Diamond Dogs Tour

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Diamond Dogs Tour
David Bowie durante il concerto a Charlotte (Carolina del Nord) del 5 luglio 1974
Tour di David Bowie
AlbumDiamond Dogs
David Live
Young Americans
InizioMontréal
14 giugno 1974
FineAtlanta
1º dicembre 1974
Tappe44
Spettacoli73
Cronologia dei tour di David Bowie
Aladdin Sane Tour Isolar – 1976 Tour

Il Diamond Dogs Tour fu la tournée nordamericana di David Bowie per promuovere l'album Diamond Dogs e garantì al musicista una grande popolarità negli Stati Uniti.[1] Ebbe inizio nel giugno del 1974 e si concluse il successivo 1º dicembre. A partire dalle date di ottobre prese il nome The Soul Tour o The Philly Dogs Tour[2] e nella nuova scaletta furono inclusi brani del successivo album Young Americans.

Il tour non fu replicato in Europa e vide frequenti cambi nella produzione, nella scenografia e tra i musicisti che accompagnarono Bowie. Dai concerti tenuti in luglio a Upper Darby, sobborgo di Filadelfia, furono estratti i brani dell'album David Live,[3] pubblicato l'ottobre successivo.

Organizzazione del tour[modifica | modifica wikitesto]

Defries con Bowie nei primi anni settanta

Furono necessari due mesi per preparare le imponenti scenografie, che costarono 275.000 dollari, una cifra altissima per quel tempo.[4] Le sessioni musicali di prova durarono due settimane e Bowie registrò degli spot pubblicitari che furono trasmessi sulle radio e TV locali nei giorni che precedettero il concerto in ognuna delle tappe del tour.[5]

Iniziato il 14 giugno 1974 a Montréal, fu pubblicizzato sui media da Tony DeFries, manager di Bowie, con il nome "The Year of the Diamond Dogs". Al pari dell'album, nella prima parte del tour fu suonata principalmente musica rock. Fu interrotto in agosto per consentire l'incisione di Young Americans, il nuovo album con cui Bowie si impegnava nella musica soul. Il tour riprese in settembre con alcuni nuovi musicisti nella formazione ed il suono orientato verso la musica nera. In particolare vi era una nuova sezione ritmica formata da Carlos Alomar alla chitarra, Doug Rauch al basso e Greg Errico alla batteria, e nuovi coristi tra i quali il giovane Luther Vandross.

A settembre vi fu una nuova pausa, alcune date furono cancellate e i concerti ripresero ai primi di ottobre con nuovi musicisti che accentuarono l'impronta soul di questa ultima parte del tour. Tra questi vi fu il batterista Dennis Davis, che avrebbe continuato a collaborare con Bowie per il resto degli anni settanta. Quest'ultima parte della tournée fu ribattezzata "The Soul Tour"[4] o "The Philly Dogs Tour", dove Philly sta per Philadelphia, la città famosa per il Philly soul nella quale era stato registrato Young Americans.[1] Le stesse canzoni rock di Diamond Dogs furono spesso suonate durante il tour con evidenti influssi soul.[3]

Malgrado il grande successo di pubblico, il Diamond Dogs Tour sollevò alcune critiche. Tra queste vi fu l'eccessiva meticolosità con cui fu progettato, in stile americano, che gli conferiva freddezza a discapito della naturalezza e dell'imprevedibilità che avevano caratterizzato i precedenti tour. Vi furono anche alcuni appassionati delle vecchie canzoni di Hunky Dory e Aladdin Sane che ne criticarono le versioni soul suonate nella seconda e terza parte del tour.[1]

Scenografia[modifica | modifica wikitesto]

Il palco rappresentava un'ipotetica Hunger City (città della fame),[5] in cui spiccavano le sagome di quattro grattacieli e diverse passerelle mobili che potevano essere telecomandate in tutte le direzioni. Pesava 6 tonnellate ed altre parti mobili telecomandate erano i lampioni stradali e alcune sedie. Il materiale di scena, con diverse di queste avanzate tecnologie, fu pronto solo pochi giorni prima dell'inizio del tour e non fu collaudato a sufficienza. Diverse parti si ruppero, in particolare una passerella mobile cedette durante il primo concerto mentre Bowie ci camminava sopra.[5] La scenografia era in parte basata sui lavori del pittore tedesco George Grosz.[6]

Grazie a questo sorprendente materiale di scena, lo spettacolo divenne comunque uno dei più elaborati nella storia del rock and roll.[3] Tra gli accessori che fecero maggiore effetto vi fu un abitacolo in vetro dotato di molti specchi da cui Bowie cantò il brano Big Brother, e la mano gigante su cui era seduto quando apparve per interpretare Time.[4] Il concerto di Tampa si tenne senza molte di queste apparecchiature, dopo che il camion in cui erano trasportate era finito fuori strada.[4] La spettacolarità del tour fu garantita anche dalle esibizioni di diversi ballerini sul palco, con una coreografia che Bowie avrebbe in seguito definita fantastica.[7]

Già alterato da un eccessivo uso di cocaina, durante il tour Bowie fu scosso fortemente quando seppe che erano tutti a suo carico i forti debiti accumulati dalla MainMan, l'azienda di DeFries che gestiva la sua carriera.[1] Dopo la pausa di settembre, i concerti ripresero ai primi di ottobre ed i costi furono contenuti con una scenografia molto più sobria.

David Live[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: David Live.

Il manager DeFries impose che venisse registrato un album live dai concerti tenuti in luglio a Philadelphia. Quando i musicisti lo vennero a sapere chiesero che venisse loro riconosciuto un premio in denaro, minacciando di non suonare. Grazie all'intercessione di Bowie, DeFries staccò un assegno di 5.000 dollari per ognuno di loro.[5]

Musicisti[modifica | modifica wikitesto]

Giugno–luglio
  • David Bowie – voce
  • Earl Slick – chitarra
  • Michael Kamen-oboe
  • Mike Garson – piano, mellotron, piano elettrico e sintetizzatori
  • David Sanborn – sassofono contralto, flauto
  • Richard Grando – sassofono baritono, flauto
  • Herbie Flowers – basso
  • Tony Newman – batteria
  • Pablo Rosario – percussioni
  • Gui Andrisano – cori
  • Warren Peace – cori
Settembre
  • David Bowie – voce
  • Earl Slick – chitarra solista
  • Carlos Alomar – chitarra ritmica
  • Mike Garson – piano, mellotron
  • David Sanborn – sassofono contralto, flauto
  • Richard Grando – sassofono baritono, flauto
  • Doug Rauch – basso
  • Greg Errico – batteria
  • Pablo Rosario – percussioni
  • Gui Andrisano – cori
  • Warren Peace – cori
  • Ava Cherry – cori
  • Robin Clark – cori
  • Anthony Hinton – cori
  • Diane Sumler – cori
  • Luther Vandross – cori

"The Soul/Philly Dogs Tour"

Ottobre-dicembre
  • David Bowie – voce
  • Earl Slick – chitarra solista
  • Carlos Alomar – chitarra ritmica
  • Mike Garson – piano, mellotron
  • David Sanborn – sassofono contralto, flauto
  • Willie Weeks- basso
  • Dennis Davis – batteria
  • Pablo Rosario – percussioni
  • Warren Peace – cori
  • Ava Cherry – cori
  • Robin Clark – cori
  • Anthony Hinton – cori
  • Diane Sumler – cori
  • Luther Vandross – cori

Date[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 16 giugno a Toronto si tennero due concerti
Data Città Paese Struttura
Nord America (prima parte)
14 giugno 1974 Montréal Canada Montreal Forum
15 giugno 1974 Ottawa Ottawa Civic Centre
16 giugno 1974 Toronto O'Keefe Centre
17 giugno 1974 Rochester Stati Uniti d'America Rochester Community War Memorial
18 giugno 1974 Cleveland Public Auditorium
19 giugno 1974
20 giugno 1974 Toledo Toledo Sports Arena
22 giugno 1974 Detroit Cobo Hall
23 giugno 1974
24 giugno 1974 Trotwood Hara Arena
26 giugno 1974 Pittsburgh Syria Mosque
27 giugno 1974
28 giugno 1974 Charleston Charleston Civic Center
29 giugno 1974 Nashville Nashville Municipal Auditorium
30 giugno 1974 Memphis Mid-South Coliseum
1 luglio 1974 Atlanta Fox Theatre
2 luglio 1974 Tampa Curtis Hixon Hall
3 luglio 1974 Casselberry Seminole Turf Club
5 luglio 1974 Charlotte Park Center
6 luglio 1974 Greensboro Coliseum
7 luglio 1974 Norfolk Norfolk Scope
8 luglio 1974 Upper Darby Tower Theater
9 luglio 1974
10 luglio 1974
11 luglio 1974
12 luglio 1974
13 luglio 1974
14 luglio 1974 New Haven Coliseum
16 luglio 1974 Boston [Music Hall
19 luglio 1974 New York Madison Square Garden
20 luglio 1974
Nord America (seconda parte)
2 settembre 1974 Los Angeles Stati Uniti d'America Universal Amphitheatre
3 settembre 1974
4 settembre 1974
5 settembre 1974
6 settembre 1974
7 settembre 1974
8 settembre 1974
11 settembre 1974 San Diego San Diego Sports Arena
13 settembre 1974 Tucson Convention Center
14 settembre 1974 Phoenix Arizona Veterans Memorial Coliseum
15 settembre 1974 Anaheim Anaheim Convention Center
16 settembre 1974
Nord America (terza parte)
5 ottobre 1974 Saint Paul Stati Uniti d'America Saint Paul Civic Center
8 ottobre 1974 Indianapolis Indiana Convention Center
11 ottobre 1974 Madison Dane County Coliseum
13 ottobre 1974 Milwaukee MECCA Arena
15 ottobre 1974 Detroit Michigan Palace Theater
16 ottobre 1974
17 ottobre 1974
19 ottobre 1974
20 ottobre 1974
22 ottobre 1974 Chicago Arie Crown Theater
23 ottobre 1974
28 ottobre 1974 New York Radio City Music Hall
29 ottobre 1974
30 ottobre 1974
31 ottobre 1974
1 novembre 1974
2 novembre 1974
3 novembre 1974
6 novembre 1974 Cleveland Public Auditorium
8 novembre 1974 Buffalo War Memorial Stadium
11 novembre 1974 Landover Capital Centre
14 novembre 1974 Boston Music Hall
15 novembre 1974
16 novembre 1974
18 novembre 1974 Filadelfia The Spectrum
19 novembre 1974 Pittsburgh Civic Arena
25 novembre 1974 Filadelfia The Spectrum
28 novembre 1974 Memphis Mid-South Coliseum
30 novembre 1974 Nashville Nashville Municipal Auditorium
1 dicembre 1974 Atlanta Omni Coliseum

Repertorio[modifica | modifica wikitesto]

Notes[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Christopher Sandford, Bowie: Loving The Alien, Da Capo Press, 2009, pp. 126-130, ISBN 0-7867-5096-0. URL consultato il 4 giugno 2016.
  2. ^ (EN) 1974, su bowiegoldenyears.com. URL consultato il 25 giugno 2016.
  3. ^ a b c (EN) The Story of David Bowie’s ‘Diamond Dogs’ Tour, su ultimateclassicrock.com. URL consultato il 25 giugno 2016.
  4. ^ a b c d (EN) Kamp, Thomas, David Bowie: The Wild-Eyed Boy 1964–1984, O'Sullivan, Woodside & Co., 1985.
  5. ^ a b c d (EN) Edwards, Henry e Zanetta, Tony, Stardust: The David Bowie Story, 1986, ISBN 0-07-072797-X.
  6. ^ (EN) Take a Peek at David Bowie's Idiosyncratic Art Collection, su news.artnet.com.
  7. ^ (EN) Morse, Steve, David Bowie (Cover Story), in In Fashion magazine, vol. 3, luglio-agosto 1987, pp. 151-153.

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