Lentella

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Lentella
comune
Lentella – Stemma
Lentella – Veduta
Lentella – Veduta
Panorama da Monte Calvario
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoMarco Mancini (Lista civica "Lentella democratica") dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate42°00′N 14°41′E / 42°N 14.683333°E42; 14.683333 (Lentella)
Altitudine398 m s.l.m.
Superficie12,62 km²
Abitanti649[1] (31-12-2022)
Densità51,43 ab./km²
Comuni confinantiCupello, Fresagrandinaria, Mafalda (CB), Montenero di Bisaccia (CB)
Altre informazioni
Cod. postale66050
Prefisso0873
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069047
Cod. catastaleE531
TargaCH
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 793 GG[3]
Nome abitantilentellesi
PatronoSanti Cosma e Damiano
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lentella
Lentella
Lentella – Mappa
Lentella – Mappa
Posizione del comune di Lentella all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Lentella (Lendèllë in abruzzese[4]) è un comune italiano di 649 abitanti[1] della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana Medio Vastese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dalla nascita al risorgimento

Le uniche testimonianze archeologiche casuali, i cui siti non sono mai stati oggetto di studio, ci portano sulle tracce di una villa romana molto vicina al sito odierno del centro abitato. La posizione della villa romana fu abitata fino al periodo alto medievale. Nella parte più alta del paese, sicuramente già abitata dai Frentani e situata in posizione collinare strategica, i longobardi eressero probabilmente una torre di avvistamento e difesa, successivamente ampliata e adibita a borgo nel periodo normanno. In questo periodo, intorno al X secolo, per far fronte alle numerosi invasioni di popoli venuti da ogni dove, gli abitanti delle masserie circostanti si arroccarono nell'attuale posizione del borgo, inaccessibile da tre lati e meglio difendibile. Fu edificato così Castel di Lentella.

Sull'etimologia del nome Lentella alcuni studiosi hanno ipotizzato sia un idronimo, per altri è un nome riconducibile alla gens romana, mentre per altri è un nome accostato alla radice indoeuropea *inter “tra”, quasi *inter-(u)la, nel senso di località posta in posizione intermedia rispetto a coordinate che oggi purtroppo non abbiamo. Le vicende che videro la nascita del paese sono tuttora vive tra la popolazione: è ampiamente diffusa, infatti, la leggenda secondo cui l'antico abitato di Lentella sorgeva in basso (secondo la credenza popolare sorgeva alla confluenza del Trigno/Treste) e, in seguito a un'invasione di formiche, gli abitanti si spostarono in alto. Probabilmente le formiche fanno riferimento alle invasioni straniere dell'epoca, che portarono morte e rovine, e la leggenda si intreccia con le vicende di Castello Manno.

Sul territorio sopravvivono ancora numerosi siti archeologici, come ad esempio il sito in cui sorgeva la chiesa medievale di San Giovanni, dove sono ancora visibili i resti costruiti sulla villa romana. Nei terreni vicino al centro abitato sono state rinvenute alcune monete di epoca romana (asse di Giano e altre monete di Gordiano III), conchiglie in piombo, numerosi frammenti di anfore, un'olletta monoansata, armi, cocci, tombe a tegoloni, fosse comuni, pezzi di opus, tasselli di mosaico, ecc. In via Mattia e Mangiocco, durante la realizzazione di un muro perimetrale dell'ex asilo, sono state rinvenute alcune tombe romane con corredi. Sulla riva del fiume Trigno fu trovato un lume in pietra, mentre in contrada Fonte Puteo fu trovato un frammento di lapide con iscrizione in latino. In contrada Casale Monaci sono stati rinvenuti bronzetti di divinità pagane e, ancora oggi, sono visibili le tracce di un insediamento medievale benedettino (probabilmente edificato su di un tempio pagano) e di un acquedotto romano di terracotta.

In località Coccetta o Faretta sono presenti testimonianze di insediamenti che vanno dall'età del bronzo medio al Medioevo e sono tuttora visibili i resti di una torre a pianta quadrangolare di circa 20x19 metri e altri pezzi di edifici appartenenti all'antico borgo di Castello Manno, centro scomparso nel XIV secolo. Secondo lo storico di Montenero di Bisaccia, Emilio Ambrogio Paterno, nel 217 a.C. sulla direttrice Coccetta-Montenero ci fu il passaggio di Annibale: a conferma di questa tesi pare siano state ritrovate a Pietrafracida delle tombe di romani e cartaginesi con armi e monete. Nel 1568, durante le visite pastorali, vengono menzionate 6 chiese: San Cosma e Damiano, Santa Liberata, S. Rocco, S. Antonio, S. Giovanni e S. Maria. Altre importanti informazioni sono riportate nelle descrizioni del 1576 e del 1742. A Lentella si successero varie famiglie feudali tra cui i Grandinato, Raynaldo di Monte Vitulo, i di Capua, i Caldora, i Di Sangro e i D'Avalos.[5]

  • Dal Risorgimento ai nostri giorni.

Nel vastese, come nel resto del sud, il Risorgimento fu un periodo molto tumultuoso per il paese, già dai primi decenni dell'800 e durante l'unità d'Italia si crearono movimenti sovversivi filo anarchici e filo Borbonici e ci furono diversi episodi che sfociarono nella violenza. Risale a questi anni l’arrivo di alcune famiglie migrate dall’isola di Tino (Grecia), per sfuggire alle continue persecuzioni dei turchi guidati dal sultano Selim III. Di questo retaggio oggi rimangono solo 4 cognomi di chiara origine greca (Argiró, Fragalà, Greco, Macrí) diffusi tra gli abitanti e anche una piccola statuetta intagliata in legno di olivo, raffigurante Demetra. Divinità greca che presiedeva la natura, i raccolti e le messi probabile regalo di una moglie al marito contadino. Oggi conservata all'interno della casa comunale e visitabile.

Nel dopo unità d'Italia ci fu il caso più eclatante, in quanto alcuni lentellesi, assassinarono a colpi d'accetta l'ex capo urbano Lalli mentre alcune guardie nazionali si ammutinavano e malmenavano il sindaco. Per capire il clima di tensione che si era creato, basti pensare al caso di un certo Achille Roberti, arrestato in piazza dopo esser stato accusato di aver tenuto discorsi tra la popolazione atti a seminare il malcontento. Oppure nell'ottobre del 1860, il contadino Carmine Martino Esposito con altri sedici reazionari, provocò la solita sommossa tendente a distruggere i simboli dell'odiato governo sabaudo. Oltre all'insoddisfazione del popolo che creó problemi di ordine pubblico, in quel periodo in tutta la zona si crearono bande di malviventi chiamati briganti che attaccarono con le armi diverse volte il paese, portando devastazione e compiendo razzie soprattutto tra le famiglie più agiate. Da alcuni documenti nel 1808 Lentella e Fresagrandinaria vennero devastate da un centinaio di briganti a cavallo. Nel 1851 risulta operante in territorio di San Buono e Lentella, un certo Chiacchia, uno dei più feroci e sanguinari della banda dei sanbuonesi. Nel 1866, sette briganti evasi dal carcere di Pescara con la complicità di alcune guardie, si rifugiarono nel territorio di Lentella, compiendo estorsioni ai danni di tale Camillo e Antonio Zaccardi. Ma dei numerosi malviventi operanti nel vastese, la banda più temuta era quella dei fratelli Giuseppe e Michelangelo Pomponio, che usarono le numerose grotte del territorio di Lentella come nascondiglio. A testimoniare l'importanza strategica delle grotte di Lentella, viene ricordato in una delibera comunale del comune di San Salvo, l'arresto di un tale Giuseppe Delle Donne che venne catturato dai carabinieri in una grotta in località Bocca di cane. Un altro episodio degno di essere ricordato è il ferimento di Giuseppe Pomponio da parte di Francischelli dopo che quest'ultimo venne sequestrato dalla banda e condotto in una grotta probabilmente a Lentella o Fresagrandinaria. Per comprendere meglio quanto fosse sentito e degenerato il fenomeno del brigantaggio, basti pensare che alla cattura della banda Pomponio, i comuni di Lentella e Dogliola donarono al brigadiere Chiaffredo Bergia (massimo esponente della repressione del brigantaggio nel Chietino) ingenti somme di denaro. Oltre ai fatti di cronaca documentati, ci sono leggende su Pomponio che si perdono nella notte dei tempi. Secondo il racconto degli anziani, i tesori rapinati dalla banda sono nascosti in una grotta sotto la ripa. Anche nei paesi limitrofi i racconti parlano di una grotta sotto Lentella. In una canzone di un tale Borzacchini di San Salvo la grotta viene citata in alcune strofe: "sotto Lentella aveva la sua grotta ricolma di tesori rapinati". Oltre alle vicende di omicidi e tesori nascosti, il paese ricorda con una festa il finire di quei giorni di paura e preoccupazione, infatti ogni anno il 25 febbraio il paese festeggia per ricordare la messa in fuga dei briganti da parte dei Santi Cosma e Damiano. Lentella fu teatro, nel marzo del 1950, di uno degli episodi più drammatici delle lotte contadine per la terra e il lavoro, che interessarono il comprensorio del Vastese. I contadini scelsero la nuova forma di lotta, lo sciopero a rovescio. Il 12 marzo gli scioperi iniziarono a Vasto, Casalbordino, San Salvo e Torino di Sangro; il 13 a Cupello; il 15 a Lentella. Qui i contadini chiedevano ai grandi proprietari l’applicazione del Lodo De Gasperi per una diversa ripartizione delle olive (il 53% del prodotto ai coloni, a fronte della precedente quota di un quinto) e al sindaco il disbrigo delle pratiche per i lavori al cimitero, in una strada campestre e per la costruzione dell’acquedotto Lentella – Fresagrandinaria. Il 15 marzo 1950 una squadra andò a lavorare nella strada campestre e ripeterono lo sciopero fino al 20 marzo. Lo sciopero del 21 marzo si concluse tragicamente. I contadini tornarono a manifestare davanti al municipio, il cui ingresso era presidiato dal vicebrigadiere Michele Moscariello e da cinque carabinieri, armati di moschetto. Questi aprirono il fuoco uccidendo Nicola Mattia, di anni 41, e Cosmo Mangiocco, di anni 26, e ferendo dieci persone.[6][7]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 3 febbraio 1981. Nello stemma è raffigurato un baccello di lenticchie su fondo azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello Manno. È sito in località La Coccetta. Nel 2011 sono stati scavati alcuni saggi che hanno portato alla luce frammenti dell'età del bronzo, alcune sepolture alto medioevali, due fosse granarie, una brocca databile XI o XII sec. e un fossato riferibile all'insediamento medievale. Castello Manno, anticamente compariva tra le proprietà dell'abbazia di Santa Maria di Casanova. La prima citazione del castello la si ha nel 994 quando una comunità di uomini liberi decise di creare un abitato con relativo territorio di pertinenza. Alla fine del XII secolo Berardo conte di Loreto e Conversano concesse metà del castello ai Casanova, mentre l'altra metà fu donata all'abbazia nel 1217 dalla vedova e dal figlio del summenzionato conte. Nel secolo successivo i monaci vi pianificarono un rifugio per i monaci anziani e malati nonostante le attività principali furono le mansioni di gestione del tratturo Centurelle-Montesecco. Alla fine del secolo ai monaci si affiancarono i Templari ai quali Carlo II d'Angiò donò due boschi siti nel territorio. Attualmente del castello rimangono dei ruderi.[8]
    Piazza Garibaldi, con la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano appena restaurata
  • Chiesa di Santa Maria Assunta. È sita in Largo Assunta nel punto più elevato del borgo. Risale a un periodo antecedente al XIV secolo con trasformazioni durante il XVIII-XIX secolo. Durante le decime del 1324-1325 è soggetta al monastero di Sant'Angelo in Cornacchiano di Fresagrandinaria. Della primitiva fabbrica sono scampati alle intemperie vari manufatti in pietra scolpita in un prospetto laterale della chiesa, tra cui una lapide forse del 1502. Nella metà del XVI secolo la sagrestia era diroccata, anche se la chiesa era rimasta in piedi. Un primo ciclo di ristrutturazioni si avrà dopo il 1728 quando il soffitto era adornato a capriate lignee. La chiesa venne restaurata nel 1851 e nel 1926. L'interno è a navata unica in stile barocco. Nell'interno vengono conservate le statue dei santi patroni del paese e un plastico del paese. Il campanile è a base quadrangolare.[9]
  • Il Borgo fortificato. Oltre la chiesa su citata di Santa Maria Assunta vi sono i Palazzi Catalano e Giovannelli e altre case. Tra i due palazzi su citati vi è il sotto-portico dell'Assunta. La chiesa dei santi Cosma e Damiano era sita in un'area di mercato. Le mura di cinta del centro storico sono a scarpa.[10]
  • Cappella dei Santi Cosma e Damiano. La cappella viene menzionata per la prima volta nel 1576. Ma per avere un'idea del suo aspetto bisogna aspettare il 1742, quando venne descritta nel "Libro Dell'Aprezzo" come una cappella dove si celebrava messa solo il giorno della sua festività e aveva altare con sopra il quadro dei santi e con in ingresso un campanile a vela con una campana. Riedificata in stile neogotico a fine '800 su progetto dell'architetto Ciancaglini, la costruzione vide la partecipazione di tutto il popolo di Lentella. Tra i tanti artigiani del paese che si adoperarono alla costruzione c'erano Beniamino e Angiolino Turilli che realizzarono il soffitto, una vera e propria opera artistica in gesso. Danneggiata dal terremoto del 2002, è rimasta inagibile per molti anni, fino alla riapertura al culto avvenuta nel 2019.
  • Contrada Casale dei Monaci. In contrada Casale Monaci, sono visibili i resti di un antico insediamento benedettino dall'intitolazione sconosciuta, edificato sui resti di un tempio pagano. Qui si trova anche una fonte d'acqua di gesso che grazie alle sue proprietà, viene utilizzata ancora oggi per lavare gli occhi (secondo la tradizione cura alcune malattie). Nei pressi della fonte è ancora visibile un antico acquedotto fatto a embrici del periodo romano o alto medioevale.
  • Rudere della chiesa di San Giovanni. Anche se oggi la vegetazione ricopre completamente il sito, sono ancora visibili i resti della chiesa di San Giovanni che si trovava nei pressi del cimitero antico e che fu costruita sui resti di una villa romana, più a valle è presente un'altra probabile chiesa dall'intitolazione sconosciuta o quantomeno da ricercare tra i nomi delle chiese presenti a Lentella nel Rinascimento.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Pierino Sciascia Partito Democratico della Sinistra Sindaco [12]
28 aprile 1997 28 maggio 2006 Leandro Di Lallo Lista Civica di Centro Sindaco [13][14]
29 maggio 2006 3 Ottobre 2021 Carlo Moro L'Ulivo (2006-2011)
Partito Democratico (dal 2011)
Sindaco [15][16][17]

Eventi e manifestazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 350, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Cenni storici[collegamento interrotto]
  6. ^ Copia archiviata, su cgilchieti.it. URL consultato il 1º febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2020).
  7. ^ https://www.zonalocale.it/2016/03/21/21-marzo-1950-a-lentella-la-primavera-inizio-col-sangue/19870?e=vastese
  8. ^ Info Castello Manno[collegamento interrotto]
  9. ^ Info sulla chiesa di Lentella[collegamento interrotto]
  10. ^ Info sul borgo fortificato di Lentella[collegamento interrotto]
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 6 giugno 1993, su elezionistorico.interno.gov.it.
  13. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 27 aprile 1997, su elezionistorico.interno.gov.it.
  14. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 maggio 2001, su elezionistorico.interno.gov.it.
  15. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 28 maggio 2006, su elezionistorico.interno.gov.it.
  16. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 15 maggio 2011, su elezionistorico.interno.gov.it.
  17. ^ Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 5 giugno 2016, su elezionistorico.interno.gov.it.
  18. ^ Info sugli eventi e manifestazioni[collegamento interrotto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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