Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1986 o Coppa del Mondo FIFA 1986 (in spagnolo: Copa Mundial de la FIFA 1986, in inglese: 1986 FIFA World Cup), noto anche come Messico 1986, è stato la tredicesima edizione della massima competizione per le rappresentative di calcio (squadre comunemente chiamate "nazionali") maschili maggiori delle federazioni sportive affiliate alla FIFA.[1]
Si svolse in Messico dal 31 maggio al 29 giugno 1986. Il torneo fu vinto dall'Argentina, che si laureò campione del mondo per la seconda volta.
Il Messico divenne il primo Paese a ospitare due edizioni della manifestazione quando nel 1983 prese il posto della Colombia, nazione che aveva acquisito il diritto di ospitare il torneo, ma che dovette rinunciare quell'anno a causa di problemi interni al governo.[2]
Furono 24 le nazionali partecipanti come nel torneo del 1982, mentre il pallone ufficiale fu l'Adidas Azteca Mexico, il primo fatto con materiali in parte sintetici. Fu inoltre il Mondiale che rese celebre il fenomeno della ola, il movimento sugli spalti causato dal pubblico.[2]
La sede della fase finale venne in principio assegnata alla Colombia[2] in base ad una votazione tenutasi a Francoforte il 9 giugno 1974,[3] tuttavia il Paese non poté adempiere ai requisiti della FIFA:
12 stadi con una capacità minima di 40.000 persone per la prima fase.
4 stadi con una capacità minima di 60.000 persone per la seconda fase.
2 stadi con una capacità minima di 80.000 persone per la partita inaugurale e per la finale.
L'installazione di una torre di telecomunicazioni a Bogotà.
Il congelamento delle tariffe alberghiere per i membri della FIFA a partire dal 1º gennaio 1986, tra le altre cose.
Il cambio di Paese organizzatore divenne ufficiale nel novembre 1982,[3] mentre l'assegnazione al Messico, già sede del torneo sedici anni prima, venne decisa a Stoccolma il 20 maggio 1983.[3]
Lo svolgimento del torneo si trovò a rischio, causa il terremoto che colpì il Paese nel settembre 1985 provocando più di 10 000 morti e causando investimenti per 2 miliardi di dollari per la ricostruzione.[4]
Rispetto all'ultima edizione rimase invariato solo il numero delle squadre, 24, per il resto il formato venne modificato: la seconda fase a gironi, ritenuta poco competitiva, venne sostituita con gli ottavi di finale. In pratica le nazionali vennero divise negli abituali sei gironi da quattro squadre, ma solo otto sarebbero state eliminate, le ultime e le due peggiori terze, mentre le altre sedici avrebbero proseguito il cammino con la fase ad eliminazione diretta.
Nota bene:nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quell'edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.
Le qualificazioni al campionato mondiale di calcio di Messico 1986 videro l'iscrizione di centoventuno squadre nazionali, mentre il torneo finale ne prevedeva la partecipazione di sole ventiquattro. Essendo già qualificate di diritto il Messico, paese organizzatore, e l'Italia, campione del mondo in carica, erano disponibili altri ventidue posti. Questi sarebbero stati come al solito occupati dalle selezioni nazionali vincitrici dei vari raggruppamenti di qualificazione su base continentale.
La FIFA, per stabilire le teste di serie, sceglie le squadre meglio classificate al mondiale di Spagna del 1982. Le rimanenti squadre vengono suddivise seguendo un criterio geografico.
La modalità di estrazione era controversa; sarebbe stato possibile per il Canada essere sorteggiato nello stesso gruppo del Messico, in questo modo le uniche due rappresentative della CONCACAF avrebbero giocato nello stesso gruppo. Sarebbe stato anche possibile avere un gruppo con quattro squadre europee.
Le sei teste di serie sono state attribuite d'ufficio ai gruppi.
In primo luogo è stato estratto l'ordine di sorteggio dalle urne. Il sorteggio è stato effettuato prima dall'urna 3, poi dall'urna 2 e infine dall'urna 1. La prima squadra europea sorteggiata dall'urna 1 è stata assegnata al gruppo D, al quale era già stato assegnato il Brasile. Le altre squadre sono state sorteggiate liberamente.
Ecco la composizione delle fasce destinate al sorteggio:[6]
Il primo risultato inatteso si verificò proprio nella partita inaugurale, giocata il 31 maggio nello Stadio Azteca; qui i campioni in carica dell'Italia, passati in vantaggio poco prima della fine del primo tempo grazie al gol di Alessandro Altobelli, vennero raggiunti dalla Bulgaria a tempo quasi scaduto.[7] L'altro incontro terminò invece con la vittoria per 3-1 dell'Argentina, mentre nella seconda giornata i sudamericani pareggiarono 1-1 con gli Azzurri: Altobelli realizzò un calcio di rigore dopo soli sei minuti di gioco, ma poco dopo la mezz'ora fu Diego Armando Maradona a ristabilire la parità. Con identico risultato terminò anche l'altra gara, e si arrivò quindi all'ultimo turno con tutte le squadre ancora formalmente in gioco: il raggruppamento fu però vinto dall'Argentina, che sconfisse la Bulgaria per 2-0, e l'Italia vinse per 3-2, a fatica,[8] sulla Corea del Sud grazie alla doppietta di Altobelli (alla fine unico marcatore azzurro) e ad un autogol,[9] e passò come seconda. Proseguì anche la nazionale balcanica, tramite il ripescaggio tra le terze migliori.
Nella prima giornata si verificarono le vittorie dei padroni di casa (2-1 sul Belgio) e dei sudamericani (1-0 sull'Iraq); queste due squadre pareggiarono poi lo scontro diretto, mentre i Diavoli rossi riuscirono a battere per 2-1 gli asiatici. Nell'ultimo turno, infine, i messicani sconfissero l'Iraq, e l'altro incontro terminò in pareggio. In base a questi risultati, Messico primo con cinque punti e Paraguay secondo con quattro; avanzò anche Belgio terzo a tre, la migliore tra le ripescate.
Il gruppo venne dominato dall'URSS e dalla Francia, che vinsero le rispettive gare (i sovietici con un notevole[2] 6-0 sull'Ungheria, nella loro miglior prestazione sul piano del gioco e su quello atletico,[2] poi non più ripetuta nel corso della rassegna);[2] pareggiarono poi lo scontro diretto, mentre i canadesi persero 2-0 anche contro i magiari. Il girone si concluse come era iniziato, con le due nazionali dominanti nuovamente vincenti; a primeggiare fu però l'Unione Sovietica, grazie alla miglior differenza reti rispetto ai transalpini. I due punti conquistati, uniti però ad una differenza reti pesantemente negativa, non furono sufficienti all'Ungheria per proseguire il cammino, e probabilmente il Canada fu la peggiore delle partecipanti: oltre a non aver fatto punti non riuscì a segnare neanche un gol.
Anche questo raggruppamento vide due protagoniste assolute: il Brasile e la Spagna. Nella prima giornata i Verde-oro vinsero 1-0 lo scontro diretto con un gol di Sócrates, mentre le altre due nazionali pareggiarono 1-1; questo fu però l'unico punto conquistato da Irlanda del Nord e Algeria, che persero infatti le altre due partite. I sudamericani chiusero quindi il turno a punteggio pieno e senza aver subito gol, e gli iberici furono secondi a quattro punti; nessuna speranza ovviamente per i nordirlandesi, terzi grazie alla differenza reti ma con un solo punto conquistato.
In questo gruppo la sorpresa fu l'esordiente Danimarca: vinse per 1-0 la prima partita contro la Scozia grazie ad un gol di Preben Elkjær Larsen, che segnò poi una tripletta nel roboante 6-1 sull'Uruguay. I sudamericani avevano pareggiato 1-1 l'incontro iniziale contro i tedeschi vice-campioni in carica, nazionale che condannò gli scozzesi ad una nuova sconfitta (2-1). Nell'ultima giornata si verificò il terzo successo dei danesi, un 2-0 sui tedeschi, e un pareggio nell'altra gara. Quindi Danimarca prima a punteggio pieno e Germania Ovest seconda a tre, mentre l'Uruguay, terzo a due punti, avanzò nonostante i soli due gol fatti e i sette subiti.
A differenza di molti altri gruppi, questo rimase incerto fino all'ultimo, e non mancarono le sorprese. Nel primo giro di partite il Portogallo vinse 1-0 sull'Inghilterra, mentre l'altro incontro terminò 0-0. Nuovo pareggio a reti bianche per gli africani, stavolta contro la nazionale britannica, intanto la Polonia sconfisse 1-0 i lusitani. Tutto si risolse nell'ultimo turno: Gary Lineker realizzò la tripletta con la quale gli inglesi sconfissero i polacchi, e il Portogallo perse anche contro il Marocco (3-1, con doppietta di Abdelkrim Merry Krimau). Il gruppo fu quindi vinto dai magrebini a quattro punti, che precedettero l'Inghilterra, giunta seconda grazie alla miglior differenza reti sulla Polonia. Degno di nota fu il cammino del Marocco, prima formazione del continente nero ad accedere alla fase successiva, mentre ben diversa fu la situazione dei biancorossi che, giunti terzi nel 1982, si qualificarono agli ottavi solamente tramite il ripescaggio.
Protagonisti assoluti dei quarti furono i calci di rigore, che furono decisivi in ben tre sfide su quattro. Si cominciò il 21 giugno a Guadalajara con l'incontro tra Brasile e Francia: i Verde-oro si portarono presto in vantaggio con Careca, ma poco prima dell'intervallo subirono il pareggio di Michel Platini. Dopo questa rete, la prima subita dai sudamericani in tutto il torneo, i brasiliani ebbero l'opportunità di passare in vantaggio: Joël Bats atterrò un avversario in area, ma riuscì poi a neutralizzare il tiro dal dischetto di Zico. Non si segnò più fino ai rigori, e qui, tra le polemiche, furono i transalpini a vincere: l'arbitro Ioan Igna convalidò infatti il gol di Bruno Bellone nonostante la palla fosse finita in rete dopo aver colpito il palo ed aver rimbalzato sul portiere avversario.[18] Le conseguenze dell'episodio furono rilevanti, al punto che l'anno successivo la FIFA decise di rivedere la regola 14 per evitare in futuro il verificarsi di casi simili.[19][20] Nello stesso giorno, a San Nicolás de los Garza, il Messico riuscì a resistere sullo 0-0 alla Germania Ovest per due ore prima di arrendersi dal dischetto: decisivi furono le parate di Harald Schumacher che neutralizzò due tiri, e la gara terminò sul 4-1 per i tedeschi occidentali. Il giorno dopo si disputò nella capitale uno degli incontri più celebri della manifestazione,[2] quello tra Argentina e Inghilterra. Acceso da una rivalità mai sopita, ed anzi rinfocolatasi dopo la vicenda delle Falkland del 1982,[2][21] venne deciso da una doppietta di Diego Armando Maradona: il campione sudamericano, dopo aver subito una gomitata (non vista dall'arbitro) da Terry Fenwick al 40º minuto,[22] realizzò le sue reti più famose nella seconda frazione,[2] la "mano de Dios" (con cui sbloccò il punteggio) e il "gol del secolo" (grazie al quale firmò il raddoppio).[2] L'unica marcatura inglese fu invece messa a segno da Gary Lineker, che alla fine sarà il cannoniere della competizione con sei centri.[23] Infine in serata andò in scena a Puebla il confronto tra Belgio e Spagna: i Diavoli rossi si portarono in vantaggio con Jan Ceulemans verso la mezz'ora, ma pochi minuti prima del novantesimo Juan Antonio Señor riuscì a portare i suoi ai tempi supplementari, e successivamente si arrivò ai rigori. Qui il protagonista fu però il portiere Jean-Marie Pfaff:[24] gli iberici pagarono l'errore di Eloy Olaya, e i belgi vinsero per 5-4.
Le semifinali si disputarono il 25 giugno. Si cominciò a Guadalajara con la riedizione dell'incontro tra Francia e Germania Ovest, che si erano infatti incrociate quattro anni prima in Spagna sempre per un posto in finale.[25] Tuttavia la rivincita dei transalpini non si consumò, poiché i tedeschi occidentali vinsero nuovamente, stavolta per 2-0: segnarono infatti Andreas Brehme in apertura e Rudi Völler a partita ormai finita.[26] Più tardi a Città del Messico andò in scena la gara tra Argentina e Belgio, che fu risolta da un'altra doppietta di Diego Armando Maradona.[27]
La finale per il terzo posto si disputò il 28 giugno a Puebla, dove si affrontarono Francia e Belgio: quest'ultima squadra si portò in vantaggio con Jan Ceulemans all'inizio della gara, ma già prima dell'intervallo gli avversari passarono in vantaggio grazie alle reti di Jean-Marc Ferreri e di Jean-Pierre Papin. Il pareggio venne raggiunto con un gol di Nico Claesen, così si arrivò ai tempi supplementari, dove la Francia segnò con Bernard Genghini e con un rigore trasformato da Manuel Amoros;[28] il terzo posto fu quindi appannaggio dei galletti, mentre la difesa dei diavoli rossi risultò la più battuta del torneo.
Il regolamento cambiò in occasione della finalissima, allorché per la prima volta nella storia dei Mondiali fu previsto l'immediato ricorso ai rigori in caso di parità, in luogo della precedente ripetizione (comunque mai verificatasi).[29] Nella capitale tricolor, l'Albiceleste passò in vantaggio con Brown al 23' per poi raddoppiare con Valdano al 56'.[2] Sotto di due gol, i tedeschi indovinarono l'aggiustamento tattico liberando Matthäus dal compito di marcare Maradona: Rummenigge accorciò le distanze al 74', prima che Völler trovasse il pari. Con il profilarsi dei supplementari, riemerse però l'Argentina: Maradona recuperò una palla persa a centrocampo, servendo quindi Burruchaga che realizzò il definitivo 3-2.[2] La Germania dovette accontentarsi nuovamente del secondo posto, mentre i sudamericani festeggiarono un nuovo titolo dopo quello vinto nel 1978.[30][31]
Gol più veloce:Emilio Butragueño (Irlanda del Nord-Spagna, fase a gironi, 7 giugno, 1º minuto)
Gol più tardivo:Igor Belanov (Unione Sovietica-Belgio, ottavi di finale, 15 giugno) e Manuel Amoros (Belgio-Francia, finale 3º posto, 28 giugno) (111º minuto)
Primo gol:Alessandro Altobelli (Bulgaria-Italia, partita inaugurale, fase a gironi, 31 maggio, 43º minuto)
Partita con il maggior numero di gol:Danimarca-Uruguay 6-1 (fase a gironi, 8 giugno) e Unione Sovietica-Belgio 3-4 (ottavi di finale, 15 giugno) (7 gol)
Partita con il maggior scarto di gol:Unione Sovietica-Ungheria 6-0 (fase a gironi, 2 giugno, 6 gol di scarto)
Il Mondiale 1986 è al centro della trama del film Maradona l'eroe (1986) e del videogioco World Cup Carnival (1986): quest'ultimo titolo è il primo gioco ufficiale di un campionato del mondo.[35]