Nella stagione 1940-1941, nella prima stagione calcistica disputata nel clima di guerra in corso, il Catania disputa il gruppo H della Serie C. Si classifica sesto con 25 punti, per peggiore quoziente reti nei confronti del Brindisi. Che non sia l'anno giusto per puntare al salto di categoria, lo si capisce presto, gli attaccanti catanesi, annota "Il Popolo di Sicilia", ben sorretti alle spalle, non trovano facilmente la via della rete. Difesa e mediana tengono e fanno il loro dovere. L'unica nota positiva degli attaccanti è un diciannovenne che indossa la maglia numero dieci Carmelo Di Bella, di lui scrive "Il Littoriale": fiato a josa, serpentine ben fatte, sorprende il suo gioco di quantità e qualità... un gioco da asso lanciato. Il nuovo allenatore è l'ungherese Ernst Guzsik.
Il nuovo impianto catanese, lo stadio costruito nel quartiere Cibali, nelle prossime tre stagioni sarà intitolato all'ex governatore della Libia Italo Balbo. Ad inizio stagione parte male anche la Coppa Italia, o meglio, si vince battendo (3-0) il Siracusa, ma si perde a tavolino per la posizione irregolare del centravanti Angelo Oliviero in arrivo dal Marzotto Valdagno, così i rossazzurri perdono l'attaccante e la qualificazione. Il campionato lo si chiude a mezza classifica con 25 punti, lo vince con 31 punti il Siracusa. Per il futuro la società vuole ripartire da un gruppo di giovani, ormai pronti per la prima squadra.
Antonio Buemi, Carlo Fontanelli, Roberto Quartarone, Alessandro Russo e Filippo Solarino, Tutto il Catania minuto per minuto, Empoli (FI), Geo Edizioni S.r.l., 2010, pp. 89-92.