Schiavi di Abruzzo

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Schiavi di Abruzzo
comune
Schiavi di Abruzzo – Stemma
Schiavi di Abruzzo – Bandiera
Schiavi di Abruzzo – Veduta
Schiavi di Abruzzo – Veduta
Veduta del centro abitato
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoLuciano Piluso (lista civica) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate41°48′57.73″N 14°29′05.22″E / 41.816036°N 14.484783°E41.816036; 14.484783 (Schiavi di Abruzzo)
Altitudine1 172 m s.l.m.
Superficie45,58 km²
Abitanti640[2] (31-12-2022)
Densità14,04 ab./km²
FrazioniBadia, Cannavina, Casali, Cupello, Salce, San Martino, Taverna, Valli, Valloni
Comuni confinantiAgnone (IS), Belmonte del Sannio (IS), Civitanova del Sannio (IS), Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Poggio Sannita (IS), Salcito (CB), Trivento (CB)
Altre informazioni
Cod. postale66045
Prefisso0873
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069088
Cod. catastaleI526
TargaCH
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona E, 2 954 GG[4]
Nome abitantischiavesi
Patronosan Maurizio
Giorno festivo22 settembre
PIL(nominale) 12 mln [1]
PIL procapite(nominale) 14 098 [1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Schiavi di Abruzzo
Schiavi di Abruzzo
Schiavi di Abruzzo – Mappa
Schiavi di Abruzzo – Mappa
Posizione del comune di Schiavi di Abruzzo all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Schiavi di Abruzzo è un comune italiano di 640 abitanti[2] della provincia di Chieti, in Abruzzo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il paese sorge nella propaggine meridionale della regione, al confine con il Molise, dal quale è separata dal fiume Sente, ed è tradizionalmente considerato parte del Sannio. Il centro comunale è posto a 1172 m s.l.m., su uno sprone nel versante meridionale del monte Pizzuto, non lontano dal fiume Trigno; il territorio è suddiviso in nove contrade (Taverna, Cannavina, Salce, Casali, Valli, Valloni, San Martino, Badia, Cupello). Numerosi terremoti hanno colpito, nei secoli, il territorio comunale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Diversi insediamenti protostorici sono stati rinvenuti nei territori corrispondenti all'attuale Schiavi d'Abruzzo e nelle sue frazioni[5]. Si suppone che la località, situata a poca distanza dall'antica Terventum e da Pietrabbondante, nel VI secolo a.C. si trovasse nel territorio dei Pentri, una delle quattro popolazioni sannitiche di origine Sabella (oltre a Carricini, Caudini e Irpini)[6]. La loro presenza è testimoniata dal ritrovamento di alcuni edifici sacri (i cosiddetti "Templi Italici") nella frazione Taverna, in località Torre. In epoca romana, alcune iscrizioni lasciano intendere che sia stato sede di municipio, ascritto alla tribù Voltrina[7].

Il toponimo Sclavi, che per la prima volta è citato in un documento dell'anno 922[8], è stato associato alla presunta fondazione del borgo da parte di abitanti di origine slava[7].

Ai tempi dei Normanni esso divenne feudo di Roberto da Sclavo. Si ritiene che dal XVIII secolo sino all'eversione della feudalità nel Regno di Napoli il paese sia stato possedimento della famiglia Caracciolo, ramo di Santobuono[9]. Primo conte di Schiavi fu infatti don Alfonso Caracciolo (1603-1660), terzo principe di Santobuono[10].

Nel corso della seconda guerra mondiale, il territorio schiavese si trovò non lontano dalla linea Barbara e divenne presto una trincea-osservatorio per le truppe tedesche[11], che si resero protagonisti di uno scontro a fuoco con la popolazione locale, durante la quale si contarono alcune vittime e danni materiali[12]. Nel 1943 alcuni anarchici nei territori di Schiavi d'Abruzzo, Salcito e Trivento diedero vita ad una formazione partigiana denominata Banda Porfirio.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Schiavi di Abruzzo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 luglio 1991.[13]

«Stemma di azzurro, alle tre torri di rosso, merlate alle guelfa di tre, mattonate di nero, chiuse d'azzurro, ordinate in fascia, la torre centrale più alta e più larga, sostenute ognuna da due mezzelune rovesciate, unite centralmente con le punte, d'argento, le mezzelune sostenenti la torre centrale più grandi, esse torri accompagnate in punta dalla cometa d'oro, posta in banda abbassata, formata dalla stella di sei raggi e da quattro code, la stella posta sotto lo spazio che divide la torre centrale e la torre di sinistra, le code unite con la parte terminale, due alla mezzaluna di destra sostenente la torre centrale, le altre due alla mezzaluna di sinistra sostenente la torre di destra, il tutto accompagnato in capo da quattro mezzelune, rovesciate, d'argento, due centrali e unite con le punte, due laterali poste una a destra in sbarra, l'altra a sinistra in banda. Ornamenti esteriori da Comune.[14]»

Nello stemma sono raffigurate le tre antiche torri di ingresso al paese.[7] Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.

Vista dalla passeggiata panoramica "La Rotonda"
Municipio
Via Umberto I, una delle vie principali del paese
Tempio italico di Schiavi

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Maurizio

La chiesa di San Maurizio si trova nel borgo antico; di origini medievali è stata ristrutturata nel XIX secolo. Si conserva la cantoria lignea di Francesco d'Onofrio.

Altre chiese[modifica | modifica wikitesto]

  • Monastero di Santa Maria in Valle Rotana: dell'XI secolo, era in località Badia. Già nel XVIII secolo era in rovina e alcune lapidi sono state rimontate presso la nuova chiesa di Santa Maria in Badia;
  • Ex chiesa di Sant'Antonio: risale al XVIII secolo. Avente impianto semplice a capanna, in blocchi squadrati, è usata come centro convegni;
  • Ex chiesa Evangelica Valdese: attiva fino alla seconda guerra mondiale, dal 2008 è utilizzata come biblioteca e archivio dell'Archeo Club;
  • Chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù (Valloni);
  • Chiesa di Santa Rita da Cascia (San Martino);
  • Chiesa di San Rocco (Casali);
  • Chiesa di San Pietro (Valli);
  • Chiesa di Madonna delle Grazie (Badia);
  • Chiesa di Sant'Antonio di Padova (Cannavina);
  • Chiesa di Santa Maria del Carmine (Taverna);
  • Chiesa di San Silvestro Papa (Taverna);
  • Chiesa di Madonna del Divino Amore (Cupello);
  • Chiesa di San Giovanni Battista (Salce).

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Case-mura. Nel centro storico, vi sono delle case con muri a scarpa con archi e sottoportici; molte sono realizzate in pietra calcarea. Non vi è una prova certa dell'esistenza di un castello, ma tuttavia ne rimane una traccia toponomastica in largo Castello. Il centro storico risale circa al XV secolo.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Monumento ai caduti: fu realizzato nel 1920 circa in onore dei 77 caduti e dispersi della prima guerra mondiale, e in seguito venne aggiunta la lapide a memoria dei 44 caduti e dispersi della seconda guerra mondiale.
  • Croce agli Eroi caduti delle Forze dell'Ordine, si trova sulle pendici del monte Pizzuto a 1402 m s.l.m.
  • Anfiteatro Caduti di Nassiriya, si trova in frazione Taverna, adiacente gli scavi dei Templi Italici, ed è stato costruito nel 1990 circa.
  • Fontana di San Rocco, situata dal 1886 nel centro storico.
  • Fonte Lattiera, antica fonte situata nella frazione San Martino, dedicata a San Felice[15][16][17].
  • Fontana dell'Abbeveratoio

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Templi italici
Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario italico di Schiavi d'Abruzzo.

Nella valle si trovano i resti di due templi che risalgono al periodo dell'antichità classica, dal III secolo a.C. circa fino al massimo sviluppo dell'Impero romano. Sono conosciuti come "i templi italici", con riferimento alle popolazioni italiche di cui facevano parte anche i Sanniti. Scavi archeologici dei templi sono stati condotti dal dipartimento dei beni archeologici della regione Abruzzo[18].

  • Scavi Archeologici Badia-Taverna-Monte Pizzuto, siti Protostorici, Neolitici ed Enolitici, della prima età del ferro;
  • Acquedotto Romano e Villa Romana, nelle adiacenze del monte Pizzuto.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

La popolazione nel 1861 raggiungeva i 3 657 abitanti. Come le altre regioni rurali dell'Italia meridionale, il paese fu coinvolto dall'emigrazione di massa tra il 1861 e il 1914, che portò a un declino dell'economia agricola. La popolazione arrivò a un picco di 4 526 abitanti nel 1961; è poi vistosamente scesa a causa della forte emigrazione dal paese verso altre aree del Paese e l'estero durante gli anni del cosiddetto boom economico.[19]

Abitanti censiti[20]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Il dialetto del paese è conosciuto come "schiavese" e fa parte del sistema dei dialetti meridionali intermedi.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Tra le tradizioni del paese vi sono i "Mazzoroni", tipiche maschere di carnevale[21] e il ballo tradizionale tipico dell'Alto vastese e del Molise detto "Spallata"[22]. In estate vi si svolge la rassegna musicale e culturale Schiavi della Musica[23].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo archeologico, vi sono custoditi i ritrovamenti di oggetti di epoca sannita e il teschio di una giovane donna sannita;
  • Museo delle tradizioni contadine, vi sono custoditi attrezzi e foto d'epoca.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei piatti tipici sono le sagne appezzate, un tipo di pasta dalla forma romboidale.[24]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è interessato dalla strada statale 650 di Fondo Valle Trigno, tramite lo svincolo denominato Schiavi di Abruzzo.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

I trasporti interurbani di Schiavi di Abruzzo vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da Dicarlobus[25].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il comune faceva parte della comunità montana Alto Vastese, soppressa nel 2013, e dell'associazione dei comuni del Trigno-Sinello[26]; aderisce inoltre al patto territoriale Basso Sangro-Trigno[27].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b I redditi abruzzesi: prima Pescara, L'Aquila seconda e sempre più ricca, in Abruzzo Independent, 5 maggio 2016. URL consultato il 27 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2019).
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Preistoria e storia, su safinim-aps.it.
  6. ^ Davide Monaco, Archaeology of Ancient Samnium, su xoomer.virgilio.it.
  7. ^ a b c Cenni storici, su Comune di Schiavi di Abruzzo.
  8. ^ Genealogia dei Lo Schiavo di Monteleone di Calabria, su loschiavo.it.
  9. ^ Genealogia dei Caracciolo di Santo Buono (PDF).
  10. ^ In questo periodo era comune nell'Italia meridionale e in tutta Europa la vendita e l'acquisto di paesi, che spesso rimanevano all'aristocrazia, per molte generazioni, che aveva il potere di imporre tasse e amministrare la giustizia locale, restando sottomessa alla monarchia. Uno studio comprensivo su questo tema è Tommaso Astarita, The Continuity of Feudal Power: The Caracciolo di Brienza in Spanish Naples, Cambridge, Cambridge University Press, 1991. Questo libro è incentrato su un ramo differente della famiglia Caracciolo, includendo un complesso di tre piccoli paesi, simili a Schiavi di Abruzzo, localizzati in Basilicata. I marchesi Caracciolo di Brienza, erano un ramo di uno dei clan più antichi e potenti nel regno di Napoli, ed erano tra le cento più ricche famiglie feudali in quel periodo.
  11. ^ Schiavi d'Abruzzo. Passeggiate nella storia, su blogcamminarenellastoria.wordpress.com.
  12. ^ Episodio di Schiavi d'Abruzzo 02/10/1943 (PDF), su straginazifasciste.it.
  13. ^ Schiavi di Abruzzo, decreto 1991-07-22 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 9 gennaio 2022.
  14. ^ Schiavi di Abruzzo, su araldicacivica.it. URL consultato il 9 gennaio 2022.
  15. ^ Il culto delle acque sacre: la fonte di San Felice o fonte Lattiera a Schiavi d'Abruzzo, su acquesacre.it.
  16. ^ Fonte Lattiera di Schiavi di Abruzzo e "lu pasturavacche", su altovastese.it.
  17. ^ La Fonte Lattiera, situata nella Frazione San Martino di Schiavi di Abruzzo (CH), su altomolise.net.
  18. ^ Schiavi, su Beni Archeologici dell'Abruzzo (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2013).
  19. ^ Dati sull'emigrazione, su schiavidiabruzzo.com (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2009).
  20. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  21. ^ I Mazzaroni, l’antica tradizione in scena a Schiavi d’Abruzzo, su stradadeiparchi.it.
  22. ^ Tradizioni: La Spallata di Schiavi D'Abruzzo, su altomolise.net.
  23. ^ “Schiavi della Musica” a Schiavi di Abruzzo dal 26 al 28 giugno, su chietitoday.it.
  24. ^ Curiosità, su Comune di Schiavi di Abruzzo.
  25. ^ Dicarlobus, su dicarlobus.com.
  26. ^ Trigno-Sinello, su trignosinello.it.
  27. ^ Basso Sangro-Trigno, su bassosangrotrigno.it.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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