Vagina: differenze tra le versioni

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===Sviluppo===
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Il piatto vaginale è il precursore della vagina.<ref name="Edmonds" /> Durante lo sviluppo, essa inizia la sua crescita quando le estremità fuse dei [[dotti paramesonefrici]] (chimati anche dotti Mülleriani) penetrano nella parete posteriore del seno urogenitale. Quando il piatto cresce, separa chiaramente la cervice e il seno urogenitale; le cellule centrali del piatto formano il lume vaginale.<ref name="Edmonds">{{cite book|vauthors=Edmonds K |title=Dewhurst's Textbook of Obstetrics and Gynaecology|publisher=[[John Wiley & Sons]]|isbn=0470654570|year=2012|page=423 |url=https://books.google.com/books?id=HfakBRceodcC&pg=PA423}}</ref> Questo avviene dalla ventesima alla ventiquattresima settimana di sviluppo. Se il lume non si forma, o è incompleto, membrane note come setti vaginali possono formarsi attraverso o attorno al foglietto causando l'ostruzione del tratto di efflusso più tardi nella vita.<ref name="Edmonds"/>

Durante il differenziamento sessuale, senza [[testosterone]], il seno urogenitale persiste come vestibolo della vagina. Le due pieghe urogenitali del tubercolo genitale formano le piccole labbra, mentre il gonfiore labioscrotale formerà le grandi labbra.<ref name="Merz and Bahlmann">{{cite book |vauthors=Merz E, Bahlmann F |title=Ultrasound in Obstetrics and Gynecology |volume=1 |publisher=Thieme Medical Publishers |year=2004|page=129|isbn=978-1-58890-147-7}}</ref><ref name="Schuenke">{{cite book |vauthors=Schuenke M, Schulte E, Schumacher U |title=General Anatomy and Musculoskeletal System |publisher=Thieme Medical Publishers |isbn=978-1-60406-287-8|year=2010|page=192 |url=https://books.google.com/books?id=NK9TgTaGt6UC&pg=PA192}}</ref>

Vi sono opinioni contrastanti sull'origine [[embrione|embriologica]] della vagina. La tesi maggioritaria risale alla descrizione di Koff del 1933 in cui si afferma che i due terzi superiori della vagina originano dalla porzione caudale dei condotti Mülleriani, mentre la porzione inferiore della vagina si sviluppa dal seno urogenitale.<ref name="Herrington">{{cite book|vauthors=Herrington CS|title=Pathology of the Cervix|publisher=Springer Science & Business Media|isbn=3319512579|year=2017|pages=2–3|url=https://books.google.com/books?id=hc40DwAAQBAJ&pg=PA2}}</ref><ref name="Woodruff">{{cite book|vauthors=Woodruff TJ, Janssen SJ, Guillette LJ, Jr, Giudice LC|title=Environmental Impacts on Reproductive Health and Fertility|publisher=[[Cambridge University Press]]|isbn=1139484842|year=2010|page=33|url=https://books.google.com/books?id=WQRAfsjuUgQC&pg=PA33}}</ref> Altre tesi sono quelle del 1957, in cui Bulmer descrive l'epitelio vaginale come proveniente esclusivamente dal seno dell'epitelio urogenitale<ref name="New insights"/> e quella del 1970 di Witschi in cui viene riesaminata la tesi di Koff in cui conclude che i bulbi sino-vaginali hanno la stessa origine della porzione inferiore del [[dotto di Wolff]].<ref name="Woodruff"/><ref name="Grigoris">{{cite book|vauthors=Grimbizis GF, Campo R, Tarlatzis BC, Gordts S|title=Female Genital Tract Congenital Malformations: Classification, Diagnosis and Management|publisher=Springer Science & Business Media|isbn=1447151461|year=2015|page=8|url=https://books.google.com/books?id=IGlnBgAAQBAJ&pg=PA8}}</ref>

La teoria di Witschi è stata condivisa da Acién ''et al.'', da Bok e da Drews.<ref name="Woodruff"/><ref name="Grigoris"/> Robboy ''et al.'' rivederono le teorie di Koff e Bulmer sostenendo la descrizione di quest'ultimo alla luce delle loro ricerche.<ref name="New insights"/> I dubbi derivano dalla complessità dei tessuti correlati e la mancanza di un modello animale simile.<ref name="New insights">{{cite journal |vauthors=Robboy S, Kurita T, Baskin L, Cunha GR |year=2017 |title=New insights into human female reproductive tract development |pmid=28918284|journal=Differentiation |volume= 97|pages=9–22|doi=10.1016/j.diff.2017.08.002}}</ref><ref name="Kurman">{{cite book|vauthors=Kurman RJ|title=Blaustein's Pathology of the Female Genital Tract|publisher=Springer Science & Business Media|isbn=1475738897|year=2013|page=132|url=https://books.google.com/books?id=sM3eBwAAQBAJ&pg=PA132}}</ref> Per questo motivo, lo studio dello sviluppo vaginale umano è in corso e può aiutare a risolvere le diverse visioni.<ref name="Woodruff"/>


== Fisiologia ==
== Fisiologia ==

Versione delle 12:14, 21 giu 2018

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Disambiguazione – Se stai cercando la parte esterna alla vagina, vedi Vulva.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Vagina (disambigua).
Vagina
Rappresentazione dell'apparato genitale femminile
Anatomia del Gray(EN) Pagina 1264
Localizzazione anatomicacavità pelvica
Arteriaarteria uterina
Venaplesso venoso vaginale
Linfaticilinfonodi iliaci interni
Identificatori
MeSHA05.360.319.779
TAA09.1.04.001
FMA19949

Nei mammiferi, la vagina (dal latino vagina, letteralmente "fodero" o "guaina"[1]) è la parte elastica e muscolare del tratto genitale femminile ed è costituita da un canale fibromuscolare molto elastico che serve da supporto al collo dell’utero e all'uretra. Negli esseri umani, si estende dalla vulva alla cervice. Normalmente, l'apertura vaginale esterna è parzialmente coperta da una membrana chiamata imene. Si tratta dell'organo femminile interessato nel rapporto sessuale e, come canale ultimo, nel parto. Essa canalizza anche il flusso mestruale (mestruazioni), che si ha negli esseri umani e nei primati come parte del ciclo mestruale mensile.

Sebbene la ricerca sulla vagina sia particolarmente carente per diversi animali, la sua posizione, struttura e dimensioni sono documentate come variabili tra le specie. Le femmine dei mammiferi hanno solitamente due aperture esterne nella vulva, l'apertura uretrale per il tratto urinario e l'apertura vaginale per il tratto genitale. Ciò si differenzia dai mammiferi maschi che solitamente hanno una singola apertura uretrale sia per la minzione che per la riproduzione. L'apertura vaginale è molto più grande della vicina apertura uretrale ed entrambe, nelle femmine umane, sono protette dalle labbra negli umani. Negli anfibi, negli uccelli, nei rettili e nei monotremi, la cloaca è l'unica apertura esterna per il tratto gastrointestinale, il tratto urinario e il tratto riproduttivo. Anche gli insetti femmina ed altri invertebrati hanno una vagina, che è la parte terminale dell'ovidotto.[2]

Per favorire una penetrazione della vagina durante il rapporto sessuale o altre attività sessuali, l'umidità vaginale aumenta durante l'eccitazione in tutte le femmine dei mammiferi, fornendo così una lubrificazione vaginale, che riduce l'attrito. Infatti, la struttura delle pareti vaginali crea un certo attrito con il pene durante il rapporto e questo comunque contribuisce allo stimolo verso l'eiaculazione, consentendo la fecondazione. Le attività sessuali, sia eterosessuale che omosessuali, possono provocare nelle donne infezioni sessualmente trasmissibili (STI), il cui rischio può essere ridotto con ricorrendo a pratiche sessuali sicure. ulteriori problemi di salute possono interessare anche la vagina umana.

La vagina e la vulva hanno suscitato forti reazioni nelle società nel corso della storia, comprese percezioni e linguaggio negativi, tabù culturali e il loro uso come simboli per la sessualità femminile, per la spiritualità o la rigenerazione della vita. Nel linguaggio comune, la parola vagina è spesso usata per riferirsi alla vulva o ai genitali femminili in generale. In una precisa definizione anatomica, tuttavia, con il termine vagina ci si riferisce esclusivamente alla specifica struttura interna, e comprendere la distinzione può migliorare la conoscenza dei genitali femminili e aiutare nella comunicazione sanitaria.

Anatomia umana

Lo stesso argomento in dettaglio: Posizione anatomica.

Anatomia macroscopica

Anatomia dell'apparato riproduttivo femminile
Anatomia della vulva, dall'"alto" (pube) al "basso" (ano):
Pube - Monte di Venere
Prepuzio clitorideo
Glande clitorideo
Grandi labbra
Piccole labbra
Orifizio uretrale
Orifizio vaginale
Perineo
Ano

La vagina è un canale elastico che si estende dalla cervice uterina (porzione anatomica più profonda) alla vulva (porzione anatomica superficiale), la quale ha una lunghezza da 6 a 8 cm nella parte anteriore e di 8–9 cm nella parte posteriore,[3] dilatandosi/espandendosi in lunghezza e larghezza durante l'eccitazione sessuale.[4] La parte della vagina che circonda la cervice è chiamata fornice.[5] L'apertura della vagina si trova nel triangolo urogenitale, quest'ultimo posto anteriormente al perineo e comprende nte anche l'apertura uretrale e le parti associate dei genitali esterni.[6] Il canale vaginale si estende verso l'alto e all'indietro, tra l'uretra nella parte anteriore e il retto nella parte posteriore. Vicino alla vagina superiore, la cervice sporge nella sulla sua superficie frontale con un angolo di circa 90°.[7] Le aperture vaginali e uretrali sono protette dalle labbra.[8]

Quando la donna mantiene la stazione eretta, il condotto vaginale traccia (rispetto alla regione pelvica) una curva geometrica di orientamento superiore-posteriore che forma un angolo leggermente minore di 45 gradi con l'utero. L'apertura vaginale si trova verso l'estremità caudale della vulva, dietro l'apertura dell'uretra. Il quarto superiore della vagina è separato dal retto per mezzo del cavo rettouterino.[9][10][11] Sopra la vagina sta il monte di Venere.

La vagina, come l'interno della vulva, è di colore rosa vivo tendente al rosso, particolare comune alle membrane mucose interne (in condizione fisiologica) della maggior parte dei mammiferi. Quando non è sessualmente eccitata, si presenta come un tubo collassato, con le pareti anteriori e posteriori che combaciano. Le pareti laterali, in particolare la loro area centrale, sono relativamente più rigide. Per questo motivo, la vagina collassata ha una sezione trasversale a forma di H.[12][13] Posteriormente, la vagina interna è separata dal retto dalla sacca rectouterica, la vagina media da tessuto connettivo lasso e la vagina inferiore dal corpo perineale.[5] Dove il lume vaginale circonda la cervice dell'utero, esso è diviso in quattro regioni continue, o fornici vaginali; questi sono i fornici anteriori, posteriori, laterale di destra e laterali di sinistra.[14][12] Il fornice posteriore è più profondo del fornice anteriore.[12]

I solchi prodotti dalla ripiegatura della parete nel terzo esterno della vagina sono detti pieghe vaginali.[15] Si tratta di rughe costituite da tessuto epiteliale che hanno lo scopo di offrire alla vagina un'estesa area superficiale che ne favorisce l'estensione e l'allungamento.

La dilatazione è agevolata, oltre che da dette pieghe che ne aumentano l'espandibilità, pure dalla particolare lubrificazione, che avviene tramite le ghiandole di Bartolino. La membrana della parete vaginale mantiene una determinata umidità, anche se non contiene alcuna ghiandola. Prima e durante l'ovulazione, vengono prodotte diverse varianti di muco della cervice,[16] che fornisce un ambiente favorevole alcalino nel canale vaginale per massimizzare le possibilità di sopravvivenza per gli spermatozoi.

La vagina [ sostenuta dai suoi muscoli e dai legamenti superiori, medi e inferiori. Il terzo superiore sono i muscoli elevatori e i legamenti transcervicali, pubocervicali e sacrocervicali.[14][17] È supportata nelle parti superiori dai legamenti cardinali e dal parametrium.[18] Il terzo medio della vagina coinvolge il diaframma urogenitale.[14] È sostenuto dall'muscolo elevatore e dalla porzione inferiore dei legamenti cardinali.[18] The lower third is supported by the perineal body,[14][19] Il terzo inferiore è supportato dal corpo perineale,[14][12] o dal diaframma urogenitale e pelvico.[20] Il terzo legamento inferiore può anche essere descritto come sostenuto dal corpo perineale e dalla parte pubovaginale del muscolo elevatore.[17]

Vagina e imene

La vagina, nella donna vergine, è (di norma, ma non immancabilmente)[21][22] coperta in parte dall'imene: una membrana di tessuto connettivo che può essere infranta oltre che da un rapporto sessuale, anche da alcuni tipi di esercizi, come le passeggiate a cavallo o la ginnastica, ed altresì da un esame pelvico incauto.[23] Per converso, non necessariamente il coito determina una lacerazione[24] dell'imene: ne consegue che la deflorazione non è un criterio affidabile per la determinazione del primo rapporto completo (specie nell'ipotesi di cosiddetto imene compiacente).[25]

Anatomia microscopica e istologia

Micrografia con ingrandimento a media potenza di una vetrino con colorazione con ematossilina eosina che mostra una porzione di parete vaginale. Si può vedere l'epitelio squamoso stratificato e il tessuto connettivo sottostante. Gli strati muscolari più profondi non sono mostrati. La linea nera indica una piega della mucosa.

Il canale vaginale è rivestito da una membrana mucosa costituita superficialmente da un epitelio pavimentoso pluristratificato: numerosi strati di cellule che, specialmente nello strato più esterno assumono una forma appiattita, più sviluppata in lunghezza. La parete vaginale è costituita da tre stati. Quello più interno è costituita da epitelio squamoso non cheratinizzato, con una lamina propria (uno strato sottile di tessuto connettivo) al di sotto di esso. Superiormente vi è uno strato muscolare liscio con fasci di fibre che corrono longitudinalmente. Infine, all'esterno si trova uno strato di tessuto connettivo chiamato adventitia. Alcuni testi, tuttavia, elencano quattro strati contando separatamente i due sottostrati della mucosa (epitelio e lamina propria).[26][27]

Lo strato muscolare liscio all'interno della vagina possiede una debole forza contrattiva che può creare una certa pressione nel lume della vagina e permettendo alcune delle forze di contrattazione più importanti, come durante il travaglio.[28]

La lamina è ricca di vasi sanguigni e linfatici. Lo strato muscolare è composto da fibre muscolari lisce, con uno strato esterno di muscolo longitudinale, uno strato interno di muscolo circolare e una fibra muscolare obliqua in mezzo. Lo strato esterno, l'adventitia, è uno strato sottile e denso di tessuto connettivo ed è associato a tessuto connettivo lasso contenente vasi sanguigni, vasi linfatici e fibre nervose che si trovano tra gli organi pelvici.[7][27][29] La mucosa vaginale è assente dalle ghiandole e forma pieghe (creste trasversali o rugae), che sono più prominenti nel terzo esterno della vagina; la loro funzione è di fornire alla vagina un'area di superficie aumentata per l'estensione e l'allungamento. [14][12]

L'epitelio dell'ectocervice (la porzione uterina del collo dell'utero che si estende nella vagina) è un'estensione dell'epitelio vaginale.[30] L'epitelio vaginale è costituito da strati di cellule, tra cui cellule basali, cellule parabasali, cellule piatte squamose superficiali e cellule intermedie.[31] Lo strato basale dell'epitelio è il più mitoticamente attivo e quindi in grado di riprodurre nuove cellule.[32] Le cellule superficiali vengono costantemente sostituite dalle cellule basali.[12][33][34] L'estrogeno induce le cellule intermedie e superficiali a riempirsi di glicogeno.[34][35] Le cellule dallo strato basale inferiore passano dall'attività metabolica attiva alla morte (apoptosi). In questi strati intermedi di epiteli, le cellule iniziano a perdere i loro mitocondri e altri organelli.[32][36] Le cellule mantengono un alto livello di glicogeno rispetto ad altri tessuti epiteliali nel corpo.[32]

Sotto l'influenza dgli estrogeni materni, la vagina di una neonata è rivestita da un epitelio squamoso stratificato denso (o mucosa) per un tempo che varia da due a quattro settimane dopo la nascita. Da allora fino alla pubertà, l'epitelio rimane sottile con solo pochi strati di cellule cuboidali prive di glicogeno;[34][37] inoltre si presenta con poche rughe e di colore rossastro.[38] Quando inizia la pubertà, la mucosa si ispessisce e di nuovo diventa epitelio squamoso stratificato con cellule contenenti glicogeno, sotto l'influenza dei livelli di estrogeni in aumento.[34] Infine, l'epitelio si assottiglia dalla menopausa in poi e alla fine cessa di contenere il glicogeno, per via della mancanza di estrogeni.[12][33][39]

Le cellule squamose appiattite sono più resistenti sia all'abrasione che all'infezione.[37] La permeabilità dell'epitelio consente una risposta efficace dal sistema immunitario poiché gli anticorpi e altri componenti immunitari possono facilmente raggiungere la superficie.[40] L'epitelio vaginale si differenzia dal tessuto simile della te. L'epidermide della cute è relativamente resistente all'acqua poiche contiene alti livelli di lipidi, mentre l'epitelio vaginale contiene ne contiene di inferiori. Ciò consente il passaggio di acqua e sostanze idrosolubili attraverso il tessuto.[40]

La cheratinizzazione si verifica quando l'epitelio è esposto all'atmosfera esterna secca.[12] In circostanze anormali, come nel prolasso degli organi pelvici, la mucosa può essere esposta all'aria, diventando secca e cheratinizzata.[41]

Perfusione e innervamento

La vagina riceve il sangue principalmente attraverso l'arteria vaginale, che emerge da un ramo dell'arteria iliaca interna, o dall'arteria uterina.[42] Le arterie vaginali si anastomizzano (si uniscono) lungo il lato della vagina con il ramo cervicale dell'arteria uterina; questo forma l'arteria azygos[42] che si trova sulla linea mediana della vagina anteriore e posteriore.[5] Altre arterie che perfondono la vagina includono l'arteria rettale media e l'arteria pudenda interna,[12]] tutti i rami dell'arteria iliaca interna.[5] Tre gruppi di vasi linfatici accompagnano queste arterie; il gruppo superiore accompagna i rami vaginali dell'arteria uterina, il gruppo intermedio accompagna le arterie vaginali e il gruppo inferiore, drena la linfa dall'area al di fuori dell'imene, verso i linfonodi inguinali.[5][43] Il 95% dei canali linfatici della vagina si trovano entro 3 mm dalla superficie della vagina.[44]

Due vene principali drenano il sangue dalla vagina, una a sinistra e una a destra. Queste formano una rete di vene più piccole, il plesso venoso vaginale, ai lati della vagina, che si collega al plesso venoso uterino, a quello vescicale e a quello del retto. Questi alla fine si riversano nelle vene iliache interne.[5]

L'innervamento della vagina superiore è fornito dalle aree simpatica e parasimpatica del plesso pelvico. La vagina inferiore è innervata dal nervo pudendo.[12][5]

Punto G

Apparato genitale femminile, vista sagittale. Il punto G è cerchiato in nero
Lo stesso argomento in dettaglio: Punto G.

Una zona erogena, comunemente chiamata punto G, è ubicata nella parete anteriore della vagina, a circa cinque cm più addentro del suo ingresso. Alcune donne provano intenso piacere se il loro punto G è stimolato convenientemente durante l'amplesso. Un orgasmo scaturente dal punto G potrebbe essere la causa dell'eiaculazione femminile, il che porta alcuni medici e ricercatori a ritenere che il piacere connesso al punto G provenga dalle ghiandole di Skene (v. ghiandole esocrine),[45] un omologo femminile della prostata, piuttosto che da un qualche particolare punto sulla parete vaginale.[46][47][48] Alcuni ricercatori, peraltro, negano radicalmente l'esistenza del punto G.[49]

Localizzazione delle ghiandole di Skene

Sviluppo

Il piatto vaginale è il precursore della vagina.[50] Durante lo sviluppo, essa inizia la sua crescita quando le estremità fuse dei dotti paramesonefrici (chimati anche dotti Mülleriani) penetrano nella parete posteriore del seno urogenitale. Quando il piatto cresce, separa chiaramente la cervice e il seno urogenitale; le cellule centrali del piatto formano il lume vaginale.[50] Questo avviene dalla ventesima alla ventiquattresima settimana di sviluppo. Se il lume non si forma, o è incompleto, membrane note come setti vaginali possono formarsi attraverso o attorno al foglietto causando l'ostruzione del tratto di efflusso più tardi nella vita.[50]

Durante il differenziamento sessuale, senza testosterone, il seno urogenitale persiste come vestibolo della vagina. Le due pieghe urogenitali del tubercolo genitale formano le piccole labbra, mentre il gonfiore labioscrotale formerà le grandi labbra.[51][52]

Vi sono opinioni contrastanti sull'origine embriologica della vagina. La tesi maggioritaria risale alla descrizione di Koff del 1933 in cui si afferma che i due terzi superiori della vagina originano dalla porzione caudale dei condotti Mülleriani, mentre la porzione inferiore della vagina si sviluppa dal seno urogenitale.[53][54] Altre tesi sono quelle del 1957, in cui Bulmer descrive l'epitelio vaginale come proveniente esclusivamente dal seno dell'epitelio urogenitale[55] e quella del 1970 di Witschi in cui viene riesaminata la tesi di Koff in cui conclude che i bulbi sino-vaginali hanno la stessa origine della porzione inferiore del dotto di Wolff.[54][56]

La teoria di Witschi è stata condivisa da Acién et al., da Bok e da Drews.[54][56] Robboy et al. rivederono le teorie di Koff e Bulmer sostenendo la descrizione di quest'ultimo alla luce delle loro ricerche.[55] I dubbi derivano dalla complessità dei tessuti correlati e la mancanza di un modello animale simile.[55][57] Per questo motivo, lo studio dello sviluppo vaginale umano è in corso e può aiutare a risolvere le diverse visioni.[54]

Fisiologia

Secrezioni uterine

Le secrezioni vaginali provengono principalmente dall'utero, dalla cervice e dall'epitelio vaginale, oltre alla minuscola lubrificazione prodotta dalle ghiandole di Bartolini in caso di eccitazione sessuale.[12] Per renderla umida sono necessarie ben poche secrezioni che comunque possono aumentare durante l'eccitazione sessuale, a metà o poco prima delle mestruazioni o durante la gravidanza.[12] La vagina costituisce una via attraverso la quale il sangue mestruale e parti di tessuto organico lasciano il corpo.[58] Le mestruazioni sono lo scarico regolare di sangue e tessuto mucoso dal rivestimento interno dell'utero attraverso la vagina.[59] La mucosa vaginale varia per spessore e composizione durante il ciclo mestruale,[60] che è il fisiologico mutamento del sistema riproduttivo femminile (in particolare dell'utero e delle ovaie) che rende possibile la gravidanza.[61][62] Queste escrezioni possono essere assorbite o trattenute per mezzo di tamponi, coppe mestruali, assorbenti igienici.[63]

Le ghiandole di Bartolini, localizzate vicino all'apertura vaginale, erano originariamente considerate la fonte primaria per la lubrificazione vaginale, ma ulteriori studi hanno dimostrato che forniscono solo poche gocce di muco..[64] La lubrificazione vaginale è principalmente fornita da infiltrazioni di plasma, note come trasudato, dalle pareti vaginali. Questo inizialmente si forma come goccioline simili a sudore, ed è causato da una maggiore pressione del fluido nel tessuto della vagina (vasocongestione), con conseguente rilascio di plasma capillari attraverso l'epitelio vaginale.[64][65][66]

Prima e durante l'ovulazione, le ghiandole poste all'interno della cervice secernono diversi tipi di muco in grado di fornire un ambiente alcalino e fertile nel canale vaginale, dunque favorevole alla sopravvivenza dello sperma.[67] Successivamente alla menopausa, la lubrificazione vaginale diminuisce naturalmente.[68]

Attività sessuale

Lo stesso argomento in dettaglio: Penetrazione sessuale.

La concentrazione di terminazioni nervose che giacciono intorno all'entrata della vagina può causare sensazioni piacevoli durante l'attività sessuale, qualora avvenga un tipo di stimolazione gradito alla specifica donna.[69]

Durante l'eccitazione sessuale, specie se vi è stimolazione del clitoride, le pareti della vagina si auto-lubrificano. Ciò riduce l'attrito che può manifestarsi in conseguenza delle varie attività sessuali; tuttavia esistono pratiche (dette di "Sesso asciutto") per limitare o evitare la lubrificazione in corso di coito. In passato si riteneva che le ghiandole di Bartolino fossero responsabili della lubrificazione vaginale. I lavori di Masters & Johnson[70][71] rilevarono invece che è la stessa parete vaginale ad emettere goccioline di liquido che, dapprima isolate, successivamente formano un velo continuo e lucente su tutta la parete. La risposta vaginale è la stessa qualunque sia il tipo di stimolazione sessuale (clitoridea, mammaria, orale, ecc) ma la quantità di liquido può essere maggiore o minore a seconda dell'intensità e della durata dello stimolo. La lubrificazione si verifica anche in post-menopausa, ma la quantità di liquido secreto è fortemente inadeguata.

Alcuni studi hanno rilevato che porzioni del clitoride si estendono nella vulva e nella vagina.[72]

Con l'eccitazione, la vagina si allunga velocemente di un valore medio di 8,5 cm, ma può continuare ad allungarsi per reazione ad una pressione.[73] Quando la donna raggiunge la massima eccitazione, la vagina si gonfia come una tenda (gli ultimi ²⁄₃ si espandono in lunghezza e larghezza) mentre la cervice si ritrae.[74] Le pareti della vagina sono composte di morbide pieghe elastiche di pelle membranoso-mucosa che si allungano o contraggono (con il concorso dei muscoli pelvici) per adeguarsi alla misura del pene.

Parto

Lo stesso argomento in dettaglio: Parto.

Durante il parto, la vagina fornisce il canale attraverso cui il feto abbandona l'utero per affacciarsi alla vita indipendente al di fuori del grembo materno. In questa fase, la vagina è chiamata anche "canale del parto". Quando si avvicina il travaglio (un processo fisiologico che precede il parto), possono verificarsi diversi segni, tra cui perdite vaginali e la rottura delle membrane (rottura dell'acqua) che può provocare la fuoriuscita di liquido amniotico[75] o un flusso irregolare o piccolo di liquido dalla vagina.[76][77] La rottura dell'acqua avviene più comunemente durante il travaglio; tuttavia, può verificarsi anche prima (una condizione nota come rottura prematura delle membrane) e ciò accade nel 10% dei casi.[76][78] Anche le contrazioni di Braxton Hicks sono un segno di avvicinamento al travaglio, ma non tutte le gravide le sperimentano.[75] Tra le donne che partoriscono per la prima volta, le contrazioni di Braxton Hicks vengono scambiate per contrazioni effettive e, di solito, sono molto forti nei giorni precedenti al travaglio.[79]

Mentre il corpo si prepara al parto, la cervice si ammorbidisce, si assottiglia, si muove in avanti ed inizia ad aprirsi. Ciò consente al feto di spostarsi o "cadere" nel bacino.[75] Quando il feto arriva nella pelvi, può verificarsi dolore al nervo sciatico, aumento delle perdite vaginali e aumento della frequenza urinaria. Questi sintomi si riscontrano con maggior probabilità durnate il travaglio nelle donne che hanno già partorito precedentemente, ma possono riscontrarsi da dieci a quattordici giorni prima del travaglio in donne che provano il travaglio per la prima volta.[75]

Quando iniziano le contrazioni, il feto inizia a perdere il sostegno della cervice la quale si dilata raggiungendo un diametro superiore ai 10 cm per accogliere la testa del feto che si sposta dall'utero alla vagina.[75] L'elasticità della vagina gli consente di allungarsi di molte volte il suo diametro normale, al fine di far passare il bambino.[29]

Le nascite vaginali sono più comuni ma, se esiste il rischio di complicanze, può essere eseguito un taglio cesareo.[80] Subito dopo la nascita, la mucosa vaginale presenta un accumulo anormale di liquido ed è sottile. Trascorse circa tre settimane, una volta che le ovaie hanno ripreso la normale funzione e la produzione di estrogeni viene ripristinata, torna ad ispessirsi. L'apertura vaginale si spalanca si rilassa fino a quando non ritorna approssimativamente al suo stato di pre-gravidanza; un processo che impiega circa da sei a otto settimane dopo il parto, noto come "periodo postparto"; tuttavia, la vagina continuerà ad essere di dimensioni maggiori rispetto a prima.[81]

Dopo il parto, si presenta una fase di scarico vaginale, chiamata lochia, che può variare in modo significativo nella quantità di perdita e nella sua durata, ma può andare avanti anche per circa sei settimane.[82]

Flora batterica vaginale

La flora vaginale è un ecosistema complesso che cambia durante la vita, dalla nascita alla menopausa. Essa risiede nello strato più esterno dell'epitelio vaginale.[40] Questo microbioma è costituito da specie e generi che tipicamente non causano sintomi o infezioni nelle donne con un normale sistema immunitario. Il microbioma vaginale è dominato dalle specie Lactobacillus.[83] Queste specie metabolizzano il glicogeno, trasformandolo in zucchero. I lattobacilli metabolizzano poi lo zucchero in glucosio e acido lattico.[84] Sotto l'influenza degli ormoni, come l'estrogeno, il progesterone e l'ormone follicolo-stimolante (FSH), l'ecosistema vaginale subisce cambiamenti ciclici o periodici.[84]

Il bacillo di Döderlein è ospite in condizioni di normalità della vagina sana e contribuisce a mantenere il pH dell'ambiente vaginale nella donna sana intorno a 3,5-4,5 attraverso la scissione del glicogeno in acido lattico e biossido di carbonio. Il mantenimento di tale pH acido è di fondamentale importanza per la difesa della vagina dai germi provenienti dall'esterno (autodepurazione della vagina).

Sostanze odorifere presenti nel fluido vaginale

Nei mammiferi la secrezione di molecole odorifere (urea, acido lattico, acido acetico, composti alifatici a catena corta) nell'area genitale è importante per comunicare la ricettività sessuale della femmina.

Nella donna, la produzione di acido lattico e acido acetico è sempre presente; la produzione di composti alifatici è invece variabile da soggetto a soggetto e l'odore che ne deriva (generalmente attribuibile all'acido butanoico), a seconda della loro concentrazione nei fluidi vaginali, dà luogo a giudizi di varia gradevolezza e può costituire ugualmente un richiamo sessuale.

Benessere sessuale ed igiene

La vagina è auto-detergente e pertanto di norma non ha bisogno di speciali trattamenti di sorta. I medici generalmente sconsigliano la pratica dell'irrigazione vaginale (enteroclisma).[85][86] Dato che una vagina sana è colonizzata da una flora di microrganismi reciprocamente simbiotici che proteggono il corpo-ospitante da microbi che potrebbero provocare malattie, qualunque tentativo di alterare questo equilibrio può causare svariati esiti indesiderabili, come (a solo titolo di esempio) perdite anormali e candidosi. L'acidità di una vagina in salute, a causa dell'acido lattico secreto dai microrganismi simbiotici, ritarda la crescita di molte specie di microbi pericolosi.

La vagina è esaminata durante le visite ginecologiche, spesso con l'ausilio di uno speculum, che mantiene la vagina divaricata per l'ispezione visiva della cervice, o per prelevare campioni di tessuto.[87]

Sintomi di affezioni vaginali

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Le malattie della vagina si presentano con gonfiori, perdite, ulcerazioni.[88]

Gonfiori

La presenza di gonfiori insoliti sulla parete o sulla base della vagina è sempre anormale.[89] Il fenomeno più comune è la cisti di Bartolino.[90] La cisti, alla palpazione assimilabile ad un pisello, si forma in conseguenza di un'occlusione delle ghiandole che normalmente apportano i loro umori all'orifizio vaginale. Questa condizione viene trattata facilmente, con un atto di chirurgia minore, o farmacologicamente con nitrato d'argento.
L'herpes può essere una causa meno comune di piccoli gonfiori o vesciche. In questo caso la sintomatologia è caratterizzata dalla diffusione in più punti e dalla presenza di vivo dolore, con un fluido chiaro che tende a risolversi in piccole croste. Possono essere associate a protuberanza generalizzata, e sono molto tenere.
I gonfiori associati a tumori della parete vaginale sono assai rari e l'età media di esordio è settant'anni.[91] La forma tumorale più comune è il carcinoma dell'epitelio pavimentoso, poi il cancro delle ghiandole (adenocarcinoma) ed infine (estremamente raro) il melanoma.

Perdite

Le perdite vaginali[92] sono in massima parte fisiologiche, e comprendono sangue mestruale (dall'utero), il caso più frequente, ed un fluido chiaro che può essere correlato ad eccitazione sessuale o può derivare da altre secrezioni della cervice uterina. Fra le cause non infettive si annoverano le dermatiti e le perdite da corpo estraneo, come nel caso di tamponi "igienici", o (nelle bambine) a seguito dell'inserimento in vagina degli oggetti più disparati, sostanzialmente per curiosità.[93]
Perdite non connesse a pratiche sessuali si verificano per vaginiti batteriche o per candidosi genitale.
Il gruppo finale di perdite è correlato a malattie sessualmente trasmissibili: gonorrea, clamidia e trichomonas vaginalis. Le perdite da candida sono leggermente maleodoranti e bianche; quelle da trichomonas hanno un odore più intenso e sono verdastre; quelle da corpo estraneo assomigliano a quelle da gonorrea (grigiastre o gialle) e purulente (simili a pus).

Ulcerazioni

Tutte le ulcerazioni[94] comportano un cedimento della sottile membrana in cui consiste la parete vaginale. I fenomeni più comuni sono piccole abrasioni/ulcerazioni provocate da trauma. Ancorché dette lesioni possano essere effetto di violenza sessuale, in realtà (e per fortuna) il più delle volte dipendono da eccessivo strofinamento contro indumenti, o da maldestro inserimento di tamponi sanitari.

La tipica ulcerazione da sifilide non provoca dolore e presenta margini in rilievo. Spesso non sono neppure rilevate, poiché per lo più si verificano all'interno della vagina.

Le ulcerazioni da herpes sono molto morbide, e possono determinare rigonfiamenti che ostacolano il deflusso dell'urina.

Nei Paesi in via di sviluppo, un gruppo di malattie parassitarie come la leishmaniosi umana può essere un'altra causa di ulcerazioni sessuali; si tratta invece di evento inconsueto in Occidente.

Tutti questi disturbi vulvo-vaginali sono trattati agevolmente e possono essere guariti senza difficoltà particolari dalla medicina. Spesso solo una qualche forma di vergogna o (ingiustificato) pudore impedisce alle pazienti di giovarsi dei rimedi disponibili.[95]

La vulva nell'arte

L'origine du monde di Gustave Courbet

Per la sua naturale attrattiva, oltre che per l'ancestrale potere evocativo quale porta della vita, la vagina (o meglio, la vulva) ha assunto un ruolo di protagonista anche in diverse opere d'arte di età contemporanea, tra cui:

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Voci correlate

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