Campomorone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Campomorone
comune
Campomorone – Stemma
Campomorone – Bandiera
Campomorone – Veduta
Campomorone – Veduta
Panorama di Campomorone
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Liguria
Città metropolitana Genova
Amministrazione
SindacoGiancarlo Campora (lista civica di centro-sinistra Campomorone la nostra comunità) dal 27-5-2019
Data di istituzione1861
Territorio
Coordinate44°30′24.79″N 8°53′30.48″E / 44.506886°N 8.8918°E44.506886; 8.8918 (Campomorone)
Altitudine118 m s.l.m.
Superficie25,91 km²
Abitanti6 479[1] (31-5-2022)
Densità250,06 ab./km²
FrazioniCravasco, Gallaneto, Gazzolo, Isoverde, Langasco, Pietralavezzara, Santo Stefano di Larvego
Comuni confinantiBosio (AL), Ceranesi, Fraconalto (AL), Genova, Mignanego, Voltaggio (AL)
Altre informazioni
Cod. postale16014
Prefisso010
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT010009
Cod. catastaleB551
TargaGE
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 867 GG[3]
Nome abitanticampomoronesi
PatronoMadonna del Santo Amore
Giorno festivoprima domenica di settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Campomorone
Campomorone
Campomorone – Mappa
Campomorone – Mappa
Posizione del comune di Campomorone nella città metropolitana di Genova
Sito istituzionale

Campomoróne (Campomon in ligure[4]) è un comune italiano di 6 479 abitanti[1] della città metropolitana di Genova in Liguria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Buona parte del territorio comunale campomoronese si sviluppa in val Verde, valle minore dell'alta val Polcevera, lungo la riva sinistra del torrente Verde, poco a monte della confluenza con il torrente Riccò. L'area nord-occidentale del territorio comunale, affacciata sui laghi del Gorzente, fa invece parte del bacino padano. Il capoluogo si trova a nord di Genova.

I principali corsi d'acqua, oltre al Verde e al Riccò, sono i rii minori d'Iso, Gioventina, Gallaneto e San Martino e, sul versante padano, il torrente Gorzente.

Tra le vette il monte delle Figne (1172 m), il monte Taccone (1113 m), il monte Leco (1072 m), il Bric di Guana (962 m), il Bric Lagolungo (923 m), il monte Battolina (834 m), il monte Calvo (747 m), il Bric Bastia (574 m), il monte Carlo (550 m), il monte Carmelo (533 m), il monte Lavergo (502 m). Attraverso il passo della Bocchetta (772 m s.l.m.) è possibile il collegamento con la cittadina piemontese di Voltaggio nella valle del Lemme.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

"La Saliera"

I numerosi ritrovamenti di manufatti di varia natura, risalenti all'età del ferro, segnano la presenza dell'uomo in queste valli già in epoca preistorica.

In epoca romana, precisamente nel 148 a.C., fu costruita la Via Postumia ad opera del console della Repubblica di Roma Spurio Postumio Albino Magno. Già in quest'epoca contese tra i Liguri Genuates e i Veiturii Langenses (abitanti dell'alta val Polcevera) dominavano per queste valli, tanto da rendere necessario nel 117 a.C. un intervento diretto del Senato romano.

Nel III secolo le prime incursioni barbariche portarono allo spopolamento del paese verso Genova, ma in seguito la zona cominciò a ripopolarsi. L'attività agricola rifiorì e si riattivarono le vie di comunicazione. Durante il dominio bizantino della Liguria (intorno al 537) i paesi sulla Via Postumia, quindi anche Campomorone, divennero presidi politico-militari. Non esistono fonti storiche riguardo al Medioevo e si hanno del paese poche e sporadiche notizie, tra le quali le invasioni dei Saraceni nel IX e X secolo.

In un documento scritto del 1163 viene citato il toponimo Campomorone, relativo alla vendita di terre e campi ad un console di Genova.

Nel XVI secolo Campomorone vide aumentare la sua importanza politica, ma soprattutto economica. La Repubblica di Genova, divenuta nuova proprietaria del villaggio già dal XII secolo, rese carreggiabile il percorso di fondovalle del Polcevera fino al passo della Bocchetta, inaugurando la nuova strada il 5 dicembre del 1583. In seguito fu costruito il palazzo Pinelli, ora palazzo Balbi e sede del municipio, mentre verso la fine del secolo era già operante l'attività estrattiva del marmo verde di Pietralavezzara. Nei locali della parrocchia di Santo Stefano di Larvego esiste un reperto antichissimo che contrasta con la credenza che l'estrazione del marmo (conosciuto come "verde Polcevera") di Pietralavezzara, iniziò in epoca rinascimentale. Si tratta di un battistero in marmo verde ricavato da un blocco di alcuni quintali risalente all'XI secolo.

I ruderi del "cabannun" prima dei restauri del 2008-2009

Nel XVII secolo fu costruita la cappella di San Bernardo, ampliando la preesistente cappella di Santa Caterina da Siena. L'edificio divenne punto di riferimento degli abitanti assorbendo parte degli uffici parrocchiali della pieve di Langasco. Nel 1702, dopo un'opera di ampliamento, fu riaperta al culto la cappella di Nostra Signora della Misericordia.

Tra il 1746 e il 1747, nel quadro storico della guerra di successione austriaca, il territorio subì l'invasione degli Austriaci e molte frazioni di Campomorone furono abbandonate dagli abitanti, tra cui Cravasco dove gli invasori saccheggiarono la locale chiesa portando via la campana, gli arredi, bruciando le carte e i documenti dell'archivio. Tra le varie distruzioni compiute dall'esercito austriaco si ricorda inoltre la devastazione della chiesa romanica di Santo Stefano, dove fu lasciato in piedi soltanto il campanile.

Con la nuova dominazione francese di Napoleone Bonaparte, il 2 dicembre 1797 il territorio di Campomorone rientrò nel dipartimento del Polcevera, con capoluogo Rivarolo, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, Larvego divenne capoluogo del V cantone della giurisdizione della Polcevera e dal 1803 centro principale del II cantone della Polcevera nella giurisdizione del Centro. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel dipartimento di Genova.

Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilito dal congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel XIV mandamento di Pontedecimo del circondario di Genova dell'allora Provincia di Genova.

Fino all'Ottocento l'ente comunale aveva il nome di Larvego, ed aveva sede nella omonima frazione; assunse il nome attuale con il suo trasferimento nel 1871[5] nell'attuale capoluogo. Durante la seconda guerra mondiale tanti furono i partigiani di queste valli che contribuirono con il loro sacrificio alla liberazione d'Italia. In particolare, l'eccidio di Cravasco prende il nome dalla frazione omonima, presso il cui cimitero furono fucilati per rappresaglia diciassette antifascisti[6].

Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Alta Val Polcevera e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008[7], ha fatto parte fino al 2011 della Comunità montana Valli Genovesi Scrivia e Polcevera.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma

«D'argento, alla torre di rosso, mattonata di nero, finestrata dello stesso, merlata alla ghibellina di sette, fondata sulla pianura di verde, con la vite al naturale accollante in palo, in sbarra, in banda, la torre, nodrita centralmente sulla pianura, pampinosa di verde con la cima movente in banda dalla torre, a destra attigua alla merlatura, essa vite fruttata di tre, di azzurro, due grappoli caricanti la torre, il terzo posto a destra della torre, unito alla cima. Ornamenti esteriori da Comune.[8]»

Gonfalone

«Drappo di rosso…[8]»

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 20 febbraio 1996.[9]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale di San Bernardo presso il capoluogo

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Balbi. Edificato tra il 1590 e il 1595 ad opera del marchese Costantino Pinelli è oggi sede del municipio e di due musei civici. Si attribuisce il merito dell'acquisto del palazzo all'allora sindaco Parodi Giovanni Mario che, con i fondi comunali acquistò il palazzo rendendolo la nuova sede comunale. Nel palazzo soggiornò papa Pio VII nel 1815; dalla finestra più elevata impartì la benedizione alla popolazione. L'evento è testimoniato in una lapide murata all'ingresso posta nel 1923.
  • La saliera. Costruito nel XVII secolo dalla famiglia D'Amico come deposito del sale, da cui deriverebbe la denominazione "La Saliera", si presenta in un edificio quadrangolare a corte su due piani. Il sale fu molto importante per l'economia di Campomorone, ma soprattutto per la Repubblica di Genova che ne aveva il monopolio. Il deposito fu anche usato come magazzino per merci varie. Il torrione della saliera, chiamata nel dialetto locale sáia, è sicuramente la testimonianza di un edificio già esistente costruito con forma irregolare in pietra di fiume. Il piano superiore era destinato alla sosta e riposo del personale del deposito, i cui membri erano detti in loco stapulieri. Essendo un bene prezioso sia per il Comune sia per l'antica repubblica genovese, la saliera era dotata di due guardiole per la difesa e controllo dell'edificio.

Società[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Michele Arcangelo nella frazione di Gallaneto

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[10]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale di Santo Stefano nella frazione di Larvego

Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2022, i cittadini stranieri residenti a Campomorone sono 228[11], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[12]:

  1. Marocco, 51
  2. Romania, 38
  3. Albania, 33

Enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

A Campomorone sono presenti diverse realtà associative culturali eterogenee tra le quali l'Associazione Culturale Other Theatre - "Le arti si fanno palcoscenico"[13]. L'associazione è un gruppo di professionisti che hanno collaborato per anni alla realizzazione di diversi progetti in ambito educativo, pedagogico e riabilitativo, utilizzando quali strumenti le arti e la teatroterapia. Scopi dell'Associazione sono la pratica, la diffusione e la promozione dell'attività e della cultura teatrale e di quella legata alle arti figurative e grafico-pittoriche e del teatro di ricerca, finalizzati all'approfondimento della conoscenza del Sé, come percorso di crescita e di benessere interiore e come strumento educativo in ambito sociale.

L'associazione si occupa dell'allestimento di spettacoli teatrali, dell'organizzazione di laboratori, corsi e stage di aggiornamento, della promozione di iniziative di ricerca e divulgazione della cultura teatrale, anche mediante l'organizzazione di convegni, manifestazioni, concorsi a carattere locale, regionale, nazionale ed internazionale e della promozione di attività di animazione e di aggregazione rivolta a bambini e a ragazzi.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La frazione di Gazzolo

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

  • Biblioteca del Centro studi di diritto internazionale umanitario e dottrina del Movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna rossa fondata nel 1994.[14]
  • Biblioteca Civica Balbi fondata nel 1981.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo della Croce Rossa Italiana. Aperto al pubblico nel 1986 presso la locale sede della stessa raccoglie oggetti, attrezzi e mezzi di trasporto storici della croce rossa di Campomorone.
  • Museo civico di paleontologia e mineralogia[15]. Il museo fu inaugurato nel 1980 nelle sale dell'ultimo piano di palazzo Balbi, sede del comune. All'interno sono ospitati reperti fossili e mineralogici oltre che a laboratori didattici e sale per conferenze o proiezioni.
  • Museo delle marionette[16]. Inaugurato nel 1996 è anch'esso ubicato presso il palazzo comunale Balbi. La collezione è completa di diversi campioni di marionette, nonché attrezzi e copioni per le scene donati dal concittadino Angelo Cenderelli al Centro Assistenza Infantile di Campora. Acquisiti dal comune nel 1980 sono ora esposti presso il museo.
  • Biblioteca civica "Balbi"[17].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Il comune include le frazioni di Cravasco, Gallaneto, Gazzolo, Isoverde, Langasco, Pietralavezzara e Santo Stefano di Larvego storicamente riconosciute dalla comunità e dallo statuto comunale per un totale di 25,91 km2.[18]

Confina a nord con i comuni di Bosio (AL), Voltaggio (AL) e Fraconalto (AL), a sud ovest con Ceranesi e Genova, ad est con Mignanego.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale ospita un certo numero di piccole industrie. Ormai ridottissima l'attività agricola, che una volta era la risorsa predominante di questo territorio. Una considerevole parte della popolazione si sposta giornalmente per lavorare nel comune di Genova.

Anticamente oltre alle decine di mulini, pastifici ed officine metallurgiche poste ai margini del torrente Verde si possono ricordare nella frazione di Isoverde le cave di gesso. Inoltre erano presenti piccole aziende, per lo più gestite da famiglie, impiegate nella lavorazione della juta e del cotone.

In località Galata (Campora) era attiva una tintoria dove a cavallo tra il 1800 e il 1900 si tingeva di blu, da una sola faccia, il tessuto in cotone prodotto dai cotonifici locali. Il tessuto così trattato veniva spedito negli Stati Uniti d'America e serviva per confezionare i celebri blue-jeans.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio è attraversato prevalentemente da strade provinciali gestite da Città metropolitana di Genova che garantiscono i collegamenti tra il capoluogo e le frazioni.

In particolare distinguiamo:

  • SP4 dei Piani di Praglia[19]: attraversa il territorio comunale nella frazione di Gazzolo. La strada collega Pontedecimo con i Piani di Praglia; ha collegamenti diretti con la SP50. La strada svalica in Piemonte.
  • SP4 dir[20]: comprende il breve ponte che attraversa il Torrente che collega Campomorone con la SP4 dei Piani di Praglia.
  • SP5 della Bocchetta[21]: il suo inizio coincide con il confine tra via Gavino e via Campomorone; attraversa Campomorone, Langasco e Pietralavezzara per poi terminare con il Passo della Bocchetta. È collegata sia a Campomorone, sia a Pietralavezzara con la SP6 di Isoverde.
  • SP6 di Isoverde[22]: ha inizio da via Alcide de Gasperi fino ad arrivare a Cravasco. Attraversa Campora, Isoverde e Cravasco. È collegata alla SP50 di S. Stefano, alla SP4 dir e alla SP5 della Bocchetta.
  • SP50 di S. Stefano[23]: ha inizio dalla frazione di Campora e raggiunge la località Caffarella passando per S. Stefano. È collegata alla SP4 dei Piani di Praglia e alla SP6 di Isoverde.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

Il servizio di trasporto pubblico locale viene effettuato dal 1º gennaio 2021 da AMT Genova, che ha acquisito a seguito di determinazioni della Città metropolitana di Genova, il servizio di trasporto pubblico di linea dell'intera area metropolitana da ATP Esercizio.[24]

L'area comunale è servita dalle linee:[25]

  • 736 Pontedecimo-Cravasco: la linea parte la Pontedecimo in Via Anfossi e transitando per Campomorone, Campora e Isoverde raggiunge Cravasco; ad oggi solo due corse raggiungono Cravasco, mentre le altre sono limitate ad Isoverde;
  • 833 Pontedecimo-Sareto: la linea parte la Pontedecimo in Via Anfossi e transitando per Campomorone, Pontasso e Gaiazza raggiunge Sareto; ad oggi solo due corse raggiungono Sareto, mentre le altre sono limitate ad Gaiazza;
  • 834 Pontedecimo-Caffarella: la linea parte la Pontedecimo in Via Anfossi e transitando per Campomorone, Pontasso, Gazzolo e S. Martino raggiunge Caffarella; ad oggi tre corse raggiungono Caffarella, mentre le altre sono limitate ad S. Martino;
  • 838 Pontedecimo-Pietralavezzara: la linea parte la Pontedecimo in Via Anfossi e transitando per Campomorone e Langasco raggiungono Pietralavezzara.

Le corse possono aver origine/destinazione a Campomorone (dal capolinea di Via Gavino) o da Ponte della Ferriera.

L'orario festivo provoca un dimezzamento delle corse: viaggiano solo le linee 736 e 838.

Con l’entrata in vigore dell’orario invernale 2011/2012 di ATP Azienda Trasporti Provinciali S.p.A. (precedente concessionario del TPL nella Provincia di Genova) le corse delle linee della Val Verde sono state oggetto di numerosi tagli; sono state totalmente soppresse le linee che aggiungevano le frazioni di S. Stefano e Gallaneto.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Balbi sede del municipio e di musei
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
18 luglio 1985 16 luglio 1990 Giorgio Agnoletto Partito Comunista Italiano Sindaco
27 luglio 1990 24 aprile 1995 Giorgio Agnoletto Partito Democratico della Sinistra Sindaco
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giorgio Agnoletto Solidarietà e Progresso
(lista civica di centro-sinistra)
Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giorgio Agnoletto Solidarietà e Progresso
(lista civica di centro-sinistra)
Sindaco
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Giancarlo Campora Solidarietà e Progresso
(lista civica di centro-sinistra)
Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Giancarlo Campora Solidarietà e Progresso
(lista civica di centro-sinistra)
Sindaco
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Paola Guidi Solidarietà e Progresso
(lista civica di centro-sinistra)
Sindaco
27 maggio 2019 in carica Giancarlo Campora Campomorone la nostra comunità
(lista civica di centro-sinistra)
Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Campomorone è gemellata con:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

  • U.S.D. Campomorone Sant'Olcese, militante nel campionato di Eccellenza. Gioca le sue partite casalinghe allo stadio comunale di Begato 9, a Bolzaneto.
  • A.S.D. Vecchiaudace Campomorone, militante nel campionato di Prima Categoria.

È, assieme a Mignanego, una delle località della val Polcevera in cui si pratica il calcio anormale (calcio misto maschile-femminile).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ I toponimi dialettali sono citati nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
  5. ^ Regio decreto 15 marzo 1871, n. 133
  6. ^ Eccidio di Cravasco (PDF), su anpi.it. URL consultato il 27 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
  7. ^ Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008
  8. ^ a b Comune di Campomorone – (GE), su Araldica Civica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
  9. ^ Campomorone, DPR 1996-02-20, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali, busta 280, fascicolo 4564.6. URL consultato il 28 aprile 2021.
  10. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  11. ^ Cittadini stranieri residenti secondo i dati Istat del 31-12-2022, su demo.istat.it. URL consultato il 7 ottobre 2021.
  12. ^ Dati superiori alle 20 unità
  13. ^ Approfondimenti sul sito teatroinespresso.com Archiviato il 6 settembre 2007 in Internet Archive.
  14. ^ Sito Ufficiale Anagrafe delle Biblioteche Italiane (ABI) - Risultati ricerca, su anagrafe.iccu.sbn.it. URL consultato il 27 gennaio 2019.
  15. ^ Approfondimenti sul sito Campomoronecultura.it/Museo di Paleontologia e Mineralogia[collegamento interrotto]
  16. ^ Approfondimenti sul sito Campomoronecultura.it/Museo delle Marionette[collegamento interrotto]
  17. ^ Approfondimenti sul sito Campomoronecultura.it/Biblioteca civica Balbi[collegamento interrotto]
  18. ^ Fonte dallo Statuto Comunale
  19. ^ Strada SP004 dei Piani di Praglia, su Città Metropolitana di Genova. URL consultato il 27 gennaio 2023.
  20. ^ Strada SP004Dir S.P. n 04 dir, su Città Metropolitana di Genova. URL consultato il 27 gennaio 2023.
  21. ^ Strada SP005 della Bocchetta, su Città Metropolitana di Genova. URL consultato il 27 gennaio 2023.
  22. ^ Strada SP006 di Isoverde, su Città Metropolitana di Genova. URL consultato il 27 gennaio 2023.
  23. ^ Strada SP050 di Santo Stefano di Larvego, su Città Metropolitana di Genova. URL consultato il 27 gennaio 2023.
  24. ^ Home page ATP Esercizio s.r.l., su atpesercizio.it. URL consultato il 31 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2022).
  25. ^ VAL VERDE | AZIENDA MOBILITA' E TRASPORTI SpA, su amt.genova.it. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  26. ^ Fonte dal sito istituzionale del Comune di Campomorone-Gemellaggio, su comune.campomorone.ge.it. URL consultato il 18 novembre 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Traverso, Campomorone nel 120º anno di fondazione della S. O. C. M. S. S. Giuseppe, Genova, 1999, ed..

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN167439050 · GND (DE4626221-0 · WorldCat Identities (ENlccn-n93114747
  Portale Liguria: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Liguria