The Bewlay Brothers

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The Bewlay Brothers
ArtistaDavid Bowie
Autore/iDavid Bowie
Genere[2]Folk psichedelico
Edito daKen Scott, David Bowie
Pubblicazione originale
IncisioneHunky Dory
Data17 dicembre 1971[1]
EtichettaRCA Records
Durata5:27
(EN)

«I was stone and he was wax
So he could scream and still relax, unbelievable
And we frightened the small children away»

(IT)

«Io ero pietra e lui era cera
Così poteva gridare e nonostante ciò rilassarsi, incredibile
E facevamo scappare i bambini spaventati»

The Bewlay Brothers è un brano musicale scritto dall'artista inglese David Bowie, ultima traccia dell'album Hunky Dory del 1971.

Nonostante i molti significati individuati in quella che è stata definita "una delle più dense e impenetrabili incisioni di Bowie",[3] l'interpretazione più accreditata è quella che vede in The Bewlay Brothers un resoconto del rapporto con il fratellastro Terry Burns. Affetto da schizofrenia, Terry aveva esercitato una forte influenza su David durante la sua infanzia e la sua figura era già stata d'ispirazione per l'album The Man Who Sold the World.[4]

«The Bewlay Brothers suona come qualcosa lasciato fuori da The Man Who Sold the World solo perché non era abbastanza "rumorosa".»

The Bewlay Brothers è una collezione di immagini disparate che all'inizio degli anni settanta riflettevano probabilmente la complessità dello stato psicologico, religioso e sessuale di David Bowie.[6] Più che in ogni altra traccia di Hunky Dory il testo si è prestato a numerose interpretazioni, in parte a causa della sua natura impressionistica e anche per il fatto di apparire come un ordinato flusso di coscienza.[6]

Oltretutto Bowie è sempre stato piuttosto evasivo riguardo al significato del brano, che una volta ha definito come "Star Trek in giacca di pelle",[8] confessando di averlo scritto in modo impulsivo e di non sapere lui stesso come interpretarlo se non suggerendo che ci sono "strati di fantasmi al suo interno": «Ricordo a malapena le circostanze della registrazione. Ricordo che era tardi, ero da solo con il produttore Ken Scott, gli altri musicisti se n'erano andati».[7][8] Scott ha rivelato in seguito che il cantante gli disse: «Non capirai le parole. L'ho scritta per il mercato americano. A loro piace leggere così tanto dentro qualsiasi cosa gli dai».[9]

Quanto affermato dal cantante nel 2000 durante lo special radiofonico della BBC Golden Years ha comunque avvalorato l'interpretazione più accreditata che vede in The Bewlay Brothers un resoconto dei rapporti tra il cantante e il fratellastro Terry Burns, affetto da schizofrenia e già da allora soggetto a cure psichiatriche: «Non ho mai avuto una visione chiara di quale posizione abbia realmente occupato Terry nella mia vita, se fosse una persona reale o se io facessi riferimento a un'altra parte di me. Penso che The Bewlay Brothers riguardasse proprio questo».[4][10]

(EN)

«Oh, and we were gone, Kings of Oblivion
We were so turned on in the Mind-Warp Pavilion»

(IT)

«Oh, e ce n'eravamo andati, Sovrani dell'Oblio
Eravamo così eccitati nel Padiglione Distorsioni Mentali»

David affronterebbe quindi la paura della pazzia congenita che, come lui stesso aveva ammesso, era stata un fattore determinante già in brani come All the Madmen o The Width of a Circle, e anche qui la schizofrenia e gli improvvisi attacchi epilettici di Terry sembrano essere evocati in alcuni passaggi:[10]

(EN)

«Now my brother lays upon the rocks
He could be dead, he could be not, he could be you
He's Chameleon, Comedian, Corinthian and Caricature»

(IT)

«Ora mio fratello giace sulle rocce
Potrebbe essere morto, potrebbe non esserlo, potrebbe essere te
Lui è Camaleonte, Attore, Libertino e Caricatura»

Ciò nonostante, i versi oscuri della canzone hanno suggerito altri significati. La presenza dello slang omosessuale del Greenwich Village, già presente in Queen Bitch, ha forse influenzato coloro che hanno visto il brano come una sorta di manifesto gay, in particolare il cantautore Tom Robinson che ha dichiarato: «In quel momento Bowie ha legittimato le nostre esistenze».[10][11]

Un'altra possibile interpretazione è stata fornita dallo scrittore George Tremlett, secondo il quale la canzone descriverebbe l'esito di una seduta spiritica sostenuta da David e Terry, mentre altri hanno addirittura sovrapposto la figura del fratellastro alla chiave di lettura gay, suggerendo che il brano possa essere il risultato di una fantasia riguardante un atto sessuale incestuoso.[10]

Sotto l'aspetto strumentale si tratta di una ballata folk psichedelica dalla struttura circolare e claustrofobica, trascinata da un intro cupo di chitarra acustica e pianoforte distorto che procede attraverso tre lunghi versi, fino alla bizzarra coda fatta di effetti sonori e grottesche voci accelerate che termina nella dissolvenza "Please come away..." ("Per favore venite via..."), paragonata dai critici di New Musical Express Roy Carr e Charles Shaar Murray ad una forma molto più sinistra dell'effetto presente in The Laughing Gnome.[10]

The Bewlay Brothers dal vivo

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Il brano è stato eseguito in pubblico durante una sola occasione, il 2 ottobre 2002 all'Apollo Hammersmith di Londra, dove Bowie tenne il secondo concerto più lungo di sempre della sua carriera. L'unica altra volta in cui è stata suonata dal vivo è stata in occasione del programma radiofonico della BBC Live and Exclusive, registrato il 18 settembre 2002 e trasmesso il 5 ottobre, in cui David ha scherzato sul fatto che nel testo ci fossero "più parole che in Guerra e pace".[8]

Pubblicazioni

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The Bewlay Brothers si trova nel box set Sound + Vision del 1989 e nella raccolta ISelect del 2008. Un "alternate mix" è incluso come traccia bonus nella riedizione di Hunky Dory del 1990.

Tra gli artisti che hanno pubblicato cover di The Bewlay Brothers:

  • i Replicants nell'album eponimo del 1995
  • Des de Moor e Russell Churney in Darkness and Disgrace del 2003
  • John Howard come singolo nel 2007
  • le Sister Crayon in We Were So Turned On: A Tribute To David Bowie del 2010
  • Rhett Miller in The Interpreter Live at Glasgow del 2011
  • Peter Murphy in Bare-Boned and Sacred (Live) del 2017
  1. ^ 11ª traccia dell'album Hunky Dory
  2. ^ Claudio Fabretti, David Bowie Il dandy che cadde sulla Terra, su ondarock.it, OndaRock. URL consultato il 24 giugno 2021.
  3. ^ Carr e Shaar Murray (1981), p. 41.
  4. ^ a b Pegg (2002), p. 249.
  5. ^ David Bowie: Hunky Dory, su rollingstone.com, www.rollingstone.com. URL consultato il 18 settembre 2016.
  6. ^ a b Perone (2007), p. 25.
  7. ^ a b David Bowie: I went to buy some shoes - and I came back with Life On Mars, su dailymail.co.uk, www.dailymail.co.uk. URL consultato il 18 settembre 2016.
  8. ^ a b c The Bewlay Brothers, su bowiesongs.wordpress.com, www.bowiesongs.wordpress.com. URL consultato il 18 settembre 2016.
  9. ^ David Bowie and Me, by Dave Simpson, The Guardian, 23rd February 2013, su exploringdavidbowie.wordpress.com, www.exploringdavidbowie.wordpress.com. URL consultato il 18 settembre 2016.
  10. ^ a b c d e Pegg (2002), pp. 36-37.
  11. ^ Interview with Tom Robinson, su gladtobegay.net, www.gladtobegay.net. URL consultato il 18 settembre 2016.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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