Dialetto sabino
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Sabino | |
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Parlato in | ![]() |
Regioni | ![]() ![]() |
Locutori | |
Totale | n.d. |
Classifica | non nei primi 100 |
Altre informazioni | |
Scrittura | alfabeto latino |
Tipo | regionale |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue romanze Lingue italoromanze Dialetti italiani mediani Sabino |
Codici di classificazione | |
Glottolog | cico1238 (EN)
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Linguasphere | 51-AAA-rbb
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Il dialetto sabino è una varietà linguistica romanza dell'Italia centrale, appartenente al raggruppamento dei dialetti italiani mediani.
Suddivisione[modifica | modifica wikitesto]
Esso può essere diviso in cinque gruppi dialettali fondamentali:
- Aquilano cicolano-reatino a nord e ad ovest della città dell'Aquila (antico contado amiternino), che però linguisticamente parte da Accumoli, nel reatino, comprende la Valle del Velino, con i centri di Amatrice, Antrodoco, Cittaducale, la Valle del Salto (Cicolano), il reatino la parte interna della provincia di Rieti ed inoltrandosi in piccole zone al confine di quella di Terni;
- Carseolano (o sublacense), attorno a Carsoli fra la Marsica e la Valle dell'Aniene, Roviano, Vicovaro, Castel Madama (Lazio);
- Tagliacozzano, limitato a Tagliacozzo e alle località del suo circondario (Castellafiume, Scurcola Marsicana, Massa d’Albe, Magliano de’ Marsi) ed esteso fino alle frazioni periferiche di Avezzano ovvero San Pelino, Antrosano e Cese;
- Reatino: riguarda i comuni del montepiano reatino e la zona del Turano;
- Sabinese: parlato nella Bassa Sabina, nei comuni romani di Nazzano, Torrita Tiberina, Civitella San Paolo, Ponzano Romano e Filacciano, nella valle dell'olio (Osteria Nuova) e nei comuni della Sabina Romana (anche se ormai è in disuso nei centri più grandi) ma con varianti particolari come ad esempio a Montelibretti, Moricone e Palombara Sabina.
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone. In particolare nel dominio aquilano-cicolano-reatino, area tradizionalmente conservativa, viene tuttora mantenuta la distinzione fra -o ed -u finali, a seconda dell'originaria matrice latina: ad esempio all'Aquila si ha cavaju per "cavallo" (latino caballus), ma scrio per "io scrivo" (latino scribo). Ad occidente del suddetto dominio si estendono le parlate dei Piani Palentini, con centri di irradiazione quali Carsoli e Tagliacozzo, la cui punta più a sud, a contatto con l'area abruzzese della Marsica, è San Pelino, frazione di Avezzano: a ridosso dell'area laziale, queste parlate sono caratterizzate dalla confluenza delle vocali originali latine -u ed -o nell'unico esito -o (cavajo, fijo), ma come il sabino possiedono il medesimo sistema vocalico, fonetico e morfologico.
Metafonia (metafonesi sabina)[modifica | modifica wikitesto]
Nel dominio reatino-aquilano-carseolano-tagliacozzano, attestatosi su un vocalismo a quattro gradi, in cui -u finale si continua o si è conguagliata in -o, la metafonesi è determinata dalle vocali finali -u ed -i: ad esempio all'Aquila si ha paése, ma al plurale paìsi, mòrta ma al maschile mórtu, apèrta ma apértu, róscia ma rúsciu, éssa ma issu e così via.