Utente:Nicola Romani/Sabbiera

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Voce principale: Utente:Nicola Romani.
Indice

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Organizzazione dei servizi bordo[modifica | modifica wikitesto]

Deck
(Coperta)
Engine
(Macchina)
Supply
(Rifornimenti)
Medical
(Medico)
Purser
(Commissariato)
Communications
(Comunicazioni)
Master Chief engineer / / / /
Second-in-command Second engineer / Ship's chief doctor Chief purser
(Hotel manager)
/
1st Officer
(Chief mate)
1st Assistant engineer / Medical doctor Purser
(Director of services)
Ship communication officer
2nd Officer 2nd Assistant engineer / / 2nd Purser /
3rd Officer 3rd Assistant engineer / / Sr. Assistant purser /
Deck cadet Engine cadet / / Jr. Assistant purser or
Cadet purser
/

Traduzione di qualifiche marittime italiano – turco – inglese[modifica | modifica wikitesto]

  • Libretto di navigazione (tr: gemiadamı (liman) cüzdanı – seaman’s book)

[4]; [5]; [6]; [7]; [8]; [9]; [10]; [11]; [12]; [13]; [14] [15]; [16]

Sezione di coperta – güverte bölümü – deck department[modifica | modifica wikitesto]

  • comandante (tr: kaptan – master)
  • primo ufficiale di coperta / comandante in 2ª (tr: 1. zabit / ikinci kaptan – chief officer)
  • secondo ufficiale di coperta (tr: 2. zabit / üçüncü kaptan – second officer)
  • terzo ufficiale (tr: 3. zabit / dördüncü kaptan – third officer)
  • allievo ufficiale di coperta (tr: güverte stajyeri – deck cadet)
  • nostromo (tr: lostromo / güverte lostromosu – boatswain)
  • marinaio (tr: usta gemici – able seaman)
  • giovanotto di coperta (tr: gemici – ordinary seaman)
  • mozzo (tr: miço – deck boy)

Sezione di macchina – makine bölümü – engine department[modifica | modifica wikitesto]

  • direttore di macchina (tr: çarkçıbaşı - chief engineer)
  • primo ufficiale di macchina (tr: ikinci çarkçı - second engineer)
  • allievo ufficiale di macchina (tr: makine stajyeri – engine cadet)
  • fuochista (tr: ateşçi – gb: stoker/fireman us: water tender)
  • [operaio] calderaio (tr: makine lostromosu – donkeyman)
  • ingrassatore (tr: yağcı – oiler)
  • tanchista (tr: pompacı - pumpman) ????
  • giovanotto di macchina (tr: silici – wiper)[17]; [18]

Sezione di camera – yardımcı hizmetliler – cabin department[modifica | modifica wikitesto]

  • capocuoco (tr: aşçıbaşı – chief cook)
  • cuoco (tr: aşçı – cook)
  • panettiere (tr: ekmekçi – baker)
  • piccolo di camera / cameriere (tr: kamarot - steward/stewardess)

—————
nostromo, secondo nostromo, primo nostromo, carpentiere, ottonaio, tankista, operaio motorista, operaio meccanico, capo operaio, frigorista;

- [qualified] boatswain, 2nd Boatswain, 1st Boatswain, ship’s carpenter, plumber, pumpman, motorman, fitter, foreman, reeferman; [19]; [20]; [21]

Misure[modifica | modifica wikitesto]

N.B. L'ingombro in altezza (air draft o air draught) si calcola dalla linea di galleggiamento della nave a carico massimo, fino al punto piu' alto della nave. E' l'altezza fuori acqua, ovvero l'altezza dalla linea di galleggiamento. altezza dalla linea di galleggiamento + pescaggio = altezza fuori tutto.

Nell'architettura navale si considerano: larghezza massima e larghezza al galleggiamento, entrambe misurate di regola nel piano della sezione maestra; la prima in corrispondenza della larghezza massima di tale sezione, la seconda sul piano di galleggiamento di pieno carico o di progetto. Le due larghezze possono essere misurate fuori corazza, fuori fasciame (per le navi in legno), fuori ossatura (per le navi metalliche), in genere si fa da 1/6 a 1/7 della lunghezza, per le navi mercantili; e fino a 1/10 e meno, per le navi militari veloci.


Costruzione di una nave[modifica | modifica wikitesto]

Fase iniziale[modifica | modifica wikitesto]

  • taglio della prima lamiera (first steel cutting)
  • cerimonia della moneta (coin ceremony)
  • varo tecnico (cioè il galleggiamento all'interno dello stesso bacino di carenaggio [float-in] per le navi di grandi dimensioni)
  • varo (cioè l'abbandono dello scalo di costruzione [float-out] per le navi di grandi dimensioni costruite in bacino e non su scalo di alaggio)

Allestimento[modifica | modifica wikitesto]

Conferenza internazionale e convenzione dell'Aja del 1907[modifica | modifica wikitesto]

«Il disegno di legge per l'approvazione di sette Convenzioni firmate dall'Italia all'Aja nel 1907 fu presentato nella sessione 1909-1913 alla Camera dei deputati, che l'approvò nella seduta del 30 aprile 1913. Presentato al Senato del Regno il 3 giugno 1913, decadde per la soppraggiunta chiusura della sessione. Fu ripresentato al Senato il 7 giugno 1914, estendendolo a tutte le 13 Convenzioni firmate; ma nemmeno questa volta potè aversene l'approvazione. Durante il conflitto con la Turchia, l'Italia dichiarò che intendeva attenersi alle disposizioni contenute nelle Convenzioni del 1907 (V. Circ. Min. Guerra 10042, segret. Gen., Divis. Stato Maggiore, 16 ottobre 1911). Nel Giornale Militare Ufficiale Min. guerra, anno 1912, la circ. 575 del 18 dicembre 1912 (Segret. Gen., Divis. Stato Maggiore) comunicava inoltre l'avvenuta pubblicazione, in sostituzione di quella del 1907, di una nuova edizione della «Raccolta delle convenzioni internazionali che riguardano la guerra terrestre» ([proseguo da altro libro "Norme umanitarie e istruzioni militari, a pagina 56"]: ...sostituita nel 1912 con la pubblicazione di eguale titolo n. 16 del Segretariato generale del Ministero della guerra, approvata con decreto ministeriale, che comprende, oltre alle Convenzioni ed alle Dichiarazioni firmate all'Aja il 29 luglio 1899 e ratificate con regio decreto 9 dicembre 1900 n. 504, anche gli atti della II Conferenza internazionale della pace, firmati dall'Italia all'Aja il 18 ottobre 1907 e non ratificati (ad eccezione della X Convenzione: v. regio decreto 15 dicembre 1936 n. 2233, ratif. 15 febbraio 1937). La pubblicazione in parola, a pag. 49, avvertiva che per il non eseguito deposito delle ratifiche, le Convenzioni dell'Aja del 1907 non erano in vigore per l'Italia, aggiungendo testualmente: « Il Governo del Re ha tuttavia espresso il desiderio che le disposizioni fossero tenute presenti ed osservate dalle regie autorità militari e marittime ».]»

Definizioni abbreviazioni ufficiali A.U.[modifica | modifica wikitesto]

Deputazione di Porto e Sanita marittima (1860-1871) Bakar / k. k. Hafen- und See-Sanitäts-Deputation
I.R. Capitanato del Porto (1836-1851) Bakar
Ufficio di Porto (1876-1918) Bakar / k. k. Hafenämter
Ufficio di Porto e Sanita marittima (1851-1860, 1872-1875) Bakar /
Vice Capitanato del Porto (1827-1835) Bakar

kikötő kapitányság, egészségügyi megfigyelő hivatal

  • k. k. Hafen- und Seesanitäts-Capitanat in Rovigno
  • Hafencapitän
  • Vicecapitän
  • k. k. Hafen- und Seesanitäts-Kapitanate in Ragusa
  • Central-Seebehörde (Governo centrale marittimo) zu Triest
  • k. ungarischen Seebehörde in Fiume
  • k. k. Seebehörde in Triest
  • k. k. Hafenexpositur

Seebezirkskommando = Comando del compartimento marittimo [22] Seebezirk = Circondario marittimo

"Handbuch des österreichisch-ungarischen Konsularwesens, nebst einem Anhange" Die Hafen- und Seesanitätsbehörden in den im Reichsrate vertretenen Königreichen und Ländern sind:

a) Hafen- und Seesanitätskapitanate,
b) Hafen- und Seesanitätsdeputationen,
c) Hafen- und Seesanitätsagentien,
d) (Hafen-und See-Sanitäts-Exposituren / Espositure di porto e Sanità marittima) Hafen- und Seesanitätsexposituren und
e) (See-Lazarethe / Lazzaretti marittimi) Seelazarette.
[23] In den Ländern der ungarischen Krone sind die Hafen- und Sanitäts- behörden entweder Hafenämter oder Hafenexposituren. Außerdem besteht noch ein Seelazarett.

  • Regio ufficio di porto = Kraljevski lučki ured / Kraljevski ugarski lučki ured
  • Pomorski zdravstveni magistrat / Magistrato di sanità marittima
  • lučki povjerenik / regio commissario del porto
  • Pomorski odjel Rijeka / Compartimento marittimo di Fiume
  • Hafenzweigstelle / lučka ispostava / Port office / succursale
  • Hafenamt / Port Capitaincy / Capitaneria di porto
  • i. r. [imperiale regio] = k. k.
  • i. e .r. [imperiale e regio] = k. u. k.
  • Consiglio dell'Impero = Reichsrat
  • Camera dei deputati = Abgeordnetenhaus
  • Marina da guerra = Kriegsmarine
  • Luogotenenza = Statthalterei
  • Luogotenente = Statthalter
  • Dieta provinciale = Landtag
  • Giunta provinciale = Landesausschuß
  • Capitano provinciale = Landeshauptmann
  • Capitanato distrettuale = Bezirkshauptmannschaft
  • Capitano distrettuale = Bezirkshauptmann

Marinai A.U.[modifica | modifica wikitesto]

Altri[modifica | modifica wikitesto]

A Gorizia

A Pola (citati in pagine istriane - 1922)

  • Maovaz
  • Talatin
  • Montignacco
  • Faragona
  • Tarlao
  • Zanon
  • Decarli
  • Veronese
  • Pesavento
Rivolta dello i. e r. reggimento fanteria n. 97 - k.u.k. Infanterieregiment „von Waldstätten“ Nr. 97[modifica | modifica wikitesto]
  • detto anche k.u.k. I.R. 97 e "demoghéla" (diamogliela a gambe [tagliamo la corda]) ma su questo vedasi didascalia museo di Trieste
  • Giovanni Maniacco (Gorizia 13 giugno 1896 - fucilato a Radkersburg il 29 maggio 1918 assieme a 7 suoi compagni [29]) [30] [31] [32]
  • Riccardo Vreh (Friuli - fucilato a Radkersburg il 29 maggio 1918 assieme a 7 suoi compagni)

Spunti, siti di archivi[modifica | modifica wikitesto]

Giornali illustrati del passato[modifica | modifica wikitesto]

Dante Manno[modifica | modifica wikitesto]

Dante Manno (Roma, 17 settembre 1911Roma, 4 aprile 1996) è stato un illustratore e pittore italiano nonché autore di celebri manifesti cinematografici. Allievo e amico dello scultore Duilio Cambellotti, inizia la sua attività di cartellonista cinematografico durante la Seconda guerra mondiale firmando, assieme a Delfo Previtali, uno dei manifesti de i 3 aquilotti; nel dopoguerra lavora occasionalmente per lo Studio Favalli e realizza tra gli altri il manifesto di Europa '51. Dopo un'estesa produzione di manifesti cinematografici principalmente per la Lux Film, nei primi anni Sessanta abbandona l'attività di cartellonista per dedicarsi esclusivamente alla pittura da cavalletto.[1][2]

Bibliografia

Articoli

Libri

  • Giovanni Scarpa, Giorgio Foresto. Le opere segrete di Giorgio De Gaspari, Chioggia, Il Leggio, 2014, ISBN 9788883201158.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Artisti: fotografi, illustratori, pittori e poeti[modifica | modifica wikitesto]

Imprenditori[modifica | modifica wikitesto]

Cosulich[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Cosulich, Marco, il primogenito di Simone e di Caterina Giadrossich, nacque il 30 ag. 1776 Marco (detto anch'egli "Grubessa", o "Rustego"), capitano marittimo, sposato con Antonia Ivancich di Gasparo (1784 - 28 maggio 1845), morto il 19 genn. 1842.
    • Antonio Felice Cosulich, (16 maggio 1816 a Lussinpiccolo-, Lussinpiccolo 1884) da Marco Cosulich e Antonia Ivancich, Il 18 sett. 1843 aveva sposato Teresa Premuda (1815-1886) [53]; [54]; [55]; [56]; [57].
      • Alberto Cosulich, quintogenito capitano Alberto, nato a Lussinpiccolo nel 1849, sposatosi con Maria Tarabochia poi con Giulia Bussanich, e morto a Trieste il 6 ag. 1927. [58];
      • Callisto Cosulich (armatore), capitano, (nato a Lussinpiccolo il 1º aprile 1847, morto a Portorose frazione di Pirano (odierne Portorož, Piran) il 30 settembre 1918) sposatosi il 15 apr. 1872 con Maria Elisabetta Zar (25 marzo 1854 - 26 genn. 1928), quarto genito della famiglia, fratello del precedente ambedue armatori dalla Austro-Americana e poi della Fratelli Cosulich. [59]

Tripcovich[modifica | modifica wikitesto]

[63]; [64];[65]; [66]; (Nb: Pucić = de Pozza) ; (Pozza de Zagorie). [67]; [68]; [69]; [70]; [71]; [72]; [73]; [74]; Argio Orell pittore triestino (1884-1942); [75]; [76]; [77]

Hausbrandt[modifica | modifica wikitesto]

[78];[79];[80]

  • Joachim Hermann Hausbrandt (1800 - ????), nonno del fondatore industria caffé è di Amburgo. [81]
    sposa Catharina Sophie Müller (1792-1839) [82]
    • Carl Friedrich Hermann Hausbrandt (Born 31 January 1826 - Hamburg-Altona - Deceased 28 April 1892 - Santos/Brasilien) [83]; morì di febbre gialla nel 1892 a Santos (Brasile) [84]
      sposa Mathilde Wenger (Born 5 May 1836 - Hamburg, Altona– Deceased 11 May 1881 - Triest) [85] dalla quale ha 2 figli:
      Hermann Ernst Ferdinand Hausbrandt (1863-1943) e Wilhelm Hausbrandt (1874-1939)
      • Hermann Ernst Ferdinand Hausbrandt (Danzica, 12 febbraio 1863 [86] - Baptized 9 April 1863 - Sankt Katharinen, Danzig Stadt, Westpreussen, Prussia - Deceased 16 April 1943 - Triest) [87]; dopo la guerra Hermann prende la cittadinanza italiana [88]
        sposa Gertrud Debrich (Geltrude Debrich), con la quale ha 5 figli:
        • Hermann jr. Hausbrandt,
          • Ermanno Hausbrandt, nato a Trieste il 15 aprile 1932
            • Alessandro Hausbrandt, nato a Trieste nel 1964, titolare e fondatore nel 1995 dell’Antica Tostatura Triestina srl, parte del gruppo Cose Belle d'Italia spa
              • Matteo Hausbrandt
        • Grete Hausbrandt,
        • Rose Hausbrandt (26 marzo 1904 - 14 aprile 2002),
          si sposa il 22 ottobre 1927 con Hartwig Frank (Steyr, 22 giugno 1898 - Friesach, 15 novembre 1974) e hanno 2 figli:
          • Roland Frank e
          • Gotlind Frank
        • Friedrich, Dr. Prof. Hausbrandt detto Fritz e Federico (Trieste, 8 febbraio 1906 - Campo Tures, 12 giugno 2003). Fritz Hausbrandt, nato nel 1906 a Trieste, ha studiato medicina a Graz e ha conseguito il dottorato nel 1930. Successivamente ha lavorato all'istituto di patologia di Graz fino al 1934 e poi in dermatologia e medicina interna. Verso la fine degli anni trenta Hausbrandt è arrivato all'Istituto di medicina legale e sociale di Königsberg, dove ha completato la sua abilitazione ed è stato nominato alla posizione di docente. Nel semestre estivo del 1944 fu nominato per rappresentare il malato von Neureiter a Strasburgo. Dopo la 2ª guerra mondiale fu medico clinicamente attivo a Bolzano. Qui =>([89] a p. 468) ([90])([91])([92]) Ha pubblicato diversi articoli e libri di carattere medico-scientifico in lingua tedesca ([93]) e in italiano.([94])
        • Roberto Hausbrandt (Trieste, 23 febbraio 1907 [95] - Trieste, 28 dicembre 1997)
          Ha scritto un libro di memorie: "Comando Supremo 1941-1943. Appunti di un testimone". Console Onorario di Germania dal 1968 al 1986. Nato a Trieste nel 1907, Sergente a Gorizia, Sottotenente a Roma, Tenente a Trieste, Capitano in Grecia e al Comando Supremo di Roma Maggiore di Roma, maggiore di complemento. Dopo la guerra fu insignito del Cavalierato del Lavoro, fu consigliere comunale, presidente dell'associazione commercianti, presidente del Comitato di Trieste della Croce Rossa Italiana e per lunghi anni console onorario della Repubblica federale di Germania [96]; [97]; una sua foto [98];
          sposa Lylla Costantini ( - Trieste, 5 febbraio 2001).
          Ebbero 3 figli: Roberto, Erika ed Elisabetta. Roberto (n. 1938?) è titolare della Caffè Adler di Trento, console onorario con exequatur dal 16 aprile 1986 alla chiusura del consolato il 31 dicembre 2006 [99].

Da sistemare: Susanna Gotta Hausbrandt
sposa Martino Zanetti (Treviso, 4 febbraio 1944 [100];[101])[102] (che da anni guida il Gruppo HTS, Hausbrandt, Theresianer [103] e Tenuta Col Sandago-Case Bianche) con il quale ha avuto Beatrice; Francesco Carlo e Fabrizio Zanetti.


Sempre molto utile consultare: [104]

Nomi geografici[modifica | modifica wikitesto]

  • Coronimo per indicare i nomi che riguardano le designazioni areali ampie come regioni storiche o geografiche (Friuli, Veneto, Italia)
  • microtoponimo per indicare i nomi che riguardano le designazioni areali ristrette (un prato, un appezzamento di terreno, un bosco, una radura, ecc.)
  • Poleonimo per indicare i nomi dei centri abitati
  • Odonimo per indicare i nomi di vie, piazze e strade
  • Agionimo per indicare gli elementi religiosi
  • Oronimo per indicare i nomi dei monti, colline
  • Idronimo per indicare i nomi dei fiumi
  • Limnonimo per indicare i nomi dei laghi
  • Talassonimo per indicare i nomi dei mari
  • Nesonimo per indicare le isole di grandi e piccole dimensioni, compresi gli scogli
  • Acronimo per indicare elementi morfologici della costa che si protendono verso il mare, come punta, sprone
  • Ormonimo per indicare le rientranze più o meno ampie della linea di costa, come baie, golfi, valloni
  • Diaplonimo per indicare i bracci di mare tra sponde o isole vicine che consentono il passaggio
  • Bentonimo per indicare gli elementi o morfologie sottomarine, come banchi sabbiosi, fosse, dorsali, secche

Utilità[modifica | modifica wikitesto]

[113] [114]; [115]

Francesco de Pinedo[modifica | modifica wikitesto]

20 ottobre 1888 La madre Livia de Rada, sorella di Leopoldo de Rada, che fu direttore e proprietario de Lo Staffile » di Firenze sposa l’avvocato (laureatosi a Palermo) Alberto de Pinedo il 20 ottobre 1887 [116] o 1888 [117]; [118];

«Le prime notizie, però, sul ramo italiano dei De Pinedo risalgono alla prima metà del Settecento quando dalla Spagna giunse a Napoli, al seguito del re Carlo III di Borbone, Juan Antonio de Pinedo de La Peña, capitano dei dragoni reali, nato nel 1707 a Castrojeriz e sposato con doña Isabel Joran, assafatta della regina Carolina d'Austria, dalla quale ebbe nove figli.
Di questi, Antonio, nato a Napoli nel 1757 e sposato con Lucrezia Costa, da cui ebbe sette figli, aveva seguito la via delle armi. Arruolatosi nel 1770 come cadetto nel reggimento di cavalleria «Tarragona», da ufficiale prese parte, con le armate napoleoniche, alla campagne d'Italia del 1796-1797, all’occupazione di Roma nel 1798 e alle operazioni in Toscana nel 1800. Raggiunto il grado di tenente generale, nel maggio 1810 fu nominato maresciallo di campo con brevetto regio rilasciatogli da Gioacchino Napoleone Murat, re delle Due Sicilie, «avendo fiducia nel valore e nella fedeltà del signor De Pinedo», come attesta una pergamena gelosamente custodita da Fulco De Pinedo (* Roma 16 novembre 1930 – † 24 dicembre 2018 nota mia), nipote del trasvolatore ed erede del titolo nobiliare della famiglia.
La vita di Giovanni, figlio di Antonio, maggiore di cavalleria, nato nel 1785 a Napoli e sposato con Teresa Villamil-Castellani dalla quale ebbe sei figli, fu molto movimentata Per le sue benemerenze militari nel 1818 fu insignito, da Luigi XVIII re di Francia e di Navarra, dell'onorificenza di Cavaliere della Legione d'Onore. Nel 1820, assieme ad altri ufficiali, partecipò ai moti insurrezionali che, iniziati in Spagna all'antemurale di Cadice con l'«alzamiento» delle truppe in partenza per le colonie, si erano propagati anche a Napoli costringendo il re Ferdinando I a concedere la Costituzione. Condannato a morte dopo l'intervento dei reparti austriaci, inviati nel regno di Napoli dalla Santa Alleanza, fu poi graziato dal sovrano. Questo drammatico episodio non precluse, però, la carriera delle armi al figlio Gabriele, ufficiale di cavalleria. Nato nel 1815 a Napoli, dal 1844 al 1848 prestò servizio, con il grado di tenente, nella Guardia del corpo a cavallo e nel 1860 prese parte alla battaglia del Volturno contro i garibaldini. Rientrato a Napoli subito dopo l'annessione delle Due Sicilie al regno d'Italia, fu ammesso nei quadri dell'esercito piemontese e destinato, dopo qualche anno, ai servizi sedentari. Dal matrimonio con Virginia Stellato nacquero tre figli, Luigi e Giovanni, che diventarono rispettivamente colonnelli di artiglieria e di cavalleria, e Alberto, padre del trasvolatore, la cui ambizione era di arruolarsi nella marina militare come ufficiale. Varie ragioni, però, gli impedirono di realizzare questo desiderio e ciò fu causa di un'amarezza che portò sempre con sé. Iscrittosi all'Università di Palermo vi conseguì la laurea in Legge e, subito dopo, fu assunto come funzionario dall'amministrazione dei Benefizi vacanti,2 nel cui ambito lavorò per tutta la vita, ricoprendo, nel corso di una brillante carriera, incarichi di grande responsabilità che gli valsero anche l’ambita onorificenza di commendatore.
Nel 1887, Alberto sposò Livia De Rada, figlia di Francesco De Rada, un ufficiale napoletano dell'esercito borbonico con lontane origini spagnole, che si era distinto all'assedio della cittadella di Messina e, nel corso di aspri combattimenti, durante la campagna di Sicilia del 1848-49. Dopo l'annessione delle Due Sicilie al Regno d'Italia nel 1861 fu incorporato nell’organico dell’arma di fanteria del regio esercito con il grado di capitano. Assegnato alla divisione territoriale toscana e, successivamente, allo stato maggiore della 19ª divisione di fanteria, dovette lasciare Messina, città originaria della moglie, e trasferirsi a Livorno. Promosso maggiore e collocato a riposo nel giugno del 1870, morì nel novembre dello stesso anno lasciando la moglie Elisa Fisher, con tre figli ancora in giovane età, Arturo, Leopoldo e Livia. Non esistono notizie precise di come Alberto abbia conosciuto Livia che, dopo la morte del padre e un periodo trascorso a Messina, abitò per alcuni anni a Firenze dove il fratello Leopoldo aveva fondato il periodico di satira politica «Lo Staffile». Dopo il matrimonio, celebrato nel capoluogo toscano, nella Chiesa di Santa Maria Novella, Alberto si stabilì a Napoli in un vasto appartamento in via Carlo Poerio, una centralissima strada che si dirama dalla Riviera di Chiaia, a pochi passi dal lungomare Caracciolo. In questa casa, Franz nacque il 16 febbraio 1890, secondo di tre figli, e vi trascorse assieme alla sorella Elisa e al fratello Arturo gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza fino al giorno in cui fu ammesso all'Accademia Navale. Come usava nelle famiglie della buona borghesia, assieme alla madre si prese cura di lui Rosa Pulicano, una prosperosa balia di Fratta-maggiore considerata dai De Pinedo come una persona di famiglia. I primi ricordi della giovinezza emergono da un'intervista rilasciata dal padre, nel 1927, al settimanale «La Domenica del Corriere»3 e, soprattutto, dalle pagine di un diario inedito4 che Franz iniziò a scrivere quando era studente del liceo classico Umberto I: «Voglio sperare che le sue pagine non rimarranno bianche, ma che in esse invece tante ansie, tante piccole lotte, sotterfugi e divertimenti di studente, tante scappatelle di gioventù, tanti piccoli avvenimenti rompenti la monotona uniformità della vita troveranno la loro nota, il loro commento, la loro riflessione e saranno un giorno per me un grato ricordo della passata giovinezza ». Si delineano i tratti di un ragazzo dotato di una vivace intelligenza, di una non comune personalità, di uno spiccato amor proprio e di una decisa volontà di riuscire in un intreccio di sogni, di ansie, di irrequietezze, di desideri, di sentimenti e di passioni che lo agiteranno per tutta la vita in un'altalena di folgoranti successi e di cocenti amarezze.
In Franz il padre vide la possibilità di realizzare il suo sogno mancato facendo di lui un brillante ufficiale di marina per continuare la tradizione militare della famiglia. Questa aspettativa non andò delusa e costituì, per il genitore, motivo di grande orgoglio. Assecondò perciò, fin dall'infanzia, la naturale tendenza del figlio alle avventure e alla vita di mare, ben lieto che questi si immergesse con foga nella […]» (in Ovidio Ferrante, Francesco de Pinedo, alle pp. 5-8)
  • Juan Antonio de Pinedo de La Peña detto Giovanni Pinedo [parrebbe figlio di Giacinto, altro militare; in Ayala] (* Castrojeriz citata anche come Castro-Xeris, 1707 [o 1702 in Ayala] – † ?) sposato con doña Isabel Joran (citata come donna Isabella Toran di Tortosa) vedasi libro sotto, paragrafo sul loro figlio Antonio. + [119]
  • Antonio Pinedo (* Santa Maria Capua Vetere, 13 giugno 1757 – † Napoli? 13 febbraio 1830; [120]; [121]. (si notino le discrepanze con quanto asserito da Ovidio Ferrante sul suo libro circa il periodo napoleonico (in realtà nel periodo della Repubblica Napoletana rimane fedele al Re). Sposò Lucrezia Costa.
  • []
  • Giovanni Pinedo (* Nola, 1785 – † Napoli, 14 giugno 1855 di Nola e di anni 70, di professione ispettore di dogana), sposa Teresa Villoni o Villani ( – † Napoli, 4 Giu 1863)
N.B.: la data di nascita di questo Gabriele è erroneamente riportata come 1815 in Ovidio Ferrante.

——————
[Oppure 14 marzo 1830 in Musci, trattasi del tenente generale Ferdinando Sambiase Sanseverino, principe di Campana nato a Calopezzati il 6 maggio 1776 e morto a Palermo il 14 marzo 1830 [sempre in Musci poco sotto]) [123]

Geografi[modifica | modifica wikitesto]

redeunt in aurum tempora priscum ovvero “ I tempi tornano all'antico splendore (letteralmente al prisco oro)“ (forse scritta su monete celebrative per ritorno degli austriaci a Milano ([124] nota 54)

Giacomo Marieni, generale maggiore, già direttore dell’ufficio di triangolazione presso l’istituto geografico militare di Vienna ([125] p. 371)

Biografia su Antonio Campana (1774-1841) cavaliere di Splügenberg, direttore dell’I. R. istituto geografico militare di Milano (a Vienna c’era l’istituto topografico dello stato maggiore generale) [126] (già [reale] collegio [o casa] dei Paggi, governato da soppresso collegio de' Paggi governato dall’abate Ludovico di Breme (personaggio importante persino sul DBdI) fino al 1813(?) [collocata nel palazzo Crivelli [sicuri? Palazzo Crivelli mi risulta da un’altra parte, meglio omettere] in contrada Santa Marta, acquistato nel 1808 dal Demanio della Corona [napoleonica], poi sede della Regia stamperia e poi del Genio Civile (quest’ultimo dato come da libro 1867)]

1833 Carta topografica del Regno Lombardo-Veneto, costrutta sopra misure astronomico-trigonometriche, ed incisa a Milano nell'I. R. Instituto geografico militare dell'I. R. Stato maggiore generale austriaco, pubblicata in 1 : 86 400 del naturale (pollici viennesi?) in 47(?) fogli

(A p. 69 cioè 71 del pdf e cercare info biografiche anche di Ferdinando Visconti (1772-1847) geografo napoletano )

(Fare anche Gaspare Galliari, di Giovani Antonio, nacque a Treviglio 20 agosto 1761, fu incisore e geografo fino al grado di capitano vedutista all’I. R. istituto geografico militare, nipote dell’illustre Bernardino Galliari che mostrò tanto genio nella prospettiva, morì a Milano il 6 dicembre 1817 (per tale data vedasi gazzetta di Milano) [141], [142], [143], [144], [145] sotto servizio francese come 2º capitano; nota: Bacler d'Albe aveva diretto l'ufficio topografico costituito da Bonaparte presso di sé'2 in parallelo a quello del corpo degli ingegneri geografi costituito all'inizio della campagna d'Italia a Milano e diretto da Léopold Berthier.)

Biografia su Ferdinando Visconti

http://eprints-phd.biblio.unitn.it/1031/1/Tesi_dottorato_TUTTO.pdf (Vedere nota 105)

"Ferdinando" "Visconti" "1847" "geografo" Su Google Libri

Marina Toscana[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe de Thurn[modifica | modifica wikitesto]

Qui: [150] dice nato a Gorizia il 9 aprile 1760; qui invece: [151] dice morto a Venezia il 13 luglio 1831. => [152] su OPAC

Qui un quadro [153]; fondazione a Gorizia di un Monte dei Pegni [154]

Biografia => [155] e dice nato 9 aprile 1760

[156] dice nato 9 aprile 1761 anche qui=>[157] Era fratello di Raimondo [158]

Comunque il cognome tedesco era von Thurn-Hofer und Valsassina, Hofer fu aggiunto dopo essere diventati i signori del castello di Duino (vedere) oppure von Thurn-Valsassina und Hofer

(In altri casi Hofer è stato tradotto come “Dalmaso”)

Archivi [159]

Fu proprietario di Villa Rosebery

Qui viene citato anche un Kaspar von Thurn [160]

Francesco de la Tour di Lorena[modifica | modifica wikitesto]

(nomina a guardiamarina); (nomina a voce-ammiraglio)

Angiolo e Giovanni Battista Guillichini[modifica | modifica wikitesto]

(Storia di entrambi); (Gio. Battista nominato guardiamarina); Storia Reale Istituto Nautico Gioeni-Trabia (1789-1892);

Spannocchi Piccolomini[modifica | modifica wikitesto]

(guardiamarina); (Tolone); (elogio); (necrologio); (elogio funebre del figlio Giovanni).

Azione navale di Posillipo[modifica | modifica wikitesto]

27 giugno 1809 Interessante sapere ci siano due quadri di Guillame [161] (Museo della Marina di Parigi); [162] (Reggia di Caserta); [163]; [164]; [165]; [166]; [167]

Guglielmo Scalise[modifica | modifica wikitesto]

Guglielmo Scalise ( February 14 , 1891 - November 3 , 1975 ) qui: [168] e qui [169]

Guglielmo Scalise è nato a Marcellinara ( Catanzaro ) nel 1891 da Tommaso e Celestina Lentini; ha partecipato alle due guerre mondiali, quasi sempre nello stato maggiore dell'Esercito ; è stato addetto militare presso l'Ambasciata italiana per il Giappone ... [170]

generale dell'esercito e libero docente di lingua , letteratura e storia giapponese

Da visualizzazioni snippet: “Guglielmo Scalise , comandante di un reparto cannoni corazzati semoventi della Divisione Ariete . Egli era da 5 mesi in Libia e si era già distinto in azioni di pattuglia a grande raggio nel deserto , in una delle quali era rimasto ferito. Per il suo...” su Yamato mensile italo-giapponese - Page 178

Addetto militare [171] con ambasciatore Giacinto Auriti. [172]

Armando Scalise[modifica | modifica wikitesto]

17 febbraio 1898 [173], viene inviato al Convitto Nazionale "Principe di Napoli" di Assisi dove rimane per 10 anni sino al conseguimento della maturità. (Calabria amara, p. 78-79.
Qui ufficiale corona d’Italia [174]. (Capitano ARMANDO SCALISE Direttore di Solco Fascista ( Divisione Torino ) [175].)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce di guerra al valor militare[3] - nastrino per uniforme ordinaria
«SCALISE Armando fu Tommaso e fu Celestina Lentini, da Marcellinara (Catanzaro), classe 1898, capitano complemento, 52º artiglieria "Torino".
Addetto al comando di un reggimento di artiglieria, durante un'azione, visti due feriti che si reggevano a vicenda, sprezzante del pericolo, accorreva a soccorrerli, invitando il piu valido a ripararsi e conducendo l'altro al posto di medicazione. Già distintosi in numeroso ardite ricognizioni per coraggio ed ardimento.»
— Chazepetowka (fronte russo), dicembre 1941.
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915–1918 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940–43 (2 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della spedizione di Fiume - nastrino per uniforme ordinaria

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  • Diario storico del Comando supremo: raccolta di documenti
  • I documenti diplomatici italiani

Giovambattista Scalise[modifica | modifica wikitesto]

Giovambattista Scalise
NascitaMarcellinara, (CZ), 24 giugno 1889[4]
MorteNovara, 24 maggio 1961[5]
Etniaitaliano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia
Forza armataRegio Esercito
Armafanteria
Corpostato maggiore
Gradogenerale di divisione[6]
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Campagnefronte italo-francese
voci di militari presenti su Wikipedia

Giovambattista[4] Scalise (detto Battista e a volte erroneamente citato sui documenti come Giambattista, Giovanni Battista, Gio. Battista e Giov. Battista; Marcellinara, 24 giugno 1889Novara, 24 maggio 1961) è stato un generale di divisione[6] italiano. Studia dapprima al seminario di Nicastro, poi al Liceo "Pasquale Galluppi" di Catanzaro (Calabria amara, p. 95) assieme al fratello Guglielmo, dove si licenzia nel giugno del 1909. Dovendo svolgere il servizio militare di leva, presenta domanda quale allievo ufficiale di complemento svolgendo il corso presso il 39º fanteria a Napoli (p. 134), viene promosso sergente allievo ufficiale e presta il servizio presso il 15º fanteria a Gaeta (p. 139 e 145)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare «sul campo»[7] - nastrino per uniforme ordinaria
«SCALISE Giambattista, da Marcellinara (Catanzaro), capitano reggimento fanteria.
Saputo che la sua compagnia era impegnata in furiosi combattimenti, raggiungeva celermente la linea di fuoco; e, alla testa dei suoi soldati, concorreva alla conquista di una posizione fortemente contrastata dall’avversario. Ferito da shrapnel ad entrambe le gambe, conservava ancora il comando del reparto per circa un’ora, finché fu trasportato, quasi a forza, al posto di medicazione.»
— Coston dei Laghi, 18 maggio 1916. Decreto luogotenenziale 25 luglio 1918.
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 2 giugno 1955[8]
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca 1911-1912[9] (campagna: 1912) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915–1918[9] (3 anni di campagna: 1915 - 1916 - 1917) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia[9] - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria[9] - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'oro per anzianità di servizio (25 anni)[9] - nastrino per uniforme ordinaria
Distintivo d'onore per i feriti di guerra[9] - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fondo Dante Manno – Catalogo del Sistema Museale dell'Università di Parma
  2. ^ Manno, Dante (illustratore) su internetculturale.it
  3. ^ Scalise Armando – Istituto del Nastro Azzurro.
  4. ^ a b Cfr. a p. 15 in Guglielmo Scalise, Calabria amara, Milano, Ceschina, 1972.
  5. ^ Cfr. a p. 220 in Guglielmo Scalise, Calabria amara, Milano, Ceschina, 1972.
  6. ^ a b Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali, Dispensa 40ª, 1º maggio 1943 – Anno XXI, a p. 3480.
  7. ^ Scalise Giambattista.
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  9. ^ a b c d e f Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore annuario36

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guglielmo Scalise, Calabria amara, Milano, Ceschina, 1972.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Moriaki Shimizu[modifica | modifica wikitesto]

Moriaki Shimizu
NascitaKurume, 24 agosto 1896
Morte3 aprile 1979
Dati militari
Paese servitoBandiera del Giappone Impero Giapponese
Forza armata Esercito imperiale
Armaartiglieria
Corpostato maggiore
Anni di servizio1917-1945
Gradogenerale di divisione
GuerreSeconda guerra sino-giapponese
Seconda guerra mondiale
Comandante dimissione militare giapponese
Studi militariAccademia militare di Ichigaya, Tokyo
Scuola d'artiglieria dell'Esercito
voci di militari presenti su Wikipedia

Moriaki Shimizu (Kurume, 24 agosto 18963 aprile 1979) è stato un generale giapponese, addetto militare in Italia e successivamente capo della missione militare nipponica nella RSI.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Kurume, nella prefettura di Aichi, figlio primogenito del maggiore dell'esercito Moriji Shimizu. Dopo aver frequentato la Scuola normale superiore, la Scuola regionale giovanile dell'esercito (陸軍地方幼年学校 , Rikugun chihō yōnen gakkō) e la Scuola propedeutica militare centrale (陸軍中央幼年学校 , Rikugun chūō yōnen gakkō) a Hiroshima, si diplomò all'Accademia militare dell'esercito (陸軍士官学校, Rikugun Shikan Gakkō)  (29º corso) nel maggio 1917 (anno VI Era Taishō) [1] [3] [4]. Nel dicembre dello stesso anno, fu nominato sottotenente dell'artiglieria (砲兵少尉?, Hōhei-shōi) e destinato al 14º Reggimento artiglieria da campo [1] [4]. Nel novembre 1920 (a. IX Era Taishō), si diplomò alla Scuola d'applicazione di artiglieria e genio (陸軍砲工学校, Rikugun Hokou Gakko) (26º corso) [1]. Nel novembre 1925 (a. XIV Era Taishō), si laureò alla Scuola di guerra (陸軍大学校, Rikugun Daigakkō) (37º corso) [1] [2] [3].

Nel marzo 1926 (a. XV Era Taishō), fu promosso a capitano dell'artiglieria (砲兵大尉 , Hōhei taii) e posto al comando di una compagnia del 3º Reggimento artiglieria da campagna [1]. Nel dicembre dello stesso anno fu assegnato allo stato maggiore dell'esercito quale capufficio del personale e aggregato alla rappresentanza presso la Società delle Nazioni; nell'agosto del 1932 fu promosso maggiore dell'artiglieria (砲兵少佐 , Hōhei shōsa) [1]. Nel febbraio 1933 (a. VIII Era Shōwa), ottenne il comando di un battaglione dell'11º reggimento artiglieria da montagna [1]. Nel marzo 1934 (a. IX Era Shōwa) venne destinato alla Fabbrica di armi principale dell'esercito (sezione periodici ovvero propaganda) e, nell'agosto 1936 (a. XI Era Shōwa), avanzò al grado di tenente colonnello dell'artiglieria (砲兵中佐 , Hōhei chūsa ) [1]. Nel settembre 1937 (a. XII Era Shōwa) divenne membro del Dipartimento d'informazione del gabinetto (ufficio notizie / servizi segreti) e nel luglio 1938 (a. XIII Era Shōwa) fu promosso colonnello dell'artiglieria (砲兵大佐 Hōhei-taisa)[1] [2]. Nel dicembre 1938 fu nominato direttore dell'Ufficio informazioni ( 情報局 Jōhōkyoku) del Ministero della guerra ( 陸軍省 Rikugun-shō ) [1] [2]. Nel dicembre 1939 (a. XIV Era Shōwa) fu nominato addetto militare presso l'ambasciata giapponese in Italia[1][2][3]. Nell'agosto 1942 (VII Era Shōwa) divenne generale di brigata (陸軍少将?, Rikugun-shōshō) e nell'aprile 1945 (a. XX Era Shōwa) promosso generale di divisione (陸軍中将?, Rikugun-chūjō)[1] [2] [3]. Tornò in Giappone nel dicembre dello stesso anno.[1] Successivamente fu console generale onorario della Repubblica di San Marino.


Nakasone[modifica | modifica wikitesto]

Successivamente, diretti nel Borneo per sbarcare a Balikpapan, vide affondare 4 delle 14 navi del convoglio nello stretto di Makassar. Il 24 gennaio, quando circa 20 convogli giapponesi si sono ancorati al largo della costa di Balikpapan, nel Borneo, per le operazioni di sbarco, navi e sottomarini nemici, che sembravano essere cacciatorpediniere dei Paesi Bassi e del Regno Unito[1], hanno colpito (battaglia navale al largo di Balikpapan) [19]. Un incrociatore leggero [Nota 2] era attaccato a questo, ma era bloccato nella flotta. Le quattro navi sulla parte anteriore, posteriore, sinistra e destra di quella in cui è a bordo Nakasone vengono affondate e vengono attaccate da armamenti secondari e mitragliatrici da un cacciatorpediniere nemico in avvicinamento, e anche la nave da trasporto brucia. I corpi di 23 compagni morti in questa battaglia furono cremati sulla costa di Balikpapan. Nakasone scrisse una poesia sui suoi pensieri di quel momento.

Si dice che Nakasone sia l'unico primo ministro del dopoguerra ad aver assistito alla morte dei suoi subordinati nel prossimo futuro. [23]

Nakasone continuò a servire come capo contabile. Trasferito a Makō sull’isola di Formosa (od. Magong, Taiwan), il 10 marzo dello stesso anno, fu destinato al reparto di costruzione della Marina venendo promosso capitano a novembre. Il 18 agosto 1943 Nakasone fu nominato membro del Deposito della Marina di Kaohsiung (Comando presidio di Makō) [Nota 5] [23] [25]. Il 1º novembre 1944, Nakasone fu aggregato al Dipartimento marittimo di Yokosuka. [26] Finita la guerra si congedò col grado di maggiore commissario della Marina. Successivamente, l'11 febbraio 1945 si sposò con Tsutako, figlia di Giichiro Kobayashi, sorella minore di un compagno e professore all’Università di Waseda. [10] [23] Subito dopo, il 25 febbraio, suo fratello minore Ryosuke, anch’esso un ufficiale della Marina, morì nel proprio aereo in una missione kamikaze. [23] [27]

Il 29 ottobre 1985, dopo essere entrato in carica come primo ministro, Nakasone rispondendo all’interpellanza di Mitsuo Higashinaka (Partito Comunista Giapponese) al Comitato per il Bilancio della Camera dei Rappresentanti sulla questione del Santuario Yasukuni durante la Guerra del Pacifico [Nota 6 ] affermò che "Questa è una guerra insondabile e una guerra sbagliata", ammettendo, di fatto, l’aggressione contro la Cina. [29] [30]

Sanfedisti[modifica | modifica wikitesto]

[200]; [201]; [202]

Fonometria[modifica | modifica wikitesto]

La fonometria applicata all’artiglieria si occupava dello studio dei fenomemi acustici del tiro d'artiglieria, il rilevamento dei punti di scoppio e d'arrivo e soprattutto del rilevamento delle postazioni dalle quali provenivano gli attacchi per poi dirigere il fuoco di controbatteria.

Bandiere dell'imam Hussein[modifica | modifica wikitesto]

Significato della bandiera verde [203]; [204]; [205] (califfato Fatimide? usata molto dagli iraniani durante la guerra contro l'Iraq), nera (è simbolo di lutto(?) nel mondo islamico il lutto dura 40 giorni vi è scritto “O' Hussain” ovvero =>“Ya Hussain” يا حسين viene alzata al posto di quella rossa sul mausoleo dell'imam Hussein a Kerbala [e non solo], issata la notte precedente l'inizio del mese di Muharram (Ashur al Haraam [mesi sacri] months: [Muharram, Rajab, Dhu al-Qa'dah and Dhu al-Hijjah] in cui è proibita la battaglia[206][207]) di cui segna l'inizio, primo mese [lunare] dell'anno islamico, restando a sventolare 10 giorni [208]) e soprattutto rossa quest'ultima usata come sinonimo di vendetta futura per l'uccisione dell'imam Hussein al ritorno del Mahdi che vendicherà la morte [209] di Hussein avvenuta a Kerbala nel 680 d.C. (61 anno egiriano =>dall'Egira assieme ad altri 72 martiri [210]; [211]; [212]; al grido => « Ya la-Tharat al-Hussein » (qu’on pourrait traduire en français par « Ô vous qui cherchez à venger Hussein ».)=>(“Ya la-Tharat al-Hussein,” which can be translated in English as, “O ye avengers of Hussein.”) [213]; [214];[215];[216]; [217]; [218]; [219] [220] (There is no day like your Day O Aba 'Abdillah oppure There is no day like the day of Hussain oppure There is no day like your Day O Hussain [la lotta e il sacrificio sono ogni giorno] Ya Aba Abdillah al-Hussain) [221]; [222]; [223]; [224]. (cercare: muharram black flag “O Hussain”); il Dodicesimo Imam, chiamato Mahdi o Valiasr ('Guida del Nostro Tempo' «l'imam del Tempo», o il «signore dell'èra presente » sahibu 'z-zamân). Mahdi è "l'Imam Nascosto" o "Imam Occulto" che, facendo "epifania", tornerà sulla terra alla fine dei tempi per ristabilire la pace, la giustizia e la verità rivelandosi e facendo cessare il periodo del "grande occultamento" (od occultamento maggiore) iniziato dal 941 (329 AH). Comunque l'importanza è la filosofia del sacrificio [225] (o forse del martirio?)

«Chi sono gli sciiti? Sono i "partigiani di Ali", colui che sarebbe stato indicato dal Profeta come suo legittimo successore e che, quando finalmente fu nominato califfo, venne spodestato da un tiranno usurpatore; il figlio Hussein cercò di riparare all'ingiustizia, ma la sua ribellione, insieme spirituale e politica, fallì: Hussein e i suoi seguaci conobbero il martirio a Kerbala. È questa la radice dell'identità e dell'etica sciita, che unisce l'intransigenza dei principi religiosi e politici, la disponibilità al sacrificio fino al martirio, a un'insopprimibile volontà di emancipazione da una vicenda storica fatta di oppressione e ingiustizia. Marginalità ed esclusione dal punto di vista economico e politico fanno degli sciiti ancora oggi i "dannati della terra" dell'Islam. La loro "rinascita", a partire dalla rivoluzione khomeinista del 1979, è quindi la vera novità di questi ultimi decenni all'interno del mondo islamico»

"The red flag of Imam Hussain signifies the need for revenge, with the phrase written on it “O the Revenge of Hussain”. " [226]; [227]

Traduzione dall'originale in arabo (da qui [228]): "Nella cultura persiana, la cerimonia di innalzamento della bandiera rossa è considerata un segno dell'intenzione di vendetta, la città di Qom, in Iran, ha visto la cerimonia di innalzamento della bandiera rossa sulla cupola della moschea di al-Qa’im a Jamkran, in riferimento all'intenzione di cercare vendetta per il generale # Qassim_Sulaimani" [229]

Su un libro spiega: "The red flag of Imam Hussein on the dome of Imam Hussein's holy shrine indicates the meaning of ăšhură's philosophy (ibid., p. 50). Hussein is the key symbol of right and thus Muslims and followers of right should get revenge for his martyrdom at the hands of a satanic force (ibid., p. 104)." [230];[231];[232]; [233]; [234];

tasua e asciurà [235]; [236] prima luna di Muharram [237];

Cronologia 2ª GM[modifica | modifica wikitesto]

A chi pensa che gli Alleati fossero “occupanti”, bisogna ricordare che *dopo l’operazione Achse* (quindi un’azione militare tedesca *contro l’Italia*), firmando dapprima *l’armistizio lungo* siglato a Malta il 29 settembre, proseguendo poi con la *dichiarazione di guerra alla Germania nazista il 13 ottobre 1943*, divenimmo *combelligeranti degli Alleati*

Giova ricordare che all’ex alleato Hitler, chiedemmo rinforzi di uomini e materiali a supporto della difesa della Sicilia ma le 4 divisioni che ci inviarono, ci dissero, era tutto quello che potevano darci (ma pretendevano il comando delle operazioni); richiesta di aiuto reiterata finanche all’incontro di Feltre del 19 luglio ‘43, “aiuti” che ci furono negati dagli “alleati” tedeschi, salvo poi “far saltar fuori all’improvviso” dal cilindro magico ben ulteriori 13 divisioni (portando quindi il totale a 17!) riversando una gran marea di truppe e materiali in Italia l’indomani dell’8 settembre con l’operazione Achse per l’occupazione del territorio nazionale e il disarmo delle Regie forze armate (esattamente ciò che ci fu negato all’incontro di Feltre).

Inoltre, sebbene ciò non piacesse (e non piace a certi nostalgici), i tedeschi furono i fautori di un regime fantoccio messo su “manu militari”, dopo aver “liberato” Mussolini il 12 settembre 1943 (operazione Quercia) per i loro scopi di controllo del paese (operazione Schwarz ovvero l’occupazione tedesca di Roma e il rapimento dei regnanti e del governo ristabilendo un esecutivo fascista), ma tutto basato sul nulla giuridico:

Mussolini era stato sfiduciato dallo stesso organo decisionale del suo mono-partito di governo (il Gran consiglio del fascismo) e ciò in modo pienamente legale, preso atto della cosa agì il re Vittorio Emanuele III secondo quanto previsto dallo Statuto Albertino riprendendo anche il controllo delle FFAA.

Infine l’unico discorso da fare sulle forze partigiane della resistenza è ripetere a sfinimento ciò che le convenzioni internazionali dicevano allora e dicono oggi (perché sono diverse le convenzioni e leggi sul tema) sia la definizione di

  • “legittimo belligerante” e
  • “illegittimo belligerante”

Nel caso dei partigiani italiani essendo stati inquadrati in formazioni riconosciute dalle potenze alleate e con segni distintivi di grado (seppur con uniformi raccogliticce) erano e rimangono pienamente LEGITTIMI belligeranti!!!

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Il primo ministro Winston Churchill, discute la situazione della battaglia con il comandante dell'8ª Armata, tenente generale Oliver Leese (sx) e il comandante supremo alleato nel Mediterraneo, generale Harold Alexander, presso il quartier generale del generale Leese a Montemaggiore al Metauro

Battaglie partigiane[modifica | modifica wikitesto]

  • battaglia di Vilano (frazione del Comune di Cantiano, 25 marzo 1944)
  • battaglia dell'Alpe della Luna (4 giugno 1944)
  • battaglia di Paravento (frazione di Cagli, 19-20 giugno 1944) è, insieme a quelle di
  • battaglia di Fontecorniale (26 luglio 1944)

[238]

Medico di bordo[modifica | modifica wikitesto]

Pandemia di Covid-19[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pandemia di COVID-19 del 2020 sulle navi da crociera.

dott. Paolo Mudanò (*San Lazzaro di Savena, 25/03/1950 – † Santos, 15/04/2020[2][3][4][5][6]) medico chirurgo odontoiatra, direttore sanitario (DS) sulle navi da crociera.

Guerra in Artsakh[modifica | modifica wikitesto]

Testo del cessate il fuoco definitivo dal 10 novembre 2020 (in inglese):

Diretta del presidente artsaco Arayik Harutyunyan dell’11 novembre 2020 dove parla della mancata difesa di Shushi da parte dei due battaglioni del colonello Grigory Sahakyan [241]

Dichiarazioni del gen. Movses Hakobyan in una sua conferenza stampa del 19/11/2020: [242]; [243];[244];

Guido Cattaneo[modifica | modifica wikitesto]

Guido Cattaneo
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Motonautica
Categoria Classe 12 litri
Ruolo pilota campione del mondo
 

Guido Cattaneo (Abano Bagni, 4 agosto 1905Chiavenna, 20 luglio 1984) è stato un ingegnere, inventore, pilota motonautico, militare e imprenditore italiano, nonché realizzatore e detentore di diversi primati mondiali di velocità per motoscafi da corsa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vista laterale del motoscafo Asso, conservato al Museo storico navale di Venezia
Vista poppiera del motoscafo Asso, conservato al Museo storico navale di Venezia

Diplomato all’Istituto tecnico superiore di Friburgo, in Svizzera, appassionato di motori, negli anni Trenta fu campione mondiale di motonautica e realizzatore di diversi primati di velocità.

Il 24 novembre 1938 ad Arona, sul Lago Maggiore, correndo per la squadra motonautica della MVSN, ha conquistato il primato mondiale di velocità sul chilometro per motoscafi da corsa serie 800 kg, percorrendo la distanza alla velocità media di 150,63 km/h, ovvero 81,33 nodi, precedentemente detenuto dal francese Maurice Vasseur stabilito il 27 novembre 1937, che era di 133,83 km/h pari a 72,26 nodi.

È stato insignito della medaglia d'oro al valore atletico per i primati di velocità conquistati nel 1934 e nel 1938 ed insignito della medaglia di bronzo al valore atletico per la conquista del titolo italiano, ottenuto nel 1935.

Lavorò nella propria ditta, la CABI Cattaneo, fondata nel 1936 col padre Giustino (già tecnico dell’Isotta Fraschini) presso la quale si dedicò al perfezionamento del siluro a lenta corsa (SLC), famigerato mezzo d'assalto subacqueo meglio noto col nomignolo di “maiale”, in stretta collaborazione coi capitani del Corpo del genio navale Elios Toschi e Teseo Tesei che lo avevano ideato e progettato.

Partecipò inoltre allo sviluppo del sistema di trasmissione meccanica del motoscafo da turismo modificato (MTM) passato alla storia come "barchino esplosivo". Nel 1940, con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, viene richiamato in servizio e trasferito nella Regia Marina venendo destinato nel 1941 a Roma presso il Ministero.

Promosso capitano di complemento nel Corpo delle armi navali, viene dapprima destinato alla IV Squadriglia MAS e, nel luglio 1942, alla Xª Flottiglia MAS, partecipando con la cosiddetta "colonna Moccagatta" (settembre 1942-marzo 1943) alle operazioni di guerra in Mar Nero, guadagnando una medaglia di bronzo al valor militare e, da parte dell’alleato tedesco, la Croce di Ferro di 2ª classe. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 rimase in territorio controllato dai tedeschi.

Congedatosi nel 1946, nel 1953 viene promosso primo capitano delle armi navali e, nel 1955, dopo un breve richiamo in servizio, promosso maggiore. Muore a Chiavenna il 20 luglio 1984.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare «sul campo»[7] - nastrino per uniforme ordinaria
«CATTANEO, Guido
Capitano A.N.
Ufficiale richiamato, temporaneamente destinato in una base avanzata esposta all’offesa nemica, vi apportava con slancio l’efficace contributo della propria esperienza tecnica, adoperandosi infaticabilmente per assicurare la perfetta efficienza dei mezzi navali.
Ripetutamente chiedevo deteneva di prendere parte a missioni in mare dimostrando in ogni occasione entusiasmo e noncuranza del pericolo.
»
— Mar Nero, 20 maggio – 3 luglio 1942. Regio decreto 16 novembre 1942.
Croce di Ferro di 2ª classe - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valore atletico - nastrino per uniforme ordinaria
«Primatista mondiale»
— 1934
Medaglia d'oro al valore atletico - nastrino per uniforme ordinaria
«Primatista mondiale»
— 1938
Medaglia di bronzo al valore atletico - nastrino per uniforme ordinaria
«Campione italiano»
— 1935

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

[245] [246] [247]


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Suddivisioni[modifica | modifica wikitesto]

Organisational pattern in selected NATO countries, by relative size
Taglia Britanniche e
USN
USAF e
USMC
Canada German Air Force Rank level of
generale or
commanding officer
Grande unità Group Wing Air division
Division aérienne
no equivalent OF-6 or OF-7
Tattica Wing Group Wing
Escadre
Taktisches Luftwaffengeschwader
(en: Operational AF-Wing)
OF-4 or OF-5
Piccola Squadron Squadron Squadron
Escadron
Staffel OF-3 or OF-4
Inferiore Flight Flight Flight
Escadrille
Schwarm / Kette OF-2

Organica militare[modifica | modifica wikitesto]

Nome unità Tipo di navi Numero di navi Comandante
Marina militare Tutte le navi Più di 2 flotte ammiraglio della flotta o ammiraglio (OF-9)
Squadra navale o flotta Tutte le navi di una regione Più di 2 task forces ammiraglio (OF-9) o viceammiraglio (OF-8)
Divisione navale o (task force) Tutte le grandi navi di una tipologia Più di 2 task groups viceammiraglio (OF-8)
Gruppo navale (task group) Un gruppo di navi complementari Più di 2 task units o squadroni retroammiraglio (OF-7)
Squadriglia (task unit) Di solito capital ships Un piccolo numero di navi retroammiraglio (OF-6) o commodoro (OF-6) o ammiraglio di flottiglia (OF-6)
Flottiglia (task unit) Di solito non capital ships Un piccolo numero di navi simili o dello stesso tipo retroammiraglio (OF-6) o commodoro (OF-6) o ammiraglio di flottiglia (OF-6)
Task element Una singola nave Una nave capitano di vascello (OF-5) o Comandante (OF-4)

Gianni Onorato (dirigente d'azienda)[modifica | modifica wikitesto]

Gianni Onorato (all’anagrafe Giovanni Onorato; Torre del Greco, 19 novembre 1960) è un dirigente d'azienda italiano, amministratore delegato di MSC Crociere.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in letteratura inglese e tedesca presso la Facoltà di lingue e letterature straniere dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" nel 1983, Onorato si è in seguito specializzato in amministrazione aziendale presso la SDA Bocconi di Milano e l'INSEAD di Fontainebleau, in Francia.

Nel 1984 imbarca sulla Galileo della Chandris Cruises (oggi Celebrity Cruises) in qualità di direttore enogastronomico (food and beverage manager)

Note[modifica | modifica wikitesto]


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


Mario Ruffilli[modifica | modifica wikitesto]

Mario Ruffilli (Solara, 14 settembre 1907Modena, 12 marzo 2019) è stato un aviatore e militare italiano.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare «sul campo»[1] - nastrino per uniforme ordinaria
«RUFFILLI, Mario
.
Pilota da caccia capace ed intrepido, in un combattimento aereo contro una preponderante formazione di velivoli nemici, attaccava con decisione ed audacia e dopo strenua lotta riusciva ad abbatterne uno in fiamme. Si portava quindi ove infuriava di più la lotta e con il suo deciso intervento contribuiva all'abbattimento di altri sei apparecchi avversari.»
— Cielo della Marmarica, 20 novembre 1940-XIX.
Medaglia d'argento al valor militare «sul campo» - nastrino per uniforme ordinaria
«Ottimo pilota da caccia, volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, durante cinque mesi di campagna faceva rifulgere le sue brillanti qualità di combattente. In combattimento aereo, in azione di mitragliamento, in tutti i voli sul nemico dimostrava spirito aggressivo, sereno sprezzo del pericolo ed audacia non comune.»
— Cielo di Spagna, novembre 1937 - marzo 1938-XVI.
Medaglia d'argento al valor militare «sul campo» - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valor militare[2] - nastrino per uniforme ordinaria
«
Croce di guerra al valor militare Ottimo pilota da caccia prendeva parte a varie azioni di mitragliamento a bassa quota contro carovane e armate nell'interno del territorio nemico. Nelle azioni di Gorrahei, sprezzando l'intenso tiro della difesa contraerea, in testa ad una pattuglia, spezzonava da bassissima quota il nemico, contribuendo efficacemente a rendere insostenibile la posizione.»
— Cielo di Gorrahei, novembre 1935 - del Giuba, dicembre 1935-gennaio 1936-XIV.
Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940–43 (3 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della campagna di Spagna (1936-1939) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna - nastrino per uniforme ordinaria

[261] [262] [263] [264] [265]


Damiano Sauli[modifica | modifica wikitesto]

Damiano Sauli

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaI, III, IV
CollegioRivarolo Ligure; Genova 5
Sito istituzionale

Dati generali
Professionecolonnello del genio

Il marchese Damiamo Marcello Sauli (Genova, 1798Genova, 9 febbraio 1860) è stato un politico, ingegnere e militare italiano, colonnello del Genio marittimo.

Nato nel 1798 da Gio. Stefano, divenne cadetto nel Genio militare della Repubblica di Genova (12 settembre 1814), dopo l'annessione al Piemonte era stato nominato sottotenente sovranumerario e allievo della scuola d'artiglieria e fortificazioni. Pervenne fino al grado di colonnello. Fu deputato al Parlamento subalpino durante le Legislature III, IV, V. Nel 1840 è maggiore del genio marittimo ([266]), nel 1850 è colonnello, comandante in 2ª del Real Corpo del Genio Militare a Torino cav. dei SSML([267]) fu anche accademico di merito della classe degli architetti ed ornatisti dell’Accademia Ligustica di Belle Arti in Genova dal 31 dicembre 1849[3] […]che più tardi fece parte dell’esercito sardo, raggiungendovi il grado di ingegnere colonnello. Fu pure deputato al Parlamento. Morí il 9 febbraio 1860 ([268])

[269] [270] [271]

Gino Galuppini da migliorare[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il conflitto insegnò all'Accademia navale assolvendo poi a diversi incarichi presso il Comando NATO del Mediterraneo (Hedquarters Allied Forces Mediterranean – HAFMED) a Floriana; sull'isola di Malta. Promosso maggior generale (contrammiraglio) nel 1968; approdò alla Rivista Marittima in qualità di esperto per la rubrica “Scienza e Tecnica”; divenendo direttore dell’Ufficio storico della Marina il 20 dicembre 1973; primo ufficiale non di stato maggiore ad assumere tale carica; rimanendone al timone sino al 20 ottobre 1974; Ufficio storico del quale divenne il decano; collezionista ed appassionato di uniformologia; fu autore di numerosi articoli e libri a carattere storico; scientifico; tecnico e divulgativo sulle varie tipologie di navi (militari e mercantili) nonché sulla storia della Regia e della Marina militare italiana.[4][5]

Peeta[modifica | modifica wikitesto]

Peeta, nome d'arte di Manuel di Rita (Provincia di Padova, 17 settembre 1980), è un artista, pittore e scultore italiano, noto per i suoi murali realizzati con la tecnica del graffitismo con un effetto tridimensionale anamorfico che crea il senso dell’illusione ottica. [272];[273];[274];[275];[276];[277];[278].

Vittime naufragio Käter i Radës[modifica | modifica wikitesto]

N.B.: grafie di nomi, cognomi, età e numero di vittime varia a seconda delle fonti consultate ([6][7][8]).
Segue elenco in ordine alfabetico con nome e cognome ed età :

  1. Andi (oppure Agim) Aliaj, 17 anni;
  2. Kristian Andrea, 2 anni;
  3. Romeo Andrea, 28 anni;
  4. Silvana Andrea, 18 anni;
  5. Nertil Avdia, 11 anni;
  6. Olsi Avdia, 6 anni;
  7. Zeman Avdia, 37 anni;
  8. Robert Bajrami, 19 anni;
  9. Maringlen Bardha 16 anni;
  10. Anife Begotare; 41 anni;
  11. Erald Begotare; 13 anni;
  12. Rezart Begotare; 12 anni;
  13. Latif Berberi 53 anni;
  14. Kasiani Bestrova; 6 anni;
  15. Konstandin Bestrova; 2 anni;
  16. Viktore (o Dritero) Bestrova; 9 anni;
  17. Besmir Birçe; 9 anni;
  18. Hanëme Birçe; 41 anni;
  19. Albana Boçova; 22 anni
  20. Lirim Bulla; 17 anni;
  21. Kastriot Çala, 36 anni;
  22. Bardhosh Deliaj; 46 anni;
  23. Burbuqe Deliaj; 45 anni;
  24. Lindita Demiri; 12 anni;
  25. Blerina Fejzaj; 8 anni;
  26. Fatos Fejzaj; 39 anni;
  27. Mihal Fejzaj; 60 anni;
  28. Oltion Fejzaj 13 anni;
  29. Roland Fezaj; 14 anni;
  30. Zeqine Fejzaj; 61 anni;
  31. Zonja Fjezaj; 36 anni;
  32. Bledar Ferko; 10 anni;
  33. Fredi Ferko; 8 anni;
  34. Merita Ferko; 32 anni;
  35. Fatmir Geraj 28 anni;
  36. Irma Greko; 21 anni;
  37. Kristi Greko; 3 muajsh;
  38. Kastriot Hasanbashaj 27 anni;
  39. Klorida Hasanbashaj 24 anni;
  40. Xhuljana Hasanbashaj 3 anni;
  41. Donika Idrizi; 40 anni;
  42. Elona Idrizi; 14 anni;
  43. Semiranda Idrizi; 11 anni;
  44. Lavdosh Kaja; 22 anni;
  45. Mirand Kaçuku; 28 anni;
  46. Viktori Kaçupaj 25 anni;
  47. Vjollca Kaçupi 22 anni;
  48. Ilir Kicja 34 anni;
  49. Artuela Lame; 35 anni;
  50. Bardhyl Lame; 37 anni;
  51. Tushe Lame 38; anni;
  52. Robert Llanaj 30 anni;
  53. Përparim Mamanaj; 13 anni;
  54. Pushime Meminaj; 60 anni;
  55. Anastas Mërkuri; 30 anni;
  56. Zini Muça; 27 anni;
  57. Majlinda Roshi; 38 anni;
  58. Qemal Roshi; 38 anni;
  59. Roland Roshi; 2 anni;
  60. Teferi Saliu 48 anni;
  61. Fatbardha Sejdia 21 anni
  62. Melpo Sejdiaj; 46 anni;
  63. Maze Seferaj 31 anni;
  64. Brunilda Seferaj 25 anni;
  65. David Seferaj 1 mese;
  66. Kastriot Sharraj; 36 anni;
  67. Ervin Sula 15 anni;
  68. Fiqiei Sulaj 30 anni;
  69. Kizeta Sulo 21 anni;
  70. Klodian Sulo 2 anni;
  71. Zylyma Sulejmani 22 anni;
  72. Krenar Sulejmani 27 anni;
  73. Alban Sulejmani 4 anni;
  74. Bektash Tahiri; 47 anni;
  75. Miklovan Troqe; 17 anni;
  76. Desantila Xhavara; 24 anni;
  77. Firdesa Xhavara 1 anni;
  78. Gerard Xhavara; 4 anni;
  79. Majlinda Xhavara; 4 anni;
  80. Mimoza Xhavara; 32 anni;
  81. Kamela Xhavara; 9 anni;
  82. Ermal Xxhaka; 18 anni


Aiuto:Maiuscolo minuscolo[modifica | modifica wikitesto]

Toponimi[modifica | modifica wikitesto]

I toponimi sono nomi propri e vanno scritti con la prima lettera maiuscola (es.: America, Lisbona, Monviso), ma possono sorgere dei dubbi nel caso di toponimi composti da più parole.

Per convenzione, si adotta la regola di usare la maiuscola per ciascuna parola piena del toponimo composto, ossia a esclusione di preposizioni o altre particelle senza rilievo lessicale (come di, sulla, delle, in ecc.). Il toponimo si intende composto da tutte le parole che fanno parte integrante del nome completo del luogo. Esempi: Monte Bianco, Fiume Giallo, Medio Oriente, Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, Valle della Morte, Terra del Fuoco, Bocche di Bonifacio, Punta Baretti. Anche l'articolo in posizione iniziale, se fa parte integrante del nome, va scritto maiuscolo (es.: L'Aquila, L'Avana).

La maiuscola va evitata per quei nomi comuni che, posti all'inizio di alcuni toponimi in funzione di iperonimi, non fanno parte integrante del nome, ma sono precisazioni che potrebbero anche essere omesse: fiume Po, mar Mediterraneo, monte Amiata, oceano Atlantico (chiamati anche soltanto "il Po", "il Mediterraneo", "l'Amiata", "l'Atlantico").

Entità geopolitiche[modifica | modifica wikitesto]

Per le entità geopolitiche si seguono regole analoghe a quelle degli altri toponimi (paragrafo precedente), quindi ad esempio Stati Uniti d'America, Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Democratica del Congo, Australia Occidentale, tranne nel caso in cui l'entità si autoidentifichi formalmente in altro modo (es.: Unione europea).

  1. ^ Ruffilli Mario — Istituto del Nastro Azzurro.
  2. ^ Ruffilli Mario – Istituto del Nastro Azzurro.
  3. ^ Accademia Ligustica di Belle Arti in Genova dal 31 dicembre 1849
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore RdM
  5. ^ Piero Del Negro, Guida alla storia militare italiana, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1997, ISBN 9788881144778, OCLC 654700682.
  6. ^ Cfr. in Antonio Cosma, Katër i Radës. Il dramma e la memoria (PDF), in Palaver, vol. 5, n. 1, Università del Salento, 2016, pp. 189-200, DOI:10.1285/i22804250v5i1p189.
  7. ^ Cfr. in Alessandro Leogrande, Il naufragio. Morte nel Mediterraneo, Milano, Feltrinelli, 2011, pp. 213-215, ISBN 978-88-07-17219-9.
  8. ^ [].