Telling Lies

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Telling Lies
singolo discografico
ArtistaDavid Bowie
Pubblicazione4 novembre 1996
Durata4:49 (Album version)
5:07 (Single version)
Album di provenienzaEarthling
Dischi1
GenereDrum and bass[1]
EtichettaParlophone
David Bowie - cronologia
Singolo precedente
(1996)
Singolo successivo
(1997)

Telling Lies è un brano musicale di David Bowie, da lui composto nel 1996 e pubblicato come singolo estratto dal suo album Earthling del 1997.

Il brano[modifica | modifica wikitesto]

A partire dall'11 settembre 1996, sul sito internet davidbowie.com furono postate tre versioni di Telling Lies, una alla settimana, diventando così il primo singolo pubblicato solo in forma digitale da un artista mainstream.[2] Circa 300,000 persone scaricarono il brano. Due mesi dopo, il brano venne pubblicato anche su CD dalla BMG.

Bowie lanciò il singolo con una chat online, dove lui ed altre due persone che pretendevano di essere Bowie stesso rispondevano alle varie domande degli utenti (Bowie diceva la verità, mentre gli altri due stavano "raccontando bugie", telling lies). Durante la chat venne chiesto agli utenti di votare per indicare chi fosse il vero David Bowie. Per la cronaca, il "vero" Bowie si classificò al terzo posto.[3]

Nessun videoclip musicale venne prodotto per promuovere il singolo.

Tracce singolo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Telling Lies (Feelgood mix by Mark Plati) – 5:07
  2. Telling Lies (Paradox mix by A Guy Called Gerald) – 5:10
  3. Telling Lies (Adam F mix) – 3:58

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Esecuzioni dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti in altri media[modifica | modifica wikitesto]

  • La canzone è stata usata come titolo per il libro Telling Lies, l'altra discografia di David Bowie del musicologo Mauro Luppi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piero Scaruffi, David Bowie, su scaruffi.com. URL consultato il 3 giugno 2022.
  2. ^ Bowie's new single debuts on Net only, in The Herald, 13 settembre 1996, pp. 7B.
  3. ^ Robert Levine, Cyberspace Oddity, in The Web magazine, vol. 1, n. 3, febbraio-marzo 1997, pp. 30–33.
  4. ^ Discogs - Zachary Alford - (profile & discography)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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