Conclave del 1585
Conclave del 1585 | |
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Durata | Dal 21 al 24 aprile 1585 |
Luogo | Cappella Paolina, Palazzo Apostolico |
Partecipanti | 42 (18 assenti) |
Decano | Alessandro Farnese il Giovane |
Vice Decano | Giacomo Savelli |
Camerlengo | Filippo Guastavillani |
Protodiacono | Luigi d'Este |
Eletto | Sisto V (Felice Peretti) |
Il conclave del 1585 venne convocato il 21 aprile a seguito della morte di papa Gregorio XIII, avvenuta il 10 aprile, e si concluse il 24 aprile con l'elezione del cardinale Felice Peretti Montalto, che con il nome di Sisto V divenne il 227º papa della Chiesa cattolica. Al conclave parteciparono solo quarantadue cardinali su sessanta; l'assenza del 30% dei cardinali ha fatto di questo conclave uno dei meno partecipati della storia della chiesa moderna.
Svolgimento
[modifica | modifica wikitesto]Il conclave iniziò in Vaticano il 21 aprile, domenica di Pasqua. Alla cerimonia di apertura erano presenti trentanove cardinali su sessanta cardinali, mentre altri tre arrivarono più tardi, in tempo per il primo voto: Andrea d'Austria, Ludovico Madruzzo di Trento e Guido Luca Ferrero di Vercelli (giunse invece a cose fatte il francese François de Joyeuse). Si formarono subito due fazioni: una guidata dal cardinale Ferdinando de' Medici e la seconda da Luigi d'Este, nipote del re Luigi XII di Francia. Le due fazioni erano disposte a trovare un accordo per eleggere il papa, ma dipendeva dalla possibilità di concordare un candidato comune.
Le prime votazioni sembravano favorire i cardinali Pier Donato Cesi e Guglielmo Sirleto, ma al mattino seguente entrambe le candidature furono abbandonate. Volendo evitare la potenziale influenza di cardinali non ancora arrivati, il de' Medici propose allora a D'Este due nomi: quelli dei cardinali Albani e Montalto, invitandolo a scegliere. D'Este, però, impose delle condizioni e il progetto di accordo, quando se ne venne a conoscenza, suscitò molta indignazione. Con una serie di depistaggi e stratagemmi, Medici convinse i cardinali che Montalto non era il suo candidato.
Il cardinale Ludovico Madruzzo, leader designato dalla fazione favorevole alla Spagna, non appena giunse nella Città Eterna ebbe dei colloqui con gli ambasciatori iberici e imperiali prima di entrare nel conclave. Incontrando subito d'Este, Madruzzo venne a conoscenza dell'antipatia che quest'ultimo provava nei confronti del suo stesso favorito, Sirleto. Considerando che un papa completamente filo-spagnolo sarebbe stato sgradito quanto uno totalmente filo-francese, Madruzzo si dichiarò a d'Este contrario al cardinale Albani e favorevole a Montalto.
Altemps, Medici e Gesualdo fecero allora pressione anche su Madruzzo, che fu convinto a chiedere agli altri esponenti della fazione filo-spagnola (Andrea d'Austria, Colonna, Deza, Gonzaga, Sfondrati e Spinola) di votare per Montalto. Con tutte queste adesioni, a Medici e d'Este mancavano solo quattro voti per realizzare il loro piano. Questi potevano essere ottenuti solo nel gruppo di cardinali di Gregorio XIII organizzato da Alessandro Farnese, decano del Collegio cardinalizio. Durante quella notte, inoltre, arrivò il cardinale Ferrero.
Il 24 aprile Medici spiegò a Montalto tutto ciò che era stato fatto e gli consigliò come condurre le trattative. D'Este s'incontrò con Farnese, che non credeva alla forza "elettorale" di Montalto, e riuscì a depistarlo ulteriormente. Durante una riunione nella Cappella Paolina, d'Este reclutò il cardinale Camerlengo Guastavillani, il cardinale di San Marcello Castagna e Francesco Sforza. Quando i cardinali si riunirono finalmente nella Cappella Sistina, d'Este dichiarò che non era necessario procedere allo scrutinio, poiché era ovvio chi sarebbe stato il nuovo Papa. Senza opposizione i cardinali procedettero a rendere omaggio (“adorazione”) a Montalto, ma subito dopo si procedette alla votazione chiedendo a ciascun porporato di esprimere ad alta voce il proprio voto, che fu unanime.
L'incoronazione del cardinale Montalto, che scelse il nome di Sisto V, ebbe luogo il 1° maggio; fu Ferdinando de' Medici, in qualità di cardinale diacono maggiore, a porgergli in testa la tiara. Il nuovo Pontefice prese possesso del Laterano il 5 maggio successivo.