Neofascismo

Il neofascismo è un insieme di movimenti sociali o politici nati dopo la seconda guerra mondiale con l'intento di riproporre, parzialmente o totalmente, l'ideologia fascista.
Secondo lo storico Renzo De Felice, durante la guerra fredda tali movimenti assunsero e sostituirono in parte il ruolo del fascismo, anche in virtù della strategia geopolitica dell'Alleanza Atlantica, che in essi individuava uno strumento per contenere la diffusione del comunismo.[1] In Italia, la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione vieta la riorganizzazione del partito fascista, mentre la legge Scelba del 1952 punisce l'apologia del fascismo. La legge Mancino del 1993, inoltre, sanziona l'utilizzo di simboli e gesti propri delle ideologie razziste e neofasciste.
Durante gli anni di piombo, diverse organizzazioni armate di estrema destra si richiamarono al neofascismo e alcuni loro membri furono responsabili di attentati terroristici, tra cui la strage di piazza Fontana[2][3][4], la strage di piazza della Loggia[5][6][7], la strage del treno Italicus[8][9], la strage di Gioia Tauro[10][11][12] e la strage di Bologna[13][14][15], che provocarono un elevato numero di vittime e feriti tra i civili.
Il movimento neofascista non si fonda su un'unica ideologia, ma comprende un insieme eterogeneo di gruppi, talvolta in contrasto tra loro, accomunati però da elementi di ultranazionalismo, autoritarismo, suprematismo bianco, omofobia, antifemminismo, antisemitismo, xenofobia, sovranismo, euroscetticismo e opposizione all'immigrazione. Queste formazioni si ispirano al fascismo italiano, al nazionalsocialismo, a filosofi tradizionalisti come Julius Evola, a figure politiche quali Codreanu e al falangismo spagnolo, oltre che al neonazismo.[16] Alcuni gruppi integrano inoltre componenti di matrice cristiana[17] o influenze riconducibili al movimento New Age, all'occultismo[18] o al satanismo.[19]
Diversi regimi politici del secondo dopoguerra sono stati definiti neofascisti per il loro carattere ultranazionalista e, in alcuni casi, per le simpatie nei confronti dell’ideologia e di alcuni tratti distintivi del fascismo. Il termine post-fascismo è stato introdotto per riferirsi a governi e partiti politici, tuttora presenti in vari paesi europei, che pur mantenendo elementi ideologici riconducibili al neofascismo adottano forme di revisionismo storico, rifiutando ufficialmente la dittatura e partecipando a sistemi costituzionali, democratici, parlamentari e liberali.[20][21]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]In Italia
[modifica | modifica wikitesto]Il neofascismo, in Italia, nacque nei primi mesi successivi alla fine della seconda guerra mondiale, su iniziativa di reduci della Repubblica Sociale Italiana (RSI) nel Nord e di sostenitori del regime fascista ancora presenti nel Centro-Sud.
Nel 1946 diversi gruppi operavano al di fuori dei partiti tradizionali, tra cui i Fasci di Azione Rivoluzionaria e il Partito Democratico Fascista, che conducevano attività al di fuori della legalità. Sul piano editoriale, l’immediato dopoguerra vide la nascita di riviste e quotidiani, come Il Meridiano d'Italia a Milano, che polemizzavano contro gli eccidi partigiani successivi al 25 aprile e invitavano in modo esplicito i reduci a riunirsi in un partito politico.
In questo contesto, alcuni reduci decisero di organizzarsi in una struttura partitica per operare all’interno delle istituzioni e partecipare alle elezioni. Il 26 dicembre 1946, nello studio legale di Arturo Michelini, venne fondato il Movimento Sociale Italiano (MSI), partito nato con l’obiettivo di mantenere viva l’eredità del fascismo nell’Italia repubblicana[22]. L’MSI si affermò come la principale organizzazione partitica dell’estrema destra durante la Prima Repubblica[23]. Il partito rifiutò di condannare il fascismo, pur dichiarando di non avere intenzione di riportare in vita il vecchio regime[24], sintetizzando il proprio atteggiamento verso il fascismo con la formula «Non rinnegare, non restaurare», coniata dal segretario Augusto De Marsanich[25]. Altri reduci si unirono invece alle fila del Partito Comunista Italiano (PCI), ritenendo di non poter aderire a un partito come l’MSI, schierato con i capitalisti che avevano combattuto e contribuito alla caduta del fascismo. Il portavoce di questi "fascisti rossi" fu Stanis Ruinas attraverso il suo giornale Pensiero Nazionale. Lo stesso Togliatti favorì questo processo di assimilazione, consapevole che venti anni di propaganda fascista avevano plasmato ideologicamente un’ampia parte dei giovani italiani. Un'altra significativa parte di ex esponenti fascisti sostenne la nascente Democrazia Cristiana pur di contrastare comunisti e socialisti, recuperando così una posizione di influenza all’interno del nuovo Stato istituzionalizzato.[26]
Il Movimento Sociale entrò in Parlamento nel 1948 con una rappresentanza ridotta. Le elezioni politiche del 1953 segnarono un aumento del consenso e della presenza parlamentare del MSI, che offrì il proprio appoggio esterno ad alcuni governi centristi. Dopo un intenso dibattito interno, il partito votò a favore dell'adesione dell'Italia alla NATO e sostenne la creazione di una Comunità europea. Sotto la guida del segretario Arturo Michelini, considerato esponente della corrente moderata, il MSI partecipò con propri assessori a giunte di alcune grandi città del Sud Italia e avanzò la proposta di una "Grande Destra" che comprendesse anche monarchici e liberali, con l'obiettivo di condizionare in Parlamento la DC.
Dal 1948 la XII disposizione transitoria della Costituzione Italiana vietava la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Partito Nazionale Fascista (PNF) e, in deroga all'articolo 48, prevedeva per un periodo non superiore a un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione limitazioni al diritto di voto e all'eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista. In base a questa disposizione, l'apologia del fascismo costituisce reato in quanto favorisce la riorganizzazione del movimento fascista e contrasta i valori fondamentali della Costituzione italiana. Sulla base di quanto stabilito dalla Costituzione, nel 1952 venne promulgata la legge Scelba.[27]
Nel 1954[28] si consumò nell'MSI una rottura: il gruppo guidato da Pino Rauti, che si ispirava alle idee di Julius Evola, ormai in contrasto con la segreteria del partito, fondò il Centro Studi Ordine Nuovo (ON). Nel gruppo ideologico di Ordine Nuovo si accentuò la simpatia per il Terzo Reich e, per effetto delle tesi metapolitiche di Evola, maturò un sentimento "neopagano", con influenze occultistiche, che lo allontanava dal comune sentire cattolico della destra missina. Gli ordinovisti praticavano la via dell'extraparlamentarismo, pur iniziando a stabilire contatti con ambienti della NATO e con regimi golpisti come quello dei colonnelli greci, in nome della lotta contro il comunismo.
Nel 1960[29] un'ulteriore scissione diede origine al secondo gruppo della destra radicale degli anni sessanta, Avanguardia Nazionale (AN), con a capo Stefano Delle Chiaie. Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, pur mantenendo rapporti con singoli dirigenti dell'MSI, adottarono una politica autonoma rispetto all'ex partito di riferimento, che fino al 1960 era impegnato a sostenere governi democristiani e a contrastare le politiche di giustizia sociale del centro-sinistra. Avanguardia Nazionale si distinse per una campagna astensionista condotta nel 1963, quando l’invito a non votare poteva essere percepito come vagamente "sovversivo", considerando il dovere morale di partecipazione al voto sancito anche dall’ordinamento italiano.
In quegli anni sorse anche un altro gruppo neofascista, il Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese, ex comandante della Xª MAS e figura di rilievo del reducismo legato alla Repubblica di Salò, che in seguito fu promotore di un tentativo di colpo di Stato nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970, annullato poche ore prima della sua attuazione. Le ragioni della mancata esecuzione del piano non furono mai chiarite e l'episodio è ricordato come golpe Borghese.
Successivamente ebbe inizio il periodo della strategia della tensione. Il primo episodio fu la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969; nel corso degli anni le indagini hanno individuato come responsabili i neofascisti di Ordine Nuovo[30]. Seguirono poi gli anni della stagione stragista e degli anni di piombo, durante i quali furono sospettati e indagati, insieme ad anarchici e militanti comunisti dell’area extraparlamentare, anche diversi esponenti dei movimenti neofascisti, che tuttavia non furono mai condannati in via definitiva, con la significativa eccezione della strage di Bologna. Nel 1969 Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie, all’epoca latitante, si sciolse. Nello stesso anno Pino Rauti e altri dirigenti di Ordine Nuovo rientrarono nel MSI, mentre gli ordinovisti contrari diedero vita a un nuovo movimento politico, guidato da Clemente Graziani. Il 22 luglio 1970 si verificò la strage di Gioia Tauro[12], causata da un attentato di matrice neofascista, che provocò il deragliamento di un treno con sei vittime e circa cinquanta feriti[12]. Il 21 novembre 1973 fu decretato lo scioglimento di Ordine Nuovo e trenta suoi membri furono condannati per ricostituzione del Partito Nazionale Fascista. Tre anni dopo, con le stesse motivazioni, venne disposto anche lo scioglimento di Avanguardia Nazionale.
Attorno alla metà degli anni settanta si svilupparono associazioni e movimenti, soprattutto giovanili, come Terza Posizione, Lotta di Popolo e Costruiamo l'azione, orientati alla lotta per la giustizia sociale e estranei sia alle competizioni elettorali sia al terrorismo nero, che nello stesso periodo si manifestava attraverso formazioni terroristiche e clandestine come i Nuclei Armati Rivoluzionari e il Fronte Nazionale Rivoluzionario.
Successivamente alla strage di piazza Fontana del dicembre 1969, un altro attentato terroristico di matrice neofascista che ebbe forte risonanza fu la strage di piazza della Loggia. Alle ore 10 del 28 maggio 1974, nella piazza della Loggia di Brescia, durante una manifestazione indetta contro il terrorismo neofascista, un ordigno collocato all’interno di un cestino portarifiuti esplose, causando otto morti e 102 feriti. Dopo un lungo iter giudiziario furono condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo.
Il 2 agosto 1980 si verificò un'altra strage di matrice neofascista, confermata in sede giudiziaria: la strage di Bologna. Per l’attentato furono condannati all’ergastolo, come esecutori materiali, i membri dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. La strage è ricordata come uno dei più gravi atti terroristici della storia repubblicana, unanimemente condannato come un crimine efferato privo di qualsiasi giustificazione politica o ideale, espressione della natura terroristica e criminale dei gruppi eversivi di estrema destra.
Il 25 luglio 1991 nacque un nuovo movimento politico di ispirazione dichiaratamente mussoliniana e di orientamento neofascista: il Movimento Fascismo e Libertà (MFL), fondato dal giornalista e senatore Giorgio Pisanò.
Nel 1993 fu approvata la legge Mancino, che mise fuorilegge, per motivi legati al razzismo, il Movimento Politico, Base Autonoma, Azione Skinhead e L'Uomo Libero. Nello stesso anno il movimento Meridiano Zero si sciolse volontariamente.
Nel 1995, con la svolta di Fiuggi, si sciolse l'MSI-DN e nacque Alleanza Nazionale, con l’obiettivo di creare una destra democratica, distante dal neofascismo che aveva caratterizzato l’esperienza precedente. I dissidenti rispetto a questa svolta aderirono al Movimento Sociale Fiamma Tricolore, fondato da Pino Rauti. Nel 1998 venne fondata Forza Nuova[31]. Nel 2003 Alessandra Mussolini lasciò Alleanza Nazionale in polemica con le dichiarazioni di Gianfranco Fini relative al fascismo, considerato "male assoluto", e fondò Azione sociale, inizialmente denominato Libertà d'azione. Il partito si presentò alle elezioni all’interno di un cartello elettorale comprendente Forza Nuova, Fronte Sociale Nazionale e, per un certo periodo, anche il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Il cartello assunse il nome di Alternativa sociale e alle elezioni del 2006 appoggiò il Centrodestra. Dopo gli scarsi risultati elettorali, il cartello si sciolse e ogni partito proseguì la propria attività in modo autonomo; in particolare, il partito della Mussolini confluisse nel Popolo della Libertà.
Nel 2001 il Movimento Fascismo e Libertà, dopo la morte del fondatore Giorgio Pisanò, subì una scissione, con alcuni dirigenti che nello stesso anno fondarono Nuovo Ordine Nazionale.
Nel 2009 il Movimento Fascismo e Libertà cambiò denominazione in Movimento Fascismo e Libertà - Partito Socialista Nazionale (MFL-PSN), assumendo una posizione più vicina al socialismo dell’originario fascismo rivoluzionario e della Repubblica Sociale Italiana, dissociandosi dalla collocazione di destra assunta dalle altre correnti neofasciste e dalla cosiddetta Area. Nel 2011 fu fondata Alternativa Tricolore.
Nel resto del mondo
[modifica | modifica wikitesto]Irlanda
[modifica | modifica wikitesto]Il primo partito filo-fascista in Irlanda, Ailtirí na hAiséirghe (in gaelico "Architetti della Resurrezione"), nacque nel maggio 1942. Si stima che al momento del suo massimo sviluppo, nell’estate del 1945, contasse circa 2 000 sostenitori. Il partito, coinvolto anche in attività criminali, sosteneva l’alleanza totale con le potenze dell’Asse durante la Seconda guerra mondiale, l’invasione dell’Irlanda del Nord, la pulizia etnica nei confronti di ebrei, inglesi e protestanti e la creazione di uno Stato che unisse il corporativismo fascista a connotazioni cristiane cattoliche. Il gruppo entrò presto in crisi a causa della mancanza di fondi, dell’emarginazione da parte degli altri partiti irlandesi e dell’inesperienza politica dei propri membri (la maggior parte dei quali era inoltre troppo giovane per votare). A partire dal 1945 le divisioni interne ne acuirono ulteriormente le difficoltà; il partito si sciolse ufficialmente solo nel 1958, sebbene la propria testata, Aiséirí, continuasse a essere pubblicata fino al 1973[32].
Nel 1968 venne fondato il National Socialist Irish Workers Party, un partito di estrema destra di ispirazione nazista, che ebbe ancora meno seguito rispetto agli Ailtirí na Aiséirghe. Il partito faceva parte dell'Unione Mondiale dei Nazionalsocialisti[33]. Fondato da Terence Allan-Byrne, decoratore di interni ventiseienne di Irishtown, sobborgo di Dublino, con la collaborazione di Jos Mussche, ex membro delle SS olandesi, il gruppo contava pochissimi membri. Viene ricordato principalmente per l’invio di lettere minatorie a minoranze etniche e partiti di sinistra irlandesi, nonché per un episodio del 1979 in cui Allan-Byrne si incise una svastica sul petto e, una volta in ospedale, rifiutò di farsi curare per la presenza di un medico di origini indiane[34]. Allan-Byrne morì agli inizi degli anni ottanta e il partito si sciolse negli anni successivi.
Grecia
[modifica | modifica wikitesto]Durante il periodo della Grande recessione, un movimento politico chiamato Alba Dorata (Χρυσή Αυγή, Chrysí̱ Av̱gí̱), apertamente neonazista, guadagnò popolarità, ottenendo seggi all’interno del parlamento greco e manifestando forte ostilità verso le minoranze, gli immigrati e i rifugiati. Nel 2013, dopo l’omicidio di un musicista antifascista ad opera di membri di Alba Dorata, il governo greco ordinò l’arresto del leader Nikolaos Michaloliakos e di altri membri per associazione a delinquere. Nell’ottobre 2020 il governo greco dichiarò ufficialmente Alba Dorata organizzazione criminale, condannando 68 membri per vari reati, incluso l’omicidio. Nonostante ciò, gruppi e politici neofascisti continuarono a godere di un certo seguito nel paese, tra cui Ilias Kasidiaris del partito ultra nazionalista Greci per la Patria. Nel 2021 si registrarono episodi di aggressioni in alcune scuole in Grecia da parte di neofascisti greci[35].
Polonia
[modifica | modifica wikitesto]In Polonia le tendenze neofasciste in politica sono principalmente rappresentate dal Campo Nazional-Radicale (in polacco Obóz Narodowo-Radykalny), un movimento apertamente ispirato al fascismo italiano ma che si richiama anche a dottrine derivanti dalla tradizione nazionalista polacca del XIX e dei primi anni del XX secolo[36]. Sebbene ufficialmente riconosciuto dal governo polacco nel 2012 come associazione, la bandiera dell’ONR è stata inserita dalla polizia polacca tra i simboli d’odio[37]. Il movimento si rifà apertamente al Campo Nazional-Radicale Falanga, un gruppo degli anni ’30 anticomunista e antisemita (pur fortemente antinazista) guidato da Bolesław Piasecki, che tentò di istituire un totalitarismo cattolico di ispirazione falangista e fu bandito dal governo polacco[38]. Il movimento mantiene relazioni con il partito neofascista italiano Forza Nuova[39][40].
Dallo stesso gruppo del Campo Nazional-Radicale si dichiara erede anche il movimento Rinascita Nazionale Polacca (in polacco Narodowe Odrodzenie Polski), fondato nel 1981 e principalmente conosciuto per una propaganda basata sulla provocazione e sullo shock value (uno dei loro slogan più noti recita "Fascisti? Siamo peggio")[41]. Il manifesto ufficiale del movimento contiene inoltre numerose frasi sulla rimozione fisica degli ebrei dal paese e sulla confisca dei loro beni, direttamente riprese dal Mein Kampf di Adolf Hitler. Il gruppo ha fatto parte del Fronte Nazionale Europeo, un’unione internazionale terzoposizionista fondata da Roberto Fiore, fondatore e leader di Forza Nuova. Fortemente impopolare nel paese per i richiami diretti al nazismo e per il sostegno a teorie del negazionismo dell'Olocausto, il gruppo divenne inattivo dopo le elezioni parlamentari del 2011, nelle quali ottenne lo 0,02% dei consensi.
Una parte significativa dei movimenti neofascisti e neonazisti in Polonia è inoltre fortemente ostile al governo e condivide istanze anticristiane e neopagane, talvolta apertamente sataniste. Nel 1995 l'Anti-Defamation League stimò il numero di naziskin nel paese in circa 2 000 unità, il maggior numero dopo Germania, Ungheria, Repubblica Ceca e Stati Uniti. Dalla fine degli anni 2000 si è registrato un incremento di gruppi skinhead di estrema destra e suprematisti bianchi, nonché di gruppi neofascisti e neonazisti raggruppati sotto il nome di "Autonomi Nazionalisti"; le loro posizioni politiche sono condivise anche da numerose band black metal polacche.
Portogallo
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il crollo dell'autoritarismo in Portogallo con la Rivoluzione dei garofani del 1974, emersero diversi gruppi neofascisti all'interno del paese, tra cui Ordem Nova (Ordine Nuovo), fondato nel 1978. Un’inchiesta del Parlamento europeo definì l’ideologia di Ordem Nova come fascismo rivoluzionario e iper-nazionalista[42]. Il gruppo manteneva inoltre legami con il partito spagnolo di estrema destra Fuerza Nueva. Ordem Nova si sciolse nel 1982, sebbene le attività del gruppo siano continuate fino al 1985, principalmente in Brasile.
Regno Unito
[modifica | modifica wikitesto]Nel Regno Unito il British National Party (BNP), fondato nel 1982, ha sostenuto sin dalla sua nascita una politica ispirata al fascismo[43]. Alle elezioni europee del 2009 il partito ottenne due seggi al Parlamento europeo, tra cui quello dell’ex leader Nick Griffin[44]. Altre organizzazioni definite o dichiaratesi neofasciste includono il National Front, Combat 18, la English Defence League e Britain First.
Romania
[modifica | modifica wikitesto]In Romania, durante gli anni trenta, il movimento ultranazionalista si alleò con le potenze dell'Asse ed era principalmente rappresentato dalla Guardia di Ferro, anche conosciuta come "Legione dell'Arcangelo Michele", un gruppo terrorista che combinava istanze filo-fasciste con una visione misticheggiante del cristianesimo. Il movimento si esaurì con l’arresto e la morte del fondatore Corneliu Zelea Codreanu nel 1938. Nel dopoguerra, molteplici gruppi si sono autodefiniti eredi della Guardia di Ferro, tra cui partiti come Noua Dreaptă e il Partidul Totul Pentru Țară (quest’ultimo dichiarato fuorilegge dal governo nel 2015), entrambi formati da ex membri della Guardia di Ferro.
Oltre alle organizzazioni ispirate alla Guardia di Ferro in Romania, è presente anche il Hatvannégy Vármegye Ifjúsági Mozgalom (Movimento Giovanile delle Sessantaquattro Contee), un gruppo neofascista ungherese attivo tra la minoranza ungherese in Transilvania. Fondato nel 2001 in Ungheria, il HVIM promuove un nazionalismo radicale e l'irredentismo ungherese, sostenendo la revisione del Trattato di Trianon del 1920. Il gruppo è noto per organizzare eventi come il festival Magyar Sziget e per le sue posizioni contro l'immigrazione, la globalizzazione e le politiche LGBTQ+. Nel dicembre 2015, due membri del HVIM, István Beke e Zoltán Szőcs, furono arrestati dalle autorità romene con l'accusa di aver pianificato un attentato con esplosivi durante la parata del Giorno dell'Unione Nazionale a Târgu Secuiesc. Le indagini rivelarono che Beke possedeva materiale esplodente e che Szőcs aveva incitato altri membri a produrre ordigni artigianali. Nel luglio 2018, entrambi furono condannati a cinque anni di prigione per terrorismo e tentato sovvertimento dell'ordine costituzionale. Le condanne suscitarono proteste tra le comunità ungheresi e alcuni politici, ma furono confermate dalla Corte Suprema romena. Il gruppo continua a essere attivo in Transilvania, dove organizza eventi e attività volte a promuovere la sua ideologia tra la minoranza ungherese della regione.
Un altro gruppo neofascista romeno è il Partito Grande Romania (Partidul România Mare, PRM), fondato nel 1991 da Corneliu Vadim Tudor e Eugen Barbu. Il PRM è spesso descritto come un partito di estrema destra, caratterizzato da un nazionalismo radicale, xenofobo, omofobo e antisemita. Il partito ha promosso l'idea di una "Grande Romania" che unisse tutti i territori abitati da romeni, inclusi la Moldova e parti dell'Ucraina. Ha anche espresso ammirazione per la dittatura militare di Ion Antonescu e per il regime comunista di Ceaușescu. Nel 1994-1995, il PRM ha fatto parte di un'alleanza di governo con il Partito Social Democratico al potere, ma non ha mai avuto legami diretti con il regime comunista di Ceaușescu. Il partito è stato attivo in Parlamento fino al 2008, quando ha perso rappresentanza politica significativa
Russia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1931 venne fondato da Konstantin Rodzaevskij il Partito Fascista Russo, un movimento apertamente ispirato alla politica di Mussolini. Dopo varie unioni e alleanze fallite con altri gruppi russi, il Partito Fascista Russo tentò di operare durante la Seconda guerra mondiale con azioni di sabotaggio contro la Russia Sovietica, ma tali iniziative ebbero scarso successo. Con la fine del conflitto, il partito cessò di esistere. Rodzaevskij continuò comunque la sua attività di propaganda fascista e sostenne che il regime di Stalin si fosse trasformato in un vero e proprio regime fascista. In seguito, si offrì volontariamente alle autorità sovietiche assieme al compagno di partito Lev Ochotin, sperando in una collaborazione con il governo. Poco dopo, Rodzaevskij venne processato per le sue attività politiche e condannato a morte insieme a Ochotin, venendo giustiziato il 30 agosto 1946 presso la Lubjanka[45].
Nel 1990 Vladimir Zirinovskij fondò il partito Partito Liberal-Democratico di Russia, il quale si oppone apertamente ai valori democratici, ai diritti umani, al sistema multipartitico e allo stato di diritto. Zirinovskij è stato definito dalla Enciclopedia Britannica come neofascista[46]. Egli sosteneva la riannessione nei “confini naturali della Russia” di paesi come Lituania, Lettonia, Estonia, l’intera Transcaucasia, Asia centrale, nonché Bielorussia e Ucraina. Inoltre, Zirinovskij ha più volte dichiarato di considerare lo smaltimento di rifiuti nucleari russi in tali paesi e, durante la prima guerra cecena, ha proposto l’uso di armi tattiche nucleari contro i villaggi ceceni[47].
Sempre nel 1990 nacque l'organizzazione paramilitare dell'Unità Nazionale Russa, fondata da Aleksander Barkashov. L'organizzazione utilizzava come simbolo una svastica orientata a sinistra e promuoveva la centralità del concetto di "sangue russo" nella propria ideologia. Apertamente ispirata ad Adolf Hitler, l'organizzazione venne dichiarata fuorilegge dal governo russo nel 1999 e cessò le proprie attività l'anno successivo. Si stima che, al momento del suo massimo seguito, l'organizzazione contasse tra i 20 000 e i 25 000 membri[48]. Secondo alcune fonti, Aleksander Barkashov e alcuni ex membri dell'organizzazione si sarebbero successivamente impegnati in attività sul fronte a sostegno del governo russo durante la guerra russo-ucraina[49].
Seppur grazie all'impegno delle forze dell'ordine i gruppi neofascisti e neonazisti siano fortemente diminuiti a partire dal 2009[50], negli anni successivi sono state rilevate cellule dell'Atomwaffen Division e dell'Ordine dei Nove Angoli attive in Russia. Secondo le fonti, tali cellule sono state coinvolte in attività criminali tra cui omicidi, violenze sessuali e traffico di droga e armi[51].
Lo storico Timothy Snyder ha definito il governo russo come fascista[52]. Con l'invasione russa dell'Ucraina del 2022, tra gli studiosi si è riaperto il dibattito sul concetto di "rascismo (detto anche ruscismo)" per descrivere la politica del governo russo post-sovietico, in particolare quella di Vladimir Putin[53].
Slovacchia
[modifica | modifica wikitesto]In Slovacchia, il Partito Popolare Slovacchia Nostra di Marian Kotleba è stato classificato come estremista e neofascista. Kotleba è stato definito neonazista[54] e si è autoproclamato Vodca (equivalente slovacco di Duce) della Slovacchia. Il suo partito utilizza una divisa ispirata alla Guardia di Hlinka, la milizia filo-nazista del paese durante la seconda guerra mondiale. Kotleba e il suo partito si sono opposti principalmente alle comunità gitane, allo Stato slovacco, agli Stati membri della NATO, agli Stati Uniti d'America e all'Unione europea. Inoltre, il partito si ispira in parte alla figura del politico filo-fascista slovacco Jozef Tiso[55].
Nel 2003 Kotleba fondò un nuovo partito, denominato Slovenská Pospolitosť, che venne dichiarato fuorilegge dal governo slovacco nel 2007.
Turchia
[modifica | modifica wikitesto]I Lupi grigi sono un gruppo neofascista e ultra-nazionalista turco, definito anche islamofascista per l’unione tra l’ideologia fascista e il tradizionalismo del fondamentalismo islamico[56]. Considerati il braccio militante non ufficiale del Partito del Movimento Nazionalista (Milliyetçi Hareket Partisi, MHP), i Lupi grigi sono stati ritenuti responsabili di diversi atti di terrorismo e, secondo alcune fonti, di almeno 694 omicidi avvenuti tra il 1974 e il 1980[57].
Anche il politico Alparslan Türkeş, leader del Partito del Movimento Nazionalista, è stato più volte definito neofascista[58]. Si è inoltre autoproclamato Başbuğ ("capo", equivalente turco di Duce) e, nei suoi discorsi e scritti, ha più volte sostenuto la presunta superiorità della "razza turca".
Ideologia del neofascismo
[modifica | modifica wikitesto]Critica al sistema democratico
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1931 Mussolini esplicitò il proprio rifiuto della democrazia, definendo la disuguaglianza come «feconda e benefica» e, nella sua "Dottrina del Fascismo", scrisse che «regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete».[59][60][61] Il neofascismo, come il fascismo storico, sostiene che le democrazie liberali siano in realtà regimi "plutocratici", in cui la volontà popolare può essere manipolata. Secondo questa visione, i cittadini non possiedono né la conoscenza né le virtù necessarie per prendere decisioni coerenti e giuste per il bene comune.[62][63][64] Secondo Platone, la democrazia è «una piacevolissima forma di governo, piena di varietà e di disordine, che dispensa una sorta d'eguaglianza agli eguali come agli ineguali»[65][66]. Questa citazione viene riportata esclusivamente a titolo storico-filosofico, senza alcuna intenzione di collegarla o giustificare ideologie fasciste o neofasciste.".[65][66]
Non mancano tuttavia alcuni gruppi neofascisti che rifiutano la dimensione rivoluzionaria e autoritaria, accettando invece una forma di "democrazia organica" e inserendosi in un compromesso democratico di stampo elettorale, come avvenuto in passato con il Partito Democratico Fascista o più recentemente con Forza Nuova e CasaPound.[68][69][70]
Identitarismo e razzismo
[modifica | modifica wikitesto]Un elemento portante di molti gruppi neofascisti è un razzialismo basato sulla supremazia della "razza" bianca sostenendo l'esistenza e la diversità gerarchica di diverse razze appartenenti alla specie umana. Nella diversità delle razze e nei conflitti tra nazioni sottolineano il ruolo del darwinismo sociale, caratteristica insita nell'uomo su cui ritengono si debba basare anche la società.[71] Seppur il neofascismo così come il fascismo storico siano xenofobici, identitari e anti-immigrazione, i leader neofascisti sono molto spesso estremamente cauti nel presentare pubblicamente queste visioni in maniera forte per evitare che si traccino parallelismi storici. Ad esempio Jean-Marie Le Pen del Front National francese e Jörg Haider del Partito della libertà austriaco, nelle parole dello storico Tony Judt, "rivelano [i loro] pregiudizi solo indirettamente". Ad esempio gli ebrei non sono perseguitati come gruppo sociale, ma una persona sarebbe considerata come una minaccia in quanto ebrea[72]. L'attitudine pubblica dei leader di movimenti neofascisti è la principale differenza dai fascismi storici: i loro programmi sono stati modernizzati e aggiornati per accattivarsi un possibile elettorato in un tentativo di fondere istanze di estrema destra con la democrazia. I neofascisti non tendono ad apparire più in "anfibi e camicie nere" ma in giacca e cravatta. La scelta è deliberata per distanziarsi dall'immaginario del fascismo storico e nascondere eventuali connessioni e riprese dei partiti fascisti del passato. Quando queste connessioni siano rese pubbliche, come avvenuto nel caso di Haider, possono condurre al declino e alla caduta politica[72].
Lotta alla droga
[modifica | modifica wikitesto]Il regime fascista condannò l'uso delle droghe in nome dell'ordine sociale già dal 1923, attraverso la legge Mussolini-Oviglio, con cui si vietava in Italia l'oppio, la cocaina e la cannabis[73]. L'hashish veniva presentato dalla propaganda come "nemico della razza" e "droga dei negri", ponendo la questione della droga in un'ottica sociale e razziale. Dopo la caduta del regime, i tossicodipendenti furono spesso stigmatizzati dai gruppi neofascisti come subumani senza possibilità di redenzione, e frequenti furono, in particolare negli anni 1970, le aggressioni nei loro confronti. In tempi più recenti, non tutti i movimenti organizzati neofascisti condannano apertamente l'utilizzo di droghe: alcuni, come ad esempio Forza Nuova, fanno della lotta alla droga un loro punto cardine;[74] altri (ad esempio CasaPound) pur non approvando l'uso di droghe non ritengono importante contrastarne l'utilizzo, non assumendo una posizione ufficiale al riguardo[75]. Ufficialmente, gruppi e partiti neofascisti si sono sempre dichiarati contrari alle droghe, tanto le pesanti quanto quelle leggere (spesso negando addirittura tale classificazione), in quanto l'economia che esse generano sarebbe frutto del liberalcapitalismo (sebbene singoli esponenti siano stati documentati come autori di reati legati alla droga[76][77]). Secondo alcuni neofascisti, italiani e non, l'uso delle droghe sarebbe stato uno stratagemma, attuato a partire dal 1967 con l'operazione Chaos, ideata in un periodo in cui il capitalismo appariva in difficoltà di fronte al comunismo, volto anche al controllo delle coltivazioni di oppio in Laos tramite il controllo del Vietnam; 'L'Operazione Blue Moon è un presunto piano attribuito ai servizi segreti occidentali, in particolare alla CIA, volto a introdurre l'eroina tra i giovani italiani negli anni '70 per indebolire i movimenti di contestazione. Tuttavia, la sua esistenza ufficiale non è mai stata confermata da fonti governative o documenti ufficiali. La sua veridicità è oggetto di dibattito tra storici e ricercatori.[78]
Revisionismo
[modifica | modifica wikitesto]Il neofascismo solitamente tende a rifiutare la storiografia ufficiale, sostenendo posizioni basate sul revisionismo in particolare sulla seconda guerra mondiale e spesso (ma non sempre) sul negazionismo relativo ai campi di concentramento e all'Olocausto, ponendo invece l'accento principalmente sui crimini di guerra alleati, dei partigiani, dell'Unione Sovietica e delle varie entità comuniste e democratiche durante e immediatamente dopo il secondo conflitto mondiale. Il revisionismo dei neofascisti non riguarda solo gli eventi del XX secolo ma in alcuni casi è finito paradossalmente con il criticare il Risorgimento italiano, e gli eventi e gli effetti della Rivoluzione francese in Europa quando non addirittura del Medioevo e della storia romana.
I gruppi neofascisti spesso basano la propria propaganda sul revisionismo storico nei confronti della società autoritaria del fascismo storico, dipingendo, come nel caso italiano, la società del ventennio fascista in maniera idealizzata e come esempio di benessere nettamente preferibile ai sistemi democratici[79], rappresentando il regime, attraverso luoghi comuni e interpretazioni storicamente errate, come istitutore di importanti prerogative sociali quali la tredicesima mensilità, il voto alle donne, promotore di vaste bonifiche e altre iniziative di presunto progresso sociale.
Linguaggio
[modifica | modifica wikitesto]Recenti studi in ambito linguistico e sociolinguistico evidenziano l'esistenza di un linguaggio neofascista specifico, caratterizzato da tratti prevalenti di tipo controegemonico, sempre più presente all'interno del più ampio fenomeno ultras[80]. All'interno di queste tendenze emerge inoltre un legame del neofascismo con alcune frange della sottocultura skinhead (naziskin e skin88) e casual, le quali occupano, in particolare la seconda, un ampio spazio all'interno delle sottoculture giovanili[81].
Il neofascismo come antitesi del fascismo
[modifica | modifica wikitesto]Alcuni teorici di destra ritengono che il neofascismo, sia a livello ideologico sia nella prassi, abbia progressivamente accantonato la dottrina fascista, riducendola a una caricatura estetica e semplificata del passato regime, arricchita da elementi tratti dalla cultura New Age e dal tradizionalismo nordico, come l'uso simbolico della croce celtica, nonché dalle teorizzazioni di Julius Evola[82]. Giorgio Almirante, storico capo del Movimento Sociale Italiano, fu tra i primi ad adottare una politica di apparente "defascistizzazione" dei militanti del partito, con l'obiettivo di trasformarlo in una forza di "Destra Nazionale" in grado di collocarsi nell'ambito della Costituzione italiana e di raccogliere le diverse anime emarginate e nostalgiche della destra italiana[83], in particolare con la fusione del 1972 con il partito monarchico (Destra Nazionale) e con la nascita, nel 1975, della Costituente di destra per la libertà.
Il divieto di ricostituzione
[modifica | modifica wikitesto]In Italia la riorganizzazione del partito fascista è vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
La legge Scelba del 1952, che ha sostituito la legge n. 1546 del 1947 sulla stessa materia, contiene le norme attuative della disposizione costituzionale. Secondo tale legge si configura la riorganizzazione del disciolto partito fascista quando "un'associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica, o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione, o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività all'esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito, o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista"[84].
Sono previste due modalità di applicazione: per decreto del Ministero dell'interno, a seguito di sentenza della magistratura che accerti il reato di riorganizzazione del partito fascista; oppure per decreto-legge del Governo, in casi straordinari di necessità e urgenza. La prima modalità è stata applicata soltanto in due occasioni: lo scioglimento di Ordine Nuovo nel 1973 e quello di Avanguardia Nazionale nel 1976. La seconda modalità non ha invece mai trovato applicazione; su di essa, peraltro, durante la discussione parlamentare furono sollevati dubbi di legittimità che non sono mai stati definitivamente risolti.[85][86]
La legge Mancino del 1993, rivolta al contrasto dei crimini d'odio, ha esteso la possibilità di scioglimento anche alle organizzazioni che perseguono finalità di incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.[85][87]
Partiti e movimenti neofascisti
[modifica | modifica wikitesto]Movimenti con rappresentanza elettiva
[modifica | modifica wikitesto]Movimento Sociale Italiano (MSI)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 1946 da ex militanti del Partito Fascista Italiano e di altri movimenti nazionalisti, il MSI si ispirava alla dottrina del fascismo, del nazionalismo e del conservatorismo. Pur partecipando al sistema parlamentare, manteneva una retorica anti-parlamentare e nostalgica del fascismo storico. La sua ideologia era caratterizzata da un nazionalismo radicale, l'ordine autoritario e il culto della gerarchia e della forza militare. Sebbene partecipasse al sistema parlamentare, manteneva una retorica anti-parlamentare e nostalgica del fascismo storico.[88]
CasaPound Italia (CPI)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 2008, CasaPound è un movimento neofascista e populista che fonde nostalgia fascista con attivismo sociale. Propugna un nazionalismo radicale, il corporativismo e un populismo identitario, spesso ricorrendo alla violenza come strumento di affermazione politica.[89]
Forza Nuova (FN)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 1997, Forza Nuova è un partito che difende la cosiddetta "famiglia tradizionale" e si oppone a unioni civili, matrimoni e adozioni gay. È anche contrario all'aborto, ritenendolo "un omicidio".
Fasci Italiani del Lavoro (FIL)
[modifica | modifica wikitesto]Attivo negli anni 2000, il FIL si ispirava al corporativismo fascista, enfatizzando la centralità dello Stato e la subordinazione dell'individuo alla collettività. Pur essendo stato coinvolto in attività politiche locali, il gruppo è stato sciolto per attività illegali.[90]
Rete dei Patrioti - Movimento Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 2020, la Rete dei Patrioti è un gruppo che promuove un nazionalismo radicale, l'identitarismo violento e la continuità ideologica con Forza Nuova, enfatizzando la lotta contro le istituzioni percepite come nemiche.[91]
Movimenti senza rappresentanza parlamentare
[modifica | modifica wikitesto]Veneto Fronte Skinheads (VFS)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato negli anni 1980-1990, il VFS era un gruppo neonazista giovanile che promuoveva la violenza di strada, il razzismo esplicito e l'antisemitismo, ispirandosi alla sottocultura skinhead e all'estremismo identitario.[92]
Movimento Sociale Fiamma Tricolore (MS-FT)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 1995, il MS-FT si proponeva come erede del MSI, enfatizzando un ultranazionalismo comunitarista e una difesa dei valori gerarchici e patriarcali, celebrando la violenza come metodo di affermazione politica.[93]
Fronte Nazionale (FN)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 1997, il FN era un gruppo che promuoveva un nazionalismo estremo, la xenofobia e una retorica populista contro le minoranze e la globalizzazione, ispirandosi ai partiti neofascisti europei.[94]
Movimento Idea Sociale (MIS)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 2004, il MIS era un gruppo che enfatizzava il nostalgismo fascista, l'ultranazionalismo e l'identitarismo violento, proponendo una visione gerarchica della società.[94]
Rifondazione Fascista
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 2006, Rifondazione Fascista era un gruppo che promuoveva il nostalgismo fascista, il revisionismo storico e l'identitarismo locale, enfatizzando i miti del fascismo storico.[94]
Manipolo d’Avanguardia Bergamo (M.A.B.)
[modifica | modifica wikitesto]Attivo negli anni 2010, il M.A.B. era un gruppo neonazista che promuoveva il paramilitarismo, l'antisemitismo e la violenza ideologica, con un forte legame con l'estremismo locale.[94]
Nuovo Ordine Nazionale (NON)
[modifica | modifica wikitesto]Attivo negli anni 2010, il NON era un gruppo che promuoveva il nostalgismo fascista, il neonazismo e l'ultranazionalismo, con una retorica violenta e autoritaria.[94]
Destra Sociale
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 2014, Destra Sociale era un gruppo che enfatizzava il nostalgismo fascista, l'ultranazionalismo e l'identitarismo violento, proponendo una visione gerarchica e militarista della società.[94]
Movimenti o gruppi con attività criminale o associative contestate
[modifica | modifica wikitesto]Nuovo MSI (Gaetano Saya)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 2000, il Nuovo MSI era un gruppo che combinava paramilitarismo e nostalgismo fascista, proponendo la creazione di una "polizia parallela" e violando le leggi ordinarie.[95][96]
Fasci Italiani del Lavoro (FIL)
[modifica | modifica wikitesto]Attivo negli anni 2000, il FIL era un gruppo che promuoveva il nostalgismo fascista locale e il corporativismo radicale, celebrando la violenza politica come strumento identitario.[90]
Comunità Militante dei Dodici Raggi (Do.Ra)
[modifica | modifica wikitesto]Fondato nel 2012, Do.Ra era un gruppo neonazista che promuoveva il suprematismo bianco, l'antisemitismo e la glorificazione della violenza politica, con una visione paramilitare e esoterica.[92]
Altri gruppi locali estremisti (M.A.B., NON, ecc.)
[modifica | modifica wikitesto]Attivi negli anni 2010, questi gruppi promuovevano il neonazismo, il paramilitarismo e l'identitarismo violento, con attività criminali e associative contestate, senza condanne specifiche.[94]
Partiti e movimenti neofascisti del passato
[modifica | modifica wikitesto]- Partito Democratico Fascista, formazione politica neofascista clandestina attiva nel secondo dopoguerra (1945–1947), guidata da Domenico Leccisi, noto per il trafugamento della salma di Benito Mussolini tra il 27 e il 28 aprile 1946; il suo organo di stampa era *Lotta Fascista*, e adottava come simbolo il fascio senza la scure [97].
- Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, partito nazional-conservatore fondato nel 1946 e attivo fino al 1995; nel 1994, dopo la «svolta di Fiuggi», diede vita a Alleanza Nazionale (1994–2009) e nello stesso periodo a Movimento Sociale – Fiamma Tricolore (1995), frazionandosi inoltre in vari movimenti minori; l’organizzazione giovanile era il Fronte della Gioventù, quella studentesca il FUAN [98].
- Raggruppamento Sociale Repubblicano, formazione neofascista nata nel 1952 come scissione dell’ala intransigente (“sinistra”) del MSI — guidata da Giorgio Pini e Concetto Pettinato — in opposizione all’alleanza con i monarchici; fu ufficialmente fondato il 31 agosto 1952 e operò fino al 1957, entrando poi nel cartello noto come Partito del Socialismo Nazionale [99].
- Movimento Legionario Italiano (MLI), progetto politico di ispirazione mussoliniana e dannunziana, promosso da Asvero Gravelli, giornalista e figura di rilievo nel movimento giovanile fascista tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’30; la sua attività fu limitata alla sfera teorica e propagandistica, senza evidenze di reale operatività politica organizzata. La data esatta della sua fondazione e la natura effettiva dell’iniziativa restano poco documentate [100].
- Movimento Popolare Italiano (MPI), fondato nel marzo del 1960 da Arconovaldo Bonacorsi, ex dirigente fascista, squadrista bolognese, veterano della guerra civile spagnola (dove era noto come «conte Rossi») e coinvolto nell’omicidio di Anteo Zamboni (1926). Il movimento, nato come scissione dal MSI, si proponeva tra i suoi obiettivi di «propagandare ovunque la necessità di riportare in seno alla Patria i territori e i fratelli che un riprovevole diktat ci ha illegalmente tolti», «abrogare le leggi cosiddette antifasciste» e «bandire dalla vita pubblica tutti quei partiti che sono al servizio dello straniero e in particolare il Partito Comunista». L’MPI cessò di esistere dopo la morte del suo fondatore nel 1962.[101]
- Avanguardia Nazionale, movimento neofascista extraparlamentare fondato nel 1960 da Stefano Delle Chiaie, protagonista della galassia della destra radicale italiana del dopoguerra. Attivo nelle mobilitazioni di piazza e in collegamento con settori dell’estrema destra europea e latinoamericana, fu sciolto d’ufficio nel 1976 con decreto del Ministero dell’interno per ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista.[102][103]
- Stato del Lavoro (inizialmente Movimento Unionista Sindacale Democratico), fondato da Rodolfo Nori ed esistito dal 1962 al 1970. Nel 1965 Nori fu promotore anche dell’“Unione Italica”, associazione che mirava senza successo a federare diversi gruppi della destra radicale. Il movimento si richiamava a un’ispirazione neofascista e propugnava un modello di sindacalismo corporativo alternativo al sistema partitico della Repubblica italiana. Ebbe scarso seguito e confluì successivamente nella Lega Italia Unita.[104]
- Falange Tricolore, gruppo di estrema destra attivo tra il 1963 e il 1969, fondato dall’avvocato Giorgio Arcangeli. L’organizzazione ebbe breve durata e fu sciolta dopo il clamoroso episodio del 21 luglio 1969, quando Arcangeli fu arrestato per aver aperto il fuoco con un mitra contro l’ambasciata sovietica a Roma.[105]
- Giovane Europa, attiva dal 1963 al 1970, fondata da Pierfranco Bruschi (già presidente del gruppo Giovane Azione nel 1962–1963). Operante soprattutto nel Nord Italia, rappresentò il tentativo di costituire una sezione italiana del movimento belga Jeune Europe di Jean Thiriart, fautore di un nazionalismo europeo rivoluzionario con influssi gollisti e maoisti. Il gruppo si dissolse poco dopo la chiusura dell’organizzazione madre. Vi militarono, tra gli altri, il saggista Claudio Mutti, lo storico Franco Cardini e il futuro deputato ed europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio.[106]
- Comitato Tricolore (in origine Comitato Tricolore per l’Italianità dell’Alto Adige), attivo dal 1966 al 1968, costituito da ex membri della MVSN e della RSI. Il gruppo ebbe vita breve e restò confinato a un’azione simbolica e propagandistica, soprattutto nella questione altoatesina.[107]
- Italia Nuova, fondato a Milano il 2 luglio 1967, formazione minore della destra extraparlamentare. Nel marzo 1970 aderì alla Lega Italia Unita, confluendo nella riorganizzazione di più sigle dell’area neofascista.[108]
- Europa Civiltà, fondata nel 1967 e attiva fino alla fine degli anni 1970. Movimento di ispirazione nazionalista e tradizionalista, si collocava nell’area neofascista extraparlamentare, con scarso seguito e scarsa visibilità pubblica.[109]
- Partito della Ricostruzione Nazionale (poi Movimento Ricostruzione Nazionale), fondato il 2 gennaio 1967 da Armando Mariotti. Il movimento puntava sulla propaganda per la scheda bianca come forma di protesta elettorale e sull’idea di sostituire i partiti tradizionali con rappresentanze dirette delle categorie economico-sociali (artigiani, professionisti, lavoratori).[110]
- Costituente Nazionale Rivoluzionaria (CNR), attiva dal 1967 al 1970, fondata a Milano da Giacomo (Raffaele) De Sario, ex repubblichino e in seguito legato anche al PSDI. Pubblicò il settimanale *Forza Uomo*, diretto insieme a Armando Mariotti. Il gruppo si ispirava a figure come Giuseppe Mazzini, Carlo Pisacane, al primo Mussolini di orientamento socialista e al Futurismo, in un’ottica di sintesi rivoluzionaria.[111][112]
- Fronte Nazionale, fondato nel 1967 da Junio Valerio Borghese, già figura di rilievo della Repubblica Sociale Italiana e membro del Comitato Tricolore. Attivo fino al 1970, il movimento rappresentò il principale tentativo di riorganizzazione della destra neofascista extraparlamentare, incentrato sulla leadership carismatica del “principe nero”.[110][113]
- Ordine Domani, nato in Sardegna e attivo presumibilmente nel 1968.[114]
- Movimento Tradizionale Romano (MTR), fondato a Napoli nel 1968 dall'insegnante di scuola elementare Ermenegildo Cella che auspica il "ripristino di un nuovo Stato romano nell'ambito delle già province romane con la denominazione di Repubblica Sociale Romana. La sua meta finale è un ordine nuovo-antico nelle coscienze dei singoli e dei popoli onde realizzare lo Stato etico ideale con la denominazione di Repubblica Sociale Mondiale, al lume della imperitura saggezza dell'Urbe immortale".[115]
- Nuova Caravella, nato nel marzo 1968 tra gli studenti universitari romani dissidenti dall'MSI, fondato da Cesare Perri, studente di medicina. Nel 1970 i membri confluiranno in Avanguardia Nazionale.[116]
- L'Assalto, nato nel novembre 1968, faceva riferimento all'omonima rivista gestita da Pietro Caporilli, ex legionario a Fiume con Gabriele D'Annunzio, poi militante della Repubblica Sociale Italiana e già membro dell'MSI.[117]
- Fronte Delta, fondato nel 1969 da Marco Pirina, gruppo giovanile di studenti della Sapienza di Roma e dissidenti fuoriusciti dal FUAN e MSI, successivamente incriminato per il coinvolgimento nel golpe Borghese.[118]
- Movimento d'Opinione Pubblica (poi Fronte degli Italiani), nato nel giugno del 1969, si dissolse nel 1970, quando i membri aderirono alla Lega Italia Unita.
- Gruppo Spontaneo Anticomunista, nato a Milano dopo il caso Annarumma, ma già alla fine del 1969 il gruppo divenne inoperante, e a quanto sembra diversi membri entrarono nel Partito Liberale Italiano.[119]
- Lotta di Popolo, esistente dal 1969 al 1973, si proponeva di unire istanze del nazismo e del fascismo col maoismo, poi Lotta Popolare (1975-1978).
- Movimento di Azione Rivoluzionaria (MAR), nato all'inizio del 1970 a Sondrio e guidato da Gaetano 'Tano' Orlando, commercialista e sindaco di Lovero con la lista Unione Cristiana Democratica. Nell'aprile di quello stesso anno viene arrestato per detenzione di materiale esplosivo e per essersi autoaccusato di aver abbattuto un elettrodotto a Tirano, un mese dopo aver aderito alla Lega Italia Unita.
- Lega Italia Unita, insieme di associazioni, gruppi e micro-partiti di estrema destra costituitasi a Milano l'8 marzo 1970. Dopo poche settimane uno dei gruppi confluiti, il Movimento di Azione Rivoluzionaria (MAR), venne indagato per attentati ai tralicci dell'energia elettrica in Valtellina, portando i membri di vari gruppi a dissociarsi da tali azioni comportando così lo scioglimento della Lega.[120]
- Avanguardia Rivoluzionaria, esistente dal 1970 al 1971, attivo nell'Italia meridionale e fondato a Bari dal geometra Angelo Apicella, dopo sei mesi dalla fondazione vengono indagati dalla procura di Bari per violazione della legge Scelba.[121][122]
- Movimento di Rinnovamento Italiano, risultante attivo nel 1971 durante l'ultima fase della rivolta di Reggio Calabria, fondato dal duca Giuseppe Avarna di Gualtieri, già collaboratore del Partito Nazionale Monarchico e del MSI nonché tra i fondatori del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia.
- Democrazia Nazionale - Costituente di Destra, partito nato nel 1977 da una spaccatura del MSI entrata in contrasto con Almirante. Ne fu deciso lo scioglimento nel 1979, dopo che nessun candidato venne eletto nelle elezioni politiche e in quelle europee di quello stesso anno.[123][124] Uno dei membri, Mario Tedeschi (ex membro della Xª Flottiglia MAS di Junio Borghese, ex membro dei Fasci di Azione Rivoluzionaria, membro della loggia massonica P2 e missino editore della rivista Il Borghese) è stato riconosciuto secondo le sentenze di primo grado e d'appello della Corte d'Assise di Bologna come uno dei mandanti, organizzatori e finanziatori della strage di Bologna del 1980, insieme a Licio Gelli, Federico Umberto D'Amato e Umberto Ortolani[125].
- Costruiamo l'azione, fondata da Paolo Signorelli ed esistente dal 1978 al 1980.
- Movimento Politico, noto inizialmente come Movimento Politico Occidentale, rete di occupazioni a scopo abitativo di impianto nazional-rivoluzionario apertamente neonazista e neofascista formata nel 1984 da Maurizio Boccacci, successivamente collaborò col Veneto Fronte Skinheads e altri movimenti naziskin italiani prima di venir sciolta nel 1993. Diversi membri sono poi confluiti in Forza Nuova e CasaPound.
- Fronte Nazionale, fondato da Franco Freda ed esistente dal 1990 al 2000, sciolto d'ufficio per ricostituzione del partito fascista.
- Meridiano Zero, movimento di ispirazione evoliana e neopagano-romano con influenze del nazismo esoterico nato l'8 settembre 1991 dalla fusione di alcuni gruppi di fuoriusciti dal Fronte della Gioventù romano, a seguito di fratture determinatesi nell'ambiente giovanile missino dopo la decisione del partito di appoggiare l'intervento americano in Iraq, e a causa di varie tensioni interne all'organizzazione romana del Fronte della Gioventù. Il movimento, guidato da Rainaldo Graziani, figlio del leader di Ordine Nuovo Clemente Graziani, adotta come simbolo una bandiera rossa con una runa di Algiz nera in cerchio bianco secondo lo schema della bandiera nazista. Si scioglie ufficialmente nel 1993 e i membri si disperderanno in altri gruppi di estrema destra negli anni successivi. Tra gli ex militanti anche Alessandro Giuli, poi divenuto nel 2024 ministro della cultura nel governo Meloni[126].
- Azione Sociale, fondata nel 2003 da Alessandra Mussolini e sciolta nel 2009, scissione da Alleanza Nazionale.
- Alternativa Sociale, federazione di partiti (MS-FT, Azione Sociale, FN e Fronte Sociale Nazionale) esistente dal 2003 al 2006, diretta da Alessandra Mussolini.
- Sezione Arconovaldo Bonaccorsi, movimento politico ispirato dall'omonimo squadrista bolognese, attivo almeno dal 2003 accusato di associazione a delinquere finalizzata alle lesioni personali, al porto abusivo di armi improprie, alla violenza privata e alla discriminazione per motivazioni etniche, nazionali, religiose sgominata dalla DIGOS nel 2007[127].
- La Destra, partito politico italiano fondato da Francesco Storace nel 2007 come scissione di Alleanza Nazionale. Nel 2017 confluì insieme ad Azione Nazionale di Gianni Alemanno nel Movimento Nazionale per la Sovranità (MNS) che a sua volta confluirà nel 2019 nel partito Fratelli d'Italia[128].
- Azione Fascista Nazional-Socialista (AFNS), fondata da un consigliere comunale di Borutta e attiva in Sardegna nella primavera del 2007.[129]
- Movimento Uomo Nuovo, fondato nel settembre 2009 da Nicola Trisciuoglio, ex avvocato napoletano con precedenti per truffa, estorsione e incitamento all'odio razziale. Il gruppo venne smantellato dalla procura dell'Aquila nel 2014 in quanto progettava un piano eversivo stragista.[130]
- Confederatio - Confederazione delle Comunità di Popolo, movimento di ispirazione neonazista formato nel 2011. sciolto anch'esso nella stessa operazione che portò allo scioglimento del Movimento Uomo Nuovo e Nazionalisti Friulani.[131]
- Nazionalisti Friulani (NF), nati ufficialmente nel gennaio 2014 a Udine[132] e disciolti nel dicembre di quello stesso anno.
- Movimento Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori, smantellato dalla DIGOS nel 2019 con indagini partite dalla procura di Enna.[133]
Organizzazioni di lotta armata
[modifica | modifica wikitesto]Ci furono gruppi, alcuni strutturati, altri riconducibili allo spontaneismo armato, che si richiamarono all’area neofascista:
- Fasci di Azione Rivoluzionaria, attivi dal 1945 al 1947, fondati da Pino Romualdi. Furono una delle prime formazioni neofasciste clandestine del dopoguerra, dedite ad azioni violente e attentati.[134]
- Avanguardia Nazionale, movimento extraparlamentare neofascista fondato nel 1960 da Stefano Delle Chiaie, attivo fino al 1976, quando venne sciolto per ricostituzione del partito fascista. Una sua componente fu coinvolta in episodi di violenza politica e azioni clandestine.[102]
- Fronte Nazionale – Squadre d’Azione Mussolini, formazione attiva tra il 1967 e il 1971, legata all’area del Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese.[110]
- Ordine Nuovo, attivo dal 1969 al 1973, nato dalla scissione del Centro Studi Ordine Nuovo. Fu sciolto con decreto governativo per ricostituzione del partito fascista e parte dei suoi militanti confluirono nella clandestinità armata.[135]
- Squadre d'Azione Mussolini, gruppo minore, attivo tra la fine degli anni 1960 e la prima metà degli anni 1970, caratterizzato da azioni dimostrative e violente.[136]
- Fronte Nazionale Rivoluzionario, attivo dal 1972 al 1975, formazione clandestina di estrema destra protagonista di attività eversive.[137]
- Rosa dei Venti, organizzazione segreta attiva dal 1972 al 1974, legata a settori eversivi della destra e ambienti militari, coinvolta nelle indagini sui tentativi di golpe.[138]
- Giustizieri d’Italia, gruppo clandestino di estrema destra attivo dal 1972 alla fine degli anni 1970, autore di azioni dimostrative e attentati minori.[139]
- Ordine Nero, formazione terroristica neofascista nata nel 1974, responsabile di attentati sanguinosi durante la strategia della tensione.[140]
- Nuclei Armati Rivoluzionari, attivi dal 1977 al 1981, organizzazione terroristica neofascista coinvolta in numerosi attentati, tra cui la strage di Bologna (1980).[141]
- Ronde Pirogene Antidemocratiche, gruppo goliardico-violento nato intorno al 1977, dedito ad azioni incendiario-provocatorie; fu citato anche nelle indagini sulla strage di piazza della Loggia.[142]
- Nuclei Sconvolti per la Sovversione Urbana, gruppo minore comparso nel 1978, caratterizzato da iniziative violente estemporanee e senza reale struttura.[143]
- Esercito Nazionale Rivoluzionario – Brigate Combattenti “Franco Anselmi”, formazione nata nel 1978 intitolata al militante missino ucciso nello stesso anno; promosse azioni terroristiche nella capitale.[144]
- Terza Posizione, esistente dal 1978 al 1980
- Brigate Nazionali Rivoluzionarie (1978)
- Briganti della Tolfa (1979)[145]
- Azione Nazista Rivoluzionaria (1979)
- Movimento Rivoluzionario Popolare, esistente dal 1979 al 1980
- Giustizia Nazionale Rivoluzionaria (1979 -1980?)
- Neofascisti Rivoluzionari (1979 -1980?)
- Opposizione Popolare Rivoluzionaria (1979 -1980?)
- Associazione Protezione Italiani, esistente dal 1979 al 1981
- Nuclei Fascisti Rivoluzionari (1980)
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Testi autobiografici
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- Stefano Delle Chiaje, L'aquila e il condor, Sperling & Kupfer, 2012.
- Cesare Ferri, Una sera d'inverno, Settimo Sigillo, 2006.
- Augusto Grandi, Baci & Bastonate, Angolo Manzoni, 2007.
- Giampaolo Mattei, La notte brucia ancora, Sperling & Kupfer, 2008.
- Ferdinando Menconi, Anni di porfido, Sassoscritto, 2007.
- Alessandro Preiser, Avene selvatiche, Marsilio, 2004.
- Giulio Salierno, Autobiografia di un picchiatore fascista, Minimum fax, 2008.
- Paolo Signorelli, Di professione imputato, Sonda, 1996.
- Mario Tuti, Confessione per il mio giudice, Seb, 1994.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- neofascismo, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) neofascism, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Renato Del Ponte, Le correnti della tradizione pagana romana in Italia, su centrostudilaruna.it, 1º gennaio 2000.
- (EN) Benito Mussolini: a dictator for all seasons in Italy?, in The Guardian. URL consultato il 3 settembre 2025.
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