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<!--{{Album
In attesa di ''Hunky Dory''.
|titolo = Hunky Dory
|titoloalfa = Hunky Dory
|artista = David Bowie
|tipo album = Studio
|giornomese = 17 dicembre
|anno = 1971
|postdata =
|etichetta = [[Radio Corporation of America|RCA]]
|produttore = [[Ken Scott (produttore discografico)|Ken Scott]], David Bowie
|durata = 39 min : 04 s
|formati = [[Long playing|LP]], [[Compact disc|CD]], [[SHM CD]]
|genere = Pop rock
|genere2 = Glam rock
|genere3 = Folk rock
|registrato = [[Trident Studios]], [[Londra]], [[primavera]]/[[estate]] [[1971]]
|arrangiamenti = [[Mick Ronson]], David Bowie
|numero di dischi = 1
|numero di tracce = 11
|note =
|numero dischi d'oro = 1
|numero dischi di platino = 1
|numero dischi di diamante =
|precedente = [[The Man Who Sold the World]]
|anno precedente = 1970
|successivo = [[The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars]]
|anno successivo = 1972
|prima discografia = David Bowie
|logo= David Bowie, Hunky Dory (Logo).png
}}-->

'''''Hunky Dory''''' è il quarto album in studio dell'artista [[Inghilterra|inglese]] [[David Bowie]], pubblicato nel dicembre [[1971]] dalla [[Radio Corporation of America|RCA]].
== Il disco ==
La prima edizione su [[compact disc]] è del [[1984]] (anno in cui è uscito anche in versione [[picture disc]]), mentre nel [[1990]] è uscita l'edizione rimasterizzata della Rykodisc contenente quattro tracce bonus. Le ristampe successive comprendono quelle in [[disco in vinile|vinile]] del [[1997]] e del [[2001]] e in [[Compact Disc|CD]] del [[1999]], pubblicate dalla [[EMI]], un [[Extended Play|mini LP]] del [[2007]] e un [[SHM CD]] del [[2009]], entrambi usciti in [[Giappone]].<ref name="illustrated">{{Cita web|url=http://www.illustrated-db-discography.nl/Album.htm#Hunky|titolo=Ristampe|editore=illustrated-db-discography.nl|accesso=19 luglio 2010}}</ref>

Inserito cronologicamente tra l'[[hard rock]] [[occultismo|occultista]] di ''[[The Man Who Sold the World]]'' e la [[fantascienza]] [[glam rock|glam]] di ''[[Ziggy Stardust]]'', ''Hunky Dory'' presenta tutti gli elementi chiave della musica di Bowie in una veste "[[pop art|pop]]" (in senso [[Andy Warhol|warholiano]]) elegante ed efficace, ed è considerato il suo primo autentico "classico". Definito da Stephen T. Erlewine di [[All Music Guide|AMG]] «un assortimento caleidoscopico di stili pop uniti insieme dal senso visionario di Bowie, un vasto melange cinematografico di arte alta e bassa, sessualità ambigua, kitsch e classe»,<ref name="amg">{{Cita web|url=http://www.allmusic.com/cg/amg.dll?p=amg&sql=10:3ifixqq5ld0e|titolo=Stephen Thomas Erlewine|editore=allmusic.com|accesso=19 luglio 2010}}</ref> l'album mette in luce soprattutto l'abilità acquisita dall'[[artista]] inglese nel riscrivere il vocabolario del [[rock]] utilizzando forme già note, ma inconfondibilmente marchiate dalla sua impronta. Titoli di canzoni che nominano [[Andy Warhol]] e [[Bob Dylan]] sono un buon indizio della piega musicale di ''Hunky Dory'', molto più vicino al pop onirico di ''[[Space Oddity]]'' che agli stilemi [[proto-metal]] esibiti nell'album dell'anno prima. L'atmosfera è tutto sommato giocosa almeno fino all'ultima traccia, ''The Bewlay Brothers'', definita da Roy Carr e Charles Shaar Murray «la canzone più densa e impenetrabile di Bowie».

Come riporta Nicholas Pegg in ''The Complete David Bowie'', il titolo ''Hunky Dory'' (traducibile come "ottimo", "eccellente") era stato rivelato nel corso della [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione BBC]] registrata il 3 giugno [[1971]] ed era stato suggerito da Bob Grace. Il [[general manager]] della [[Chrysalis Records|Chrysalis]] raccontava di un ex [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] della [[Royal Air Force|RAF]], proprietario di un [[pub]] ad [[Esher]], il cui vocabolario «era infarcito di espressioni gergali come "prang" e "whizzo". Un'altra era "è tutto hunky-dory". Lo dissi a David e gli piacque moltissimo».

Nel [[1998]], il libro ''The Guinness Top 10 of Everything'' ha indicato ''Hunky Dory'' come il secondo successo commerciale di Bowie nel [[Regno Unito]], dietro ''[[The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars]]'' ma davanti a molti altri [[best seller]] come ''[[Let's Dance (album David Bowie)|Let's Dance]]''.<ref name="teenage2">{{cita web|url=http://www.teenagewildlife.com/info/faq/57.html|titolo=The Guinness Top 10 of Everything|editore=teenagewildlife.com|accesso=13 ottobre 2010}}</ref>

== Temi e significati dell'album ==
{{Citazione|Ho iniziato a sentirmi a mio agio come cantautore con ''Hunky Dory''. Sentivo davvero che avevo capito come scrivere canzoni a quel punto. C'erano un paio di cose per le quali ho tentato una specie di trapianto del cervello di una canzone da cabaret su un pezzo rock. Una era ''[[Life on Mars?]]'' e l'altra era ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]''.|David Bowie<ref name="teenage">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/info/faq/57.html|titolo=David Bowie|editore=teenagewildlife.com|accesso=8 maggio 2010}}</ref> }}

Come evidenziava il ''[[New York Times]]'' alla sua uscita, David Bowie comincia con ''Hunky Dory'' a manifestare il gusto della fusione tra musica e messa in scena, del prodotto sonoro come veicolo per elementi visivi teatrali, ciò che rappresenterà il suo marchio di fabbrica almeno fino a ''[[Low (David Bowie)|Low]]'' del [[1977]].

{{Citazione|Una voce che si trasforma con scintillanti metamorfosi da una canzone all'altra, una capacità compositiva che conquista e una teatralità che farà rosicchiare ai più abili attori drammatici i loro [[eye liner]] per l'invidia.|''[[New York Times]]'', [[1971]]<ref name="bowienet">{{Cita web|url=http://www.davidbowie.com/news/newsContent.php?id=20011217|titolo=Recensioni|editore=davidbowie.com|accesso=11 luglio 2010}}</ref> }}

''Hunky Dory'' è forse l'ultimo disco in cui il cantante non reciti una parte, in modo più o meno marcato, ma già si inizia a notare una particolare attenzione per l'eccentricità e l'ambiguità sessuale. Nel corso del [[1971]] Bowie inizia a personalizzare il ''look'' e a capire l'importanza dei media, sfruttandoli per creare di sé l'immagine di una star. «Questo album è pieno dei miei cambiamenti e di quelli di alcuni dei miei amici», annunciò a una conferenza stampa, «è un album che mi ha aiutato a tirare fuori molti aspetti del mio modo di sentire, un sacco di schizofrenia». Una fonte d'ispirazione era stato sicuramente il tour promozionale negli [[Stati Uniti]] di febbraio, grazie al quale aveva avuto l'opportunità di conoscere il mondo [[newyorkese]] e di apprezzare realtà musicali ed estetiche diverse. L'influenza del recente tour è evidente in particolare nella seconda facciata dell'album, che inizia con la [[cover]] di ''Fill Your Heart'' di Paul "Biff" Rose e [[Paul Williams (compositore)|Paul Williams]] e prosegue con una serie di omaggi agli eroi [[Stati Uniti|americani]] di Bowie: [[Andy Warhol]], [[Bob Dylan]], [[Lou Reed]] e i [[Velvet Underground]]. «L'intero album ''Hunky Dory'' rifletteva il mio recente entusiasmo per questo nuovo continente che mi si era spalancato davanti», ha detto nel [[1999]]. «Accadde perché ero stato negli USA... fu la prima volta che una situazione esterna mi influenzò al 100%, tanto che modificò il mio modo di scrivere e cambiò totalmente il mio modo di guardare le cose».<ref name="superseventies2">{{Cita web|url=http://www.superseventies.com/spbowie.html|titolo=New York Times|editore=superseventies.com|accesso=9 dicembre 2010}}</ref>

In alcuni dei testi di ''Hunky Dory'' comincia anche ad emergere la nuova sensibilità gay dell'artista inglese, espressa più o meno direttamente in brani come ''Queen Bitch'', ''The Bewlay Brothers'' e ''Oh! You Pretty Things'', che ne fanno forse il disco più apertamente "[[omosessuale]]" di David Bowie. È comunque probabile che questo atteggiamento sia semplicemente parte di un più ampio concetto di teatralità che Bowie stava rapidamente spingendo verso l'apoteosi di [[Ziggy Stardust]]. Appena nell'agosto [[1970]] i [[Kinks]] avevano raggiunto il secondo posto in classifica con la loro hit sul [[transessuale]] ''Lola'', corteggiando una frangia della società che aveva sempre affascinato Bowie fin dai giorni dei [[Biografia di David Bowie, 1962-1966#The Manish Boys|Manish Boys]]. Come riportato in ''The Complete David Bowie'', la [[primavera]] del [[1971]] (durante la quale scrisse molti dei brani di ''Hunky Dory'') fu un periodo che lo vide abbracciare la sottocultura gay di [[Londra]] con regolari visite al Sombrero di Kensington High Street e assidue frequentazioni dell'entourage del ''dress designer'' [[David Bowie#1970/1971: Dal folk acustico all'hard rock e ritorno|Freddi Burretti]]. Secondo la moglie di Bowie, Angela, «la gente del Sombrero cominciò quasi subito a fornirci il carburante. Il materiale su ''Hunky Dory''... veniva direttamente dalle loro vite e dai loro atteggiamenti». Il 24 aprile, spinto dalla circolazione di ''The Man Who Sold the World'' con il travestimento in copertina, il ''Daily Mirror'' fotografò David sul prato di Haddon Hall. Precorrendo di nove mesi la famosa intervista in cui avrebbe dichiarato la sua [[omosessualità]], raccontò al ''[[Daily Mirror]]'' di essere «ambiguo e tutto il resto», aggiungendo che «non riesco a respirare in un'atmosfera convenzionale... trovo la libertà solo nell'ambito della mia stessa eccentricità».

''Hunky Dory'' risulta, insieme all'album precedente, il più intimo e rivelatore fra i suoi dischi. Già dal titolo del brano di apertura, ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'', si intuisce l'aria di mutamento che pervade l'album rispetto a ''[[The Man Who Sold the World]]''. I cambiamenti hanno investito ogni aspetto della genesi dell'album, a partire dal nuovo [[manager]] Tony Defries che, subentrato a Kenneth Pitt, aveva procurato a Bowie un contratto con la [[Radio Corporation of America|RCA]] per la quale avrebbe pubblicato i successivi album fino a ''[[Scary Monsters (and Super Creeps)|Scary Monsters]]''. Ma i cambiamenti si riflettono anche sul lungo e complesso processo di elaborazione dei testi e della musica. Bowie ha dedicato all'album tutto il tempo necessario e la sua piena creatività, probabilmente in risposta al fatto di aver trascurato gli sviluppi di ''[[The Man Who Sold the World]]'', e per ''Hunky Dory'' ha deciso di abbandonare l'[[hard rock]] e le improvvisazioni in studio.

Accanto a questa celebrazione del cambiamento, all'interno di ''Hunky Dory'' si può comunque rintracciare una serie di temi (ed ossessioni) ricorrenti che percorrono i testi delle varie tracce, stimolati in parte ancora dal recente viaggio in [[America]]. ''Life on Mars?'' e ''Andy Warhol'' fanno entrambe riferimento all'[[arte]], al [[rock]] e al [[cinema|grande schermo]], con una parata di icone da [[Greta Garbo]] a [[John Lennon]], [[Bob Dylan|Dylan]] e [[Mickey Mouse]]. L'atteggiamento ambiguo dell'album precedente nei confronti di guide e profeti prosegue qui con riferimenti a [[Heinrich Himmler|Himmler]], [[Winston Churchill|Churchill]] e [[Aleister Crowley]]. Il [[poeta]] [[occultismo|occultista]] inglese, membro dell'Ordine Ermetico della Golden Dawn e flagello della morale edoardiana, aveva già esercitato un'influenza tangibile sull'opera di Bowie e continuerà ad esercitarla in seguito. Bowie ha confermato che l'impenetrabile '' The Bewlay Brothers'' riguarda la sua relazione col fratellastro [[schizofrenico]] Terry, che aveva già trovato posto in ''[[The Man Who Sold the World]]'' e che accompagnerà l'immaginario bowieano per molti anni. Anche le idee [[Friedrich Nietzsche|nietzschiane]] continuano ad essere presenti e una nuova specie di "[[Oltreuomo|superuomo]]" viene introdotta in ''Oh! You Pretty Things'', insieme a oscuri riferimenti a ''The Coming Race'' di [[Edward Bulwer-Lytton]].

Ma se ''Hunky Dory'' ha un tema principale è quello della consapevolezza che la gioventù e la passione verranno consumate dall'inevitabilità del cambiamento e della decadenza, un timore [[Oscar Wilde|Wildeano]] presente in tracce come ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'' («And my time was running wild in a million dead-end streets», «E il mio tempo scorreva con irruenza in un milione di vicoli ciechi»), ''[[Rock 'n' Roll Suicide#Il lato B|Quicksand]]'' («I'm sinking in the quicksand of my thought, and I ain't got the power anymore», «Sto affondando nelle sabbie mobili del mio pensiero, e non ho più il potere») e ''The Bewlay Brothers'' («Oh, and we were gone, kings of oblivion...», «Oh, ce n'eravamo andati, re dell'oblio...»). Una persistente minaccia sembra venire dal timore che la sorgente creativa si prosciughi, che in assenza di ispirazione possa uccidere con l'intelletto un talento che ha sempre considerato istintivo, quando dovrebbe seguire il consiglio di ''Fill Your Heart'', l'unica cover dell'album («Fear is in your head, so forget your head and you'll be free», «La paura è nella tua testa, così dimentica la tua testa e sarai libero»). E su tutto incombe la minaccia, ancora una volta proveniente da ''Changes'', «pretty soon you're gonna get a little older» («Molto presto sarai un po' più vecchio»).

Per fortuna ''Hunky Dory'' non si limita a trattare l'angoscia creativa di Bowie ma introduce anche un elemento ottimistico con ''Kooks'', dedicata al nuovo nato [[Duncan Jones (regista)|Duncan Zowie]], il cui soggetto attribuisce un senso più positivo a ''Oh! You Pretty Things'' e ''Changes''. Nel luglio [[1972]] Ron Ross scriveva su ''Words & Music'': «Si tratta di canzoni di padri e figli. ''Oh! You Pretty Things'', ad esempio, si rivolge agli adolescenti ma la voce sembra essere quella di un vecchio outsider che osserva i cambiamenti che lo stanno attraversando. D'altra parte ''Kooks'' è una canzoncina intonata sullo stile di ''[[Magical Mystery Tour (album)#Your Mother Should Know|Your Mother Should Know]]'' che tenta di sedurre un bambino a rimanere con i suoi irrimediabilmente eccentrici genitori, vale a dire Bowie e sua moglie Angie». Ancora, «''Quicksand'' descrive lo stato d'animo di un giovane catturato nei cambiamenti cosmici tra due modi di vita. La sua decadenza è chiaramente insoddisfacente, anche se astutamente romantica».<ref name="wonder">{{Cita web|url=http://www.bowiewonderworld.com/press/70/7207phallus.htm|titolo=Words & Music|editore=bowiewonderworld.com|accesso=25 ottobre 2010}}</ref> Così, anche ''Oh! You Pretty Things'' può esser letta come espressione dei sentimenti di chi sta per diventare padre anche se, a un livello più profondo, riflette le convinzioni di Bowie riguardo a una razza di superuomini ("homo superior") alla quale fa riferimento in modo diretto.

== Registrazione ==
Alla fine del [[1970]], dopo che ''[[The Man Who Sold the World]]'' era stato pubblicato negli [[USA]], David Bowie stava già pensando all'album successivo. Bob Grace, [[general manager]] e cofondatore della [[Chrysalis Records|Chrysalis]], affittò gli studi [[Londra|londinesi]] di Radio Luxembourg dove il [[cantante]] iniziò a registrare alcuni [[demo]] e a provare molto del materiale che avrebbe convogliato su ''Hunky Dory'', tra cui ''Oh! You Pretty Things''. Lo stesso Bob Grace ha dichiarato: «Improvvisamente tutte queste grandi canzoni cominciarono ad apparire. Usavamo fare tutti i demo allo studio Radio Luxembourg perché era molto economico. Ricordo che potevamo mettere non più di pochi pollici di metallo sulle chitarre, altrimenti funzionava da antenna e ricevevamo la stazione radio locale ed una vicina stazione di taxi...».<ref name="xoomer">{{Cita web|url=http://www.xoomer.virgilio.it/life_on_mars/hunkydory|titolo=Bob Grace|editore=xoomer.virgilio.it|accesso=10 luglio 2010}}</ref>

Dopo una breve parentesi rappresentata dal tour promozionale in [[America]] del febbraio [[1971]], in [[primavera]] il cantante tornò in studio e riprese a sfornare nuovo materiale, tra cui ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'' e ''[[Life on Mars?]]''. Tra gli [[musicista|strumentisti]] che vennero presi in considerazione per l'incisione dell'album ce n'erano alcuni con i quali aveva collaborato nei mesi precedenti tra cui il batterista di ''[[Space Oddity]]'' [[Terry Cox]] e Tony Hill che aveva fatto parte dei Turquoise, ma in breve tempo arrivò alla conclusione che c’era una persona di cui non poteva fare a meno. Bowie telefonò a [[Mick Ronson]], il [[chitarrista]] con cui aveva collaborato ai tempi di ''[[Space Oddity]]'' e che aveva fatto parte degli Hype, che lo accompagnavano all’inizio del [[1970]]. La band, che aveva poi continuato (senza Bowie) sotto il nome Ronno, si era presto avviata verso lo scioglimento, Ronson era tornato a [[Kingston upon Hull|Hull]] e adesso Bowie gli chiedeva di partecipare alle registrazioni di ''Hunky Dory'', e di portare con sé un [[batterista]] e un [[bassista]]. Le prime scelte di Ronson per la nuova [[sezione ritmica]] furono i suoi precedenti colleghi Rick Kemp (che si unirà invece agli [[Steeleye Span]]) e Ritchie Dharma, ma il proposito non durò a lungo.<ref name="ronson">{{Cita web|http://www.mickronson.com/mrhype.shtml|titolo=Mick Ronson|editore=mickronson.com|accesso=29 maggio 2010}}</ref> La scelta finale cadde su [[Mick Woodmansey|Mick "Woody" Woodmansey]], ex batterista degli Hype, e sul bassista dei Ronno, [[Trevor Bolder]]. Cominciava a delinearsi la band che sarebbe stata conosciuta dall'anno successivo come gli [[Spiders from Mars]]. I tre musicisti si trasferirono nella residenza [[Edoardo VII del Regno Unito|edoardiana]] di Bowie ad Haddon Hall per provare le nuove composizioni e il cantante decise di sfruttare l’imminente [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione BBC]] del 3 giugno come vetrina per la sua crescente cerchia di [[musicisti]] e per un pugno di nuove canzoni tra cui ''Kooks'', composta per commemorare la nascita del figlio [[Duncan Jones (regista)|Zowie]] avvenuta il 30 maggio. Pochi giorni dopo l’apparizione al [[Glastonbury Festival#Anni 70|Glastonbury Fayre]] del 23 giugno, il gruppo si trasferì ai [[Trident Studios]] e l'incisione di ''Hunky Dory'' continuò per tutta l'[[estate]].

Come riportato in ''The Complete David Bowie'', le registrazioni in realtà erano iniziate con un intoppo dal momento che alcuni membri del gruppo non avevano imparato le canzoni. Nel documentario radiofonico ''Golden Years'' del marzo [[2000]], [[Rick Wakeman]] ricordava che David fu costretto a chiedere uno stop: «"avete avuto buona sistemazione per le prove, siete stati pagati, questa è un’ottima opportunità, e non le avete imparate. Adesso prendete la vostra roba e andate a provarle da un’altra parte, torneremo in studio quando avrete imparato le canzoni"». «Quando ripresero le registrazioni, una o due settimane più tardi», ricordava ancora Wakeman, «il gruppo era caldissimo! Erano tutti bravissimi e i pezzi fluivano a meraviglia». Ad agosto, il nuovo manager Tony Defries (subentrato a Kenneth Pitt alcuni mesi prima) organizzò la stampa di 500 copie promozionali di un vinile chiamato ''BOWPROMO 1A1/1B1'' (con canzoni di Dana Gillespie da un lato e qualche canzone di Bowie dall'altro) da usare come esca per le [[case discografiche]]. Defries volò a [[New York]] con il promo che comprendeva alcune delle nuove registrazioni, tra cui ''Oh! You Pretty Things'', ''Bombers'', ''Andy Warhol'' e ''[[Rebel Rebel#Il lato B|Queen Bitch]]'' e le versioni iniziali di ''Kooks'' e ''Eight Line Poem''. In pochi giorni si assicurò un contratto con la [[Radio Corporation of America|RCA]], il cui capo della sezione [[A&R]] Dennis Katz rimane sbalordito dal materiale. «Era teatrale, musicale, le canzoni erano eccellenti, c'era poesia vera, sembrava avere tutto», riportano Peter e Leni Gillman in ''David Robert Jones Alias David Bowie''.

File:RickWakeman2009.JPG|thumb|left|[[Rick Wakeman]], il pianista di ''Hunky Dory''

Un nuovo inserimento nella formazione in studio fu quella del [[pianista]] [[Rick Wakeman]], con cui aveva collaborato per ''[[Space Oddity]]'' e che avrebbe in seguito contribuito al successo degli [[Strawbs]] e degli [[Yes]]. «Mi invitò nella sua casa di [[Beckenham]]», raccontò in seguito lo stesso Wakeman, «Mi disse di suonare tutte le note che volevo. Le canzoni erano incredibili, ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'', ''[[Life on Mars?]]'', una dopo l’altra. Disse che voleva arrivare all’album partendo da una diversa angolazione, che le voleva basate sul [[pianoforte]]. Così mi disse di suonarle come avrei eseguito un pezzo di pianoforte e che lui avrebbe adattato tutto il resto attorno». Oltretutto il [[pianoforte]] suonato da Wakeman su ''Hunky Dory'' (e più tardi da [[Mick Ronson]] su ''[[Ziggy Stardust]]'') era di per sé una celebrità: era infatti lo stesso strumento usato da [[Paul McCartney]] per ''[[Hey Jude (singolo)|Hey Jude]]'' e per molti dei primi dischi di [[Elton John]] e [[Harry Nilsson]]. Sotto la tutela di Wakeman, Bowie e Ronson trasformarono la natura pianistica delle composizioni in una serie di arrangiamenti [[musica acustica|acustici]], con le uniche eccezioni del tributo a [[Lou Reed]] e ai [[Velvet Underground]] di ''[[Rebel Rebel#Il lato B|Queen Bitch]]'' e dell'assolo di [[chitarra]] in ''Song for Bob Dylan''. Abbandonati i pesanti interventi di [[chitarra]] di ''[[The Man Who Sold the World]]'', il talento di Mick Ronson rivelava la sua educazione classica con sontuose orchestrazioni d’[[archi (musica)|archi]] in brani come ''Fill Your Heart'', ''[[Life on Mars?]]'' e ''[[Rock 'n' Roll Suicide#Il lato B|Quicksand]]''. In assenza di [[Tony Visconti]], andato a sostenere l'astro nascente [[Marc Bolan]], David reclutò Ken Scott, [[Ingegneria acustica|ingegnere del suono]] dei suoi dischi [[Mercury Records|Mercury]], per [[mixare]] e [[Produttore discografico|co-produrre]] l'album. Le note di copertina riportano infatti "Prodotto da Ken Scott (assistito dall'attore)", dove l'attore era probabilmente Bowie stesso che, secondo le parole dei critici del ''[[New Musical Express]]'' Roy Carr e Charles Shaar Murray, amava «pensare a se stesso come a un attore», oltre a suonare la chitarra, il sax e, come ironicamente riportato sempre nelle note, "le parti meno complicate di [[pianoforte]]". Il ruolo di [[arrangiatore]] fu rilevato da Bowie e da Mick Ronson che, insieme a Bob Grace, selezionarono i brani una notte proprio a casa di Ken Scott. Fra quelli scartati c'erano ''How Lucky You Are'' e ''Right On Mother'' (quest’ultima incisa da Peter Noone lo stesso anno) mentre altri come ''[[#Tracce bonus della riedizione 1990|Bombers]]'' e ''[[Ziggy Stardust#Tracce|It Ain’t Easy]]'' sarebbero stati esclusi dalla ''track list'' definitiva dell’album.

Molti elementi nella preparazione di ''Hunky Dory'', compreso il fatto che la maggior parte delle canzoni venne scritta e registrata in forma di [[demo]] prima che cominciassero le sessioni vere e proprie, risultò in contrasto con la tendenza all'improvvisazione in studio che aveva caratterizzato il precedente album di Bowie e che avrebbe dominato la sua carriera. ''Hunky Dory'' si rivelò l'accurato lavoro di un autore di canzoni e Bowie raggiunse un'impostazione di voce del tutto personale, un [[baritono]]-[[contralto|alto]] che scivolava nel [[falsetto]], nelle inflessioni [[cockney]] e negli americanismi. Gli [[arrangiamenti]] di Mick Ronson e il pianoforte di Rick Wakeman dettero il tocco finale.

== Uscita e accoglienza ==
{{Recensioni album
|recensione1=Ondarock|giudizio1=Pietra miliare
| recensione2 = [[Allmusic]] | giudizio2 = {{Giudizio|5|5}}
| recensione3 = [[Rolling Stone]] | giudizio3 = {{Giudizio|5|5}}
}}

''Hunky Dory'' fu pubblicato il 17 dicembre [[1971]], quando Bowie era già a metà strada nella registrazione dell'album successivo e stava già programmando un ulteriore cambio sia d'immagine che di stile. Come riportato in ''The Complete David Bowie'', ciò mise in difficoltà l'ufficio [[marketing]] della [[Radio Corporation of America|RCA]] che non sapeva come promuovere l'album, oltre ad avere dei dubbi riguardo al denaro già speso per un artista ritenuto un fenomeno da un brano solo. La campagna promozionale che ne risultò fu un fiasco, ciò nonostante ''Hunky Dory'' trovò rapidamente estimatori sia in [[Inghilterra|patria]] che negli [[Stati Uniti]].
{{nota
|allineamento = destra
|larghezza = 500px
|titolo = <div style="text-align:center;">La stampa su Hunky Dory</div>
|contenuto =
*'''''Rock Magazine''''': «''Hunky Dory'' è meglio di una settimana dallo strizzacervelli».<ref name="bowienet"/>
*'''''Village Voice''''': «Un cantante-compositore con cervello, immaginazione ed una buona idea di come usare una consolle di registrazione».<ref name="bowienet"/>
*'''''Changes Magazine''''': «Una percezione particolarmente sensibile, elevata, precisa e veramente scintillante».<ref name="bowienet"/>
*'''''[[Billboard]]''''': «Un album di debutto notevole per la RCA, fornito del tipo di fascino da Top 40 ed FM che dovrebbe portarlo nelle classifiche».<ref name="xoomer2">{{Cita web|url=http://www.xoomer.virgilio.it/life_on_mars/hunkyrec.html|titolo=Recensioni|editore=xoomer.virgilio.it|accesso=10 luglio 2010}}</ref>
*'''''Milwaukee Journal''''': «Uno dei più grandi, e stranamente non riconosciuti, talenti in giro».<ref name="bowienet"/>
*'''''[[New York Times]]''''': «Una band sorprendentemente affiatata, guidata dalla figura carismatica del chitarrista Mick Ronson, che riesce a farti girare la testa con la sua intensità e a placarti il cuore con la sua delicatezza».<ref name="bowienet"/>
*'''''[[Rolling Stone]]''''': «''Hunky Dory'' è la sua opera più facilmente accessibile, quindi più facilmente piacevole, dai tempi di ''Man Of Words/Man of Music'' del 1969».<ref name="xoomer2">{{Cita web|url=xoomer.virgilio.it/life_on_mars/hunkyrec.html|titolo=Recensioni|editore=xoomer.virgilio.it|accesso=11 luglio 2010}}</ref>
}}
Il ''[[New Musical Express]]'' definì Bowie «al meglio delle sue brillanti possibilità» e ''Hunky Dory'' «un capolavoro di una grande mente»,<ref name="bowienet"/> mentre ''[[Melody Maker]]'' parlava del [[cantante]] [[Inghilterra|inglese]] come dell'erede di [[Mick Jagger]]. Critiche positive arrivarono anche dalla stampa d'[[Stati Uniti|oltreoceano]], come il ''[[New York Times]]'' che considerava Bowie come «l'uomo intellettualmente più brillante ad aver scelto il disco a [[33 giri]] come mezzo di espressione», riconoscendogli la capacità di riuscire a «fondere soffuse melodie pop, semplici ma efficaci, con parole e arrangiamenti pieni di mistero e oscure allusioni».<ref name="bowienet"/> La rivista ''Rock'' lo definì «l'artista più singolarmente dotato che faccia musica oggi. Ha il genio per essere negli [[anni 1970|anni settanta]] ciò che [[John Lennon|Lennon]], [[Paul McCartney|McCartney]], [[Mick Jagger|Jagger]] e [[Bob Dylan|Dylan]] sono stati nei [[anni 1960|sessanta]]».<ref name="bowienet"/>

Nonostante recensioni tanto brillanti, e nonostante il supporto tentato con la pubblicazione del [[singolo (musica)|singolo]] ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'', le vendite erano scarse. ''Hunky Dory'' venne ascoltato più diffusamente solo dopo l'impatto del disco seguente, tanto che nel settembre [[1972]] l'album giunse persino due posizioni più in alto di ''[[Ziggy Stardust]]'' nelle classifiche [[Regno Unito|britanniche]]. «''Hunky Dory'' mise in movimento una fantastica onda lunga», ricordava Bowie nel [[1999]]. «Credo che mi abbia assicurato, per la prima volta in vita mia, un vero pubblico. Voglio dire, la gente veniva da me e mi diceva "Buon disco, belle canzoni". Una cosa del genere non mi era mai successa prima». Negli [[Stati Uniti]] ''Hunky Dory'' riuscì a fare il suo ingresso solo nella [[Billboard 200]], raggiungendo appena la posizione n. 93 e rimanendo in classifica per 16 settimane.<ref name="teenage8">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/Albums/HD/Title.html|titolo=Hunky Dory in classifica|editore=teenagewildlife.com|accesso=25 gennaio 2010}}</ref>

Fu infatti verso la fine del [[1972]], con il boom di ''Ziggy Stardust'', che ''Hunky Dory'' divenne una hit anche nel [[Regno Unito]] balzando al 3<sup>o</sup> posto nelle classifiche inglesi.<ref name="charts">{{Cita web|http://www.chartstats.com/albuminfo.php?id{{=}}3119|titolo=Hunky Dory in classifica|editore=chartstats.com|accesso=25 gennaio 2010}}</ref> Nel frattempo, il 20 marzo dello stesso anno, l'album era entrato nelle classifiche [[australia]]ne nelle quali sarebbe rimasto per 5 settimane toccando il 39<sup>o</sup> posto.<ref name="downunder2">{{Cita web|http://www.bowiedownunder.com/charts/charts1970s.html#2|titolo=Hunky Dory in classifica (Australia)|editore=bowiedownunder.com|accesso=25 gennaio 2010}}</ref> Questo episodio rimane degno di nota per il fatto che si trattò del primo ingresso in assoluto di un album di Bowie in una classifica, cosa che fino a quel momento non era successa in nessun altro Paese, [[Stati Uniti]] e [[Regno Unito]] compresi.<ref name="downunder2"/> Nel corso degli anni l'album ha fatto nuovamente ingresso nelle classifiche [[Inghilterra|inglesi]] diverse volte, soprattutto in occasione delle varie riedizioni in [[Compact disc|CD]], collezionando ben 127 settimane di permanenza complessive.<ref name="charts2">{{Cita web|http://www.chartstats.com/artistinfo.php?id{{=}}348|titolo=Hunky Dory in classifica|editore=chartstats.com|accesso=25 gennaio 2010}}</ref> Il 25 gennaio [[1982]] ha ottenuto il [[disco d'oro]] e di [[disco di platino|platino]] dalla [[British Phonographic Industry|BPI]].

{| class="wikitable" style="text-align: center;"
!width="160"| Ingresso in classifica
!width="160"| Uscita dalla classifica
!width="120"| Massima posizione
!width="130"| Numero di settimane
!width="40"| Note
|-
| 23 settembre [[1972]]
| 1º marzo [[1975]]
| 3<sup>a</sup>
| 70
| <ref name="charts"/>
|-
| 17 gennaio [[1981]]
| 15 settembre [[1984]]
| 32<sup>a</sup>
| 51
| <ref name="charts"/>
|-
| 14 aprile [[1990]]
| 28 aprile [[1990]]
| 39<sup>a</sup>
| 2
| <ref name="charts3">{{Cita web|http://www.chartstats.com/albuminfo.php?id{{=}}8740|titolo=Hunky Dory in classifica|editore=chartstats.com|accesso=25 gennaio 2010}}</ref>
|-
| 11 ottobre [[1997]]
| 18 ottobre [[1997]]
| 74<sup>a</sup>
| 1
| <ref name="charts"/>
|-
| 24 agosto [[2002]]
| 14 settembre [[2002]]
| 39<sup>a</sup>
| 3
| <ref name="charts"/>
|-
|}

Nel [[2006]], la nota rivista ''[[Time (magazine)|TIME]]'' ha incluso ''Hunky Dory'' tra i migliori 100 album di tutti i tempi.<ref name="time">{{Cita web|http://www.time.com/time/2006/100albums/index.html|titolo=Time Magazine|editore=time.com|accesso=25 gennaio 2010}}</ref> L'album ha trovato posto anche in altre classifiche "alternative" a quelle ufficiali, ovvero quelle stilate da riviste specializzate, network televisivi e/o radiofonici.

{|class="wikitable"
|-
! width="180"| Rivista/Network
! width="280"| Classifica
! width="100"| Posizione
! width="80"| Note
|-
|{{Bandiera|NOR}} - ''Adresseavisen''
|100 Best Albums of All Time
|<div style="text-align:center;">59</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="acclaimed">{{Cita web|http://www.acclaimedmusic.net/061024/A214.htm|titolo=Classifiche|editore=acclaimedmusic.net|accesso=11 novembre 2010}}</ref></div>
|-
|{{Bandiera|GBR}} - ''[[Channel 4]]''
|Britons' Top 100 Albums
|<div style="text-align:center;">43</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/1997Channel4HMV.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=11 novembre 2010}}</ref></div>
|-
|{{Bandiera|GBR}} - ''Classic Rock''
|100 Greatest British Rock Album Ever
|<div style="text-align:center;">32</div>
|rowspan="3"|<div style="text-align:center;"><ref name="acclaimed"/></div>
|-
|{{Bandiera|AUS}} - ''Courier-Mail''
|50 Defining Rock Albums
|<div style="text-align:center;">14</div>
|-
|{{Bandiera|SWE}} - ''Expressen''
|100 Best Records Ever
|<div style="text-align:center;">77</div>
|-
|{{Bandiera|GBR}} - ''[[The Guardian]]''
|Top 100 Guardian
|<div style="text-align:center;">13</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces2">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/1997Guardian.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=11 novembre 2010}}</ref></div>
|-
|{{Bandiera|USA}} - ''Gear''
|100 Greatest Albums of the Century
|<div style="text-align:center;">11</div>
|rowspan="3"|<div style="text-align:center;"><ref name="acclaimed"/></div>
|-
|{{Bandiera|USA}} - ''[[GQ (rivista)|GQ]]''<sup><span id="ref_A" />[[#endnote_A|'''[A]''']]</sup>
|The 100 Coolest Albums in the World Right Now
|<div style="text-align:center;">45</div>
|-
|{{Bandiera|IRL}} - ''Hot Press''
|100 Best Albums Ever
|<div style="text-align:center;">13</div>
|-
|{{Bandiera|GBR}} - ''[[Melody Maker]]''
|All Time Top 100 Albums
|<div style="text-align:center;">7</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="rocklist">{{Cita web|http://www.rocklist.net/maker100.htm|titolo=Classifiche|editore=rocklist.net|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|rowspan="2"|{{Bandiera|GBR}} - ''[[Mojo (rivista)|Mojo]]''
|Top 100
|<div style="text-align:center;">25</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces3">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/1995Mojo.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|Top 100 Mojo Readers
|<div style="text-align:center;">25</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces4">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/1996MojoReaders.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|rowspan="4"|{{Bandiera|GBR}} - ''[[New Musical Express]]''
|100 Best Albums
|<div style="text-align:center;">43</div>
|rowspan="2"|<div style="text-align:center;"><ref name="rocklist2">{{Cita web|http://www.rocklist.net/nmes_100_best_albums.htm|titolo=Classifiche|editore=rocklist.net|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|100 Greatest British Albums Ever
|<div style="text-align:center;">14</div>
|-
|Writers All Time Top 100
|<div style="text-align:center;">18</div>
|rowspan="2"|<div style="text-align:center;"><ref name="rocklist3">{{Cita web|http://www.rocklist.net/nme_writers.htm|titolo=Classifiche|editore=rocklist.net|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|Writers Top 100 Albums
|<div style="text-align:center;">38</div>
|-
|{{Bandiera|NLD}} - ''Nieuwe Revu''
|Top 100 Albums of All Time
|<div style="text-align:center;">95</div>
|rowspan="3"|<div style="text-align:center;"><ref name="acclaimed"/></div>
|-
|{{Bandiera|NLD}} - ''Muziekkrant OOR''
|The Best Albums of the 70s
|<div style="text-align:center;">29</div>
|-
|{{Bandiera|NOR}} - ''Panorama''
|The 30 Best Albums of the Year 1970-98
|<div style="text-align:center;">4</div>
|-
|rowspan="3"|{{Bandiera|GBR}} - ''[[Q (rivista)|Q Magazine]]''
|Reader's 100 Greatest Albums Ever
|<div style="text-align:center;">46</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces5">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/2006Qreaders.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|The 100 Greatest British Albums Ever
|<div style="text-align:center;">16</div>
|rowspan="2"|<div style="text-align:center;"><ref name="acclaimed">{{Cita web|http://www.acclaimedmusic.net/061024/A214.htm|titolo=Classifiche|editore=acclaimedmusic.net|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|The 50 Best Albums of the 70s
|<div style="text-align:center;">19</div>
|-
|rowspan="2"|{{Bandiera|GBR}} - ''Radio Caroline''
|Listeners All Time Top 500 Albums
|<div style="text-align:center;">35</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces6">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/2008RadioCaroline.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|Caroline Staff All Time Top 500 Album Countdown
|<div style="text-align:center;">103</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces7">{{Cita web|http://timepieces.nl/Top100's/2010RadioCaroline.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|rowspan="3"|{{Bandiera|USA}} - ''[[Rolling Stone]]''
|[[Lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone|500 migliori album di tutti i tempi]]
|<div style="text-align:center;">107</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="rollingstone2">{{Cita web|http://www.rollingstone.com/music/lists/6862/35223|titolo=Classifiche|editore=rollingstone.com|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|Top 100 Albums<sup><span id="ref_B" />[[#endnote_B|'''[B]''']]</sup>
|<div style="text-align:center;">25</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="rocklist4">{{Cita web|http://www.rocklistmusic.co.uk/rstone.html|titolo=Classifiche|editore=rocklistmusic.co.uk|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|The 500 Best Albums of All Time<sup><span id="ref_B" />[[#endnote_B|'''[B]''']]</sup>
|<div style="text-align:center;">53</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="rollingstonegermany">{{Cita web|http://home.rhein-zeitung.de/~tommi.s/rs500.htm#|titolo=Classifiche|editore=rhein-zeitung.de|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|{{Bandiera|USA}} - ''Radio WXPN''
|The 100 Most Progressive Albums
|<div style="text-align:center;">82</div>
|rowspan="3"|<div style="text-align:center;"><ref name="acclaimed"/></div>
|-
|{{Bandiera|DEU}} - ''Spex''
|The 100 Albums of the Century
|<div style="text-align:center;">45</div>
|-
|{{Bandiera|GBR}} - ''Time Out''
|The 100 Best Albums of All Time
|<div style="text-align:center;">54</div>
|-
|{{Bandiera|USA}} - ''[[VH1]]''
|All Time Album Top 100
|<div style="text-align:center;">47</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="rocklist5">{{Cita web|http://www.rocklistmusic.co.uk/vh1.htm|titolo=Classifiche|editore=rocklistmusic.co.uk|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|rowspan="2"|{{Bandiera|GBR}} - ''[[Virgin Records]]''
|All-Time Top 100 Albums
|<div style="text-align:center;">81</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces8">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/1997Virgin.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|All-Time Top 1000 Albums
|<div style="text-align:center;">23</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces9">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/2000VirginColinLarkin.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|{{Bandiera|NLD}} - ''VPRO''
|Top 100 Nieuwe Revu
|<div style="text-align:center;">95</div>
|<div style="text-align:center;"><ref name="timepieces10">{{Cita web|http://www.timepieces.nl/Top100's/1994NieuweRevuVPRO.html|titolo=Classifiche|editore=timepieces.nl|accesso=23 ottobre 2010}}</ref></div>
|-
|}

<div class="references-small">
;Note
*A <span id="endnote_A" />[[#ref_A|'''^''']] Edizione inglese
*B <span id="endnote_B" />[[#ref_B|'''^''']] Edizione tedesca
</div>

== Copertina ==
David Bowie si rivolse al [[fotografo]] Brian Ward per l'immagine da utilizzare per la copertina di ''Hunky Dory''. «Feci molti esperimenti sulle immagini con Brian in quel periodo», ricordò in seguito il cantante. Fra le soluzioni vagliate ce n'era una in stile "[[faraone]] [[egizi]]o", un'idea che Bowie aveva già espresso ad aprile nella sua intervista a ''[[Rolling Stone]]'' («Ha in mente di apparire sul palco agghindato un po' come [[Cleopatra]]», aveva scritto John Mendelsohn).<ref name="regdafish">{{Cita web|url=http://regdafishthinktank.com/index.php?component=content&topicid=4991&postdays=0&postorder=asc&start=240|titolo=John Mendelsohn|editore=teenagewildlife.com|accesso=11 luglio 2010}}</ref> Era oltretutto un'idea d'attualità dato che alla fine del [[1971]], per alcune settimane la [[Gran Bretagna]] fu affetta da "Egittomania" per l'imminente mostra su [[Tutankhamon]] al [[British Museum]].<ref name="british">{{Cita web|url=http://www.britishmuseum.org/the_museum/museum_in_london/london_exhibition_archive/archive_tutankhamun.aspx|titolo=British Museum|editore=britishmuseum.org|accesso=13 ottobre 2010}}</ref> Nessuna delle foto, nelle quali il cantante aveva posato sia come [[sfinge]] sia nella [[Padmasana|posizione del loto]], apparve in copertina. «Non ci convinceva più», commentò in seguito lo stesso Bowie, «probabilmente fu una buona idea». Una di esse appare nella confezione della ristampa di ''[[Space Oddity]]'' del [[1990]].<ref name="teenage9">{{Cita web|url=http://www.teenagewildlife.com/Albums/SO/Artwork.html|titolo=Copertina|editore=teenagewildlife.com|accesso=11 luglio 2010}}</ref>

La scelta cadde infine su un'immagine più semplice che rispecchiava i riferimenti al [[cinema|grande schermo]] contenuti in abbondanza nell'album: un primo piano di Bowie con lo sguardo sognante e malinconico perso nel vuoto e i lunghi capelli biondi raccolti tra le mani. La fotografia fu ricolorata dal suo vecchio amico George Underwood, per suggerire l'idea di un [[manifesto (stampato)|manifesto]] dipinto a mano dei tempi del [[cinema muto|muto]] e, allo stesso tempo, il famoso ''Marilyn Diptych'' di [[Andy Warhol]]. In un periodo in cui molte copertine di album collocavano gli artisti come figure minuscole su uno sfondo post-psichedelico, David Bowie scelse apertamente (e con una certa ironia) di enfatizzare la sua icona di star.

Tra le edizioni dell'album uscite nei vari Paesi esistono differenze riguardanti il carattere e il colore del titolo, ad esempio, giallo in [[Australia]], nero in [[Canada]] e bianco in [[Germania]]. In [[Spagna]], dove ''Hunky Dory'' venne pubblicato con il sottotitolo ''A Pedir de Boca'', la copertina riportava immagini diverse sul retro, di colore blu e con i titoli dei brani stampati con [[caratteri tipografici]] anziché scritti a mano.<ref name="collection">{{Cita web|url=http://www.bowie-collection.de/70_74.htm|titolo=Copertina|editore=bowie-collection.de|accesso=13 ottobre 2010}}</ref> In [[Nuova Zelanda]], la [[Radio Corporation of America|RCA]] non riuscì a inviare in tempo il materiale per il "fronte" di copertina, così la divisione neozelandese della [[casa discografica]] decise semplicemente di usare il retro su entrambi i lati.<ref name="collection"/>

== Tracce ==
<small>Le tracce, tranne dove indicato, sono scritte da David Bowie.</small>
# ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'' - 3:37
# ''Oh! You Pretty Things'' - 3:12
# ''Eight Line Poem'' - 2:55
# ''[[Life on Mars?]]'' - 3:53
# ''Kooks'' - 2:53
# ''[[Rock 'n' Roll Suicide#Il lato B|Quicksand]]'' - 5:08
# ''Fill Your Heart'' ([[Biff Rose|Rose]]/[[Paul Williams (compositore)|Williams]]) - 3:07
# ''[[Andy Warhol (brano musicale)|Andy Warhol]]'' - 3:56
# ''Song for Bob Dylan'' - 4:12
# ''[[Queen Bitch]]'' - 3:18
# ''The Bewlay Brothers'' - 5:22

=== Tracce bonus della riedizione 1990 ===
#''Bombers'' - 2:38
#''[[The Supermen]]'' (versione semiacustica registrata durante le sessioni di ''[[Ziggy Stardust]]'') - 2:41
#''Quicksand'' ([[demo]] [[Musica acustica|acustico]] registrato nel [[1971]]) - 4:43
#''The Bewlay Brothers'' (versione mixata in maniera differente da quella dell'album) - 5:19

L'edizione rimasterizzata di ''Hunky Dory'' distribuita dalla Rykodisc nel [[1990]] contiene quattro tracce bonus tra cui l'inedita ''Bombers''. La prima versione di questo brano, che parla di un esperimento [[nucleare]] che accidentalmente provoca una [[guerra]] di dimensioni planetarie, era un [[demo]] del [[1971]], poi apparso nel [[bootleg]] ''The Axeman Cometh'', in cui Bowie cantava accompagnandosi al [[pianoforte]]. Successivamente furono effettuate due incisioni. La prima, prodotta da Ken Scott ed eseguita con gli stessi componenti che avrebbero partecipato alle sessioni di ''Hunky Dory'', venne pubblicata come [[singolo (musica)|singolo]] promozionale negli [[Stati Uniti]] con una versione remixata di ''Eight Line Poem'' come lato B.<ref name="teenage3">{{cita web|url=http://www.teenagewildlife.com/Singles/B1971/Title.html|titolo=Bombers|editore=teenagewildlife.com|accesso=12 maggio 2010}}</ref> La seconda (la ''bonus track'') venne completata subito dopo con l'intenzione di inserirla come brano d'apertura della seconda facciata al posto di ''Fill Your Heart''. Anche se venne composta nello stesso periodo di alcuni dei suoi capolavori riconosciuti, questa frenetica [[satira]] [[hippy]] (definita dallo stesso Bowie «una specie di [[parodia]] di [[Neil Young]]») non risultò in linea con lo standard di altri brani a struttura più complessa e venne scartata all'ultimo momento.<ref name="tripod">{{cita web|url=http://b7c.tripod.com/|titolo=Tracce bonus|editore=b7c.tripod.com|accesso=12 maggio 2010}}</ref> Questa versione, un mix piuttosto metallico privo di [[Altezza (suono)|bassi]], è rintracciabile nel bootleg ''ChangesThreeDavidRobertJones'' ed era presente nell'album promozionale ''BOWPROMO 1A-1/1B-1'' stampato in 500 copie nell'agosto [[1971]], dove sfumava fino a sovrapporsi con l'inizio di una versione alternativa di ''[[Changes (David Bowie)#Il lato B|Andy Warhol]]''.<ref name="illustrated2">{{cita web|url=http://www.illustrated-db-discography.nl/bowpromo.htm|titolo=BOWPROMO|editore=illustrated-db-discography.nl|accesso=12 maggio 2010}}</ref> Seppure esclusa da ''Hunky Dory'', ''Bombers'' fu tenuta in considerazione per un eventuale uso futuro ma non venne inserita nel materiale per ''[[Ziggy Stardust]]''. Venne eseguita dal vivo durante la [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione BBC]] trasmessa il 20 giugno [[1971]], performance rintracciabile in ''[[Bowie at the Beeb]]''.
Le altre tracce bonus sono il [[demo]] [[Musica acustica|acustico]] di ''Quicksand'' del [[1971]], una registrazione mixata in maniera differente di ''The Bewlay Brothers'' e una nuova versione di ''[[The Supermen]]'' incisa ai [[Trident Studios|Trident]] nel [[1971]] durante le sessioni di ''[[Ziggy Stardust]]'' e riarrangiata con strofe acustiche alternate ai ritornelli di [[Mick Ronson]]. Questa versione venne inclusa nel [[1972]] nella raccolta ''Glastonbury Fayre''.<ref name="tripod"/>

== Formazione ==
* [[David Bowie]] - [[Canto (musica)|voce]], [[chitarra]], [[sassofono alto|sax alto]], [[sassofono tenore|sax tenore]], [[pianoforte]]
* [[Mick Ronson]] - chitarra, [[mellotron]]
* [[Trevor Bolder]] - [[basso elettrico|basso]], [[tromba]]
* [[Mick Woodmansey|Mick "Woody" Woodmansey]] - [[Batteria (strumento musicale)|batteria]]
* [[Rick Wakeman]] - pianoforte

== Descrizione dei brani ==
===''Changes''===
{{vedi anche|Changes (David Bowie)|Changes}}

===''Oh! You Pretty Things''===
{{vedi anche|Oh! You Pretty Things}}

===''Eight Line Poem''===
Si tratta di uno dei brani forse meno conosciuti di ''Hunky Dory'', in cui la performance vocale di Bowie è accompagnata dal [[pianoforte]] di [[Rick Wakeman]] e da una linea di [[chitarra elettrica|chitarra]] suonata da [[Mick Ronson]] che ricorda un lamento [[Country|country & western]]. Il testo è quanto mai criptico, un'istantanea scattata in una camera di città nella quale un [[gatto]] ha appena sbattuto contro un telaio rotante mentre un [[cactus]] siede enigmaticamente alla finestra. Inserito nell'album tra brani certamente più ambiziosi, ''Eight Line Poem'' è una composizione tranquilla e misteriosa, dotata di una strana magnificenza. [[William Seward Burroughs (scrittore)|William Burroughs]], futuro amico di Bowie, riteneva che il testo ricordasse ''[[La terra desolata|The Waste Land]]'' di [[Thomas Stearns Eliot]].<ref name="teenage5">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/Appearances/Press/1974/0228/rsinterview/|titolo=William Burroughs|editore=teenagewildlife.com|accesso=10 dicembre 2010}}</ref> Ne apparve una seconda versione sul lato B del raro promo americano ''Bombers'' e anche nel sampler di ''Hunky Dory'' stampato lo stesso anno da Tony Defries. La canzone fu eseguita dal vivo una sola volta, durante una [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione alla BBC]] registrata il 21 settembre [[1971]].

===''Life on Mars?''===
{{vedi anche|Life on Mars?}}

===''Kooks''===
{{Citazione|''Kooks'' trova Dave che incoraggia il fanciullo a restare con i suoi, per quanto deviati e spudorati possano essere, con versi come: "Don't pick fights with the bullies or the cads/'Cause I'm not much cop at punching other people's dads" ("Non attaccar briga con i prepotenti e i mascalzoni/Perché non sono molto portato per fare a pugni con i papà degli altri").|John Mendelsohn, ''[[Rolling Stone]]'', 6 gennaio [[1972]]<ref name="rollingstone">{{Cita web|http://www.rollingstone.com/music/reviews/album/2747/21279|titolo=Rolling Stone 1972|editore=rollingstone.com|accesso=1º maggio 2010}}</ref> }}

[[Duncan Jones (regista)|Duncan Zowie Haywood Jones]] nacque il 30 maggio [[1971]] e Bowie scrisse ''Kooks'' in quei giorni, abbastanza velocemente da eseguirla per la prima volta nella [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione BBC]] del 3 giugno, appena quattro giorni dopo. «Avevo appena ascoltato un album di [[Neil Young]] quando mi telefonarono per dirmi che mia moglie aveva dato alla luce un bambino la domenica mattina e allora decisi di dedicargli questo brano», annunciò David al pubblico presente in studio, precisando che il testo non era ancora definitivo. Questa e la successiva sessione del 21 settembre sarebbero state le uniche occasioni per sentirla dal vivo.
Un [[demo]] realizzato in studio, nel quale Bowie si accompagna con la [[chitarra acustica]] e che contiene alcune piccole variazioni di testo, è apparso su alcuni [[bootleg]].<ref name="teenage6">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/Albums/HD/K.html|titolo=Kooks|editore=teenagewildlife.com|accesso=1º maggio 2010}}</ref> La versione di ''Hunky Dory'', notevolmente rafforzata dall'[[arrangiamento]] per [[archi (musica)|archi]] di [[Mick Ronson]] e dalla [[tromba]] di [[Trevor Bolder]], fu incisa ai [[Trident Studios]] verso luglio del [[1971]] mentre un [[mixaggio]] leggermente differente appariva sull'album promozionale in edizione limitata stampato in agosto.
''Kooks'', che nelle note di copertina è dedicato al "Piccolo Z", è una sorta di affettuoso messaggio augurale di chi è appena diventato padre, un motivetto orecchiabile guidato da un [[pianoforte|piano]] [[vaudeville]]. Come suggerisce la stessa notazione di David, presenta alcune somiglianze con la produzione più leggera di [[Neil Young]]. «Il bambino era nato», dichiarò David all'epoca dell'uscita dell'album, «e somigliava a me e a Angie. La canzone nacque un po' come una cosa tipo "se rimani con noi diventerai uno svitato"».<ref name="wonder2">{{Cita web|http://www.bowiewonderworld.com/ownword.htm|titolo=Kooks|editore=bowiewonderworld.com|accesso=10 dicembre 2010}}</ref> Pur risultando leggera in mezzo a tracce come ''Quicksand'' e ''[[Life on Mars?]]'', ''Kooks'' reca comunque tracce dell'ossessione, diffusa in ''Hunky Dory'', di essere costretti a crearsi una vita immaginaria. Bowie invita infatti il figlio a «far parte della nostra storia di innamorati». Zowie fra l'altro veniva pronunciato come il nome femminile [[Zoe (nome)|Zoe]] ed era inteso come una versione maschile della parola greca che significa vita (oltre che fare rima con l'esatta pronuncia di Bowie).

===''Quicksand''===
{{vedi anche|Quicksand (David Bowie)}}

===''Fill Your Heart''===
L'unica composizione che non porta la firma di Bowie è opera dei [[cantautori]] [[USA|americani]] Biff Rose e [[Paul Williams (compositore)|Paul Williams]]. La versione originale del brano è contenuta nell'album ''The Thorn in Mrs. Rose's Side'', inciso da Rose nel [[1968]], anche se ''Fill Your Heart'' era già stata pubblicata dal musicista [[Tiny Tim (musicista)|Tiny Tim]] come lato B del singolo ''Tiptoe Through the Tulips''.<ref name="teenage7">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/Albums/HD/FYH.html|titolo=Fill Your Heart|editore=teenagewildlife.com|accesso=10 dicembre 2010}}</ref> Il brano, che rimpiazzò ''Bombers'' come brano di apertura della seconda facciata dell'album nelle ultime fasi di lavorazione, si colloca abbastanza facilmente accanto alla stravaganza post-[[hippy]] della precedente ''Kooks''. Con il suo inno al pensiero positivo e con la suggestiva evocazione di [[drago|draghi]], richiama alla mente le prime composizioni di Bowie. Pur mancando della profondità letteraria e musicale che contraddistingue i brani migliori dell’album, fornisce un contrappunto all’angoscia di ''Quicksand'' e ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'' coi suoi avvertimenti ammonitori: «don’t play the game of time» («non scherzare col tempo») e «forget your mind and you’ll be free» («dimentica la tua mente e sarai libero»). Il brano verrà probabilmente ricordato, comunque, soprattutto per il gradevole stacco di [[sax]] suonato da Bowie e per il virtuosismo di [[Rick Wakeman]] nel suo assolo di [[pianoforte]]. Il brano faceva parte del repertorio dal vivo di Bowie fin dal [[1970]], comprese le [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessioni BBC]] del 5 febbraio [[1970]] e del 21 settembre [[1971]], anche se l'[[arrangiamento]] col [[pianoforte]] in evidenza che appare nell'album veniva sostituito da un accompagnamento di [[chitarra acustica]].

===''Andy Warhol''===
{{vedi anche|Andy Warhol (brano musicale)}}

===''Song for Bob Dylan''===
«Ecco come alcuni vedono Bob Dylan», fu il commento di Bowie a questo brano folk non molto considerato all'epoca dell'uscita di ''Hunky Dory''. Il titolo è una parodia di ''[[Song to Woody]]'', un omaggio dedicato nel [[1962]] da [[Bob Dylan]] al suo idolo [[Woody Guthrie]], ma l'omaggio di Bowie diventa un'arringa piuttosto che un elogio.
Il testo, indirizzato direttamente a [[Robert Allen Zimmerman|Robert Zimmerman]] (mettendo in luce la crescente preoccupazione di David per i livelli di identità), lascia intendere che sia il [[folk rock]]er radicale di un tempo a implorare il suo "buon amico Dylan" a tornare alle radici del suo modo di comporre canzoni e a venire in soccorso di coloro che hanno perso la fede:

{{Citazione|Chiedi al tuo caro amico Dylan<br />se rimarrebbe a fissare un po' la vecchia strada||Ask your good friend Dylan<br />if he'd gaze a while down the old street|lingua=en}}

{{Citazione|Digli che abbiamo perso le sue poesie<br />così ora le scrivono sui muri||Tell him we've lost his poems<br />so they're writing on the walls|lingua=en}}

In un certo senso sembra anche che Bowie rivendichi il proprio diritto sul territorio di Dylan: nel [[1976]] dichiarò infatti a ''[[Melody Maker]]'' che la canzone «spiegava quello che volevo fare col [[rock]]. Era in quel periodo che dissi "Ok, se non vuoi farlo tu, lo faccio io". Intravedevo un vuoto di leadership». ''Song for Bob Dylan'' sembra essere allo stesso tempo un tributo e una reprimenda e richiama, due anni dopo, i brani di protesta contenuti in ''[[Space Oddity]]''. Fu eseguita per la prima volta durante la [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione BBC]] registrata il 3 giugno [[1971]] con la voce solista di George Underwood, ex compagno di scuola di Bowie e un tempo membro dei [[Biografia di David Bowie, 1962-1966#The King Bees|King Bees]] (Bowie ha detto di averla scritta proprio per Underwood, che era un patito di Bob Dylan)<ref name="5years5">{{Cita web|http://www.5years.com/encys.htm|titolo=Song for Bob Dylan|editore=5years.com|accesso=10 dicembre 2010}}</ref>. Come la sconnessa introduzione di David non contribuisce certamente a chiarire, in quella fase la canzone era intitolata ''Song for Bob Dylan - Here She Comes''. Il brano fu eseguito spesso nei primi concerti dello [[Ziggy Stardust Tour]], prima di scomparire del tutto a metà del [[1972]].

===''Queen Bitch''===
{{vedi anche|Queen Bitch}}

===''The Bewlay Brothers''===
{{vedi anche|The Bewlay Brothers}}
{{Citazione|''The Bewlay Brothers'' suona come qualcosa lasciato fuori da ''The Man Who Sold the World'' solo perché non era abbastanza "rumorosa".|John Mendelsohn, ''[[Rolling Stone]]'', 6 gennaio [[1972]]<ref name="5years"/> }}

Sono molti i significati che nel corso del tempo i cronisti di Bowie hanno creduto di individuare in quella che rappresenta una delle sue più misteriose e inquietante incisioni. Una delle interpretazioni più accreditate era quella che vedeva il testo come un resoconto dei rapporti tra David e il [[fratellastro]] Terry Burns (malato di [[schizofrenia]] e già da allora soggetto a cure psichiatriche) che morirà suicida nel [[1985]] e al quale sarà dedicata anche ''[[Jump They Say]]'' del [[1993]]. Proprio nell'[[estate]] del 1993, in un'intervista per la [[rivista]] ''Les Inrockuptibles'', David Bowie ha confermato questa interpretazione: «Avevo scritto per lui una canzone su ''Hunky Dory'', ''The Bewlay Brothers''».<ref name="velvet">{{Cita web|http://www.velvetgoldmine.it/stampa/inrockuptibles.html|titolo=Les Inrockuptibles|editore=velvetgoldmine.it|accesso=28 ottobre 2010}}</ref> Secondo questa visione, la canzone affronterebbe la paura della [[malattia mentale|pazzia]] congenita che, come Bowie aveva ammesso, era stata un fattore determinante nelle sue prime opere. Nel [[2000]], nel corso del documentario di [[BBC Radio 2]] ''Golden Years'', il cantante la descriveva come «un altro pezzo vagamente aneddotico sulle mie sensazioni riguardo ai rapporti tra me e mio fratello, o il mio altro [[doppelgänger]]. Non ho mai avuto una visione chiara di quale posizione abbia realmente occupato Terry nella mia vita, se fosse una persona reale o se io facessi riferimento a un'altra parte di me. Penso che ''The Bewlay Brothers'' riguardasse proprio questo».

Ciò nonostante, i versi oscuri di ''The Bewlay Brothers'' hanno inevitabilmente generato altre interpretazioni nel corso del tempo. La presenza dello [[slang]] del [[ghetto]] [[omosessuale]] del [[Greenwich Village]], presente già in ''[[Rebel Rebel#Il lato B|Queen Bitch]]'', ha forse influenzato coloro che hanno visto il brano come una sorta di manifesto [[gay]], in particolare il cantautore [[Tom Robinson]]: «In quel momento Bowie ha legittimato le nostre esistenze».<ref name="robinson">{{Cita web|http://gladtobegay.net/interview-tom-robinson/part-1/|titolo=Tom Robinson|editore=gladtobegay.net|accesso=11 dicembre 2010}}</ref> Un'altra possibile spiegazione di ''The Bewlay Brothers'' è stata fornita in ''Living on the Brink'' da George Tremlett, secondo il quale la canzone sarebbe il resoconto dell'esito di una [[seduta spiritica]] sostenuta da David e Terry «ai tempi in cui l'incipiente malattia mentale di Terry cominciava a manifestarsi chiaramente». Altri cronisti sono andati più in là, tanto da sovrapporre la figura di Terry alla chiave di lettura gay suggerendo che il brano possa essere il risultato di una fantasia riguardante un atto sessuale tra David e il fratellastro. La strofa "I was stone and he was wax, so he could scream and still relax" ("io ero pietra e lui cera, così poteva urlare e allo stesso tempo rilassarsi") potrebbe essere, come hanno sostenuto Peter e Leni Gillman nel loro ''David Robert Jones Alias David Bowie'', «il resoconto preciso di un soddisfacente rapporto omosessuale».

Anche il titolo della canzone è stato a lungo oggetto di dibattito. Charles Shaar Murray e Roy Carr suggeriscono in ''An Illustrated Record'' che l'ermetico Bewlay Brothers possa essere un riferimento alle divinità della mitologia classica, ma la realtà è più prosaica come ha confermato lo stesso Bowie nei commenti all'interno della compilation ''iSelect'', «L’unica pipa che ho mai fumato è stata un’economica Bewlay. Era un oggetto comune verso la fine degli anni ’60 e per questo brano ho voluto utilizzare il cognome Bewlay al posto del mio».<ref name="bowienet2">{{Cita web|http://www.davidbowie.com/iSelect/#|titolo=iSelect|editore=davidbowie.com|accesso=28 ottobre 2010}}</ref> In ogni caso si tratta di un nome che Bowie ha conservato nella memoria dal momento che alla fine degli [[anni 1970|anni settanta]] ha chiamato la sua casa di produzione "Bewlay Bros. Music" e i crediti di produzione riportati sulla copertina dell'album ''[[Lust for Life (Iggy Pop)|Lust for Life]]'' di [[Iggy Pop]] sono attribuiti a "Bewlay Bros.", inteso in questo caso come un'aggregazione di Bowie, Iggy e il [[produttore discografico|produttore]]-[[ingegnere del suono]] [[Colin Thurston]].

Sotto l'aspetto strumentale si tratta di una ballata folk [[psichedelica]] dalla struttura circolare e claustrofobica, trascinata dalle chitarre acustiche, pochi accordi per un'interpretazione sentita e malinconica. A ciò va aggiunta la costruzione di effetti sonori e voci di demoni, come nella lenta e sinistra dissolvenza da cartoni animati che ridacchiano "please come away..." ("per favore allontanatevi..."), paragonata dai critici Roy Carr e Charles Shaar Murray del ''New Musical Express'' all'effetto di ''The Laughing Gnome'', ma "in una forma molto più sinistra". Dal punto di vista vocale, l'intonazione alla [[Bob Dylan]] presente anche in altri brani di ''Hunky Dory'' è spinta qui alle estreme conseguenze fino a raggiungere un incrocio tra il riconoscibile "marchio di fabbrica" vocale di Bowie e il caratteristico tono rauco del cantautore statunitense. Inoltre, come scrisse Michael Watts il 22 gennaio [[1972]] su ''Melody Maker'', nel brano ricorre un accento cockney molto spiccato («...dice di averlo preso da Tony Newley...»).

Il brano non è mai stato eseguito dal vivo se non per ''Live and Exclusive'', programma di BBC Radio 2, il 18 settembre 2002.<ref name="wonder3">{{Cita web|http://www.bowiewonderworld.com/collectors/bbc.htm|titolo=Live and Exclusive|editore=bowiewonderworld.com|accesso=28 ottobre 2010}}</ref>

== Riedizioni e raccolte ==
Molte delle tracce dell'album si trovano in ''[[Bowie at the Beeb]]'', nelle versioni eseguite in occasione di alcune [[sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessioni BBC]]: ''Kooks'' (20 giugno [[1971]]), ''Eight Line Poem'' (4 ottobre [[1971]]), ''[[Queen Bitch]]'' (7 febbraio [[1972]]), ''Oh! You Pretty Things'', ''[[Changes (David Bowie)|Changes]]'' (entrambre dalla sessione registrata il 22 maggio [[1972]], in cui la seconda non venne mandata in onda) e ''[[Changes (David Bowie)#Il lato B|Andy Warhol]]'' (19 giugno [[1972]]). Dal momento che la maggior parte delle sessioni BBC si tenne tra il 1970 e il 1972, non sorprende che le tracce di ''Hunky Dory'' siano state eseguite molto spesso nelle varie occasioni. Oltre a quelle citate, da ricordare le versioni di ''[[Changes (David Bowie)#Il lato B|Andy Warhol]]'' e ''Song for Bob Dylan'' eseguite nella sessione trasmessa il 20 giugno 1971 nelle versioni cantate, rispettivamente, da Dana Gillespie e George Underwood. ''[[Changes (David Bowie)#Il lato B|Andy Warhol]]'' e ''Quicksand'' vennero proposte anche nello special ''ChangesNowBowie'' trasmesso l'8 gennaio [[1997]].

''Oh! You Pretty Things'' si trova nella riedizione del [[2005]] di ''[[Ziggy Stardust - The Motion Picture]]'' (versione registrata all'Hammersmith Odeon di [[Londra]] il 3 luglio [[1973]]) e nelle raccolte ''[[ChangesTwoBowie]]'' ([[1981]]), ''[[The Singles Collection (David Bowie)|The Singles Collection]]'' ([[1993]]) e ''[[The Best of David Bowie 1969/1974]]'' ([[1997]]). Nel novembre [[1971]], ''Eight Line Poem'' è stata il lato B di Bombers, singolo promozionale uscito negli Stati Uniti.<ref name="teenage3">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/Singles/B1971/Title.html|titolo=Bombers|editore=teenagewildlife.com|accesso=11 dicembre 2010}}</ref> ''The Bewlay Brothers'' si trova in ''[[Sound+Vision]]'' ([[1989]]) e ''iSelect'' ([[2008]]).

Nel bootleg ''Under the Table'' ci sono il medley ''Oh! You Pretty Things''/''Eight Line Poem'' e ''Kooks'', entrambe registrate allo Smith's Old Bar di [[Atlanta]] l'8 aprile [[1997]] in occasione dello show per il terzo anniversario della stazione americana ''99X Radio''. Versioni particolari di ''Oh! You Pretty Things'' si trovano anche in altri due bootleg: ''Ziggy TV'' (dal programma ''The Old Grey Whistle Test'', 8 febbraio [[1972]]) e ''Aylesbury Friars Club 1971''. ''Song for Bob Dylan'', che non è stata mai inserita in alcuna raccolta ufficiale, si trova invece in versione live in ''Aylesbury Friars Club 1971'' e ''A Crash Course for the Ravers'' (esibizione al ''Russell Harty Show'' del 17 gennaio [[1973]]). È stata inoltre pubblicata come picture disc all'interno della serie della [[Radio Corporation of America|RCA]] ''Life Time''.

== Cover ==
''Eight Line Poem'' e ''Song for Bob Dylan'' non sono mai state eseguite da altri artisti.

*''Kooks'': i [[Tindersticks]], come [[singolo (musica)|singolo]] nel [[1993]]<br />- i [[Danny Wilson (band)|Danny Wilson]], in ''David Bowie Songbook'' del [[1997]]<br />- [[Robbie Williams]], come bonus track del [[Compact disc|CD]] [[singolo (musica)|singolo]] ''[[Old Before I Die]]'' del 1997<br />- i Jan, in ''Weight of Loneliness'' del [[2002]]<br />- Andrea Perry, in ''Spiders From Venus'' del [[2003]]<br />- i [[Motor Ace]], in ''Garage Days'' del 2003<br />- Anna Faroe, in ''Because I Want To'' del [[2010]]

*''The Bewlay Brothers'': i Replicants, in ''Replicants'' del [[1995]]<br />- Des de Moor e Russell Churney, in ''Darkness and Disgrace'' del [[2003]]<br />- John Howard, come [[singolo (musica)|singolo]] nel [[2007]]

== Note ==
{{references|2}}

== Bibliografia ==
* Nicholas Pegg - ''The Complete David Bowie''. Arcana, Roma, 2002.
* Thomas J. Seabrook - ''La trilogia berlinese''. Arcana, Roma, 2009.
* Laura Gerevasi - ''Le canzoni di David Bowie''. Editori Riuniti, Roma, 2005.
* Roy Carr e Charles Shaar Murray - ''Bowie: An Illustrated Record''. Eel Publishing, 1981.
* George Tremlett - ''David Bowie: Living on the Brink''. Carroll & Graf, 1997.
* Peter e Leni Gillman - ''David Robert Jones Alias David Bowie''. Sperling & Kupfer, 1989.

== Voci correlate ==
* [[Rick Wakeman]]
* [[Mick Ronson]]
* [[Andy Warhol]]
* [[Velvet Underground]]
* [[Spiders from Mars]]
* [[Lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone]]

== Collegamenti esterni ==
* [http://www.velvetgoldmine.it/testi/HunkyDory.html Testi e traduzioni] su velvetgoldmine.it
* {{en}} [http://www.allmusic.com/cg/amg.dll?p=amg&sql=10:3ifixqq5ld0e Scheda dell'album] su AllMusicGuide
* Cerca ''[http://www.lastfm.it/music/David+Bowie/Hunky+Dory Hunky Dory]'' su Last.fm
* {{en}} [http://www.teenagewildlife.com/Albums/HD/Title.html Informazioni] su teenagewildlife.com

{{David Bowie}}
{{Portale|Rock}}

Versione delle 19:58, 10 lug 2015


Hunky Dory è il quarto album in studio dell'artista inglese David Bowie, pubblicato nel dicembre 1971 dalla RCA.

Il disco

La prima edizione su compact disc è del 1984 (anno in cui è uscito anche in versione picture disc), mentre nel 1990 è uscita l'edizione rimasterizzata della Rykodisc contenente quattro tracce bonus. Le ristampe successive comprendono quelle in vinile del 1997 e del 2001 e in CD del 1999, pubblicate dalla EMI, un mini LP del 2007 e un SHM CD del 2009, entrambi usciti in Giappone.[1]

Inserito cronologicamente tra l'hard rock occultista di The Man Who Sold the World e la fantascienza glam di Ziggy Stardust, Hunky Dory presenta tutti gli elementi chiave della musica di Bowie in una veste "pop" (in senso warholiano) elegante ed efficace, ed è considerato il suo primo autentico "classico". Definito da Stephen T. Erlewine di AMG «un assortimento caleidoscopico di stili pop uniti insieme dal senso visionario di Bowie, un vasto melange cinematografico di arte alta e bassa, sessualità ambigua, kitsch e classe»,[2] l'album mette in luce soprattutto l'abilità acquisita dall'artista inglese nel riscrivere il vocabolario del rock utilizzando forme già note, ma inconfondibilmente marchiate dalla sua impronta. Titoli di canzoni che nominano Andy Warhol e Bob Dylan sono un buon indizio della piega musicale di Hunky Dory, molto più vicino al pop onirico di Space Oddity che agli stilemi proto-metal esibiti nell'album dell'anno prima. L'atmosfera è tutto sommato giocosa almeno fino all'ultima traccia, The Bewlay Brothers, definita da Roy Carr e Charles Shaar Murray «la canzone più densa e impenetrabile di Bowie».

Come riporta Nicholas Pegg in The Complete David Bowie, il titolo Hunky Dory (traducibile come "ottimo", "eccellente") era stato rivelato nel corso della sessione BBC registrata il 3 giugno 1971 ed era stato suggerito da Bob Grace. Il general manager della Chrysalis raccontava di un ex ufficiale della RAF, proprietario di un pub ad Esher, il cui vocabolario «era infarcito di espressioni gergali come "prang" e "whizzo". Un'altra era "è tutto hunky-dory". Lo dissi a David e gli piacque moltissimo».

Nel 1998, il libro The Guinness Top 10 of Everything ha indicato Hunky Dory come il secondo successo commerciale di Bowie nel Regno Unito, dietro The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars ma davanti a molti altri best seller come Let's Dance.[3]

Temi e significati dell'album

«Ho iniziato a sentirmi a mio agio come cantautore con Hunky Dory. Sentivo davvero che avevo capito come scrivere canzoni a quel punto. C'erano un paio di cose per le quali ho tentato una specie di trapianto del cervello di una canzone da cabaret su un pezzo rock. Una era Life on Mars? e l'altra era Changes

Come evidenziava il New York Times alla sua uscita, David Bowie comincia con Hunky Dory a manifestare il gusto della fusione tra musica e messa in scena, del prodotto sonoro come veicolo per elementi visivi teatrali, ciò che rappresenterà il suo marchio di fabbrica almeno fino a Low del 1977.

«Una voce che si trasforma con scintillanti metamorfosi da una canzone all'altra, una capacità compositiva che conquista e una teatralità che farà rosicchiare ai più abili attori drammatici i loro eye liner per l'invidia.»

Hunky Dory è forse l'ultimo disco in cui il cantante non reciti una parte, in modo più o meno marcato, ma già si inizia a notare una particolare attenzione per l'eccentricità e l'ambiguità sessuale. Nel corso del 1971 Bowie inizia a personalizzare il look e a capire l'importanza dei media, sfruttandoli per creare di sé l'immagine di una star. «Questo album è pieno dei miei cambiamenti e di quelli di alcuni dei miei amici», annunciò a una conferenza stampa, «è un album che mi ha aiutato a tirare fuori molti aspetti del mio modo di sentire, un sacco di schizofrenia». Una fonte d'ispirazione era stato sicuramente il tour promozionale negli Stati Uniti di febbraio, grazie al quale aveva avuto l'opportunità di conoscere il mondo newyorkese e di apprezzare realtà musicali ed estetiche diverse. L'influenza del recente tour è evidente in particolare nella seconda facciata dell'album, che inizia con la cover di Fill Your Heart di Paul "Biff" Rose e Paul Williams e prosegue con una serie di omaggi agli eroi americani di Bowie: Andy Warhol, Bob Dylan, Lou Reed e i Velvet Underground. «L'intero album Hunky Dory rifletteva il mio recente entusiasmo per questo nuovo continente che mi si era spalancato davanti», ha detto nel 1999. «Accadde perché ero stato negli USA... fu la prima volta che una situazione esterna mi influenzò al 100%, tanto che modificò il mio modo di scrivere e cambiò totalmente il mio modo di guardare le cose».[6]

In alcuni dei testi di Hunky Dory comincia anche ad emergere la nuova sensibilità gay dell'artista inglese, espressa più o meno direttamente in brani come Queen Bitch, The Bewlay Brothers e Oh! You Pretty Things, che ne fanno forse il disco più apertamente "omosessuale" di David Bowie. È comunque probabile che questo atteggiamento sia semplicemente parte di un più ampio concetto di teatralità che Bowie stava rapidamente spingendo verso l'apoteosi di Ziggy Stardust. Appena nell'agosto 1970 i Kinks avevano raggiunto il secondo posto in classifica con la loro hit sul transessuale Lola, corteggiando una frangia della società che aveva sempre affascinato Bowie fin dai giorni dei Manish Boys. Come riportato in The Complete David Bowie, la primavera del 1971 (durante la quale scrisse molti dei brani di Hunky Dory) fu un periodo che lo vide abbracciare la sottocultura gay di Londra con regolari visite al Sombrero di Kensington High Street e assidue frequentazioni dell'entourage del dress designer Freddi Burretti. Secondo la moglie di Bowie, Angela, «la gente del Sombrero cominciò quasi subito a fornirci il carburante. Il materiale su Hunky Dory... veniva direttamente dalle loro vite e dai loro atteggiamenti». Il 24 aprile, spinto dalla circolazione di The Man Who Sold the World con il travestimento in copertina, il Daily Mirror fotografò David sul prato di Haddon Hall. Precorrendo di nove mesi la famosa intervista in cui avrebbe dichiarato la sua omosessualità, raccontò al Daily Mirror di essere «ambiguo e tutto il resto», aggiungendo che «non riesco a respirare in un'atmosfera convenzionale... trovo la libertà solo nell'ambito della mia stessa eccentricità».

Hunky Dory risulta, insieme all'album precedente, il più intimo e rivelatore fra i suoi dischi. Già dal titolo del brano di apertura, Changes, si intuisce l'aria di mutamento che pervade l'album rispetto a The Man Who Sold the World. I cambiamenti hanno investito ogni aspetto della genesi dell'album, a partire dal nuovo manager Tony Defries che, subentrato a Kenneth Pitt, aveva procurato a Bowie un contratto con la RCA per la quale avrebbe pubblicato i successivi album fino a Scary Monsters. Ma i cambiamenti si riflettono anche sul lungo e complesso processo di elaborazione dei testi e della musica. Bowie ha dedicato all'album tutto il tempo necessario e la sua piena creatività, probabilmente in risposta al fatto di aver trascurato gli sviluppi di The Man Who Sold the World, e per Hunky Dory ha deciso di abbandonare l'hard rock e le improvvisazioni in studio.

Accanto a questa celebrazione del cambiamento, all'interno di Hunky Dory si può comunque rintracciare una serie di temi (ed ossessioni) ricorrenti che percorrono i testi delle varie tracce, stimolati in parte ancora dal recente viaggio in America. Life on Mars? e Andy Warhol fanno entrambe riferimento all'arte, al rock e al grande schermo, con una parata di icone da Greta Garbo a John Lennon, Dylan e Mickey Mouse. L'atteggiamento ambiguo dell'album precedente nei confronti di guide e profeti prosegue qui con riferimenti a Himmler, Churchill e Aleister Crowley. Il poeta occultista inglese, membro dell'Ordine Ermetico della Golden Dawn e flagello della morale edoardiana, aveva già esercitato un'influenza tangibile sull'opera di Bowie e continuerà ad esercitarla in seguito. Bowie ha confermato che l'impenetrabile The Bewlay Brothers riguarda la sua relazione col fratellastro schizofrenico Terry, che aveva già trovato posto in The Man Who Sold the World e che accompagnerà l'immaginario bowieano per molti anni. Anche le idee nietzschiane continuano ad essere presenti e una nuova specie di "superuomo" viene introdotta in Oh! You Pretty Things, insieme a oscuri riferimenti a The Coming Race di Edward Bulwer-Lytton.

Ma se Hunky Dory ha un tema principale è quello della consapevolezza che la gioventù e la passione verranno consumate dall'inevitabilità del cambiamento e della decadenza, un timore Wildeano presente in tracce come Changes («And my time was running wild in a million dead-end streets», «E il mio tempo scorreva con irruenza in un milione di vicoli ciechi»), Quicksand («I'm sinking in the quicksand of my thought, and I ain't got the power anymore», «Sto affondando nelle sabbie mobili del mio pensiero, e non ho più il potere») e The Bewlay Brothers («Oh, and we were gone, kings of oblivion...», «Oh, ce n'eravamo andati, re dell'oblio...»). Una persistente minaccia sembra venire dal timore che la sorgente creativa si prosciughi, che in assenza di ispirazione possa uccidere con l'intelletto un talento che ha sempre considerato istintivo, quando dovrebbe seguire il consiglio di Fill Your Heart, l'unica cover dell'album («Fear is in your head, so forget your head and you'll be free», «La paura è nella tua testa, così dimentica la tua testa e sarai libero»). E su tutto incombe la minaccia, ancora una volta proveniente da Changes, «pretty soon you're gonna get a little older» («Molto presto sarai un po' più vecchio»).

Per fortuna Hunky Dory non si limita a trattare l'angoscia creativa di Bowie ma introduce anche un elemento ottimistico con Kooks, dedicata al nuovo nato Duncan Zowie, il cui soggetto attribuisce un senso più positivo a Oh! You Pretty Things e Changes. Nel luglio 1972 Ron Ross scriveva su Words & Music: «Si tratta di canzoni di padri e figli. Oh! You Pretty Things, ad esempio, si rivolge agli adolescenti ma la voce sembra essere quella di un vecchio outsider che osserva i cambiamenti che lo stanno attraversando. D'altra parte Kooks è una canzoncina intonata sullo stile di Your Mother Should Know che tenta di sedurre un bambino a rimanere con i suoi irrimediabilmente eccentrici genitori, vale a dire Bowie e sua moglie Angie». Ancora, «Quicksand descrive lo stato d'animo di un giovane catturato nei cambiamenti cosmici tra due modi di vita. La sua decadenza è chiaramente insoddisfacente, anche se astutamente romantica».[7] Così, anche Oh! You Pretty Things può esser letta come espressione dei sentimenti di chi sta per diventare padre anche se, a un livello più profondo, riflette le convinzioni di Bowie riguardo a una razza di superuomini ("homo superior") alla quale fa riferimento in modo diretto.

Registrazione

Alla fine del 1970, dopo che The Man Who Sold the World era stato pubblicato negli USA, David Bowie stava già pensando all'album successivo. Bob Grace, general manager e cofondatore della Chrysalis, affittò gli studi londinesi di Radio Luxembourg dove il cantante iniziò a registrare alcuni demo e a provare molto del materiale che avrebbe convogliato su Hunky Dory, tra cui Oh! You Pretty Things. Lo stesso Bob Grace ha dichiarato: «Improvvisamente tutte queste grandi canzoni cominciarono ad apparire. Usavamo fare tutti i demo allo studio Radio Luxembourg perché era molto economico. Ricordo che potevamo mettere non più di pochi pollici di metallo sulle chitarre, altrimenti funzionava da antenna e ricevevamo la stazione radio locale ed una vicina stazione di taxi...».[8]

Dopo una breve parentesi rappresentata dal tour promozionale in America del febbraio 1971, in primavera il cantante tornò in studio e riprese a sfornare nuovo materiale, tra cui Changes e Life on Mars?. Tra gli strumentisti che vennero presi in considerazione per l'incisione dell'album ce n'erano alcuni con i quali aveva collaborato nei mesi precedenti tra cui il batterista di Space Oddity Terry Cox e Tony Hill che aveva fatto parte dei Turquoise, ma in breve tempo arrivò alla conclusione che c’era una persona di cui non poteva fare a meno. Bowie telefonò a Mick Ronson, il chitarrista con cui aveva collaborato ai tempi di Space Oddity e che aveva fatto parte degli Hype, che lo accompagnavano all’inizio del 1970. La band, che aveva poi continuato (senza Bowie) sotto il nome Ronno, si era presto avviata verso lo scioglimento, Ronson era tornato a Hull e adesso Bowie gli chiedeva di partecipare alle registrazioni di Hunky Dory, e di portare con sé un batterista e un bassista. Le prime scelte di Ronson per la nuova sezione ritmica furono i suoi precedenti colleghi Rick Kemp (che si unirà invece agli Steeleye Span) e Ritchie Dharma, ma il proposito non durò a lungo.[9] La scelta finale cadde su Mick "Woody" Woodmansey, ex batterista degli Hype, e sul bassista dei Ronno, Trevor Bolder. Cominciava a delinearsi la band che sarebbe stata conosciuta dall'anno successivo come gli Spiders from Mars. I tre musicisti si trasferirono nella residenza edoardiana di Bowie ad Haddon Hall per provare le nuove composizioni e il cantante decise di sfruttare l’imminente sessione BBC del 3 giugno come vetrina per la sua crescente cerchia di musicisti e per un pugno di nuove canzoni tra cui Kooks, composta per commemorare la nascita del figlio Zowie avvenuta il 30 maggio. Pochi giorni dopo l’apparizione al Glastonbury Fayre del 23 giugno, il gruppo si trasferì ai Trident Studios e l'incisione di Hunky Dory continuò per tutta l'estate.

Come riportato in The Complete David Bowie, le registrazioni in realtà erano iniziate con un intoppo dal momento che alcuni membri del gruppo non avevano imparato le canzoni. Nel documentario radiofonico Golden Years del marzo 2000, Rick Wakeman ricordava che David fu costretto a chiedere uno stop: «"avete avuto buona sistemazione per le prove, siete stati pagati, questa è un’ottima opportunità, e non le avete imparate. Adesso prendete la vostra roba e andate a provarle da un’altra parte, torneremo in studio quando avrete imparato le canzoni"». «Quando ripresero le registrazioni, una o due settimane più tardi», ricordava ancora Wakeman, «il gruppo era caldissimo! Erano tutti bravissimi e i pezzi fluivano a meraviglia». Ad agosto, il nuovo manager Tony Defries (subentrato a Kenneth Pitt alcuni mesi prima) organizzò la stampa di 500 copie promozionali di un vinile chiamato BOWPROMO 1A1/1B1 (con canzoni di Dana Gillespie da un lato e qualche canzone di Bowie dall'altro) da usare come esca per le case discografiche. Defries volò a New York con il promo che comprendeva alcune delle nuove registrazioni, tra cui Oh! You Pretty Things, Bombers, Andy Warhol e Queen Bitch e le versioni iniziali di Kooks e Eight Line Poem. In pochi giorni si assicurò un contratto con la RCA, il cui capo della sezione A&R Dennis Katz rimane sbalordito dal materiale. «Era teatrale, musicale, le canzoni erano eccellenti, c'era poesia vera, sembrava avere tutto», riportano Peter e Leni Gillman in David Robert Jones Alias David Bowie.

File:RickWakeman2009.JPG|thumb|left|Rick Wakeman, il pianista di Hunky Dory

Un nuovo inserimento nella formazione in studio fu quella del pianista Rick Wakeman, con cui aveva collaborato per Space Oddity e che avrebbe in seguito contribuito al successo degli Strawbs e degli Yes. «Mi invitò nella sua casa di Beckenham», raccontò in seguito lo stesso Wakeman, «Mi disse di suonare tutte le note che volevo. Le canzoni erano incredibili, Changes, Life on Mars?, una dopo l’altra. Disse che voleva arrivare all’album partendo da una diversa angolazione, che le voleva basate sul pianoforte. Così mi disse di suonarle come avrei eseguito un pezzo di pianoforte e che lui avrebbe adattato tutto il resto attorno». Oltretutto il pianoforte suonato da Wakeman su Hunky Dory (e più tardi da Mick Ronson su Ziggy Stardust) era di per sé una celebrità: era infatti lo stesso strumento usato da Paul McCartney per Hey Jude e per molti dei primi dischi di Elton John e Harry Nilsson. Sotto la tutela di Wakeman, Bowie e Ronson trasformarono la natura pianistica delle composizioni in una serie di arrangiamenti acustici, con le uniche eccezioni del tributo a Lou Reed e ai Velvet Underground di Queen Bitch e dell'assolo di chitarra in Song for Bob Dylan. Abbandonati i pesanti interventi di chitarra di The Man Who Sold the World, il talento di Mick Ronson rivelava la sua educazione classica con sontuose orchestrazioni d’archi in brani come Fill Your Heart, Life on Mars? e Quicksand. In assenza di Tony Visconti, andato a sostenere l'astro nascente Marc Bolan, David reclutò Ken Scott, ingegnere del suono dei suoi dischi Mercury, per mixare e co-produrre l'album. Le note di copertina riportano infatti "Prodotto da Ken Scott (assistito dall'attore)", dove l'attore era probabilmente Bowie stesso che, secondo le parole dei critici del New Musical Express Roy Carr e Charles Shaar Murray, amava «pensare a se stesso come a un attore», oltre a suonare la chitarra, il sax e, come ironicamente riportato sempre nelle note, "le parti meno complicate di pianoforte". Il ruolo di arrangiatore fu rilevato da Bowie e da Mick Ronson che, insieme a Bob Grace, selezionarono i brani una notte proprio a casa di Ken Scott. Fra quelli scartati c'erano How Lucky You Are e Right On Mother (quest’ultima incisa da Peter Noone lo stesso anno) mentre altri come Bombers e It Ain’t Easy sarebbero stati esclusi dalla track list definitiva dell’album.

Molti elementi nella preparazione di Hunky Dory, compreso il fatto che la maggior parte delle canzoni venne scritta e registrata in forma di demo prima che cominciassero le sessioni vere e proprie, risultò in contrasto con la tendenza all'improvvisazione in studio che aveva caratterizzato il precedente album di Bowie e che avrebbe dominato la sua carriera. Hunky Dory si rivelò l'accurato lavoro di un autore di canzoni e Bowie raggiunse un'impostazione di voce del tutto personale, un baritono-alto che scivolava nel falsetto, nelle inflessioni cockney e negli americanismi. Gli arrangiamenti di Mick Ronson e il pianoforte di Rick Wakeman dettero il tocco finale.

Uscita e accoglienza

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
OndarockPietra miliare
Allmusic
Rolling Stone

Hunky Dory fu pubblicato il 17 dicembre 1971, quando Bowie era già a metà strada nella registrazione dell'album successivo e stava già programmando un ulteriore cambio sia d'immagine che di stile. Come riportato in The Complete David Bowie, ciò mise in difficoltà l'ufficio marketing della RCA che non sapeva come promuovere l'album, oltre ad avere dei dubbi riguardo al denaro già speso per un artista ritenuto un fenomeno da un brano solo. La campagna promozionale che ne risultò fu un fiasco, ciò nonostante Hunky Dory trovò rapidamente estimatori sia in patria che negli Stati Uniti.

Il New Musical Express definì Bowie «al meglio delle sue brillanti possibilità» e Hunky Dory «un capolavoro di una grande mente»,[5] mentre Melody Maker parlava del cantante inglese come dell'erede di Mick Jagger. Critiche positive arrivarono anche dalla stampa d'oltreoceano, come il New York Times che considerava Bowie come «l'uomo intellettualmente più brillante ad aver scelto il disco a 33 giri come mezzo di espressione», riconoscendogli la capacità di riuscire a «fondere soffuse melodie pop, semplici ma efficaci, con parole e arrangiamenti pieni di mistero e oscure allusioni».[5] La rivista Rock lo definì «l'artista più singolarmente dotato che faccia musica oggi. Ha il genio per essere negli anni settanta ciò che Lennon, McCartney, Jagger e Dylan sono stati nei sessanta».[5]

Nonostante recensioni tanto brillanti, e nonostante il supporto tentato con la pubblicazione del singolo Changes, le vendite erano scarse. Hunky Dory venne ascoltato più diffusamente solo dopo l'impatto del disco seguente, tanto che nel settembre 1972 l'album giunse persino due posizioni più in alto di Ziggy Stardust nelle classifiche britanniche. «Hunky Dory mise in movimento una fantastica onda lunga», ricordava Bowie nel 1999. «Credo che mi abbia assicurato, per la prima volta in vita mia, un vero pubblico. Voglio dire, la gente veniva da me e mi diceva "Buon disco, belle canzoni". Una cosa del genere non mi era mai successa prima». Negli Stati Uniti Hunky Dory riuscì a fare il suo ingresso solo nella Billboard 200, raggiungendo appena la posizione n. 93 e rimanendo in classifica per 16 settimane.[11]

Fu infatti verso la fine del 1972, con il boom di Ziggy Stardust, che Hunky Dory divenne una hit anche nel Regno Unito balzando al 3o posto nelle classifiche inglesi.[12] Nel frattempo, il 20 marzo dello stesso anno, l'album era entrato nelle classifiche australiane nelle quali sarebbe rimasto per 5 settimane toccando il 39o posto.[13] Questo episodio rimane degno di nota per il fatto che si trattò del primo ingresso in assoluto di un album di Bowie in una classifica, cosa che fino a quel momento non era successa in nessun altro Paese, Stati Uniti e Regno Unito compresi.[13] Nel corso degli anni l'album ha fatto nuovamente ingresso nelle classifiche inglesi diverse volte, soprattutto in occasione delle varie riedizioni in CD, collezionando ben 127 settimane di permanenza complessive.[14] Il 25 gennaio 1982 ha ottenuto il disco d'oro e di platino dalla BPI.

Ingresso in classifica Uscita dalla classifica Massima posizione Numero di settimane Note
23 settembre 1972 1º marzo 1975 3a 70 [12]
17 gennaio 1981 15 settembre 1984 32a 51 [12]
14 aprile 1990 28 aprile 1990 39a 2 [15]
11 ottobre 1997 18 ottobre 1997 74a 1 [12]
24 agosto 2002 14 settembre 2002 39a 3 [12]

Nel 2006, la nota rivista TIME ha incluso Hunky Dory tra i migliori 100 album di tutti i tempi.[16] L'album ha trovato posto anche in altre classifiche "alternative" a quelle ufficiali, ovvero quelle stilate da riviste specializzate, network televisivi e/o radiofonici.

Rivista/Network Classifica Posizione Note
Bandiera della Norvegia - Adresseavisen 100 Best Albums of All Time
59
Bandiera del Regno Unito - Channel 4 Britons' Top 100 Albums
43
Bandiera del Regno Unito - Classic Rock 100 Greatest British Rock Album Ever
32
Bandiera dell'Australia - Courier-Mail 50 Defining Rock Albums
14
Bandiera della Svezia - Expressen 100 Best Records Ever
77
Bandiera del Regno Unito - The Guardian Top 100 Guardian
13
Bandiera degli Stati Uniti - Gear 100 Greatest Albums of the Century
11
Bandiera degli Stati Uniti - GQ[A] The 100 Coolest Albums in the World Right Now
45
Bandiera dell'Irlanda - Hot Press 100 Best Albums Ever
13
Bandiera del Regno Unito - Melody Maker All Time Top 100 Albums
7
Bandiera del Regno Unito - Mojo Top 100
25
Top 100 Mojo Readers
25
Bandiera del Regno Unito - New Musical Express 100 Best Albums
43
100 Greatest British Albums Ever
14
Writers All Time Top 100
18
Writers Top 100 Albums
38
Bandiera dei Paesi Bassi - Nieuwe Revu Top 100 Albums of All Time
95
Bandiera dei Paesi Bassi - Muziekkrant OOR The Best Albums of the 70s
29
Bandiera della Norvegia - Panorama The 30 Best Albums of the Year 1970-98
4
Bandiera del Regno Unito - Q Magazine Reader's 100 Greatest Albums Ever
46
The 100 Greatest British Albums Ever
16
The 50 Best Albums of the 70s
19
Bandiera del Regno Unito - Radio Caroline Listeners All Time Top 500 Albums
35
Caroline Staff All Time Top 500 Album Countdown
103
Bandiera degli Stati Uniti - Rolling Stone 500 migliori album di tutti i tempi
107
Top 100 Albums[B]
25
The 500 Best Albums of All Time[B]
53
Bandiera degli Stati Uniti - Radio WXPN The 100 Most Progressive Albums
82
Bandiera della Germania - Spex The 100 Albums of the Century
45
Bandiera del Regno Unito - Time Out The 100 Best Albums of All Time
54
Bandiera degli Stati Uniti - VH1 All Time Album Top 100
47
Bandiera del Regno Unito - Virgin Records All-Time Top 100 Albums
81
All-Time Top 1000 Albums
23
Bandiera dei Paesi Bassi - VPRO Top 100 Nieuwe Revu
95
Note
  • A ^ Edizione inglese
  • B ^ Edizione tedesca

Copertina

David Bowie si rivolse al fotografo Brian Ward per l'immagine da utilizzare per la copertina di Hunky Dory. «Feci molti esperimenti sulle immagini con Brian in quel periodo», ricordò in seguito il cantante. Fra le soluzioni vagliate ce n'era una in stile "faraone egizio", un'idea che Bowie aveva già espresso ad aprile nella sua intervista a Rolling Stone («Ha in mente di apparire sul palco agghindato un po' come Cleopatra», aveva scritto John Mendelsohn).[35] Era oltretutto un'idea d'attualità dato che alla fine del 1971, per alcune settimane la Gran Bretagna fu affetta da "Egittomania" per l'imminente mostra su Tutankhamon al British Museum.[36] Nessuna delle foto, nelle quali il cantante aveva posato sia come sfinge sia nella posizione del loto, apparve in copertina. «Non ci convinceva più», commentò in seguito lo stesso Bowie, «probabilmente fu una buona idea». Una di esse appare nella confezione della ristampa di Space Oddity del 1990.[37]

La scelta cadde infine su un'immagine più semplice che rispecchiava i riferimenti al grande schermo contenuti in abbondanza nell'album: un primo piano di Bowie con lo sguardo sognante e malinconico perso nel vuoto e i lunghi capelli biondi raccolti tra le mani. La fotografia fu ricolorata dal suo vecchio amico George Underwood, per suggerire l'idea di un manifesto dipinto a mano dei tempi del muto e, allo stesso tempo, il famoso Marilyn Diptych di Andy Warhol. In un periodo in cui molte copertine di album collocavano gli artisti come figure minuscole su uno sfondo post-psichedelico, David Bowie scelse apertamente (e con una certa ironia) di enfatizzare la sua icona di star.

Tra le edizioni dell'album uscite nei vari Paesi esistono differenze riguardanti il carattere e il colore del titolo, ad esempio, giallo in Australia, nero in Canada e bianco in Germania. In Spagna, dove Hunky Dory venne pubblicato con il sottotitolo A Pedir de Boca, la copertina riportava immagini diverse sul retro, di colore blu e con i titoli dei brani stampati con caratteri tipografici anziché scritti a mano.[38] In Nuova Zelanda, la RCA non riuscì a inviare in tempo il materiale per il "fronte" di copertina, così la divisione neozelandese della casa discografica decise semplicemente di usare il retro su entrambi i lati.[38]

Tracce

Le tracce, tranne dove indicato, sono scritte da David Bowie.

  1. Changes - 3:37
  2. Oh! You Pretty Things - 3:12
  3. Eight Line Poem - 2:55
  4. Life on Mars? - 3:53
  5. Kooks - 2:53
  6. Quicksand - 5:08
  7. Fill Your Heart (Rose/Williams) - 3:07
  8. Andy Warhol - 3:56
  9. Song for Bob Dylan - 4:12
  10. Queen Bitch - 3:18
  11. The Bewlay Brothers - 5:22

Tracce bonus della riedizione 1990

  1. Bombers - 2:38
  2. The Supermen (versione semiacustica registrata durante le sessioni di Ziggy Stardust) - 2:41
  3. Quicksand (demo acustico registrato nel 1971) - 4:43
  4. The Bewlay Brothers (versione mixata in maniera differente da quella dell'album) - 5:19

L'edizione rimasterizzata di Hunky Dory distribuita dalla Rykodisc nel 1990 contiene quattro tracce bonus tra cui l'inedita Bombers. La prima versione di questo brano, che parla di un esperimento nucleare che accidentalmente provoca una guerra di dimensioni planetarie, era un demo del 1971, poi apparso nel bootleg The Axeman Cometh, in cui Bowie cantava accompagnandosi al pianoforte. Successivamente furono effettuate due incisioni. La prima, prodotta da Ken Scott ed eseguita con gli stessi componenti che avrebbero partecipato alle sessioni di Hunky Dory, venne pubblicata come singolo promozionale negli Stati Uniti con una versione remixata di Eight Line Poem come lato B.[39] La seconda (la bonus track) venne completata subito dopo con l'intenzione di inserirla come brano d'apertura della seconda facciata al posto di Fill Your Heart. Anche se venne composta nello stesso periodo di alcuni dei suoi capolavori riconosciuti, questa frenetica satira hippy (definita dallo stesso Bowie «una specie di parodia di Neil Young») non risultò in linea con lo standard di altri brani a struttura più complessa e venne scartata all'ultimo momento.[40] Questa versione, un mix piuttosto metallico privo di bassi, è rintracciabile nel bootleg ChangesThreeDavidRobertJones ed era presente nell'album promozionale BOWPROMO 1A-1/1B-1 stampato in 500 copie nell'agosto 1971, dove sfumava fino a sovrapporsi con l'inizio di una versione alternativa di Andy Warhol.[41] Seppure esclusa da Hunky Dory, Bombers fu tenuta in considerazione per un eventuale uso futuro ma non venne inserita nel materiale per Ziggy Stardust. Venne eseguita dal vivo durante la sessione BBC trasmessa il 20 giugno 1971, performance rintracciabile in Bowie at the Beeb. Le altre tracce bonus sono il demo acustico di Quicksand del 1971, una registrazione mixata in maniera differente di The Bewlay Brothers e una nuova versione di The Supermen incisa ai Trident nel 1971 durante le sessioni di Ziggy Stardust e riarrangiata con strofe acustiche alternate ai ritornelli di Mick Ronson. Questa versione venne inclusa nel 1972 nella raccolta Glastonbury Fayre.[40]

Formazione

Descrizione dei brani

Changes

Lo stesso argomento in dettaglio: Changes (David Bowie) e Changes.

Oh! You Pretty Things

Lo stesso argomento in dettaglio: Oh! You Pretty Things.

Eight Line Poem

Si tratta di uno dei brani forse meno conosciuti di Hunky Dory, in cui la performance vocale di Bowie è accompagnata dal pianoforte di Rick Wakeman e da una linea di chitarra suonata da Mick Ronson che ricorda un lamento country & western. Il testo è quanto mai criptico, un'istantanea scattata in una camera di città nella quale un gatto ha appena sbattuto contro un telaio rotante mentre un cactus siede enigmaticamente alla finestra. Inserito nell'album tra brani certamente più ambiziosi, Eight Line Poem è una composizione tranquilla e misteriosa, dotata di una strana magnificenza. William Burroughs, futuro amico di Bowie, riteneva che il testo ricordasse The Waste Land di Thomas Stearns Eliot.[42] Ne apparve una seconda versione sul lato B del raro promo americano Bombers e anche nel sampler di Hunky Dory stampato lo stesso anno da Tony Defries. La canzone fu eseguita dal vivo una sola volta, durante una sessione alla BBC registrata il 21 settembre 1971.

Life on Mars?

Lo stesso argomento in dettaglio: Life on Mars?.

Kooks

«Kooks trova Dave che incoraggia il fanciullo a restare con i suoi, per quanto deviati e spudorati possano essere, con versi come: "Don't pick fights with the bullies or the cads/'Cause I'm not much cop at punching other people's dads" ("Non attaccar briga con i prepotenti e i mascalzoni/Perché non sono molto portato per fare a pugni con i papà degli altri").»

Duncan Zowie Haywood Jones nacque il 30 maggio 1971 e Bowie scrisse Kooks in quei giorni, abbastanza velocemente da eseguirla per la prima volta nella sessione BBC del 3 giugno, appena quattro giorni dopo. «Avevo appena ascoltato un album di Neil Young quando mi telefonarono per dirmi che mia moglie aveva dato alla luce un bambino la domenica mattina e allora decisi di dedicargli questo brano», annunciò David al pubblico presente in studio, precisando che il testo non era ancora definitivo. Questa e la successiva sessione del 21 settembre sarebbero state le uniche occasioni per sentirla dal vivo. Un demo realizzato in studio, nel quale Bowie si accompagna con la chitarra acustica e che contiene alcune piccole variazioni di testo, è apparso su alcuni bootleg.[44] La versione di Hunky Dory, notevolmente rafforzata dall'arrangiamento per archi di Mick Ronson e dalla tromba di Trevor Bolder, fu incisa ai Trident Studios verso luglio del 1971 mentre un mixaggio leggermente differente appariva sull'album promozionale in edizione limitata stampato in agosto. Kooks, che nelle note di copertina è dedicato al "Piccolo Z", è una sorta di affettuoso messaggio augurale di chi è appena diventato padre, un motivetto orecchiabile guidato da un piano vaudeville. Come suggerisce la stessa notazione di David, presenta alcune somiglianze con la produzione più leggera di Neil Young. «Il bambino era nato», dichiarò David all'epoca dell'uscita dell'album, «e somigliava a me e a Angie. La canzone nacque un po' come una cosa tipo "se rimani con noi diventerai uno svitato"».[45] Pur risultando leggera in mezzo a tracce come Quicksand e Life on Mars?, Kooks reca comunque tracce dell'ossessione, diffusa in Hunky Dory, di essere costretti a crearsi una vita immaginaria. Bowie invita infatti il figlio a «far parte della nostra storia di innamorati». Zowie fra l'altro veniva pronunciato come il nome femminile Zoe ed era inteso come una versione maschile della parola greca che significa vita (oltre che fare rima con l'esatta pronuncia di Bowie).

Quicksand

Lo stesso argomento in dettaglio: Quicksand (David Bowie).

Fill Your Heart

L'unica composizione che non porta la firma di Bowie è opera dei cantautori americani Biff Rose e Paul Williams. La versione originale del brano è contenuta nell'album The Thorn in Mrs. Rose's Side, inciso da Rose nel 1968, anche se Fill Your Heart era già stata pubblicata dal musicista Tiny Tim come lato B del singolo Tiptoe Through the Tulips.[46] Il brano, che rimpiazzò Bombers come brano di apertura della seconda facciata dell'album nelle ultime fasi di lavorazione, si colloca abbastanza facilmente accanto alla stravaganza post-hippy della precedente Kooks. Con il suo inno al pensiero positivo e con la suggestiva evocazione di draghi, richiama alla mente le prime composizioni di Bowie. Pur mancando della profondità letteraria e musicale che contraddistingue i brani migliori dell’album, fornisce un contrappunto all’angoscia di Quicksand e Changes coi suoi avvertimenti ammonitori: «don’t play the game of time» («non scherzare col tempo») e «forget your mind and you’ll be free» («dimentica la tua mente e sarai libero»). Il brano verrà probabilmente ricordato, comunque, soprattutto per il gradevole stacco di sax suonato da Bowie e per il virtuosismo di Rick Wakeman nel suo assolo di pianoforte. Il brano faceva parte del repertorio dal vivo di Bowie fin dal 1970, comprese le sessioni BBC del 5 febbraio 1970 e del 21 settembre 1971, anche se l'arrangiamento col pianoforte in evidenza che appare nell'album veniva sostituito da un accompagnamento di chitarra acustica.

Andy Warhol

Lo stesso argomento in dettaglio: Andy Warhol (brano musicale).

Song for Bob Dylan

«Ecco come alcuni vedono Bob Dylan», fu il commento di Bowie a questo brano folk non molto considerato all'epoca dell'uscita di Hunky Dory. Il titolo è una parodia di Song to Woody, un omaggio dedicato nel 1962 da Bob Dylan al suo idolo Woody Guthrie, ma l'omaggio di Bowie diventa un'arringa piuttosto che un elogio. Il testo, indirizzato direttamente a Robert Zimmerman (mettendo in luce la crescente preoccupazione di David per i livelli di identità), lascia intendere che sia il folk rocker radicale di un tempo a implorare il suo "buon amico Dylan" a tornare alle radici del suo modo di comporre canzoni e a venire in soccorso di coloro che hanno perso la fede:

(EN)

«Ask your good friend Dylan
if he'd gaze a while down the old street»

(IT)

«Chiedi al tuo caro amico Dylan
se rimarrebbe a fissare un po' la vecchia strada»

(EN)

«Tell him we've lost his poems
so they're writing on the walls»

(IT)

«Digli che abbiamo perso le sue poesie
così ora le scrivono sui muri»

In un certo senso sembra anche che Bowie rivendichi il proprio diritto sul territorio di Dylan: nel 1976 dichiarò infatti a Melody Maker che la canzone «spiegava quello che volevo fare col rock. Era in quel periodo che dissi "Ok, se non vuoi farlo tu, lo faccio io". Intravedevo un vuoto di leadership». Song for Bob Dylan sembra essere allo stesso tempo un tributo e una reprimenda e richiama, due anni dopo, i brani di protesta contenuti in Space Oddity. Fu eseguita per la prima volta durante la sessione BBC registrata il 3 giugno 1971 con la voce solista di George Underwood, ex compagno di scuola di Bowie e un tempo membro dei King Bees (Bowie ha detto di averla scritta proprio per Underwood, che era un patito di Bob Dylan)[47]. Come la sconnessa introduzione di David non contribuisce certamente a chiarire, in quella fase la canzone era intitolata Song for Bob Dylan - Here She Comes. Il brano fu eseguito spesso nei primi concerti dello Ziggy Stardust Tour, prima di scomparire del tutto a metà del 1972.

Queen Bitch

Lo stesso argomento in dettaglio: Queen Bitch.

The Bewlay Brothers

Lo stesso argomento in dettaglio: The Bewlay Brothers.

«The Bewlay Brothers suona come qualcosa lasciato fuori da The Man Who Sold the World solo perché non era abbastanza "rumorosa".»

Sono molti i significati che nel corso del tempo i cronisti di Bowie hanno creduto di individuare in quella che rappresenta una delle sue più misteriose e inquietante incisioni. Una delle interpretazioni più accreditate era quella che vedeva il testo come un resoconto dei rapporti tra David e il fratellastro Terry Burns (malato di schizofrenia e già da allora soggetto a cure psichiatriche) che morirà suicida nel 1985 e al quale sarà dedicata anche Jump They Say del 1993. Proprio nell'estate del 1993, in un'intervista per la rivista Les Inrockuptibles, David Bowie ha confermato questa interpretazione: «Avevo scritto per lui una canzone su Hunky Dory, The Bewlay Brothers».[49] Secondo questa visione, la canzone affronterebbe la paura della pazzia congenita che, come Bowie aveva ammesso, era stata un fattore determinante nelle sue prime opere. Nel 2000, nel corso del documentario di BBC Radio 2 Golden Years, il cantante la descriveva come «un altro pezzo vagamente aneddotico sulle mie sensazioni riguardo ai rapporti tra me e mio fratello, o il mio altro doppelgänger. Non ho mai avuto una visione chiara di quale posizione abbia realmente occupato Terry nella mia vita, se fosse una persona reale o se io facessi riferimento a un'altra parte di me. Penso che The Bewlay Brothers riguardasse proprio questo».

Ciò nonostante, i versi oscuri di The Bewlay Brothers hanno inevitabilmente generato altre interpretazioni nel corso del tempo. La presenza dello slang del ghetto omosessuale del Greenwich Village, presente già in Queen Bitch, ha forse influenzato coloro che hanno visto il brano come una sorta di manifesto gay, in particolare il cantautore Tom Robinson: «In quel momento Bowie ha legittimato le nostre esistenze».[50] Un'altra possibile spiegazione di The Bewlay Brothers è stata fornita in Living on the Brink da George Tremlett, secondo il quale la canzone sarebbe il resoconto dell'esito di una seduta spiritica sostenuta da David e Terry «ai tempi in cui l'incipiente malattia mentale di Terry cominciava a manifestarsi chiaramente». Altri cronisti sono andati più in là, tanto da sovrapporre la figura di Terry alla chiave di lettura gay suggerendo che il brano possa essere il risultato di una fantasia riguardante un atto sessuale tra David e il fratellastro. La strofa "I was stone and he was wax, so he could scream and still relax" ("io ero pietra e lui cera, così poteva urlare e allo stesso tempo rilassarsi") potrebbe essere, come hanno sostenuto Peter e Leni Gillman nel loro David Robert Jones Alias David Bowie, «il resoconto preciso di un soddisfacente rapporto omosessuale».

Anche il titolo della canzone è stato a lungo oggetto di dibattito. Charles Shaar Murray e Roy Carr suggeriscono in An Illustrated Record che l'ermetico Bewlay Brothers possa essere un riferimento alle divinità della mitologia classica, ma la realtà è più prosaica come ha confermato lo stesso Bowie nei commenti all'interno della compilation iSelect, «L’unica pipa che ho mai fumato è stata un’economica Bewlay. Era un oggetto comune verso la fine degli anni ’60 e per questo brano ho voluto utilizzare il cognome Bewlay al posto del mio».[51] In ogni caso si tratta di un nome che Bowie ha conservato nella memoria dal momento che alla fine degli anni settanta ha chiamato la sua casa di produzione "Bewlay Bros. Music" e i crediti di produzione riportati sulla copertina dell'album Lust for Life di Iggy Pop sono attribuiti a "Bewlay Bros.", inteso in questo caso come un'aggregazione di Bowie, Iggy e il produttore-ingegnere del suono Colin Thurston.

Sotto l'aspetto strumentale si tratta di una ballata folk psichedelica dalla struttura circolare e claustrofobica, trascinata dalle chitarre acustiche, pochi accordi per un'interpretazione sentita e malinconica. A ciò va aggiunta la costruzione di effetti sonori e voci di demoni, come nella lenta e sinistra dissolvenza da cartoni animati che ridacchiano "please come away..." ("per favore allontanatevi..."), paragonata dai critici Roy Carr e Charles Shaar Murray del New Musical Express all'effetto di The Laughing Gnome, ma "in una forma molto più sinistra". Dal punto di vista vocale, l'intonazione alla Bob Dylan presente anche in altri brani di Hunky Dory è spinta qui alle estreme conseguenze fino a raggiungere un incrocio tra il riconoscibile "marchio di fabbrica" vocale di Bowie e il caratteristico tono rauco del cantautore statunitense. Inoltre, come scrisse Michael Watts il 22 gennaio 1972 su Melody Maker, nel brano ricorre un accento cockney molto spiccato («...dice di averlo preso da Tony Newley...»).

Il brano non è mai stato eseguito dal vivo se non per Live and Exclusive, programma di BBC Radio 2, il 18 settembre 2002.[52]

Riedizioni e raccolte

Molte delle tracce dell'album si trovano in Bowie at the Beeb, nelle versioni eseguite in occasione di alcune sessioni BBC: Kooks (20 giugno 1971), Eight Line Poem (4 ottobre 1971), Queen Bitch (7 febbraio 1972), Oh! You Pretty Things, Changes (entrambre dalla sessione registrata il 22 maggio 1972, in cui la seconda non venne mandata in onda) e Andy Warhol (19 giugno 1972). Dal momento che la maggior parte delle sessioni BBC si tenne tra il 1970 e il 1972, non sorprende che le tracce di Hunky Dory siano state eseguite molto spesso nelle varie occasioni. Oltre a quelle citate, da ricordare le versioni di Andy Warhol e Song for Bob Dylan eseguite nella sessione trasmessa il 20 giugno 1971 nelle versioni cantate, rispettivamente, da Dana Gillespie e George Underwood. Andy Warhol e Quicksand vennero proposte anche nello special ChangesNowBowie trasmesso l'8 gennaio 1997.

Oh! You Pretty Things si trova nella riedizione del 2005 di Ziggy Stardust - The Motion Picture (versione registrata all'Hammersmith Odeon di Londra il 3 luglio 1973) e nelle raccolte ChangesTwoBowie (1981), The Singles Collection (1993) e The Best of David Bowie 1969/1974 (1997). Nel novembre 1971, Eight Line Poem è stata il lato B di Bombers, singolo promozionale uscito negli Stati Uniti.[39] The Bewlay Brothers si trova in Sound+Vision (1989) e iSelect (2008).

Nel bootleg Under the Table ci sono il medley Oh! You Pretty Things/Eight Line Poem e Kooks, entrambe registrate allo Smith's Old Bar di Atlanta l'8 aprile 1997 in occasione dello show per il terzo anniversario della stazione americana 99X Radio. Versioni particolari di Oh! You Pretty Things si trovano anche in altri due bootleg: Ziggy TV (dal programma The Old Grey Whistle Test, 8 febbraio 1972) e Aylesbury Friars Club 1971. Song for Bob Dylan, che non è stata mai inserita in alcuna raccolta ufficiale, si trova invece in versione live in Aylesbury Friars Club 1971 e A Crash Course for the Ravers (esibizione al Russell Harty Show del 17 gennaio 1973). È stata inoltre pubblicata come picture disc all'interno della serie della RCA Life Time.

Cover

Eight Line Poem e Song for Bob Dylan non sono mai state eseguite da altri artisti.

  • The Bewlay Brothers: i Replicants, in Replicants del 1995
    - Des de Moor e Russell Churney, in Darkness and Disgrace del 2003
    - John Howard, come singolo nel 2007

Note

  1. ^ Ristampe, su illustrated-db-discography.nl. URL consultato il 19 luglio 2010.
  2. ^ Stephen Thomas Erlewine, su allmusic.com. URL consultato il 19 luglio 2010.
  3. ^ The Guinness Top 10 of Everything, su teenagewildlife.com. URL consultato il 13 ottobre 2010.
  4. ^ David Bowie, su teenagewildlife.com. URL consultato l'8 maggio 2010.
  5. ^ a b c d e f g h i Recensioni, su davidbowie.com. URL consultato l'11 luglio 2010.
  6. ^ New York Times, su superseventies.com. URL consultato il 9 dicembre 2010.
  7. ^ Words & Music, su bowiewonderworld.com. URL consultato il 25 ottobre 2010.
  8. ^ Bob Grace, su xoomer.virgilio.it. URL consultato il 10 luglio 2010.
  9. ^ Mick Ronson, su mickronson.com. URL consultato il 29 maggio 2010.
  10. ^ a b Recensioni, su xoomer.virgilio.it. URL consultato il 10 luglio 2010. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "xoomer2" è stato definito più volte con contenuti diversi
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  12. ^ a b c d e Hunky Dory in classifica, su chartstats.com. URL consultato il 25 gennaio 2010.
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  14. ^ Hunky Dory in classifica, su chartstats.com. URL consultato il 25 gennaio 2010.
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  17. ^ a b c d e f Classifiche, su acclaimedmusic.net. URL consultato l'11 novembre 2010. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "acclaimed" è stato definito più volte con contenuti diversi
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Bibliografia

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Voci correlate

Collegamenti esterni

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