Let's Spend the Night Together (David Bowie)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Let's Spend the Night Together
singolo discografico
ArtistaDavid Bowie
Pubblicazioneluglio 1973
Durata6:43
Album di provenienzaAladdin Sane
GenereGlam rock
Hard rock
EtichettaRCA Records
ProduttoreDavid Bowie, Ken Scott
ArrangiamentiDavid Bowie, Mick Ronson
RegistrazioneRCA Studios, New York, dicembre 1972
Formati7"
David Bowie - cronologia
Singolo precedente
(1973)
Singolo successivo
(1973)

Let's Spend the Night Together è un singolo del cantante britannico David Bowie, pubblicato nel luglio 1973 ed estratto dall'album Aladdin Sane.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

David Bowie registrò una cover di Let's Spend the Night Together negli studi della RCA di New York nel dicembre 1972, durante le sessioni di Aladdin Sane. Il brano venne inserito nell'album come ottava traccia e pubblicato su 45 giri nel giugno 1973 negli Stati Uniti, in alcuni Paesi europei, Brasile, Giappone e Nuova Zelanda, mentre non uscì nel Regno Unito.[1] Nei Paesi Bassi raggiunse il 19º posto in classifica.[2]

Roy Carr e Charles Shaar Murray di NME hanno descritto la cover come «l'impresa senza precedenti di battere gli Stones su una delle loro canzoni»,[3] mentre il biografo Nicholas Pegg l'ha definita «più veloce e più eccitante di quella originale», con il pianoforte di Mike Garson che aggiunge profondità alla chitarra di Mick Ronson e gli effetti di sintetizzatore a darle una "futuristica lucentezza".[4]

Tuttavia sono stati dati anche giudizi negativi, come quello del critico Stephen Thomas Erlewine di AllMusic che parla di "incompetenza" in riferimento agli arrangiamenti e alla performance di Bowie.[5] Oltretutto, la studiata ambiguità sessuale che David "professava" all'epoca della sua uscita portò i commenti di alcuni recensori proprio su questo piano.[4] Ben Gerson di Rolling Stone parlò di «uno dei richiami più ostentatamente eterosessuali del rock trasformato in inno bisessuale» e di «un mezzo per raggiungere un revisionismo finale», lamentando inoltre un'interpretazione «troppo caricata, affettatamente mascolina, fragile e insoddisfacente».[6]

Probabilmente però la versione di David Bowie non era stata concepita semplicemente come un omaggio ai Rolling Stones ma come un'estensione di Ziggy Stardust, un adattamento glam che con il testo aggiunto alla fine del brano suggerisce l'unione fisica di due ragazzi come un atto di sfida nei confronti dei loro genitori.[7]

(EN)

«They said we were too young
Our kind of love was no fun
But our love comes from above
Let's make love»

(IT)

«Dicevano che eravamo troppo giovani
Che il nostro tipo di amore non era divertente
Ma il nostro amore viene dall'alto
Facciamo l'amore»

Dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Il debutto live di Let's Spend the Night Together avvenne il 5 gennaio 1973 al Green's Playhouse di Glasgow, alla fine dello Ziggy Stardust Tour,[8] e il brano rimase in scaletta durante l'Aladdin Sane Tour prima di sparire definitivamente dai concerti di Bowie.

Pubblicazioni successive[modifica | modifica wikitesto]

La cover si trova nelle raccolte Best Deluxe (uscita in Giappone nel 1973), The Best of David Bowie 1969/1974 (1997), nell'album live Ziggy Stardust - The Motion Picture (1983) e nel film concerto Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1984).

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

7"
  1. Let's Spend the Night Together – 3:01 (Mick Jagger, Keith Richards)
  2. Lady Grinning Soul – 3:42 (David Bowie)

Durata totale: 6:43

7"
  1. Let's Spend the Night Together (Mono) – 3:01 (Mick Jagger, Keith Richards)
  2. Let's Spend The Night Together (Stereo) – 3:01 (Mick Jagger, Keith Richards)

Durata totale: 6:02

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Let's Spend the Night Together, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 22 agosto 2016.
  2. ^ Single Top 100, su dutchcharts.nl, www.dutchcharts.nl. URL consultato il 22 agosto 2016.
  3. ^ Carr e Shaar Murray (1981), p. 55.
  4. ^ a b Pegg (2002), p. 119.
  5. ^ Aladdin Sane - AllMusic Review by Stephen Thomas Erlewine, su allmusic.com, www.allmusic.com. URL consultato il 22 agosto 2016.
  6. ^ David Bowie: Aladdin Sane, by Ben Gerson, su rollingstone.com, www.rollingstone.com. URL consultato il 22 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2021).
  7. ^ Perone (2007), p. 36.
  8. ^ Pegg (2002), p. 401.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Musica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica