Italia settentrionale
Italia settentrionale | |
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Stati | ![]() |
Territorio | Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto |
Superficie | 120 260 km² |
Abitanti | 27 749 321[1] (31 maggio 2019) |
Densità | 230,67 ab./km² |
Coi termini Italia settentrionale, Settentrione, Alt'Italia, Nord Italia, o semplicemente Nord, s'intende comunemente una regione geografica composta dall'insieme delle regioni italiane più a nord del paese, vale a dire Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto. Esse ospitano circa il 46% della popolazione italiana, e producono il 59,4% del prodotto interno lordo nazionale. Geograficamente questa regione comprende la parte continentale della Repubblica italiana.
A sua volta l'Italia settentrionale si divide geograficamente e statisticamente nelle regioni NUTS 1:
- Italia nord-occidentale o Nord-Ovest, comprendente Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d'Aosta;
- Italia nord-orientale o Nord-Est, comprendente Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Indice
Geografia[modifica | modifica wikitesto]
La regione è delimitata dalle Alpi a nord e a ovest, e dall'Appennino settentrionale a sud. Comprende anche alcuni territori sul versante meridionale dell'Appennino (parte della Liguria sul versante ligure-tirrenico). Confina a ovest con la Francia tramite le Alpi occidentali, a nord con Svizzera e Austria mediante le Alpi centrali, a est con la Slovenia e a sud con la Toscana, le Marche e il piccolo Stato di San Marino. L'Italia settentrionale è bagnata dal mar Ligure e dal mare Adriatico, su di essa si estende la pianura padana ed è attraversata dal fiume Po. Il Settentrione include regioni altamente industrializzate e ad alta vocazione turistica. Culturalmente, linguisticamente e in parte geograficamente l'Italia settentrionale include anche le province di Pesaro-Urbino e di Massa-Carrara, oltre che la Romagna Toscana[senza fonte].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Antichità e Alto Medio Evo[modifica | modifica wikitesto]

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Durante i secoli precedenti la romanizzazione l'Italia settentrionale era abitata da diversi popoli tra cui i Liguri, i Veneti, dediti al commercio di ambra e l'allevamento di cavalli, gli Etruschi, che avevano colonizzato il Nord Italia espandendosi dalla Toscana, fondarono la città di Bologna e diffusero l'utilizzo della scrittura; successivamente, a partire dal quinto secolo a.C, l'area vide l'espansione di tribù galliche. Questi popoli fondarono diverse città come Milano ed estesero la loro presenza dalle Alpi fino al mar Adriatico. Il loro sviluppo venne fermato dall'espansione romana nella Pianura Padana a partire dal III a.C secolo. Dopo secoli di lotta, nel 194 a.C. l'intera area di ciò che oggi è il Nord Italia divenne una provincia romana con il nome di Gallia Cisalpina (Gallia, da questo lato, rispetto a Roma, delle Alpi). La cultura e la lingua dei Romani soppiantarono le precedenti civiltà e il Nord Italia divenne una delle più ricche e sviluppate aree dell'Impero d'Occidente e si vide la costruzione in una vasta rete di strade e lo sviluppo di agricoltura e di commercio.

Nella tarda antichità il ruolo strategico del Nord Italia è sottolineata dal trasferimento della capitale dell'Impero d'Occidente da Roma a Mediolanum nel 286 e successivamente a Ravenna dal 402 fino al collasso dell'impero nel 476. Dopo la caduta dell'Impero d'occidente il Nord Italia patì duramente la distruzione portata dalle Guerre Gotiche tra i popoli germanici e l'Impero Bizantino. Nel 570 i Longobardi, un popolo germanico, entrò nel Nord Italia attraverso il Friuli e fondarono un duraturo regno, con capitale Pavia, che diede il nome all'intero Nord Italia durante il Medioevo, e alla moderna Regione Lombardia. Dopo le prime difficoltà le relazione tra i Longobardi e i latini migliorarono e la lingua e la cultura longobarda si assimilarono con quella latina preesistente, come è evidente dai numerosi nomi, parole e leggi affermatisi in quel periodo. Il regno longobardo terminò nel 774 quando il re dei Franchi Carlomagno conquistò Pavia, depose Desiderio, l'ultimo re dei Longobardi, e annesse il Regno Longobardo cambiando il nome in Regno d'Italia. I duchi longobardi vennero sostituiti da conti, vescovi e marchesi di origine franca.
Medioevo e Rinascimento[modifica | modifica wikitesto]

Nel X secolo il Nord Italia era formalmente sotto il dominio del Sacro Romano Impero ma, nei fatti, era diviso in numerose città-stato autonome: i comuni e le repubbliche marinare. L'undicesimo secolo segnò una significativa esplosione dell'economia del Nord Italia a causa del miglioramento del commercio e delle innovazioni agricole. Il fiorire della cultura portò alla fondazione di numerose università tra cui l'Università di Bologna, la più antica d'Europa. La crescente ricchezza delle città-stato diede loro la possibilità di sfidare il tradizionale potere feudale, rappresentato dagli imperatori tedeschi e dai loro vassalli. Questo processo portò alla creazione di diverse Leghe Lombarde formate da diverse città del Nord che sconfissero gli imperatori della dinastia Hohenstaufen: Federico I nella Battaglia di Legnano e suo nipote Federico II nella Battaglia di Parma diventando, nei fatti, indipendenti dagli imperatori tedeschi. Le leghe fallirono nello svilupparsi da alleanze militari a confederazioni durevoli e successivamente, all'interno delle varie città-stato, avvenne un processo di consolidamento; la maggior parte di esse divennero signorie governate da potenti dinastie come i Della Scala di Verona o i Visconti di Milano e conquistarono le città vicine rischiando di unificare l'intero Nord Italia sotto un singolo stato.

Un equilibrio di potere venne infine raggiunto nel 1454 con la Pace di Lodi e il Nord Italia finì diviso tra un piccolo numero di stati regionali, di cui i più potenti erano i ducati di Savoia, Milano, Mantova, Ferrara e le Repubbliche di Genova e di Venezia che nel frattempo aveva esteso la sua influenza nella terraferma a partire dal quattordicesimo secolo.
Nel quindicesimo secolo il Nord Italia divenne uno dei centri del Rinascimento la cui cultura e produzione artistica erano tenute in alta considerazione. La classe imprenditoriale dei comuni estese i suoi commerci e le sue attività a nord delle Alpi e i "Lombardi", i mercanti e banchieri del Nord Italia, erano presenti in tutta Europa. Le Guerre d'Italia, tra il 1494 e il 1559, posero fine al Rinascimento nel Nord Italia e portarono la regione a essere contesa tra la Francia e gli Asburgo di Spagna e Austria. Dopo le Guerre il Nord Italia cadde sotto il controllo diretto o indiretto della Spagna. Allo stesso tempo il controllo dell'Impero Ottomano del Mediterraneo e la scoperta di nuove rotte oceaniche per l'Asia e le Americhe portarono al lento declino della Repubblica di Venezia. Pestilenze come quella del 1628/1630, e il generale declino dell'economia della penisola tra il XVI e XVII secolo interruppero qualsiasi ulteriore sviluppo del Nord Italia. L'unico stato in buona salute fu il Ducato di Savoia che, grazie a vittorie militari e diplomatiche nel 1720 divenne noto come Regno di Sardegna e portò Torino al rango di grande capitale europea.
Storia Moderna[modifica | modifica wikitesto]
Dopo la Rivoluzione Francese nel tardo diciottesimo secolo il Nord Italia fu conquistato dalle armate francesi, molte repubbliche sorelle vennero create da Napoleone e nel 1805 un nuovo Regno d'Italia, composto di tutto il Nord Italia con l'eccezione del Piemonte e della Liguria direttamente annessi alla Francia. Venne istituito con Milano come capitale e Napoleone come capo di Stato. Al Congresso di Vienna il Regno di Sardegna venne ristabilito ed espanso con l'annessione della Repubblica di Genova. Il resto del Nord Italia divenne soggetto al dominio austriaco, diretto come nel caso del Regno Lombardo-Veneto o indiretto come nei ducati di Ducato di Parma e di Ducato di Modena. Bologna e la Romagna vennero dati allo Stato Pontificio. Il governo imperiale austriaco si rivelò impopolare a cause delle sue politiche reazionarie e il Nord Italia divenne il centro intellettuale del processo di unificazione italiana. In particolare il piemontese Regno di Sardegna fu lo stato che realizzo l'unificazione della penisola tra il 1859 e il 1861. Dopo aver sconfitto gli austriaci nella Seconda guerra d'indipendenza e aver annesso il Nord Italia il nuovo stato lanciò diverse campagne per conquistare il Sud e il Centro Italia. Nel 1866 la Terza guerra d'indipendenza anche il Veneto ed il Friuli vennero conquisati all'Austria.

Dopo l'unificazione italiana la capitale venne trasferita da Torino a Roma e l'importanza amministrativa e istituzionale del Nord Italia venne profondamente ridotta. Tuttavia, a partire dal tardo diciannovesimo secolo e in particolare negli anni cinquanta e sessanta del ventesimo secolo il Nord Italia, soprattutto le città di Torino, Genova e Milano, divenne il più importante centro nell'industrializzazione italiana affermando il proprio ruolo come area più ricca e industrializzata del paese. Tra il 1943 e il 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, il Nord Italia fu controllato da Repubblica Sociale Italiana e il principale teatro della guerriglia condotta dai partigiani antifascisti. Tra il 19 e il 25 aprile 1945 le città del Nord Italia incominciarono un'insurrezione contro le forze nazi-fasciste che portarono alla liberazione del Nord Italia da parte delle forze Alleate. Le differenze economiche tra il Nord Italia e il resto del paese, insieme con la breve storia dell'Italia come unica nazione, ha portato alla fine del ventesimo secolo all'emergere del nazionalismo padano che, promosso dalla Lega Nord, invoca una maggiore autonomia, o una totale indipendentenza della Padania, il nome scelto per indicare il Nord Italia.
Lingue[modifica | modifica wikitesto]
Nel merito delle lingue regionali, l'Italia settentrionale è predominata dalle famiglia delle lingue gallo-italiche, in contrapposizione al resto del paese in cui sono parlate le lingue Italo-romanze, e comprendono: Emiliano, Ligure, Lombardo, Piemontese, e Romagnolo
La lingua veneta viene considerata facente parte del gruppo Italo-romanzo, o di quello Gallo-italico, oppure un una lingua italo-occidentale a sé stante.
Le lingue gallo-italico raggiungono anche il nord delle Marche (provincia di Pesaro e Urbino e provincia di Ancona, a Senigallia)[2] e della Toscana (tutta la provincia di Massa-Carrara[3] e l’Alta Garfagnana in provincia di Lucca, nonché alcune frazioni della montagna pistoiese); perciò queste zone sono considerate linguisticamente facenti parte del nord Italia.
Altre lingue Gallo-romanze parlate sono l’Occitano, l’Arpitano parlati nelle valli occitane e arpitane nel Piemonte occidentale, e il gruppo Reto-romanzo che include il Friulano e il Ladino.
Sono parlate anche lingue non romanze: lingue germaniche come il Tedesco "standard" e il Bavarese in Alto Adige, piccole comunità Walser in Piemonte ed in Valle d'Aosta; cimbre e mochene in Veneto, in Friuli e in Trentino. Nel Friuli-Venezia Giulia sono parlate lingue slave: vi sono minoranze slovene in provincia di Trieste e nelle parti orientali di quelle di Udine e Gorizia.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Durante il Medioevo, principalmente tra il XIII ed il XV secolo era in uso un volgare illustre chiamato koinè lombardo-veneta. Presso le fonti medioevali chiamata semplicemente "lingua scritta" oppure lombardo (nel senso medievale il toponimo "Lombardia" indicava tutto il settentrione).
A partire dal XV secolo la koiné lombardo-veneta cominciò a cedere terreno rispetto al toscano, fenomeno che Tagliavini, descrive nel seguente modo: "Il fiorentino, per merito (di Dante) e degli altri grandi toscani, come Petrarca e Boccaccio, in grazia della posizione centrale di Firenze e delle condizioni storiche dell'epoca, si diffuse man mano in ogni parte d'Italia, facendo anche sparire la κοινή alto-italiana, che nel Duecento era assurta a un certo prestigio".
Questa koiné letteraria si manifestò con autori come Bonvesin de la Riva, Giacomino da Verona, Uguccione da Lodi, Girardo Patecchio, ecc.[4]
Demografia[modifica | modifica wikitesto]
La popolazione residente nell'Italia settentrionale ammonta a 27 740 984 abitanti[1] suddivisa come segue:
- Italia nord-occidentale: 16 103 882
- Italia nord-orientale: 11 637 102
Regioni[modifica | modifica wikitesto]
Regione | Capoluogo | Abitanti |
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4 448 841 |
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1 217 872 |
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1 565 307 |
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10 019 166 |
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4 392 526 |
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1 062 860 |
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126 883 |
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4 907 529 |
Comuni più popolosi[modifica | modifica wikitesto]
Di seguito si riporta l'elenco della popolazione residente nei comuni con più di 50.000 abitanti[1].
Economia[modifica | modifica wikitesto]
L'economia dell'Italia settentrionale contribuisce in modo considerevole al prodotto interno lordo nazionale. Essa, dall'Unità d'Italia e con la formazione del "Triangolo Industriale" Milano, Torino e Genova, ha una grande importanza per l'economia della penisola. Tra le regioni che compongono il settentrione spicca (per economia e servizi) la Lombardia, che contribuisce per circa 1/5 al PIL nazionale. Altre realtà economiche di rilievo sono l'Emilia-Romagna (con un'economia in forte crescita trainata dall'export) che risulta quarta in Italia per potenza economica e prima nel settore agricolo, il Veneto, grande polo manufatturiero e infrastrutturale nonché terza economia italiana, il Trentino-Alto Adige e la Valle d'Aosta (ai primi posti in Italia per PIL procapite). Nonostante ciò, alcune tra le maggiori aziende italiane sono nate in Piemonte (esempio FIAT, Ferrero, Olivetti, Exor che è olandese ma ha sede a Torino) e il porto di Trieste è il più importante del nord Italia.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c Dato Istat al 31 maggio 2019
- ^ I dialetti Gallo-Piceni
- ^ Il dialetto della Lunigiana
- ^ C. Tagliavini, Le origini delle lingue neolatine, §85.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikisource contiene alcuni canti dell'Italia settentrionale
Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Italia settentrionale
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su istat.it.
- Demo-Istat, su demo.istat.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315160372 · LCCN (EN) sh85069034 · WorldCat Identities (EN) 315160372 |
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