Piccola era glaciale: differenze tra le versioni

Naviga nella cronologia in modo interattivo

← Differenza precedente Differenza successiva →

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto

In linea

Versione delle 08:39, 2 mag 2022

La piccola era glaciale (PEG)^[1] è un periodo della storia climatica della Terra che, pur senza una totale convergenza degli studi, va dalla metà del XIV alla metà del XIX secolo^[2]^[3]^[4]^[5] in cui si registrò un brusco abbassamento della temperatura media terrestre. Per l’entità dell’intervallo temporale interessato non può dunque essere propriamente assimilata ad un'era geologica (ossia centinaia di milioni di anni). La PEG, climatologicamente parlando, è considerata una fase stadiale dell'attuale periodo interglaciale.

Descrizione

Questo periodo fu preceduto da un lungo periodo di temperature relativamente elevate chiamato periodo caldo medievale. Dal 1300 infatti si assistette ad un graduale avanzamento dei ghiacciai che nel periodo precedente si erano ritirati molto o erano scomparsi, e si ebbe anche la formazione di nuovi. Tali ghiacciai arrivarono al culmine della loro estensione intorno al 1850, quando le temperature ripresero ad aumentare causando una nuova riduzione della massa dei ghiacci. Questa fase è tuttora in corso, aggravata da fattori umani che producono effetto serra sull'atmosfera, sotto il nome di riscaldamento globale e comporta una conseguente riduzione dell'estensione delle superfici ghiacciate.

In un primo tempo si credette che la piccola era glaciale fosse un fenomeno globale, ma attualmente si tende a dubitarne, relegandolo per lo più al continente europeo nel quale le piccole variazioni globali di temperatura hanno provocato qui grandi cambiamenti climatici locali. Per esempio la ricostruzione delle temperature medie dell'emisfero nord negli ultimi 1000 anni non mostra un pronunciato raffreddamento. Dai dati raccolti sembra che in questo periodo le temperature medie si abbassarono soltanto di 1 °C circa.^[6] Il dibattito sull'entità di tale raffreddamento, così come del precedente riscaldamento medioevale, rimane tuttavia ancora aperto e non concluso.^[7]^[8]^[9]

La piccola era glaciale si concluse intorno al 1850, quando il clima terrestre iniziò gradualmente a riscaldarsi. Un'evidente testimonianza dell'incremento della temperatura durante gli ultimi 150 anni è costituito dall'impressionante arretramento delle lingue glaciali in pressoché tutti i ghiacciai del mondo.

Un esempio spettacolare di questo fenomeno è visibile nell'alta valle del Rodano in Svizzera.

Il ghiacciaio del Rodano un secolo fa (1890-1900).
L'area del ghiacciaio del Rodano nel 2004.

Nel mondo

Europa

Il Mar Baltico si congelò più di due volte, nel 1303 e nel 1306-1307, e seguirono anni di «freddo fuori stagione, tempeste e piogge e un innalzamento del livello del Mar Caspio».^[10] La piccola era glaciale generò inverni più freddi in alcune parti dell'Europa e del Nord America, con i ghiacciai delle Alpi svizzere che avanzarono gradualmente inglobando alcune fattorie e distruggendo interi villaggi.^[11] Canali e fiumi in Gran Bretagna e Paesi Bassi affrontarono spesso dei periodi di freddo tanto rigidi da consentire di poter pattinare sul ghiaccio e tenere delle fiere.^[11] La prima svoltasi sul Tamigi ebbe luogo nel 1608, mentre l'ultima nel 1814. Le modifiche ai ponti e l'aggiunta del Thames Embankment influenzarono il flusso e la profondità del fiume, diminuendo notevolmente la possibilità che si verificassero ulteriori episodi come quelli dei secoli passati.^[12]^[13]

Nel 1658, un'armata svedese risultò in grado di compiere una marcia sul Mar Baltico e giungere in Danimarca al fine di attaccare Copenaghen.

L'inverno 1794-1795 si rivelò particolarmente rigido: l'esercito d'invasione francese guidato da Jean-Charles Pichegru marciò sui fiumi ghiacciati dei Paesi Bassi e la flotta olandese rimase bloccata nel ghiaccio nel porto di Den Helder, con il risultato che venne catturata dal transalpino.^[14]

Il ghiaccio marino che circonda l'Islanda si estendeva per chilometri in ogni direzione e impediva l'accesso ai porti alle imbarcazioni. La popolazione dell'isola si dimezzò, ma ciò potrebbe essere avvenuto a causa della fluorosi scheletrica innescata dall'eruzione del Laki nel 1783.^[15] Quando divenne impossibile coltivare i cereali, principale alimento della dieta della popolazione islandese, gli abitanti dell'isola dovettero dedicarsi alla caccia e alla pesca per sopravvivere.^[16] Le colonie norrene in Groenlandia perirono di fame e scomparvero all'inizio del XV secolo a causa dell'impossibilità di dedicarsi all'agricoltura e sostentare il bestiame. La Groenlandia fu quasi del tutto divorata dal ghiaccio tra il 1410 e il 1720.^[17]

Nel suo libro del 1995, lo storico di climatologia Hubert Lamb affermò che in svariate annate «le nevicate erano state molto più abbondanti di quelle testimoniate prima o più tardi [della piccola età glaciale], con la neve rimasta al suolo per molti mesi più a lungo di quanto non accada oggi».^[18] A Lisbona, in Portogallo, le tempeste di neve divennero assai più frequenti dell'epoca contemporanea e, durante uno degli inverni del XVII secolo, si verificarono ben otto tempeste gelide.^[19] Molte primavere ed estati furono in genere fredde e umide, senza però che le temperature riscontrate fossero costanti. Tale andamento è particolarmente evidente se si analizza la "fluttuazione di Grindelwald" (1560-1630); la fase di raffreddamento rapido è stata associata a condizioni meteorologiche più irregolari, tra cui aumento delle tempeste, tempeste di neve fuori stagione e siccità.^[20]^[21] Le tecniche di coltivazione in tutta Europa subirono delle modifiche funzionali ad adattarsi a stagioni calde meno floride rispetto al passato, malgrado si verificarono comunque molti anni di carestia. Si discute se la grande carestia del 1315-1317 possa corrispondere al primo episodio ascrivile alla piccola era glaciale.^[22] Secondo Elizabeth Ewan e Janay Nugent, «le carestie in Francia (1693-1694), Norvegia (1695-1696) e Svezia (1696-1697) fecero calare di circa il 10% della popolazione di ciascun paese. In Estonia e Finlandia, nel 1696-1697, le perdite sono state stimate rispettivamente in un quinto e un terzo degli abitanti».^[23] La viticoltura fu abbandonata in alcune regioni settentrionali e le tempeste causarono delle gravi inondazioni e numerose vittime. Una di esse provocò la cosiddetta inondazione di San Marcello, la quale interessò le zone costiere del Mare del Nord e colpì le coste degli attuali Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Regno Unito e Irlanda.^[18]

Il liutaio cremonese Antonio Stradivari realizzò i suoi famosi strumenti durante la piccola era glaciale. Si ritiene che il clima più freddo abbia reso il legno usato per i suoi violini più compatti rispetto ai periodi più caldi e abbia contribuito a migliorare il suono dei suoi strumenti.^[24]^[25] Secondo lo storico della scienza James Burke, il periodo in esame rese necessari alcuni cambiamenti nella vita quotidiana, favorendo la diffusione dell'uso di bottoni e asole, oltre che della lavorazione a maglia di indumenti intimi su misura per una migliore copertura e isolamento del corpo. L'invenzione dei camini permise di soppiantare i fuochi all'aperto nel centro delle sale comuni, circostanza che portò le case con più stanze ad avere una separazione dei padroni dai servi.^[26]

Il testo The Little Ice Age, realizzato dall'antropologo Brian Fagan dell'Università della California a Santa Barbara, racconta la difficile situazione dei contadini europei dal 1300 al 1850, costellata di carestie, ipotermia, rivolte del pane e l'ascesa di sovrani dispotici che seppero approfittare di un contesto sociale a loro favorevole e di una popolazione sempre più scoraggiata. Alla fine del XVII secolo, l'agricoltura era drammaticamente diminuita: «Gli abitanti dei villaggi alpini vivevano di pane fatto con gusci di noci macinati mescolati con dell'orzo e della farina d'avena».^[27] Lo storico Wolfgang Behringer ricollegò alcune fasi intense di caccia alle streghe in Europa alla frustrazione per i fallimenti agricoli avvenuti durante la piccola era glaciale.^[28]

The Frigid Golden Age, dello storico ambientale Dagomar Degroot dell'Università di Georgetown, al contrario, rivela che alcune società prosperarono, ma altre vacillarono durante la piccola era glaciale. In particolare, tale arco temporale trasformò la geomorfologia delle aree vicine alla Repubblica delle Sette Province Unite, consentendo un migliore uso delle coste per scopi commerciali e bellici. Gli olandesi si dimostrarono resilienti e capaci di adattarsi alle avversità meglio dei territori vicini. I commercianti sfruttarono i fallimenti del raccolto, i comandanti militari approfittarono del cambiamento delle correnti del vento e gli inventori svilupparono delle tecnologie che li aiutavano a trarre profitto dalle condizioni fredde. Sempre a giudizio di Dagomar, il secolo d'oro olandese (1588-1672) si dovette anche alla capacità della gente del posto di saper reagire al rigido cambiamento climatico.^[29]

Reazioni sociali

Gli storici hanno sostenuto che le reazioni sociali generate dalle conseguenze della piccola era glaciale in Europa fossero costantemente mosse dalla necessità di trovare un capro espiatorio.^[28]^[30]^[31]^[32]^[33] I periodi prolungati di freddo e secco scatenarono siccità in molte comunità europee e provocarono una scarsa crescita delle colture, una parca sopravvivenza del bestiame e una grossa proliferazione di agenti patogeni e malattie.^[34] La congiuntura rappresentata da disoccupazione e difficoltà economiche, così come la concomitanza di stagioni fredde e secche prolungate, diede adito al malcontento generale in più regioni del continente.^[34] Benché fossero state attuate alcune misure di emergenza, come nel caso dell'innesto di nuove colture, del ricorso a scorte di grano di emergenza e del tentativo di aprire nuove rotte commerciali, esse non sempre si rivelarono efficaci.^[30] Le comunità spesso sfogarono la propria rabbia eseguendo dei crimini violenti, tra cui rapine e omicidi. Inoltre, aumentarono le accuse di reati sessuali, come adulterio, zoofilia e stupri.^[31] Nel disperato tentativo di trovare un colpevole, spesso ci si accanì contro specifici bersagli, in genere minoranze etniche o particolari gruppi sociali.^[28]^[30]^[32]

Uno degli esempi maggiormente celebri si estrinsecò con il riacuirsi della caccia alle streghe, come sostenuto sia da Oster (2004) e Behringer (1999). Essi hanno sostenuto che nuove speranze insorsero proprio quando il clima sembrò migliorare. Prima della piccola era glaciale, la stregoneria era considerata alla stregua di un crimine pressoché irrilevante e le vittime venivano raramente accusate.^[28] Tuttavia, a partire dal 1380, proprio in concomitanza dell'abbassamento delle temperature, i popoli europee iniziarono a collegare la magia alle perturbazioni fredde.^[28] La prima caccia sistematica alle streghe iniziò nel 1430, mentre dal 1480 l'opinione secondo cui quella categoria di persone andasse ritenuta responsabile del maltempo divenne praticamente unanime.^[28] Le azioni per cui le streghe venivano ritenute responsabili furono le epidemie di bestiame, le mucche che davano troppo poco latte, le gelate tardive e l'insorgere di malattie prima sconosciute.^[31] In generale, il numero di processi per stregoneria accrebbe quando le temperature diminuirono, un fenomeno inverso a quello di quando i gradi risalirono.^[28]^[30] I picchi delle persecuzioni per stregoneria andarono a sovrapporsi alle crisi della fame verificatesi nel 1570 e nel 1580, quest'ultima durata un decennio circa.^[28] Le persecuzioni riguardavano principalmente donne di umili origini, molte delle quali vedove. Non tutti erano d'accordo sul fatto che le streghe dovessero essere perseguitate per via delle loro interferenze con i cambiamenti climatici, in quanto ritenute non capaci di tale potere: ciononostante, tale considerazione non riguardava dibattiti sull'esistenza di donne dedite alle arti magiche.^[28]^[30] Nel corso dell'Alto Medioevo, la Chiesa cattolica sostenne che le streghe non potevano controllare il tempo in quanto mortali, non delle divinità, ma verso la metà del XIII secolo la maggior parte delle persone aveva cambiato il suo giudizio a riguardo in maniera trasversale.^[30]

Gli storici hanno sostenuto che anche le comunità semite furono accusate del deterioramento climatico avvenuto durante la piccola era glaciale.^[31]^[33] Tale idea venne favorita dal fatto che varie comunità del continente covavano sentimenti antisemiti.^[31] Ad ogni modo, l'associazione con gli ebrei riguardò soltanto la diffusione di epidemie e non anche i cambiamenti climatici.^[31] A titolo di esempio, i drammatici eventi scatenati dalla peste nera venivano spesso attribuiti agli ebrei. Nelle città dell'Europa occidentale, durante il 1300, le comunità ebraiche subirono omicidi di massa nel tentativo di arrestare la diffusione della peste.^[31] Il falso timore che correva tra le fasce più umili della popolazione era quello che i semiti avessero avvelenato i pozzi o cospirato contro i cristiani dopo aver convinto i malati di lebbra a rendere non potabili i bacini idrici.^[31] Per sfuggire alle persecuzioni, il gruppo etnico in esame preferiva a volte convertirsi al cristianesimo o migrare nell'impero ottomano, in Italia o nel Sacro Romano Impero.^[31]

Alcuni attribuirono la causa della nefasta fase storica a un disegno divino.^[32] Ad esempio, in Germania, si imposero delle restrizioni in materia di gioco d'azzardo e alcol che colpirono in modo sproporzionato la classe inferiore, così come si vietò alle donne di esibire le proprie ginocchia.^[32] Altre normative colpirono più fasce di popolazione, tra cui il divieto di danzare, di intrattenere rapporti sessuali e di moderare l'assunzione di cibi e bevande.^[32]

In Irlanda, i cattolici accusarono la diffusione della Riforma protestante delle condizioni meteorologiche avverse. Gli Annali di Lough Cé, nel narrare gli eventi del 1588, descrivono una tempesta di neve di mezza estate affermando che «ogni fiocco non era meno grande di una mela selvatica» e la attribuiscono alla presenza di un «malvagio ed eretico vescovo a Oilfinn», il protestante vescovo di Elphin, John Lynch.^[35]^[36]

L'inverno nella pittura moderna europea

Gli studiosi William James Burroughs e Hans Neuberger hanno dedicato buona parte delle loro pubblicazioni ad accurate analisi relative alla rappresentazione dell'inverno in opere artistiche.^[37] Burroughs afferma che il picco si verificò tra il 1565 e il 1665, venendo associato alle variazioni climatiche dal 1550 in poi. Burroughs sostiene che non c'era stata quasi nessuna rappresentazione dell'inverno nell'arte fino ad allora, e «ipotizza che l'inverno insolitamente rigido del 1565 abbia ispirato i grandi artisti a raffigurare immagini molto originali e che il declino di tali dipinti sia una combinazione del fatto che il 'tema' fosse stato completamente esplorato e che gli inverni miti abbiano esaurito l'interesse per la materia».^[38] Le scene invernali, che comportano difficoltà tecniche nella pittura, sono state trattate con regolarità e con buona cura almeno dall'inizio del XV secolo dagli artisti nei cicli di manoscritti miniati che mostrano le Fatiche dei mesi, in genere presenti nelle pagine del calendario del libro d'ore.^[39] Gennaio e febbraio appaiono tipicamente pieni di neve, come nel caso di Febbraio nel famoso ciclo de Très riches heures du Duc de Berry, dipinto nel 1412-1416 e ammirabile più in basso. Poiché la pittura paesaggistica non si era ancora sviluppata come tipologia artistica autonoma, l'assenza di altre scene invernali non deve stupire.^[39] Infatti, i panorami innevati, in particolare i quelli marini tempestosi, si acquisirono un proprio ritaglio di spazio durante il secolo d'oro olandese, ovvero in concomitanza con i decenni più freddi e duri della piccola era glaciale. La maggior parte degli studiosi moderni ritiene che nelle tele si possano individuare numerosi messaggi simbolici e metafore, le quali risultavano lampanti soprattutto agli osservatori contemporanei.^[39]

Tutti i famosi dipinti paesaggistici invernali di Pieter Brueghel il Vecchio, tra cui ad esempio Cacciatori nella neve e la Strage degli innocenti, si pensa siano stati ultimati intorno al 1565. Anche suo figlio, Pieter Brueghel il Giovane (1564-1638), ritrasse molti paesaggi innevati, ma, secondo Burroughs, egli «riprendeva pedissequamente i disegni di suo padre. Il risultato di gran parte di questi lavori rende difficile trarre delle conclusioni definitive sull'impatto degli inverni tra il 1570 e il 1600».^[13]^[38]^[40] Inoltre, Brueghel il Vecchio realizzò Cacciatori nella neve ad Anversa, ragion per cui è probabile che le montagne nella foto si basino su schizzi o ricordi dell'attraversamento delle Alpi compiuti mentre viaggiava alla volta di Roma nel 1551-1552. Si tratta di una delle cinque tele sopravvissute di cui si ha conoscenza, forse facente parte di una serie di sei o dodici note come "i dodici mesi", che Breughel venne incaricato di dipingere da un ricco mecenate di Anversa, Nicolaes Jonghelinck (Cacciatori della neve corrisponde a gennaio): nessuno degli altri quattro lavori sopravvissuti ritrae un paesaggio innevato e sia Fienagione (luglio) sia Mietitura (agosto) raffigurano calde giornate estive. Anche Ritorno della mandria (pensato per il mese di novembre) e Giornata buia (febbraio) mostrano paesaggi privi di neve.^[13]

Burroughs afferma che i soggetti innevati ricompaiono nella pittura olandese dell'età dell'oro grazie alle opere di Hendrick Avercamp dal 1609 in poi. La pausa intercorsa tra il 1627 e il 1640 precede invece la parentesi principale, coincisa con il ventennio 1640-1660. Un simile andamento ben si concilia con i resoconti climatici relativi a quella fase storica. Benché il numero di lavori scenda dopo il 1660 circa, un simile riscontro non deve far credere che gli inverni fossero diventati più miti, ma che semplicemente la moda o i gusti fossero mutati. Nell'arco temporale successivo, ossia tra il 1780 e il 1810, le scene di luoghi innevati tornarono a godere di popolarità.^[38]

Neuberger ha analizzato 12.000 dipinti tra tele conservate in musei americani ed europei e datate tra il 1400 e il 1967, concentrandosi soprattutto sulla nuvolosità e sull'oscurità.^[37] La sua pubblicazione del 1970 mette in evidenza che un aumento di tale categoria di raffigurazioni corrisponda proprio con la piccola era glaciale, con un picco massimo compreso tra il 1600 e il 1649.^[37]^[41]

I dipinti e i documenti coevi in Scozia dimostrano che il curling e il pattinaggio su ghiaccio erano a quel tempo popolari sport invernali da compiere all'aperto, con il primo che risale al XVI secolo e che divenne ampiamente popolare a metà del XIX secolo.^[42] A titolo di esempio, si pensa che uno stagno per il curling all'aperto costruito a Gourock negli anni '60 dell'Ottocento rimase in uso per quasi un secolo, ma l'uso crescente di strutture interne, gli atti di vandalismo e gli inverni più miti portarono all'abbandono del sito nel 1963.^[43]

Crisi del XVII secolo

La crisi del XVII secolo in Europa si dovette a una concomitanza di cattive condizioni riconducibili alla piccola era glaciale che causarono condizioni climatiche avverse, scarsità dei raccolti, difficoltà economiche, estrema violenza tra diversi gruppi etnici e alto tasso di mortalità. Gli episodi di instabilità sociale coincisero proprio con il periodo di maggiore freddo e generarono anche eventi di grossa rilevanza storica, non ultima la guerra dei Trent'anni (1618-1648).^[44]^[45] Il conflitto, scatenato da una lotta di successione al trono boemo, si acuì per via degli screzi tra protestanti e cattolici nel Sacro Romano Impero e, ben presto, si trasformò in un enorme guerra che coinvolse tutte le maggiori potenze europee e che devastò gran parte della Germania. Quando le ostilità cessarono, alcuni distretti del Sacro Romano Impero, non ultimo il ricco Palatinato, avevano visto la popolazione calare fino al 70%.^[46] Tuttavia, quando le temperature globali cominciarono a salire, il disappunto degli europei iniziò lentamente ad affievolirsi. I tassi di mortalità diminuirono, così come il livello di violenza. Ciò spianò la strada a un periodo noto come Pax Britannica, nel corso del quale l'impero inglese si elevò a principale supremazia mondiale, si assistette all'invenzione di numerose nuove tecnologie (circostanza che consentì la futura industrializzazione), la medicina eseguì scoperte che consentirono, tra le altre cose, una migliore igiene, e si avviarono i primi piani di benessere sociale al mondo, attuati in Germania e funzionali a migliorare le condizioni di vita del cittadino comune.^[47] Tuttavia, sarebbe oltremodo semplicistico credere che questo processo si rivelò immediato.^[48]

Nord America

I primi esploratori e coloni europei del Nord America riportarono inverni eccezionalmente rigidi. Ad esempio, secondo Lamb, Samuel de Champlain riferì di aver riscontrato del ghiaccio lungo le rive del Lago Superiore nel giugno 1608. Il tasso di mortalità degli europei e dei nativi risultò straordinariamente elevato nel Maine durante l'inverno del 1607-1608, biennio in cui si segnalarono perturbazioni particolarmente fredde anche nell'insediamento di Jamestown, nell'odierna Virginia statunitense.^[18] I nativi americani decisero di costituire delle leghe in materia tale da fronteggiare la carenza di cibo.^[17] Il diario del militare francese Pierre de Troyes, guida di una spedizione nella baia di James nel 1686, riferiva che la zona era ancora disseminata di così tanto ghiaccio galleggiante da potersi nascondere al di sotto di esso a bordo della sua canoa il 1° luglio.^[49] Nell'inverno del 1780, il porto di New York ghiacciò, consentendo di andare a piedi da Manhattan a Staten Island.

L'estensione dei ghiacciai di montagna era stata mappata alla fine del XIX secolo. Nelle zone temperate settentrionali e meridionali, l'altitudine della linea di equilibrio (i confini che separano le zone di accumulo netto da quelle di ablazione netta) erano di circa 100 m inferiori a quelle del 1975.^[50] Nel Parco nazionale dei ghiacciai, l'ultimo episodio di avanzamento delle masse di acqua allo stato solido risale alla fine del XVIII e all'inizio del XIX secolo.^[51] Nel 1879, il famoso naturalista John Muir scoprì che il ghiaccio di Glacier Bay si era ritirato di ben 77 km.^[52] Nella baia di Chesapeake, nel Maryland, le grandi escursioni termiche erano probabilmente correlate ai cambiamenti nella forza circolazione termoalina nell'Atlantico settentrionale.^[53]

Poiché la piccola era glaciale ebbe luogo durante la colonizzazione delle Americhe, essa spinse molti europei a non navigare verso il Nuovo Continente, in quanto si immaginava che il clima del Nord America non differisse da quello dell'Europa a latitudini simili.^[53] In una visione estremamente generica, nel Nord America, almeno in Canada e negli Stati Uniti settentrionali, si verificarono delle estati più calde e degli inverni meno sopportabili rispetto all'Europa. Tale effetto fu aggravato dalla piccola era glaciale e l'impreparazione portò all'abbandono di molti dei primi insediamenti europei in Nord America.^[53]

Quando i coloni si stabilirono a Jamestown, gli storici concordano che ciò avvenne durante uno dei periodi più freddi degli ultimi 1000 anni. La siccità si rivelò un problema persistente in Nord America durante la piccola era glaciale, con le persone giunte a Roanoke che vi giunsero proprio durante il più cronico arco temporale di scarsità d'acqua degli ultimi 800 anni.^[54] Gli studi dendrocronologici compiuti dall'Università dell'Arkansas hanno scoperto che molti coloni sbarcarono proprio in concomitanza con un periodo di siccità durato sette anni. La problematica afflisse anche le comunità dei nativi americani, che nel frattempo dovettero convivere, oltre che con la scarsità di cibo, anche con le malattie portate dagli europei oltreoceano.^[55] Il clima più freddo agevolò infatti la diffusione dei parassiti, specie la malaria.^[56] I coloni inglesi a Roanoke costrinsero gli indiani di Ossomocomuck a condividere con loro le proprie riserve di viveri già invero carenti. Ciò portò ad una guerra tra i due gruppi e alla distruzione degli insediamenti dei nativi americani. Un simile ciclo si sarebbe ripetuto molte volte a Jamestown.^[57]

Nel 1642, il cortigiano britannico Thomas Gorges scrisse che, a cavallo tra il 1637 e il 1645, i coloni nel Maine (allora parte del Massachusetts) stavano sperimentando condizioni meteorologiche terribili.^[58] Nel giugno 1637 faceva così caldo che i nuovi arrivati stavano morendo per il caldo e i viaggiatori dovevano viaggiare di notte per beneficiare di un po' di frescura. Gorges riferiva altresì che l'inverno 1641-1542 fu «subdolamente intollerabile» e che nessun inglese o indigeno aveva mai visto affrontato qualcosa di simile. La baia del Massachusetts si era infatti congelata fin dove con gli occhi poteva vedere e che le carrozze dei cavalli viaggiavano là dove prima navigavano le imbarcazioni.^[58] Sempre secondo il suo resoconto, le estati del 1638 e del 1639 furono molto brevi, fredde e umide, circostanza che aumentò la penuria di cibo per alcuni anni. Come se non bastasse, creature come bruchi e piccioni si fecero particolarmente aggressive e si nutrirono dei pochi raccolti ancora sopravvissuti.^[58] Ogni anno documentato dal cortigiano riferiva di alternanze climatiche insolite, le quali passavano da precipitazioni elevate a siccità estreme, così come da temperature sotto lo zero ad afa insopportabile. Si tende a ritenere che tutti questi accadimenti si possano includere negli effetti della piccola era glaciale.^[58]

Molti abitanti del Nord America elaborarono delle proprie teorie sul maltempo. Il colono Ferdinand Gorges attribuiva il freddo ai venti gelidi dell'oceano, mentre Humphrey Gilbert cercava di spiegare come il clima estremamente freddo e nebbioso di Terranova fosse dovuto al fatto che le perturbazioni algide tendessero sempre a spingersi a ovest. Decine di altre persone fornirono delle proprie ricostruzioni sulle condizioni di vita in Nord America di quell'epoca, ma al di là di teorie più o meno fantasiose gli studiosi hanno ritenuto utili numerosi elementi forniti dalle descrizioni dei coloni vissuti durante la piccola età glaciale.^[59]

Mesoamerica

Un'analisi di diversi dati proxy intrapresi nella penisola dello Yucatán del Messico, ricondotta dai suoi autori ai resoconti dei Maya e degli Aztechi relativi a periodi di freddo e siccità, avvalora l'ipotesi dell'impatto della piccola era glaciale nella regione.^[60]

Un altro studio condotto in diversi siti della Mesoamerica come Los Tuxtlas e il lago Pompal a Veracruz, anch'essi in Messico, dimostra una riduzione dell'attività umana nell'area durante la piccola era glaciale. Una simile scoperta è stata possibile studiando i frammenti di carbone e la quantità di polline di mais prelevato da campioni utilizzando un carotatore a pistone non rotante. I campioni hanno anche rivelato un'intensa attività vulcanica che ha causato la rigenerazione delle foreste tra il 650 e l'800. I casi di attività vulcanica vicino al lago Pompal indicano temperature variabili, ma non un freddo continuo, durante la piccola era glaciale in Mesoamerica.^[61]

Oceano Atlantico

Nell'Atlantico settentrionale, i sedimenti accumulati dalla fine dopo l'ultima era glaciale, avvenuta quasi 12.000 anni fa, evidenziano degli aumenti regolari della quantità di granelli di sedimenti grossolani depositati dagli iceberg che si sciolgono nell'ormai aperto oceano, circostanza che implica una serie di variazioni di temperatura di 1-2 °C che si ripetono ogni 1.500 anni circa.^[62] L'evento di raffreddamento più recente concise con la piccola era glaciale. Gli stessi rilevamenti sono stati rintracciati nei sedimenti accumulatisi al largo dell'Africa, ma con variazioni maggiori (3-8 °C).^[63]

Asia

Benché l'iniziale estensione della piccola era glaciale si credeva limitata alla riduzione delle temperature in Europa e Nord America, esistono alcune prove di lunghi periodi di raffreddamento anche al di fuori dei due continenti appena menzionati, malgrado non sia chiaro se si tratti di eventi correlati o indipendenti. Mann afferma:

«Sebbene esistano delle prove che molte altre aree al di fuori dell'Europa abbiano sperimentato dei periodi climatici più freschi, glaciazione estese e condizioni climatiche significativamente altalenanti, i tempi e la natura di queste variazioni appaiono molto variabili da regione a regione, ragion per cui la nozione di piccola era glaciale quale periodo freddo vissuto a livello globale è stata quasi del tutto scartata.^[64]»

In Cina, le colture tipiche del periodo caldo come le arance furono abbandonate nella provincia di Jiangxi, dove erano state coltivate per secoli.^[65] I due tifoni più intensi nel Guangdong coincisero con le due parentesi più fredde e più secche vissute dalla Cina settentrionale e centrale (1660-1680, 1850-1880).^[66] Gli studiosi hanno affermato che una delle ragioni della caduta della dinastia Ming potrebbe rintracciarsi proprio la siccità e nelle carestie causate dalla piccola era glaciale.^[67]

Si sono sviluppati intensi dibattiti sui momenti iniziale, più intensi e finale della piccola era glaciale nel continente asiatico. La maggior parte degli studiosi concorda nel classificare tre distinti periodi freddi: il 1458-1552, il 1600-1720 e il 1840-1880.^[68] Secondo i dati della National Oceanic and Atmospheric Administration, l'area monsonica orientale della Cina risultò la prima a sperimentare gli effetti della piccola era glaciale, specie tra 1560 e 1709. Nella regione occidentale della Cina che circonda l'altopiano del Tibet, l'impatto avvenne in un arco temporale lievemente diverso, ovvero tra 1620 e 1749.^[69]

La temperatura mutò senza precedenti per le comunità agricole in Cina. Secondo lo studio del 1972 del geologo e meteorologo Coching Chu, la piccola era glaciale dalla fine della dinastia Ming all'inizio della dinastia Qing (1650-1700) coincise con uno dei periodi più freddi algidi nella storia cinese registrata.^[70] Dalle fonti trapelano gravi siccità durante i mesi estivi e delle frequenti gelate durante gli inverni. Ciò peggiorò notevolmente l'approvvigionamento alimentare durante la dinastia Ming.

La fase più intensa della piccola era glaciale corrispose con il cristallizzarsi dei principali eventi storici della storia cinese moderna. Le tribù degli Jurchen, uno dei popoli di lingua tungusa, vivevano nella Cina settentrionale e componevano uno Stato tributario della dinastia Ming e del suo imperatore Wanli.^[71] Dal 1573 al 1620, la Manciuria subì una carestia causata da forti nevicate, le quali impoverirono la produzione agricola e decimarono il bestiame. Gli studiosi affermarono che i cali di temperatura avvenuti durante la piccola era glaciale ebbero un grande impatto. Nonostante le carenze di produzione alimentare, l'imperatore Wanli ordinò agli Jurchen di pagare la stessa quantità di tributi ogni anno.^[71] Ciò scatenò la rabbia della popolazione e gettò le basi per la ribellione insorta contro la dinastia Ming. Nel 1616, gli Jurchen si affermarono grazie alla tarda dinastia Jin. Guidata da Huang Taiji e Nurhaci, la dinastia si trasferì a sud e ottenne vittorie decisive nelle battaglie contro l'esercito dei Ming, come durante la battaglia di Fushun del 1618.^[71]

Dopo le precedenti sconfitte e la morte dell'imperatore Wanli, l'imperatore Chongzhen conquistò la Cina e continuò lo sforzo bellico. Dal 1632 al 1641, la piccola era glaciale iniziò a causare drastici cambiamenti climatici nei territori della dinastia Ming.^[72] A titolo di esempio, le precipitazioni nella Cina del Nord diminuirono dall'11% al 47% rispetto alla media storica. Nel frattempo, la regione dello Shaanxi settentrionale, situata lungo il fiume Giallo, affrontò sei grandi inondazioni, che causarono la rovina di città come Yan'an. Il clima contribuì pesantemente all'indebolimento del controllo del governo sulla Cina e accelerò la caduta della dinastia Ming. Nel 1644, Li Zicheng guidò le forze dei tardi Jin a Pechino, rovesciò i Ming e fondò la dinastia Qing.^[72]

Durante i primi anni della dinastia Qing, la piccola era glaciale continuò ad avere un impatto significativo sulla società cinese. Durante il governo dell'imperatore Kangxi (1661-1722), la maggior parte dei territori Qing erano ancora molto più freddi rispetto alla media dell'epoca. Tuttavia, l'imperatore Kangxi promosse delle riforme che riuscirono a favorire la ripresa socioeconomica dai disastri naturali. A favorirlo ulteriormente furono le politiche adottate dai primi membri della dinastia Qing. In concomitanza di tale evento, poterono dirsi concluse le conseguenze arrecate dalla piccola era glaciale sulla Cina, a cui seguì un momento più prospero della storia cinese conosciuto come era dell'Alto Qing.^[73]

Nella zona dell'Himalaya, si tende a ritenere che i secoli freddi vissuti in Europa fossero stati avvertiti alla stessa maniera sulla catena montuosa più alta del mondo a causa delle caratteristiche delle morene locali. Tuttavia, le applicazioni dei metodi di datazione del Quaternario tra cui la datazione dell'esposizione alla superficie hanno mostrato che i massimi glaciali si verificarono tra il 1300 e il 1600, leggermente prima del ciclo più freddo avvertito nell'emisfero settentrionale. Molti grandi campi di detriti glaciali himalayani sono rimasti tuttora in posizioni prossime ai livelli che raggiungevano durante la piccola era glaciale. Sulla catena montuosa cadde inoltre una quantità maggiore di nevicate ad altitudini superiori, evento che originò un conseguente spostamento verso sud dei monsoni estivi indiani e un aumento delle precipitazioni locali. Nel complesso, l'aumento delle precipitazioni invernali potrebbe aver causato alcuni movimenti glaciali.^[74] Dalla fine del periodo freddo in esame, il ritiro dei ghiacciai è stato pressoché continuo fino ad oggi.^[75]

In Pakistan, il Belucistan soffrì sicuramente il freddo, come dimostra il fatto che i Beluci, originari della zona, diedero il via a una migrazione di massa che li spinse a stabilirsi lungo il fiume Indo, specie nelle province di Sindh e Punjab.^[76]

Africa

Sono numerose le pubblicazioni che evidenziano l'impatto della piccola era glaciale sul clima dell'Africa dal XIV al XIX secolo.^[77]^[78] Sulla base delle variazioni avvertire in tutto il continente, si è ritenuto che il calo medio delle temperature in Africa fu di 1 °C.^[79]

In Etiopia e in Nord Africa, si segnalò la caduta di neve sulle cime delle montagne a livelli diversi da oggi.^[65] Timbuctù, un'importante città situata sulla via delle carovane trans-sahariana, fu allagata almeno 13 volte dal fiume Niger e non esistono notizie di inondazioni simili avvenute prima di quel momento storico.^[65]

Diversi studi paleoclimatici dell'Africa meridionale hanno suggerito cambiamenti significativi nei cambiamenti relativi nel clima e nelle condizioni ambientali. In Africa meridionale, le carote sedimentarie recuperate dal lago Malawi evidenziano condizioni più fredde tra il 1570 e il 1820, le quali «avvalorano ulteriormente ed estendono la portata globale della piccola era glaciale».^[80] Un innovativo metodo di ricostruzione della temperatura degli ultimi 3.000 anni, basato sul tasso di crescita delle stalagmiti e calcolato in una grotta del Sud Africa, conferma l'ipotesi di una parentesi algida tra il 1500 e il 1800.^[78]^[81] La ricostruzione della temperatura della stalagmite δ18O durante un arco temporale lungo 350 anni, con specifico riferimento al 1690-1740, suggerisce che il Sudafrica potrebbe essere stata la regione più fredda dell'Africa, con temperature più basse fino a 1,4 °C in estate.^[82] Infine, anche il campo magnetico terrestre e i cicli di oscillazione ENSO si rivelarono fattori chiave nella variabilità climatica nella regione subtropicale. Le cicatrici periglaciali negli altopiani orientali del Lesotho potrebbero aver subito dei cambiamenti morfologici in corrispondenza della piccola era glaciale.^[83] Un'altra ricostruzione archeologica dal Sudafrica rivela l'ascesa del popolo del Grande Zimbabwe favorita dall'aumento delle precipitazioni rispetto ad altre aree popolate da tribù rivali, come i Mapungubwe.^[84]

Oltre alle oscillazioni riguardanti la temperatura, i dati dell'Africa orientale equatoriale suggeriscono dei cambiamenti sul ciclo idrologico alla fine del 1700. Le ricostruzioni dei dati storici dei dieci principali laghi africani indicano che un episodio di «siccità e prosciugamento» si verificò in tutta l'Africa orientale.^[85] Anche gli specchi d'acqua sopravvissuti videro drastiche riduzioni delle loro profondità. È molto probabile che la gente del posto potesse attraversare il lago Ciad, tra gli altri, e che i periodi di «intensa siccità rappresentasse una costante». Ciò significa che le comunità locali probabilmente si scontrarono in logoranti conflitti o preferirono migrare altrove, poiché praticare l'agricoltura su suoli praticamente riarsi era impossibile.^[85]

Antartide

Nel 1989, si diede inizio in Antartide al progetto GISP2, a cui parteciparono diversi scienziati di tutto il mondo allo scopo di ottenere una carota di ghiaccio di 3.000 metri di lunghezza, funzionale a ricostruire i dati climatici relativi agli ultimi 200.000 anni. Kreutz et al. (1997) hanno confrontato i risultati ottenuti scoprendo che la piccola era glaciale coinvolse anche il continente più remoto della Terra.^[86] Un sedimento oceanico estratto nel bacino orientale di Bransfield, nella penisola antartica, ha consentito di ricostruire eventi di diversi secoli or sono, ricollegati dagli autori alla piccola era glaciale e al periodo caldo medievale (PCM).^[87] Gli autori hanno sostenuto: «Emergono anche altri eventi climatici inspiegabili paragonabili per durata e ampiezza agli eventi della PEG e del PCM».^[87]

Sulla base degli studi avvenuti dopo il GISP2, si è scoperto che presso il duomo di ghiaccio di Siple si verificò un evento climatico coincidente con quello della piccola era glaciale nel Nord Atlantico. Il periodo freddo in esame risulta l'evento climatico più travagliato nella documentazione glaciochimica dell'Olocene a Siple.^[88] La carota di ghiaccio estratta in loco conteneva anche il più alto tasso di strati di fusione (fino all'8%) tra il 1550 e il 1700, molto probabilmente a causa delle estati calde.^[89] Le carote di ghiaccio presso il duomo di Law lasciano trapelare livelli inferiori di CO₂ tra il 1550 e il 1800, con Etheridge e Steele che ritengono tale dato «probabilmente frutto del clima globale più freddo».^[90]

I nuclei di sedimenti studiati nel bacino di Bransfield, nella penisola antartica, hanno consentito di apprendere dei dati sulle diatomee e sul cambio della loro distribuzione durante la piccola era glaciale, così come delle variazioni dei taxa del ghiaccio marino.^[91] Gli isotopi stabili estratti dal sito della carota di ghiaccio del monte Erebus Saddle suggeriscono che la regione del Mare di Ross aveva registrato temperature medie di 1,6 ± 1,4 °C più algidi durante la piccola era glaciale rispetto agli ultimi 150 anni.^[92]

Australia e Nuova Zelanda

La sua posizione nell'emisfero meridionale impedì all'Australia di subire le stesse variazioni di temperatura patite dall'Europa o dal Nord America. Invece, la piccola era glaciale australiana si contraddistinse per un clima umido e piovoso, seguito da secchi maggiormente secchi e addirittura a tratti aridi nel XIX secolo.^[93]

Come segnalato da Tibby et al. (2018) in una loro pubblicazione, i dati scoperti analizzando i laghi nel Victoria, nel Nuovo Galles del Sud e nel Queensland suggeriscono che le condizioni nell'est e nel sud-est dell'Australia risultarono umide e insolitamente fresche dal XVI all'inizio del XIX secolo. Tale andamento coincide con il "picco" della piccola era glaciale globale avvenuto tra il 1594 e il 1722. A titolo di esempio, il tasso di precipitazioni azzardato dal 1500 circa al 1850 presso il lago Swallow, nel Queensland, dovette risultare alto e coincidere con quantità di poggia costanti e non trascurabili, a volte superiori a 300 mm.^[93] Le piogge si ridussero significativamente dopo il 1890 circa. Allo stesso modo, i dati ricostruiti con riferimento alla storia della salinità del lago Surprise svelano alti livelli di umidità intorno al 1440-1880 e un aumento della salinità dal 1860 al 1880 comportarono un cambiamento negativo nel clima un tempo umido.^[94] La metà del XIX secolo segnò un notevole cambiamento nel numero di precipitazioni e nel tasso di umidità dell'Australia orientale.

Tibby et al. (2018) segnalano che, nell'Australia orientale, i cambiamenti paleoclimatici innescati dalla piccola era glaciale alla fine del 1800 coincisero con le innovazioni agricole introdotte dagli europei. Dopo l'istituzione nel 1788 di colonie britanniche in Australia, concentrate soprattutto nelle regioni orientali e in città come Sydney e poi Melbourne e Brisbane, gli inglesi introdussero innanzitutto la pastorizia.^[93] Tali pratiche richiedevano programmi su vasta scala di deforestazione e la rimozione della vegetazione. La pastorizia e il disboscamento sono immortalati in opere d'arte come il dipinto del 1833 del famoso paesaggista John Glover Patterdale Landscape with Cattle.

Nel secolo successivo, la deforestazione contribuì a una riduzione della biodiversità, a un'eccessiva erosione del suolo eolica e idrica e a un impoverimento delle terre, più esposte al rischio di sterilità.^[95] Inoltre, come sostenuto da Gordan et al. (2003), le trasformazioni del paesaggio causate anche dalla deforestazione comportarono una riduzione del 10% del flusso di vapore acqueo prima in movimento nell'atmosfera. Ciò si verificò anche nell'Australia occidentale, dove la bonifica del territorio del XIX secolo comportò un calo delle precipitazioni.^[96] Dal 1850 al 1890, le pratiche agricole antropiche, concentrate nell'Australia orientale, avevano verosimilmente accelerato l'essiccazione e l'aridificazione che segnò la fine della piccola era glaciale.

Nel nord, le prove suggeriscono condizioni abbastanza secche, ma i nuclei di corallo della grande barriera corallina lasciano intuire precipitazioni simili a quelle odierne, malgrado con una variabilità minore. Uno studio funzionale ad analizzare gli isotopi nei coralli della barriera corallina ha suggerito che l'aumento del trasporto di vapore acqueo dagli oceani tropicali meridionali ai poli contribuì alla piccola era glaciale.^[97] Le trivellazioni dei pozzi suggeriscono che, negli ultimi 500 anni, il XVII secolo si rivelò il più freddo del continente.^[98] Il metodo di ricostruzione della temperatura dei pozzi indica inoltre che il surriscaldamento dell'Australia negli ultimi cinque secoli è pari soltanto a circa la metà di quello sperimentato dall'emisfero boreale, dato che dimostra ulteriormente come l'Australia non fu intaccata dal freddo alla stessa maniera di altre zone del pianeta.^[98]

Sulla costa occidentale delle Alpi meridionali della Nuova Zelanda, il ghiacciaio Franz Josef avanzò rapidamente durante la piccola era glaciale e raggiunse la sua massima estensione all'inizio del XVIII secolo. Si trattò di uno dei pochi casi in cui un ghiacciaio si fece strada in una foresta pluviale.^[99] Grazie ai dati proxy emersi da analisi dendrocronologiche, si è dedotto che il ghiacciaio contribuì a un'anomalia di temperatura di -0,56 °C nel corso della piccola era glaciale sull'isola.^[100] Sulla base della datazione di un lichene giallo-verde del sottogenere Rhizocarpon, il ghiacciaio Mueller, situato sul versante orientale delle Alpi meridionali all'interno del Parco nazionale Aoraki/Mount Cook, si ritiene abbia raggiunto la sua massima estensione tra il 1725 e il 1730.^[101]

Isole del Pacifico

I dati sul livello delle acque marine presso le isole del Pacifico suggeriscono che esso fosse sceso, forse nel corso due fasi, tra il 1270 e il 1475. Tale evento venne associato a un calo della temperatura di 1,5°C, come determinato dall'analisi degli isotopi di ossigeno e come osservato dall'aumento della frequenza di El Niño.^[102] Le analisi sui coralli del Pacifico tropicale indicano che la frequenza di El Niño-Southern aumentò di intensità a metà del XVII secolo.^[103] Uno studio sui foraminiferi ha indicato che la corrente indo-pacifica era calda e salina tra il 1000 e il 1400, con temperature approssimativamente simili alle medie attuali, ma che si raffreddò dal 1400 in poi e che raggiunse le temperature più basse nel 1700. Una simile ricostruzione è coerente con il passaggio dal caldo della metà dell'Olocene alla piccola era glaciale.^[104] Il vicino Pacifico sudoccidentale, tuttavia, sperimentò condizioni più calde della media nel corso della piccola era glaciale, che si pensa siano dovute all'aumento degli alisei, i quali accrebbero l'evaporazione e la salinità nella regione. Si pensa che le notevoli differenze di temperatura tra le latitudini più elevate e l'equatore abbiano portato a condizioni più secche nelle regioni subtropicali.^[105] Delle analisi particolarmente approfondite del lago Raraku (sedimentologiche, mineralogiche, geochimiche organiche e inorganiche, ecc.), situato sull'isola di Pasqua, indicano che la località fu esposta a due parentesi aride che portarono a decenni siccitosi. La prima si verificò tra il 500 e il 1200, mentre la seconda in concomitanza della piccola era glaciale, ovvero dal 1570 al 1720.^[106] Tra le due fasi appena menzionate, l'isola conobbe un periodo umido che andò dal 1200 al 1570. Proprio tale lasso temporale coincise con il periodo più florido vissuto dalla civiltà Rapa Nui.^[107]

Sudamerica

I dati dendrocronologici studiati in Patagonia lasciano emergere episodi di freddo dal 1270 al 1380 e dal 1520 al 1670, ovvero in contemporanea con i medesimi eventi avvenuti nell'emisfero settentrionale.^[108]^[109] Otto carote sedimentarie prelevate presso il lago Puyehue, situato in Cile al confine tra la regione di Los Lagos e la regione di Los Ríos, hanno consentito di confermare una costante tendenza umida nell'arco temporale compreso fra il 1470 e il 1700, evento ritenuto dagli autori un indicatore regionale dell'inizio della piccola era glaciale.^[110] Una pubblicazione del 2009 realizzata da Inka Meyer e Sebastian Wagner descrive in dettaglio le condizioni più fredde e più umide sperimentare nel sud-est del Sud America tra il 1550 e il 1800 sulla base delle prove ottenute tramite diversi proxy e modelli dendrocronologici.^[111] Le tre carote di ghiaccio sugli isotopi di ossigeno rilevati sulle Ande attestano due secoli di temperature fredde compresi tra il 1600 e il 1800.^[112]

La spedizione di Antonio de Vea giunse presso il lago di San Rafael nel 1675 attraversando il Río Témpanos (in spagnolo "Fiume ghiacciato"). Gli spagnoli non menzionavano la presenza di lastre di ghiaccio, ma affermavano che il ghiacciaio San Rafael non si estendeva molto nel lago. Nel 1766, un'altra spedizione notò che il ghiacciaio aveva raggiunto lo specchio d'acqua e segnalavano il distacco del ghiaccio che aveva generato grandi iceberg. Il geografo tedesco Hans Steffen visitò l'area nel 1898 e notò che il ghiacciaio si era spinto assai all'interno del lago. Sebbene si tratti soltanto di un'ipotesi azzardata da alcuni studiosi, si ritiene che tali documenti storici attesterebbero un abbassamento generale delle temperature nell'area tra il 1675 e il 1898: «Le segnalazioni sul PEG nella Patagonia settentrionale, dedotte attraverso l'uso di fonti documentarie, forniscono prove importanti e sufficienti per consentire di pensare all'accadimento di questo fenomeno anche nella regione sudamericana».^[113] Nel 2001, i confini del ghiacciaio apparivano notevolmente ridimensionati rispetto al 1675.^[113]

Vi è chi ipotizza che tutti i ghiacciai del Gran Campo Nevado vicino allo stretto di Magellano abbiano raggiunto la loro estensione più ampia dell'intera epoca dell'Olocene durante la piccola era glaciale.^[114]

Cause

Gli scienziati hanno identificato alcune possibili cause predominanti per la piccola era glaciale: la diminuzione dell'attività solare e l'aumento dell'attività vulcanica e variazioni nella circolazione termoalina. Tuttavia, mancando elementi certi e assoluti, vi sono altre ipotesi che tentano di spiegarne le cause.

Attività solare

Nel periodo compreso tra il 1645 e il 1715, proprio nell'intervallo centrale della piccola era glaciale, le macchie solari rilevate furono insolitamente poche, con alcuni anni senza la rilevazione di alcuna macchia (l'osservazione delle macchie solari e la loro catalogazione iniziò intorno al 1610, qualche anno dopo l'invenzione del telescopio). Questo periodo di ridotta attività solare è conosciuto come minimo di Maunder e combaciò con il periodo più rigido della piccola era glaciale. Un altro periodo di ridotta attività solare, noto come minimo di Spörer, corrisponde a un significativo periodo freddo tra il 1460 e il 1550.^[115] Attualmente non è noto nessun collegamento diretto tra basso numero di macchie solari e basse temperature terrestri.^[116]^[117] Altri indicatori di una bassa attività solare in questo periodo sono rappresentati dai livelli di carbonio-14 e di berillio-10.^[118] Recenti studi effettuati studiando carotaggi di ghiaccio prelevati in Groenlandia hanno determinato i minimi di attività solare degli ultimi 1000 anni analizzando l'isotopo del berillio-10; questo è creato dall'interazione dei raggi cosmici con il ghiaccio.

Attività vulcanica

Durante la piccola era glaciale il mondo sperimentò un aumento dell'attività vulcanica.^[119] Quando un vulcano erutta, le sue ceneri raggiungono le parti alte dell'atmosfera e da qui possono espandersi anche su tutta la Terra. Queste nuvole di cenere possono bloccare parte delle radiazioni solari, causando di conseguenza un raffreddamento del clima che può protrarsi fino a un paio di anni dall'eruzione. Le eruzioni emettono anche zolfo sotto forma di anidride solforosa (SO₂). Quando questo gas raggiunge la stratosfera si trasforma in particelle di acido solforico che riflettono i raggi solari, riducendo così ulteriormente la quantità di radiazione solare che raggiunge il suolo terrestre.

Nel 1815 l'eruzione del vulcano Tambora in Indonesia ricoprì l'atmosfera di ceneri; l'anno seguente, il 1816, è conosciuto come l'anno senza estate: gelo e neve furono segnalati in giugno e in luglio sia nella Nuova Inghilterra (la parte nord-est degli Stati Uniti) che nel Nord Europa.^[120] Poco prima dell'inizio della piccola era glaciale vi fu invece la grande eruzione del Samalas del 1257, sempre in Indonesia, di proporzioni simili a quella del Tambora,^[121] che secondo certi autori potrebbe aver contribuito (assieme ad altre tre eruzioni più piccole, e non ancora identificate, intorno a 1268, 1275 e 1284) all'innescarsi di tale periodo di raffreddamento.^[122] Circa due secoli dopo, un'altra grande eruzione, quella del Kuwae a Vanuatu nel 1452-53, potrebbe aver contribuito al persistere delle basse temperature.^[123] Altri vulcani che furono in eruzione durante la piccola era glaciale e di conseguenza possono aver contribuito al raffreddamento del clima, includono il Billy Mitchell (Papua Nuova Guinea) nel 1580, il Mount Parker (Filippine) nel 1641, il Long Island (Papua Nuova Guinea) nel 1660 e l'Huaynaputina (Perù) nel 1600.^[120]

Circolazione termoalina

Vari indizi affermerebbero che un'ulteriore causa della piccola era glaciale (e delle ere glaciali in genere) possa essere rappresentata da un rallentamento della circolazione termoalina, che avrebbe influenzato sia la Corrente del Golfo (contribuisce infatti al clima temperato dell'emisfero settentrionale) che altre correnti oceaniche.^[124]^[125]^[126] La circolazione potrebbe essere stata rallentata dall'immissione di un grande quantitativo di acqua fredda nell'Atlantico settentrionale a causa dello scioglimento dei ghiacci provocato dal rialzo termico verificatosi nel precedente periodo noto come Periodo caldo medievale, con un conseguente temporaneo rallentamento della corrente del Golfo.^[127]^[128]^[129]

C'è anche qualche timore che un nuovo rallentamento della circolazione termoalina possa avvenire nuovamente in seguito all'attuale periodo di riscaldamento del clima mondiale.^[130]^[131]

Galleria d'immagini

The Frozen Thames (Il Tamigi ghiacciato), 1677
Winter Landscape with a Bird Trap (Paesaggio invernale con trappola per uccelli), 1565, Pieter Bruegel il Vecchio
Pattinaggio invernale sul canale principale di Pompenburg, (Rotterdam), 1825. Bartholomeus Johannes van Hove

Note

^ Nella letteratura anglosassone anche LIA, little ice age.
^ Michael E Mann, Little Ice Age (PDF), su meteo.psu.edu.
^ H. H. Lamb, The cold Little Ice Age climate of about 1550 to 1800, in Climate: Present, Past and Future, vol. 107, Grove 2004:4, 1977.
^ Glossario del Nasa Earth Observatory, su earthobservatory.nasa.gov.
^ (EN) London Encyclopaedia; Or, Universal Dictionary of Science, Art, Literature and Practical Mechanics: Comprising a Popular View of the Present State of Knowledge, Thomas Tegg, 1829, p. 654. URL consultato il 2 giugno 2018.
^ Climate Change 2001: The Scientific Basis, su grida.no, UNEP/GRID-Arendal. URL consultato il 2 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2006).
^ Evénements météorologiques de l'an 1400 à l'an 1499 - Prévision météo, su prevision-meteo.ch. URL consultato il 16 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2012).
^ hiver 1400 - 1800 - www.alertes-meteo.com
^ Archivio Notizie Il Clima nella storia - MeteoGiornale.it
^ (EN) Jon Meacham, Pandemics of the Past, su The New York Times, 7 maggio 2020, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 29 aprile 2022.
^ ^a ^b (EN) Jonathan Cowie, Climate change: biological and human aspects, Cambridge University Press, 2007, p. 164, ISBN 978-0-521-69619-7.
^ (EN) Caroline Davies, Part of River Thames freezes amid sub-zero temperatures, su The Guardian, 12 febbraio 2021. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ ^a ^b ^c (EN) M. Lockwood et al., Frost fairs, sunspots and the Little Ice Age, in Astronomy and Geophyssics, vol. 58, n. 2, aprile 2017, pp. 2.17-2.23, DOI:10.1093/astrogeo/atx057, ISSN 2115-7251 (WC · ACNP).
^ (EN) Spencer C. Tucker, The Roots and Consequences of Civil Wars and Revolutions: Conflicts that Changed World History, ABC-CLIO, 2017, p. 178, ISBN 978-14-40-84294-8.
^ Monia Sangermano, Accadde oggi: nel 1783 la devastante eruzione del Laki, in Islanda, su meteoweb.eu, 8 giugno 2016. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ What Did They Eat? – Icelandic food from the Settlement through the Middle Ages, su gestgjafinn.is. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2012).
^ ^a ^b (EN) The Sun's chilly impact on Earth, su NASA. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ ^a ^b ^c (EN) Hubert H. Agnello, Little Ice Age, in Climate, history and the modern world, Londra, Routledge, 1995, pp. 211-241, ISBN 978-0-415-12734-9.
^ (ES) Arquivo de eventos históricos – Pagina 4 – MeteoPT.com – Fórum de Meteorologia, su MeteoPT.com, 17 luglio 2012. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2009).
^ Elena Ogliari e Giacomo Zanolin, Monti e vette: Tra geografia e letteratura, Mimesis, 2019, p. 89, ISBN 978-88-57-55825-7.
^ (EN) Evan T. Jones, Rose Hewlett e Anson W. Mackay, Weird weather in Bristol during the Grindelwald Fluctuation (1560–1630), in Weather, vol. 76, n. 4, 5 maggio 2021, pp. 104-110, DOI:10.1002/wea.3846.
^ (EN) Dale Anderson, Christopher Gavett, Jane Bingham e Peter Chrisp, Exploring the Middle Ages, Marshall Cavendish, 2006, p. 268, ISBN 978-07-61-47613-9.
^ (EN) Elizabeth Ewanu e Janay Nugent, Finding the Family in Medieval and Early Modern Scotland, Ashgate, 2008, p. 153, ISBN 978-0-7546-6049-1.
^ (EN) David Whitehouse, Stradivarius' sound 'due to Sun', su BBC, 17 dicembre 2003. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ Le tempeste solari e i violinidi Stradivari, su La Stampa, 21 febbraio 2011. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ (EN) James Burke, Connections: Thunder in the Skies, 21 settembre 1978.
^ Brian Fagan, La rivoluzione del clima, Sperling & Kupfer, 2001, p. 44, ISBN 978-88-20-03183-1.
^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f ^g ^h ⁱ (EN) Wolfgang Behringer, 5554519604 The Persecution of Witches as Restoration of Order: The Case of Germany, 1590s–1650s, in Climatic Change, vol. 43, 1999, pp. 335-351, DOI:10.1023/A:100 5554519604.
^ (EN) Dagomar Degroot, The Frigid Golden Age: Climate Change, the Little Ice Age, and the Repubblica olandese, 1560–1720, New York, Cambridge University Press, 2018, p. 6, ISBN 978-11-08-41931-4.
^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f (EN) Emily Oster, Witchcraft, Weather and Economic Growth in Renaissance Europe, in The Journal of Economic Perspectives, vol. 18, n. 1, 2004, pp. 215-228, DOI:10.1257/089533004773563502.
^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f ^g ^h ⁱ Wolfgang Behringer, Storia culturale del clima: Dall'Era glaciale al Riscaldamento globale, Bollati Boringhieri, 2013, pp. 110-150, ISBN 978-88-33-97227-5.
^ ^a ^b ^c ^d ^e Geoffrey Parker, The Little Ice Age, in Global Crisis: War, Climate Change, & Catastrophe in the Seventeenth Century, Yale University Press, 2013, pp. 3-25, ISBN 978-0-300-20863-4.
^ ^a ^b (EN) Hartmut Lehmann, The Persecution of Witches as Restoration of Order: The Case of Germany, 1590s–1650s, in Central European History, vol. 21, n. 2, 1988, pp. 107-121, DOI:10.1017/S000893890001270X.
^ ^a ^b (EN) John D. Post, Climatic Variability and the European Mortality Wave of the Early 1740s, in The Journal of Interdisciplinary History, vol. 15, n. 1, 1984, pp. 1-30, DOI:10.2307/203592.
^ (EN) Part 12 of Annals of Loch Cé, su Corpus of Electronic Texts, University College Cork.
^ (EN) Samantha A. Meigs, Reformations in Ireland: Tradition and Confessionalism, 1400-1690, Springer, 1997, ISBN 978-13-49-25710-2.
^ ^a ^b ^c (EN) Douglas Macdougall, Frozen Earth: The Once and Future Story of Ice Ages, University of California Press, 2004, p. 225, ISBN 978-0-520-24824-3.
^ ^a ^b ^c (EN) David Huddart e Tim Stott, Earth Environments: Past, present and future, Wiley, 2010, p. 863, ISBN 978-0-470-74960-9.
^ ^a ^b ^c (EN) Dagomar Degroot, The Frigid Golden Age: Climate Change, the Little Ice Age, and the Dutch Republic, 1560–1720, New York, Cambridge University Press, 2018, p. 254, ISBN 978-11-08-41931-4.
^ (EN) William Burroughs, New Scientist, in New Scientist Careers Guide: The Employer Contacts Book for Scientists, Reed Business Information, 18 dicembre 1980, p. 768, ISSN 0262-4079 (WC · ACNP).
^ (EN) John E. Thornes e John Constable, John Constable's skies: a fusion of art and science, Continuum Internazionale, 1999, p. 32, ISBN 978-1-902459-02-8.
^ (EN) Kilsyth Curling, su paperclip.org.uk. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ (EN) The Story So Far!!!, su Gourock Curling Club, 2009. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2012).
^ Robert Delort e François Walter, Storia dell'ambiente europeo, Edizioni Dedalo, 2002, p. 221, ISBN 978-88-22-00551-9.
^ Gianluca Bocchi, Le frontiere della vita: Dai fossili al cosmo, Edizioni Studium S.r.l., 2022, p. 29, ISBN 978-88-38-25191-7.
^ Paola Corti, Storia delle migrazioni internazionali, Gius.Laterza & Figli Spa, 2015, p. 13, ISBN 978-88-58-10061-5.
^ (EN) Edward Dutton e Michael Woodley of Menie, Capitolo 10: Does This Mean that Civilizations Always Rise and Fall?, in At Our Wits' End: Why We're Becoming Less Intelligent and What It Means for the Future, Exeter, Imprint Academic, 2018, ISBN 978-18-45-40985-2.
^ (EN) Robert Wuthnow, The Restructuring of American Religion: Society and Faith since World War II, Princeton University Press, 2021, pp. 320-321, ISBN 978-06-91-22421-3.
^ (EN) W.A. Kenyon e J.R. Turnbull, The battle of James Bay, Toronto, Macmillan Company of Canada Limited, 1971, p. 41.
^ (EN) Wallace S. Broecker, Was a change in thermohaline circulation responsible for the Little Ice Age?, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 97, n. 4, 2000, pp. 1339-1342, DOI:10.1073/pnas.97.4.1339.
^ (EN) Ice Ages, su NPS. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2005).
^ (EN) Carolyn Arden Malkin e Carolyn Arden, Mountains and Valleys, Infobase Publishing, 2009, p. 74, ISBN 978-07-9109707-6.
^ ^a ^b ^c (EN) T.M. Cronin et al., Medieval Warm Period, Little Ice Age and 20th century temperature variability from Chesapeake Bay, in Global and Planetary Change, vol. 36, 1ª ed., 2003, p. 17, DOI:10.1016/S0921-8181(02)00161-3.
^ (EN) John D. Cox, Weather For Dummies, 2ª ed., John Wiley & Sons, 2021, p. 261, ISBN 978-11-19-81102-2.
^ (EN) Dagomar Degroot, Did European colonisation precipitate the Little Ice Age?, su aeon, 12 aprile 2019. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ (EN) Brendan Wolfe, Little Ice Age and Colonial Virginia, su The Encyclopedia Virginia, 7 dicembre 2020. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ (EN) Ossomocomuck and The Lost Colony, su virtual-jamestown.com. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ ^a ^b ^c ^d (EN) Karen Ordahl Kupperman, Climate and Mastery of the Wilderness in Seventeenth-Century New England, su Società coloniale del Massachusetts. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ (EN) Sam White, Unpuzzling American Climate: New World Experience and the Foundations of a New Science, in Iside, vol. 106, n. 3, 2015, pp. 544-566, DOI:10.1086/683166.
^ (EN) David A. Hodell, Mark Brennero, Jason H. Curtis e Roger Medina-González, Climate change on the Yucatan Peninsula during the Little Ice Age, in Quaternary Research, vol. 63, n. 2, 2005, p. 109, DOI:10.1016/j.yqres.2004.11.004.
^ (EN) Ma. del Socorro Lozano-García, Margarita Caballero e Susana Sosa, Tracing the effects of the Little Ice Age in the tropical lowlands of eastern Mesoamerica, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 104, n. 41, 2007, pp. 16200-16203, DOI:10.1073/pnas.0707896104.
^ (EN) John Turner e Gareth J. Marshall, Climate Change in the Polar Regions, Cambridge University Press, 2011, p. 211, ISBN 978-11-07-37709-7.
^ (EN) Abrupt Climate Changes Revisited: How Serious and How Likely?, su USGCRP Seminar, US Global Change Research Program, 23 febbraio 1998.
^ (EN) Michael Mann, Little Ice Age (PDF), in Encyclopedia of Global Environmental Change, vol. 1, John Wiley & Sons, 2003.
^ ^a ^b ^c (EN) Paul Reiter, From Shakespeare to Defoe: Malaria in England in the Little Ice Age, in Emerging Infectious Diseases, vol. 6, n. 1, 2000, pp. 1-11, DOI:10.3201/eid0601.000101.
^ (EN) Kam-biu Liu, Caiming Shen e Kin-Sheun Louie, A 1,000-Year History of Typhoon Landfalls in Guangdong, Southern China, Reconstructed from Chinese Historical Documentary Records, in Annals of the Association of American Geographers, vol. 91, n. 3, 2001, pp. 453-464, DOI:10.1111/0004-5608.00253.
^ (EN) Ka-wai Fan, Climatic change and dynastic cycles in Chinese history: A review essay, in Climate Change, vol. 101, 3-4, 2010, pp. 565-573, DOI:10.1007/s10584-009-9702-3.
^ Wejuan Cai e Shuyan Yn, The freeze disasters in the Little Ice Age of Ming and Qing Dynasties in the Guanzhong Region, in Journal of Arid Land Resources and Environment, vol. 23, n. 3, College of Tourism and Environmental Sciences, Shaanxi Normal University, marzo 2009, p. 119.
^ Xian Zhang, Xiaohua Shao e Tao Wang, Regional Climate Characteristics in China during the Little Ice Age, in Journal of Nanjing University of Information Science and Technology: Natural Science Edition, vol. 4, n. 1, 3 maggio 2013, pp. 317-325.
^ (CH) Zhu KeZhen, 中国近五千年来气候变迁的初步研究 [Uno studio preliminare del cambiamento climatico in Cina negli ultimi 5.000 anni], in Acta Archaeologica Sinica, vol. 1, n. 1, gennaio 1972, p. 25.
^ ^a ^b ^c (EN) Jie Xiao, Guozhang Zheng, Zhengsheng Guo e Lisha Yan, Climate change and social response during the heyday of the little ice age in the Ming and Qing dynasty, in Journal of Arid Land Resources and Environment, College of Geography Science, Shanxi Normal University, vol. 32, n. 6, giugno 2018, p. 80, DOI:10.13448/j.cnki .jalre.2018.176.
^ ^a ^b (CH) Shamming Yi, 明朝灭亡与"小冰期 [La caduta della dinastia Ming e la "piccola era glaciale"], in Journal of Social Science of the North China University of Water Conservancy and Electric Power, vol. 1, n. 5, maggio 2015, p. 3. URL consultato il 30 aprile 2022.
^ Lingbo Xiao, Xiuqi Fang, Jingyun Zheng e Wanyi Zhao, Famine, Migration and War: Comparison of Climate Change Impacts and Social Responses in North China between the Late Ming and Late Qing Dynasties, in Holocene, vol. 25, n. 6, giugno 2015, pp. 900-910, DOI:10.1177/0959683615572851.
^ (EN) Ann Rowan, The 'Little Ice Age' in the Himalaya: A review of glacier advance driven by Northern Hemisphere temperature change, in The Holocene, vol. 27, n. 2, 1º febbraio 2017, pp. 292-308, DOI:10.1177/0959683616658530. URL consultato il 2 maggio 2022.
^ (EN) Ethan Lee, Jonathan Carrivick, Duncan J. Quincey e Simon Cuoco, Accelerated mass loss of Himalayan glaciers since the Little Ice Age, vol. 11, n. 1, 20 dicembre 2021, p. 24284, DOI:10.1038/s41598-021-03805-8, ISSN 2045-2322 (WC · ACNP).
^ (EN) From Zardaris to Makranis: how the Baloch came to Sindh, su The Express Tribune, 28 marzo 2014. URL consultato il 2 maggio 2022.
^ (EN) Thomas C. Johnson, Sylvia L. Barry, Yvonne Chan e Paul Wilkinson, Decadal record of climate variability spanning the past 700 yr in the Southern Tropics of East Africa (PDF), in Geology, vol. 29, n. 1, 2001, p. 83, DOI:10.1130/0091-7613(2001)029<0083:drocvs>2.0.co;2. URL consultato il 2 maggio 2022.
^ ^a ^b (EN) P.D. Tyson et al., The Little Ice Age and medieval warming in South Africa (PDF), in South African Journal of Science, n. 96, marzo 2000, pp. 121-125. URL consultato il 2 maggio 2022.
^ (EN) Richard G. Klein, The Earlier Stone Age of Southern Africa, in The South African Archaeological Bulletin, vol. 55, n. 172, dicembre 2000, pp. 107-122, DOI:10.2307/3888960, ISSN 0038-1969 (WC · ACNP).
^ (EN) Thomas C. Johnson, Sylvia L. Barry, Yvonne Chan e Paul Wilkinson, Decadal record of climate variability spanning the past 700 yr in the Southern Tropics of East Africa, in Geology, vol. 29, n. 1, 2001, p. 83, DOI:10.1130/0091-7613(2001)029<0083:DROCVS>2.0.CO;2.
^ (EN) K. Holmgren, P.D. Tyson, A. Moberg e O. Svanered, A preliminary 3000-year regional temperature reconstruction for South Africa, in South African Journal of Science, vol. 97, 2001, pp. 49-51. URL consultato il 2 maggio 2022.
^ (EN) H.S. Sundqvist, K. Holmgren, J. Fohlmeister e Q. Zhang, Evidence of a large cooling between 1690 and 1740 AD in Southern Africa, in Scientific Reports, vol. 3, n. 1, dicembre 2013, p. 1767, DOI:10.1038/srep01767, ISSN 2045-2322 (WC · ACNP).
^ (EN) Mason W. MacKay, Marion K. Bamford, Stefan W. Grab e Jennifer M. Fitchett, 2016/20160045 A multi-disciplinary review of late Quaternary palaeoclimates and environments for Lesotho, in South African Journal of Science, vol. 112, 2016, DOI:10.17159/sajs. 2016/20160045.
^ (EN) Thomas N. Huffman, Archaeological evidence for climatic change during the last 2000 years in Southern Africa, in Quaternary International, vol. 33, gennaio 1996, pp. 55-60, DOI:10.1016/1040-6182(95)00095-x, ISSN 1040-6182 (WC · ACNP).
^ ^a ^b (EN) Sharon E. Nicholson e Xungang Yin, Rainfall Conditions in Equatorial East Africa during the Nineteenth Century as Inferred from the Record of Lake Victoria, in Climatic Change, vol. 48, n. 2/3, 2001, pp. 387-398, DOI:10.1023/a:1010736008362, ISSN 0165-0009 (WC · ACNP).
^ (EN) K.J. Kreutz, Bipolar Changes in Atmospheric Circulation During the Little Ice Age, in Science, vol. 277, 5330ª ed., 1997, pp. 1294-1296, DOI:10.1126/science.277.5330.1294.
^ ^a ^b Boo-Keun Khim, Ho Il Yoon, Cheon Yun Kang e Jang Jun Bahk, Unstable Climate Oscillations during the Late Holocene in the Eastern Bransfield Basin, Antarctic Peninsula, in Quaternary Research, vol. 58, n. 3, 2002, p. 234, DOI:10.1006/qres.2002.2371.
^ (EN) Siple Dome Glaciochemistry, su nsidc.org. URL consultato il 2 maggio 2022.
^ Sarah B. Das e Richard B. Alley, Clues to changing WAIS Holocene summer temperatures from variations in melt-layer frequency in the Siple Dome ice core, su igloo.gsfc.nasa.gov. URL consultato il 2 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2006).
^ D.M. Etheridge, L.P. Steele, R.L. Langenfelds e R.J. Francey, Historical CO₂ Records from the Law Dome DE08, DE08-2, and DSS Ice Cores, su Carbon Dioxide Information Analysis Center, Oak Ridge National Laboratory, U.S. Department of Energy, Oak Ridge, Tenn.
^ (EN) M. Angeles Bárcena et al., Record of Holocene glacial oscillations in Bransfield Basin as revealed by siliceous microfossil assemblages, in Antarctic Science, vol. 10, n. 3, 1998, p. 269, DOI:10.1017/S0954102098000364.
^ (EN) R.H. Rodi et al., Little Ice Age climate and oceanic conditions of the Ross Sea, Antarctica from a coastal ice core record, in Climate of the Past, vol. 8, n. 4, 2012, p. 1223, DOI:10.5194/cp-8-1223-2012.
^ ^a ^b ^c (EN) J. Tibby, J.J. Tyler e C. Barr, Post little ice age drying of eastern Australia conflates understanding of early settlement impacts, in Quaternary Science Reviews, vol. 202, 15 dicembre 2018, pp. 45-54.
^ (EN) D. Mercer e P. Marden, Ecologically Sustainable Development in a 'Quarry' Economy: One Step Forward, Two Steps Back, in Geographical Research, n. 44, 2006, pp. 183-202, DOI:10.1111/j.1745-5871.2006.00376.x.
^ (EN) L. Gordon, M. Dunlop e B. Foran, Land cover change and water vapour flows: learning from Australia, in Fil. Trans. Biol. Sci., n. 385, 2003, pp. 1973-1984.
^ (EN) U.S. Nair et al., The role of land use change on the development and evolution of the west coast trough, convective clouds, and precipitation in Southwest Australia, in Journal of Geophysical Research Atmospheres, n. 116, 2011, p. D7.
^ (EN) Erica J. Hendy et al., Abrupt Decrease in Tropical Pacific Sea Surface Salinity at End of Little Ice Age, in Science, vol. 5559, n. 295, 2002, pp. 1511-1514, DOI:10.1126/scienza.1067693.
^ ^a ^b (EN) Henry N. Pollack, Shaopeng Huang e Jason E. Smerdon, Five centuries of climate change in Australia: The view from underground, in Journal of Quaternary Science, vol. 21, n. 7, 2006, p. 701, DOI:10.1002/jqs.1060.
^ (EN) Brian M. Fagan, The Little Ice Age: How Climate Made History 1300-1850, Hachette UK, 2019, p. 151, ISBN 978-0-465-02272-4.
^ Andrew Lorrey, Nicholas Fauchreau, Craig Stanton e Petra Pearce, The Little Ice Age climate of New Zealand reconstructed from South Alps cirque glaciers: A synoptic type approach, in Climate Dynamics, giugno 2013, pp. 11-12, DOI:10.1007/s00382-013-1876-8.
^ (EN) Stefan Winkler, The 'Little Ice Age' maximum in the Southern Alps, New Zealand: Preliminary results at Mueller Glacier, in The Holocene, vol. 10, n. 5, 2000, pp. 643-547, DOI:10.1191/095968300666087656.
^ (EN) Patrick D. Nun, Environmental Catastrophe in the Pacific Islands around A.D. 1300, in Geoarcheology, vol. 15, n. 7, 2000, pp. 715-740, DOI:10.1002/1520-6548(200010)15:7<715::AID- GEA4>3.0.CO;2-L.
^ (EN) Kim M. Cobb, Chris Charles, Hai Cheng e R. Lawrence Edwards, The Medieval Cool Period and the Little Warm Age in the Central Tropical Pacific? Fossil Coral Climate Records of the Last Millennium, su pac.ne.jp. URL consultato il 2 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2003).
^ (EN) Julie S. Field e Peter, V. Lape, Paleoclimates and the emergence of fortifications in the tropical Pacific islands, in Journal of Anthropological Archaeology, vol. 29, n. 1, Elsevier Inc., marzo 2010, pp. 113-124, DOI:10.1016/j.jaa.2009.11.001.
^ (EN) E.J. Hendy, Abrupt Decrease in Tropical Pacific Sea Surface Salinity at End of Little Ice Age, in Science, vol. 295, n. 5559, 22 febbraio 2002, pp. 1511-1514, DOI:10.1126/science.1067693, ISSN 0036-8075 (WC · ACNP).
^ (EN) Valenti Rull, Drought, freshwater availability and cultural resilience on Easter Island (SE Pacific) during the Little Ice Age, vol. 30, n. 5, Sage Publications, 5 gennaio 2020, pp. 774-780, Bibcode:2020Holoc..30..774R, DOI:10.1177/0959683619895587.
^ (EN) Beverley Haun, Inventing 'Easter Island', University of Toronto Press, 2008, p. 8, ISBN 978-08-02-09888-7.
^ (EN) Ricardo Villalba, Climatic fluctuations in northern Patagonia during the last 1000 years as inferred from tree-ring records (PDF), in Ricerca quaternaria, vol. 34, n. 3, 1990, pp. 346-360, DOI:10.1016/0033- 5894(90)90046-N.
^ (EN) Ricardo Villalba, Tree-ring and glacial evidence for the medieval warm epoch and the little ice age in southern South America, in Climatic Change, vol. 26, n. 2-3, 1994, pp. 183-197, DOI:10.1007/BF01092413.
^ (EN) Sébastien Bertrand et al., Temporal evolution of sediment supply in Lago Puyehue (Southern Chile) during the last 600 yr and its climatic significance, in Quaternary Research, vol. 64, n. 2, 2005, p. 163, DOI:10.1016/j.yqres.2005.06.005.
^ (EN) Inka Meyer e Sebastian Wagner, The Little Ice Age in Southern South America: Proxy and Model Based Evidence, in Past Climate Variability in South America and Surrounding Regions, collana Developments in Paleoenvironmental Research, vol. 14, 2009, pp. 395-412, DOI:10.1007/978-90-481- 2672-9_16, ISBN 978-90-481-2671-2.
^ (EN) L.G. Thompson et al., Tropical Glacier and Ice Core Evidence of Climate Change on Annual to Millennial Time Scales, in Climate Variability and Change in High Elevation Regions: Past, Present & Future, collana Advances in Global Change Research, vol. 15, 2003, p. 137, DOI:10.1007/978-94-015-1252-7_8, ISBN 978-90-481-6322-9.
^ ^a ^b (EN) Alberto Araneda et al., Historical records of San Rafael glacier advances (North Patagonian Icefield): Another clue to 'Little Ice Age' timing in southern Chile?, in Holocene, vol. 17, n. 7, 2007, p. 987, DOI:10.1177/0959683607082414.
^ (EN) Johannes Koch e Rolf Kilian, 'Little Ice Age' glacier fluctuations, Gran Campo Nevado, southernmost Chile (PDF), in The Holocene, vol. 15, n. 1, 2005, pp. 20-28, DOI:10.1191/0959683605hl780rp.
^ Geoffrey Parker, Lesley M. Smith, The general crisis of the seventeenth century, Routledge, 1997, pp. 287, 288, ISBN 978-0-415-16518-1.
^ Radiative Forcing of Climate Change: Expanding the Concept and Addressing Uncertainties, National Research Council, National Academy Press, Washington, D.C., p. 29, 2005.
^ Sunspot Activity at 8,000-Year High Space.com Astronomy October 27, 2004
^ Thomas J. Crowley, Causes of Climate Change Over the Past 1000 Years, in Science, vol. 289, n. 5477, 14 luglio 2000, pp. 270–277, DOI:10.1126/science.289.5477.270, PMID 10894770.
^ Alan Robock, The "Little Ice Age": Northern Hemisphere Average Observations and Model Calculations, in Science, vol. 206, n. 4425, 21 dicembre 1979, pp. 1402–1404, DOI:10.1126/science.206.4425.1402, PMID 17739301.
^ ^a ^b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore aspects
^ Chris Newhall, Stephen Self e Alan Robock, Anticipating future Volcanic Explosivity Index (VEI) 7 eruptions and their chilling impacts, in Geosphere, vol. 14, n. 2, 28 febbraio 2018, pp. 572–603, DOI:10.1130/GES01513.1. URL consultato il 7 novembre 2021.
^ (EN) Didier Swingedouw, Juliette Mignot e Pablo Ortega, Impact of explosive volcanic eruptions on the main climate variability modes, in Global and Planetary Change, vol. 150, 1º marzo 2017, pp. 24–45, DOI:10.1016/j.gloplacha.2017.01.006. URL consultato il 7 novembre 2021.
^ (EN) Gifford H. Miller, Áslaug Geirsdóttir e Yafang Zhong, Abrupt onset of the Little Ice Age triggered by volcanism and sustained by sea-ice/ocean feedbacks, in Geophysical Research Letters, vol. 39, n. 2, 2012, DOI:10.1029/2011GL050168. URL consultato il 7 novembre 2021.
^ Broecker, Wallace S. Was a change in thermohaline circulation responsible for the Little Ice Age?. 2000. The National Academy of Sciences (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC34299/)
^ A Chilling Possibility Archiviato il 17 marzo 2010 in Internet Archive.
^ Hopkin, Michael. Gulf Stream weakened in 'Little Ice Age'. 2006. MacMillan Publishers Ltd.) http://www.bioedonline.org/news/news.cfm?art=2966)
^ Fagan, Brian. 2002. The Little Ice Age: how climate made history, 1300-1850. New York. Basic Books. (http://books.google.com/books?id=LwvkmXt5fQUC&dq=little+ice+age&printsec=frontcover&source=bl&ots=K20FcKEWuF&sig=nsZtwoJro47cyH1YuUmY-XvUhzg&hl=en&ei=7bUrS53AJcGEnQef9bWACQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=8&ved=0CB4Q6AEwBw#v=onepage&q=ocean%20conveyor&f=false
^ Villanueva, John Carl. Little Ice Age. Universe Today. (http://www.universetoday.com/guide-to-space/earth/little-ice-age/)
^ Pittenger, Richard F. and Gagosian, Robert B. Global Warming Could Have a Chilling Effect on the Military.( Copia archiviata, su ndu.edu. URL consultato il 29 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2009).)
^ Britain faces big chill as ocean current slows - Times Online
^ (EN) Hot Planet - Cold Comfort. Only a Little Ice Age , nella stagione 15, episodio 5, su chedd-angier.com, PBS, 2005 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2006).

Bibliografia

Emmanuel Le Roy Ladurie, Tempo di festa, tempo di carestia. Storia del clima dall'anno mille, Torino 1982
H.H. Lamb, Climate, history and the modern world, London - New York 1982
D. Camuffo, Clima e uomo, Milano 1990
Clima e storia: studi di storia interdisciplinare, a cura di Robert I. Rotberg e Theodore K. Rabb, Milano 1991
The year without a summer? World climate in 1816, edited by C. R. Harington, Ottawa 1992
M. Pinna, Le variazioni del clima: dall'ultima grande glaciazione alle prospettive per il 21. secolo, Milano 1996
A. Navarra, A. Pinchera, Il clima, Roma 2000
P. Acot, Storia del clima: dal big bang alle catastrofi climatiche, Roma 2004
Che tempo faceva? Variazioni del clima e conseguenze sul popolamento umano. Fonti, metodologie e prospettive, a cura di Luca Bonardi, Milano 2004
E. Le Roy Ladurie, Canicules et glaciers (13.-14. siècle), Histoire humaine et comparée du climat, vol. 1, Paris 2004.
Furio Gallina, Gli anni del vulcano. Le conseguenze dell'eruzione del Tambora (1815) nei distretti di Padova, Camposampiero e Piazzola sul Brenta, Alta Padovana, n. 17/18, dicembre 2012, pp. 42–61.
Geoffrey Parker, Lesley M. Smith, The general crisis of the seventeenth century, Routledge, 1997

Voci correlate

Altri progetti

Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piccola era glaciale

Collegamenti esterni

(IT, DE, FR) Piccola era glaciale, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
(EN) Medieval Cool Period, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
(EN) Stephen T. Jackson e John P. Rafferty, Little Ice Age, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

Controllo di autorità	GND (DE) 4743707-8

Portale Medioevo

Portale Meteorologia

Portale Scienze della Terra

[1] Nella letteratura anglosassone anche LIA, little ice age.

[2] Michael E Mann, Little Ice Age (PDF), su meteo.psu.edu.

[3] H. H. Lamb, The cold Little Ice Age climate of about 1550 to 1800, in Climate: Present, Past and Future, vol. 107, Grove 2004:4, 1977.

[4] Glossario del Nasa Earth Observatory, su earthobservatory.nasa.gov.

[5] (EN) London Encyclopaedia; Or, Universal Dictionary of Science, Art, Literature and Practical Mechanics: Comprising a Popular View of the Present State of Knowledge, Thomas Tegg, 1829, p. 654. URL consultato il 2 giugno 2018.

[Was_there_a_“Little_Ice_Age”_and_a_“Medieval_Warm_Period”?-6] Climate Change 2001: The Scientific Basis, su grida.no, UNEP/GRID-Arendal. URL consultato il 2 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2006).

[7] Evénements météorologiques de l'an 1400 à l'an 1499 - Prévision météo, su prevision-meteo.ch. URL consultato il 16 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2012).

[8] ver 1400 - 1800 - www.alertes-meteo.com

[9] Archivio Notizie Il Clima nella storia - MeteoGiornale.it

[10] (EN) Jon Meacham, Pandemics of the Past, su The New York Times, 7 maggio 2020, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 29 aprile 2022.

[cow164-11] (EN) Jonathan Cowie, Climate change: biological and human aspects, Cambridge University Press, 2007, p. 164, ISBN 978-0-521-69619-7.

[12] (EN) Caroline Davies, Part of River Thames freezes amid sub-zero temperatures, su The Guardian, 12 febbraio 2021. URL consultato il 30 aprile 2022.

[lock1-13] (EN) M. Lockwood et al., Frost fairs, sunspots and the Little Ice Age, in Astronomy and Geophyssics, vol. 58, n. 2, aprile 2017, pp. 2.17-2.23, DOI:10.1093/astrogeo/atx057, ISSN 2115-7251 (WC · ACNP).

[14] (EN) Spencer C. Tucker, The Roots and Consequences of Civil Wars and Revolutions: Conflicts that Changed World History, ABC-CLIO, 2017, p. 178, ISBN 978-14-40-84294-8.

[15] Monia Sangermano, Accadde oggi: nel 1783 la devastante eruzione del Laki, in Islanda, su meteoweb.eu, 8 giugno 2016. URL consultato il 30 aprile 2022.

[16] What Did They Eat? – Icelandic food from the Settlement through the Middle Ages, su gestgjafinn.is. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2012).

[svs-17] (EN) The Sun's chilly impact on Earth, su NASA. URL consultato il 30 aprile 2022.

[Lamb1995-18] (EN) Hubert H. Agnello, Little Ice Age, in Climate, history and the modern world, Londra, Routledge, 1995, pp. 211-241, ISBN 978-0-415-12734-9.

[19] (ES) Arquivo de eventos históricos – Pagina 4 – MeteoPT.com – Fórum de Meteorologia, su MeteoPT.com, 17 luglio 2012. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2009).

[20] Elena Ogliari e Giacomo Zanolin, Monti e vette: Tra geografia e letteratura, Mimesis, 2019, p. 89, ISBN 978-88-57-55825-7.

[21] (EN) Evan T. Jones, Rose Hewlett e Anson W. Mackay, Weird weather in Bristol during the Grindelwald Fluctuation (1560–1630), in Weather, vol. 76, n. 4, 5 maggio 2021, pp. 104-110, DOI:10.1002/wea.3846.

[22] (EN) Dale Anderson, Christopher Gavett, Jane Bingham e Peter Chrisp, Exploring the Middle Ages, Marshall Cavendish, 2006, p. 268, ISBN 978-07-61-47613-9.

[23] (EN) Elizabeth Ewanu e Janay Nugent, Finding the Family in Medieval and Early Modern Scotland, Ashgate, 2008, p. 153, ISBN 978-0-7546-6049-1.

[24] (EN) David Whitehouse, Stradivarius' sound 'due to Sun', su BBC, 17 dicembre 2003. URL consultato il 30 aprile 2022.

[25] Le tempeste solari e i violinidi Stradivari, su La Stampa, 21 febbraio 2011. URL consultato il 30 aprile 2022.

[26] (EN) James Burke, Connections: Thunder in the Skies, 21 settembre 1978.

[Fagan-27] Brian Fagan, La rivoluzione del clima, Sperling & Kupfer, 2001, p. 44, ISBN 978-88-20-03183-1.

[Behringer1999-28] ^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f ^g ^h ⁱ (EN) Wolfgang Behringer, 5554519604 The Persecution of Witches as Restoration of Order: The Case of Germany, 1590s–1650s, in Climatic Change, vol. 43, 1999, pp. 335-351, DOI:10.1023/A:100 5554519604.

[29] (EN) Dagomar Degroot, The Frigid Golden Age: Climate Change, the Little Ice Age, and the Repubblica olandese, 1560–1720, New York, Cambridge University Press, 2018, p. 6, ISBN 978-11-08-41931-4.

[:1-30] ^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f (EN) Emily Oster, Witchcraft, Weather and Economic Growth in Renaissance Europe, in The Journal of Economic Perspectives, vol. 18, n. 1, 2004, pp. 215-228, DOI:10.1257/089533004773563502.

[:2-31] ^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f ^g ^h ⁱ Wolfgang Behringer, Storia culturale del clima: Dall'Era glaciale al Riscaldamento globale, Bollati Boringhieri, 2013, pp. 110-150, ISBN 978-88-33-97227-5.

[:3-32] Geoffrey Parker, The Little Ice Age, in Global Crisis: War, Climate Change, & Catastrophe in the Seventeenth Century, Yale University Press, 2013, pp. 3-25, ISBN 978-0-300-20863-4.

[:5-33] (EN) Hartmut Lehmann, The Persecution of Witches as Restoration of Order: The Case of Germany, 1590s–1650s, in Central European History, vol. 21, n. 2, 1988, pp. 107-121, DOI:10.1017/S000893890001270X.

[:02-34] (EN) John D. Post, Climatic Variability and the European Mortality Wave of the Early 1740s, in The Journal of Interdisciplinary History, vol. 15, n. 1, 1984, pp. 1-30, DOI:10.2307/203592.

[35] (EN) Part 12 of Annals of Loch Cé, su Corpus of Electronic Texts, University College Cork.

[36] (EN) Samantha A. Meigs, Reformations in Ireland: Tradition and Confessionalism, 1400-1690, Springer, 1997, ISBN 978-13-49-25710-2.

[neu1-37] (EN) Douglas Macdougall, Frozen Earth: The Once and Future Story of Ice Ages, University of California Press, 2004, p. 225, ISBN 978-0-520-24824-3.

[hud863-38] (EN) David Huddart e Tim Stott, Earth Environments: Past, present and future, Wiley, 2010, p. 863, ISBN 978-0-470-74960-9.

[deg254-39] (EN) Dagomar Degroot, The Frigid Golden Age: Climate Change, the Little Ice Age, and the Dutch Republic, 1560–1720, New York, Cambridge University Press, 2018, p. 254, ISBN 978-11-08-41931-4.

[40] (EN) William Burroughs, New Scientist, in New Scientist Careers Guide: The Employer Contacts Book for Scientists, Reed Business Information, 18 dicembre 1980, p. 768, ISSN 0262-4079 (WC · ACNP).

[41] (EN) John E. Thornes e John Constable, John Constable's skies: a fusion of art and science, Continuum Internazionale, 1999, p. 32, ISBN 978-1-902459-02-8.

[42] (EN) Kilsyth Curling, su paperclip.org.uk. URL consultato il 30 aprile 2022.

[43] (EN) The Story So Far!!!, su Gourock Curling Club, 2009. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2012).

[44] Robert Delort e François Walter, Storia dell'ambiente europeo, Edizioni Dedalo, 2002, p. 221, ISBN 978-88-22-00551-9.

[45] Gianluca Bocchi, Le frontiere della vita: Dai fossili al cosmo, Edizioni Studium S.r.l., 2022, p. 29, ISBN 978-88-38-25191-7.

[46] Paola Corti, Storia delle migrazioni internazionali, Gius.Laterza & Figli Spa, 2015, p. 13, ISBN 978-88-58-10061-5.

[47] (EN) Edward Dutton e Michael Woodley of Menie, Capitolo 10: Does This Mean that Civilizations Always Rise and Fall?, in At Our Wits' End: Why We're Becoming Less Intelligent and What It Means for the Future, Exeter, Imprint Academic, 2018, ISBN 978-18-45-40985-2.

[48] (EN) Robert Wuthnow, The Restructuring of American Religion: Society and Faith since World War II, Princeton University Press, 2021, pp. 320-321, ISBN 978-06-91-22421-3.

[49] (EN) W.A. Kenyon e J.R. Turnbull, The battle of James Bay, Toronto, Macmillan Company of Canada Limited, 1971, p. 41.

[50] (EN) Wallace S. Broecker, Was a change in thermohaline circulation responsible for the Little Ice Age?, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 97, n. 4, 2000, pp. 1339-1342, DOI:10.1073/pnas.97.4.1339.

[51] (EN) Ice Ages, su NPS. URL consultato il 30 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2005).

[52] (EN) Carolyn Arden Malkin e Carolyn Arden, Mountains and Valleys, Infobase Publishing, 2009, p. 74, ISBN 978-07-9109707-6.

[cro17-53] (EN) T.M. Cronin et al., Medieval Warm Period, Little Ice Age and 20th century temperature variability from Chesapeake Bay, in Global and Planetary Change, vol. 36, 1ª ed., 2003, p. 17, DOI:10.1016/S0921-8181(02)00161-3.

[54] (EN) John D. Cox, Weather For Dummies, 2ª ed., John Wiley & Sons, 2021, p. 261, ISBN 978-11-19-81102-2.

[55] (EN) Dagomar Degroot, Did European colonisation precipitate the Little Ice Age?, su aeon, 12 aprile 2019. URL consultato il 30 aprile 2022.

[56] (EN) Brendan Wolfe, Little Ice Age and Colonial Virginia, su The Encyclopedia Virginia, 7 dicembre 2020. URL consultato il 30 aprile 2022.

[57] (EN) Ossomocomuck and The Lost Colony, su virtual-jamestown.com. URL consultato il 30 aprile 2022.

[kup-58] (EN) Karen Ordahl Kupperman, Climate and Mastery of the Wilderness in Seventeenth-Century New England, su Società coloniale del Massachusetts. URL consultato il 30 aprile 2022.

[59] (EN) Sam White, Unpuzzling American Climate: New World Experience and the Foundations of a New Science, in Iside, vol. 106, n. 3, 2015, pp. 544-566, DOI:10.1086/683166.

[60] (EN) David A. Hodell, Mark Brennero, Jason H. Curtis e Roger Medina-González, Climate change on the Yucatan Peninsula during the Little Ice Age, in Quaternary Research, vol. 63, n. 2, 2005, p. 109, DOI:10.1016/j.yqres.2004.11.004.

[61] (EN) Ma. del Socorro Lozano-García, Margarita Caballero e Susana Sosa, Tracing the effects of the Little Ice Age in the tropical lowlands of eastern Mesoamerica, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 104, n. 41, 2007, pp. 16200-16203, DOI:10.1073/pnas.0707896104.

[62] (EN) John Turner e Gareth J. Marshall, Climate Change in the Polar Regions, Cambridge University Press, 2011, p. 211, ISBN 978-11-07-37709-7.

[63] (EN) Abrupt Climate Changes Revisited: How Serious and How Likely?, su USGCRP Seminar, US Global Change Research Program, 23 febbraio 1998.

[64] (EN) Michael Mann, Little Ice Age (PDF), in Encyclopedia of Global Environmental Change, vol. 1, John Wiley & Sons, 2003.

[cdc-65] (EN) Paul Reiter, From Shakespeare to Defoe: Malaria in England in the Little Ice Age, in Emerging Infectious Diseases, vol. 6, n. 1, 2000, pp. 1-11, DOI:10.3201/eid0601.000101.

[Liu2001-66] (EN) Kam-biu Liu, Caiming Shen e Kin-Sheun Louie, A 1,000-Year History of Typhoon Landfalls in Guangdong, Southern China, Reconstructed from Chinese Historical Documentary Records, in Annals of the Association of American Geographers, vol. 91, n. 3, 2001, pp. 453-464, DOI:10.1111/0004-5608.00253.

[67] (EN) Ka-wai Fan, Climatic change and dynastic cycles in Chinese history: A review essay, in Climate Change, vol. 101, 3-4, 2010, pp. 565-573, DOI:10.1007/s10584-009-9702-3.

[68] Wejuan Cai e Shuyan Yn, The freeze disasters in the Little Ice Age of Ming and Qing Dynasties in the Guanzhong Region, in Journal of Arid Land Resources and Environment, vol. 23, n. 3, College of Tourism and Environmental Sciences, Shaanxi Normal University, marzo 2009, p. 119.

[69] Xian Zhang, Xiaohua Shao e Tao Wang, Regional Climate Characteristics in China during the Little Ice Age, in Journal of Nanjing University of Information Science and Technology: Natural Science Edition, vol. 4, n. 1, 3 maggio 2013, pp. 317-325.

[70] (CH) Zhu KeZhen, 中国近五千年来气候变迁的初步研究 [Uno studio preliminare del cambiamento climatico in Cina negli ultimi 5.000 anni], in Acta Archaeologica Sinica, vol. 1, n. 1, gennaio 1972, p. 25.

[xia80-71] (EN) Jie Xiao, Guozhang Zheng, Zhengsheng Guo e Lisha Yan, Climate change and social response during the heyday of the little ice age in the Ming and Qing dynasty, in Journal of Arid Land Resources and Environment, College of Geography Science, Shanxi Normal University, vol. 32, n. 6, giugno 2018, p. 80, DOI:10.13448/j.cnki .jalre.2018.176.

[yi3-72] (CH) Shamming Yi, 明朝灭亡与"小冰期 [La caduta della dinastia Ming e la "piccola era glaciale"], in Journal of Social Science of the North China University of Water Conservancy and Electric Power, vol. 1, n. 5, maggio 2015, p. 3. URL consultato il 30 aprile 2022.

[73] Lingbo Xiao, Xiuqi Fang, Jingyun Zheng e Wanyi Zhao, Famine, Migration and War: Comparison of Climate Change Impacts and Social Responses in North China between the Late Ming and Late Qing Dynasties, in Holocene, vol. 25, n. 6, giugno 2015, pp. 900-910, DOI:10.1177/0959683615572851.

[74] (EN) Ann Rowan, The 'Little Ice Age' in the Himalaya: A review of glacier advance driven by Northern Hemisphere temperature change, in The Holocene, vol. 27, n. 2, 1º febbraio 2017, pp. 292-308, DOI:10.1177/0959683616658530. URL consultato il 2 maggio 2022.

[75] (EN) Ethan Lee, Jonathan Carrivick, Duncan J. Quincey e Simon Cuoco, Accelerated mass loss of Himalayan glaciers since the Little Ice Age, vol. 11, n. 1, 20 dicembre 2021, p. 24284, DOI:10.1038/s41598-021-03805-8, ISSN 2045-2322 (WC · ACNP).

[76] (EN) From Zardaris to Makranis: how the Baloch came to Sindh, su The Express Tribune, 28 marzo 2014. URL consultato il 2 maggio 2022.

[77] (EN) Thomas C. Johnson, Sylvia L. Barry, Yvonne Chan e Paul Wilkinson, Decadal record of climate variability spanning the past 700 yr in the Southern Tropics of East Africa (PDF), in Geology, vol. 29, n. 1, 2001, p. 83, DOI:10.1130/0091-7613(2001)029<0083:drocvs>2.0.co;2. URL consultato il 2 maggio 2022.

[tys121125-78] (EN) P.D. Tyson et al., The Little Ice Age and medieval warming in South Africa (PDF), in South African Journal of Science, n. 96, marzo 2000, pp. 121-125. URL consultato il 2 maggio 2022.

[79] (EN) Richard G. Klein, The Earlier Stone Age of Southern Africa, in The South African Archaeological Bulletin, vol. 55, n. 172, dicembre 2000, pp. 107-122, DOI:10.2307/3888960, ISSN 0038-1969 (WC · ACNP).

[80] (EN) Thomas C. Johnson, Sylvia L. Barry, Yvonne Chan e Paul Wilkinson, Decadal record of climate variability spanning the past 700 yr in the Southern Tropics of East Africa, in Geology, vol. 29, n. 1, 2001, p. 83, DOI:10.1130/0091-7613(2001)029<0083:DROCVS>2.0.CO;2.

[81] (EN) K. Holmgren, P.D. Tyson, A. Moberg e O. Svanered, A preliminary 3000-year regional temperature reconstruction for South Africa, in South African Journal of Science, vol. 97, 2001, pp. 49-51. URL consultato il 2 maggio 2022.

[82] (EN) H.S. Sundqvist, K. Holmgren, J. Fohlmeister e Q. Zhang, Evidence of a large cooling between 1690 and 1740 AD in Southern Africa, in Scientific Reports, vol. 3, n. 1, dicembre 2013, p. 1767, DOI:10.1038/srep01767, ISSN 2045-2322 (WC · ACNP).

[83] (EN) Mason W. MacKay, Marion K. Bamford, Stefan W. Grab e Jennifer M. Fitchett, 2016/20160045 A multi-disciplinary review of late Quaternary palaeoclimates and environments for Lesotho, in South African Journal of Science, vol. 112, 2016, DOI:10.17159/sajs. 2016/20160045.

[84] (EN) Thomas N. Huffman, Archaeological evidence for climatic change during the last 2000 years in Southern Africa, in Quaternary International, vol. 33, gennaio 1996, pp. 55-60, DOI:10.1016/1040-6182(95)00095-x, ISSN 1040-6182 (WC · ACNP).

[nic387398-85] (EN) Sharon E. Nicholson e Xungang Yin, Rainfall Conditions in Equatorial East Africa during the Nineteenth Century as Inferred from the Record of Lake Victoria, in Climatic Change, vol. 48, n. 2/3, 2001, pp. 387-398, DOI:10.1023/a:1010736008362, ISSN 0165-0009 (WC · ACNP).

[86] (EN) K.J. Kreutz, Bipolar Changes in Atmospheric Circulation During the Little Ice Age, in Science, vol. 277, 5330ª ed., 1997, pp. 1294-1296, DOI:10.1126/science.277.5330.1294.

[khi234-87] Boo-Keun Khim, Ho Il Yoon, Cheon Yun Kang e Jang Jun Bahk, Unstable Climate Oscillations during the Late Holocene in the Eastern Bransfield Basin, Antarctic Peninsula, in Quaternary Research, vol. 58, n. 3, 2002, p. 234, DOI:10.1006/qres.2002.2371.

[88] (EN) Siple Dome Glaciochemistry, su nsidc.org. URL consultato il 2 maggio 2022.

[89] Sarah B. Das e Richard B. Alley, Clues to changing WAIS Holocene summer temperatures from variations in melt-layer frequency in the Siple Dome ice core, su igloo.gsfc.nasa.gov. URL consultato il 2 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2006).

[90] D.M. Etheridge, L.P. Steele, R.L. Langenfelds e R.J. Francey, Historical CO₂ Records from the Law Dome DE08, DE08-2, and DSS Ice Cores, su Carbon Dioxide Information Analysis Center, Oak Ridge National Laboratory, U.S. Department of Energy, Oak Ridge, Tenn.

[91] (EN) M. Angeles Bárcena et al., Record of Holocene glacial oscillations in Bransfield Basin as revealed by siliceous microfossil assemblages, in Antarctic Science, vol. 10, n. 3, 1998, p. 269, DOI:10.1017/S0954102098000364.

[92] (EN) R.H. Rodi et al., Little Ice Age climate and oceanic conditions of the Ross Sea, Antarctica from a coastal ice core record, in Climate of the Past, vol. 8, n. 4, 2012, p. 1223, DOI:10.5194/cp-8-1223-2012.

[tib4554-93] (EN) J. Tibby, J.J. Tyler e C. Barr, Post little ice age drying of eastern Australia conflates understanding of early settlement impacts, in Quaternary Science Reviews, vol. 202, 15 dicembre 2018, pp. 45-54.

[94] (EN) D. Mercer e P. Marden, Ecologically Sustainable Development in a 'Quarry' Economy: One Step Forward, Two Steps Back, in Geographical Research, n. 44, 2006, pp. 183-202, DOI:10.1111/j.1745-5871.2006.00376.x.

[95] (EN) L. Gordon, M. Dunlop e B. Foran, Land cover change and water vapour flows: learning from Australia, in Fil. Trans. Biol. Sci., n. 385, 2003, pp. 1973-1984.

[96] (EN) U.S. Nair et al., The role of land use change on the development and evolution of the west coast trough, convective clouds, and precipitation in Southwest Australia, in Journal of Geophysical Research Atmospheres, n. 116, 2011, p. D7.

[97] (EN) Erica J. Hendy et al., Abrupt Decrease in Tropical Pacific Sea Surface Salinity at End of Little Ice Age, in Science, vol. 5559, n. 295, 2002, pp. 1511-1514, DOI:10.1126/scienza.1067693.

[pol701-98] (EN) Henry N. Pollack, Shaopeng Huang e Jason E. Smerdon, Five centuries of climate change in Australia: The view from underground, in Journal of Quaternary Science, vol. 21, n. 7, 2006, p. 701, DOI:10.1002/jqs.1060.

[99] (EN) Brian M. Fagan, The Little Ice Age: How Climate Made History 1300-1850, Hachette UK, 2019, p. 151, ISBN 978-0-465-02272-4.

[100] Andrew Lorrey, Nicholas Fauchreau, Craig Stanton e Petra Pearce, The Little Ice Age climate of New Zealand reconstructed from South Alps cirque glaciers: A synoptic type approach, in Climate Dynamics, giugno 2013, pp. 11-12, DOI:10.1007/s00382-013-1876-8.

[101] (EN) Stefan Winkler, The 'Little Ice Age' maximum in the Southern Alps, New Zealand: Preliminary results at Mueller Glacier, in The Holocene, vol. 10, n. 5, 2000, pp. 643-547, DOI:10.1191/095968300666087656.

[102] (EN) Patrick D. Nun, Environmental Catastrophe in the Pacific Islands around A.D. 1300, in Geoarcheology, vol. 15, n. 7, 2000, pp. 715-740, DOI:10.1002/1520-6548(200010)15:7<715::AID- GEA4>3.0.CO;2-L.

[103] (EN) Kim M. Cobb, Chris Charles, Hai Cheng e R. Lawrence Edwards, The Medieval Cool Period and the Little Warm Age in the Central Tropical Pacific? Fossil Coral Climate Records of the Last Millennium, su pac.ne.jp. URL consultato il 2 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2003).

[104] (EN) Julie S. Field e Peter, V. Lape, Paleoclimates and the emergence of fortifications in the tropical Pacific islands, in Journal of Anthropological Archaeology, vol. 29, n. 1, Elsevier Inc., marzo 2010, pp. 113-124, DOI:10.1016/j.jaa.2009.11.001.

[105] (EN) E.J. Hendy, Abrupt Decrease in Tropical Pacific Sea Surface Salinity at End of Little Ice Age, in Science, vol. 295, n. 5559, 22 febbraio 2002, pp. 1511-1514, DOI:10.1126/science.1067693, ISSN 0036-8075 (WC · ACNP).

[106] (EN) Valenti Rull, Drought, freshwater availability and cultural resilience on Easter Island (SE Pacific) during the Little Ice Age, vol. 30, n. 5, Sage Publications, 5 gennaio 2020, pp. 774-780, Bibcode:2020Holoc..30..774R, DOI:10.1177/0959683619895587.

[107] (EN) Beverley Haun, Inventing 'Easter Island', University of Toronto Press, 2008, p. 8, ISBN 978-08-02-09888-7.

[108] (EN) Ricardo Villalba, Climatic fluctuations in northern Patagonia during the last 1000 years as inferred from tree-ring records (PDF), in Ricerca quaternaria, vol. 34, n. 3, 1990, pp. 346-360, DOI:10.1016/0033- 5894(90)90046-N.

[109] (EN) Ricardo Villalba, Tree-ring and glacial evidence for the medieval warm epoch and the little ice age in southern South America, in Climatic Change, vol. 26, n. 2-3, 1994, pp. 183-197, DOI:10.1007/BF01092413.

[110] (EN) Sébastien Bertrand et al., Temporal evolution of sediment supply in Lago Puyehue (Southern Chile) during the last 600 yr and its climatic significance, in Quaternary Research, vol. 64, n. 2, 2005, p. 163, DOI:10.1016/j.yqres.2005.06.005.

[111] (EN) Inka Meyer e Sebastian Wagner, The Little Ice Age in Southern South America: Proxy and Model Based Evidence, in Past Climate Variability in South America and Surrounding Regions, collana Developments in Paleoenvironmental Research, vol. 14, 2009, pp. 395-412, DOI:10.1007/978-90-481- 2672-9_16, ISBN 978-90-481-2671-2.

[112] (EN) L.G. Thompson et al., Tropical Glacier and Ice Core Evidence of Climate Change on Annual to Millennial Time Scales, in Climate Variability and Change in High Elevation Regions: Past, Present & Future, collana Advances in Global Change Research, vol. 15, 2003, p. 137, DOI:10.1007/978-94-015-1252-7_8, ISBN 978-90-481-6322-9.

[Araneda2006-113] (EN) Alberto Araneda et al., Historical records of San Rafael glacier advances (North Patagonian Icefield): Another clue to 'Little Ice Age' timing in southern Chile?, in Holocene, vol. 17, n. 7, 2007, p. 987, DOI:10.1177/0959683607082414.

[114] (EN) Johannes Koch e Rolf Kilian, 'Little Ice Age' glacier fluctuations, Gran Campo Nevado, southernmost Chile (PDF), in The Holocene, vol. 15, n. 1, 2005, pp. 20-28, DOI:10.1191/0959683605hl780rp.

[Geoffrey1997-115] Geoffrey Parker, Lesley M. Smith, The general crisis of the seventeenth century, Routledge, 1997, pp. 287, 288, ISBN 978-0-415-16518-1.

[116] Radiative Forcing of Climate Change: Expanding the Concept and Addressing Uncertainties, National Research Council, National Academy Press, Washington, D.C., p. 29, 2005.

[117] Sunspot Activity at 8,000-Year High Space.com Astronomy October 27, 2004

[118] Thomas J. Crowley, Causes of Climate Change Over the Past 1000 Years, in Science, vol. 289, n. 5477, 14 luglio 2000, pp. 270–277, DOI:10.1126/science.289.5477.270, PMID 10894770.

[119] Alan Robock, The "Little Ice Age": Northern Hemisphere Average Observations and Model Calculations, in Science, vol. 206, n. 4425, 21 dicembre 1979, pp. 1402–1404, DOI:10.1126/science.206.4425.1402, PMID 17739301.

[aspects-120] Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore aspects

[121] Chris Newhall, Stephen Self e Alan Robock, Anticipating future Volcanic Explosivity Index (VEI) 7 eruptions and their chilling impacts, in Geosphere, vol. 14, n. 2, 28 febbraio 2018, pp. 572–603, DOI:10.1130/GES01513.1. URL consultato il 7 novembre 2021.

[122] (EN) Didier Swingedouw, Juliette Mignot e Pablo Ortega, Impact of explosive volcanic eruptions on the main climate variability modes, in Global and Planetary Change, vol. 150, 1º marzo 2017, pp. 24–45, DOI:10.1016/j.gloplacha.2017.01.006. URL consultato il 7 novembre 2021.

[123] (EN) Gifford H. Miller, Áslaug Geirsdóttir e Yafang Zhong, Abrupt onset of the Little Ice Age triggered by volcanism and sustained by sea-ice/ocean feedbacks, in Geophysical Research Letters, vol. 39, n. 2, 2012, DOI:10.1029/2011GL050168. URL consultato il 7 novembre 2021.

[124] Broecker, Wallace S. Was a change in thermohaline circulation responsible for the Little Ice Age?. 2000. The National Academy of Sciences (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC34299/)

[125] A Chilling Possibility Archiviato il 17 marzo 2010 in Internet Archive.

[126] Hopkin, Michael. Gulf Stream weakened in 'Little Ice Age'. 2006. MacMillan Publishers Ltd.) http://www.bioedonline.org/news/news.cfm?art=2966)

[127] Fagan, Brian. 2002. The Little Ice Age: how climate made history, 1300-1850. New York. Basic Books. (http://books.google.com/books?id=LwvkmXt5fQUC&dq=little+ice+age&printsec=frontcover&source=bl&ots=K20FcKEWuF&sig=nsZtwoJro47cyH1YuUmY-XvUhzg&hl=en&ei=7bUrS53AJcGEnQef9bWACQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=8&ved=0CB4Q6AEwBw#v=onepage&q=ocean%20conveyor&f=false

[128] Villanueva, John Carl. Little Ice Age. Universe Today. (http://www.universetoday.com/guide-to-space/earth/little-ice-age/)

[129] Pittenger, Richard F. and Gagosian, Robert B. Global Warming Could Have a Chilling Effect on the Military.( Copia archiviata, su ndu.edu. URL consultato il 29 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2009).)

[130] Britain faces big chill as ocean current slows - Times Online

[131] (EN) Hot Planet - Cold Comfort. Only a Little Ice Age , nella stagione 15, episodio 5, su chedd-angier.com, PBS, 2005 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2006).

[1]

[2]

[3]

[4]

[5]

[6]

[7]

[8]

[9]

[10]

[11]

[12]

[13]

[14]

[15]

[16]

[17]

[18]

[19]

[20]

[21]

[22]

[23]

[24]

[25]

[26]

[27]

[28]

[29]

[30]

[31]

[32]

[33]

[34]

[35]

[36]

[37]

[38]

[39]

[40]

[41]

[42]

[43]

[44]

[45]

[46]

[47]

[48]

[49]

[50]

[51]

[52]

[53]

[54]

[55]

[56]

[57]

[58]

[59]

[60]

[61]

[62]

[63]

[64]

[65]

[66]

[67]

[68]

[69]

[70]

[71]

[72]

[73]

[74]

[75]

[76]

[77]

[78]

[79]

[80]

[81]

[82]

[83]

[84]

[85]

[86]

[87]

[88]

[89]

[90]

[91]

[92]

[93]

[94]

[95]

[96]

[97]

[98]

[99]

[100]

@@ Riga 4: / Riga 4: @@
 == Descrizione ==
-[[File:The Frozen Thames 1677.jpg|thumb|''The Frozen Thames'' (Il Tamigi ghiacciato)]]
+[[File:The Frozen Thames 1677.jpg|miniatura|''Il Tamigi ghiacciato'', 1677]]
-[[File:Pieter Bruegel d. Ä. 093.jpg|thumb|''Winter Landscape with a Bird Trap'' (Paesaggio invernale con trappola per uccelli), 1565, [[Pieter Bruegel il Vecchio]]]]
 Questo periodo fu preceduto da un lungo periodo di temperature relativamente elevate chiamato [[periodo caldo medievale]]. Dal [[1300]] infatti si assistette ad un graduale avanzamento dei [[ghiacciaio|ghiacciai]] che nel periodo precedente si erano ritirati molto o erano scomparsi, e si ebbe anche la formazione di nuovi. Tali ghiacciai arrivarono al culmine della loro estensione intorno al [[1850]], quando le temperature ripresero ad aumentare causando una nuova riduzione della massa dei [[ghiaccio|ghiacci]]. Questa fase è tuttora in corso, aggravata da fattori umani che producono [[effetto serra]] sull'atmosfera, sotto il nome di [[riscaldamento globale]] e comporta una conseguente riduzione dell'estensione delle superfici ghiacciate.
-In un primo tempo si credette che la piccola era glaciale fosse un fenomeno globale, ma attualmente si tende a dubitarne, relegandolo per lo più al continente europeo nel quale le piccole variazioni globali di temperatura hanno provocato qui grandi cambiamenti climatici locali. Per esempio la ricostruzione delle temperature medie dell'emisfero nord negli ultimi 1000 anni non mostra un pronunciato raffreddamento. Dai dati raccolti sembra che in questo periodo le temperature medie si abbassarono soltanto di 1 [[Celsius|°C]] circa.<ref name="Was there a “Little Ice Age” and a “Medieval Warm Period”?">{{Cita web | editore=UNEP/GRID-Arendal | titolo=Climate Change 2001: The Scientific Basis | url=http://www.grida.no/climate/ipcc_tar/wg1/070.htm | accesso=2 agosto 2007 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060529044319/http://www.grida.no/climate/ipcc_tar/wg1/070.htm | dataarchivio=29 maggio 2006 }}</ref>
+In un primo tempo si credette che la piccola era glaciale fosse un fenomeno globale, ma attualmente si tende a dubitarne, relegandolo per lo più al continente europeo nel quale le piccole variazioni globali di temperatura hanno provocato qui grandi cambiamenti climatici locali. Per esempio la ricostruzione delle temperature medie dell'emisfero nord negli ultimi 1000 anni non mostra un pronunciato raffreddamento. Dai dati raccolti sembra che in questo periodo le temperature medie si abbassarono soltanto di 1 [[Celsius|°C]] circa.<ref name="Was there a “Little Ice Age” and a “Medieval Warm Period”?">{{Cita web | editore=UNEP/GRID-Arendal | titolo=Climate Change 2001: The Scientific Basis | url=http://www.grida.no/climate/ipcc_tar/wg1/070.htm | accesso=2 agosto 2007 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060529044319/http://www.grida.no/climate/ipcc_tar/wg1/070.htm | dataarchivio=29 maggio 2006 }}</ref> Il dibattito sull'entità di tale raffreddamento, così come del precedente riscaldamento medioevale, rimane tuttavia ancora aperto e non concluso.<ref>{{Cita web |url=http://www.prevision-meteo.ch/almanach/1400-1499 |titolo=Evénements météorologiques de l'an 1400 à l'an 1499 - Prévision météo<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=16 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121114015736/http://www.prevision-meteo.ch/almanach/1400-1499 |dataarchivio=14 novembre 2012 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.alertes-meteo.com/vague_de_froid/hiver1400-1800.htm hiver 1400 - 1800 - www.alertes-meteo.com<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.meteogiornale.it/notizie/cat-73-il-clima-nella-storia Archivio Notizie Il Clima nella storia - MeteoGiornale.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
-Il dibattito sull'entità di tale raffreddamento, così come del precedente riscaldamento medioevale, rimane tuttavia ancora aperto e non concluso.<ref>{{Cita web |url=http://www.prevision-meteo.ch/almanach/1400-1499 |titolo=Evénements météorologiques de l'an 1400 à l'an 1499 - Prévision météo<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=16 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121114015736/http://www.prevision-meteo.ch/almanach/1400-1499 |dataarchivio=14 novembre 2012 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.alertes-meteo.com/vague_de_froid/hiver1400-1800.htm hiver 1400 - 1800 - www.alertes-meteo.com<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.meteogiornale.it/notizie/cat-73-il-clima-nella-storia Archivio Notizie Il Clima nella storia - MeteoGiornale.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
-=== L'emisfero nord ===
-[[File:Hendrick Avercamp - A Scene on the Ice - WGA01076.jpg|thumb|''A scene on the ice'', di [[Hendrick Avercamp]]]]
-La piccola era glaciale causò [[inverno|inverni]] molto freddi in molte parti del [[terra|mondo]], ma la documentazione dettagliata riguarda soltanto l'[[Europa]] e l'[[America del Nord]]. Nella metà del [[XVII secolo]] i ghiacciai delle [[Alpi svizzere]] avanzarono gradualmente inglobando alcune fattorie e distruggendo interi villaggi.<ref name=aspects>{{Cita libro|titolo=Climate change: biological and human aspects|anno=2007|autore=Jonathan Cowie|editore=[[Cambridge University Press]]|pagine=164|ISBN=978-0-521-69619-7}}</ref>
-Il fiume [[Tamigi]] e i molti canali dei fiumi dei [[Paesi Bassi]] si congelarono spesso durante l'inverno, tanto che fu possibile pattinare e perfino tenere fiere sul ghiaccio.<ref name=aspects/> Nell'inverno del [[1780]] il [[porto di New York]] ghiacciò, consentendo di andare a piedi da [[Manhattan]] a [[Staten Island]]. Il mare ghiacciato circondante l'[[Islanda]] si estese per molti chilometri in tutte le direzioni impedendo l'accesso navale ai porti dell'isola. Lo stesso avvenne anche in [[Groenlandia]]. In entrambe le isole le navi commerciali provenienti dalla [[Danimarca]] non riuscivano più a entrare nei porti. Questo fece sì che la Danimarca cominciò quasi a dimenticare l'esistenza delle due isole. Si hanno riferimenti del [[1500]] di una spedizione danese che trovò la Groenlandia completamente disabitata. In particolar modo, viene ricordato l'[[inverno 1709]] che, secondo gli esperti, è considerato il più freddo degli ultimi 500 anni per il [[continente]] [[Europeo non iscritto|Europeo]].
-Gli inverni più rigidi ebbero effetti sulla vita umana in larga e piccola misura. Le [[carestia|carestie]] divennero più frequenti (quella del [[1315]] uccise 1,5 milioni di persone) e le morti per le malattie aumentarono. La piccola era glaciale è visibile nelle opere d'arte dell'epoca; la neve domina molti paesaggi del pittore fiammingo [[Pieter Bruegel il Vecchio]], vissuto tra il [[1525]] e il [[1569]].
-===Fine della piccola era glaciale===
 {{Vedi anche|Ritiro dei ghiacciai dal 1850}}
 La piccola era glaciale si concluse intorno al [[1850]], quando il clima terrestre iniziò gradualmente a riscaldarsi. Un'evidente testimonianza dell'incremento della temperatura durante gli ultimi 150 anni è costituito dall'impressionante arretramento delle lingue glaciali in pressoché tutti i ghiacciai del mondo.
@@ Riga 28: / Riga 18: @@
 Furka 54.JPG|L'area del ghiacciaio del Rodano nel 2004.
 </gallery>
+== Nel mondo ==
+=== Europa ===
+Il [[Mar Baltico]] si congelò più di due volte, nel 1303 e nel 1306-1307, e seguirono anni di «freddo fuori stagione, tempeste e piogge e un innalzamento del livello del [[Mar Caspio]]».<ref>{{cita web|autore=Jon Meacham|lingua=en|data=7 maggio 2020|titolo=Pandemics of the Past|sito=[[The New York Times]]|url=https://www.nytimes.com/2020/05/07/books/review/pandemics-of-the-past-coronavirus.html|accesso=29 aprile 2022|issn=0362-4331}}</ref> La piccola era glaciale generò inverni più freddi in alcune parti dell'[[Europa]] e del [[Nord America]], con i ghiacciai delle [[Alpi svizzere]] che avanzarono gradualmente inglobando alcune fattorie e distruggendo interi villaggi.<ref name="cow164">{{cita libro|lingua=en|titolo=Climate change: biological and human aspects|anno=2007|autore=Jonathan Cowie|editore=Cambridge University Press|url=https://books.google.it/books?id=7G5bxx0gJz4C&pg=PA164|p=164|isbn=978-0-521-69619-7}}</ref> Canali e fiumi in [[Gran Bretagna]] e [[Paesi Bassi]] affrontarono spesso dei periodi di freddo tanto rigidi da consentire di poter pattinare sul ghiaccio e tenere delle fiere.<ref name="cow164"/> La prima svoltasi sul [[Tamigi]] ebbe luogo nel 1608, mentre l'ultima nel 1814. Le modifiche ai ponti e l'aggiunta del [[Thames Embankment]] influenzarono il flusso e la profondità del fiume, diminuendo notevolmente la possibilità che si verificassero ulteriori episodi come quelli dei secoli passati.<ref>{{cita web|autore=Caroline Davies|lingua=en|titolo=Part of River Thames freezes amid sub-zero temperatures|sito=[[The Guardian]]|data=12 febbraio 2021|url=https://www.theguardian.com/uk-news/2021/feb/12/part-of-river-thames-freezes-amid-sub-zero-temperatures|accesso=30 aprile 2022}}</ref><ref name="lock1">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=M. Lockwood ''et al.''|data=aprile 2017|titolo=Frost fairs, sunspots and the Little Ice Age|url=https://centaur.reading.ac.uk/69443/|rivista=Astronomy and Geophyssics|volume=58|numero=2|pp=2.17-2.23|issn=2115-7251|doi=10.1093/astrogeo/atx057}}</ref>
+Nel 1658, un'armata svedese risultò in grado di compiere una [[Marcia sui Belt|marcia sul Mar Baltico]] e giungere in Danimarca al fine di attaccare [[Copenaghen]].
+[[File:Tåget över stora bält.jpg|miniatura|upright=0.9|La [[marcia sui Belt]], 1658]]
+L'inverno 1794-1795 si rivelò particolarmente rigido: l'esercito d'invasione francese guidato da [[Jean-Charles Pichegru]] marciò sui fiumi ghiacciati dei [[Paesi Bassi]] e la flotta olandese rimase bloccata nel ghiaccio nel porto di [[Den Helder]], con il risultato che venne [[Cattura della flotta olandese a Helder|catturata dal transalpino]].<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=yrP5DQAAQBAJ&pg=PA178|p=178|lingua=en|titolo=The Roots and Consequences of Civil Wars and Revolutions: Conflicts that Changed World History|autore=Spencer C. Tucker|editore=ABC-CLIO|anno=2017|isbn=978-14-40-84294-8}}</ref>
+Il ghiaccio marino che circonda l'[[Islanda]] si estendeva per chilometri in ogni direzione e impediva l'accesso ai porti alle imbarcazioni. La popolazione dell'isola si dimezzò, ma ciò potrebbe essere avvenuto a causa della fluorosi scheletrica innescata dall'eruzione del [[Laki]] nel 1783.<ref>{{cita web|titolo=Accadde oggi: nel 1783 la devastante eruzione del Laki, in Islanda|autore=Monia Sangermano|url=https://www.meteoweb.eu/2016/06/accadde-oggi-nel-1783-la-devastante-eruzione-del-laki-in-islanda/699742/?amp=1|data=8 giugno 2016|accesso=30 aprile 2022}}</ref> Quando divenne impossibile coltivare i cereali, principale alimento della dieta della popolazione islandese, gli abitanti dell'isola dovettero dedicarsi alla caccia e alla pesca per sopravvivere.<ref>{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20120220165654/http://www.gestgjafinn.is/english/nr/349|titolo=What Did They Eat? – Icelandic food from the Settlement through the Middle Ages|sito=gestgjafinn.is|accesso=30 aprile 2022}}</ref> Le [[colonizzazione vichinga dell'America|colonie norrene]] in [[Groenlandia]] perirono di fame e scomparvero all'inizio del XV secolo a causa dell'impossibilità di dedicarsi all'agricoltura e sostentare il bestiame. La Groenlandia fu quasi del tutto divorata dal ghiaccio tra il 1410 e il 1720.<ref name="svs">{{cita web|lingua=en|sito=[[NASA]]|titolo=The Sun's chilly impact on Earth|url=https://svs.gsfc.nasa.gov/stories/iceage_20011207/|accesso=30 aprile 2022}}</ref>
+[[File:Bartholomeus Johannes van Hove, Pompenburg met Hofpoort in de winter.jpg|miniatura|sinistra|Pattinaggio invernale sul canale principale di Pompenburg, a [[Rotterdam]], nel 1825. Olio su tela di Bartholomeus Johannes van Hove]]
+Nel suo libro del 1995, lo storico di climatologia Hubert Lamb affermò che in svariate annate «le nevicate erano state molto più abbondanti di quelle testimoniate prima o più tardi [della piccola età glaciale], con la neve rimasta al suolo per molti mesi più a lungo di quanto non accada oggi».<ref name="Lamb1995">{{Cita libro|lingua=en|autore=Hubert H. Agnello|titolo=Climate, history and the modern world|anno=1995|capitolo=Little Ice Age|url=https://books.google.it/books?id=96eFAgAAQBAJ&pg=PA211|pp=211-241|editore=Routledge|città=Londra|isbn=978-0-415-12734-9}}</ref> A [[Lisbona]], in [[Portogallo]], le tempeste di neve divennero assai più frequenti dell'epoca contemporanea e, durante uno degli inverni del XVII secolo, si verificarono ben otto tempeste gelide.<ref>{{cita web|lingua=es|url=https://web.archive.org/web/20090416130353/http://www.meteopt.com/forum/eventos-historicos-efemerides/tempestades-historicas-em-portugal-1560-4.html|titolo=Arquivo de eventos históricos – Pagina 4 – MeteoPT.com – Fórum de Meteorologia|sito=MeteoPT.com|data=17 luglio 2012|accesso=30 aprile 2022}}</ref> Molte primavere ed estati furono in genere fredde e umide, senza però che le temperature riscontrate fossero costanti. Tale andamento è particolarmente evidente se si analizza la "fluttuazione di Grindelwald" (1560-1630); la fase di raffreddamento rapido è stata associata a condizioni meteorologiche più irregolari, tra cui aumento delle tempeste, tempeste di neve fuori stagione e siccità.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=mOfrDwAAQBAJ&pg=PT89|p=89|anno=2019|titolo=Monti e vette: Tra geografia e letteratura|autore=Elena Ogliari|autore2=Giacomo Zanolin|editore=Mimesis|isbn=978-88-57-55825-7}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|url=https://rmets.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/wea.3846|titolo=Weird weather in Bristol during the Grindelwald Fluctuation (1560–1630)|autore=Evan T. Jones|autore2=Rose Hewlett|autore3=Anson W. Mackay|data=5 maggio 2021|rivista=Weather|volume=76|numero=4|pp=104-110|doi=10.1002/wea.3846}}</ref> Le tecniche di coltivazione in tutta Europa subirono delle modifiche funzionali ad adattarsi a stagioni calde meno floride rispetto al passato, malgrado si verificarono comunque molti anni di carestia. Si discute se la [[grande carestia del 1315-1317]] possa corrispondere al primo episodio ascrivile alla piccola era glaciale.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=8Br6Sg0YQwEC&pg=PA268|p=268|titolo=Exploring the Middle Ages|autore=Dale Anderson|autore2=Christopher Gavett|autore3=Jane Bingham|autore4=Peter Chrisp|editore=Marshall Cavendish|anno=2006|isbn=978-07-61-47613-9}}</ref> Secondo Elizabeth Ewan e Janay Nugent, «le carestie in [[Francia]] (1693-1694), [[Norvegia]] (1695-1696) e [[Svezia]] (1696-1697) fecero calare di circa il 10% della popolazione di ciascun paese. In [[Estonia]] e Finlandia, nel 1696-1697, le perdite sono state stimate rispettivamente in un quinto e un terzo degli abitanti».<ref>{{cita libro|autore=Elizabeth Ewanu|lingua=en|autore2=Janay Nugent|titolo=Finding the Family in Medieval and Early Modern Scotland|url=https://books.google.it/books?id=6oOCfHxQDtwC&pg=PA153|p=153|anno=2008|editore=Ashgate|isbn=978-0-7546-6049-1}}</ref> La [[viticoltura]] fu abbandonata in alcune regioni settentrionali e le tempeste causarono delle gravi inondazioni e numerose vittime. Una di esse provocò la cosiddetta [[Inondazione di San Marcello (1362)|inondazione di San Marcello]], la quale interessò le zone costiere del [[Mare del Nord]] e colpì le coste degli attuali [[Paesi Bassi]], [[Germania]], [[Danimarca]], [[Regno Unito]] e [[Irlanda]].<ref name="Lamb1995"/>
+Il liutaio [[Cremona|cremonese]] [[Antonio Stradivari]] realizzò i suoi famosi strumenti durante la piccola era glaciale. Si ritiene che il clima più freddo abbia reso il legno usato per i suoi violini più compatti rispetto ai periodi più caldi e abbia contribuito a migliorare il suono dei suoi strumenti.<ref>{{cita web|lingua=en|autore=David Whitehouse|titolo=Stradivarius' sound 'due to Sun'|data=17 dicembre 2003|sito=[[BBC News|BBC]]|accesso=30 aprile 2022|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/3323259.stm}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.lastampa.it/scienza/2011/02/21/news/le-tempeste-solari-e-i-violini-br-di-stradivari-1.36980178/amp/|sito=[[La Stampa]]|titolo=Le tempeste solari e i violinidi Stradivari|data=21 febbraio 2011|accesso=30 aprile 2022}}</ref> Secondo lo storico della scienza James Burke, il periodo in esame rese necessari alcuni cambiamenti nella vita quotidiana, favorendo la diffusione dell'uso di bottoni e asole, oltre che della lavorazione a maglia di indumenti intimi su misura per una migliore copertura e isolamento del corpo. L'invenzione dei camini permise di soppiantare i fuochi all'aperto nel centro delle sale comuni, circostanza che portò le case con più stanze ad avere una separazione dei padroni dai servi.<ref>{{cita episodio|titolo=Thunder in the Skies|lingua=en|serie=[[Connections]]|autore=James Burke|sito=BBC|data=21 settembre 1978}}</ref>
+Il testo ''The Little Ice Age'', realizzato dall'antropologo [[Brian Fagan]] dell'[[Università della California, Santa Barbara|Università della California a Santa Barbara]], racconta la difficile situazione dei contadini europei dal 1300 al 1850, costellata di carestie, [[ipotermia]], [[Rivolta del pane|rivolte del pane]] e l'ascesa di sovrani dispotici che seppero approfittare di un contesto sociale a loro favorevole e di una popolazione sempre più scoraggiata. Alla fine del XVII secolo, l'agricoltura era drammaticamente diminuita: «Gli abitanti dei villaggi alpini vivevano di pane fatto con gusci di noci macinati mescolati con dell'orzo e della farina d'avena».<ref name="Fagan">{{cita libro|titolo=La rivoluzione del clima|autore=Brian Fagan|editore=Sperling & Kupfer|anno=2001|isbn=978-88-20-03183-1|p=44}}</ref> Lo storico Wolfgang Behringer ricollegò alcune fasi intense di [[caccia alle streghe]] in Europa alla frustrazione per i fallimenti agricoli avvenuti durante la piccola era glaciale.<ref name="Behringer1999"/>
+''The Frigid Golden Age'', dello storico ambientale Dagomar Degroot dell'[[Università di Georgetown]], al contrario, rivela che alcune società prosperarono, ma altre vacillarono durante la piccola era glaciale. In particolare, tale arco temporale trasformò la geomorfologia delle aree vicine alla [[Repubblica delle Sette Province Unite]], consentendo un migliore uso delle coste per scopi commerciali e bellici. Gli olandesi si dimostrarono resilienti e capaci di adattarsi alle avversità meglio dei territori vicini. I commercianti sfruttarono i fallimenti del raccolto, i comandanti militari approfittarono del cambiamento delle correnti del vento e gli inventori svilupparono delle tecnologie che li aiutavano a trarre profitto dalle condizioni fredde. Sempre a giudizio di Dagomar, il [[secolo d'oro olandese]] (1588-1672) si dovette anche alla capacità della gente del posto di saper reagire al rigido cambiamento climatico.<ref>{{cita libro|autore=Dagomar Degroot|url=https://books.google.it/books?id=3jhFDwAAQBAJ&pg=PA6|titolo=The Frigid Golden Age: Climate Change, the Little Ice Age, and the Repubblica olandese, 1560–1720|città=New York|editore=Cambridge University Press|lingua=en|anno=2018|isbn=978-11-08-41931-4|p=6}}</ref>
+==== Reazioni sociali ====
+Gli storici hanno sostenuto che le reazioni sociali generate dalle conseguenze della piccola era glaciale in Europa fossero costantemente mosse dalla necessità di trovare un capro espiatorio.<ref name="Behringer1999">{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1023/A:100 5554519604|titolo=The Persecution of Witches as Restoration of Order: The Case of Germany, 1590s–1650s|anno=1999|autore=Wolfgang Behringer|rivista=Climatic Change|volume=43|pp=335-351}}</ref><ref name=":1">{{cita pubblicazione|url=https://www.jstor.org/stable/3216882|titolo=Witchcraft, Weather and Economic Growth in Renaissance Europe|rivista=The Journal of Economic Perspectives|volume=18|numero=1|pp=215-228|autore=Emily Oster|lingua=en|anno=2004|doi=10.1257/089533004773563502}}</ref><ref name=":2">{{cita libro|titolo=Storia culturale del clima: Dall'Era glaciale al Riscaldamento globale|autore=Wolfgang Behringer|editore=Bollati Boringhieri|anno=2013|isbn=978-88-33-97227-5|pp=110-150}}</ref><ref name=":3">{{cita libro|capitolo=The Little Ice Age|titolo=Global Crisis: War, Climate Change, & Catastrophe in the Seventeenth Century|autore=Geoffrey Parker|editore=Yale University Press|anno=2013|isbn=978-0-300-20863-4|url=https://books.google.it/books?id=gjdDP15N4FkC&pg=PT6|pp=3-25}}</ref><ref name=":5">{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1017/S000893890001270X|titolo=The Persecution of Witches as Restoration of Order: The Case of Germany, 1590s–1650s|url=https://www.jstor.org/stable/4546114|rivista=Central European History|volume=21|numero=2|pp=107-121|anno=1988|autore=Hartmut Lehmann}}</ref> I periodi prolungati di freddo e secco scatenarono siccità in molte comunità europee e provocarono una scarsa crescita delle colture, una parca sopravvivenza del bestiame e una grossa proliferazione di agenti patogeni e malattie.<ref name=":02">{{cita pubblicazione|doi=10.2307/203592|lingua=en|url=https://www.jstor.org/stable/203592|titolo=Climatic Variability and the European Mortality Wave of the Early 1740s|rivista=The Journal of Interdisciplinary History|volume=15|numero=1|pp=1-30|autore=John D. Post|anno=1984}}</ref> La congiuntura rappresentata da disoccupazione e difficoltà economiche, così come la concomitanza di stagioni fredde e secche prolungate, diede adito al malcontento generale in più regioni del continente.<ref name=":02"/> Benché fossero state attuate alcune misure di emergenza, come nel caso dell'innesto di nuove colture, del ricorso a scorte di grano di emergenza e del tentativo di aprire nuove rotte commerciali, esse non sempre si rivelarono efficaci.<ref name=":1"/> Le comunità spesso sfogarono la propria rabbia eseguendo dei crimini violenti, tra cui rapine e omicidi. Inoltre, aumentarono le accuse di reati sessuali, come [[adulterio]], [[zoofilia]] e [[stupro|stupri]].<ref name=":2"/> Nel disperato tentativo di trovare un colpevole, spesso ci si accanì contro specifici bersagli, in genere minoranze etniche o particolari gruppi sociali.<ref name="Behringer1999"/><ref name=":1"/><ref name=":3"/>
+Uno degli esempi maggiormente celebri si estrinsecò con il riacuirsi della caccia alle streghe, come sostenuto sia da Oster (2004) e Behringer (1999). Essi hanno sostenuto che nuove speranze insorsero proprio quando il clima sembrò migliorare. Prima della piccola era glaciale, la stregoneria era considerata alla stregua di un crimine pressoché irrilevante e le vittime venivano raramente accusate.<ref name="Behringer1999"/> Tuttavia, a partire dal 1380, proprio in concomitanza dell'abbassamento delle temperature, i popoli europee iniziarono a collegare la magia alle perturbazioni fredde.<ref name="Behringer1999"/> La prima caccia sistematica alle streghe iniziò nel 1430, mentre dal 1480 l'opinione secondo cui quella categoria di persone andasse ritenuta responsabile del maltempo divenne praticamente unanime.<ref name="Behringer1999"/> Le azioni per cui le streghe venivano ritenute responsabili furono le epidemie di bestiame, le mucche che davano troppo poco latte, le gelate tardive e l'insorgere di malattie prima sconosciute.<ref name=":2"/> In generale, il numero di processi per stregoneria accrebbe quando le temperature diminuirono, un fenomeno inverso a quello di quando i gradi risalirono.<ref name="Behringer1999"/><ref name=":1"/> I picchi delle persecuzioni per stregoneria andarono a sovrapporsi alle crisi della fame verificatesi nel 1570 e nel 1580, quest'ultima durata un decennio circa.<ref name="Behringer1999"/> Le persecuzioni riguardavano principalmente donne di umili origini, molte delle quali vedove. Non tutti erano d'accordo sul fatto che le streghe dovessero essere perseguitate per via delle loro interferenze con i cambiamenti climatici, in quanto ritenute non capaci di tale potere: ciononostante, tale considerazione non riguardava dibattiti sull'esistenza di donne dedite alle arti magiche.<ref name="Behringer1999"/><ref name=":1"/> Nel corso dell'[[Alto Medioevo]], la [[Chiesa cattolica]] sostenne che le streghe non potevano controllare il tempo in quanto mortali, non delle divinità, ma verso la metà del XIII secolo la maggior parte delle persone aveva cambiato il suo giudizio a riguardo in maniera trasversale.<ref name=":1"/>
+Gli storici hanno sostenuto che anche le [[ebrei|comunità semite]] furono accusate del deterioramento climatico avvenuto durante la piccola era glaciale.<ref name=":2"/><ref name=":5"/> Tale idea venne favorita dal fatto che varie comunità del continente covavano sentimenti [[antisemitismo|antisemiti]].<ref name=":2"/> Ad ogni modo, l'associazione con gli ebrei riguardò soltanto la diffusione di epidemie e non anche i cambiamenti climatici.<ref name=":2"/> A titolo di esempio, i drammatici eventi scatenati dalla [[peste nera]] venivano spesso attribuiti agli ebrei. Nelle città dell'Europa occidentale, durante il 1300, le comunità ebraiche subirono omicidi di massa nel tentativo di arrestare la diffusione della peste.<ref name=":2"/> Il falso timore che correva tra le fasce più umili della popolazione era quello che i semiti avessero avvelenato i pozzi o cospirato contro i cristiani dopo aver convinto i malati di [[lebbra]] a rendere non potabili i bacini idrici.<ref name=":2"/> Per sfuggire alle persecuzioni, il gruppo etnico in esame preferiva a volte convertirsi al cristianesimo o migrare nell'[[impero ottomano]], in [[Italia medievale|Italia]] o nel [[Sacro Romano Impero]].<ref name=":2"/>
+Alcuni attribuirono la causa della nefasta fase storica a un disegno divino.<ref name=":3"/> Ad esempio, in Germania, si imposero delle restrizioni in materia di [[gioco d'azzardo]] e alcol che colpirono in modo sproporzionato la classe inferiore, così come si vietò alle donne di esibire le proprie ginocchia.<ref name=":3"/> Altre normative colpirono più fasce di popolazione, tra cui il divieto di danzare, di intrattenere rapporti sessuali e di moderare l'assunzione di cibi e bevande.<ref name=":3"/>
+In [[Irlanda]], i cattolici accusarono la diffusione della [[Riforma protestante]] delle condizioni meteorologiche avverse. Gli ''[[Annali di Lough Cé]]'', nel narrare gli eventi del 1588, descrivono una tempesta di neve di mezza estate affermando che «ogni fiocco non era meno grande di una mela selvatica» e la attribuiscono alla presenza di un «malvagio ed eretico vescovo a Oilfinn», il [[Protestantesimo|protestante]] vescovo di [[Elphin]], John Lynch.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://celt.ucc.ie/published/T100010B/text012.html|titolo=Part 12 of ''Annals of Loch Cé''|sito=Corpus of Electronic Texts|editore=[[University College Cork]]}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=qcCxCwAAQBAJ&pg=PA36|titolo=Reformations in Ireland: Tradition and Confessionalism, 1400-1690|autore=Samantha A. Meigs|anno=1997|editore=Springer|isbn=978-13-49-25710-2}}</ref>
+==== L'inverno nella pittura moderna europea ====
+[[File:The Skating Minister.jpg|miniatura|sinistra|vertical|''Il reverendo Robert Walker che pattina a Duddingston Loch'', tela attribuita a [[Henry Raeburn]], 1790]]
+Gli studiosi William James Burroughs e Hans Neuberger hanno dedicato buona parte delle loro pubblicazioni ad accurate analisi relative alla rappresentazione dell'inverno in opere artistiche.<ref name="neu1">{{cita libro|lingua=en|titolo=Frozen Earth: The Once and Future Story of Ice Ages|url=https://books.google.it/books?id=W2eDDMIeqpoC&pg=PA225|p=225|autore=Douglas Macdougall|editore=University of California Press|anno=2004|isbn=978-0-520-24824-3}}</ref> Burroughs afferma che il picco si verificò tra il 1565 e il 1665, venendo associato alle variazioni climatiche dal 1550 in poi. Burroughs sostiene che non c'era stata quasi nessuna rappresentazione dell'inverno nell'arte fino ad allora, e «ipotizza che l'inverno insolitamente rigido del 1565 abbia ispirato i grandi artisti a raffigurare immagini molto originali e che il declino di tali dipinti sia una combinazione del fatto che il 'tema' fosse stato completamente esplorato e che gli inverni miti abbiano esaurito l'interesse per la materia».<ref name="hud863">{{cita libro|lingua=en|autore=David Huddart|autore2=Tim Stott|titolo=Earth Environments: Past, present and future|anno=2010|p=863|editore=Wiley|isbn=978-0-470-74960-9}}</ref> Le scene invernali, che comportano difficoltà tecniche nella pittura, sono state trattate con regolarità e con buona cura almeno dall'inizio del XV secolo dagli artisti nei cicli di [[manoscritto miniato|manoscritti miniati]] che mostrano le ''Fatiche dei mesi'', in genere presenti nelle pagine del calendario del [[libro d'ore]].<ref name="deg254"/> Gennaio e febbraio appaiono tipicamente pieni di neve, come nel caso di ''Febbraio'' nel famoso ciclo de ''[[Très riches heures du Duc de Berry]]'', dipinto nel 1412-1416 e ammirabile più in basso. Poiché la [[pittura paesaggistica]] non si era ancora sviluppata come tipologia artistica autonoma, l'assenza di altre scene invernali non deve stupire.<ref name="deg254"/> Infatti, i panorami innevati, in particolare i quelli marini tempestosi, si acquisirono un proprio ritaglio di spazio durante il [[Pittura del Secolo d'oro olandese|secolo d'oro olandese]], ovvero in concomitanza con i decenni più freddi e duri della piccola era glaciale. La maggior parte degli studiosi moderni ritiene che nelle tele si possano individuare numerosi messaggi simbolici e metafore, le quali risultavano lampanti soprattutto agli osservatori contemporanei.<ref name="deg254">{{cita libro|lingua=en|autore=Dagomar Degroot|titolo=The Frigid Golden Age: Climate Change, the Little Ice Age, and the Dutch Republic, 1560–1720|città=New York|editore=Cambridge University Press|anno=2018|isbn=978-11-08-41931-4|p=254|url=https://books.google.it/books?id=aqhJDwAAQBAJ&pg=PA254}}</ref>
+[[File:Pieter Bruegel the Elder - Hunters in the Snow (Winter) - Google Art Project.jpg|miniatura|''[[Cacciatori nella neve]]'' di [[Pieter Brueghel il Vecchio]], 1565]]
+Tutti i famosi dipinti paesaggistici invernali di [[Pieter Brueghel il Vecchio]], tra cui ad esempio ''[[Cacciatori nella neve]]'' e la ''[[Strage degli innocenti (Bruegel)|Strage degli innocenti]]'', si pensa siano stati ultimati intorno al 1565. Anche suo figlio, [[Pieter Brueghel il Giovane]] (1564-1638), ritrasse molti paesaggi innevati, ma, secondo Burroughs, egli «riprendeva pedissequamente i disegni di suo padre. Il risultato di gran parte di questi lavori rende difficile trarre delle conclusioni definitive sull'impatto degli inverni tra il 1570 e il 1600».<ref name="lock1"/><ref name="hud863"/><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|titolo=New Scientist|url=https://books.google.it/books?id=ainC3-wuz_kC&pg=PA768|autore=William Burroughs|rivista=New Scientist Careers Guide: The Employer Contacts Book for Scientists|data=18 dicembre 1980|editore=Reed Business Information|p=768|issn=0262-4079}}</ref> Inoltre, Brueghel il Vecchio realizzò ''Cacciatori nella neve'' ad [[Anversa]], ragion per cui è probabile che le montagne nella foto si basino su schizzi o ricordi dell'attraversamento delle [[Alpi]] compiuti mentre viaggiava alla volta di [[Roma]] nel 1551-1552. Si tratta di una delle cinque tele sopravvissute di cui si ha conoscenza, forse facente parte di una serie di sei o dodici note come "i dodici mesi", che Breughel venne incaricato di dipingere da un ricco mecenate di Anversa, Nicolaes Jonghelinck (''Cacciatori della neve'' corrisponde a gennaio): nessuno degli altri quattro lavori sopravvissuti ritrae un paesaggio innevato e sia ''[[Fienagione (Bruegel)|Fienagione]]'' (luglio) sia ''[[Mietitura (Bruegel)|Mietitura]]'' (agosto) raffigurano calde giornate estive. Anche ''[[Ritorno della mandria]]'' (pensato per il mese di novembre) e ''[[Giornata buia]]'' (febbraio) mostrano paesaggi privi di neve.<ref name="lock1"/>
+[[File:Hendrick Avercamp - Winterlandschap met ijsvermaak.jpg|miniatura|''Paesaggio invernale con pattinatori sul ghiaccio'', 1608 circa, [[Hendrick Avercamp]]]]
+Burroughs afferma che i soggetti innevati ricompaiono nella pittura olandese dell'età dell'oro grazie alle opere di [[Hendrick Avercamp]] dal 1609 in poi. La pausa intercorsa tra il 1627 e il 1640 precede invece la parentesi principale, coincisa con il ventennio 1640-1660. Un simile andamento ben si concilia con i resoconti climatici relativi a quella fase storica. Benché il numero di lavori scenda dopo il 1660 circa, un simile riscontro non deve far credere che gli inverni fossero diventati più miti, ma che semplicemente la moda o i gusti fossero mutati. Nell'arco temporale successivo, ossia tra il 1780 e il 1810, le scene di luoghi innevati tornarono a godere di popolarità.<ref name="hud863"/>
+Neuberger ha analizzato 12.000 dipinti tra tele conservate in musei americani ed europei e datate tra il 1400 e il 1967, concentrandosi soprattutto sulla nuvolosità e sull'oscurità.<ref name="neu1"/> La sua pubblicazione del 1970 mette in evidenza che un aumento di tale categoria di raffigurazioni corrisponda proprio con la piccola era glaciale, con un picco massimo compreso tra il 1600 e il 1649.<ref name="neu1"/><ref>{{cita libro|lingua=en|titolo=John Constable's skies: a fusion of art and science|autore=John E. Thornes|autore2=John Constable|anno=1999|editore=Continuum Internazionale|p=32|url=https://books.google.it/books?id=gbElMV-jhzQC&pg=PA31|isbn=978-1-902459-02-8}}</ref>
+I dipinti e i documenti coevi in [[Scozia]] dimostrano che il [[curling]] e il [[pattinaggio su ghiaccio]] erano a quel tempo popolari sport invernali da compiere all'aperto, con il primo che risale al XVI secolo e che divenne ampiamente popolare a metà del XIX secolo.<ref>{{cita web|url=http://www.paperclip.org.uk/kilsythweb/Communityresources/Curlinghistory.htm|lingua=en|titolo=Kilsyth Curling|accesso=30 aprile 2022}}</ref> A titolo di esempio, si pensa che uno stagno per il curling all'aperto costruito a [[Gourock]] negli anni '60 dell'Ottocento rimase in uso per quasi un secolo, ma l'uso crescente di strutture interne, gli atti di vandalismo e gli inverni più miti portarono all'abbandono del sito nel 1963.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://web.archive.org/web/20120425051310/http://www.gourockcurlers.co.uk/clubh.htm|titolo=The Story So Far!!!|anno=2009|sito=Gourock Curling Club|accesso=30 aprile 2022}}</ref>
+==== Crisi del XVII secolo ====
+La [[crisi del XVII secolo]] in Europa si dovette a una concomitanza di cattive condizioni riconducibili alla piccola era glaciale che causarono condizioni climatiche avverse, scarsità dei raccolti, difficoltà economiche, estrema violenza tra diversi gruppi etnici e alto tasso di mortalità. Gli episodi di instabilità sociale coincisero proprio con il periodo di maggiore freddo e generarono anche eventi di grossa rilevanza storica, non ultima la [[guerra dei Trent'anni]] (1618-1648).<ref>{{cita pubblicazione|url=https://books.google.it/books?id=eZRNzql9IIoC&pg=PA221|p=221|titolo=Storia dell'ambiente europeo|autore=Robert Delort|autore2=François Walter|editore=Edizioni Dedalo|anno=2002|isbn=978-88-22-00551-9}}</ref><ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=KGVlEAAAQBAJ&pg=PT29|p=29|titolo=Le frontiere della vita: Dai fossili al cosmo|autore=Gianluca Bocchi|editore=Edizioni Studium S.r.l.|anno=2022|isbn=978-88-38-25191-7}}</ref> Il conflitto, scatenato da una lotta di successione al [[Regno di Boemia|trono boemo]], si acuì per via degli screzi tra protestanti e cattolici nel Sacro Romano Impero e, ben presto, si trasformò in un enorme guerra che coinvolse tutte le maggiori potenze europee e che devastò gran parte della Germania. Quando le ostilità cessarono, alcuni distretti del Sacro Romano Impero, non ultimo il ricco [[Elettorato del Palatinato|Palatinato]], avevano visto la popolazione calare fino al 70%.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=iPmNDAAAQBAJ&pg=PT13|p=13|titolo=Storia delle migrazioni internazionali|autore=Paola Corti|editore=Gius.Laterza & Figli Spa|anno=2015|isbn=978-88-58-10061-5}}</ref> Tuttavia, quando le temperature globali cominciarono a salire, il disappunto degli europei iniziò lentamente ad affievolirsi. I tassi di mortalità diminuirono, così come il livello di violenza. Ciò spianò la strada a un periodo noto come ''[[Pax Britannica]]'', nel corso del quale l'[[Impero britannico|impero inglese]] si elevò a principale supremazia mondiale, si assistette all'invenzione di numerose nuove tecnologie (circostanza che consentì la futura industrializzazione), la medicina eseguì scoperte che consentirono, tra le altre cose, una migliore igiene, e si avviarono i primi piani di benessere sociale al mondo, attuati in Germania e funzionali a migliorare le condizioni di vita del cittadino comune.<ref>{{cita libro|autore=Edward Dutton|titolo=At Our Wits' End: Why We're Becoming Less Intelligent and What It Means for the Future|autore2=Michael Woodley of Menie|editore=Imprint Academic|lingua=en|anno=2018|isbn=978-18-45-40985-2|città=Exeter|capitolo=Capitolo 10: Does This Mean that Civilizations Always Rise and Fall?}}</ref> Tuttavia, sarebbe oltremodo semplicistico credere che questo processo si rivelò immediato.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=LTQGEAAAQBAJ&pg=PA320|pp=320-321|titolo=The Restructuring of American Religion: Society and Faith since World War II|autore=Robert Wuthnow|editore=Princeton University Press|anno=2021|isbn=978-06-91-22421-3}}</ref>
+=== Nord America ===
+[[File:Les Très Riches Heures du duc de Berry février.jpg|miniatura|upright|"Febbraio" dal calendario di ''[[Les Très Riches Heures du duc de Berry]]'', 1412-1416]]
+I primi esploratori e coloni europei del Nord America riportarono inverni eccezionalmente rigidi. Ad esempio, secondo Lamb, [[Samuel de Champlain]] riferì di aver riscontrato del ghiaccio lungo le rive del [[Lago Superiore]] nel giugno 1608. Il tasso di mortalità degli europei e dei nativi risultò straordinariamente elevato nel [[Maine]] durante l'inverno del 1607-1608, biennio in cui si segnalarono perturbazioni particolarmente fredde anche nell'insediamento di [[Jamestown (Virginia)|Jamestown]], nell'odierna [[Virginia]] [[USA|statunitense]].<ref name="Lamb1995"/> I [[nativi americani]] decisero di costituire delle leghe in materia tale da fronteggiare la carenza di cibo.<ref name="svs"/> Il diario del militare francese [[Pierre de Troyes]], guida di una spedizione nella [[baia di James]] nel 1686, riferiva che la zona era ancora disseminata di così tanto ghiaccio galleggiante da potersi nascondere al di sotto di esso a bordo della sua canoa il 1° luglio.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=W.A. Kenyon|autore2=J.R. Turnbull|titolo=The battle of James Bay|editore=Macmillan Company of Canada Limited|città=Toronto|p=41|anno=1971}}</ref> Nell'inverno del 1780, il [[porto di New York]] ghiacciò, consentendo di andare a piedi da [[Manhattan]] a [[Staten Island]].
+L'estensione dei ghiacciai di montagna era stata mappata alla fine del XIX secolo. Nelle zone temperate settentrionali e meridionali, l'altitudine della linea di equilibrio (i confini che separano le zone di accumulo netto da quelle di ablazione netta) erano di circa 100 m inferiori a quelle del 1975.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Wallace S. Broecker|anno=2000|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC34299/|titolo=Was a change in thermohaline circulation responsible for the Little Ice Age?|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|volume=97|numero=4|pp=1339-1342|doi=10.1073/pnas.97.4.1339}}</ref> Nel [[Parco nazionale dei ghiacciai (Stati Uniti d'America)|Parco nazionale dei ghiacciai]], l'ultimo episodio di avanzamento delle masse di acqua allo stato solido risale alla fine del XVIII e all'inizio del XIX secolo.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://web.archive.org/web/20050412073618/http://www2.nature.nps.gov/synthesis/views/KCs/Glaciers/HTML/ET_IceAge.htm|titolo=Ice Ages|sito=[[National Park Service|NPS]]|accesso=30 aprile 2022}}</ref> Nel 1879, il famoso naturalista [[John Muir]] scoprì che il ghiaccio di Glacier Bay si era ritirato di ben 77 km.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=KBYR9CT1a1gC&pg=PA74|p=74|lingua=en|titolo=Mountains and Valleys|autore=Carolyn Arden Malkin|autore2=Carolyn Arden|editore=Infobase Publishing|anno=2009|isbn=978-07-9109707-6}}</ref> Nella [[baia di Chesapeake]], nel [[Maryland]], le grandi escursioni termiche erano probabilmente correlate ai cambiamenti nella forza [[circolazione termoalina]] nell'Atlantico settentrionale.<ref name="cro17">{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1016/S0921-8181(02)00161-3|titolo=Medieval Warm Period, Little Ice Age and 20th century temperature variability from Chesapeake Bay|rivista=Global and Planetary Change|volume=36|edizione=1|p=17|autore=T.M. Cronin ''et al.''|anno=2003|url=https://dukespace.lib.duke.edu/dspace/bitstream/handle/10161/6578/Cronin_2003_GlobalPlanetChange.pdf;jsessionid=44B91B771879B6C2C9084A2C9F0719E7?sequence=1}}</ref>
+Poiché la piccola era glaciale ebbe luogo durante la [[colonizzazione europea delle Americhe|colonizzazione delle Americhe]], essa spinse molti europei a non navigare verso il Nuovo Continente, in quanto si immaginava che il clima del Nord America non differisse da quello dell'Europa a latitudini simili.<ref name="cro17"/> In una visione estremamente generica, nel Nord America, almeno in [[Canada]] e negli Stati Uniti settentrionali, si verificarono delle estati più calde e degli inverni meno sopportabili rispetto all'Europa. Tale effetto fu aggravato dalla piccola era glaciale e l'impreparazione portò all'abbandono di molti dei primi insediamenti europei in Nord America.<ref name="cro17"/>
+Quando i coloni si stabilirono a Jamestown, gli storici concordano che ciò avvenne durante uno dei periodi più freddi degli ultimi 1000 anni. La siccità si rivelò un problema persistente in Nord America durante la piccola era glaciale, con le persone giunte a [[Colonia di Roanoke|Roanoke]] che vi giunsero proprio durante il più cronico arco temporale di scarsità d'acqua degli ultimi 800 anni.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=J7s6EAAAQBAJ&pg=PA261|p=261|lingua=en|titolo=Weather For Dummies|autore=John D. Cox|edizione=2|editore=John Wiley & Sons|anno=2021|isbn=978-11-19-81102-2}}</ref> Gli studi [[Dendrocronologia|dendrocronologici]] compiuti dall'[[Università dell'Arkansas]] hanno scoperto che molti coloni sbarcarono proprio in concomitanza con un periodo di siccità durato sette anni. La problematica afflisse anche le comunità dei nativi americani, che nel frattempo dovettero convivere, oltre che con la scarsità di cibo, anche con le malattie portate dagli europei oltreoceano.<ref>{{cita libro|titolo=Did European colonisation precipitate the Little Ice Age?|autore=Dagomar Degroot|sito=aeon|data=12 aprile 2019|lingua=en|url=https://aeon.co/ideas/did-european-colonisation-precipitate-the-little-ice-age|accesso=30 aprile 2022}}</ref> Il clima più freddo agevolò infatti la diffusione dei parassiti, specie la [[malaria]].<ref>{{cita web|autore=Brendan Wolfe|lingua=en|data=7 dicembre 2020|titolo=Little Ice Age and Colonial Virginia|url=https://encyclopediavirginia.org/entries/little-ice-age-and-colonial-virginia-the/|access-date=2021-05-26|sito=The Encyclopedia Virginia|accesso=30 aprile 2022}}</ref> I coloni inglesi a Roanoke costrinsero gli indiani di Ossomocomuck a condividere con loro le proprie riserve di viveri già invero carenti. Ciò portò ad una guerra tra i due gruppi e alla distruzione degli insediamenti dei nativi americani. Un simile ciclo si sarebbe ripetuto molte volte a Jamestown.<ref>{{cita web|url=https://virtual-jamestown.com/home/the-lost-colony/?amp|lingua=en|titolo=Ossomocomuck and The Lost Colony|accesso=30 aprile 2022}}</ref>
+Nel 1642, il cortigiano britannico Thomas Gorges scrisse che, a cavallo tra il 1637 e il 1645, i coloni nel Maine (allora parte del Massachusetts) stavano sperimentando condizioni meteorologiche terribili.<ref name="kup"/> Nel giugno 1637 faceva così caldo che i nuovi arrivati stavano morendo per il caldo e i viaggiatori dovevano viaggiare di notte per beneficiare di un po' di frescura. Gorges riferiva altresì che l'inverno 1641-1542 fu «subdolamente intollerabile» e che nessun inglese o indigeno aveva mai visto affrontato qualcosa di simile. La baia del Massachusetts si era infatti congelata fin dove con gli occhi poteva vedere e che le carrozze dei cavalli viaggiavano là dove prima navigavano le imbarcazioni.<ref name="kup"/> Sempre secondo il suo resoconto, le estati del 1638 e del 1639 furono molto brevi, fredde e umide, circostanza che aumentò la penuria di cibo per alcuni anni. Come se non bastasse, creature come bruchi e piccioni si fecero particolarmente aggressive e si nutrirono dei pochi raccolti ancora sopravvissuti.<ref name="kup"/> Ogni anno documentato dal cortigiano riferiva di alternanze climatiche insolite, le quali passavano da precipitazioni elevate a siccità estreme, così come da temperature sotto lo zero ad afa insopportabile. Si tende a ritenere che tutti questi accadimenti si possano includere negli effetti della piccola era glaciale.<ref name="kup">{{cita web|autore=Karen Ordahl Kupperman|titolo=Climate and Mastery of the Wilderness in Seventeenth-Century New England|url=https://www.colonialsociety.org//node/1742|accesso=30 aprile 2022|sito=Società coloniale del Massachusetts|lingua=en}}</ref>
+Molti abitanti del Nord America elaborarono delle proprie teorie sul maltempo. Il colono Ferdinand Gorges attribuiva il freddo ai venti gelidi dell'oceano, mentre Humphrey Gilbert cercava di spiegare come il clima estremamente freddo e nebbioso di [[Terranova]] fosse dovuto al fatto che le perturbazioni algide tendessero sempre a spingersi a ovest. Decine di altre persone fornirono delle proprie ricostruzioni sulle condizioni di vita in Nord America di quell'epoca, ma al di là di teorie più o meno fantasiose gli studiosi hanno ritenuto utili numerosi elementi forniti dalle descrizioni dei coloni vissuti durante la piccola età glaciale.<ref>{{cita pubblicazione|url=https://www.jstor.org/stable/10.1086/683166|doi=10.1086/683166|titolo=Unpuzzling American Climate: New World Experience and the Foundations of a New Science|anno=2015|autore=Sam White|rivista=Iside|volume=106|numero=3|pp=544-566|lingua=en}}</ref>
+=== Mesoamerica ===
+Un'analisi di diversi [[Paleoclimatologia|dati proxy]] intrapresi nella [[penisola dello Yucatán]] del [[Messico]], ricondotta dai suoi autori ai resoconti dei [[Maya]] e degli [[Aztechi]] relativi a periodi di freddo e siccità, avvalora l'ipotesi dell'impatto della piccola era glaciale nella regione.<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1016/j.yqres.2004.11.004|lingua=en|titolo=Climate change on the Yucatan Peninsula during the Little Ice Age|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0033589404001449|rivista=Quaternary Research|volume=63|numero=2|p=109|autore=David A. Hodell|autore2=Mark Brennero|autore3=Jason H. Curtis|autore4=Roger Medina-González|anno=2005}}</ref>
+Un altro studio condotto in diversi siti della Mesoamerica come Los Tuxtlas e il lago Pompal a [[Veracruz]], anch'essi in Messico, dimostra una riduzione dell'attività umana nell'area durante la piccola era glaciale. Una simile scoperta è stata possibile studiando i frammenti di carbone e la quantità di polline di mais prelevato da campioni utilizzando un carotatore a pistone non rotante. I campioni hanno anche rivelato un'intensa attività vulcanica che ha causato la rigenerazione delle foreste tra il 650 e l'800. I casi di attività vulcanica vicino al lago Pompal indicano temperature variabili, ma non un freddo continuo, durante la piccola era glaciale in Mesoamerica.<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1073/pnas.0707896104|lingua=en|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2000453/|titolo=Tracing the effects of the Little Ice Age in the tropical lowlands of eastern Mesoamerica|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|autore=Ma. del Socorro Lozano-García|autore2=Margarita Caballero|autore3=Susana Sosa|anno=2007|volume=104|numero=41|pp=16200-16203}}</ref>
+=== Oceano Atlantico ===
+Nell'Atlantico settentrionale, i sedimenti accumulati dalla fine dopo l'ultima era glaciale, avvenuta quasi 12.000 anni fa, evidenziano degli aumenti regolari della quantità di granelli di sedimenti grossolani depositati dagli iceberg che si sciolgono nell'ormai aperto oceano, circostanza che implica una serie di variazioni di temperatura di 1-2 °C che si ripetono ogni 1.500 anni circa.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=yd4gAwAAQBAJ&pg=PA211|p=211|titolo=Climate Change in the Polar Regions|autore=John Turner|autore2=Gareth J. Marshall|editore=Cambridge University Press|anno=2011|isbn=978-11-07-37709-7}}</ref> L'evento di raffreddamento più recente concise con la piccola era glaciale. Gli stessi rilevamenti sono stati rintracciati nei sedimenti accumulatisi al largo dell'[[Africa]], ma con variazioni maggiori (3-8 °C).<ref>{{cita web|lingua=en|titolo=Abrupt Climate Changes Revisited: How Serious and How Likely?|data=23 febbraio 1998|sito=USGCRP Seminar|editore=US Global Change Research Program|url=http://www.usgcrp.gov/usgcrp/seminars/980217DD.html}}</ref>
+=== Asia ===
+Benché l'iniziale estensione della piccola era glaciale si credeva limitata alla riduzione delle temperature in Europa e Nord America, esistono alcune prove di lunghi periodi di raffreddamento anche al di fuori dei due continenti appena menzionati, malgrado non sia chiaro se si tratti di eventi correlati o indipendenti. Mann afferma:
+{{citazione|Sebbene esistano delle prove che molte altre aree al di fuori dell'Europa abbiano sperimentato dei periodi climatici più freschi, glaciazione estese e condizioni climatiche significativamente altalenanti, i tempi e la natura di queste variazioni appaiono molto variabili da regione a regione, ragion per cui la nozione di piccola era glaciale quale periodo freddo vissuto a livello globale è stata quasi del tutto scartata.<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.meteo.psu.edu/holocene/public_html/shared/articles/littleiceage.pdf|lingua=en|autore=Michael Mann|anno=2003|capitolo=Little Ice Age|titolo=Encyclopedia of Global Environmental Change|volume=1|editore=John Wiley & Sons}}</ref>}}
+In [[Cina]], le colture tipiche del periodo caldo come le arance furono abbandonate nella [[provincia di Jiangxi]], dove erano state coltivate per secoli.<ref name="cdc"/> I due tifoni più intensi nel [[Guangdong]] coincisero con le due parentesi più fredde e più secche vissute dalla Cina settentrionale e centrale (1660-1680, 1850-1880).<ref name="Liu2001">{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1111/0004-5608.00253|titolo=A 1,000-Year History of Typhoon Landfalls in Guangdong, Southern China, Reconstructed from Chinese Historical Documentary Records|url=https://www.jstor.org/stable/3651282|rivista=Annals of the Association of American Geographers|volume=91|numero=3|pp=453-464|anno=2001|autore=Kam-biu Liu|autore2=Caiming Shen|autore3=Kin-Sheun Louie}}</ref> Gli studiosi hanno affermato che una delle ragioni della [[Transizione tra Ming e Qing|caduta della dinastia Ming]] potrebbe rintracciarsi proprio la siccità e nelle carestie causate dalla piccola era glaciale.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1007/s10584-009-9702-3|titolo=Climatic change and dynastic cycles in Chinese history: A review essay|rivista=Climate Change|volume=101|edizione=3-4|pp=565-573|anno=2010|autore=Ka-wai Fan|url=https://www.researchgate.net/publication/225663921_Climatic_change_and_dynastic_cycles_in_Chinese_history_A_review_essay}}</ref>
+Si sono sviluppati intensi dibattiti sui momenti iniziale, più intensi e finale della piccola era glaciale nel continente asiatico. La maggior parte degli studiosi concorda nel classificare tre distinti periodi freddi: il 1458-1552, il 1600-1720 e il 1840-1880.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Wejuan Cai|autore2=Shuyan Yn|titolo=The freeze disasters in the Little Ice Age of Ming and Qing Dynasties in the Guanzhong Region|rivista=Journal of Arid Land Resources and Environment|editore=College of Tourism and Environmental Sciences, Shaanxi Normal University|anno=marzo 2009|volume=23|numero=3|p=119}}</ref> Secondo i dati della [[National Oceanic and Atmospheric Administration]], l'area [[Monsone|monsonica]] orientale della Cina risultò la prima a sperimentare gli effetti della piccola era glaciale, specie tra 1560 e 1709. Nella regione occidentale della Cina che circonda l'[[altopiano del Tibet]], l'impatto avvenne in un arco temporale lievemente diverso, ovvero tra 1620 e 1749.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Xian Zhang|autore2=Xiaohua Shao|autore3=Tao Wang|titolo=Regional Climate Characteristics in China during the Little Ice Age|rivista=Journal of Nanjing University of Information Science and Technology: Natural Science Edition|data=3 maggio 2013|volume=4|numero=1|pp=317-325}}</ref>
+La temperatura mutò senza precedenti per le comunità agricole in Cina. Secondo lo studio del 1972 del geologo e meteorologo Coching Chu, la piccola era glaciale dalla fine della dinastia Ming all'inizio della dinastia Qing (1650-1700) coincise con uno dei periodi più freddi algidi nella storia cinese registrata.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Zhu KeZhen|lingua=ch|titolo=中国近五千年来气候变迁的初步研究|titolotradotto=Uno studio preliminare del cambiamento climatico in Cina negli ultimi 5.000 anni|rivista=Acta Archaeologica Sinica|data=gennaio 1972|volume=1|numero=1|p=25|url=http://www.kaogu.cn/html/cn/xueshuziliao/shuzitushuguan/zuijinqikan/kgxb/}}</ref> Dalle fonti trapelano gravi siccità durante i mesi estivi e delle frequenti gelate durante gli inverni. Ciò peggiorò notevolmente l'approvvigionamento alimentare durante la dinastia Ming.
+La fase più intensa della piccola era glaciale corrispose con il cristallizzarsi dei principali eventi storici della storia cinese moderna. Le tribù degli Jurchen, uno dei popoli di [[lingue tunguse|lingua tungusa]], vivevano nella Cina settentrionale e componevano uno Stato tributario della dinastia Ming e del suo imperatore [[Wanli]].<ref name="xia80"/> Dal 1573 al 1620, la [[Manciuria]] subì una carestia causata da forti nevicate, le quali impoverirono la produzione agricola e decimarono il bestiame. Gli studiosi affermarono che i cali di temperatura avvenuti durante la piccola era glaciale ebbero un grande impatto. Nonostante le carenze di produzione alimentare, l'imperatore Wanli ordinò agli Jurchen di pagare la stessa quantità di tributi ogni anno.<ref name="xia80"/> Ciò scatenò la rabbia della popolazione e gettò le basi per la ribellione insorta contro la dinastia Ming. Nel 1616, gli Jurchen si affermarono grazie alla tarda dinastia Jin. Guidata da [[Huang Taiji]] e [[Nurhaci]], la dinastia si trasferì a sud e ottenne vittorie decisive nelle battaglie contro l'esercito dei Ming, come durante la battaglia di Fushun del 1618.<ref name="xia80">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Jie Xiao|autore2=Guozhang Zheng|autore3=Zhengsheng Guo|autore4=Lisha Yan|titolo=Climate change and social response during the heyday of the little ice age in the Ming and Qing dynasty|rivista=Journal of Arid Land Resources and Environment, College of Geography Science, Shanxi Normal University|anno=giugno 2018|volume=32|numero=6|p=80|doi=10.13448/j.cnki .jalre.2018.176|url=https://www.ixueshu.com/document/a1a89c49bc6bff8037815933ef8c07f0318947a18e7f9386.html}}</ref>
+Dopo le precedenti sconfitte e la morte dell'imperatore Wanli, l'imperatore [[Chongzhen]] conquistò la Cina e continuò lo sforzo bellico. Dal 1632 al 1641, la piccola era glaciale iniziò a causare drastici cambiamenti climatici nei territori della dinastia Ming.<ref name="yi3"/> A titolo di esempio, le precipitazioni nella [[Cina del Nord]] diminuirono dall'11% al 47% rispetto alla media storica. Nel frattempo, la regione dello [[Shaanxi]] settentrionale, situata lungo il [[fiume Giallo]], affrontò sei grandi inondazioni, che causarono la rovina di città come [[Yan'an]]. Il clima contribuì pesantemente all'indebolimento del controllo del governo sulla Cina e accelerò la caduta della dinastia Ming. Nel 1644, [[Li Zicheng]] guidò le forze dei tardi Jin a [[Pechino]], rovesciò i Ming e fondò la [[dinastia Qing]].<ref name="yi3">{{cita pubblicazione|lingua=ch|autore=Shamming Yi|titolo=明朝灭亡与"小冰期|titolotradotto=La caduta della dinastia Ming e la "piccola era glaciale"|rivista=Journal of Social Science of the North China University of Water Conservancy and Electric Power|anno=maggio 2015|volume=1|numero=5|p=3|url=http://www.360doc.com/content/19/0409/13/6391637_827444582.shtml|accesso=30 aprile 2022}}</ref>
+Durante i primi anni della dinastia Qing, la piccola era glaciale continuò ad avere un impatto significativo sulla società cinese. Durante il governo dell'imperatore [[Kangxi]] (1661-1722), la maggior parte dei territori Qing erano ancora molto più freddi rispetto alla media dell'epoca. Tuttavia, l'imperatore Kangxi promosse delle riforme che riuscirono a favorire la ripresa socioeconomica dai disastri naturali. A favorirlo ulteriormente furono le politiche adottate dai primi membri della dinastia Qing. In concomitanza di tale evento, poterono dirsi concluse le conseguenze arrecate dalla piccola era glaciale sulla Cina, a cui seguì un momento più prospero della storia cinese conosciuto come era dell'Alto Qing.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Lingbo Xiao|autore2=Xiuqi Fang|autore3=Jingyun Zheng|autore4=Wanyi Zhao|titolo=Famine, Migration and War: Comparison of Climate Change Impacts and Social Responses in North China between the Late Ming and Late Qing Dynasties|rivista=Holocene|volume=25|numero=6|anno=giugno 2015|pp=900-910|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0959683615572851|doi=10.1177/0959683615572851}}</ref>
+Nella zona dell'[[Himalaya]], si tende a ritenere che i secoli freddi vissuti in Europa fossero stati avvertiti alla stessa maniera sulla catena montuosa più alta del mondo a causa delle caratteristiche delle [[Morena|morene]] locali. Tuttavia, le applicazioni dei metodi di datazione del [[Quaternario]] tra cui la datazione dell'esposizione alla superficie hanno mostrato che i massimi glaciali si verificarono tra il 1300 e il 1600, leggermente prima del ciclo più freddo avvertito nell'emisfero settentrionale. Molti grandi campi di detriti glaciali himalayani sono  rimasti tuttora in posizioni prossime ai livelli che raggiungevano durante la piccola era glaciale. Sulla catena montuosa cadde inoltre una quantità maggiore di nevicate ad altitudini superiori, evento che originò un conseguente spostamento verso sud dei monsoni estivi indiani e un aumento delle precipitazioni locali. Nel complesso, l'aumento delle precipitazioni invernali potrebbe aver causato alcuni movimenti glaciali.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Ann Rowan|titolo=The 'Little Ice Age' in the Himalaya: A review of glacier advance driven by Northern Hemisphere temperature change|rivista=The Holocene|data=1º febbraio 2017|volume=27|numero=2|pp=292-308|doi=10.1177/0959683616658530|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0959683616658530?cookieSet=1|accesso=2 maggio 2022}}</ref> Dalla fine del periodo freddo in esame, il ritiro dei ghiacciai è stato pressoché continuo fino ad oggi.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Ethan Lee|autore2=Jonathan Carrivick|autore3=Duncan J. Quincey|autore4=Simon Cuoco|data=20 dicembre 2021|titolo=Accelerated mass loss of Himalayan glaciers since the Little Ice Age|journal=Scientific Reporta|lingua=en|volume=11|numero=1|p=24284|doi=10.1038/s41598-021-03805-8|issn=2045-2322}}</ref>
+In [[Pakistan]], il [[Belucistan (Pakistan)|Belucistan]] soffrì sicuramente il freddo, come dimostra il fatto che i [[Beluci]], originari della zona, diedero il via a una migrazione di massa che li spinse a stabilirsi lungo il fiume [[Indo]], specie nelle province di [[Sindh]] e [[Punjab (Pakistan)|Punjab]].<ref>{{cita web|url=https://tribune.com.pk/story/688234/from-zardaris-to-makranis-how-the-baloch-came-to-sindh/|titolo=From Zardaris to Makranis: how the Baloch came to Sindh|accesso=2 maggio 2022|data=28 marzo 2014|lingua=en|sito=The Express Tribune}}</ref>
+=== Africa ===
+Sono numerose le pubblicazioni che evidenziano l'impatto della piccola era glaciale sul clima dell'[[Africa]] dal XIV al XIX secolo.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Thomas C. Johnson|autore2=Sylvia L. Barry|autore3=Yvonne Chan|autore4=Paul Wilkinson|anno=2001|titolo=Decadal record of climate variability spanning the past 700 yr in the Southern Tropics of East Africa|url=https://pubs.geoscienceworld.org/gsa/geology/article-pdf/29/1/83/3521165/i0091-7613-29-1-83.pdf|rivista=Geology|volume=29|numero=1|p=83|doi=10.1130/0091-7613(2001)029<0083:drocvs>2.0.co;2|accesso=2 maggio 2022}}</ref><ref name="tys121125">{{cita pubblicazione|url=http://ruby.fgcu.edu/courses/twimberley/envirophilo/tyson.pdf|rivista=South African Journal of Science|numero=96|anno=marzo 2000|lingua=en|pp=121-125|autore=P.D. Tyson ''et al.''|titolo=The Little Ice Age and medieval warming in South Africa|accesso=2 maggio 2022}}</ref> Sulla base delle variazioni avvertire in tutto il continente, si è ritenuto che il calo medio delle temperature in Africa fu di 1 °C.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Richard G. Klein|lingua=en|anno=dicembre 2000|titolo=The Earlier Stone Age of Southern Africa|url=https://www.jstor.org/stable/3888960?origin=crossref|rivista=The South African Archaeological Bulletin|volume=55|numero=172|pp=107-122|doi=10.2307/3888960|issn=0038-1969}}</ref>
+In [[Etiopia]] e in [[Nord Africa]], si segnalò la caduta di neve sulle cime delle montagne a livelli diversi da oggi.<ref name="cdc">{{cita pubblicazione|doi=10.3201/eid0601.000101|titolo=From Shakespeare to Defoe: Malaria in England in the Little Ice Age|rivista=Emerging Infectious Diseases|volume=6|numero=1|pp=1-11|anno=2000|lingua=en|autore=Paul Reiter}}</ref> [[Timbuctù]], un'importante città situata sulla via delle carovane [[Sahara|trans-sahariana]], fu allagata almeno 13 volte dal fiume [[Niger (fiume)|Niger]] e non esistono notizie di inondazioni simili avvenute prima di quel momento storico.<ref name="cdc"/>
+Diversi studi paleoclimatici dell'Africa meridionale hanno suggerito cambiamenti significativi nei cambiamenti relativi nel clima e nelle condizioni ambientali. In [[Africa meridionale]], le carote sedimentarie recuperate dal [[lago Malawi]] evidenziano condizioni più fredde tra il 1570 e il 1820, le quali «avvalorano ulteriormente ed estendono la portata globale della piccola era glaciale».<ref>{{cita pubblicazione|url=https://pubs.geoscienceworld.org/gsa/geology/article-abstract/29/1/83/191980/Decadal-record-of-climate-variability-spanning-the?redirectedFrom=PDF|lingua=en|doi=10.1130/0091-7613(2001)029<0083:DROCVS>2.0.CO;2|anno=2001|volume=29|numero=1|p=83|titolo=Decadal record of climate variability spanning the past 700 yr in the Southern Tropics of East Africa|rivista=Geology|autore=Thomas C. Johnson|autore2=Sylvia L. Barry|autore3=Yvonne Chan|autore4=Paul Wilkinson}}</ref> Un innovativo metodo di ricostruzione della temperatura degli ultimi 3.000 anni, basato sul tasso di crescita delle [[stalagmite|stalagmiti]] e calcolato in una grotta del [[Sud Africa]], conferma l'ipotesi di una parentesi algida tra il 1500 e il 1800.<ref name="tys121125"/><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=K. Holmgren|autore2=P.D. Tyson|autore3=A. Moberg|autore4=O. Svanered|titolo=A preliminary 3000-year regional temperature reconstruction for South Africa|url=https://journals.co.za/doi/pdf/10.10520/EJC97278|rivista=South African Journal of Science|volume=97|pp=49-51|anno=2001|accesso=2 maggio 2022}}</ref> La ricostruzione della temperatura della stalagmite δ18O durante un arco temporale lungo 350 anni, con specifico riferimento al 1690-1740, suggerisce che il Sudafrica potrebbe essere stata la regione più fredda dell'Africa, con temperature più basse fino a 1,4 °C in estate.<ref>{{cita pubblicazione|autore=H.S. Sundqvist|autore2=K. Holmgren|autore3=J. Fohlmeister|autore4=Q. Zhang|anno=dicembre 2013|titolo=Evidence of a large cooling between 1690 and 1740 AD in Southern Africa|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3642658|rivista=Scientific Reports|lingua=en|volume=3|numero=1|p=1767|doi=10.1038/srep01767|issn=2045-2322}}</ref> Infine, anche il [[campo magnetico terrestre]] e i cicli di [[El Niño|oscillazione ENSO]] si rivelarono fattori chiave nella variabilità climatica nella regione subtropicale. Le cicatrici periglaciali negli altopiani orientali del [[Lesotho]] potrebbero aver subito dei cambiamenti morfologici in corrispondenza della piccola era glaciale.<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.17159/sajs. 2016/20160045|titolo=A multi-disciplinary review of late Quaternary palaeoclimates and environments for Lesotho|rivista=South African Journal of Science|anno=2016|autore=Mason W. MacKay|lingua=en|autore2=Marion K. Bamford|autore3=Stefan W. Grab|autore4=Jennifer M. Fitchett|volume=112}}</ref> Un'altra ricostruzione archeologica dal Sudafrica rivela l'ascesa del popolo del [[Grande Zimbabwe]] favorita dall'aumento delle precipitazioni rispetto ad altre aree popolate da tribù rivali, come i [[Mapungubwe]].<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Thomas N. Huffman|anno=gennaio 1996|titolo=Archaeological evidence for climatic change during the last 2000 years in Southern Africa|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/104061829500095X?via%3Dihub|rivista=Quaternary International|volume=33|pp=55-60|doi=10.1016/1040-6182(95)00095-x|issn=1040-6182}}</ref>
+Oltre alle oscillazioni riguardanti la temperatura, i dati dell'Africa orientale equatoriale suggeriscono dei cambiamenti sul ciclo idrologico alla fine del 1700. Le ricostruzioni dei dati storici dei dieci principali laghi africani indicano che un episodio di «siccità e prosciugamento» si verificò in tutta l'Africa orientale.<ref name="nic387398">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Sharon E. Nicholson|autore2=Xungang Yin|anno=2001|titolo=Rainfall Conditions in Equatorial East Africa during the Nineteenth Century as Inferred from the Record of Lake Victoria|url=https://link.springer.com/10.1023/A:1010736008362|rivista=Climatic Change|volume=48|numero=2/3|pp=387-398|doi=10.1023/a:1010736008362|issn=0165-0009}}</ref> Anche gli specchi d'acqua sopravvissuti videro drastiche riduzioni delle loro profondità. È molto probabile che la gente del posto potesse attraversare il [[lago Ciad]], tra gli altri, e che i periodi di «intensa siccità rappresentasse una costante». Ciò significa che le comunità locali probabilmente si scontrarono in logoranti conflitti o preferirono migrare altrove, poiché praticare l'agricoltura su suoli praticamente riarsi era impossibile.<ref name="nic387398"/>
+=== Antartide ===
+[[File:Law dome.svg|sinistra|miniatura|upright=1.2|Mappa topografica del duomo di Law, una regione dell'[[Antartide]] sud-orientale in cui gli scienziati hanno tentato di ricostruire gli effetti della piccola era glaciale sul continente]]
+Nel 1989, si diede inizio in [[Antartide]] al progetto [[Greenland Ice Sheet Project#GISP2|GISP2]], a cui parteciparono diversi scienziati di tutto il mondo allo scopo di ottenere una carota di ghiaccio di 3.000 metri di lunghezza, funzionale a ricostruire i dati climatici relativi agli ultimi 200.000 anni. Kreutz ''et al.'' (1997) hanno confrontato i risultati ottenuti scoprendo che la piccola era glaciale coinvolse anche il continente più remoto della Terra.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1126/science.277.5330.1294|titolo=Bipolar Changes in Atmospheric Circulation During the Little Ice Age|rivista=Science|volume=277|edizione=5330|pp=1294-1296|anno=1997|autore=K.J. Kreutz|url=https://www.science.org/doi/10.1126/science.277.5330.1294}}</ref> Un sedimento oceanico estratto nel bacino orientale di Bransfield, nella [[penisola antartica]], ha consentito di ricostruire eventi di diversi secoli or sono, ricollegati dagli autori alla piccola era glaciale e al [[periodo caldo medievale]] (PCM).<ref name="khi234">{{cita pubblicazione|doi=10.1006/qres.2002.2371|titolo=Unstable Climate Oscillations during the Late Holocene in the Eastern Bransfield Basin, Antarctic Peninsula|rivista=Quaternary Research|volume=58|numero=3|p=234|autore=Boo-Keun Khim|autore2=Ho Il Yoon|autore3=Cheon Yun Kang|autore4=Jang Jun Bahk|anno=2002|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0033589402923719}}</ref> Gli autori hanno sostenuto: «Emergono anche altri eventi climatici inspiegabili paragonabili per durata e ampiezza agli eventi della PEG e del PCM».<ref name="khi234"/>
+Sulla base degli studi avvenuti dopo il GISP2, si è scoperto che presso il duomo di ghiaccio di Siple si verificò un evento climatico coincidente con quello della piccola era glaciale nel Nord Atlantico. Il periodo freddo in esame risulta l'evento climatico più travagliato nella documentazione glaciochimica dell'Olocene a Siple.<ref>{{cita web|url=http://nsidc.org/data/waiscores/findings/mayewski_findings.html|lingua=en|titolo=Siple Dome Glaciochemistry|accesso=2 maggio 2022}}</ref> La carota di ghiaccio estratta in loco conteneva anche il più alto tasso di strati di fusione (fino all'8%) tra il 1550 e il 1700, molto probabilmente a causa delle estati calde.<ref>{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20061007075240/http://igloo.gsfc.nasa.gov/wais/pastmeetings/abstracts00/Das.htm|titolo=Clues to changing WAIS Holocene summer temperatures from variations in melt-layer frequency in the Siple Dome ice core|autore=Sarah B. Das|autore2=Richard B. Alley|accesso=2 maggio 2022}}</ref> Le carote di ghiaccio presso il duomo di Law lasciano trapelare livelli inferiori di CO<sub>2</sub> tra il 1550 e il 1800, con Etheridge e Steele che ritengono tale dato «probabilmente frutto del clima globale più freddo».<ref>{{cita web|autore=D.M. Etheridge|autore2=L.P. Steele|autore3=R.L. Langenfelds|autore4=R.J. Francey|titolo=Historical CO<sub>2</sub> Records from the Law Dome DE08, DE08-2, and DSS Ice Cores|sito=Carbon Dioxide Information Analysis Center|editore=Oak Ridge National Laboratory, U.S. Department of Energy, Oak Ridge, Tenn|url=https://cdiac.ess-dive.lbl.gov/trends/co2/lawdome.html}}</ref>
+I nuclei di sedimenti studiati nel bacino di Bransfield, nella penisola antartica, hanno consentito di apprendere dei dati sulle [[Bacillariophyceae|diatomee]] e sul cambio della loro distribuzione durante la piccola era glaciale, così come delle variazioni dei taxa del ghiaccio marino.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1017/S0954102098000364|titolo=Record of Holocene glacial oscillations in Bransfield Basin as revealed by siliceous microfossil assemblages|rivista=Antarctic Science|volume=10|numero=3|p=269|autore=M. Angeles Bárcena ''et al.''|anno=1998|url=https://www.researchgate.net/publication/230595541_Record_of_Holocene_glacial_oscillations_in_Bransfield_Basin_as_revealed_by_siliceous_microfossil_assemblages}}</ref> Gli [[Isotopo stabile|isotopi stabili]] estratti dal sito della carota di ghiaccio del monte Erebus Saddle suggeriscono che la regione del [[Mare di Ross]] aveva registrato temperature medie di 1,6 ± 1,4 °C più algidi durante la piccola era glaciale rispetto agli ultimi 150 anni.<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.5194/cp-8-1223-2012|lingua=en|titolo=Little Ice Age climate and oceanic conditions of the Ross Sea, Antarctica from a coastal ice core record|rivista=Climate of the Past|volume=8|numero=4|p=1223|autore=R.H. Rodi ''et al.''|url=https://doi.org/10.5194%2Fcp-8-1223-2012|anno=2012}}</ref>
+=== Australia e Nuova Zelanda ===
+La sua posizione nell'[[emisfero meridionale]] impedì all'Australia di subire le stesse variazioni di temperatura patite dall'Europa o dal Nord America. Invece, la piccola era glaciale australiana si contraddistinse per un clima umido e piovoso, seguito da secchi maggiormente secchi e addirittura a tratti aridi nel XIX secolo.<ref name="tib4554">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=J. Tibby|autore2=J.J. Tyler|autore3=C. Barr|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0277379118302051|titolo=Post little ice age drying of eastern Australia conflates understanding of early settlement impacts|rivista=Quaternary Science Reviews|volume=202|data=15 dicembre 2018|pp=45-54}}</ref>
+Come segnalato da Tibby ''et al.'' (2018) in una loro pubblicazione, i dati scoperti analizzando i laghi nel [[Victoria (Australia)|Victoria]], nel [[Nuovo Galles del Sud]] e nel [[Queensland]] suggeriscono che le condizioni nell'est e nel sud-est dell'Australia risultarono umide e insolitamente fresche dal XVI all'inizio del XIX secolo. Tale andamento coincide con il "picco" della piccola era glaciale globale avvenuto tra il 1594 e il 1722. A titolo di esempio, il tasso di precipitazioni azzardato dal 1500 circa al 1850 presso il lago Swallow, nel Queensland, dovette risultare alto e coincidere con quantità di poggia costanti e non trascurabili, a volte superiori a 300 mm.<ref name="tib4554"/> Le piogge si ridussero significativamente dopo il 1890 circa. Allo stesso modo, i dati ricostruiti con riferimento alla storia della salinità del lago Surprise svelano alti livelli di umidità intorno al 1440-1880 e un aumento della salinità dal 1860 al 1880 comportarono un cambiamento negativo nel clima un tempo umido.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|url=https://www.researchgate.net/publication/227971416_Ecologically_Sustainable_Development_in_a_'Quarry'_Economy_One_Step_Forward_Two_Steps_Back|autore=D. Mercer|autore2=P. Marden|titolo=Ecologically Sustainable Development in a 'Quarry' Economy: One Step Forward, Two Steps Back|rivista=Geographical Research|numero=44|anno=2006|pp=183-202|doi=10.1111/j.1745-5871.2006.00376.x}}</ref> La metà del XIX secolo segnò un notevole cambiamento nel numero di precipitazioni e nel tasso di umidità dell'Australia orientale.
+Tibby ''et al.'' (2018) segnalano che, nell'Australia orientale, i cambiamenti paleoclimatici innescati dalla piccola era glaciale alla fine del 1800 coincisero con le innovazioni agricole introdotte dagli europei. Dopo l'istituzione nel 1788 di colonie britanniche in Australia, concentrate soprattutto nelle regioni orientali e in città come [[Sydney]] e poi [[Melbourne]] e [[Brisbane]], gli inglesi introdussero innanzitutto la [[pastorizia]].<ref name="tib4554"/> Tali pratiche richiedevano programmi su vasta scala di deforestazione e la rimozione della vegetazione. La pastorizia e il disboscamento sono immortalati in opere d'arte come il dipinto del 1833 del famoso paesaggista John Glover ''Patterdale Landscape with Cattle''.
+[[File:John Glover - Patterdale landscape with cattle - Google Art Project.jpg|sinistra|miniatura|''Patterdale Landscape with Cattle'' (1833) di John Glover descrive pratiche agricole come la pastorizia, le quali hanno contribuito all'aridificazione dell'Australia nella tarda piccola era glaciale]]
+Nel secolo successivo, la deforestazione contribuì a una riduzione della biodiversità, a un'eccessiva erosione del suolo eolica e idrica e a un impoverimento delle terre, più esposte al rischio di sterilità.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=L. Gordon|autore2=M. Dunlop|autore3=B. Foran|url=https://www.researchgate.net/publication/8914818_Land_cover_change_and_water_vapour_flows_Learning_from_Australia|titolo=Land cover change and water vapour flows: learning from Australia|rivista=Fil. Trans. Biol. Sci.|numero=385|anno=2003|pp=1973-1984}}</ref> Inoltre, come sostenuto da Gordan ''et al.'' (2003), le trasformazioni del paesaggio causate anche dalla deforestazione comportarono una riduzione del 10% del flusso di vapore acqueo prima in movimento nell'atmosfera. Ciò si verificò anche nell'Australia occidentale, dove la bonifica del territorio del XIX secolo comportò un calo delle precipitazioni.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=U.S. Nair ''et al.''|titolo=The role of land use change on the development and evolution of the west coast trough, convective clouds, and precipitation in Southwest Australia|url=https://www.researchgate.net/publication/241528032_The_role_of_land_use_change_on_the_development_and_evolution_of_the_west_coast_trough_convective_clouds_and_precipitation_in_Southwest_Australia|rivista=Journal of Geophysical Research Atmospheres|numero=116|anno=2011|p=D7}}</ref> Dal 1850 al 1890, le pratiche agricole antropiche, concentrate nell'Australia orientale, avevano verosimilmente accelerato l'essiccazione e l'aridificazione che segnò la fine della piccola era glaciale.
+Nel nord, le prove suggeriscono condizioni abbastanza secche, ma i nuclei di corallo della [[grande barriera corallina]] lasciano intuire precipitazioni simili a quelle odierne, malgrado con una variabilità minore. Uno studio funzionale ad analizzare gli isotopi nei coralli della barriera corallina ha suggerito che l'aumento del trasporto di vapore acqueo dagli oceani tropicali meridionali ai poli contribuì alla piccola era glaciale.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Erica J. Hendy ''et al.''|anno=2002|titolo=Abrupt Decrease in Tropical Pacific Sea Surface Salinity at End of Little Ice Age|rivista=Science|numero=295|volume=5559|pp=1511-1514|doi=10.1126/scienza.1067693}}</ref> Le trivellazioni dei pozzi suggeriscono che, negli ultimi 500 anni, il XVII secolo si rivelò il più freddo del continente.<ref name="pol701">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Henry N. Pollack|autore2=Shaopeng Huang|autore3=Jason E. Smerdon|anno=2006|url=https://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.616.8481&rep=rep1&type=pdf|titolo=Five centuries of climate change in Australia: The view from underground|rivista=Journal of Quaternary Science|volume=21|numero=7|p=701|doi=10.1002/jqs.1060}}</ref> Il metodo di ricostruzione della temperatura dei pozzi indica inoltre che il surriscaldamento dell'Australia negli ultimi cinque secoli è pari soltanto a circa la metà di quello sperimentato dall'emisfero boreale, dato che dimostra ulteriormente come l'Australia non fu intaccata dal freddo alla stessa maniera di altre zone del pianeta.<ref name="pol701"/>
+Sulla costa occidentale delle [[Alpi meridionali]] della [[Nuova Zelanda]], il [[ghiacciaio Franz Josef]] avanzò rapidamente durante la piccola era glaciale e raggiunse la sua massima estensione all'inizio del XVIII secolo. Si trattò di uno dei pochi casi in cui un ghiacciaio si fece strada in una [[foresta pluviale]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Brian M. Fagan|anno=2019|url=https://books.google.it/books?id=hZuZDwAAQBAJ&pg=PT151|p=151|titolo=The Little Ice Age: How Climate Made History 1300-1850|editore=Hachette UK|isbn=978-0-465-02272-4}}</ref> Grazie ai dati proxy emersi da analisi dendrocronologiche, si è dedotto che il ghiacciaio contribuì a un'anomalia di temperatura di -0,56 °C nel corso della piccola era glaciale sull'isola.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Andrew Lorrey|autore2=Nicholas Fauchreau|autore3=Craig Stanton|autore4=Petra Pearce|url=https://link.springer.com/article/10.1007/s00382-013-1876-8|titolo=The Little Ice Age climate of New Zealand reconstructed from South Alps cirque glaciers: A synoptic type approach|rivista=Climate Dynamics|anno=giugno 2013|pp=11-12|doi=10.1007/s00382-013-1876-8}}</ref> Sulla base della datazione di un lichene giallo-verde del sottogenere ''Rhizocarpon'', il [[Mueller Glacier|ghiacciaio Mueller]], situato sul versante orientale delle Alpi meridionali all'interno del [[Parco nazionale Aoraki/Mount Cook]], si ritiene abbia raggiunto la sua massima estensione tra il 1725 e il 1730.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1191/095968300666087656|url=https://www.researchgate.net/publication/238439353_The_'Little_Ice_Age'_maximum_in_the_Southern_Alps_New_Zealand_Preliminary_results_at_Mueller_Glacier|titolo=The 'Little Ice Age' maximum in the Southern Alps, New Zealand: Preliminary results at Mueller Glacier|rivista=The Holocene|volume=10|numero=5|pp=643-547|autore=Stefan Winkler|anno=2000}}</ref>
+=== Isole del Pacifico ===
+I dati sul livello delle acque marine presso le [[isole del Pacifico]] suggeriscono che esso fosse sceso, forse nel corso due fasi, tra il 1270 e il 1475. Tale evento venne associato a un calo della temperatura di 1,5°C, come determinato dall'analisi degli isotopi di ossigeno e come osservato dall'aumento della frequenza di [[El Niño]].<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1002/1520-6548(200010)15:7<715::AID- GEA4>3.0.CO;2-L|url=https://www.researchgate.net/publication/229858579_Environmental_Catastrophe_in_the_Pacific_Islands_around_AD_1300|titolo=Environmental Catastrophe in the Pacific Islands around A.D. 1300|rivista=Geoarcheology|volume=15|numero=7|pp=715-740|anno=2000|autore=Patrick D. Nun}}</ref> Le analisi sui coralli del Pacifico tropicale indicano che la frequenza di El Niño-Southern aumentò di intensità a metà del XVII secolo.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://web.archive.org/web/20031120203254/http://www.pac.ne.jp/IUGG2003/EN/program.asp?session_id=MC12&program_id=022025-1|titolo=The Medieval Cool Period and the Little Warm Age in the Central Tropical Pacific? Fossil Coral Climate Records of the Last Millennium|autore=Kim M. Cobb|autore2=Chris Charles|autore3=Hai Cheng|autore4=R. Lawrence Edwards|accesso=2 maggio 2022}}</ref> Uno studio sui [[Foraminifera|foraminiferi]] ha indicato che la corrente indo-pacifica era calda e salina tra il 1000 e il 1400, con temperature approssimativamente simili alle medie attuali, ma che si raffreddò dal 1400 in poi e che raggiunse le temperature più basse nel 1700. Una simile ricostruzione è coerente con il passaggio dal caldo della metà dell'[[Olocene]] alla piccola era glaciale.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Julie S. Field|autore2=Peter, V. Lape|anno=marzo 2010|titolo=Paleoclimates and the emergence of fortifications in the tropical Pacific islands|url=https://www.researchgate.net/publication/222556147_Paleoclimates_and_the_Emergence_of_Fortifications_in_the_Tropical_Pacific_Islands|rivista=Journal of Anthropological Archaeology|editore=Elsevier Inc.|volume=29|numero=1|pp=113-124|doi=10.1016/j.jaa.2009.11.001}}</ref> Il vicino Pacifico sudoccidentale, tuttavia, sperimentò condizioni più calde della media nel corso della piccola era glaciale, che si pensa siano dovute all'aumento degli [[alisei]], i quali accrebbero l'evaporazione e la salinità nella regione. Si pensa che le notevoli differenze di temperatura tra le latitudini più elevate e l'[[equatore]] abbiano portato a condizioni più secche nelle regioni subtropicali.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=E.J. Hendy|data=22 febbraio 2002|titolo=Abrupt Decrease in Tropical Pacific Sea Surface Salinity at End of Little Ice Age|url=https://www.science.org/doi/10.1126/science.1067693|rivista=Science|volume=295|numero=5559|pp=1511-1514|doi=10.1126/science.1067693|issn=0036-8075}}</ref> Delle analisi particolarmente approfondite del lago Raraku (sedimentologiche, mineralogiche, geochimiche organiche e inorganiche, ecc.), situato sull'[[isola di Pasqua]], indicano che la località fu esposta a due parentesi aride che portarono a decenni siccitosi. La prima si verificò tra il 500 e il 1200, mentre la seconda in concomitanza della piccola era glaciale, ovvero dal 1570 al 1720.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Valenti Rull|lingua=en|data=5 gennaio 2020|titolo=Drought, freshwater availability and cultural resilience on Easter Island (SE Pacific) during the Little Ice Age|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0959683619895587|ricista=The Holocene|editore=Sage Publications|volume=30|numero=5|pp=774-780|doi=10.1177/0959683619895587|bibcode=2020Holoc..30..774R}}</ref> Tra le due fasi appena menzionate, l'isola conobbe un periodo umido che andò dal 1200 al 1570. Proprio tale lasso temporale coincise con il periodo più florido vissuto dalla civiltà Rapa Nui.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=jHItbEsAQxMC&pg=PA8|p=8|lingua=en|titolo=Inventing 'Easter Island'|autore=Beverley Haun|editore=University of Toronto Press|anno=2008|isbn=978-08-02-09888-7}}</ref>
+=== Sudamerica ===
+I dati dendrocronologici studiati in [[Patagonia]] lasciano emergere episodi di freddo dal 1270 al 1380 e dal 1520 al 1670, ovvero in contemporanea con i medesimi eventi avvenuti nell'emisfero settentrionale.<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1016/0033- 5894(90)90046-N|lingua=en|url=https://www.cambridge.org/core/services/aop-cambridge-core/content/view/A16D863010B75D3B517377222B48A7A9/S0033589400021086a.pdf/climatic-fluctuations-in-northern-patagonia-during-the-last-1000-years-as-inferred-from-tree-ring-records.pdf|titolo=Climatic fluctuations in northern Patagonia during the last 1000 years as inferred from tree-ring records|rivista=Ricerca quaternaria |volume=34|numero=3|pp=346-360|autore=Ricardo Villalba|anno=1990}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1007/BF01092413|titolo=Tree-ring and glacial evidence for the medieval warm epoch and the little ice age in southern South America|rivista=Climatic Change|volume=26|numero=2-3|pp=183-197|anno=1994|autore=Ricardo Villalba}}</ref> Otto carote sedimentarie prelevate presso il lago Puyehue, situato in [[Cile]] al confine tra la [[regione di Los Lagos]] e la [[regione di Los Ríos]], hanno consentito di confermare una costante tendenza umida nell'arco temporale compreso fra il 1470 e il 1700, evento ritenuto dagli autori un indicatore regionale dell'inizio della piccola era glaciale.<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1016/j.yqres.2005.06.005|lingua=en|titolo=Temporal evolution of sediment supply in Lago Puyehue (Southern Chile) during the last 600 yr and its climatic significance|rivista=Quaternary Research|volume=64|numero=2|p=163|autore=Sébastien Bertrand ''et al.''|anno=2005|url=https://orbi.uliege.be/handle/2268/24732}}</ref> Una pubblicazione del 2009 realizzata da Inka Meyer e Sebastian Wagner descrive in dettaglio le condizioni più fredde e più umide sperimentare nel sud-est del Sud America tra il 1550 e il 1800 sulla base delle prove ottenute tramite diversi proxy e modelli dendrocronologici.<ref>{{cita libro|doi=10.1007/978-90-481- 2672-9_16|capitolo=The Little Ice Age in Southern South America: Proxy and Model Based Evidence|url=https://www.researchgate.net/publication/226676731_The_Little_Ice_Age_in_Southern_South_America_Proxy_and_Model_Based_Evidence|titolo=Past Climate Variability in South America and Surrounding Regions|volume=14|pp=395-412|collana=Developments in Paleoenvironmental Research|anno=2009|autore=Inka Meyer|autore2=Sebastian Wagner|lingua=en|isbn=978-90-481-2671-2}}</ref> Le tre carote di ghiaccio sugli isotopi di ossigeno rilevati sulle [[Ande]] attestano due secoli di temperature fredde compresi tra il 1600 e il 1800.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=L.G. Thompson ''et al.''|url=https://www.researchgate.net/publication/200033641_Tropical_Glacier_and_Ice_Core_Evidence_of_Climate_Change_on_Annual_to_Millennial_Time_Scales|capitolo=Tropical Glacier and Ice Core Evidence of Climate Change on Annual to Millennial Time Scales|doi=10.1007/978-94-015-1252-7_8|titolo=Climate Variability and Change in High Elevation Regions: Past, Present & Future|collana=Advances in Global Change Research|volume=15|p=137|anno=2003|isbn=978-90-481-6322-9}}</ref>
+[[File:Laguna San Rafael.jpg|miniatura|Il ghiacciaio San Rafael, in [[Cile]], è stato oggetto di diversi studi volti a evidenziare delle prove dell'impato della piccola era glaciale in Sud America]]
+La spedizione di Antonio de Vea giunse presso il lago di San Rafael nel 1675 attraversando il Río Témpanos (in spagnolo "Fiume ghiacciato"). Gli spagnoli non menzionavano la presenza di [[Pack|lastre di ghiaccio]], ma affermavano che il ghiacciaio San Rafael non si estendeva molto nel lago. Nel 1766, un'altra spedizione notò che il ghiacciaio aveva raggiunto lo specchio d'acqua e segnalavano il [[distacco del ghiaccio]] che aveva generato grandi [[iceberg]]. Il geografo tedesco Hans Steffen visitò l'area nel 1898 e notò che il ghiacciaio si era spinto assai all'interno del lago. Sebbene si tratti soltanto di un'ipotesi azzardata da alcuni studiosi, si ritiene che tali documenti storici attesterebbero un abbassamento generale delle temperature nell'area tra il 1675 e il 1898: «Le segnalazioni sul PEG nella Patagonia settentrionale, dedotte attraverso l'uso di fonti documentarie, forniscono prove importanti e sufficienti per consentire di pensare all'accadimento di questo fenomeno anche nella regione sudamericana».<ref name="Araneda2006">{{cita pubblicazione|lingua=en|doi=10.1177/0959683607082414|titolo=Historical records of San Rafael glacier advances (North Patagonian Icefield): Another clue to 'Little Ice Age' timing in southern Chile?|rivista=Holocene|volume=17|numero=7|p=987|autore=Alberto Araneda ''et al.''|anno=2007}}</ref> Nel 2001, i confini del ghiacciaio apparivano notevolmente ridimensionati rispetto al 1675.<ref name="Araneda2006"/>
+Vi è chi ipotizza che tutti i ghiacciai del [[Gran Campo Nevado]] vicino allo [[stretto di Magellano]] abbiano raggiunto la loro estensione più ampia dell'intera epoca dell'Olocene durante la piccola era glaciale.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|titolo='Little Ice Age' glacier fluctuations, Gran Campo Nevado, southernmost Chile|rivista=The Holocene|url=https://www.uni-trier.de/fileadmin/fb6/prof/GEO/Kilian/Koch___Kilian-2005.pdf|autore=Johannes Koch|volume=15|pp=20-28|autore2=Rolf Kilian|anno=2005|numero=1|doi=10.1191/0959683605hl780rp}}</ref>
 ==Cause==