimum climatico.

Durante la piccola glaciazione i passi si ghiacciarono, e i contatti con le terre originarie si interruppero. Si creò così la leggenda di una valle perduta, incantata e ricca, e di una città famosa, ormai sommersa dal ghiacciaio per colpa dell'Ebreo Errante: la città di Felik[3], ancora ricordata nei toponimi del ghiacciaio di Felik e della punta Felik.

Nel luglio 1778, sette giovani gressonari, Valentino e Joseph Beck, Joseph Zumstein, Nicolas Vincent, Sebastian Linty, Étienne Lisco e François Castel, tentarono l'impresa di valicare il Monte Rosa per scoprire la valle perduta, ma per il brutto tempo dovettero tirarsi indietro. Il 15 agosto si riprovarono, e raggiunsero la sommità del ghiacciaio del Lys, oltre i 4.000 m (otto anni prima della conquista del Monte Bianco: era iniziata la storia della conquista alpinistica della montagna[3]).

Il luogo raggiunto fu da allora chiamato Roccia della Scoperta (Entdeckungsfelsen, quota 4178 m)[4]. La notizia fu riportata anche dal Journal de Paris[5]. Diede un chiarimento al riguardo Horace Bénédict de Saussure undici anni dopo, durante il suo voyage: "grande fu il mio stupore quando tutti i paesani mi risposero trattarsi di una favola". Solo uno dei sette, Joseph Beck, affermava ancora la veridicità della scoperta.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]