Pennadomo

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Pennadomo
comune
Pennadomo – Stemma
Pennadomo – Bandiera
Pennadomo – Veduta
Pennadomo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoNicola Frattura (lista civica pennadomo rinasce) dal 12-06-2022
Territorio
Coordinate42°00′N 14°19′E / 42°N 14.316667°E42; 14.316667 (Pennadomo)
Altitudine460 m s.l.m.
Superficie11,02 km²
Abitanti211[1] (31-12-2022)
Densità19,15 ab./km²
Comuni confinantiBomba, Civitaluparella, Montebello sul Sangro, Montenerodomo, Torricella Peligna, Villa Santa Maria
Altre informazioni
Cod. postale66040
Prefisso0872
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069063
Cod. catastaleG434
TargaCH
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona D, 1 841 GG[3]
Nome abitantipennadomesi
PatronoSan Lorenzo
Giorno festivo10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pennadomo
Pennadomo
Pennadomo – Mappa
Pennadomo – Mappa
Posizione del comune di Pennadomo all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Pennadomo (La Pènne in abruzzese[4]) è un comune italiano di 211 abitanti[1] della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa anche parte della Comunità montana Aventino-Medio Sangro.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del paese deriva da "Penna in Domo" ("penna" da "pinna" significante masso affiorante dal terreno e da "domus" non nel significato di casa ma nel significato di territorio cioè i feudi del X secolo tra cui Torricella Peligna, Palena, Lama dei Peligni, Taranta Peligna e Pizzoferrato, con Juvanum capitale della regione romana).[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Preistoria[modifica | modifica wikitesto]

Molti reperti trovati nel territorio comunale attestano stanziamenti umani sin dall'Eneolitico.[5]

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Nel XII secolo il castello di Pennadomo risulta distante 12 miglia da Roccamontepiano. Nel 1114 viene citata come Domo in pinna quando il vescovo di Chieti Roberto cede a un certo Alessandro dell'eremo di San Salvatore a Maiella le decime sia dei morti sia dei vivi di Gissi, Pennadomo e Altino: nel 1320 il valore del paese risulta essere di tre once, 13 tari e 15 grani. Nel XIV secolo il paese viene citato per le decime dovute da alcuni clerici negli anni 1308, 1324 e 326.[5]

Il Rinascimento e l'Evo Moderno[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima metà del XV secolo Pennadomo fu feudo di Raimondo d'Annecchino e nel XVII secolo fu dei Malvini-Malvezzi, duchi di Santa Candida originari di Bologna e parenti dei Medici di Firenze.[5]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 gennaio 1983.[6]

«D'azzurro, al monte all'italiana di tre cime, d'oro, sormontato da una stella d'argento, raggiata di sei. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di bianco e d'azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Fonte vecchia[modifica | modifica wikitesto]

È una fonte con abbeveratoio per usi domestici con tre cannelle sita in via Roma. È stata ricostruita nel XX secolo con riutilizzo dei materiali precedenti. È a due vasche esagonali concentriche. La vasca superiore ha un maggiore sviluppo in altezza della inferiore dove viene raccolta l'acqua proveniente dalla vasca superiore. La struttura è in blocchi di pietra appositamente modellati. La parte retrostante è dipinta.[7][8]

Chiesa di San Lorenzo[modifica | modifica wikitesto]

È una chiesa recente. La struttura portante dell'edificio è in cemento armato. La facciata principale è preceduta da una scalinata. Una cornice marcapiano divide due registri.[9]

Interno Chiesa di San Nicola

Chiesa di San Nicola di Bari[modifica | modifica wikitesto]

È sita in via di San Nicola. È stata costruita mel XVI secolo ma rimaneggiata in seguito. Davanti alla facciata c'è una scalinata d'accesso. Il prospetto laterale è suddiviso mediante tre campate. L'abside è sovrastata da una copertura a calotra. La navata principale è suddivisa anch'essa in tre campate, le prime due con volta a botte con lunette mentre la terza a cupola. Alla sinistra di questa lunetta vi sono tre cappelle, di cui l'ultima con volta a botte. La navata minore è separata da quella principale da tre arcate, di cui una più bassa rispetto alle altre. Al lato di questa navata vi sono due cappelle, una per campata. In questa chiesa sono presenti tre nicchie con statue.[10]

Interno Chiesa di Sant'Antonio

Chiesa di Sant'Antonio Abate[modifica | modifica wikitesto]

È sita in via Roma. Venne costruita sul luogo di una preesistente cappella seicentesca verso il 2º decennio del Settecento. La facciata anteriore ha coronamento ad arco ed è rivestita in cemento. Il portale è sormontato da un timpano. L'interno è composto di una singola navata con copertura a botte. Un ambone è posto all'ingresso. Le pareti sono bianche e beige mentre i capitelli sono decorati con stucco dorato.[11]

Palazzo De Ritiis[modifica | modifica wikitesto]

È sito in via Peligna. L'edificio è pianta a "L" ed è a due piani. Non si conosce l'epoca della costruzione mancando documenti che ne attestano l'anno di costruzione. La facciata principale è in pietra smussata. Il portale è affiancato da due piedritti in pietra con capitelli che sorreggono un arco a tutto sesto. Su di un lato poggia una loggia ad archi.[12]

Palazzo Troilo-Valignani[modifica | modifica wikitesto]

È sito in via Orientale. L'edificio è a pianta rettangolare. Attualmente è adibito ad abitazione. Verosimilmente è del XIV secolo come appare studiando il torrione circolare ma mancano documenti che datano precisamente il palazzo, tuttavia un restauro ha interessato gran parte delle mura esterne, l'unico lato non restaurato è quasi totalmente privo dell'intonaco che lo ricopriva e il relativo cornicione è lesionato. Due tiranti sono posti al balcone dell'ultimo piano, mentre alcune arcate sono rafforzate da mattoni, mentre le ringhiere di ferro del terzo piano sono state sostituite da ringhiere in alluminio. Sul lato di via Orientale il palazzo si sviluppa in due piani, mentre nel retro su quattro. Anteriormente, la facciata è ornata in pietra smussata tenuta insieme con abbondante malta. Il portale di sinistra sormontato da arco a tutto sesto con chiave di volta scolpita, ai lati vi sono due piedritti con capitelli. Le finestre del piano superiore sono di dimensione diversa. Le due facciate laterali sono percorse da altrettante rampe di scale. La facciata posteriore è suddivisa da due lesene, mentre delle finestre sono sbarrate da grate di ferro.[13]

Vista sul lago di Bomba[modifica | modifica wikitesto]

Chiamato su cartelli stradali locali Lago di Pennadomo[14].

Forra della Gran Giara[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una grande apertura nella roccia causata dall'erosione dal torrente di San Leo, affluente del Sangro.[15].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Pennadomo vista da Cima fumosa, il punto più alto del comune

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[16]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 2004 Enzo D'Ambrosio Lista Civica di Centro-sinistra Sindaco [17][18]
14 giugno 2004 18 aprile 2007 Antonietta Passalacqua Lista Civica Sindaco [19]
19 aprile 2007 15 luglio 2007 Domenica Calabrese Commissario prefettizio [20]
16 luglio 2007 14 aprile 2008 Valentina Italiani Commissario prefettizio [21]
15 aprile 2008 17 aprile 2015 Antonietta Passalacqua Lista Civica Insieme per Pennadomo Sindaco [22][23]
18 aprile 2015 in carica Stefano Pantalone Lista Civica Insieme per Pennadomo Vicesindaco [24][25]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 480, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ a b c d Pennadomo e la sua storia, su Sangroaventino. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  6. ^ Pennadomo, decreto 1983-01-19 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 5 settembre 2022.
  7. ^ sangroaventinoturismo, Fonte vecchia, su sangroaventinoturismo.it. URL consultato il 10 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  8. ^ Sangroaventino, Fonte vecchia, su sangroaventino.it. URL consultato il 10 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2019).
  9. ^ Sangroaventino, Chiesa di San Lorenzo, su sangroaventino.it. URL consultato il 19 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  10. ^ Sangroaventino, Chiesa di San Nicola di Bari, su sangroaventino.it. URL consultato il 19 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2019).
  11. ^ Sangroaventino, Chiesa di Sant'Antonio Abate, su sangroaventino.it. URL consultato il 19 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  12. ^ Sangroaventino, Palazzo De Rittis, su sangroaventino.it. URL consultato il 19 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  13. ^ Sangroaventino, Palazzo Troilo-Valignani, su sangroaventino.it. URL consultato il 19 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  14. ^ Non c'è nessun riferimento bibliografico o su internet, l'unico riferimento che il Lago di Bomba sui cartelli del comune di Pennadomo venga chiamato Lago di Pennadomo sono i cartelli stradali stessi.
  15. ^ Turismosangroaventino, Forra della Gran Giara, su turismo.sangroaventino.it. URL consultato il 10 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2019).
  16. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  17. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995, su elezionistorico.interno.gov.it.
  18. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 giugno 1999, su elezionistorico.interno.gov.it.
  19. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 2004, su elezionistorico.interno.gov.it.
  20. ^ Gazzetta Ufficiale, Serie n. 106 del 9 maggio 2007, Decreto presidente della Repubblica 19 aprile 2007, su gazzettaufficiale.biz.
  21. ^ Gazzetta Ufficiale, Serie n. 171 del 25 luglio 2007, Decreto presidente della Repubblica 16 luglio 2007, su gazzettaufficiale.biz.
  22. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 aprile 2008, su elezionistorico.interno.gov.it.
  23. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2013, su elezionistorico.interno.gov.it.
  24. ^ Gazzetta Ufficiale, Serie n. 141 del 20 giugno 2015, Decreto presidente della Repubblica 9 giugno 2015, su gazzettaufficiale.biz.
  25. ^ Comune di Pennadomo, Sindaco, su comunepennadomo.com. URL consultato il 26 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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