Ascanio Celestini

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Ascanio Celestini alla Fiera del Libro di Torino del 2007

Ascanio Celestini (Roma, 1º giugno 1972) è un attore teatrale, regista cinematografico, scrittore e drammaturgo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«Così è il paradiso. È guardare l'inferno seduti in poltrona.»

Nato e cresciuto a Roma[1][2], figlio di Gaetano Celestini, di professione restauratore di mobili nel Quadraro, e di Piera Comin, in gioventù parrucchiera, di Torpignattara[3], Ascanio Celestini trascorre la sua gioventù nel quartiere periferico di Casal Morena. Consegue la maturità classica nel 1991.[4]

Dopo gli studi universitari in lettere con indirizzo antropologico si avvicina al teatro a partire dalla fine degli anni 1990 collaborando, in veste di attore, ad alcuni spettacoli del Teatro Agricolo O del Montevaso[5], tra cui Giullarata dantesca (1996-1998), rilettura dell'Inferno di Dante alla maniera dei comici dell'Arte e La chiamai poderosa sulla vita di Ernesto Che Guevara.[6] In quel periodo entra in contatto con Gaetano Ventriglia e Eugenio Allegri.[7][8]

Ascanio Celestini si dichiara esplicitamente ateo e promuove l'ateismo come posizione filosofica sul tema della religione.[9][10]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

1998-2009[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli anni con il Teatro Agricolo O del Montevaso, nel 1998, insieme a Gaetano Ventriglia, Celestini scrive, interpreta e dirige il suo primo spettacolo, Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini.[11] Lo spettacolo racconta di un padre (interpretato da Celestini) e un figlio (interpretato da Ventriglia) che compiono un viaggio da Foggia a Roma, parlando e mangiando cibi poveri come il pane e le cipolle, sullo sfondo di un mondo descritto in stile pasoliniano: un viaggio che si connota come iniziazione alla morte, attraverso i racconti che il padre rivolge al figlio.[12]

Tra il 1998 e il 2000 scrive la trilogia Milleuno, basata sulla narrazione di tradizione orale: ne fanno parte Baccalà (il racconto dell'acqua), Vita, Morte e Miracoli e Milleuno, la fine del mondo (accompagnato sul palco dai musicisti Matteo D'Agostino e Gianluca Zammarelli). In Milleuno Celestini rievoca la memoria orale di chi vive ai margini della capitale romana a metà del XX secolo.[13]

Nel 2000 scrive e interpreta Radio clandestina (2000), spettacolo teatrale sull'eccidio delle Fosse Ardeatine che trae spunto dal libro L'ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli; due anni dopo seguono Cecafumo (2002), una raccolta di fiabe della tradizione popolare italiana e Fabbrica (2002), ispirata a La penna di hu di Calvino, in cui la voce narrante di un operaio anonimo racconta la storia di una fabbrica, attraverso tre generazioni di lavoratori, dalla fine del XIX secolo alla dismissione industriale degli anni '80-'90.[14][15][16][17]

Nel 2003 scrive Le nozze di Antigone, collocato in un contesto sottoproletario romano e interpretato dall'attrice Veronica Cruciani.[18][19]

Scemo di guerra. 4 giugno 1944, presentato alla Biennale di Venezia del 2004, narra le vicende personali del padre dell'autore, sullo sfondo dell'ingresso degli americani a Roma e del secondo conflitto mondiale.[20] La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico (2005), nato dall'esperienza di tre anni di lavoro di ricerca sul campo e di raccolta di interviste di psichiatri, infermieri, operatori di ex manicomi e ospedali psichiatrici italiani, tra cui quello di Santa Maria della Pietà a Roma, racconta la storia di Nicola, un malato psichiatrico rinchiuso per circa trent'anni in manicomio.[21][22]

Nel 2006 Celestini debutta con lo spettacolo Appunti per un film sulla lotta di classe, nato da interviste ai precari di un call center romano, cui farà seguito nel 2009 il testo letterario Lotta di classe, vincitore nel 2009 del Premio Volponi dedicato alla letteratura di impegno civile.[23][24]

Nel settembre 2009, su richiesta di ARCI e Feltrinelli, promotori della campagna nazionale Il razzismo è una brutta storia,[25] mette in scena uno spettacolo dal titolo omonimo, presentato a Viterbo, basato sul suo repertorio di racconti di ordinaria intolleranza, razzismo e discriminazione, sottolineandone la matrice economica e sociale, oltre che biologico/etnica.[26][27]

2010-2020[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione 2011-2012 mette in scena lo spettacolo teatrale Pro Patria, una produzione del Teatro Stabile dell'Umbria. Attraverso il protagonista, un condannato all'ergastolo, Celestini si rivolge al passato della storia italiana, rileggendo il Risorgimento e le vicende della Repubblica Romana del 1849, e al presente, affrontando il tema del carcere e della brutalità della detenzione.[28][29]

Nel 2013 è la volta di Discorso alla nazione, Studio per uno spettacolo presidenziale, che propone diversi e comuni personaggi della contemporaneità, con i quali inizialmente lo spettatore tende a identificarsi, e che sono invece usati per blandirlo e fungere da specchio per rivelare l’indifferenza sociale, l’egoismo, la violenza della parola e "la propria debolezza nei confronti delle seduzioni di chi governa".[30]

Lo spettacolo Laika, in prima a Roma nel 2015, pone il quesito di come sarebbe, cosa farebbe e cosa penserebbe Gesù se tornasse tra noi, seguendone le reazioni dopo la sua discesa sulla Terra in veste di osservatore ma obbligato a servirsi, perché cieco, degli occhi di Pietro, entrambi catapultati in un monolocale di periferia, con vista sul parcheggio di un supermercato.[31] Nell'ottobre 2017 al Teatro Vittoria di Roma presenta per Romaeuropa Festival lo spettacolo Pueblo, ideale prosecuzione di Laika, ambientato nel supermercato, nel bar e nelle strade di asfalto di una periferia popolata da barboni, prostitute, commesse, zingari, giocatori d’azzardo.[32]

Dall’estate del 2018 porta in scena Ballata dei senza tetto, un altro dei suoi “lavori in corso” nel quale mescola personaggi e racconti di Laika, Pueblo e frammenti dello spettacolo che andrà a chiudere la trilogia.[33][34]

A marzo del 2019 pubblica per Einaudi il libro Barzellette, la storia di un ferroviere che passa metà della sua vita lavorativa in una stazione terminale e l’altra metà in viaggio per il mondo. La sua principale missione è riempire un brogliaccio di barzellette. Le deve raccontare al suo capostazione al proprio ritorno, ma non può tornare fino a quando non riuscirà a trovare la risposta a un indovinello (qual è il punto più alto per far cadere un uovo su un piano d’acciaio senza romperlo), oltre che un vestito buono per la propria sepoltura.[35]

Nel novembre dello stesso anno va in scena lo spettacolo omonimo, in cui accanto a un campionario vario e dissacrante di barzellette, accompagnato dalla musica di Gianluca Casadei, l'autore narra la vicenda dell’anarchico Giuseppe Pinelli, anche lui ferroviere, e l'immagine del treno in viaggio riporta alla memoria i treni partiti per i campi di sterminio e, in anni più recenti, la strage del treno Italicus.[36]

2022-[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'interruzione dell'attività teatrale dovuta al diffondersi della pandemia, nel 2022, in occasione del centenario della nascita di Pasolini, cui fin dal suo esordio Celestini ha reso omaggio, debutta nel Parco degli Acquedotti di Roma Museo Pasolini, "un museo immaginato attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicoanalista, uno scrittore, un lettore, un criminologo, un testimone che l'hanno conosciuto".[37] Come racconterà Celestini, il Museo è costruito sul suggerimento offerto da Vincenzo Cerami: “Se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia che scrisse quando aveva sette anni fino al film Salò, l’ultima sua opera, noi avremo il ritratto della storia italiana dalla fine degli anni del fascismo fino alla metà degli anni ’70. Pasolini ci ha raccontato cosa è successo nel nostro Paese in tutti questi anni”.[38]

La vita di Pasolini, definito durante l'intero spettacolo "il Poeta", viene raccontata in parallelo alle vicende che hanno caratterizzato la storia italiana, con l'aiuto di "cinque pezzi immateriali" custoditi nel Museo: la poesia che Pasolini scrisse alla madre nel 1929, quando aveva sette anni; il cimitero di Casarsa in cui è stato sepolto; una pagina di giornale che annuncia l’invasione sovietica in Ungheria; la strage di piazza Fontana; il suo corpo ucciso e martoriato.[39]

L'anno dopo, nel 2023, va in scena Rumba - L'asino e il bue, nel quale l'evocazione della figura e della storia di Francesco d'Assisi, che nella notte del Natale 1223 allestì il Presepe di Greccio (di cui ricorre l'ottavo centenario), composto solo di un bue, un asino e una mangiatoia, conduce a riflettere su come il santo vivrebbe la povertà, la pace e la fratellanza nell’Italia contemporanea.[40]

Radio, TV, cinema, musica[modifica | modifica wikitesto]

Ascanio Celestini in scena al Teatro della Corte di Genova
Ascanio Celestini con lo spettacolo Parole Sante a Villa Arconati.

Radio, TV[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2001 Celestini avvia un rapporto di collaborazione con Rai Radio 3, realizzando un programma radiofonico in venticinque puntate sulla fiaba, dal titolo Milleuno. Racconti Minonti Buffonti e quattro edizioni di Bella Ciao, sul tema del lavoro e della Resistenza, proponendo una serie di interviste a lavoratori precari, operai, contadini e reduci di guerra.[7][41]

Sempre nell'ambito radiofonico, diverse sono state le sue collaborazioni con Radio Onda Rossa.[42]

Per diversi anni a partire dal 2006 partecipa alla trasmissione di Rai 3 Parla con me, condotta da Serena Dandini.[43][7] La collaborazione con la conduttrice e autrice romana continua nel 2012 con la partecipazione a The Show Must Go Off, in onda su LA7.[41]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2006 partecipa come attore, nel ruolo di Padre Cavalli, al film Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti.[44] Nel 2007 gira il documentario Parole Sante che racconta la vicenda di un collettivo autorganizzato di lavoratori precari dell'Atesia, all'epoca il più grande call center italiano con sede nel quartiere di Cinecittà a Roma. Il documentario viene presentato al Festival internazionale del film di Roma nella sezione Extra[45].

Il 15 marzo 2010 a Roma inizia le riprese del film La pecora nera prodotto da Alessandra Acciai, Carlo Macchitella e Giorgio Magliulo opera prima tratta dall'omonimo suo libro che è stato anche uno spettacolo teatrale sull'istituzione manicomiale.[46] Il film è in concorso alla 67ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia dove vince il Premio fondazione Mimmo Rotella e al festival Annecy cinéma italien, durante il quale gli è assegnato il Premio Speciale della Giuria.[47] Ottiene il premio come migliore interpretazione maschile nella XXVIII edizione del Sulmonacinema Film Festival (dicembre 2010), il Ciak d'oro come Miglior Opera Prima (giugno 2011) e al Bobbio Film Festival 2011 il Premio "Gobbo d'oro" al Miglior Film (agosto 2011). Celestini è inoltre candidato come Miglior Regista Esordiente al Nastro d'argento (giugno 2011).[48]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2007 esce il suo primo disco, anch'esso intitolato Parole sante, dove sono raccolte le canzoni presenti negli spettacoli, nel documentario e alcuni inediti. Il disco ha ricevuto nel 2007 il Premio Ciampi come Miglior debutto discografico dell'anno e il Premio ARCI Dalla parte Buona della Musica.[49]

Attività internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2003 Celestini comincia a portare il suo teatro in Belgio e Francia. Chiamato da Jean-Louis Colinet partecipa al festival internazionale di Liège con Fabbrica e La Fine del mondo. Da allora fino al 2020 sarà presente in tutte le edizioni. Michael Delaunoy, Angelo Bison e Pietro Pizzuti del Théâtre le Rideau de Bruxelles portano in scena Scemo di guerra, La Pecora Nera e Fabbrica (Prix du Théâtre per il migliore monologo, 2005).

Nel settembre 2007 debutta a Bruxelles con la nuova versione di Appunti per un film sulla lotta di classe, uno spettacolo centrato sulle condizioni del lavoro precario in Italia, presentato tra maggio e giugno 2006 al Piccolo Teatro di Milano, accompagnato dai musicisti Gianluca Casadei (fisarmonica), Roberto Boarini (violoncello) e Matteo D'Agostino (chitarra), autori delle musiche.

Nell'agosto del 2008 partecipa al progetto Traits d'union presentato al festival internazionale La Mousson d'été con il testo Fabbrica (già messo in scena in Belgio e Portogallo) che ha debuttato al Théâtre Vidy-Lausanne di Losanna con regia di Charles Tordjman e musica di Giovanna Marini.

Per la giornata della memoria, il 27 gennaio 2009, presenta a Parigi l'installazione Oggetti smarriti, cinque postazioni montate nelle sale dell'Istituto Italiano di Cultura con cinque interviste registrate a deportati nei campi di sterminio nazisti. Negli stessi giorni al théâtre de l'Odéon viene letto in francese il suo testo Radio clandestina. Il testo viene portato in scena dal compianto attore Richard Mitou con la regia di Dag Jeanneret e le musiche di Gérard Chevillon col titolo Radio clandestine, mémoires des fosses ardéatines (produzione Cie coproduzione sortieOuest con il supporto di Maison Antoine Vitez, centre international de la traduction théâtrale).

Nel 2012 Félicie Fabre e Luciano Travaglino del théâtre de la Girandole di Montreuil portano in scena Lutte de classes e Récits d’un fracassé de guerre. Nel frattempo anche il Cabaret Satirique di Renata Antonante, Lucas Lemauff e Pablo Seban sceglie i racconti di Ascanio per lo spettacolo politico All’Arrabbiata per la regia di Olivier Marchepoil. Il teatro di Celestini è ormai di casa a Boulevard Émile Jacqmain nelle sale del Théâtre National Wallonie-Bruxelles oltre che al Manège Fonck del Festival de Liège dove ha portato tutti i suoi spettacoli.

Nel 2013 comincia per Ascanio la collaborazione internazionale più importante. Grazie a Jean-Louis Colinet incontra David Murgia. L’attore belga, con la regia e il testo di Ascanio, debutta in Discours à la Nation con enorme successo vincendo il premio come miglior monologo belga, premio del pubblico al Festival d'Avignone e una nomination ai prestigiosi Prix Molière.

Nel 2017 realizza lo spettacolo Dépaysement. Prodotto dal Théâtre National Wallonie-Bruxelles col Festival de Liège e il Théâtre La Cité / Marseille, dopo il debutto a Liège, sarà ospitato per tre settimane al Théâtre du Rond-Point di Parigi. Oltre a Ascanio sono in scena Violette Pallaro, Patrick Bebi e il musicista Gianluca Casadei. “Le rythme est haletant, le pouvoir d'évocation vertigineux, l'écriture rageuse, traversée d'étincelles de drôlerie et de poésie. De la seule parole jaillit un théâtre d'émotions comme autant de coups de poing” (il ritmo è senza fiato, il potere dell'evocazione vertiginoso, la scrittura rabbiosa, attraversata da scintille di umorismo e poesia. Dalla semplice parola nasce un teatro di emozioni come altrettanti pugni) scrive Annie Chénieux il 27 febbraio 2017 su leJDD.

Il successo di Murgia è replicato nel 2017 con Laïka, ancora con testo e regia di Ascanio, premiato ancora dalla critica come “meilleur seul en scène” (miglior unico in scena). Nel gennaio del 2020 Murgia è in Italia col musicista Philippe Orivel. Iniziano a Roma le prove per Pueblo che debutterà al Théâtre de Namur il 23 settembre 2020.

Altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Scrive Viaggi della Memoria, una rubrica di Viaggi, il supplemento de la Repubblica, nella quale racconta, in maniera spesso surreale, i luoghi che conosce attraverso le sue tournée.

Nel 2005, nel 2006, nel 2008 e nel 2011 partecipa al Concerto del Primo Maggio a Roma.

Temi e stile[modifica | modifica wikitesto]

Le opere di Celestini si innestano nel cosiddetto teatro di narrazione, dato che attore e autore generalmente narra agli spettatori le storie dei protagonisti dello spettacolo.[13] Gli spettacoli di Celestini sono caratterizzati da una scenografia essenziale, tipica dei monologhi, anche i movimenti dell'attore sono ridotti al minimo, talvolta vengono utilizzati strumenti musicali, come la chitarra come nello spettacolo Parole Sante.

La modalità espressiva spesso si sviluppa in maniera tragi-comica, per oscillare dalla serietà di un fatto grave sino alla sua comica conclusione, talvolta amara, intervallato da parentesi narrative di vita quotidiana generalmente comiche, solo talvolta surreali, ma spesso provocatorie.

Le tematiche spesso toccate dall'artista sono il comunismo, la religione e l'ateismo, il razzismo e il suo superamento, la povertà e l'arte di arrangiarsi, la disuguaglianza sociale e le stranezze e ironiche sorti delle storie delle persone di cui è a conoscenza, in un arco temporale che generalmente si concentra da metà '900 ad oggi.

Tanti anni fa Pier Paolo Pasolini annunciò una mutazione antropologica che stava per abbattersi sul Paese, a cominciare dalle periferie della capitale. Celestini ci racconta com´è avvenuta, quali macerie ha lasciato” scrive Curzio Maltese su La Repubblica il 24 aprile 2009. Ed è proprio all’opera dell’intellettuale friulano che Celestini fa riferimento più volte nel corso della sua carriera dai primi lavori più antropologici (Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini) fino alla Ballata dei Senza Tetto che si chiude proprio con la citazione delle ultime parole di Sesso, consolazione della miseria parlando dello sguardo che si posa su un orizzonte “dove credi che la città finisca, e dove invece ricomincia” attraversato dal vecchio e dal nuovo sottoproletariato per il quale vale ancora la definizione pasoliniana: “la loro forza nella leggerezza, la loro speranza nel non avere speranza”: E di Pasolini tornerà a Parlare in un breve saggio pubblicato per Il manifesto in occasione della mostra Pasolini attraverso lo sguardo di Sandro Becchetti al Centro Studi fondato nella casa del poeta a Casarsa della Delizia. Celestini ripercorre le pagine di Empirismo Eretico sul linguaggio della realtà scrivendo che “non è possibile guardare la vita senza parteciparvi, né essere coinvolti senza immaginarsi come personaggi secondari di un mistero complessivo”.

Teatrografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini (1998)
  • Baccalà, il racconto dell'acqua; Vita, morte e miracoli; Milleuno, la fine del mondo (1998-2000)
  • Radio clandestina (2000)
  • Cecafumo (2002)
  • Fabbrica (2002)
  • Scemo di guerra. Roma, 4 giugno 1944 (2004)
  • La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico (2005)
  • Live. Appunti per un film sulla lotta di classe (2006)
  • Il razzismo è una brutta storia (2009)
  • Pro patria (2012)
  • Discorsi alla nazione (2013)
  • Laika (2015)
  • Pueblo (2017)
  • Ballata dei senzatetto (2018)
  • Barzellette (2019)
  • Museo Pasolini (2022)
  • Rumba - L'asino e il bue (2023)

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Altri scritti e materiale video[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabbrica (DVD dello spettacolo). commercializzato con l'Unità; Video prodotto dagli studenti del corso di laurea Linguaggi e Tecnologie dei Nuovi Media dell'Università degli Studi di Udine;
  • Storie da legare (a cura di A.C. e Rodolfo Sacchettini). Firenze, Ed. della Meridiana 2005;
  • Lotta di classe nel pomeriggio, in Giuseppe Cerasa (a cura di), Interni Romani. Roma, La biblioteca di Repubblica-gruppo editoriale l'Espresso, 2006;
  • I cani tristi in Descrizioni di un luogo, 52 brevi racconti per i dieci anni di stile libero. Torino, Einaudi 2006;
  • Scemo di guerra (DVD dello spettacolo con "Il diario, 2006-1944"). Torino, Einaudi, 2006. ISBN 9788806181291.
  • Ferro battuto, in Giuseppe Cerasa (a cura di), catalogo della mostra interni romani presentata all'Auditorium Parco della Musica di Roma, Electa, 2007;
  • Un sasso che precipita, in Giuseppe Cerasa (a cura di), i colori di Roma, Roma, La biblioteca di Repubblica-gruppo editoriale l'Espresso 2008;
  • Parole Sante. Roma, Fandango Libri 2008 (DVD del documentario + "i precari non esistono" con testi di A.C., Francesco Piccioni, collettivo precariAtesia e Curzio Maltese). ISBN 9788860440594.
  • Saluta i morti, in Questo terribile intricato mondo. Antologia di racconti politici Torino, Einaudi, 2008. ISBN 9788806192723.
  • La divisa non si processa, in Italia Underground Angelo Mastrandrea (a cura di), Roma, Sandro Teti, 2009. ISBN 9788888249261.
  • Il Botto, in Anteprima nazionale. Nove visioni del nostro futuro invisibile Giorgio Vasta (a cura di) Roma, minimum fax 2009. ISBN 9788875212223.
  • Giufà e re Salomone (con le illustrazioni di Maja Celija). Roma, Donzelli, 2009.
  • La Freccia Azzurra di Gianni Rodari, letto da Ascanio Celestini. Roma, Emons, 2015. ISBN 9788869860355
  • La pecora nera (DVD dello spettacolo con "La pecora nera. Il diario"). Torino, Einaudi, 2010. ISBN 9788806202699.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Regista e sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ascanio Celestini e Alessio Lega, Incrocio di sguardi. Conversazione su matti, precari, anarchici e altre pecore nere, Milano: Elèuthera, 2012, p. 30.
  2. ^ Ascanio Celestini, Cecafumo. Storie da leggere ad alta voce, Roma: Donzelli, 2002, IX.
  3. ^ Ascanio Celestini, su it-it.facebook.com. URL consultato il 18 aprile 2021.
  4. ^ La Maturità dei Vip – Ascanio Celestini: "La scuola? Un’esperienza politica", su corriereuniv.it, 10 giugno 2016. URL consultato il 9 maggio 2024.
  5. ^ Home page del Teatro del Montevaso - produzioni teatrali, laboratori e seminari residenziali, su teatrodelmontevaso.it. URL consultato il 18 aprile 2021.
    «Nel 1998 il Teatro Agricolo O del Montevaso cambia organico, e al posto di Giorgio Monteleone e Giovanni Trabaldo, arrivano Ascanio Celestini e Gaetano Ventriglia.»
  6. ^ Simone Soriani, Dario Fo, il teatro di narrazione, la nuova performance epica. Per una genealogia di un "quasi-genere", in Forum Italicum, vol. 39, n. 2, 2005, pp. 638-639, DOI:10.1177/0014585805039002.
  7. ^ a b c Ascanio Celestini, su rai.it. URL consultato il 9 maggio 2024.
  8. ^ Bologna, p. 24
  9. ^ Mondadori Store Team, Micromega. 5: Ateo è bello! Almanacco di libero pensiero, su mondadoristore.it. URL consultato il 20 aprile 2021.
  10. ^ Sono Ateo, su Facebook. URL consultato il 18 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2021).
  11. ^ Micle Contorno, Cicoria, su Titivillus, 29 luglio 2019. URL consultato il 18 aprile 2021.
  12. ^ Simone Soriani (a cura di), Cicoria: Del teatro di Ascanio Celestini e di Gaetano Ventriglia, Corazzano, Titivillus, 2006, ISBN 88-7218-142-9.
  13. ^ a b Celestini, Ascanio nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 18 aprile 2021.
  14. ^ Beatrice Barbalato, Sul palco c'è l'autore, Presses Universitaires de Louvain, 2006, p. 248.
  15. ^ Radio clandestina. Memoria delle Fosse Ardeatine, prefazione di Alessandro Portelli, Roma, Donzelli, 2005, ISBN 88-7989-920-1.
  16. ^ Ascanio Celestini, Cecafumo : Storie da leggere ad alta voce, illustrazioni di Raffaella Ligi, Roma, Donzelli, 2002, ISBN 88-7989-687-3.
  17. ^ Natale Filice, Italo Calvino come fonte di Ascanio Celestini: Alcuni percorsi della fiaba tra oralità e scrittura, in Forum Italicum, vol. 52, n. 3, 2018, p. 788.
  18. ^ Simone Soriani, Da Alfieri a Celestini. La duplice Antigone del teatro italiano, in Forum Italicum, vol. 43, n. 1, 2009, pp. 29-46.
  19. ^ Ascanio Celestini, Le nozze di Antigone, Caraffa di Catanzaro, Abramo, 2010, ISBN 88-8324-135-5.
  20. ^ Ascanio Celestini, Scemo di guerra. 4 giugno 1944, Torino, Einaudi, 2005, ISBN 88-06-17089-9.
  21. ^ Ascanio Celestini, La pecora nera : elogio funebre del manicomio elettrico, Torino, Einaudi, 2006, ISBN 88-06-18401-6.
  22. ^ Claudia Cacace, Ascanio Celestini. Io cammino in fila indiana, su magazine.unior.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
  23. ^ Ascanio Celestini, Appunti per un film sulla lotta di classe, su iteatri.re.it, 21 novembre 2008. URL consultato il 10 maggio 2024.
  24. ^ Maricla Tagliaferri, Celestini, sono come un idraulico, su ilsecoloxix.it, 26 novembre 2009. URL consultato il 10 maggio 2024.
  25. ^ Il razzismo è una brutta storia
  26. ^ Il razzismo è una brutta storia, su teatromonfalcone.it, 2010. URL consultato il 10 maggio 2024.
  27. ^ Ascanio Celestini denuncia l’ordinario razzismo, su arteecarte.it, 30 dicembre 2010.
  28. ^ Pro Patria - Intervista ad Ascanio Celestini di TuttOggi.info
  29. ^ Celestini, Pro patria, su einaudibologna.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
  30. ^ Massimo Marino, Discorsi alla nazione di Celestini, su doppiozero.com, 6 febbraio 2013. URL consultato il 10 maggio 2024.
  31. ^ Ascanio Celestini Laika, su romaeuropa.net. URL consultato il 10 maggio 2024.
  32. ^ Simone Nebbia, Ascanio Celestini. Il Pueblo delle periferie, su teatroecritica.net, 19 ottobre 2017. URL consultato il 10 maggio 2024.
  33. ^ "La ballata dei senza tetto" nei monologhi di Ascanio Celestini, su lanazione.it, 12 gennaio 2019. URL consultato il 10 maggio 2024.
  34. ^ La ballata dei senza tetto. Improvvisazione tra gli spettacoli di Ascanio (ogni sera una storia diversa), su lavenaria.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
  35. ^ Ascanio Celestini, Barzellette, Torino, Einaudi, 2019, ISBN 978-88-06-23958-9.
  36. ^ Celestini, non solo barzellette, su raicultura.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
  37. ^ A 100 anni dalla nascita. Museo Pasolini, su raiplay.it. URL consultato il 10 maggio 2023.
  38. ^ Museo Pasolini di Ascanio Celestini, su culture.roma.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
  39. ^ Recensione: “Museo Pasolini”, su milanoteatri.it, 10 marzo 2022. URL consultato il 10 maggio 2024.
  40. ^ Rumba. L'asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato, su piccoloteatro.org. URL consultato il 10 maggio 2024.
  41. ^ a b Laura Zangarini, Ascanio Celestini, il teatro per gli ultimi, su corriere.it, 16 ottobre 2017. URL consultato il 10 maggio 2024.
  42. ^ Ascanio Celestini, su ondarossa.info. URL consultato il 10 maggio 2024.
  43. ^ Luca Telese, Gioventù, amore e rabbia, Sperling & Kupfer, 2011, p. 138, ISBN 9788820051518.
  44. ^ Cast Mio fratello è figlio unico, su mymovies.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
  45. ^ La battaglia dei lavoratori di Atesia, il più grande call center d'Europa - Corriere Roma, su roma.corriere.it. URL consultato il 1º maggio 2018.
  46. ^ La pecora nera, su mymovies.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
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  58. ^ Notizia tratta dal sito Internet del festival

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Predecessore vincitori Premio Bagutta sezione opera prima (dal 1991) Successore
Sandro Lombardi 2006 Pierluigi Cappello
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