Praglia - Pracaban - Monte Leco - Punta Martin

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Praglia - Pracaban - Monte Leco - Punta Martin
Il crinale appenninico presso il M.Taccone
Tipo di areaSIC /ZSC
Codice WDPA555528243
Cod. Natura 2000IT1331501
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Liguria
Province  Genova
ComuniCampo Ligure, Campomorone, Ceranesi, Genova, Masone, Mele, Rossiglione
Superficie a terra6.958 ha
Provvedimenti istitutiviDecreto Ministeriale 7 aprile 2017
GestoreEnte parco del Beigua
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 44°30′11.16″N 8°49′30″E / 44.5031°N 8.825°E44.5031; 8.825

Praglia - Pracaban - Monte Leco - Punta Martin è un sito di interesse comunitario della Regione Liguria[1], designato come Zona Speciale di Conservazione con Decreto Ministeriale 7 aprile 2017[2], nell'ambito della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat).

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il sito comprende un'area di 6958 ettari nel territorio dei comuni di Campo Ligure, Campomorone, Ceranesi, Genova, Masone, Mele e Rossiglione[1], tutti nella Città metropolitana di Genova. Si tratta di una zona dell'Appennino molto vicina alla costa del Mar Ligure dove si alternano aree rocciose, boschi di origine naturale o dovuti a rimboschimenti, prati, pascoli, varie zone umide e alcune cavità carsiche. Tra le varie cime presenti si possono ricordare la Punta Martin e il Monte Leco, che danno il nome al SIC, e il Monte delle Figne[1], la più alta della zona. Da segnalare la presenza di substrati rocciosi di natura ofiolitica. Il sito confina con il Parco regionale delle Capanne di Marcarolo, situato in Piemonte.

Flora e vegetazione[modifica | modifica wikitesto]

Viola di Bertoloni

Da un punto di vista naturalistico sono particolarmente rilevanti le torbiere montane e la presenza di terreni derivanti dalla degradazione di ofioliti. Importanti anche le aree a pascolo che ospitano numerose specie di orchidee e zone con popolamenti di Euphorbia spinosa della sottospecie ligustica. Tra le specie rare o endemiche si possono ricordare Viola bertolonii, Cerastium utriense (la pervinca di Voltri) e Aquilegia ophiolithica, una specie descritta recentemente, lungamente confusa con Aquilegia bertolonii, endemica di quest'area e del vicino massiccio del Monte Beigua ed estremamente rara[1]. All'interno del SIC è presente il Giardino botanico di Pratorondanino.[3]

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare di geotritone

Tra le specie animali di maggiore rilevanza naturalistica presenti nel SIC si possono citare Salamandrina terdigitata (salamandrina dagli occhiali) e il geotritone (Speleomantes strinatii). L'avifauna comprende varie specie di rapaci tra le quali l'aquila reale e il biancone (Circaetus gallicus),[1] favorite anche dalla complessa morfologia montana che offre habitat adatti alle loro esigenze. Il sito costituisce inoltre un'area di sosta importante per le specie di uccelli migratori[3]. Interessante anche la presenza di chirotteri, legata alle cavità naturali[3] a loro volta dovute alla natura carsica di parte del SIC. L'entomofauna comprende specie un tempo parecchio diffuse ma oggi in via di rarefazione, come il cervo volante e il cerambice delle quercia, e altre più localizzate, come la sottospecie liguranus di Carabus solieri[1].

Gestione[modifica | modifica wikitesto]

Praterie di alta quota nel SIC/ZSC

Tra i principali obiettivi della gestione del SIC ci sono la corretta esecuzione dei tagli nelle aree prative, in modo da non impoverire biodiversità, e un uso attento delle risorse idriche che consenta la conservazione delle zone umide presenti nel sito. In particolare sono da evitarsi nuove captazioni idriche. Altro elemento di attenzione è quello ad una corretta fruizione escursionistica e al rispetto del divieto dell'uso di veicoli a motore al di fuori delle strade presenti. La caccia invece, purché praticata nel rispetto delle regole vigenti, non è invece considerata un'attività incompatibile con la conservazione del SIC.[3]

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Nel SIC/ZSC transita l'Alta Via dei Monti Liguri.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f SIC e ZPS in Liguria » Genova » Praglia - Pracaban - Monte Leco - Punta Martin, su natura2000liguria.it, Regione Liguria. URL consultato il 18 aprile 2020.
  2. ^ DECRETO 7 aprile 2017 - Designazione di 74 Zone speciali di conservazione della regione biogeografica mediterranea insistenti nel territorio della Regione Liguria, ai sensi dell'art. 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 98, 28 aprile 2017. URL consultato il 18 aprile 2020.
  3. ^ a b c d AA.VV., SIC IT 1331501 Praglia - Pracaban - Monte Leco - Punta Martin (PDF), in Piano Urbanistico del Comune di Genova - Studio di incidenza, Comune di Genova, pp. 63-71. URL consultato il 19 aprile 2020.
  4. ^ CAI - Liguria, Praglia, su cailiguria.it. URL consultato il 19 aprile 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]